Breathe
“E poi la storia finirà. Hotel
e letti singoli, avrò un nuovo cardigan. Arrivederci, è stato bello. Mi
sbagliavo, ti sbagliavi era poco più di niente. E poi la moda passerà, cognac e
posacenere. Voilà un’altra libertà. Arrivederci, addio per sempre. Mi
spogliavo, ti spogliavi, era poco più di niente.”
[Arrivederci-Baustelle]
La camera d’albergo poco
illuminata era squallida.
Povera, lercia.
Umiliante.
S’erano amati come cani, nel
freddo buio di quella stanza.
Le pareti chine su di loro,
pronte a cogliere ogni minimo soffio, gemito.
Dominic Howard si sentiva
usato.
Come una puttana trovata sul
ciglio della strada, che vende a buon prezzo le sue cosce bianche.
E quella camera sembrava
spiarli, accusarli, incolparli.
Il senso di colpa impregnava
l’aria, già resa irrespirabile dalla sigaretta accesa del biondo.
Il fumo si dissolveva sensuale
dalle labbra del batterista, che fumava ad occhi chiusi, per dimenticare
l’altra presenza.
Il silenzio inglobava tutto.
Un letto occupava la maggior
parte dello spazio, un quadro banale rappresentava una nave ed un lampadario
gotico aleggiava sulle loro teste.
Il moro, sembrava una statua.
Seduto sul bordo estremo del
letto, nudo come un verme, un bicchiere di whiskey tra le dita lunghe.
Matt Bellamy è e si sente
crudele.
Un tiranno che cerca piacere.
Piccolo, gracile, dallo sguardo
mefistofelico.
Non rompe quel silenzio, non in
quella notte fredda.
- Com’è successo, Matt?.
Cos’abbiamo fatto, ancora?.-
-Io ne avevo voglia, tu mi hai assecondato.
Abbiamo scopato, tutto qui.-
-Ah, già. Voglia…-
Sembra un copione da recitare
senza anima, con toni spenti e grigi.
Non ha senso.
Fuori s’inizia a sentire il
rumore della pioggia che precipita dal cielo.
La finestra semiaperta lascia
che un soffio si vento gelido penetri nella stanza spoglia.
Matt rabbrividisce, Dominic non
s’accorge quasi di quell’alito puro.
Nulla ha senso.
Il biondo spegne la sigaretta,
si passa una mano tra i lunghi capelli d’oro.
Seduto sul letto, un misero
lenzuolo a coprirgli le nudità.
Matthew posa in terra il suo
drink.
-Potresti scopare con
chiunque.- Afferma, poi, deciso il biondo.
-Sì, è vero. Ma io voglio te. -
Matt si rende conto della crudeltà che ha nel dire quelle parole.
-Ti detesto.- Dominic è
nauseato.
Era iniziato tutto dopo un
litigio con Gaia.
Ma quella storia andava avanti
da troppo tempo.
Hotel;Sesso;Violenza;
Matt giocava con il cuore
violentato di Dominic, che non riusciva a non concedersi a quel paio d’occhi
tiranni.
-Perché? Non era quello che
volevi?.- Matt si gira verso il biondo, e sorride amaro.
-Sei una troia.- Dominic non
mostra alcuna emozione su quel viso scolpito.
Il moro s’avvicina, nudo, senza
pudore.
Cammina lento verso il letto,
verso Dom.
Lo sguardo da predatore,
sensuale.
Poggia un ginocchio sul
materasso, con un dito sfiora i tratti del biondo.
Le guancie, le labbra, il
mento.
Dominic chiude gli occhi
d’istinto, illudendosi che quelle carezze fossero sincere.
-Vedi?. Ti piace. Forse la
troia tra noi sei proprio tu. -
Il batterista apre gli occhi,
piano, lasciando intravedere prima uno spicchio di verde/grigio, poi un paio
d’occhi lucidi e grandi, da bambino.
Matthew si sente terribilmente
in colpa.
-Perché mi fai questo?.-
Il biondo lo mugola
lamentandosi.
L’altro s’avvicina, mettendogli
una mano sul collo.
Le sue labbra poggiate
sull’orecchio di Dom.
-Perché ho freddo. Perché sono
egoista e solo.-
Poi, si dirige verso le labbra
del biondo.
Le cinge tra le sue, in un
gesto impregnato di amore fraterno.
Dominic si stacca da quelle
labbra, quasi piangendo.
Si alza di scatto dal letto,
lasciando il moro solo sul materasso.
-Vaffanculo, Matt!.- Urla
mentre una lacrima si insinua sulle sue ciglia.
Matt sembra ferito.
Dominic si veste
frettolosamente, cercando di non piangere, di non sembrare più sconvolto di
quanto già sembri.
-Ciao. -
Si dirige verso la porta,
seguito dallo sguardo freddo di Matthew.
-Arrivederci. - risponde piano
il moro.
Dominic apre la porta, senza
girarsi verso l’altro.
Poi, esce.
Solo allora si concede una
lacrima, una sola.
Solca il suo viso, e lo
distrugge.
Come se pesasse tonnellate,
quella lacrima.
“Arrivederci.” Pensa.
Matt si abbraccia.
Si stringe le gambe al petto,
come quando feto puro, nuotava nel ventre caldo, materno.
“Cosa gli sto facendo?.”
Piange silenzioso anche lui,
nella notte gelida.
L’unica cosa che sembra unirli,
adesso, sono quelle lacrime tanto simili.
Dolore, il punto d’incontro.
Non ha senso.
Note dell’autrice:
Beh, eccomi
tornata con una nuova fanfic!
Prima di tutto volevo ringraziare con tutto il mio cuore MusicAddicted e Deathnotegintama che hanno commentato "You know how I feel" e che non ho potuto ringraziare prima.
MusicAddicted: Grazie di tutto cuore, davvero, la tua recensione è stata una delle più importanti, penso di aver bisogno di consigli e i tuoi giudizi sono più che giusti, effettivamente avrei potuto sfruttare il fatto che Matt riesce a "vedere" le stesse cose della madre. E poi il terzo capitolo, quella scena, è stato un macigno da scrivere, quindi non ne sono pienamente soddisfatta e vorrei riuscire a dilungarmi maggiormente nelle mie fanfic. Grazie di cuore della tua recensione, l'apprezzo da morire!
Spero m'illuminerai anche riguardo questa umile shot :DDD Baci!
Deathnotegintama : Grazie, grazie, grazie! Spero tu possa seguire anche questa! :DDD
Ma torniamo a noi.
Lo so, non ho resistito parecchio senza sfornarne un’altra.
Eeehm!
*Ispirazione-triste*
Sì, lo so, sono
crudele!
Volevo dare a
questa storia basi più realistiche, e ammetto che ogni tanto sì’insinua in me
la convinzione che sia davvero andata così.
Non saprei, non
odiatemi, eh!.
Per ora è solo una
shot, ma se in questi giorni mi viene in mente un possibile sviluppo è
probabile che la continuo ^///^
Voglio i vostri
pareri, mi raccomando! U.U <3
Un baciozzo, anzi
due! =D