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Autore: SoraRoxas    30/07/2010    5 recensioni
“Lo odiavo, non c’era niente da fare. Anche quando provavo a farmelo piacere era tutto inutile. Combinava sempre qualcosa che mi faceva riprendere in mano l’ascia da guerra. Erano circa dodici anni che ce l’avevo appresso continuamente. Era lui che cercava di avere un contatto con me, io non lo desideravo mica.” [...] Quando l’odio c’è ma non si può dimostrare!
[Quarta classificata al contest "Hate contest - L'odio tra i banchi di scuola"]
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Autore: SoraRoxas
Titolo: My best enemy – because the hate is…
Personaggi: Sasuke Uchiha, Naruto Uzumaki
Pairing: Nessuno
Avvertimenti: AU, One-shot
Breve introduzione della storia: “Lo odiavo, non c’era niente da fare. Anche quando provavo a farmelo piacere era tutto inutile. Combinava sempre qualcosa che mi faceva riprendere in mano l’ascia da guerra. Erano circa dodici anni che ce l’avevo appresso continuamente. Era lui che cercava di avere un contatto con me, io non lo desideravo mica.” [...]  Quando l’odio c’è ma non si può dimostrare!



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MY BEST ENEMY – because the hate is...


Seconda ora, una normale giornata di sole. Ottima per svolgere una delle attività preferite dagli studenti: educazione fisica. Peccato che proprio a me non andasse una giusta...

-Scusa teme! Scusa, scusa, scusa!-
La voce di quell’ammasso di nullità mi riecheggiava nelle orecchie, persino con l’eco, il che era fastidioso.
Mi rialzai con la testa che girava e avvertii qualcosa di caldo che scorreva con ogni probabilità dal naso. Misi la mano in modo da bloccare il fiotto di sangue che stava colando.
Il professore si avvicinò con una certa prontezza. –Sasuke sarà meglio che vai in infermeria!-  affermò. Cercai di ribattere ma con scarso successo. La mia condizione non mi permetteva di aprir bocca tanto facilmente. Per cui mi avviai, furioso col mondo intero.
-Aspetta! Ti accompagno! Non so come farmi perdonare...-
No, proprio lui no!  Prima mi metteva nei casini e poi sperava di essere scusato? Ma neanche per idea.
-Hai... hai bisogno di una mano?- chiese titubante. Nei suoi occhi leggevo sincera preoccupazione ma dire che non me ne importava un accidente era poco.
Lo fulminai con lo sguardo e presi a camminare a grandi passi. Perché quel luogo era cosi lontano dal cortile? Mi maledii per la scarsa prontezza di riflessi che avevo dimostrato. Se avessi prestato più attenzione a quello che il dobe faceva, di sicuro sarei riuscito ad evitare quella dannata palla schizzata a velocità estrema sul mio viso.

Lo odiavo, non c’era niente da fare. Anche quando provavo a farmelo piacere era tutto inutile.  Combinava sempre qualcosa che mi faceva riprendere in mano l’ascia da guerra.
Erano circa dodici anni che ce l’avevo appresso continuamente. Era lui che cercava di avere un contatto con me, io non lo desideravo mica.
A sedici anni suonati sembrava un bambino e nient’altro. Con quegli occhioni azzurri, quei capelli biondi spettinati, quella voce squillante che avrebbe fatto perdere la calma anche ad un monaco tibetano e quell’odiosa voglia di stare sempre al centro dell’attenzione.
In classe era un pagliaccio e aveva lo stesso atteggiamento anche quando facevamo le lezioni fuori. Le persone come lui non riuscivo proprio a tollerarle e l’unica cosa che potevo fare era buon viso a cattivo gioco, specie davanti a mia madre.
Secondo me quell’essere alla mia destra soffriva di qualche malattia di cui ancora non si identificava il nome. Era impossibile avere in ogni momento la forza di parlare –anzi urlare-, stare in piedi e commettere qualche disastro. Persino gli insegnanti erano esasperati.  
E  poi non era la prima volta che architettava qualcosa contro la mia persona. Probabilmente il mio odio era attecchito dalla più tenera età ed era maturato con il passare del tempo.
Non potevo certo dimenticare quando all’asilo avevamo entrambi cinque anni e stavamo litigando su chi dovesse giocare con un kunai giocattolo –precisando che era mio- e alla fine io, ingenuo bambino, gliel’avevo prestato in buona fede. Peccato che neanche mezz’ora dopo se n’era tornato con il kunai rotto in due parti. Non ricordavo bene come reagii. Seppi solo che da quel momento cominciai ad odiarlo. Era il mio giocattolo preferito ed era un regalo di Itachi!
Il tragitto per arrivare in infermeria sembrava infinito e la mia mente lavorava frenetica, scovando degli aneddoti sul perché detestassi Naruto Uzumaki.
Si, me ne venne in mente un altro. La gita scolastica di terza media. I miei avevano insistito tanto che ci andassi e avevo ceduto. Pretendevo che fosse bellissima visto il mio sforzo... e invece quel baka rovinò tutto! Andammo a visitare un lago –incantevole dovetti ammetterlo- e probabilmente per gioco, gli venne la felice idea di spintonarmi. Peccato che fossi molto interessato a guardare i fondali per capire cosa ci abitasse di preciso. Il risultato? Ero caduto in acqua, sbattendo con una gamba e rompendomela. Oltre alla figuraccia che avevo fatto di fronte a tutti –anche se poco mi interessava- avevo dovuto portare il gesso per tre mesi e più. E per colpa di chi? Ma ovviamente di quel demone!

Da quell’episodio cominciai a credere che Naruto cercasse di attentare alla mia vita. Tesi fondata, a mio avviso. Erano successe tante altre cose a miei danni per colpa sua... ma tentai di non pensarci, sospirando di sollievo non appena ci trovammo in prossimità dell’infermeria.
Fece per addentrarsi con me ma lo fermai. –Non osare entrare!- esclamai con freddezza. Avevo i nervi a fior di pelle e guardare la sua faccia mentre mi medicavano non mi avrebbe di certo aiutato. Anzi avevo una voglia matta di tirargli un cazzotto. Ma mi trattenni. Presto avrei potuto vendicarmi, era solo questione di tempo!
Era il solo nemico che possedessi –bastava di sicuro-  e oltre ogni previsione era l’unico che odiassi cosi tanto.
Vidi la sua espressione cambiare. Di certo si era offeso. E anche se mi vergognavo ad ammetterlo, esultai interiormente per averlo ferito. Sperai che finalmente gli fosse chiaro che doveva smetterla di starmi addosso e cosa realmente provavo per lui. Odio.
Con un sogghigno lo abbandonai lì dov’era e mi chiusi la porta dell’infermeria alle spalle.
Uno a uno, maledetto.

***

Dopo quelle che mi parvero ore, mi fu concesso infine di uscire da quel luogo intriso dell’odore di medicinali e disinfettanti diversi. Neanche fosse stata una cosa tanto grave. Oltretutto ero una persona forte, mica una femminuccia!

Mi guardai intorno  constatando di essere solo e feci per ritornare in classe con la massima calma.
-Oh Kami-sama! Teme, sei vivo!-
Un nervo si gonfiò all’altezza del tempia destra non appena capii di avere quel dobe stretto contro il busto. Mi aveva abbracciato... ma come, come si permetteva? Possibile che fosse tanto ottuso?
Lo staccai da me con forza. Già trovavo intollerante la sua sola presenza figuriamoci poi averlo praticamente appiccicato.
-Lasciami in pace, dobe!-, lo guardai con disprezzo. Volevo allontanarlo e speravo tanto di esserci riuscito almeno stavolta.
Avevo preso ad incamminarmi verso l’aula con cipiglio deciso. Avevo fatto solo pochi passi quando al biondino senza cervello venne in mente di bloccarmi. E come? Facendomi lo sgambetto.
Caddi a terra ma mi rialzai in due semplici secondi, bollendo di rabbia. Da quanto tempo aveva sorpassato il limite?
-Questo è per quello che mi hai fatto prima.- disse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Stavo già per avventarmi contro di lui, pronto a scaricare tutto quello che serbavo dentro nei confronti di quel neo-stroncatore di vite. Ma mi aveva superato prima che me ne accorgessi e saltellava allegramente nel corridoio, diretto alla nostra classe.
-L’ultimo che arriva offre il pranzo!-, una scommessa. E lui sembrava a suo agio. Non capiva il pericolo che correva a sfidarmi ancora.
Cominciai a correre, inseguendolo. Lo prese come un’accettazione di ciò che aveva appena detto ma in verità volevo solo prenderlo e riempirlo di colpi.
Cosa potevo farci? Lui mi rendeva la vita impossibile e io avrei continuato ad odiarlo, mi dispiace.



Nota dell’autrice: Postata finalmente. Sono arrivata quarta a questo contest e non me ne dispiace. Mi aspettavo una cosa simile visto che sono sicura di non aver dato il meglio di me. Ho usato due personaggi fin troppo scontati (e su questo do ragione alla giudice fino in fondo ù_u) e probabilmente mi ci sono dedicata poco.
Sbagliando si impara no? Il risultato mi va benissimo, il banner è bellissimo... cosa pretendo di più? Non un amaro lucano di sicuro! X°°°D Ringrazio la giudice per tutto!
Ok ora vi lascio! Spero vi sia piaciuta. Con Sasuke la vittima! XD
Un bacio! ^^
 
   
 
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