Ciao a tutti!! Vi
prego, scusatemi per la prolungata assenza, ma ho avuto dei problemi a scrivere
questo capitolo, che comunque alla fine è venuto meglio di quanto speravo!!
Buona lettura!!
Capitolo 4
Halloween Jokes
Qualcosa era cambiato, me lo sentivo nelle ossa. Non era qualcosa di
palpabile, di fisico. Qualcosa era cambiato nel mio modo di vedere Hogwarts e i
suoi studenti. E secondo Elena il motivo era che avevo fatto “pace” con Black.
In effetti l’aura di nervosismo che per i primi giorni sembrava
inseguirmi come una nuvola oscura era misteriosamente sparita e finalmente
riuscivo a concentrarmi sulle lezione e stare dietro alla montagna di compiti.
Eppure non mi andava l’idea di dare a quel ragazzo il merito di aver
migliorato la mia vita al castello, e nemmeno mi andava di ammettere che mi
piacesse.
Non lo ammettevo neanche con me stessa. Non mi andava di dire che mi
ero presa una cotta per un bulletto, per quanto bello potesse essere.
Comunque, nonostante tutte le burrasche nella mia testa, andavo avanti.
Lentamente e con fatica, ma andavo avanti.
Fortunatamente avevo davanti la prospettiva del primo fine settimana a Hogsmade subito dopo Halloween che mi aiutava. Le lezioni
andavano avanti.
A Cura delle Creature Magiche eravamo passati nientemeno che ai Thestral. Per fortuna non riuscivo a vederli, ma nella
nostra classe c’era solo uno studente, di Tassorosso,
che riusciva a vederli; da quello che avevo capito, aveva visto morire suo nonno.
Studiarli si rivelò davvero strano. Avevo visto delle immagini certo,
sul libro di testo, ma non pensavo che immaginarli fosse così difficile. Ma
lavorando con Sirius riuscivo a cavarmela. Il professore aveva ragione, insieme
eravamo una bella squadra, almeno per quanto riguardava i compito scolastici.
Più di una volta mi venne in mente di chiedergli di studiare insieme,
almeno Cura delle Creature Magiche, ma non trovavo mai il coraggio e alla fine,
dopo aver calcolato i rischi, decisi di lasciar perdere, anche perché mi
terrorizzava l’idea di essere al centro delle chiacchiere delle sue fans.
Finalmente arrivò Halloween. Era un giovedì ed eravamo tutti eccitati
al pensiero del banchetto di quella sera. Mi piaceva tantissimo la cena di
Halloween, forse perché adoravo tutte quelle decorazioni, non saprei dirlo, ma
quella mattina mi sentivo molto più positiva del solito.
Neanche la doppia ora di pozioni e la montagna di compiti che ci assegnò
la McGranitt riuscirono a scalfire il mio umore. Elena era impressionata dalla
mia positività, ma non aveva tempo di chiedersi il perché visto che la sua
ultima lezione di Divinazione l’aveva vista protagonista di una specie di
previsione che la vedeva vittima di un memorabile volo dalle scale, quindi era
particolarmente cauta e concentrata.
Non ebbi neanche più problemi a salutare Sirius e i suoi amici, che
probabilmente avevano deciso che ora che avevo rivolto la parola a Sirius ero
diventata degna del loro saluto.
Quel giorno le lezioni per me finirono a metà pomeriggio, dopo una
doppia ora di Artimanzia, una materia che mi
affascinava tanto ma dalla quale sapevo che non avrei tratto nessun beneficio
per il mio sperato percorso lavorativo. La professoressa Vector
ci regalò addirittura 5 minuti, cosa che, da quanto ricordavo, non era mai
successa.
Quindi ancora più rincuorata andai nella sala comune di Corvonero per
portarmi avanti con i compiti prima del banchetto, ma in qualche modo i miei
pensieri vagavano sempre verso quella serata e verso un paio di grandi occhi
grigi. Alla fine, sbuffando chiusi il libro e mi misi a giocare a scacchi con
Jimmy Chang, anche lui con la mente troppo rivolta al
banchetto per studiare. Naturalmente vinse lui.
Quando poi entrai nella sala grande quella sera, rimasi come sempre
abbagliata dalla luce delle candele, dalle zucche e dai pipistrelli vivi che
svolazzavano sopra i quattro tavoli. Per chissà quale motivo non riuscivo a
smettere di sorridere e anche se mi sentivo abbastanza stupida, tutte le
preoccupazioni mi abbandonarono.
Il banchetto era troppo bello, come sempre. L’unica cosa che mi saltò
agli occhi subito fu che né il Preside né la Mcgranitt
fossero presenti al tavolo degli insegnanti. Ma dopotutto i loro affari privati
al di fuori della scuola non erano affari miei e non me ne preoccupai.
Per qualche minuto riuscii persino a non pensare a Sirius Black, cosa
che non mi succedeva da molto, molto tempo. Gli elfi domestici si erano davvero
superati, c’era di tutto da mangiare ed era tutto buonissimo. La sala era
ancora più rumorosa del solito, tra chi si lamentava comunque dei compiti, chi
chiacchierava a voce alta e quelli del primo anno impegnati a discutere dei Doxy che avevano studiato quella mattina con la
professoressa Gaiamens.
Poi accadde.
Vidi Sirius e i suoi amici sgattaiolare fuori dalla sala prima che
qualunque altro studente avesse finito di attaccare i favolosi dolci di quel banchetto.
Non perché ma qualcosa nei loro modi furtivi mi fece pensare che ne avevano in
mente una delle loro.
Se ci fosse stata la Macgranitt probabilmente
li avrebbe notati, ma vista la sua assenza e il gran baccano che c’era, nessuno
si era accorto di quattro ragazzi che lasciavano la sala con fare sospetto. Ma
forse avevano semplicemente finito di mangiare prima degli altri no? Non era
possibile?
Ma non era normale lasciare il banchetto così presto…
non sapevo che fare, e ancora una volta Sirius Black era entrato a forza nella
mia giornata. Rimasi qualche altro minuto ad aspettare che accadesse qualcosa,
ma quando niente di strano successe, decisi che non valeva la pena
preoccuparsene e ripresi a mangiare e chiacchierare con Elena che si sentiva un
po’ meglio dato che non era ancora caduta dalle scale.
Poi un rombo di esplosione ci fece voltare tutti verso la porta della
sala grande.
Una miriade di fuochi d’artificio invase la sala, riempiendola di luci,
fuoco e scintille. Subito ci fu panico generale perché sembrava che ai fuochi
piacesse dirigersi proprio addosso agli studenti, soprattutto quelli di
Serpeverde.
Io ed Elena ci nascondemmo sotto il tavolo, ma anche là capimmo di non
essere al sicuro quando una girandola ci raggiunse e dovetti farla esplodere
per evitare che ci bruciasse i capelli. Allora uscimmo allo scoperto: c’era un
gran Caos.
Studenti correvano di qua e di là, scontrandosi nel cercare di arrivare
all’uscita, mentre altri cercavano di abbattere quanti più fuochi potevano. I
professori intanto cercavano di riportare l’ordine, ma ogni loro tentativo
veniva palesemente ignorato.
Poi, come se i fuochi non fossero già abbastanza, un ronzio e uno
squittio acuto si unirono al fracasso, mentre uno stormo di Doxy
e una decina di Earkling entravano nella sala,
aggiungendo caos al caos.
“Oh, perfetto!” esclamai quando un Earkling mi
tirò per il mantello tentando di portarmi via e probabilmente mangiarmi.
Sbuffando gli tirai un calcio e quello volò in mezzo alla folla.
“Questa me la pagano…”. Mi avevano rovinato
Halloween quei quattro ragazzacci e non gliel’avrei fatta passare liscia. Così
mi diressi a posso spedito verso l’ingresso della sala grande; ma non avevo
calcolato di essere magra, bassa e che là c’erano almeno un centinaio di
studenti accalcati. In pochi secondi mi ritrovai in mezzo alla folla,
spintonata qua e là finché, non so come finii per entrare nell’unica porta che
si affacciava sul corridoio fuori dalla sala, quella dove ci avevano riuniti il
primo giorno di scuola sei anni prima.
Non era quello il luogo dove volevo andare, ma la fortuna era dalla mia
parte.
Là trovai proprio i quattro che stavo cercando, piegati in due dalle risate
e con un sacco di gabbie aperte dietro di loro.
“Oh cavolo…” esclamò Peter Minus quando mi
vide.
Sirius, Potter e Lupin si voltarono e a loro volta smisero di ridere.
Erano stati beccati. Ma Sirius sembrava molto più tranquillo degli altri.
“Hey Cassandra” mi disse, ”è un piacere
rivederti, come stai?” mi chiese con tono affabile, come se fuori da quella
stanza non si fosse scatenato un putiferio.
Non so come feci a non urlargli contro o a lanciargli una bella
fattura.
“Ma che cavolo vi è venuto in mente?” esclamai arrabbiata, “avete
rovinato il banchetto di Halloween!”. Sirius non parve per niente
impressionato.
“Rovinata?” disse, con tono innocente, “l’abbiamo migliorata! Da
quant’è che non si sentivano tante urla di gioia?”.
Prima che potessi rispondergli o schiantarlo per la sua faccia tosta,
la porta della saletta di aprì ed entrò il Professor Vitious, coi vestiti
bruciacchiati e i capelli spettinati. Gli bastò un’occhiata per capire e subito
si rivolse a Sirius, Potter e gli altri due.
“Signori! Questa volta l’avete combinata davvero grossa!! Avete idea
dei danni e della paura che questo caos ha causato?” quasi urlò, “potreste
essere addirittura espulsi per questo!! E ringraziate che il Preside e la
vostra Direttrice sono assenti, altrimenti avreste potuto essere già sul treno
di ritorno a Londra!”. Sembrava molto arrabbiato. Pensai che un po’ stesse
esagerando, dopotutto non era uno scherzo così terribile, avrebbero potuto
portare un troll nella scuola, o peggio ancora, un ragno gigante.
Poi mi notò e la sua espressione cambiò da rabbiosa a sorpresa.
“Signorina Light! Mi sorprende che lei sia stata complice di uno
scherzo tanto orribile..”.
“Esagerato!” esclamò James Potter senza riuscire a trattenersi. Vitious
lo guardò male e poi si voltò di nuovo verso di me.
“Come stavo dicendo, Cassandra, sono così sorpreso che ti sia prestata
a tal..”.
“Ma professore io non c’entro nulla!” dissi ad alta voce, “mi sono
ritrovata qua dentro spinta dalla folla e ho trovato…”
mi interruppi.
Per la prima volta dall’arrivo del professore alzai lo sguardo su
Sirius e vidi qualcosa che mi tolse il coraggio di confessare quello che avevo
visto. Mi guardava con sguardo spavaldo, ma dietro c’era qualcos’altro. Era
forse dispiacere? O una muta preghiera nei miei confronti? Non avrei saputo
dirlo.
“Si?” Vitious mi invitava a continuare.
“Ho trovato…” presi fiato” solo le gabbie
vuote. Sirius e gli altri sono stati trascinati qua dentro e sono entrati pochi
secondi dopo di me”.
Non sapevo perché l’avevo fatto, perché li avevo coperti, ma tutti e
quattro ora mi guardavano con gli occhi sgranati, io distolsi lo sguardo.
Vitious mi squadrò per qualche secondo. Non avevo mai mentito a un
professore, non ero mai stata brava, ma probabilmente la mia ottima media e la
mia fedina penale più che pulita lo convinsero a prendere per buona la mia
storia.
“Bene… allora… io
torno nella sala a sistemare tutto questo caos. Voi, tutti, tornate nelle
vostre sale comuni”. E uscì dalla stanza.
Non trovai il coraggio di alzare lo sguardo, ma corsi via senza
guardarmi indietro, in testa mille domande che avrebbero richiesto tutte la
stessa risposta.
Writer’s Corner:
Allora? Ditemi che
vi è piaciuto dai!! XD
Fatemi sapere!
Sere ILU.
Il prossimo
capitolo si chiamerà “Unexpected Invitations”.