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Autore: Hotaru_Tomoe    30/07/2010    1 recensioni
Dopo la morte di Silente le strade di Severus ed Oleander si dividono: lui fugge con Draco e i Mangiamorte, lei resta ad Hogwarts. Nel frattempo Harry e tutti i suoi amici iniziano a percorrere il sentiero che li porterà verso lo scontro finale con Voldemort. Un anno lunghissimo, costellato di confronti, indagini, scoperte, intrighi ed avventure.
Questa fanfiction è il seguito de "Il vaso di Pandora".
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Severus ed Oleander'
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CAPITOLO 16: IL BRACCIALE DI CORVONERO

- parte seconda -

 

"Dubito ci sia qualcuno, Mundungus: si sono diffuse brutte voci nell'ambiente e il proprietario del Sottoscala sarà già partito per una lunga vacanza." disse Oleander, andandogli incontro a bacchetta spianata. Fletcher sussultò per lo spavento, appiattendosi contro il muro "Oh, studenti di Hogwarts - fece una risatina nervosa - siete qui in gita scolastica?"

"No, siamo qui per riprendere i gioielli di Priscilla Corvonero che tu hai rubato. - disse Terry, facendosi avanti - Ridacceli!"

Il truffatore si tirò vicino il sacco "Non so di cosa state parlando, qui ci sono solo ehm... delle cose che... uh... ho ereditato da una prozia."

"Abbiamo le prove che non è così, Dung: faresti davvero meglio a consegnarci quel sacco, perchè c'è altra gente che ti sta cercando, decisamente meno amichevole di noi."

"Su questo ci può scommettere, signorina." Tutti si voltarono al suono di quella voce: da un'altra strada che confluiva nella piazza sbucarono i cinque Mangiamorte. Quello che aveva parlato, il più basso del gruppo, si sfilò la maschera: non assomigliava nemmeno lontanamente a Draco Malfoy, si trattava di Peter Minus e nessuno degli altri quattro era Severus. Mundungus lasciò immediatamente la presa sul sacco e si smaterializzò alla velocità di un lampo.

"Ragazzi, al riparo, presto!" urlò Oleander e si tuffò dietro a una montagnola di calcinacci, evitando d'un soffio uno schiantesimo. Anche i ragazzi di Hogwarts trovarono riparo e risposero immediatamente agli attacchi degli uomini mascherati, Krum schiantò senza tanti complimenti uno di loro che si era sporto troppo dal suo riparo e Daphne, con un fenomenale incantesimo scudo protesse la sorella da un incantesimo, che rimbalzò sul soffitto, dal quale si staccarono alcuni blocchi di pietra. In mezzo a tutta quella confusione, Oleander vide che Minus cercava di avvicinarsi al sacco abbandonato da Mundungus: quindi i Mangiamorte cercavano proprio quello e non il mago truffatore. Ma perchè mai si interessavano a dei gioielli? Che se ne facevano? A meno che... "In nome di Zoroastro, e se ci fosse un horcrux là in mezzo?" La donna cercò di tenere il mago lontano dal suo obiettivo, ma Minus puntò la bacchetta sul soffitto e gridò "Descendo!" per schiacciarla con alcuni blocchi di cemento. Oleander li distrusse, ma la piazza venne invasa dalla polvere dei calcinacci, inoltre le vibrazioni ed i numerosi incantesimi lanciati da entrambe le parti fecero crollare un grosso tratto della galleria, che divise i due gruppi avversari, ma isolò anche Oleander dai ragazzi. "State tutti bene?"

"Sì - le rispose Luna da dietro le macerie - e lei?"

"Anch'io! Cercate di scavarvi una via d'uscita in direzione della mia voce e poi seguite le pietre verdi posizionate sul muro: vi condurranno all'aperto."

Nel frattempo Minus era riuscito a raggiungere il sacco dei gioielli e, con la mano metallica donatagli da Voldemort, ne estrasse trionfante un bracciale di diamanti rosa. "Dove pensi di andare?" Oleander gli indirizzò un incantesimo.

"Ho un asso nella manica, signorina. Addio." In men che non si dica si trasformò in topo e, con il bracciale stretto in una zampina, sgusciò tra le pietre.

"Ce l'ho anch'io. - si alzò, stirandosi e facendo scrocchiare le ossa - Speriamo di riuscirci, sono anni che non lo faccio e sono parecchio fuori allenamento."

Poco dopo una pianta d'edera strisciava agilmente negli spazi tra i calcinacci e raggiunse l'esterno: il passaggio usciva all'aperto nei Giardini Pubblici, alla base di una grossa roccia decorativa. Sciolse la trasformazione da Florimagus e si guardò intorno alla ricerca di Minus. Nel frattempo si era messo a diluviare e in un attimo si ritrovò fradicia fino al midollo. Anche Minus aveva riacquistato aspetto umano e correva verso l'uscita, Oleander si lanciò al suo inseguimento, ma scivolò sull'erba bagnata e la bacchetta le sfuggì di mano, rotolando via. Vista la sua inseguitrice disarmata, Minus valutò che non era più pericolosa e tornò sui suoi passi con fare baldanzoso, fermandosi sotto un'imponente quercia per ripararsi dalla pioggia battente "Bene, bene, chi abbiamo qua? Una giovane Auror pronta ad immolarsi per la causa? Non ho mai visto la tua faccia. Oh beh, poco importa, ora. - la canzonò con uno sgradevole sorriso, che metteva in mostra i suoi denti da roditore. - Vorrei dirti 'Ritenta, sarai più fortunata', ma non ci sarà una seconda occasione per te." proseguì, sollevando la bacchetta, mentre con la mano metallica che stringeva il bracciale di Corvonero scacciava via una vespa.

Oleander cercò la sua bacchetta con lo sguardo carico di paura: era ruzzolata almeno un paio di metri più in là e lei probabilmente nella caduta si era slogata una caviglia, a giudicare dal dolore pulsante, non aveva alcuna speranza di fare un balzo e raggiungerla. E poi quelle manovre riuscivano solo nei film.

Minus agitò nuovamente il braccio, per allontanare altre due vespe moleste che insistevano a ronzargli attorno alla testa.

La maga con gli occhiali seguì il volo degli insetti ed ebbe un sussulto: appeso a un ramo giusto sopra la testa del Mangiamorte c'era un nido di vespe delle dimensioni di un cocomero, brulicante di insetti che si andavano riparando dalla pioggia. Tastò il terreno e con la mano sinistra toccò un sasso, grosso come un pugno.

"Un ultimo desiderio?" scherzò ancora Minus.

"A dire il vero sì." Oleander chiuse le dita attorno alla pietra e si concentrò: era la sua unica possibilità e non poteva sbagliare. "Va' all'inferno."

"Dopo di te, signorina. A..."

Prima che Minus riuscisse a pronunciare l'anatema che uccide, Oleander scagliò il sasso sopra la sua testa, Minus si chinò istintivamente, ma il sasso passo ben al di sopra del suo capo "Mancato."

"Centro perfetto." ribattè la donna. La pietra colpì in pieno il nido grigio, che si staccò dal ramo e cadde giusto in testa all'uomo che aveva tradito James e Lily, spaccandosi. Migliaia di vespe inferocite ne uscirono e punsero il mago senza pietà che, in preda ad un terrore assoluto, abbandonò horcrux e bacchetta e corse via schiaffeggiandosi la testa. Accecato da alcune vespe che lo avevano punto sulle palpebre e poco avvezzo al traffico di una città babbana, si gettò in mezzo alla strada e fu centrato in pieno da un grosso camion, che non riuscì a frenare (e in seguito numerosi testimoni dissero che l'autista non avrebbe potuto far nulla per evitare quel pazzo che era sbucato dal nulla correndo all'impazzata). Minus venne sbalzato diversi metri più in là e cadde pesantemente sull'asfalto, morendo sul colpo.

Oleander si rimise in piedi a fatica, tremava sia per la pioggia gelida, sia per il pericolo corso. Recuperò la sua bacchetta e squadrò il bracciale di diamanti, che giaceva inerte sull'erba. Visto così sembrava del tutto innocuo, ma Voldemort non avrebbe di certo scomodato cinque Mangiamorte per un gioiello qualsiasi. Quello era sicuramente un horcrux e quindi andava distrutto, ma doveva usare la massima prudenza: gli altri horcrux erano protetti da delle maledizioni e probabilmente il bracciale non era da meno.

Si guardò attorno: a causa di quell'acquazzone torrenziale, i Giardini erano deserti, nessun clochard, nessuna mamma con pupo in carrozzina, nemmeno un fanatico del jogging. Era il momento ideale.

Si riparò dietro la roccia da cui era sbucata e agitò la bacchetta in direzione dell'horcrux "Bombarda!" Il bracciale saettò verso l'alto e ricadde al suolo, intatto.

"Sembra che occorra qualcosa di più incisivo..." Ma non si fidava ad usare qualche pericoloso incantesimo oscuro, come l'Ardemonio, sia perchè non era certa di essere in grado di padroneggiarlo, sia perchè poteva essere troppo pericoloso per se stessa e per gli ignari babbani della sua città.

"Se solo potessi aumentare la forza dell'incantesimo." E poi notò la bacchetta abbandonata da Minus. "Accio!" Castagno e cuore di drago, poco più di nove pollici e troppo flessibile "Se il convento non passa di meglio... Bombarda maxima!" Oleander puntò entrambe le bacchette contro l'horcrux: inizialmente non accadde nulla, ma poi dal bracciale si generarono delle fiamme viola elettrico e all'improvviso il gioiello di Corvonero esplose in un'accecante palla di fuoco; Oleander dovette aggrapparsi saldamente alla roccia, per non essere spazzata via dal violento spostamento d'aria. Attese qualche istante e poi sbirciò furtivamente da dietro il suo riparo: il bracciale era sparito e con esso la quercia secolare lì vicino: al loro posto c'era un cratere annerito e fumante del diametro di un paio di metri.

"Signora! Signora, sta bene?" un vigile corse verso di lei.

"Sì, grazie, sto benissimo."

"Ha visto quella luce? Cos'è stato?"

"Un fulmine - asserì Oleander con sicurezza - non può essere stato altro che un fulmine."

"Eh già. Però, che roba... un momento: ma non c'era una grossa pianta, qui?"

"Mi perdoni, ma credo che laggiù ci sia stato un incidente, o qualcosa del genere." disse lei, per sviare l'attenzione del babbano ed indicò la strada fuori dai cancelli dei Giardini, dove un crocchio di persone si andava formando attorno al defunto Peter Minus. Il vigile corse via, dimentico del cratere annerito e dell'eventuale pianta mancante.

Dopo qualche minuto, da un bagno chimico nel mezzo del parco (guasto - secondo il cartello che c'era appeso alla porta) sbucarono Krum e gli studenti di Hogwarts, che erano riusciti a guadagnare l'uscita. Daphne trovò addirittura il tempo di essere polemica "Che schifo di uscita! Un bagno! Il Ministro della magia di questo Paese è senza cervello."

"Professoressa, siamo qui. E guardi, abbiamo recuperato i gioielli di Priscilla Corvonero." disse Steeval.

"State bene?" chiese la donna in apprensione, tastando i ragazzi in cerca di ferite. "Accidenti, dobbiamo portare Krum in ospedale." Oleander si avvicinò al giovane mago bulgaro, che era stato colpito dalla fattura di un Mangiamorte e aveva una vistosa piaga sanguinante sul braccio. "Non serve, io sto bene." disse in tono sbrigativo, ma accettò di buon grado il mantello che Luna gli offrì per fasciarsi temporaneamente la ferita. "In ospedale ci andiamo eccome, Viktor, tanto più che anch'io ho una caviglia che mi fa un male cane." ed il gruppo si avviò sotto la pioggia che non aveva smesso di cadere.

Astoria era molto abbattuta: si era aggrappata ad una speranza folle e debolissima ed aveva trascinato sua sorella in mezzo ad una situazione pericolosa; teneva gli occhi fissi a terra, non osava guardare Daphne, che temeva fosse in collera con lei, ma quando restò troppo indietro, la maggiore delle sorelle Greengras rallentò il passo e la prese per mano, senza dire una parola: sapeva bene che per Astoria il non aver incontrato il ragazzo che amava era la punizione peggiore.

"Lo dirai a mamma e papà?" chiese Astoria, con voce timorosa.

"Dovrei farlo."

"Lo so."

"Ma d'altronde loro si erano raccomandati con me di fare in modo che non ti cacciassi più nei guai. Facciamo che resta tra di noi?"

"Come quando da bambine abbiamo dato la colpa agli elfi domestici di aver rotto il candeliere del salotto?"

Daphne sorrise ed Astoria le strinse più forte la mano.

Luna trotterellava di fianco ad Oleander "Non ha usato un incantesimo di scavo per uscire fuori dal sotterraneo."

"Molto acuta, signorina Lovegood."

"Un ingegno smisurato è per il mago dono grato. - cantilenò la ragazza - Si è trasformata, vero? Quando rientriamo ad Hogwarts posso chiamare mio padre quell'intervista?"

"Luna..."

"Sto tirando troppo la corda?"

"Saggia, oltre che intelligente."

Daphne aveva ripreso la sua verve polemica "Il quartiere magico di questa città si trova sottoterra e ha l'uscita da un bagno pubblico, l'ospedale dove si trova, in una discarica?"

Oleander si voltò e le sorrise "Giudicherai tu stessa."

Li guidò attraverso il centro storico della città e, quasi all'inizio di una delle vie che sbucano su Piazza Duomo, si fermò davanti al cancello di una piccola chiesa antica, dalla facciata di pietra grigia, che sembrava quasi ficcata a forza in mezzo agli alti palazzi moderni che la circondavano, cingendola d'assedio. In quella fredda giornata di pioggia, pochi turisti entravano ed uscivano dal portone principale.

"Eccoci qua. Santa Maria presso San Satiro, nonchè ospedale per le ferite magiche Santa Dorotea." [1]

"L'ospedale è in una chiesa? Una chiesa frequentata da babbani?" chiese Terry sgranando gli occhi. Anche Luna, grande amante delle bizzarrie, trovava la scelta assurda: in un luogo così affollato c'era il forte rischio di venir scoperti.

"A dire il vero questo è solo l'ingresso per i visitatori, il pronto soccorso ha un'entrata più discreta da una viuzza sul retro e l'ospedale si sviluppa sotto la chiesa, ma c'era qualcosa che volevo assolutamente farvi vedere. Ed entrando da qua, se siamo fortunati, forse riusciamo anche a saltare la coda."

"Le pare una cosa corretta?" chiese Daphne.

"Signorina Greengrass, siamo in Italia: cercare di scavalcare una coda è una specie di tradizione da queste parti."

Invece di entrare dal portone principale, Oleander si avvicinò ad una porta più piccola sulla sinistra, chiusa e sulla quale era affisso un cartello: "Porta sempre chiusa, utilizzare solo l'ingresso principale."

Un mendicante avvolto in vestiti sporchi sedeva per terra, con davanti una scatoletta di latta che conteneva poche monetine. Alzò gli occhi ed incrociò lo sguardo con Oleander, che gli rivolse un cenno del capo.

"Che schifo." borbottò la maggiore delle sorelle Greengrass, girandosi verso il muro.

"Oh, sarebbe lusingato se ti sentisse parlare così: quello è un mago obliviatore travestito che controlla l'ingresso per prevenire incidenti." Oleander aprì la porta secondaria: nessun turista faceva caso a loro, in quel momento erano tutti intenti a fotografare la facciata della Chiesa. Appena varcata la soglia, ai ragazzi sembrò di passare sotto una cascata di acqua gelida: un potente incantesimo di disillusione rendeva invisibile automaticamente chiunque passasse da quella porta; le luci tenui all'interno della chiesa aiutavano ulteriormente a celarli alla vista dei babbani, mentre la musica di un organo nascondeva le voci. Non che ce ne fosse bisogno in quel momento, perchè i ragazzi non proferivano parola, rapiti dalla bellezza di quel luogo: all'interno la chiesa sembrava più grande di quanto non apparisse da fuori, ma trasmetteva un forte senso di raccoglimento. Il soffitto a volta era ricoperto da eleganti stucchi dorati, tuttavia molto sobri e non esagerati, una cupola semisferica, anch'essa a cassettoni dorati, si slanciava verso il cielo e, oltre l'altare, l'abside pareva estendersi all'infinito, in un colonnato che si dilatava nello spazio e catturava l'attenzione di tutti.

Fu solo quando si trovarono a ridosso dell'altare che gli studenti di Hogwarts iniziarono a guardarsi tra loro straniti, e ad Astoria girò anche la testa: lo spazio pareva restringersi, deformarsi ed essere molto più... corto!

"Ma-ma è una magia?" bisbigliò la ragazza.

La maga dai capelli viola annuì "Oh sì, una magia antica e spettacolare, opera di Bramante, un grande stregone italiano: questa è la barriera magica da lui eretta che divide la chiesa dall'ospedale. I babbani, bontà loro, credono da sempre che si tratti di un semplice gioco prospettico e ne sono talmente convinti che percepiscono questa parete come un muro solido." Oleander invece stese il braccio, che attraversò la parete. Oltre il muro c'era un salone che odorava di pozioni ed erbe medicinali, dove trovavano posto un grande bancone di legno, delle panchine per i visitatori in attesa ed un camino, occupato in quel momento da un mago con la testa tra le braci, che stava comunicando con casa sua. A destra un ascensore e a sinistra un grosso scalone conducevano ai reparti situati ai piani inferiori.

Oleander si avvicinò all'addetta dietro il bancone della reception "Buongiorno, a che piano dobbiamo andare per una ferita da fattura?"

La donna la guardò di sbieco "Cerchiamo di fare i furbi, vero? Dovete entrare dal pronto soccorso sul retro, dove un medimago esaminerà la ferita e solo dopo sarete chiamati in reparto."

"Lo so ma, vede, avremmo una certa fretta."

"Come tutti."

"Il ragazzo sta soffrendo parecchio." e indicò il giocatore di Quidditch, che aveva la sua consueta aria accigliata.

Adocchiato il ferito, l'atteggiamento della maga cambio completamente "E'... è Krum? *Quel* Viktor Krum?" chiese, arrossendo in modo imbarazzante per la sua età. Sentendo pronunciare il suo nome il ragazzo piegò il capo in segno di assenso. "Oh beh, io immagino che potremmo... per una volta... sì, mi faccia controllare... ecco: quinto piano sotterraneo, chiedete direttamente del dottor Sanguisugo, è uno dei migliori. Ma prima - porse una penna d'aquila ed un foglio di carta con molta nonchalance - non è che può chiedergli un autografo? Non è per me, è per mio figlio, che stravede per il Quidditch."

Mentre aspettava che Krum venisse medicato e che qualcuno le esaminasse la caviglia, Oleander ascoltava la radio della receptionist, che stava trasmettendo l'ultimo successo musicale delle Bacchette Elettriche. La stazione interruppe le trasmissioni per una edizione straordinaria del Gazzettino Fatato: nel settore C di Corso Celato un gruppo di quattro maghi aveva causato gravi devastazioni, prima di venir bloccato da una dozzina di Auror, accorsi in forza sul posto. Dalle prime informazioni, pareva che i malintenzionati fossero addirittura Mangiamorte.

 

Curati entrambi, il gruppetto riprese il camino da casa di Oleander e fece ritorno ad Hogwarts. "Professoressa - chiese Daphne ansiosa - è proprio necessario raccontare tutto alla preside?"

"Credimi Daphne, se potessi lo eviterei, ma devo dirglielo. La verità è che non avrei dovuto portarvi con me, è stato sciocco e pericoloso, ma dubito che la cosa uscirà mai dall'ufficio di Minerva McGranitt, se è questo che ti preoccupa."

Luna non si lamentò del fatto che, in questo modo, la loro avventura non sarebbe finita in prima pagina sul Cavillo: in quel momento era più preoccupata a raccontare a Krum di improbabili fatture ed il ragazzo la ascoltava serio ed attento.

"A mia mamma verrebbe un colpo se sapesse che ho fatto una cosa del genere. - disse Terry - Bocca cucita anche da questa parte."

Prima di passare in presidenza, Oleander andò nella Torre di Grifondoro a chiamare Harry, Ron ed Hermione.

"Perchè dobbiamo venire in presidenza con te?" chiese Ron.

"Perchè ho qualcosa da raccontare che vi interesserà parecchio. E perchè forse, in presenza di testimoni, Minerva non mi taglierà la testa con un'ascia." concluse, con un sorriso stentato. L'ipotesi di andare a far compagnia a Nick-quasi-senza-testa le sembrava spiacevolmente concreta.

La preside, infatti, era decisamente indignata e furiosa per quel che aveva fatto Oleander: non appena sentì che aveva portato con sè degli studenti, due dei quali per giunta minorenni, sulle tracce di un truffatore a sua volta braccato da dei Mangiamorte, le fece una ramanzina coi fiocchi "Raramente ho assistito ad un comportamento tanto irresponsabile. Tu sei una professoressa, tuo compito è quello di proteggere gli allievi di questa scuola, non di esporli a pericoli indicibili o incoraggiare le loro ossessioni. Se vuoi giocare con la tua vita, sei liberissima di farlo, ma non coinvolgere mai più degli studenti." Oleander si fece piccola piccola sulla sedia, mentre anche qualche ritratto degli ex presidi la biasimò apertamente ed Harry le lanciò un'occhiata di fuoco "Hai trascinato anche Luna e Terry, due miei amici, per un capriccio di Astoria Greengrass?"

"So di aver sbagliato..." iniziò la maga con gli occhiali, subito interrotta dal ritratto di Phineas Nigellus Black che mormorò uno sprezzante "E ci mancherebbe altro."

"... ho sbagliato e mi dispiace. - proseguì - Ma quello di Astoria non è un capriccio, è amore. Tu cosa faresti se Ginny commettesse un errore, se fosse al posto di Draco? Smetteresti di amarla? O piuttosto non faresti di tutto per riaverla al tuo fianco, nonostante tutto e tutti?" Dovette interrompersi di nuovo, soverchiata dalle voci indignate di Harry e Ron che all'unisono difendevano l'integrità morale della piccola Weasley. Hermione alzò gli occhi al cielo e zittì entrambi con un Silencio "Perchè voi maschi siete così lenti di comprendonio? Oleander non sta dicendo che Ginny è una Mangiamorte, era solo un esempio per farvi capire che per la persona amata si farebbe qualsiasi cosa!" E solo quando ebbe un cenno di assenso da parte di entrambi, sciolse l'incantesimo.

"Se ho portato Astoria con me è perchè credevo davvero che potesse davvero convincere Draco a lasciare Voldemort."

"E come?" chiese Harry, la cui voce grondava ironica incredulità.

"Mi sento di citare Silente: mai sottovalutare la forza dell'amore, Harry. Ad ogni modo non ha importanza, Draco non era in quel gruppo; in compenso c'era un'altra tua conoscenza - guardò il ragazzo dritto negli occhi - Peter Minus."

E così potè finire il suo racconto, sino alla distruzione dell'horcrux. "E c'ero solo io con Minus - precisò subito, prima che ad Harry venisse una sincope - nè Luna nè gli altri hanno visto o saputo nulla dell'horcrux e dubito fortemente che Dung fosse consapevole di star portando a spasso per l'Europa un frammento dell'anima di Voldemort. Sarà anche un disgraziato di prima categoria, ma non mi risulta che nutra tendenze suicide."

"Quindi ora resta solo Nagini." disse Harry.

"E, beh, Voldemort vero e proprio." Già, piccolo particolare.

Hermione corrugò la fronte. "Qualcosa non va, signorina Granger?" chiese Minerva.

"No, no - minimizzò la ragazza - una sciocchezza, credo."

"Cioè?"

"Ecco, non mi tornano i conti. Silente disse ad Harry che Riddle aveva questa fissa con i Fondatori di Hogwarts, per questo nascose un horcrux in un oggetto appartenuto a ciascuno di loro, ma se Nagini è l'ultimo..."

"... manca l'oggetto di Grifondoro." concluse Harry per lei.

"E allora? - Ron si strinse nelle spalle - Non abbiamo mai avuto la certezza assoluta che ci fosse un horcrux per ogni Fondatore. Riddle non avrà trovato nulla che gli appartenesse, o non è riuscito ad uccidere una persona vicino ad un oggetto di Grifondoro."

"Sì, probabilmente hai ragione tu. Lo dicevo che era una sciocchezza." disse Hermione.

"Veramente c'è un'altra domanda fondamentale che nessuno di voi si è fatto." disse Black, guardandoli con aria sorniona dall'alto del suo ritratto. Poichè il gruppetto di maghi lo guardava con aria interrogativa, scosse la testa sconsolato "Davvero non ci arrivate? Povero me..."

"Oh, smettila con i tuoi giri di parole, Phineas - lo interruppe Dippet - se hai qualcosa da dire, dilla."

"E va bene - sospirò il preside meno amato di Hogwarts - La domanda da farsi è: perchè l'Oscuro Signore voleva indietro l'horcrux?"

I ragazzi parvero afflosciarsi nelle sedie ed Hermione lanciò uno sguardo preoccupato ad Harry "Se ha scoperto che li stiamo cercando, vorrà mettere al sicuro quelli che restano."

Il ragazzo saltò su come una molla "Non ho avuto altri sogni con Voldemort, lui non è più entrato nella mia testa. E io ho imparato ad occludere la mente."

"Non intendevo insinuare il contrario."

"A me pare proprio di sì."

"Ehm... - si intromise Ron - Piton." Gli altri si voltarono a guardarlo e lui sprofondò un altro po' nella sedia: non era abituato ad essere al centro dell'attenzione per una intuizione "In fondo è logico: Piton ha curato la mano di Silente dalla maledizione dell'anello, quando si è riunito a Voldemort gli avrà riferito che il preside stava rintracciando gli horcrux."

Oleander aprì la bocca per dire "Questo è assolutamente impossibile." ma poi si rese conto che così facendo si sarebbe scoperta. Restò qualche secondo di troppo con la bocca socchiusa, ma l'attenzione di tutti era rivolta verso Ron, la cui spiegazione sembrava soddisfacente. Solo Black prese a fissarla insistentemente. "D'accordo, se non c'è altro io andrei a stendermi - disse infine - questa giornata mi ha distrutto."

I tre ragazzi uscirono dall'ufficio e Oleander fece per seguirli "Un momento. - la bloccò Minerva - Per il bene della scuola e delle ricerche di Harry farò in modo che la vicenda non divenga di dominio pubblico, ma sia tu che i ragazzi sarete puniti per questa follia. Tu non percepirai lo stipendio sino alla fine dell'anno e gli studenti puliranno la guferia senza l'ausilio della magia, punizione che ora vado a comunicargli personalmente."

L'altra maga si limitò a chinare il capo "Più che giusto."

Indugiò un attimo ancora sulla comoda sedia, quando si sentì puntati addosso un paio di occhi che la guardavo incuriositi "Serve qualcosa?" chiese al ritratto di Black.

"Nulla, nulla. - rispose l'ex preside con calma - Stavo solo pensando che non hai un'aria particolarmente soddisfatta. Eppure non è da tutti distruggere un horcrux."

"Non abbiamo trovato Draco." rispose, forse un po' troppo in fretta, distogliendo gli occhi dal dipinto. "E non ho rivisto Severus." pensò con una fitta di dolore. Egoisticamente ci aveva sperato, forse più della piccola Serpeverde.

"Mmh." Black continuò a fissarla, come si guarda un animale raro in un serraglio.

"Il quadro di Silente ancora non è pronto?" chiese, per cambiare argomento.

Armando Dippet scosse la testa "E' una magia che richiede molto tempo. Non credo che lo vedremo prima della fine dell'anno."

"Gran peccato. - pensò Oleander - Una freddura di Silente mi ci vorrebbe proprio, ora."

Scese i gradini di pietra dell'ufficio del preside e con un po' di sorpresa notò che Harry la stava aspettando, accoccolato in un angolo contro la parete con l'aria di doverle chiedere qualcosa; Oleander lo raggiunse e si lasciò scivolare a terra vicino a lui, ma qualcosa bloccava il ragazzo, che fissava meditabondo le proprie scarpe. "E' per Minus? - azzardò la donna - Avresti voluto ucciderlo tu?"

Il ragazzo scosse la testa "No, non è per Minus. Anche se ritengo che abbia fatto la fine che meritava." E poi tacque di nuovo.

"Allora è per Draco? Ti chiedi come Astoria possa amarlo?"

"No, non è nemmeno questo."

"Accidenti, sono una frana come veggente, ha ragione Sibilla. - e Oleander si esibì in una imitazione ben riuscita della professoressa di Divinazione - Mi dispiace, ma tu non possiedi il Dono."

Harry rise brevemente e poi finalmente riuscì a sputare fuori la domanda "Cos'hai provato a distruggere l'horcrux?"

"E' stato orribile: avevo i crampi allo stomaco dalla paura e temevo che spuntasse fuori un babbano da un momento all'altro e mi vedesse. E l'esplosione? Vogliamo parlare dell'esplosione? Parola mia, mai visto un incantesimo difensivo di quella portata."

"Nient'altro?"

"Ti assicuro che è stato più che sufficiente per me." rispose Oleander, che non capiva dove il ragazzo volesse andare a parare.

"Voglio dire, come hai capito che quello era un horcrux? Hai provato qualcosa, tipo una sensazione strana?"

"Intendi come una vibrazione negativa? - la donna scosse la testa - No, nulla del genere, ho solo fatto due più due: dei Mangiamorte che si disturbano per dei ninnoli, Minus che da un sacco pieno di gioielli prende solo quel bracciale... Un personaggio di un romanziere babbano a questo punto direbbe 'Elementare Watson, elementare'. Perchè me lo chiedi? Tu hai provato qualcosa di particolare con la Coppa di Tassorosso?"

"Oh, nulla! A parte il fatto che mi aveva completamente soggiogato." - "No, semplice curiosità. Una sciocchezza." rispose il ragazzo alzandosi.

"Beh, speriamo di non finire nella cacca di ippogrifo fino al collo, a furia di sciocchezze." pensò la maga con un sospiro.

 

 

 

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NOTE

[1] Vissuta nel medioevo, fu un importante medico del tempo, tanto da occupare la cattedra di medicina all'Università di Bologna.

Quanto a San Satiro è d'obbligo una visita, se siete di Milano o dintorni. Dire che è un luogo magico è semplicemente riduttivo.

 

 

AVVISO

La storia va in vacanza (o meglio, ci vado io) sino ai primi di settembre, ma poi gli aggiornamenti riprenderanno regolari perchè è già stata scritta tutta, manca solo una levigata all'ultima parte dell'epilogo. Per farmi perdonare la lunga assenza, posto questo capitolo doppio assieme. Grazie a tutti coloro che mi hanno seguito fin qui, a presto!

   
 
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