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Autore: Meiko    26/09/2005    6 recensioni
Si dice che la mente umana viene controllata da cinque sentimenti: colpa, odio, vergogna, dolore, amore. Anno 0009. Comincia la guerra
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Mistero, Romantico, Sovrannaturale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 10

Intorno a lei c’era ancora il buio, mentre la sua figura era iridescente, ogni volta che andava da lei il buio dominava nei suoi sogni, c’erano solo tante figure luminose, e quella superficie d’acqua sottilissima, una patina che bagnava leggermente i suoi piedi nudi, mentre lei continuava a camminare guardandosi intorno alla sua ricerca, gli occhi brillavano nerissimi in quell’oscurità, mentre in eco c’erano delle strane voci che cantavano, evidentemente erano dei ricordi distanti.
Ricordi...quell’essere possedeva dei ricordi, quell’essere era in apparenza una bambina, quell’essere...era pericoloso...dannatamente pericoloso...
Dal nulla, di colpo, le apparve accanto una colonna, che la fece sobbalzare, era nata in silenzio dalla pietra sotto i suoi piedi, trascinando con se i vari caratteri ed iscrizioni, mentre lei era rimasta immobile a guardare, sbalordita, non c’erano rumori se non quelli delle voci che continuavano a cantare in eco quella nenia.
La colonna era alta sei metri, ed aveva intorno a se rune, iscrizioni e caratteri in lingua sconosciuta, mentre lei si stringeva una mano al petto, guardandola con fare diffidente, per poi allungare una mano, uno di quei caratteri s’illuminava, mutando di colpo forma e dimensione, ora era un Kanji, un nome, e quel nome risuonò violento nella sua mente, mentre sussultava, spalancando gli occhi.
-Hi...Hitoshi...-
le sue labbra pronunciarono in silenzio quel nome, e ad un tratto il lato di quella colonna si deformò ancora da essa sembrò uscire una figura, i contorni abbozzati rivelavano all’inizio una mano che si allungava, la pietra era dura, ma andava ad ammorbidirsi, sembrava diventare come fango, mentre la figura tentava di sporgere il viso, i contorno di questo erano imprecisi, e sporgeva il naso e la bocca spalancata, mentre le iscrizioni sulla colonna adesso tappezzavano il volto, i capelli ora apparivano, così come la forma degl’occhi, il collo, il petto, la figura era fuoruscita a metà busto, e si stava sporgendo verso di lei, che non fiatava, aveva potuto solo permettersi un sussulto nel vedere la scena, per poi lasciarsi scappare delle lacrime, mentre una delle mani a fatica cercava di avvicinarsi al suo volto.
Un dito raggiunse e toccò la sua guancia, accarezzandogliela, mentre lei restava immobile a guardare con fare spento, mentre una lacrima scivolava giù da una guancia, tutte le altre erano rimaste attaccate agl’occhi, incapaci di scendere.
Il mezzo busto si contorse ancora, deciso ad afferrare con entrambe le mani quel volto, gli occhi neri di lei brillavano della sua figura iridescente, e le pupille che a malapena si vedevano erano fisse sul busto che cercava disperatamente di uscire da quella colonna.
Il suo ricordo...il suo passato...
Lo aveva conosciuto...aveva conosciuto quel ragazzo...
Ma...non avrebbe mai potuto stare con lui...
Lui sarebbe stato spazzato via da quell’essere...da quella bambina dal viso gentile...ma dall’anima doppia...
Lei lo sapeva benissimo, e lo sapeva anche l’altro di quella doppia anima...eppure non potevano fare altro che obbedirle...perché quello era l’unico destino che avevano accettato...tutti gli altri...li avevano solo visti morire e venire dimenticati...
E loro non avevano voluto accettare...non volevano essere dimenticati, diventare il nulla...
E perciò...aveva accettato l’unico destino che le aveva permesso di vivere abbastanza a lungo...
Però...
“Se potevo avere un’altra scelta?
Esisteva un’altra scelta, perché non l’ho accettata?
...perché non sarei esistita veramente?
O perché...forse...non l’avrei mai incontrato?...”
La figura davanti a lei, nel frattempo, veniva di nuovo riassorbita nella colonna, nonostante la lotta estenuante del busto di fuoriuscire dalla pietra, adesso il volto era chiarissimo, i lineamenti erano precisi...mentre svanivano di nuovo nella pietra...
Lei restò immobile, ad osservare quella colonna svanire di nuovo davanti a lei...mentre dietro un’ombra si stava avvicinando, si poteva vedere una specie di giacca sulle spalle di questa, i capelli erano corti e mossi, ed un bagliore dorato sottolineava la presenza di un’orecchino...
-Che cos’hai visto?-
-Niente...era solo un ricordo...-
la sua voce era assente, mentre l’ombra dietro di lei rivelava la figura di un ragazzo, questo sorrideva gentile, abbracciando da dietro la ragazza, che si limitò a toccare con una mano il braccio che le cinse le spalle, mentre lui sussurrava all’orecchio, sfiorandole i capelli con un bacio.
-Non temere, sorellina, ci sono io con te-
“E’ questo che mi terrorizza...forse più di quella bambina...”
-E’ bello sapere che qualcuno ci ama, vero?-
lei si voltò di scatto, seguita dal fratello che sorrideva con aria tranquilla, davanti a loro compariva ancora una volta quella bambina, i lunghi capelli neri abbelliti da una marea di nastri colorati che formavano trecce grandi e piccole, mentre egli occhi neri a mandorla erano aperti e brillanti, un sorriso innocente sulla bocca da bimba, mentre il ragazzo le si avvicinava, lasciandosi accarezzare il volto dalle piccole mani di bimba, mentre lei restava immobile ad osservare.
Provava commozione, era una scena che sapeva di puro...eppure provava anche paura...entrambe quelle figure che aveva davanti a se potevano rivelarsi...
Non seppe descrivere la sua sensazione, poté solo restare a guardare, mentre la bambina era seduta sui talloni, vestita di quel lungo abito candido, con l’orlo bagnato fradicio così come i nastri troppo lunghi.
La bambina stava per volgersi a lei, quando una vibrazione le fece tremare il corpo, di colpo la sua figura iridescente divenne trasparente, e i suoi occhi si bloccarono di paura, guardando subito la bambina che aveva smesso di sorridere, per poi scuotere la testa e guardarla seria.
-Vai, cerca di tornare presto-
lei poté solo fare un inchino, per poi svanire, mentre il ragazzo restava guardare con aria rattristata.
-E’ sempre legata al mondo terreno-
-Temo per un suo tradimento, è così legata a questo mondo impuro-
la bambina fece un’espressione rattristata, e subito il ragazzo la prese in braccio, stringendola a se e coccolandola.
-Non temere, lei non ti tradirà mai.
Gli hai aperto gli occhi, e te ne sarà sempre grata con la sua fedeltà-
-E tu mi sarai fedele?-
il ragazzo la guardò dritto negl’occhi, per poi sporgersi verso il suo volto, baciandole le labbra con dolcezza, mentre lei serrava i pugni sulla giacca che il ragazzo aveva sulle spalle, quando si staccò aveva leggermente il fiatone, mentre lui sorrideva.
-Si, per sempre-
lei sorrise, stringendosi a lui, lanciando un’occhiata laterale a guardare le quattro figure di schiena, ognuna di loro sulla schiena aveva un marchio enorme, due di queste avevano una mano abbandonata sul fianco, e i loro mignoli erano legati da un sottile e brillante filo rosso.
Gli occhi a mandorla lanciarono per qualche istante uno sguardo di fuoco a quel legame.
“Non lo permetterò...”

Meiko sbarrò gli occhi, alzandosi di scatto, dalla tasca dei pinocchietti c’era qualcosa che vibrava, mentre i suoi occhi erano ancora pieni di lacrime, e si affrettò ad asciugarle, mentre l’altra mano tirava fuori il suo apparecchio che velocemente infilò nell’orecchio, i capelli erano spettinati, ed in quel momento le iridi si erano tinte di rosso stizza, così com’era arrabbiata lei, parlando a voce infastidita.
-Chiunque tu sia, spero abbia una valida ragione per avermi disturbato-
> Datti una calmata Meiko, sono Rick
-Che cavolo vuoi?! Ti avverto che stavo facendo una cosa molto importante-
> Beh dovrà aspettare la tua cosa importante, dato che Max ha trovato Kei e Takao nel suo territorio
-Cosa?!-
Meiko balzò dal letto, la maglietta che indossava era tutta stropicciata, così come i capelli erano arruffati, si doveva essere agitata nel sonno.
-Nel vostro settore? Dove?-
> Verso la zona centrale, pare che abbiamo avuto dei problemi con un Experiment agitato
“Oddio, gli Experiment di Balthez?!”
-Mi precipito, dammi il punto esatto dove si trovano-
Rick obbedì, e pochi secondi dopo sul display davanti all’occhio di Meiko apparve una cartina con un punti luminoso che corrispondeva alla locazione dei suoi due “fratellini”
Doveva assolutamente andarli a riprendere, c’era in ballo troppo per lasciarli morire!
Si diresse rapida sulla Ducati, e partì con una potente sgommata, mentre in quel frangente Hilary tornava a casa, ad accoglierla il buio ed il silenzio, la ragazza si limitò a mettersi comoda su un divano, osservando la finestra che rivelava un cielo ingrigito e qualche fiocco di neve che cadeva sull’asfalto della strada.

-Si è messo a nevicare...-
Takao osservò dallo spiraglio del portone della chiesa la neve fioccare sopra di lui, sembrava aumentare ad ogni secondo che cadeva, e da fuori entrava un’aria fredda che faceva intirizzire il ragazzo, oltretutto lui si era bagnato per la fuga e per le fognature dove aveva scoperto il luogo dei Ribelli.
Ora che ci pensava, avrebbe potuto dire tutto a Kei e agl’altri...però...
Però ricordava perfettamente quell’uomo mascherato che l’aveva aiutato, e restituire il favore in questo modo gli sembrò terribilmente crudele, perciò decise di restare zitto.
Si strofinò le mani sulle braccia, continuando a guardare il cielo grigio, dietro di lui Kei si svegliava, osservandolo con fare stanco, la figura magra di Takao era sfuocata nelle sue iridi grigie, che lentamente andavano a colorarsi di rosso, notando come il ragazzo dai capelli blu, dopo aver chiuso il protone provocando un rombo sordo e profondo, si strofinava le mani e le braccia per il freddo, continuando a guardarsi intorno.
La chiesa cominciava a diventare fredda, e il respiro diventava condensa.
Il ragazzo lanciò un’occhiata a Kei, che fece finta di dormire ancora, mentre in realtà o spiava da sotto le ciglia nere, osservando quella figura camminare senza creare il minimo rumore, avvicinandosi all’altare ad osservare quella Madonna con il Bambino, Takao rimase colpito dalla gentilezza con la quale la donna teneva stretto a se il figlio, con un lembo di stoffa sembrava coprirlo dagli sguardi curiosi dei santi li intorno in bassorilievo sulla pietra.
Kei vide il ragazzo cercava ancora di scaldarsi strofinando le mani sulle braccia, e le iridi del diciannovenne si tinsero totalmente di rosso rubino, mentre dal nulla si formava una fiammella, che si avvicinò silenziosa a Takao.
Questo avvertì il calore e si voltò, trovandosi a poca distanza con quella cosa, e scattando all’indietro, stupendosi, per poi avvicinarsi ed allungare una mano, avvertendo che era calda, piacevolmente calda; il fuoco non sempre brucia...
Il ragazzo dai capelli blu si voltò verso Kei, che lo osservava sveglio, e con una mano creò una serie di fiammelle simili alla prima, che avvolsero in una spirale Takao, scaldandolo e illuminando la statua sopra di lui della Madonna, il ragazzo si guardò intorno stupito, la sua pelle alla luce appariva più rosata, mentre lui si lasciava scappare un sorriso, accogliendo con due mani una di quelle fiammelle, portandola verso il petto per scaldarsi.
Kei spalancò silenzioso gli occhi nell’osservare quella scena, la fiamma del fuoco illuminava il volto e gli occhi scuri di Takao, la pelle scaldandosi assumeva un colorito più umano, e la sua figura appariva stranamente idilliaca e non reale, mentre il ragazzo si lasciava scaldare, osservando in silenzio quel fuoco che non lo stava bruciando, non lo stava scottando.
Aveva sempre avuto paura del fuoco, ma quella fiammella così piccola e gentile non sembrava volergli fare del male, ed anche se timidamente si stava lasciando scaldare, Kei lo teneva continuamente sotto d’occhio, controllando che la fiamma non si alzasse troppo, mentre una delle altre si avvicinava al suo corpo, scaldando anche lui.
Takao alzò il volto verso il ragazzo ferito, e sorrise, ringraziandolo, mentre Kei restava in silenzio a guardarlo. Quel sibilo ora sembrava il sussurro di una voce.
Un tonfo spense le fiammelle e il momento di calore, il protone della chiesa aveva tremato, e da dietro di questo usciva un’urlo disumano, per poi venir seguito da un altro colpo, dal soffitto malconcio scendevano pezzi di calcinacci; l’Experiment li aveva trovati! Allarmato Takao corse verso Kei, che si era alzato per affrontare il nemico, quando l’altro ragazzo lo bloccò.
-Non farlo, sei ferito!!-
-Fammi passare!-
-NO! Scappiamo!!-
Kei osservò sbalordito e arrabbiato Takao, per poi avvertire la gamba lanciare un dolore acuto che lo spinse ad accasciarsi verso Takao, il ragazzo velocemente mise il braccio del diciannovenne attorno le sue spalle, e si avviarono verso l’altare, soprattutto verso quella sezione di muro dove c’erano le tubature rotte, li accanto c’era un buco abbastanza grande dove ripararsi.
i due ragazzi si stavano per infilare, quando il protone venne scaraventato via, in un gesto istintivo Kei nascose sul suo petto Takao, dando la schiena al portone che investì in pieno l’altare, fracassando il legno ormai marcio, mentre l’Experiment urlava di nuovo ,aprendo ancora le sue enormi ali dietro la schiena e ripartendo alla carica, stavolta i due ragazzi si buttarono a terra, bagnandosi per la pozza d’acqua, mentre l’essere li superava e si alzava verso l’alto, velocemente Kei spinse via Takao, generando una serie di bolle di fuoco, le iridi rosse brillavano furenti, mentre le bolle di fuoco si scagliavano contro l’Experiment, che urlò mentre il fuoco lo prendeva in pieno, costringendola a deviare e a crollare verso le panche in fondo della schiena.
La spalla e la gamba di Kei lanciarono un lampo di dolore, facendo inginocchiare il ragazzo che iniziava a sudare, era bollente, e Takao gli mise una mano sul volto, la frescura sembrò gradita al ragazzo dai capelli grigi, che si lasciò sdraiare, mentre il compagno sorrideva.
-Tu resta qui nascosto, ci penso io-
-Non fare...lo stupido...-
Takao sembrò ignorare la sgridata di Kei, la creatura aveva ripreso conoscenza e stava andando contro il ragazzo dai capelli blu, che si coprì il viso con le mani, generando una forte pressione che sbalzò via l’Experiment, che si riprese subito e con le mani modificate in artigli lanciò un colpo verso il volto di Takao, che si riparò con il braccio, ferendosi, mentre intorno a lui si creava una forte corrente, generando una serie di vuoti d’aria che “tagliarono” le ali alla creatura, alcune piume caddero a terra, mentre sul corpo presentava una ferita grave che iniziava a sanguinare.
Eppure l’Experiment riprese ad attaccare, più aggressivo che mai, takao questa volta fu costretto e buttarsi a terra per evitarlo, per poi accorgersi che l’essere mirava a Kei, che era svenuto, le ferite avevano ripreso a sanguinare.
-NO!-
Takao si gettò sul corpo del ragazzo, e chiuse gli occhi, generando così un vortice d’aria che investì in pieno l’Experiment, che lanciò una serie di schiamazzi e lamenti mentre veniva scaraventato control a prete e sembrava esser emesso al tappeto, il ragazzo dai capelli blu spalancò di nuovo gli occhi, rivelando le iridi azzurre.
Appoggiò l’orecchio al petto di Kei, ed avvertì ancora il cuore battere, anche se con meno forza.
Oh no!
La creatura si fece ancora sentire, ed il ragazzo si mise a difesa del compagno, non poteva allontanarsi da li, mentre una panca veniva scaraventata verso di lui, bloccata all’ultimo secondo da un potente colpo di vento che la scagliava lontano, altri proiettili furono deviati, a parte un ciocco di legno di una panca che colpì la tempia di Takao, creandogli un taglio che cominciò a sanguinare, mentre il ragazzo avvertiva spossatezza sulle gambe.
Non doveva mollare, non poteva!
Avvertì la stanchezza indebolire il suo potere, e l’Experiment lo scaraventò lontano dal ragazzo con una manata, la creatura sembrava intenzionata a finire Kei.
KEI!!
Ad un tratto l’Experiment fu colpito da una scarica di aghi che lo colpì in pieno alle ali, un’ombra si mosse lungo una zona in ombra della parte superiore della chiesa, attirando su di se la rabbia della creatura, che spiccò il volo nonostante quei colpi, scagliandosi con violenza contro una prete in alto che franò, le pietre per la forza di gravità avrebbero schiacciato sotto di se Kei, e Takao in un gesto disperato lo coprì con il suo corpo, il volto vicinissimo a quello bollente del ragazzo, che socchiuse gli occhi, sentendo ancora quel vago sentore di arancia ormai svanito di quella persona a lui familiare.
-Takao...-
i secondi furono interminabili quando qualcosa deviò la direzione delle pietre, che si scagliarono sulle ultime panche rimaste, Takao a quel rumore lontano alzò di scatto la testa, e dietro di se vide la figura di Meiko, ansimante per la corsa che gli si avvicinò, tastandogli il volto.
-TAKAO! Piccolo, stai bene?-
-...Mei...Mei-chan...Kei...-
la ragazza diede un’occhiata al ragazzo, e si morse il labbro inferiore, per poi urlare in direzione di qualcuno.
-SONO QUI!!-
ad accorrere al suo urlo Rick, che l’aveva raggiunta ed insieme erano andati alla chiesa, il nero americano con un gesto si caricò in spalla il ragazzo ferito, mentre Takao veniva controllato dall’occhio di Meiko, la iridi celesti controllarono il taglio alla tempia.
-Guarda che macello...uff, mi hai fatto prendere un colpo insieme a quell’altro scemo.
Non farlo mai più, intesi?-
Mei-chan spettinò la capigliatura di Takao, che si permise un pianto liberatorio, nonostante fosse un maschio la tensione e la paura lo avevano distrutto, non si era mai trovato di fronte a situazioni simili, e stavolta aveva temuto davvero che Kei morisse.
La ragazza lo lasciò fare sorridendogli affettuosa, per poi accompagnarlo verso la moto, Rick li avrebbe riportati nel Settore Sud, dove ad attenderli alla villa c’era Hilary, che sentì il fiato mancarle in gola non solo per l’aspetto malconcio di Kei, ma anche per la presenza di Takao che di fronte alla ragazza tremò leggermente, notato da Meiko, che si limitò a scoccare un’occhiataccia alla ragazza.
-Hila...dopo io e te dobbiamo parlare...-

Intanto la figura inseguita dall’Experiment si nascose dietro ad un vicolo, mentre la creatura urlando la sorpassava, la stradina era stretta e ben nascosta, mentre la figura si toglieva dagl’occhi gli occhiali da pilota, mettendoseli tra i capelli, per poi liberare il braccio ed osservare con una punta d’ansia le cicatrici sanguinare leggermente.
Ansimava per la lunga corsa, era riuscita a fermarlo dall’uccidere quei ragazzi.
...ormai poteva ancora chiamarlo ragazzo...o amico? Poteva ancora sperare di ritrovare in quello sguardo folle il ricordo del suo compagno?
...la ragazza strinse i denti, stringendosi anche il braccio dolorante, le faceva un male cane ogni volta che usava quella strana cosa che faceva il suo corpo.
Il suo incubo era diventata la sua arma di difesa...
Si sporse alla luce del sole, rivelando i capelli rosa, la ragazza si guardò intorno alla ricerca dell’Experiment, notando che non era da nessuna parte, per poi mettersi di nuovo nella stradina e tirare fuori una ricetrasmittente, iniziando a parlare e continuando a guardare la strada, dietro di lei c’era una rete che le sbarrava la strada ad un campo di basket abbandonato.
-Aaron, mi senti? Aaron, qui Matilda, rispondimi ti prego!-
la ricetrasmittente di vecchio modello gracchiò, per poi essere seguita da una voce un po’ confusa dal sottofondo.
> Matilda?! Cristo, sei viva?-
la ragazza tirò un respiro di sollievo, continuando poi a parlare.
-Si, sono viva, e sono riuscita a trovare Mihaeru. E tu? Hai trovato Cloud?-
> Ancora no, ma temo che anche per lui sia tardi.
La ragazza si morsicò ancora il labbro inferiore, per poi sentire un lamento provenire dall’alto, e subito si infilò i suoi occhiali da pilota.
-Aaron, devo chiudere-
> Matilda cosa...
la ragazza non poté rispondere, l’Experiment l’attacco dall’alto, appiattendosi lungo una delle murature del vicolo, la ragazza con un potente balzo scavalcò la rete, cadendo a terra e rotolando sul campetto da basket, mentre la creatura dietro sfasciava la rete, continuando a seguirla, il viso di quello che una volta era un ragazzo era ormai deturpato dalle vene ingrossate ed arrossate, sembravano dei tribali sulle guance e la fronte, mentre la ragazza dopo aver lanciato uno sguardo dietro di se riprendeva la corsa, dal suo braccio si formarono una serie di aculei, che lanciò contro l’Experiment per distanziarlo, continuando a correre lungo i vicoletti.
“Ho trovato Mihaeru...ma ora come lo libero?!”
la ragazza balzò su un cassonetto mentre il ragazzo alato dietro di lei lo scaraventava lontano, continuando ad inseguirla e lanciando quelle urla disumane, sembrava soffrire da morire, tendeva a mordersi anche le braccia per quanto era aggressivo.
Come in quel caso, di colpo l’essere andò a sbattere contro un muro in calcestruzzo, restando un po’ intontito, per poi mettersi le mani in faccia ed urlare al cielo, sbattendo più volte le spalle e la testa contro quello che ne restava della muratura di quel vecchio edificio, mordendosi con violenza le braccia e sanguinando, mentre Matilda da dietro una vecchia scalinata osservava scioccata il comportamento dell’Experiment, decidendo di fermarlo, dalla sua mano si formarono una decina di aculei, mentre lei tratteneva un lamento doloroso, la mano sanguinava.
La ragazza si sporse verso il ragazzo, indossava ancora i suoi occhiali da pilota, ed urlò con forza, prima di lanciare il suo attacco.
-MIHAERU!-
il ragazzo si fermò ed osservò gli aculei colpirlo al petto, l’essere strillò rabbioso, strappandosi via gli aculei e iniziando di nuovo ad inseguire la ragazza, che velocemente salì sulla rampa di scale, accucciandosi per evitare un attacco da parte del ragazzo, che ripartì ancora e continuò più volte, mentre Matilda lanciava ancora un’altra scarica di aculei, salendo fino in cima all’edificio, trovandosi in pieno spazio aperto del tetto, intorno a lei si vedevano gli edifici più grandi e piccoli, mentre sopra il cielo appariva luminosissimo, era la prima volta che saliva così in alto, e tirava un vento freddo.
Si guardò intorno allarmata, per poi avvertire due mani artigliate graffiarla e buttarla a terra con violenza, costringendola ad accucciarsi, adesso era ferita anche alla schiena, mentre l’Experiment atterrava di fronte a lei, la ragazza infilò velocemente una mano in tasca, traendone fuori una siringa, liberando l’ago dal cappuccio in plastica, guardando convinta il ragazzo.
Portava solo un paio di pantaloni, mentre sul petto, lungo il collo e sul volto le vene si erano ingrossate, dietro di lui le ali sembravano succhiarlo di ogni energia, mentre negl’occhi si vedeva solo il bianco della sclera, il ragazzo prese fiato, per poi avvertire un’altra scarica di dolore ed accucciarsi a terra, al collo portava un collare che sembrava mandare degli impulsi elettrici.
Matilda scattò appena la figura su accucciò ancora, e con violenza infilò l’ago in una delle vene più grandi sulla schiena, svuotandola di tutto il contenuto, per poi venire scaraventata via dalla potenza della creatura, ritrovandosi sul ciglio dell’edificio, sotto di lei il vicolo deserto e pieno di spazzatura.
La ragazza si rialzò in piedi, anche se avvertì il corpo lanciarle segnali di dolore su gambe, braccio e schiena, la creatura intanto si agitava ancora più nervosa di prima, urlando e rotolandosi a terra, in un spettacolo che fece piangere Matilda, la ragazza si tolse gli occhi da pilota, lasciando scivolare le lacrime sulle guance, asciugandosele strofinandole mani sul viso.
-Mihaeru...-
-Ma che scenetta commovente...-
Matilda sussultò, guardando di fronte a se il ragazzo che aveva parlato, Mihaeru era intanto svenuto a terra, tenuto sotto d’occhio da una Kiman schifata, che lo mosse leggermente con la punta del piede, per poi rivolgersi al rosso di fronte a lei.
-Ehi Yuri, questo è andato-
-Non c’è problema...sicuramente la nostra amica qui presente gli avrà somministrato un sedativo...non ho forse ragione?-
la ragazza dai capelli rosa tentò di indietreggiare, ma si rese conto di essere sul ciglio dell’edificio, perciò in un gesto di minaccia mostrò il braccio scoperto, da questo spuntarono un’altra serie di aculei con altrettanto sangue che scivolava giù dall’arto, mentre Yuri faceva una faccia divertita e leggermente sorpresa.
-Ma tu guarda, così sei uno dei due Experiment falliti di Balthez-
-Stai indietro!-
-Altrimenti...che mi fai?-
Matilda ringhiò, per poi lanciargli gli aculei, di fronte a Yuri si formò immediatamente una barriera di ghiaccio, apparsa dal nulla, mentre Kiman avvertiva i muscoli irrigidirsi, era quasi scattata a proteggere il corpo del ragazzo, ma lui sapeva benissimo difendersi da solo...
Yuri intanto fece capolino dalla parete di ghiaccio, e sorrise crudele, gli occhi celesti divennero ancora più chiari, assumendo tinte grigiastre, mentre si avvicinava alla ragazza, restandola d una distanza di massimo due metri, alzando una mano verso l’alto; dal nulla, un cuneo di ghiaccio lungo un braccio si formò.
Yuri sussurrò crudele.
-Addio-
poi scagliò con violenza il cuneo, che colpì in pieno la spalla destra di Matilda, che avvertì il respiro mozzarle, mentre il suo sguardo cadeva sulla figura dell’Experiment svenuto, prima di cascare all’indietro verso il vuoto.
-Ah...Miha...eru...-
Yuri avvertì la ragazzo crollare a terra dentro un bidone della spazzatura, e si voltò verso Kiman, che era rimasta immobile accanto alla figura dell’Experiment.
-Lo lasciamo qui?-
-Purtroppo ci tocca portarlo dal signor Balthez.
Forza...-
Kiman obbedì, toccandosi con un dito il lobo dell’orecchio.
-Boris, abbiamo bisogno di braccia-
> Ricevuto

In quel momento due ragazzi stavano sfondando il vetro di una finestra, partendo di corsa verso le viuzze, mentre un ragazzo pelato pieno di piercing si sporgeva, agitando il pugno ed urlando con una voce da donnicciola.
-LADRI! MALEDETTI CAGNACCI ROGNOSI!!-
-Un altro colpo riuscito al mitico duo Sangre!-
-Yeah!-
la ragazza batté il cinque al fratello, mentre continuavano a correre, lui teneva ben saldo in mano il sacchetto con la refurtiva, ormai i prezzi del cibo erano aumentati in modo vertiginoso, e chi non aveva soldi o moriva di fame o rubava; i ragazzi non avevano fatto troppa fatica, in qualche modo avevano sempre avuto fortuna in quei furtarelli, e per qualche giorno avevano cibo, anche per sfamare il loro amico, anche se per lui il discorso era un altro.
-Sorellina, dobbiamo ricordarci che stasera dobbiamo ricaricare il generatore-
-Lo so Raul, continua a correre-
di solito non si fermavano fino a quando non erano arrivati a casa, o meglio, non erano arrivati alla loro baracca che chiamavano casa, continuando a correre, di solito quando chiudevano la porta dietro di loro crollavano a terra spossati, ogni volta andavano sempre più lontano per rubare del cibo, il settore dove si trovavano, la zona Nord, non era per niente ospitale, ed erano costretti ad arrivare fino al centro, per poi raggiungere la loro baracca nella zona Nord-Est, quasi al confine tra le due Zone.
Non si erano mai interessati a quello che usciva dalla loro vita privata, e fino ad adesso erano sopravvissuti. Fino a quando un proiettile non attirò l’attenzione di Raul, il ragazzo si fermò nel vedere quel corpo cadere dall’edificio, mentre julia si voltava a guardarlo.
-Raul, cosa...-
-CAZZO!-
il ragazzo esclamò prima che si sentisse un violento colpo venire da un cassonetto dell’immondizia, qualcosa era caduto dall’edificio li vicino, qualcosa di molto simile ad un corpo, data la grandezza della figura e al tonfo provocato, velocemente il ragazzo passò la refurtiva alla sorella, correndo verso il vicolo e sporgendosi verso il cassonetto, da li proveniva un forte odore d’immondizia.
Gli occhi verdi di Raul si spalancarono, in mezzo al pattume c’era una ragazza con un enorme cuneo di ghiaccio infilato sulla spalla, che stava sanguinando in modo copioso.
-...SORELLA! JULIA! VIENI!-
-Raul cosa...Oh MADRE DE DIOS!-
-Forza, aiutiamola!-
-Ma sei impazzito?! Così rischiamo di andare contro ai guai! Guarda quel pezzo di ghiaccio, non è un fenomeno naturale!-
-Ma non possiamo lasciarla morire!-
Julia sospirò, sebbene fossero fratelli gemelli, Raul era decisamente diverso da lei caratterialmente, più portato ad aiutare agl’altri al contrario della sorella che tendeva a pensare molto al suo bene e a quello di suo fratello.
La ragazza dai lunghi capelli lanciò un’occhiata alla ragazza nel cassonetto, respirava a fatica, e la ferita sanguinava.
-Ti prego Julia!-
la ragazza incrociò le iridi verdi del fratello, e rimase ad osservarlo in silenzio, prima di schiaffarsi una mano in faccia e buttare da una parte il cibo, pregando che nessuno passasse in quel momento a prenderglielo.
Raul rimase cinque minuti buoni ad osservare la sorella, che imbarazzata alzò la voce guardandolo male.
-Avanti, si può sapere cosa aspetti? Non c’è la faccio da sola!-
Raul sorrise raggiante, per poi aiutarla a portare il peso di quella ragazza ancora viva sul corpo di Raul, che tra i due forse sembrava il meno robusto, ma di certo era il più forte; così i due ripresero ad avviarsi verso casa, rallentando la corsa, mentre Raul sorrideva contento alla sorella.
-Sei grande Julia!-
-Zitto e corri-
il ragazzo annuì, avvertendo il corpo sopra di lui muoversi leggermente, segnalando che era ancora viva, mentre il sangue stava iniziando a bagnargli la maglietta azzurra, facendo0gli accelerare il passo.
“Resisti!”

Kei lanciò un lamento, stringendolo con forza tra i denti, mentre Meiko continuava a sistemare la sua ferita, era riuscita ad estrarre il bossolo, adesso l’emergenza era quella di far abbassare la febbre al ragazzo, continuando a rinfrescargli la fronte con un panno freddo, li accanto la bacinella dell’acqua si andava a scaldare, mentre in quell’istante Takao entrava, con fare intimidito, attirando su di se lo sguardo ed il sorriso della ragazza.
-Piccolo, come va?-
-...bene...Kei?-
-Uff, la febbre sembra scendere, ma è ancora troppo presto.
Senti, io vado a cambiare l’acqua di questa bacinella, vorresti continuare a tenere d’occhio il nostro ferito?-
La ragazza non diede neanche il tempo al ragazzo dai capelli blu di rispondere che gia aveva chiuso dietro di se la porta, sbuffando stanca, mentre dal corridoio spuntava la figura di Hilary.
-Volevi parlarmi?-
lo sguardo della ragazza più grande si ghiacciò, mentre annuiva con fare convinto, dando le spalle all’altra che rabbrividì, gli occhi avevano cambiato colorazione, diventando di un celeste grigio che sembrava ghiaccio.
-Seguimi-
Takao intanto timidamente si mise seduto sul letto dove era sdraiato Kei, la gamba ormai era stata curata e bendata, avevano fatto un viaggio lungo a tutta velocità, rischiando anche di ammazzarsi per fare in fretta, e lui, il ragazzo dai capelli blu, se l’era cavata con un po’ di disinfettante e dei cerotti, di cui uno era sul naso, dandogli un’espressione un po’ infantile.
Kei riposava...no, non sembrava risposare, a giudicare da come il viso era contratto in una leggera smorfia di fastidio e dolore, i segni tribali erano stati tolti, rivelando la pelle pulita del ragazzo.
Takao lo osservò in silenzio, ad un tratto Kei si mosse, prima lentamente, poi con uno scatto che fece alzare di colpo il ragazzo li seduto, Kei sembrava riprendere conoscenza, mentre allungava una mano verso una bottiglia d’acqua ed un bicchiere, velocemente Takao sembrò intuire il desiderio dell’altro ragazzo, versando dell’acqua nel bicchiere e aiutando Kei a mettersi in una posizione semi-sdraiata, un braccio gli reggeva la testa mentre l’altra mano reggeva il bicchiere.
All’inizio il ragazzo dai capelli grigi sembrò dibattersi da quell’aiuto, quando la voce sussurrata di Takao lo fermò.
-Ti prego, fatti aiutare-
Kei si limitò a fermarsi, per poi iniziare a bere avidamente dal bicchiere, le sue labbra bollenti al contatto con l’acqua fredda provarono un senso di benessere, così come il suo corpo nell’avvertire il liquido fresco scendere lungo il petto, scaldandosi lentamente.
Takao rimise a posto il bicchiere, aiutando Kei a tornare sdraiato, quando la mano di lui si mosse, accarezzandogli la guancia, era fresca sotto la mano bollente.
Il gesto lasciò senza fiato il ragazzo dai capelli blu, che si limitò a spalancare leggermente gli occhi, mentre l’altro lo guardava con gli occhi socchiusi, si poteva intravedere le iridi scarlatte miste al grigio.
-...bello...-
Takao si lasciò toccare da quella mano avida, mentre Kei lo teneva d’occhio, l’altra mano sembrava non riuscire a muoversi, mentre il viso del ragazzo più giovane arrossì leggermente di fronte a quello sguardo, era diverso rispetto al solito e “bruciante” sguardo di Kei, era...dolce...e debole...quasi speranzoso che quello che stava vedendo fosse un viso vero e non solo un’illusione.
Forse era quello che stava veramente pensando Kei.
Fatto sta che il ragazzo accarezzò ancora quel volto, toccando anche i capelli e sfiorando gli occhi e le labbra, Takao a quel tocco così leggero avvertì il cuore accelerare e il respiro farsi debole.
Poi, in silenzio, Kei abbandonò quella mano sul letto, chiudendo gli occhi, mentre l’altro ragazzo si discostava, adesso quella parte di volto bruciava come se fosse toccata da un tizzone ardente, mentre il rosso invadeva il suo volto, ed ebbe voglia di allontanarsi da lui, ma stranamente disobbedì a quell’ordine mentale, restando li vicino, oltretutto Meiko non era ancora tornata...
Non era ancora tornata...e poi...voleva stare vicino a Kei...ancora un pochino...

Bella
La parola Bella è nata insieme a lei
Col suo corpo e con i piedi nudi, lei
E' un volo che afferrerei e stringerei
Ma sale su l'inferno a stringere me
Ho visto sotto la sua gonna da gitana
Con quale cuore prego ancora Notre Dame
C'è
Qualcuno che le scaglierà la prima pietra?
Sia cancellato dalla faccia della terra!
Volesse il diavolo, la vita passerei
Con le mie dita tra i capelli di Esmeralda


-Che cosa volevi?-
Hilary si era appoggiata al muro della cucina, mentre Meiko si limitava ad aprire il rubinetto per riempire la bacinella, lasciandosi raffreddare le mani dal liquido.
-Sai bene cosa voglio da te: io so perfettamente che non ti piace Takao...-
la castana si limitò ad ingoiare a vuoto, stringendo dietro di se i pugni, subito cercò qualcosa per far chiudere la boccaccia a quella maledetta, sapeva sempre cosa pensava e cosa voleva, sembrava che cercasse sempre di farla sentire una vigliacca ed una perdente, quando invece Hilary aveva tutto quello che desiderava: un uomo tutto per se, che pensava solo a lei, che scopava solo lei, che si divertiva solo stando con lei.
Invece...invece era arrivato quel moccioso...e le stava rovinando i piani....anche con i Ribelli...avevano scoperto i Ribelli...e lei aveva dovuto fare da garante per la sua vita...
Se ci pensava...avvertiva lo schifo addosso...e una forte sensazione di liberazione quando aveva cercato di ucciderlo...
Ma allora...perché a ripensarci si sentiva così male? Perché adesso che la sua mente la riportava verso quel ricordo nuovo e vivo...si sentiva così miserevole, e le venivano le lacrime agl’occhi?
Non aveva senso....non aveva senso quello che lei avvertiva! Era esattamente tutto il contrario di quello che voleva lei!
Quando se lo era visto davanti di nuovo...si era sentita bene...ed invece gli aveva detto di non farsi mai più vedere!!
Cosa le succedeva...
Cosa...

“Aaaah, che noia che sei Hilary!”
“Non è colpa mia se sei il solito pigrone”
“A chi hai detto pigrone, antipatica?”
“Come ti permetti!?!”


...
Hilary iniziò far scendere le lacrime dagl’occhi, un senso di nostalgia e malinconia le aveva afferrato di colpo il cuore, serrandolo e bloccandogli il respiro, mentre Meiko aveva percepito qualcosa di strano nell’aria, e si era allarmata immediatamente, cercando di tagliare il discorso con Hilary.
-Io ti avverto, ragazzina: se farai del male a Takao...ti renderò la vita un’inferno.
E adesso sparisci!-
La castana obbedì, continuando a piangere senza controllo, mentre Meiko si accasciava a terra, avvertendo il fiato mancarle.
Dannazione...era troppo vicino...bisognava accelerare i tempi...bisognava impedire il suo arrivo...
Però...era questo che lei voleva?

Fine Capitolo 10

(Ecco qua il nuovo capitolo, un saluto a Francesca Akira, Bea-chan, Mazer e Lelli91, oltre a tutti quelli che leggeranno questa storia, un bacio!
Meiko)
  
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