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Autore: past_zonk    27/07/2010    9 recensioni
"Fuori s’inizia a sentire il rumore della pioggia che precipita dal cielo. La finestra semiaperta lascia che un soffio si vento gelido penetri nella stanza spoglia. Matt rabbrividisce, Dominic non s’accorge quasi di quell’alito puro. Nulla ha senso."
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Che cosa resta di noi che scopiamo in un parcheggio?, cosa resta di noi un rottame di Volkswagen?.

Il ricordo si sa trasfigura la realtà, la verità se ne sta sulle stelle più lontane. Ci rimane una città, un lavoro sempre uguale, una canzone che fa sottofondo all’indecifrabile. Cosa rimane di noi ora che ci siamo amati ed odiati, e traditi?, e non c’è più limite. Che cosa resta degli anni passati ad adorarti? Cosa resta di me, delle bocche che ho baciato in discoteca?. Che cosa ne è della nostra relazione? Stupidi noi che piangiamo disperati.”

                                                                                   [Baustelle- L’Aeroplano]

 

 

 

 

La notte è lunga, e si sa, quando hai pensieri atroci a cui badare sembra non finire mai.

La luna alta in cielo ti guarda beffarda e non ha intenzione di scomparire.

Il letto sfatto, la solita sigaretta, l’ultima rimasta da un pacchetto inesistente, che ha perso chissà dove, dimenticata sul posacenere.

Le finestre ben aperte, l’odore dell’erba bagnata che impregna la stanza.

Un giradischi, regalo della sorella Emma, sputa note nell’abitacolo.

Violini che fanno l’amore tra di loro, creatori di una melodia aspra, o così sembrava al biondo.

Il suo vecchio appartamento londinese, ordinato come una cella penitenziaria.

Freddo, senza vita.

“Non è vero che scappo da Matt.”

Mentiva persino a sé stesso.

Scappava da quel pensiero che pesava come macigni, da quell’essere che tanto bramava e disprezzava.

Da quei ricordi di gioventù.

 

“No Matt” diceva “Non si impugna così una bacchetta!” Lo correggeva con fare quasi paterno.

Una sorta di passatempo per non permettere ai pensieri cupi di occupare la mente del giovane chitarrista dalle mani nodose.

“Non ne sono capace, ok?” S’arrabbiava, quel ragazzino minuto, ma in fondo l’improvvisato maestro biondo pensava che era sempre meglio del lasciarlo a crogiolarsi nell’inquietudine, allora sorrideva e cocciuto come mai riprendeva a mostrargli l’esercizio.

 

 

La notte è lunga, e non serve a nulla restare segregato in quella stanza buia.

Dominic esce, con indosso una giacca di pelle e le sue adorate converse.

Scende le scale, frettoloso di respirare aria pura, e quasi cade.

Il volto, una maschera indecifrabile.

Esce, estrae le chiavi dalla tasca dei jeans attillati e chiude la porta alle sue spalle.

Le strade di Londra sono viscide, come al solito dopo un temporale.

Bagnate, umide, come delle labbra disegnate.

L’aria è fresca, il vento sussurra parole di conforto.

Il biondo cammina per le strade deserte, il rumore dello sfregare delle corverse che riecheggia nella sua testa.

Non ha una meta precisa, cammina, gli fa leggermente male la schiena, la testa è un annidarsi di emicrania.

Sbadiglia, stanco.

Prima un piede, poi l’altro, li fa avanzare senza pensare. Controvoglia.

“A cosa serve ribellarsi?”

Nulla, estremamente a nulla.

Dom passeggia ancora, si stringe nella giacca nera, il vento lo assale, gli fa fluttuare i capelli.

 

 

“I tuoi capelli, Dom. Sono così belli.”

Il lenzuolo li avvolge entrambi, li copre minimamente.

Dominic osserva il soffitto, Matt gli carezza i capelli.

La loro prima volta.

Solo un minimo di dolcezza da parte di Matt.

Un lungo graffio sulla schiena del biondo, quasi a  ricordargli per sempre quel peccato, quel peso che gravava sulla sua anima. Se ne aveva una.

-Perché l’hai fatto, Matt?.-

-Mi andava, ma non è nulla, non ti ci affezionare.-

-No, figurati.-

Un piccolo atrio di cervello di Dom volle dimenticare quella affermazione.

 

 

Dominic quasi non s’accorge della vibrazione che scuote la tasca del suo jeans.

Poi, imbocca la via per uscire dal buio baratro dei suoi pensieri ed osserva la strada grigia e bagnata.

Socchiude gli occhi ed estrae il telefonino con le mani lunghe, abilissime nel loro duro lavoro.

Risponde velocemente, si porta il cellulare all’orecchio.

-Pronto?.-

Non è sicuro di sembrare lui, con quella voce soffiata.

Una voce che è stata sopita per troppo tempo.

Dom non sente altro che un respiro.

Un brivido gli percorre la schiena, arriva e sosta sulla nuca, crudele.

-Vieni.-

Una voce fin troppo conosciuta, minuta e insicura.

Sinuosa.

-Hai sbagliato numero.-

Le mani gli tremano.

“Assuefatto. Morto. Ormai non puoi scappare, ti lascerai piegare dalla sua volontà. Una dolce droga da aspirare tutta.”

- No … Sono qui. Vieni.-

Dom non risponde, ha paura di cadere ancora nel suo tranello.

Sa che cadrà inevitabilmente.

-Hai dimenticato le tue sigarette, io le custodirò. Ti aspetto.-

La telefonata termina, Dominic ascolta l’inquietante ‘bip’ del cellulare, fermo, immobile, ghiacciato.

Quella voce pareva straziata, triste.

Dom, il suo cuore violentato, vorrebbe abbracciare quel suo dolce carnefice, impersonare il ruolo di una compagna qualsiasi, illudersi delle sue carezze, aspettare con passione l’ennesimo travolgente e doloroso orgasmo, mentre si fonde a quel corpo senza pietà, a quella voce senza compassione.

A quel cuore marcio d’egoismo.

“Non puoi venderti l’anima, lasciarti usare, scopare, uccidere notte dopo notte. Regalargli la tua vita, il tuo respiro, il tuo pneuma già straziato.”

Dom si siede in terra.

La strada è bagnata, ora anche lui lo è.

Poggia le mani tra l’acqua piovana, si impiastriccia come un bambino curioso.

Si stende, i suoi capelli immersi quasi in una pozzanghera, come quelle di Teignmouth quando ci saltavano dentro a piedi uniti. Teignmouth è lontana, quei tempi sono scivolati via.

Anche lui è scivolato via, sparito, dissolto come fumo di una sigaretta.

“Hai dimenticato le tue sigarette”

Dom non ha volto, non ha corpo, non ha cuore.

Si sente un ammasso ambulante di carne, braccia, organi, tessuti e ossa che vaga apatico.

‘Stupido. Ora leccati le ferite, e torna da lui come una cagna fedele.’

No.

‘Non tornerò. Non lo farò. Lo lascerò in quella lurida camera d’hotel, lo lascerò affogare nella sua solitudine. Lo lascerò affogare tra i suoi sensi di colpa, se ne ha.

Dominic Howard s’alza da terra.

E’ bagnato, distrutto.

Si odia.

‘Sei un fottuto illuso.’

Dominic Howard fa muovere ancora una volta i piedi sul marciapiede scivoloso.

‘Non tornerò.’

Si ripete quelle parole come un mantra, come una magia, come un incantesimo salvifico che potrebbe far dissolvere nell’aria tutto quel nero catrame induritosi nel suo cuore.

E s’avvia, cammina, cammina.

‘Non tornerò.’

E s’avvia arrancando verso l’hotel squallido, verso l’ombra dell’amore sprecato per Matt.




Spazio dell'autrice.

*CoffCoff*

*Scappa.

Beeeeeh, ragazzi, sono tornata. Sono tornata impaurita e insicura.

Dirò chiaramente che non ero sicura nel postare questo capitolo, che la fanfic mi sembrava completa, e che per una volta ero pienamene soddisfatta della storia,

cosa molto improbabile visto il mio carattere pessimista u__u.

Detto ciò, spero di non aver fatto una cazzata.

Vorrei ringraziare di CUORE le persone che m'hanno lasciato 7 delle recensioni più belle che abbia mai avuto! Che amori! *-*

Deathnotegintama : Beh, sì sono (ERO) molto attiva nello scrivere, cara. Grazie, grazie mille, tesoro! Sono onoratissima che ti sia piaciuta, davvero GRAZIE!

MusicAddicted : Le tue recensioni sono sempre soffi gentili alla mia anima, davvero! Oooh! Grazie, grazie sul serio. E poi sono sinceramente d'accordo con te nel dire che Matt è quello che soffre di più.
E nel prossimo capitolo (Cazzo mi sto impegnando, ma ormai) voglio analizzare il suo punto di vista. Sarà difficile, immagino.
Grazie, davvero tanto!

Musetta93: Ringraziarti è poco, mia carissima omonima (Dannata te, che stai scrivendo un CAPOLAVORO e non finirò mai di dirtelo).
Il fatto che la mia fanfic sia la TUA seconda preferita è un ONORE, cazzarola!
;___; Sono commossa, sul serio! Tu, tu! Geniaccio! Grazie, grazie, grazie!


patri_lawliet : Ooooh, grazie grazie mille cara mia! <3 Spero ti piaccia anche questo chapter :DD

WhItE_mOoN92 : Ma...ma GRAZIE! Davvero, hai perfettamente ragione...Ma non credere che sia solo uno il destino poco fortunato.
Secondo me Matt soffre, e forse anche più di Dom. Beeeh ! ONORATA!

Lilla Wright : TI ringrazio di tutto cuore. Sono davvero strafelice ti sia piaciuta! Spero tu gradisca anche questo capitolo!


Willow Street: La tua recensione è l'ultima ma non per questo la meno importante, ANZI.
Cavoli, grazie!'  E' un diamante nero questo pezzo, questo "respiro" in un attimo, respiro pregno di sigarette e sesso, respiro trasudante malumore.' uno dei più bei complimenti che abbia mai ricevuto.
Will, grazie.
Io, non so se ti piaccia questo capitolo, non so neanche se dovrebbe esistere.
Anzi, sono quasi triste d'aver messo in pericolo la storia, magari rovinandola con questo 'continuo'.
MA GRAZIE DI CUORE!


Beh, ragazzi io scappo! Il pc è rotto, e devo cedere a mio fratello il suo computer =___= <3
Adieu!


   
 
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