Ciao a tutti!! Sono
tornata con il terzo capitolo della mia Fiction. Ringrazio tutti quelli che
hanno commentato e seguito la storia.. lo apprezzo davvero molto! Ma bando alle
ciance ora!
Buona lettura!
Capitolo 3
Dreams and Reality
I giorni cominciavano a scorrere più veloci mentre anche il cielo si
muoveva tra l’azzurro settembrino e il grigio di inizio ottobre. Le lezioni
continuavano e il mio umore era peggio delle montagne russe. E il problema era
solo lui, Sirius Black.
C’erano giorni in cui notarlo era difficile; giorni in cui la montagna
di compiti era talmente alta che non avevo tempo neanche per mangiare e
bisognava restare in sala comune fino a mezzanotte passata. Ma c’erano anche
giorni in cui era impossibile non notarlo.
Lui e i suoi amici continuavano a combinarne tante anche se sembrava
iniziassero a essere più cauti, o almeno, meno pericolosi. Forse era per via
dei M.A.G.O, o forse perché, a 17 anni, avevano cominciato a mettere la testa a
posto.
Il fatto è che quando riuscivo a mettere il naso fuori dalla sala
comune, chissà come, me lo trovavo sempre davanti. In sala grande per il
pranzo, nel salone d’ingresso, durante le lezioni. E in più il nostro primo
compito di Cura delle Creature Magiche era andato bene, e il professor Kettleburn aveva ritenuto giusto lasciarci lavorare in
coppia per tutto il primo trimestre. Come se non avessi già abbastanza problemi.
Ma la vita andava avanti e a volte Sirius era l’ultimo dei miei
pensieri, per fortuna. Lo stress era spesso insostenibile. Eppure sentivo di dover
andare avanti, anche se non sapevo bene perché. Beh in un certo senso ero
destinata a passare gran parte della mia adolescenza sui libri. Ero una
Corvonero no? E quindi era la mia testa che prendeva il sopravvento. Su
qualunque cosa. Forse anche per quello non ero mai riuscita ad avere un ragazzo
come si deve, neanche tra gli stessi Corvonero. Sì, forse c’era davvero
qualcosa che non andava in me
Eppure non mi consideravo proprio brutta o antipatica. Anzi. Mi
piacevano molto i miei capelli castano chiaro e i miei occhi del colore del
cielo di notte. E poi mi piaceva chiacchierare fino a tardi, fare festa e
divertirmi.
Mah, forse allora era il mondo ad essere sbagliato.
Forse era qualcosa che non mi era dato sapere. Dopotutto chi ero io per
sconvolgere i capricci del fato? Avevo evitato Divinazione anche per quello.
Sta di fatto che per metà ottobre
la mia vita procedeva come quella di un qualsiasi studente di 17 anni
preoccupato per il proprio futuro. Ma lui… lui
entrava nei miei pensieri più spesso di quanto volessi. Anche se tentavo di
ignorarlo, lui entrava, come una tempesta di sabbia, infilandosi nei più
nascosti meandri dei miei pensieri.
Elena pensava che avessi preso una cotta. Ahahaha
io? Una cotta? Per uno come Black? Non poteva essere no? Eppure…
eppure era incredibilmente bello. Visto da vicino il suo viso era davvero
bellissimo. Gli occhi sembravano laghi ghiacciati, freddi ma intensi e
profondi. I capelli spettinati, lasciati così quasi per caso. La voce suadente,
le ragazze che cadevano ai suoi piedi dopo un solo sguardo.
Eppure mi trovavo a fantasticare sui suoi occhi troppo spesso, o sul
suo sorriso malizioso e irritante… anche le sue
labbra erano perfette… e quando succedeva mi
riscuotevo da un torpore strano, che mi prendeva e che mi accompagnava per
tutto il giorno.
No, non credo fosse una cotta, ma qualcosa era. Forse ossessione? Ero
come Piton? Così ossessionato da Sirius e Potter da sognarli quasi? Ma che
ossessione era? Positiva? Negativa? Non riuscivo a capirlo. Eppure c’erano
giorni in cui quasi mi guardavo in giro nella sala, pur di riuscire a vederlo
tra gli altri. E giorni in cui il solo sentirlo nominare mi innervosiva.
Poi arrivò qualcosa che mi distrasse da tutto. La notizia che il sabato
successivo ad Halloween ci sarebbe stata la prima gita a Hogsmade.
Finalmente avremmo avuto la possibilità di uscire dal castello e goderci
un’atmosfera meno scolastica. E in più arrivò anche il Quidditch.
Il 12 ottobre ci fu la prima partita del campionato della scuola.
Grifondoro contro Tassorosso. Era una giornata fredda
e ventilata, e la partita era stata davvero bella. James Potter volava bene
quanto camminava. Portò la sua squadra alla vittoria in meno di mezz’ora e i
Grifondoro festeggiarono fino a notte fonda, smettendo solo quando la McGranitt
minacciò di togliergli un mucchio di punti.
Il giorno dopo fui così fortunata da incontrare Sirius e i suoi amici
nella sala d’ingresso. Ma non erano soli. Un branco di ragazzine urlanti e
adoranti circondava James Potter, probabilmente per tentare di rubargli un
sorriso o un grazie, visto che sembrava si sprecassero in complimenti per la
sua partita. Sirius Black sembrava godersela quasi quanto Potter, mentre Lupin
e Minus si tenevano in disparte, probabilmente troppo poco interessanti agli
occhi delle ragazzine in preda a forti turbe ormonali.
Li oltrepassai velocemente, non mi andava di sentire tutti quegli
squittii, ma non avevo fatto in tempo a raggiungere l’entrata della sala grande
che mi sentii afferrare il braccio. Ormai riconoscevo anche la sua stretta.
“Che vuoi?” sbottai, voltandomi a fronteggiare Sirius Black.
“Oh, come siamo scorbutiche stamattina!” disse, sorridendomi.
“Come sono la mattina non sono affari tuoi” risposi.
Scoppiò a ridere. Sbuffando aspettai che finisse.
“Dai” disse poi, “non prendertela sempre con me! Cosa ti ho fatto?”. Il
suo tono era così cambiato che mi lasciò interdetta. Poi il senso di colpa si
impadronì di me e arrossii.
“No… beh…” non
sapevo cosa dire, “non me la prendo sempre con te!”.
Sirius alzò un sopracciglio e mi lanciò un’occhiata eloquente.
“Beh, forse un po’… ma è solo che.. non lo so... insomma.. va bene,
scusa” mormorai guardandomi le scarpe.
In risposta al mio imbarazzo Sirius scoppiò a ridere.
“Cos’hai da ridere?” sbottai, sempre più imbarazzata. In più notai che
i suoi amici si erano fermati ad aspettarlo e ci fissavano incuriositi.
Quando finalmente smise di ridere, inspiegabilmente, Black mi tese la
mano. La fissai per qualche secondo e poi spostai lo sul suo viso cercandovi
una traccia di ilarità, ma il suo sorriso sembrava sincero.
“Dai, ricominciamo da capo” mi disse.
Lo fissai incredula per un momento. Quando mai avevamo cominciato? E
adesso cosa intendeva con ricominciare? Poi mi venne in mente che da quando ci
conoscevamo non eravamo mai riusciti ad avere una conversazione normale. In
effetti non sarebbe stato male smettere di pensare a lui e ai suoi amici con
nervosismo.
Alla fine dopo vari secondi in cui il mio cervello esaminò tutti i pro
e i contro della scelta decisi di accettare, di sicuro non mi avrebbe fatto male.
Quindi tesi anche io la mano e Sirius la strinse.
“Piacere” disse con un sorriso splendente, “Sirius Black, 17 anni,
Grifondoro”.
Mi venne quasi da ridere davanti a quella situazione così sciocca e
irreale.
“Piacere” risposi, senza riuscire a trattenere un sorriso, ”Cassandra
Light, 17 anni, Corvonero”.
Ci fissammo per qualche secondo, poi, non so perché, distolsi lo
sguardo e arrossii ancora. “Beh…” dissi, “allora… ci vediamo in giro..” e senza dare l’impressione di
scappare, mi allontanai verso la sala grande.
Ebbi il coraggio di voltarmi indietro solo quando ormai avevo raggiunto
il tavolo di Corvonero e vidi Sirius, Potter, Minus e Lupin dirigersi verso il
tavolo di Grifondoro. Sembravano tranquillissimi e chiacchieravano
ridacchiando, finalmente liberi dalla loro scia di ragazzine urlanti.
Nulla faceva pensare che qualcosa nella mia permanenza nella scuola stava
per cambiare in maniera incontrollabile.
E mentre mi rilassavo sulla panca, vidi Sirius lanciarmi un’occhiata e
sorridermi.
Per la prima volta non mi diede fastidio, e anzi, risposi
tranquillamente con un sorriso e mi voltai per attaccare il pane tostato. Non
mi ero accolta di avere così tanta fame.
Writer’s Corner:
Vi è piaciuto? Non vi è
piaciuto? Fatemelo sapere ok? Mi farebbe piacere sapere che ne pensate!!
Il prossimo capitolo si
chiamerà Halloween Jokes!
SereILU