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Autore: SereILU    03/08/2010    1 recensioni
Che posso dire… parlerà di Sirius Black. Ok, è poco così? Mmmm… Parlerà di un amore di Sirius Black. Meglio? Ma si dai, non voglio anticipare altro. Ah si, la protagonista femminile è un personaggio originale creato da me. Quindi buona lettura... "Mi chiamo Cassandra Light e al tempo in cui conobbi Sirius Black avevo 17 anni e frequentavo Hogwarts.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!! Sono tornata con il terzo capitolo della mia Fiction. Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e seguito la storia.. lo apprezzo davvero molto! Ma bando alle ciance ora!

Buona lettura!

 

 

Capitolo 3

Dreams and Reality

 

I giorni cominciavano a scorrere più veloci mentre anche il cielo si muoveva tra l’azzurro settembrino e il grigio di inizio ottobre. Le lezioni continuavano e il mio umore era peggio delle montagne russe. E il problema era solo lui, Sirius Black.

C’erano giorni in cui notarlo era difficile; giorni in cui la montagna di compiti era talmente alta che non avevo tempo neanche per mangiare e bisognava restare in sala comune fino a mezzanotte passata. Ma c’erano anche giorni in cui era impossibile non notarlo.

Lui e i suoi amici continuavano a combinarne tante anche se sembrava iniziassero a essere più cauti, o almeno, meno pericolosi. Forse era per via dei M.A.G.O, o forse perché, a 17 anni, avevano cominciato a mettere la testa a posto.

Il fatto è che quando riuscivo a mettere il naso fuori dalla sala comune, chissà come, me lo trovavo sempre davanti. In sala grande per il pranzo, nel salone d’ingresso, durante le lezioni. E in più il nostro primo compito di Cura delle Creature Magiche era andato bene, e il professor Kettleburn aveva ritenuto giusto lasciarci lavorare in coppia per tutto il primo trimestre. Come se non avessi già abbastanza problemi.

 

Ma la vita andava avanti e a volte Sirius era l’ultimo dei miei pensieri, per fortuna. Lo stress era spesso insostenibile. Eppure sentivo di dover andare avanti, anche se non sapevo bene perché. Beh in un certo senso ero destinata a passare gran parte della mia adolescenza sui libri. Ero una Corvonero no? E quindi era la mia testa che prendeva il sopravvento. Su qualunque cosa. Forse anche per quello non ero mai riuscita ad avere un ragazzo come si deve, neanche tra gli stessi Corvonero. Sì, forse c’era davvero qualcosa che non andava in me

Eppure non mi consideravo proprio brutta o antipatica. Anzi. Mi piacevano molto i miei capelli castano chiaro e i miei occhi del colore del cielo di notte. E poi mi piaceva chiacchierare fino a tardi, fare festa e divertirmi.

Mah, forse allora era il mondo ad essere sbagliato.

Forse era qualcosa che non mi era dato sapere. Dopotutto chi ero io per sconvolgere i capricci del fato? Avevo evitato Divinazione anche per quello.

 

Sta di fatto che per  metà ottobre la mia vita procedeva come quella di un qualsiasi studente di 17 anni preoccupato per il proprio futuro. Ma lui… lui entrava nei miei pensieri più spesso di quanto volessi. Anche se tentavo di ignorarlo, lui entrava, come una tempesta di sabbia, infilandosi nei più nascosti meandri dei miei pensieri.

Elena pensava che avessi preso una cotta. Ahahaha io? Una cotta? Per uno come Black? Non poteva essere no? Eppure… eppure era incredibilmente bello. Visto da vicino il suo viso era davvero bellissimo. Gli occhi sembravano laghi ghiacciati, freddi ma intensi e profondi. I capelli spettinati, lasciati così quasi per caso. La voce suadente, le ragazze che cadevano ai suoi piedi dopo un solo sguardo.

Eppure mi trovavo a fantasticare sui suoi occhi troppo spesso, o sul suo sorriso malizioso e irritante… anche le sue labbra erano perfette… e quando succedeva mi riscuotevo da un torpore strano, che mi prendeva e che mi accompagnava per tutto il giorno.

No, non credo fosse una cotta, ma qualcosa era. Forse ossessione? Ero come Piton? Così ossessionato da Sirius e Potter da sognarli quasi? Ma che ossessione era? Positiva? Negativa? Non riuscivo a capirlo. Eppure c’erano giorni in cui quasi mi guardavo in giro nella sala, pur di riuscire a vederlo tra gli altri. E giorni in cui il solo sentirlo nominare mi innervosiva.

 

Poi arrivò qualcosa che mi distrasse da tutto. La notizia che il sabato successivo ad Halloween ci sarebbe stata la prima gita a Hogsmade. Finalmente avremmo avuto la possibilità di uscire dal castello e goderci un’atmosfera meno scolastica. E in più arrivò anche il Quidditch.

Il 12 ottobre ci fu la prima partita del campionato della scuola. Grifondoro contro Tassorosso. Era una giornata fredda e ventilata, e la partita era stata davvero bella. James Potter volava bene quanto camminava. Portò la sua squadra alla vittoria in meno di mezz’ora e i Grifondoro festeggiarono fino a notte fonda, smettendo solo quando la McGranitt minacciò di togliergli un mucchio di punti.

Il giorno dopo fui così fortunata da incontrare Sirius e i suoi amici nella sala d’ingresso. Ma non erano soli. Un branco di ragazzine urlanti e adoranti circondava James Potter, probabilmente per tentare di rubargli un sorriso o un grazie, visto che sembrava si sprecassero in complimenti per la sua partita. Sirius Black sembrava godersela quasi quanto Potter, mentre Lupin e Minus si tenevano in disparte, probabilmente troppo poco interessanti agli occhi delle ragazzine in preda a forti turbe ormonali.

Li oltrepassai velocemente, non mi andava di sentire tutti quegli squittii, ma non avevo fatto in tempo a raggiungere l’entrata della sala grande che mi sentii afferrare il braccio. Ormai riconoscevo anche la sua stretta.

“Che vuoi?” sbottai, voltandomi a fronteggiare Sirius Black.

“Oh, come siamo scorbutiche stamattina!” disse, sorridendomi.

“Come sono la mattina non sono affari tuoi” risposi.

Scoppiò a ridere. Sbuffando aspettai che finisse.

“Dai” disse poi, “non prendertela sempre con me! Cosa ti ho fatto?”. Il suo tono era così cambiato che mi lasciò interdetta. Poi il senso di colpa si impadronì di me e arrossii.

No… beh…” non sapevo cosa dire, “non me la prendo sempre con te!”.

Sirius alzò un sopracciglio e mi lanciò un’occhiata eloquente.

“Beh, forse un po’… ma è solo che.. non lo so... insomma.. va bene, scusa” mormorai guardandomi le scarpe.

In risposta al mio imbarazzo Sirius scoppiò a ridere.

“Cos’hai da ridere?” sbottai, sempre più imbarazzata. In più notai che i suoi amici si erano fermati ad aspettarlo e ci fissavano incuriositi.

Quando finalmente smise di ridere, inspiegabilmente, Black mi tese la mano. La fissai per qualche secondo e poi spostai lo sul suo viso cercandovi una traccia di ilarità, ma il suo sorriso sembrava sincero.

“Dai, ricominciamo da capo” mi disse.

Lo fissai incredula per un momento. Quando mai avevamo cominciato? E adesso cosa intendeva con ricominciare? Poi mi venne in mente che da quando ci conoscevamo non eravamo mai riusciti ad avere una conversazione normale. In effetti non sarebbe stato male smettere di pensare a lui e ai suoi amici con nervosismo.

Alla fine dopo vari secondi in cui il mio cervello esaminò tutti i pro e i contro della scelta decisi di accettare, di sicuro non mi avrebbe fatto male. Quindi tesi anche io la mano e Sirius la strinse.

“Piacere” disse con un sorriso splendente, “Sirius Black, 17 anni, Grifondoro”.

Mi venne quasi da ridere davanti a quella situazione così sciocca e irreale.

“Piacere” risposi, senza riuscire a trattenere un sorriso, ”Cassandra Light, 17 anni, Corvonero”.

Ci fissammo per qualche secondo, poi, non so perché, distolsi lo sguardo e arrossii ancora. “Beh…” dissi, “allora… ci vediamo in giro..” e senza dare l’impressione di scappare, mi allontanai verso la sala grande.

Ebbi il coraggio di voltarmi indietro solo quando ormai avevo raggiunto il tavolo di Corvonero e vidi Sirius, Potter, Minus e Lupin dirigersi verso il tavolo di Grifondoro. Sembravano tranquillissimi e chiacchieravano ridacchiando, finalmente liberi dalla loro scia di ragazzine urlanti.

Nulla faceva pensare che qualcosa nella mia permanenza nella scuola stava per cambiare in maniera incontrollabile.

 

E mentre mi rilassavo sulla panca, vidi Sirius lanciarmi un’occhiata e sorridermi.

Per la prima volta non mi diede fastidio, e anzi, risposi tranquillamente con un sorriso e mi voltai per attaccare il pane tostato. Non mi ero accolta di avere così tanta fame.

 

 

Writer’s Corner:

Vi è piaciuto? Non vi è piaciuto? Fatemelo sapere ok? Mi farebbe piacere sapere che ne pensate!!

 

Il prossimo capitolo si chiamerà Halloween Jokes!

 

SereILU

   
 
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