Ciao a tutti!! Eccomi di nuovo qua con un altro capitolo che, lo
ammetto, mi è piaciuto un sacco scrivere e che spero piaccia anche e voi!
Grazie mille a chi ha commentato e chi ha aggiunto la Fiction ai
preferiti. Lo apprezzo moltissimo!!
Capitolo 2
Care of Magical Creatures
La mattina seguente ero ancora abbastanza nervosa per la lezione di
vita che aveva voluto darmi Black, ma l’impegno che mi ci volle per trasformare
uno sgabello in un fenicottero durante la prima lezione con la McGranitt riuscì
a distrarmi abbastanza. Uscii dalla sua aula completamente distrutta. Il mio
fenicottero, benché quasi perfetto, aveva ancora una leggera sfumatura di
marrone tra le piume.
“Era una fatica vero?” mi chiese Elena mentre ci dirigevamo a
Incantesimi, la nostra ultima lezione per quel giorno. Annuii.
“Si… è stato orribile…
all’inizio credevo che gli sarebbero venute quattro zampe invece di due”.
Fortunatamente la lezione di Vitious non fu altrettanto stancante, ma i
nostri successi non gli impedirono di assegnarci una montagna di compiti.
Quindi il nostro primo pomeriggio libero lo passammo sui libri, prima
in biblioteca e poi in sala comune per finire due temi e un saggio lungo tre
rotoli di pergamena per la McGranitt. Se avessero continuato a sommergerci di
compiti in questo modo non so se sarei riuscita ad arrivare agli esami viva e
vegeta.
Quando ci dirigemmo verso la sala grande per cenare e per liberare un
po’ la mente dopo più di quattro ore di studio la cosa che mi colpì fu vedere
James Potter e Sirius Black in un angolo della sala d’ingresso che discutevano
animatamente. Non era mai successo da quello che ricordavo. Mah, forse non
erano d’accordo su come tormentare Piton o Gazza. Non mi interessava, l’unica
cosa che desideravo in quel momento era mettere qualcosa sotto i denti. Anche
Elena se ne accorse.
“Come mai quei due litigano?”.
“Non credo stiano proprio litigando, pare come se non siano d’accordo
su quale incantesimo usare per far venire le verruche a Gazza..” risposi
tranquillamente mentre attraversavamo la porta della sala grande.
Ma quei due parlavano ad alta voce e non volendo ascoltai il loro
scambio di battute.
“… continui così lei non ti guarderà neanche..” stava dicendo Sirius.
“… ma andiamo, è Mocciosus! Secondo me lo stai facendo solo perché
lei..” stava rispondendo James con la traccia di un sorriso nella voce, ma
Sirius lo interruppe bruscamente.
“Oh, e adesso che c’entro io? Sei te quello dalla cotta facile!”.
Affrettai il passo. Non mi andava che pensassero che mi facessi gli
affari loro.
Al tavolo della cena però, ripensai a quanto avevo sentito. Era così
strano sentire quei due discutere su qualcosa. Ma sembrava parlassero di
ragazze. Ragazze? Potter e Black? Il pensiero era così strano che mi venne
quasi da ridere. Tutti sapevano che James aveva più volte tentato di
conquistare Lily Evans, ma si sapeva anche che lei non avrebbe mai accettato;
credo che non le piacessero per nulla gli sbruffoni. E soprattutto credevo che
James ci provasse con le ragazze solo per il gusto di vedere quante cadevano ai
suoi piedi.
Ma Black? C’erano decine di ragazze che avrebbero dato qualunque cosa
pur di poter scambiare una parola con lui e Black neanche le notava. Quindi era
abbastanza strano sentirli discutere di ragazze.
Alla fine decisi che comunque non erano affari miei e che sarebbero
stati sicuramente capaci di cavarsela da soli.
Finalmente il giorno dopo riuscii a mettere piede fuori dal castello.
Era una giornata fresca e ventilata, il massimo per passare il tempo ad
occuparsi di qualche creatura pericolosa con il professor Kettleburn.
Come per Pozioni, anche a Cura delle Creature Magiche eravamo rimasti in pochi.
Io ero l’unica Corvonero, c’erano un paio di Tassorosso
di cui non ricordavo mai i nomi, Piton per Serpeverde e Black e Potter erano i
rappresentanti di Grifondoro.
Quando arrivai al limitare della foresta per la lezione la prima cosa
che notai furono tante gabbie alte quasi un metro con dentro degli strani
esseri simili a grandi gnomi.
“Benvenuti ragazzi” disse il professor Kettleburn,
“è un piacere vedere tanti di voi sostenere i M.A.G.O.
nella mia materia. Ora, chi sa dirmi cosa sono questi?” e indicò gli strani
gnomi.
A rispondere fu James Potter.
“Sono Erkling”.
“Esattamente. 10 punti a Grifondoro. Quindi, Erkling.
Questi provengono dritti dritti dalla Germania, e il
Ministero Tedesco ha avuto un bel da fare con loro fino a qualche anno fa. Chi
sa dirmi il perché?”.
“Perché la strana risatina acuta che producono serve per attirare i
bambini.. e agli Erkling piace molto la carne di
bambino”. A rispondere era stato Sirius.
“Benissimo ancora una volta. Altri 10 punti per Grifondoro”.
Vidi James e Sirius darsi il cinque. Non c’era nulla da fare, per
quanto non mi piacessero, erano pur sempre molto dotati.
“Quello che dovete fare per questa lezione è molto semplice” continuò
il professore, “vi dividerete in coppie, ogni coppia avrà a disposizione un Erkling. Dovrete disegnarlo, indicare i dettagli che ne
rendono possibile il riconoscimento e, consultando la vostra copia di “Animali
Fantastici: dove trovarli”, descrivere il modo migliore per scacciarli”.
Bene, avremo lavorato in coppie. Vidi i due Tassorosso
avvicinarsi insieme a una delle gabbie, e lo stesso fecero Potter e Black. Quindi
anche io mi avvicinai agli Erkling guardandomi
intorno cercando Piton, che sarebbe stato, volente o nolente, mio compagno. Ma
quando finalmente lo vidi, notai che aveva il suo bel da fare. Infatti qualcuno
aveva incantato il suo libro, che continuava a volargli via di mano e a
colpirlo forte in testa. Non mi ci volle molto a trovare il colpevole di quel
dispetto, e neanche al professor Kettleburn.
“Ma insomma!” urlò, “cosa siete? Studenti del primo anno? Signor
Potter, per favore, vada a lavorare con il Signor Piton e lei Signor Black,
prego, si avvicini alla Signorina Light”.
Perfetto, avrei lavorato con Sirius Black.
“Da dove vuoi cominciare?” gli chiesi dopo esserci sistemati all’ombra
di un albero con la gabbia tra di noi. Ma lui parve non avermi sentita. Lo
guardai bene, sembrava arrabbiato. Molto arrabbiato. Ma intanto aveva già preso
in mano penna e pergamena e stava disegnando l’Erkling
che intanto aveva cominciato a dimenarsi e a produrre quel suo suono stridulo.
Sirius se la cavava bene anche nel disegno. Rimasi qualche secondo
incantata a vedere come, in pochi secondi aveva disegnato la testa della
creatura in modo molto dettagliato.
Ma ricordai che quello era un lavoro di coppia. Tentai di ricordarlo
anche a Sirius ma lui non dava segno di sentirmi. Digrignava i denti e
borbottava sottovoce. Riuscivo a capire frasi sconnesse come: “te l’avevo
detto” o “non ce n’era bisogno”. Alla fine, dopo vari tentativi rinunciai
all’impresa di farmi notare e a quella di chiamare il professore, che aveva la
sua gatta da pelare nel tentativo di far collaborare Potter e Piton.
Semplicemente mi appoggiai all’albero che ci aveva offerto ombra, e da
sopra, sbirciavo il lavoro di Sirius, in caso avesse scritto qualche
baggianata.
Ma, nel giro di un’ora aveva compiuto tutto il lavoro da solo. Disegno,
dettagli e relazione. Tutto scritto in bella grafia e senza errori.
“Bene ragazzi” disse allora Kettleburn, “la
lezione è quasi finita, scrivete in fondo alla pergamena i vostri nomi e
consegnatemi i fogli”.
Sirius firmò il foglio con una grafia forte ed elegante e solo allora
vidi che iniziava a capire che mancava qualcosa. Quindi finsi un colpo di
tosse. Lui si voltò, scocciato, mi lanciò appena un’occhiata e poi mi diede
ancora le spalle. Ma stavolta si immobilizzò.
Si girò di nuovo, stavolta lentamente e con fare circospetto. Alzo gli
occhi verso di me, e con un sorrisetto sulle labbra mi chiese: “Vuoi mettere
anche tu la tua firma?”.
Non sapevo se lanciargli contro una maledizione coi fiocchi o
semplicemente alzare gli occhi al cielo e ignorare tutto quello che aveva detto
e fatto quella mattina. Alla fine optai per la seconda scelta.
“Grazie” gli risposi strappandogli di mano il compito e firmandolo a
mia volta.
“Spera di non aver fatto errori!” lo minacciai scorrendo la pergamena
con gli occhi in cerca di qualche sbaglio. Purtroppo non ce n’erano.
Sirius per tutta risposta scoppiò a ridere. Lo guardai scocciata. Cosa
diavolo aveva da ridere? Non bastava che mi avesse ignorata per tutta la
lezione, ora si permetteva anche di prendermi in giro per chissà quale motivo.
“Bene Signorina Light, tutto bene con il compito?” mi chiese Kettleburn mentre ritirava le pergamene.
“Oh si professore, benissimo” risposi con un sorriso.
“Bene, allora magari potrebbe lavorare ancora con il Signor Black no?”
disse e poi ridacchiò alla vista della mia espressione terrorizzata.
Mi misi lo zaino in spalla e risalii verso il castello per il pranzo.
Alle mie spalle sentii un’altra risata che riconobbi all’istante come
quella di Black. Infatti pochi istanti dopo vidi James Potter che mi superava
di corsa e Sirius Black che affrettava il passo per raggiungermi.
“Non hai finito di ridere di me?” gli chiesi scocciata. Sirius si
costrinse a tornare serio.
“Scusa, è solo che… tu che minacci…” e scoppiò di nuovo a ridere. Ormai eravamo nella
sala d’ingresso. Mi voltai verso di lui con un’occhiata che speravo fosse davvero
minacciosa. Evidentemente non lo era, perché Sirius non smise di ridere. Allora
sbuffai e mi diressi a passo svelto su per la scalinata di marmo, avrei evitato
di mangiare se questo mi fosse servito a togliermelo da davanti agli occhi.
“Hey dove vai? Non vieni a pranzo?” Sirius mi
raggiunse e quasi mi si mise davanti per non farmi passare. Tentai di aggirarlo
ma non ci riuscii.
“Non ho fame!” mentii, ma il mio stomaco mi tradì quando lo sentimmo
brontolare. Sirius sorrise.
“Ah no? Dai su, non saltare i pasti per colpa mia! Non volevo farti arrabbiare… mi sei simpatica sai?” poi mi lanciò un ultimo
sorriso gentile e si diresse verso la sala grande.
Rimasi immobile per un attimo, mentre altri studenti mi passavano
accanto senza notarmi. Io simpatica a Black? Ok, il mondo stava andando al
contrario. Ma poi, cosa mi interessava di stare simpatica a uno come lui? Mi
ero fatta condizionare gran parte della mattinata. Maledizione.
Decisi di andare comunque a pranzo e mi sedetti vicino a Elena che
veniva dalla sua lezione di Divinazione. Fino a quel momento non mi accorsi di
avere una gran fame. Quando ero nervosa mangiavo sempre troppo.
“Hey, che hai?” mi chiese Elena notando
probabilmente la mia espressione.
“Nulla...” risposi iniziando a mangiare.
Elena capì che non mi andava di parlare e mi lasciò in pace per tutto
il pranzo.
Alla fine, quando ci alzammo per dirigerci alla prossima lezione,
Black, Potter, Lupin e Minus ci passarono davanti quasi di corsa sbellicandosi
dalle risate.
Avrei giurato che Sirius mi avesse fatto l’occhiolino.
Questo certo non migliorò il mio umore.
Writer’s Corner:
Ok, capitolo finito! Come
vi è sembrato? Piaciuto? Odiato? Fatemelo Sapere!!
Un saluto a tutti e alla
prossima!!!
SereILU