Confidenze
L’ultima
ora di lezione è sempre la più pesante…già riesco a concentrarmi a fatica
durante le prime ora…immaginiamoci all’ultima. Se poi c’è latino è ancora peggio. Durante le ultime due ore
di lezione cerco di trovare le parole adatte per parlare con Stella. Dove posso portarla? Abbiamo bisogno di tranquillità per
parlare…anche perché voglio dirle del bacio con Mirko. So che non è il momento
adatto, ma preferisco essere sincero. Se lei mi apre
il suo cuore perché io non devo fare lo stesso? Magari riuscirò a capire il
significato di quel bacio.
-Andiamo?- Stella è rossa in viso. Probabilmente si vergogna
ed io vorrei metterla a suo agio…ma come?
Arriviamo
al parco. E’ bellissimo qui. Mia mamma portava me e Sara quando eravamo
piccoli. Quanto ci divertivamo…mia mamma ci inseguiva,
ci faceva il solletico, ci stendevamo sul prato e poi davamo da mangiare alle paperelle che erano nel laghetto.
Mi
scende una lacrima. Troppi…troppi ricordi. Vorrei
tornare indietro, impedire a mia madre di tornare a casa quella sera, ma di
riprendere il viaggio la mattina dopo…
Purtroppo
non si può tornare indietro. Questo ormai fa parte del mio passato e io devo
pensare al mio presente e al mio futuro.
-Stella,
ti va se ci sediamo sull’erba?-
Annuisce.
Posiamo gli zaini accanto a noi e ci distendiamo sul
prato. Lei è rannicchiata con le gambe piegate attorniate dalle sue braccia. Io
invece sono disteso con gli occhi verso quella immensa
distesa di azzurro che tutti chiamano cielo.
Rimaniamo
per tanto tempo in silenzio e alla fine è lei che decide di parlare.
-Io
e Mirko siamo amici di infanzia e talvolta capita che
tra gli amici scoppia una scintilla che tutti definiscono amore. Solo che il mio era un amore a senso unico perché Mirko non
ricambiava, anche quando ignorava l’esistenza della sua omosessualità. Ho
provato a fare di tutto purché Mirko si innamorasse di
me, ma non c’è stato nulla da fare. Ma io non mi
rassegnavo. Ero convinta che se io l’avessi baciato lui avrebbe capito che io
ero innamorata di lui.-
Mi
guarda. Forse vuole capire cosa sto pensando, se la reputo una sciocca o altro.
Anch’io ricambio lo sguardo e lei, rassicurata,
riprende a parlare.
-E’ successo una sera di un anno e mezzo fa. Precisamente il 22
ottobre, il giorno del mio compleanno. Nonostante i mie
fossero contrari perché mi reputavano ancora una bambina, sono riuscita a
convincerli a farmi uscire sola con Mirko. Quella serata è stata
stupenda…abbiamo riso, scherzato…insomma tutte cose che fanno due amici. Ma a me quello non bastava. Io volevo di più…
Io
volevo il corpo di Mirko.-
Abbassa
gli occhi e dopo aver versato una lacrima riprende a parlare.
-Quella
sera ero incredibilmente sexy. Tantissimi ragazzi
avrebbero fatto la fila pur di assaggiarmi, ma a Mirko
non interessava. Non lo colpivo nemmeno. Per lui ero sempre e solo la sua “micetta”. Lo convinsi allora a portarmi in un posto isolato
e lì, forse per l’atmosfera o non so per cosa, facemmo l’amore. E’ stato
stupendo. Decidemmo di metterci insieme e la nostra storia è durata qualche
mese finché Mirko non mi confessò di non desiderarmi più, non perché non mi
amava, ma perché provava attrazioni verso i ragazzi.
In
quel momento mi è caduto il mondo addosso. Anche perché quel giorno volevo dirgli che aspettavo un bambino…suo figlio. Ma dopo la sua
confessione non glielo dissi più. Tenni per me questo segreto e a sua insaputa decisi di abortire e di
perdere l’unica cosa che mi rimaneva di Mirko. Ma io Michele amo ancora Mirko…che
devo fare?-
Scoppiò
in un pianto dirotto. Io la presi tra le mie braccia e cercai di consolarla.
Dopo un pò riuscii a calmarla. Rimanemmo l’uno tra le
braccia dell’altro per un po’ di tempo, fino a quando
Stella non riuscì a calmarsi.
Mi
guardò e mi sorrise.
-Così
mi sono rovinata il trucco.-
-Tranquilla!
Sei bellissima lo stesso.-
Rimanemmo
di nuovo in silenzio, ma non era per niente spiacevole rimanere in quel modo
con lei…anzi! Non mi sentivo per niente a disagio, era come se ognuno di noi
capisse i sentimenti dell’altro.
-Miky…posso chiederti una cosa?-
-Certo Ste…tutto
quello che vuoi.-
Perché
piangevi quando siamo arrivati al parco?-
Questa
volta sono io ad abbassare gli occhi e a cominciare a parlare.
-Io
abitavo qui quando ero piccolo. Vivevo in una casa qui vicino, una piccola villetta circondata da un
piccolo giardino. Io e mia sorella siamo praticamente
cresciuti qui, fino a quando, qualche anno fa, quando tornavamo a casa dopo una
giornata al mare, mia madre ha avuto un incidente. In macchina eravamo solo noi
tre. Mio padre era a lavoro, e non si è mai perdonato di non aver preso un
giorno di ferie per stare accanto alla sua famiglia. Era di sera e mia madre non si è accorta di
un piccolo coniglio che attraversava la strada e per cercare di evitarlo, ha
sbandato. Io sono l’unico superstite. Mia madre è morta sul colpo, mia sorella dopo alcune ore. Eravamo gemelli e come penso tu
sappia i gemelli instaurano un legame molto
particolare tra loro. Per questo io ho sofferto di più dopo la sua morte. Forse
vorrai sapere cosa centra tutto questo con il parco…qui era
il nostro posto preferito…da piccoli qui ci portava mia madre e giocavamo.
Quando invece siamo diventati un po’ più grandi questo
era il posto adatto per confidarci.-
Non
riesco più a parlare. Questa volta i ruoli si invertono.
E’ Stella ad abbracciarmi e a consolarmi. Finalmente, quando anch’io mi calmo
decidiamo di incamminarci verso l’ospedale. Stella ha deciso di parlare con
Mirko e di spiegargli tutto quello che è successo in quest’ultimo
anno e mezzo.
Questo capitolo mi piace troppo...è romantico e triste allo stesso
tempo...chissà che ne pensate voi...lasciate come al
solito un commento...
kiss kiss