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Autore: virgily    27/07/2010    1 recensioni
-come mai ti trovi qui?- -onestamente sono ricoverata da un bel po… credo un mese. Ho una malattia al cuore e quindi devo stare costantemente sotto osservazione, la mia mamma quando puo’ viene qui e mi da lezioni casalinghe, affinche’ non rimanga indietro. La mia chitarra e’ la mia unica amica-
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Una volta arrivato al terzo piano percorsi un lungo corridoio, per poi ritrovarmi davanti la camera designata: dall’esterno sentivo che qualcuno stava strimpellando qualcosa, doveva essere una chitarra classica. Aspettai qualche secondo per ascoltare la melodia che stava venendo fuori poi, dopo essermi ripreso bussai interrompendo il suono,

-avanti- una voce dolce mi concese di entrare,

-ciao tu sei Virgi…- non riuscii a finire la frase che mi sentii bloccato: c’era un letto completamente bianco, su di esso vi era una ragazza dai capelli rossi e voluminosi, mai visto un rosso cosi’ intenso e brillante, mentre I suoi occhi erano blu oceano; tra le braccia teneva una chitarra classica rivestita di scritte con testi di canzoni,

-io sono Virgily mentre su sei Yu giusto?- domando’ modellando quelle due labbra rosee e fine in un dolce sorriso,

-hem… si-risposi ridacchiando prima di chiudere la porta. Mi avvicinai a lei e mi misi seduto sullo sgabbello accanto al suo letto,

-ho sentito che stavi suonando… sei brava- affermai sorridendole, perdendomi nel suo sguardo

-grazie- rispose arrossendo appena,

-allora… che ne dici se ci conosciamo meglio prima di cominciare?- domandai levandomi la chitarra dalle spalle per poi poggiarla a terra,

-okey…- rispose poggiando anche la sua chitarra a terra,

-bene, allora io sono Yukito anche se il cantante del mio gruppo mi ha ribattezzato Yu, ho 21 anni e sono un chitarrista- cominciai , notanto che la giovane mi ascoltava presa totalmente dalla mia storia,

-tu invece?- domandai a mia volta poggiando il gomito sul suo letto per poi poggiare il mento sulla mano,

-sono Virgily ho 17 anni e suono la chitarra da quando ne avevo 10- comincio’ a sua volta guardandomi negli occhi,

-come mai ti trovi qui?-

-onestamente sono ricoverata qui da un bel po… credo un mese. Ho una malattia al cuore e quindi devo stare costantemente sotto osservazione, la mia mamma quando puo’ viene qui e mi da lezioni casalinghe, affinche’ non rimanga indietro. La mia chitarra e’ la mia unica amica- sussurro’ lanciando’ uno sguardo malinconico al suo strumento che giaceva a terra accanto al mio.  Le sorrisi dolcemente e afferrai la mia chitarra tirandola fuori dalla custodia,

-wow! E’ bellissima!- esulto’ sfiorandone le corde,

-ti piace?- domandai ridacchiando,

-moltissimo-

-vuoi provarla?-

-posso? davvero?- annuii e l’aiutai ad afferrarla. Comincio’ a strimpellare le corde con delicaezza e dolcezza, la toccava quasi fosse un bambino piccolo, rimasi incantato dal modo incui suonava, non avevo mai ascoltato musica cosi’ dolce e profonda. Ogni tanto Virgily alzava lo sguardo facendolo combaciare con il mio, e dopo un sorriso tornava alla chitarra, quasi per non perdere la concentrazione. Tornato a casa mi accomodai sul divano in pelle rossa e strimpellai qualcosa sulla stessa chitarra su cui le sue mani piccolo e bianche si erano poggiate. Neanche mi accorsi di Kiro che mi stava alle spalle, che mi osservava incantato; conoscevo quello sguardo: mi guardava cosi’ anche la prima volta incui mi ha visto suonare, riteneva che avevo una sorta di magia che scorreva nelle mie dita quando suonavo. Con lo sguardo tornai alle corde della chitarra, e improvvisamente vidi delle dita bianche sfiorarmi la mano, sgranando gli occhi persisto a vederle, e quando alzai lo sguardo venni nuovamente intrappolato dal blu delle sue iridi, e incantato dal rosso vivo dei suo capelli;

-Yu?- la sua voce e’ calda e dolce, mi chiamva sorridendomi teneramente,

-Yu?!- distrattamente iniziai a sbattere le palpebre, come quando ci si sveglia da un sogno, accorgendomi cosi’ che Virgily non era li con me, e non era lei a chiamarmi; ma bensi’ il mio bassista:

-Yu mi spieghi che ti prende? Come fai a non accorgerti che ti stavo parlando?- mi rimprovero’ scompigliandomi I capelli,

-scusami… stavo pensando- risposi riponendo la chitarra nella sua custodia,

-tu che pensi? Deve essere successo qualcosa allora!-ridacchio’ sarcasticamente, tuttavia non ero in vena di rispondergli… ero troppo preso per altri pensieri… sognavo le sue labbra, il suo sorriso i suoi occhi. piu' persistevo a immaginarla e piu' sentivo il cuore battermi forte e lo stomaco farmi un male cane, "ma che diavolo mi sta succedendo?"

-uhhh strano neanche mi rispondi, e’ successo qualcosa in ospedale? Approposito com’e’ il tuo alunno?-

-alunna- risposi correggendolo,

-uh scusa. Hey aspetta… ahhh ora ho capito! Percaso e’ una bella alunna?- domando’ maliziosamente il biondo, dandomi una leggera gomitata

-no, non e’ bella…- cominciai con lo sguardo sperso,

-ah no?-

-no… e’ bellissima- sussurrai con lo sguardo sperso nel vuoto, con la testa che vagava nuovamente per dolci visioni…

-Yu non ti riconosco piu’! ma non e’ che ti e’ venuta la febbre?- domando’ il buondino passando una mano sulla fronte,

-no Kiro, credo che ho una cotta per la mia alunna- risposi facendomi paura da solo prima di guardarlo fisso negli occhi; il suo sguardo era preoccupato e stupito allo stesso tempo, beh era davvero raro che dalla mia bocca uscisse la parola “cotta”;

-u-una cotta? Ma dici percaso quella sensazione strana che senti quando stai vicino a una persona a cui tieni? Che quando la vedi senti che ti manca il fiato e ti si riggira lo stomaco?- domando tutto d’un fiato scuotendomi come un lenzuolo,

-si! Si Kiro ma adesso basta!!- strillai discostandomi, sentivo il cervello che mi stava rimbalzando in testa per quanto mi aveva scosso,

-Yu la tua non e’ una cotta allora…- comincio’ il bassista,

-a no?- domandai incuriosito,

-no. Il tuo e’ un colpo di fulmnine… un po’ come l’impirnting di Twilight!- ridacchio’ il nanetto illuminando lo sguardo quando pronuncio’ il titolo di uno dei suoi libri preferiti,

-si e quando ti sei svegliato eri tutto sudato - ridacchiai scompigliandogli la chioma platinata prima di alzarmi dal divano poggiando la chitarra al mio posto,

-dove te ne vai ora?- domando’ il biondino con vocetta incuriosita,

-niente vado in camera mia- risposi vago mentre salivo le scale.

  
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