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Autore: Senda    26/09/2005    10 recensioni
Questa fanfiction è ambientata nel 5° anno ad Hogwarts di Minerva McGranitt... Albus Silente è un suo professore e Lavanda Bum (Madamda Bum) la sua migliore amica. Ho usato una coppia non molto usuale, ma a me piace da morire... se vi interessa, leggete!!! (fra i personaggi dovrei mettere anche Minerva McGranitt, visto che è la protagonista... ma non c'è fra le opzioni!) Dimenticavo: è la mia prima ff!!! siate clementi... ;)
Genere: Avventura, Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una luce le apparve agli occhi. La ragazza sollevò lo sguardo, avvertendo le goccie di pioggia e i rombi dei tuoni farsi più lontani. Davanti a se vide una figura dalle forme non ben distinte.
"Chi... chi sei?" La ragazza si accorse di non trovarsi più nel parco di Hogwarts. Era sospesa nel vuoto, un vuoto fatto di luce.
La figura era ora divenuta una donna. Una bella donna, dai profondi occhi azzurri. Gli occhi di Albus.
"Alzati, Minerva." La voce della donna era dolce, carezzevole. La ragazza si alzò.
"Sono la mamma di Albus."
La ragazza sgranò gli occhi, sorpresa.
"Non so per quanto tempo questa comunicazione potrà restare aperta. Quindi vorrei parlarti velocemente, arrivando al punto."
Minerva annuì, fissando, ancora stralunata, il viso della donna.
"Non buttarti giù. L'amore che Albus prova per te non terminerà, mai. Siete destinati ad amarvi, sempre e comunque, qualunque cosa succeda. Questo problema si risolverà, vedrai. è scritto. Tornerete insieme. Prima o poi."
Minerva avvertì le lacrime scorrerle sulle guance.
"Lo amo."
"Lo so. E ne sono felice. Sei una persona fantastica, Minerva. Se io fossi viva, entrambi avreste il mio completo appoggio. Io non posso dirti in alcun modo come risolvere questa questione, non mi è permesso. Però volevo avvertirti, non lasciarti trasportare dal dolore. Lui ti ama, e tu ami lui. Si risolverà tutto."
Moinerva annuì. "Grazie" sussurrò.
"Un'ultima cosa. La pietra che ha Albus è un frammento del simbolo della religione di Grindelwald. Fai in modo che lui lo sappia."
Minerva cercò di chiedere cosa fosse la pietra, ma la luce intorno a lei si dissolse. E la ragazza si ritrovò sotto l'acqua, fra due braccia che ben conosceva. "Minerva, mi senti?" La voce di Valentin arrivò come da molto lontano, la ragazza non voleva aprire gli occhi. Se li avesse aperti, Albus l'avrebbe lasciata. Ma se non l'avesse fatto, Albus ne avrebbe pagato le conseguenze.
Spalancò le iridi verde smeraldo, per tuffarsi in due pozza argentate.
"Sto... sto bene." mormorò, debolmente.
"Cos'è successo?" chiese l'uomo, preoccupato.
"Ho... parlato con... tua madre."
Albus boccheggiò. "C-come?"
"Mi ha... chiesto di riferirti che il frammento di pietra che hai tu è un pezzo del simbolo della religione di Grindelwald. Ma non ho capito cosa intendesse."
Albus sospirò, chinando il capo.
"Ho capito. Questa è una cosa che, probabilmente, ho scordarto di dirti. Quando sono stato rapito (capitolo 20) ho scoperto perchè Grindelwald insiste nel creare attacchi contro il mondo della magia. La sua motivazione è una religione, di cui non so nulla. Ma la loro divinità è rappresentata da una pietra, la pietra sacra."
Minerva lo fissò, sbalordita.
"E tu ne possiedi un pezzo?"
"Già, quando ci hanno rapiti. è così che me ne sono andato. Ho stretto la pietra fra le mie mani e ho pensato a casa mia. Me l'ha consegnata mia madre, in sogno."
Minerva annuì, senza sapere cosa fare. Sentiva le gocce di pioggia cadere su di loro e guardava gli occhi di Albus, nascosti dalla frangia bagnata. L'uomo sembrava ansimare.
La ragazza socchiuse gli occhi, sperando in un suo bacio.
No! Se lui l'avesse baciata, suo padre.... no, non voleva nemmeno pensarci.
Si sollevò di colpo, sottraendosi a quel caldo abbraccio. E un freddo intenso la riempì.
"Andiamo..." Sussurrò, il fiato mozzo.
Albus si alzò e la guardò.
"Si, andiamo."
La ragazza s'incamminò, strizzando forte gli occhi. L'unica cosa bella di quella pioggia era che poteva piangere senza che Albus se ne accorgesse.


Albus uscì dai territori di Hogwarts, un sabato mattina di metà Ottobre.
Lui non lo sapeva, ma due occhi verdi lo seguivano nel suo percorso. Dalla torre di Grifondoro, Minerva guardava l'uomo allontanarsi, sapendo che andava a liberare Aberforth.
L'uomo superò gli imponenti cancelli di entrata e si smaterializzò, arrivando a casa.
Guardò l'enorme salotto, con affetto.
Attraversò velocemente la stanza e arrivò nel corridoio principale. Salì al primo piano e raggiunse la sua stanza.
Era enorme.
Il letto era matrimoniale, con un copriletto azzurro. Vi erano due divani e alcune poltrone, candide coe la neve. La stanza era in penombra.
Albus spalancò la finestra e le persiane, lasciando entrare la luce.
Respirò l'aria pulita e sospirò. Poi sentì un verso.
Si voltò sorridendo, guardando il comodino.
Vicino ad esso c'era un trespolo rosso, su cue era poggiato uno splendido uccello, dalle meravigliose piume dorate. Una Fenice.
Proprio così. La Feniche che gli aveva salvati dalla valanga aveva partorito. E questo cucciola non aveva accettato l'idea di andarsene con la madre ed i fratelli. Non si era voluta staccare da Albus. E così, ora Albus la teneva.
Per portarla alla scuola aspettava che crescesse ancora un po', giusto il tempo per abituarla meglio.
L'aveva chiamata Fanny. Non sapeva perchè, ma quel nome gli piaceva.
"Ehi, Fanny. Come stai?" L'uomo accarezzò il piumaggio dorato della creatura.
L'uomo sorrise, teneramente.
Che importanza aveva, come si sentiva? Tanto lui sarebbe morto.
Funny gli strofinò la testa contro la spalla. Forse aveva capito.
"Ciao, Fanny."
Albus si alzò e si concentrò nuovamente.
Si smaterializzò.


Buio. Ma la cosa non lo turbò. A lui piaceva il buio. A Diablo Malfoy piaceva il buio.
Gli piaceva muoversi nell'ombra come chi non ha identità.
Scivolò, senza rumore, lungo il lungo corridoio.
Incontrò una porta. La guardò per lunghi istanti, poi, finalmente, posò la mano sulla maniglia d'ottone. Era fredda, ma non gli importava. A lui piaceva il freddo. Spinse in giù e sentì il metallo cedere. La maniglia si abbassò e lui aprì lentamente la porta.
La sua vista, abituata al buio, venne ferita da una fonte luminosa, al centro della stanza: una pietra riluceva, splendente. Sembrava emanare luce propria, una luce potente. Il bianco risaltava nel buio circostante.
Una voce profonda lo accolse.
"Ti aspettavo."
"Sono venuto per aggiungermi alle tue linee. E ti porto un regalo."
"Cosa?"
"Lavanda Bum, la migliore amica di Minerva. è in mio potere."


Minerva scoppiò a ridere ad una battuta di ichael, lungo il corridoio. si stavano recando a lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.
"Beh, insomma, è vero!"
"Dai, povero professor Husberg! Non è così terribile..."
Il ragazzo sogghignò, mentre entravano insieme nella classe, semipiena.
Fra i due, dopo giorni di lavoro insieme e ronde notturne, si era creata una buona amicizia. Soprattutto da quando Minerva aveva smesso di avere un'aria da funerale. In effetti, dopo le parole della madre di Albus, l'umore della ragazza era decisamente salito. Certo, non faceva i salti di gioia. Soprattutto ora che Aberforth era rinchiuso da qualche parte, Albus rischiava la vita per salvarlo, Lavanda sembrava totalmente apatica e Grindelwald la desiderava. Ma, tutto sommato, quelle parole le avevano ridato la speranza. Senza contare che, continuando a piangersi addosso, non avrebbe concluso nulla. Doveva reagire, ed impegnarsi per trovare un modo per risolvere la situazione. Valentin aveva ragione.
Già, Valentin. Lei era un altro motivo che l'aveva spinta a reagire. L'amica stava male, soffriva tremendamente. E non era giusto che Minerva si mettesse sempre al centro dell'attenzione, non era giusto che fosse sempre Valentin a consolare lei, e mai il contrario. Ora toccava a lei essere forte, per aiutare l'amica.
E così aveva reagito.
Sorrise ancora una volta a Michael, poi si sedette affianco ad Anastasia.
Valentin era fra Lavanda ed Erika, due file più avanti.
Minerva sospirò. No, il gruppo non era più unito. Stavano avvenendo molti cambiamenti, troppi. E Minerva ci stava male.
Lavanda era totalmente apatica, lo sguardo vacuo, fisso davanti a se.
La preoccupazione delle amiche aumentava ogni giorno. Adesso anche Erika e Anastasia avevano preso coscenza del problema.
E si erano rese conto che non era un problema normale. Era qualcosa di più. Erano sempre più sicure cheLavanda fosse sotto un incantesimo.
E non avevano idea di cosa fare. E se tutto fosse centrato con la maledizione del padre di Minerva? O con Albus e Minerva? C'erano troppe possibilità, era troppo pericoloso. Non potevano parlarne, avevano paura. Così cercavano, insieme. Cercavano un modo per risolvere il tutto ed era in quei momenti che si sentiva maggiormente la guida di Albus. Lui le avrebbe certamente aiutate, se non ci fosse stata la rottura fra lui e Minerva. O anche se Aberforth non fosse stato rapito. Lui sarebbe stato lì, ad aiutarle.
Gia, Aberforth. Valentin stava malissimo. Era già qualche giorno che Albus era partito e non era arrivata nessuna notizia, da nessuno dei due. E Valentin non ce la faceva più. Cercava di reagire, cercava di combattere. Però sentiva, anche lei, che non riusciva più a sopportare tutto.
Quello che le sue amche non avevano mai capito era che lei non era fatta di ferro. Aveva i suoi problemi, le sue debolezze, come tutti. Suo padre l'aveva praticamente ripudiata. Sua madre non la cercava neanche, e sembrava sull'orlo della depressione. Aberforth, che l'aveva aiutata tantissimo, era rapito. E in più, tutte e tutti le scaricavano i propri problemi sulle spalle. Già, tutti. Lei era sempre stata una grande confidente, molto comprensiva e sveglia. Si era sempre occupata di tutto e tutti, diventando quasi un punto di riferimento importantissimo per tutti gli amici.
Però, da un po' di tempo a questa parte, non ce la faceva più. I suoi problemi la stavano sommergendo, non riusciva più a combatterli. Se, in più, c'eranon quelli che non la riguardavano, le sue difese crollavano. I problemi, il dolore di Minerva. L'apatia totale di Lavanda. Gli sfoghi di Erika.
Già, Erika. Erika che sembrava l'unica a stare bene del gruppo, ultimamente qualcosa era cambiato anche in lei.
Ma nessuno sapeva cosa, la ragazza si era aperta solo con Valentin. Le due amiche passavano molto tempo a parlare, appartate. Ed Erika cambiava, ogni giorno di più.
Si faceva cupa, come se un grosso macigno le gravasse sulle spalle. Non era più la silenziosa, ma solare ragazza che era sempre stata. Era chiusa in se stessa e rifiutava la compagnia di molti, specilamente quella di Anastasia.
Ed ecco l'ultima, Anastasia. Già, Anastasia. Lei ed Erika erano sempre state amiche, da sempre. Erano migliori amiche, qualcosa che andava oltre i legami del gruppo. Era sempre stato così.
Poi, era scoppiato l'amore di Anastasia nei confronti dell'amica. Anastasia era stata male, e soffriva ancora. Però, quando c'era stato quel periodo di sempre maggior unità e intesa fra le due, anastasia era felice. Sapeva che Erika non l'amava, sapeva che era solo un'amicizia sempre più profonda. Ma, se pur soffrendo, poteva starle vicino. E questa cosa l'aveva aiutata, l'aveva portata ad un periodo di stabilità interna quasi cristallina.
Che si era rotta. Frantrumata, in mille pezzi. Come il suo cuore. Almeno così si sentiva la ragazza. Frantumata. Da quando Erika aveva cominciato ad allontanarsi, a rifiutarla, Anastasia si era rotta.
E ora, con questa situazione, non si riusciva ad andare avanti. Serviva una rivoluzione. Che arrivò.




Grazie a un migliorare degli occhi, si ritorna gradualmente alle note a fine pagina... non lo farà sempre, sia ben chiaro, però qualcosa ogni tanto riuscirò a mettere!!! ^_^
Bene, vediamo... tanto una cosa SIETE FANTASTICI!!!
Esatto, siete mitici ragazzi! :D è bello scrivere per voi... poi volevo farvi sapere che ho scritto una one-schot, che mi è costata molto. Diciamo che è una specie di dedica ad una persona che non la leggerà mai. Ma che per me è molto importante! :D però... diciamo che la cosa mi imbarazza un po'. non so se metterla o no. Voi che dite?
Bene, passiamo ai commenti su "Non vedere, non sentire, non parlare". Dunque, la cosa proggredisce e piuttosto bene. Come vewdete, non aggoirno spessissimo, ma ho molto da fare, soprattutto per l'inizio della scuola e faccio fatica a fare tutto.
In molti mi avete chiesto quanti capitoli ha la ff... Bene, dunque... Non ne ho la più pallida idea. Posso dirvi che durerà ancora parecchio, almeno questa è la mia intenzione. La storia andrà avanti ancora un po', ma sta a voi decidere una cosa: volete che duri ancora molto o la taglio? Perchè se è troppo lunga, ditelo!!! Ad occhio e croce, se dovessi scrivere tutto, direi che più o meno siamo intorno alla metà. Perciò, a voi la scelta!
Per quanto riguarda il capitolo... traumatizzante per chi credeva nella coppia Lavanda/Diablo!!! :D ma non c'è niente da fare, ragazzi, Diablo è cattivo e basta! :D Bene, per il resto vorrei dirvi che è corto, essendo un capitolo di passaggio. Ma preparatevi, perchè nel prossimo succederà di tutto, ve lo assicuro! Un casino assurdo! Quindi ci metterò un po' a scriverlo, è piuttosto complicato!!!
Bene, credo di avervi detto tutto, perciò... passiamo alle vostre recensioni!!!

Clary: pazienta ancora poco, ci siamo vicini! ;)

Chiara: dai, sei così dipendente? :D per, mi fa piacere! Il lampo di luce... già, mi dispiaceva troppo che Minerva non potesse neanche conoscere la mamma di Albus! E così, piccolo intermezzo!!! :D

pesciolina04: grazie, mi fa piacere che la consideri molto bella!

Serena89: le tue recensioni sono sempre uno sballo!!! L'idea del burro di cacao era troppo forte!!! Per quanto riguarda le Ginny/Draco... esatto, immagino di sì!!! Beh, sai com'è, i discorsi strappalacrime sono la mia specialità!!! e ti va bene non aver letto la mia one-shot... Ma se ritieni questo un casino totale, aspetta il prossimo capitolo!!! Ci sarà da ridere!!!

Hikary: aspetta il prossimo cap e saprai che Grindelwald è davvero terribile!!! :D

Elisabetta: sì, aspettati un grande duello, perchè ci sarà!!! o almeno, per quello che riuscirò ad inventarmi... :D

Hermione Jane Granger: grazie, 'more, sei un mito!!! :D

ares: già già, speriamo bene!!! grazie mille!!!
  
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