CAPITOLO 16:
IL BRACCIALE DI CORVONERO
- parte
seconda -
"Dubito ci sia qualcuno, Mundungus:
si sono
diffuse brutte voci nell'ambiente e il proprietario del Sottoscala
sarà già
partito per una lunga vacanza." disse Oleander, andandogli incontro a
bacchetta spianata. Fletcher sussultò per lo spavento,
appiattendosi contro il
muro "Oh, studenti di Hogwarts - fece una risatina nervosa - siete qui
in
gita scolastica?"
"No, siamo qui per riprendere i
gioielli di
Priscilla Corvonero che tu hai rubato. - disse Terry, facendosi avanti
-
Ridacceli!"
Il truffatore si tirò
vicino il sacco "Non so di
cosa state parlando, qui ci sono solo ehm... delle cose che... uh... ho
ereditato da una prozia."
"Abbiamo le prove che non
è così, Dung: faresti
davvero meglio a consegnarci quel sacco, perchè
c'è altra gente che ti sta
cercando, decisamente meno amichevole di noi."
"Su questo ci può
scommettere, signorina."
Tutti si voltarono al suono di quella voce: da un'altra strada che
confluiva
nella piazza sbucarono i cinque Mangiamorte. Quello che aveva parlato,
il più
basso del gruppo, si sfilò la maschera: non assomigliava
nemmeno lontanamente a
Draco Malfoy, si trattava di Peter Minus e nessuno degli altri quattro
era
Severus. Mundungus lasciò immediatamente la presa sul sacco
e si smaterializzò alla
velocità di un lampo.
"Ragazzi, al riparo, presto!"
urlò Oleander
e si tuffò dietro a una montagnola di calcinacci, evitando
d'un soffio uno
schiantesimo. Anche i ragazzi di Hogwarts trovarono riparo e risposero
immediatamente agli attacchi degli uomini mascherati, Krum
schiantò senza tanti
complimenti uno di loro che si era sporto troppo dal suo riparo e
Daphne, con
un fenomenale incantesimo scudo protesse la sorella da un incantesimo,
che
rimbalzò sul soffitto, dal quale si staccarono alcuni
blocchi di pietra. In
mezzo a tutta quella confusione, Oleander vide che Minus cercava di
avvicinarsi
al sacco abbandonato da Mundungus: quindi i Mangiamorte cercavano
proprio
quello e non il mago truffatore. Ma perchè mai si
interessavano a dei gioielli?
Che se ne facevano? A meno che... "In
nome di Zoroastro, e se ci fosse un horcrux là in mezzo?"
La donna
cercò di tenere il mago lontano dal suo obiettivo, ma Minus
puntò la bacchetta
sul soffitto e gridò "Descendo!" per schiacciarla con alcuni
blocchi
di cemento. Oleander li distrusse, ma la piazza venne invasa dalla
polvere dei
calcinacci, inoltre le vibrazioni ed i numerosi incantesimi lanciati da
entrambe le parti fecero crollare un grosso tratto della galleria, che
divise i
due gruppi avversari, ma isolò anche Oleander dai ragazzi.
"State tutti
bene?"
"Sì - le rispose Luna da
dietro le macerie - e
lei?"
"Anch'io! Cercate di scavarvi una
via d'uscita in
direzione della mia voce e poi seguite le pietre verdi posizionate sul
muro: vi
condurranno all'aperto."
Nel frattempo Minus era riuscito a
raggiungere il
sacco dei gioielli e, con la mano metallica donatagli da Voldemort, ne
estrasse
trionfante un bracciale di diamanti rosa. "Dove pensi di andare?"
Oleander gli indirizzò un incantesimo.
"Ho un asso nella manica,
signorina. Addio."
In men che non si dica si trasformò in topo e, con il
bracciale stretto in una
zampina, sgusciò tra le pietre.
"Ce l'ho anch'io. - si
alzò, stirandosi e facendo
scrocchiare le ossa - Speriamo di riuscirci, sono anni che non lo
faccio e sono
parecchio fuori allenamento."
Poco dopo una pianta d'edera
strisciava agilmente
negli spazi tra i calcinacci e raggiunse l'esterno: il passaggio usciva
all'aperto nei Giardini Pubblici, alla base di una grossa roccia
decorativa.
Sciolse la trasformazione da Florimagus e si guardò intorno
alla ricerca di
Minus. Nel frattempo si era messo a diluviare e in un attimo si
ritrovò
fradicia fino al midollo. Anche Minus aveva riacquistato aspetto umano
e
correva verso l'uscita, Oleander si lanciò al suo
inseguimento, ma scivolò
sull'erba bagnata e la bacchetta le sfuggì di mano,
rotolando via. Vista la sua
inseguitrice disarmata, Minus valutò che non era
più pericolosa e tornò sui
suoi passi con fare baldanzoso, fermandosi sotto un'imponente quercia
per
ripararsi dalla pioggia battente "Bene, bene, chi abbiamo qua? Una
giovane
Auror pronta ad immolarsi per la causa? Non ho mai visto la tua faccia.
Oh beh,
poco importa, ora. - la canzonò con uno sgradevole sorriso,
che metteva in mostra
i suoi denti da roditore. - Vorrei dirti 'Ritenta, sarai più
fortunata', ma non
ci sarà una seconda occasione per te." proseguì,
sollevando la bacchetta,
mentre con la mano metallica che stringeva il bracciale di Corvonero
scacciava
via una vespa.
Oleander cercò la sua
bacchetta con lo sguardo carico
di paura: era ruzzolata almeno un paio di metri più in
là e lei probabilmente
nella caduta si era slogata una caviglia, a giudicare dal dolore
pulsante, non
aveva alcuna speranza di fare un balzo e raggiungerla. E poi quelle
manovre
riuscivano solo nei film.
Minus agitò nuovamente
il braccio, per allontanare
altre due vespe moleste che insistevano a ronzargli attorno alla testa.
La maga con gli occhiali
seguì il volo degli insetti
ed ebbe un sussulto: appeso a un ramo giusto sopra la testa del
Mangiamorte
c'era un nido di vespe delle dimensioni di un cocomero, brulicante di
insetti
che si andavano riparando dalla pioggia. Tastò il terreno e
con la mano
sinistra toccò un sasso, grosso come un pugno.
"Un ultimo desiderio?"
scherzò ancora Minus.
"A dire il vero sì."
Oleander chiuse le dita
attorno alla pietra e si concentrò: era la sua unica
possibilità e non poteva
sbagliare. "Va' all'inferno."
"Dopo di te, signorina. A..."
Prima che Minus riuscisse a
pronunciare l'anatema che
uccide, Oleander scagliò il sasso sopra la sua testa, Minus
si chinò
istintivamente, ma il sasso passo ben al di sopra del suo capo
"Mancato."
"Centro perfetto."
ribattè la donna. La
pietra colpì in pieno il nido grigio, che si
staccò dal ramo e cadde giusto in
testa all'uomo che aveva tradito James e Lily, spaccandosi. Migliaia di
vespe
inferocite ne uscirono e punsero il mago senza pietà che, in
preda ad un
terrore assoluto, abbandonò horcrux e bacchetta e corse via
schiaffeggiandosi
la testa. Accecato da alcune vespe che lo avevano punto sulle palpebre
e poco
avvezzo al traffico di una città babbana, si
gettò in mezzo alla strada e fu
centrato in pieno da un grosso camion, che non riuscì a
frenare (e in seguito
numerosi testimoni dissero che l'autista non avrebbe potuto far nulla
per
evitare quel pazzo che era sbucato dal nulla correndo all'impazzata).
Minus
venne sbalzato diversi metri più in là e cadde
pesantemente sull'asfalto,
morendo sul colpo.
Oleander si rimise in piedi a
fatica, tremava sia per
la pioggia gelida, sia per il pericolo corso. Recuperò la
sua bacchetta e
squadrò il bracciale di diamanti, che giaceva inerte
sull'erba. Visto così
sembrava del tutto innocuo, ma Voldemort non avrebbe di certo scomodato
cinque
Mangiamorte per un gioiello qualsiasi. Quello era sicuramente un
horcrux e
quindi andava distrutto, ma doveva usare la massima prudenza: gli altri
horcrux
erano protetti da delle maledizioni e probabilmente il bracciale non
era da
meno.
Si guardò attorno: a
causa di quell'acquazzone torrenziale,
i Giardini erano deserti, nessun clochard, nessuna mamma con pupo in
carrozzina, nemmeno un fanatico del jogging. Era il momento ideale.
Si riparò dietro la
roccia da cui era sbucata e agitò
la bacchetta in direzione dell'horcrux "Bombarda!" Il bracciale
saettò verso l'alto e ricadde al suolo, intatto.
"Sembra che occorra qualcosa di
più
incisivo..." Ma non si fidava ad usare qualche pericoloso incantesimo
oscuro, come l'Ardemonio, sia perchè non era certa di essere
in grado di
padroneggiarlo, sia perchè poteva essere troppo pericoloso
per se stessa e per
gli ignari babbani della sua città.
"Se solo potessi aumentare la forza
dell'incantesimo." E poi notò la bacchetta abbandonata da
Minus.
"Accio!" Castagno e cuore di drago, poco più di nove pollici
e troppo
flessibile "Se il convento non passa di meglio... Bombarda maxima!"
Oleander puntò entrambe le bacchette contro l'horcrux:
inizialmente non accadde
nulla, ma poi dal bracciale si generarono delle fiamme viola elettrico
e
all'improvviso il gioiello di Corvonero esplose in un'accecante palla
di fuoco;
Oleander dovette aggrapparsi saldamente alla roccia, per non essere
spazzata
via dal violento spostamento d'aria. Attese qualche istante e poi
sbirciò
furtivamente da dietro il suo riparo: il bracciale era sparito e con
esso la
quercia secolare lì vicino: al loro posto c'era un cratere
annerito e fumante
del diametro di un paio di metri.
"Signora! Signora, sta bene?" un
vigile
corse verso di lei.
"Sì, grazie, sto
benissimo."
"Ha visto quella luce?
Cos'è stato?"
"Un fulmine - asserì
Oleander con sicurezza - non
può essere stato altro che un fulmine."
"Eh già.
Però, che roba... un momento: ma non
c'era una grossa pianta, qui?"
"Mi perdoni, ma credo che
laggiù ci sia stato un
incidente, o qualcosa del genere." disse lei, per sviare l'attenzione
del
babbano ed indicò la strada fuori dai cancelli dei Giardini,
dove un crocchio
di persone si andava formando attorno al defunto Peter Minus. Il vigile
corse
via, dimentico del cratere annerito e dell'eventuale pianta mancante.
Dopo qualche minuto, da un bagno
chimico nel mezzo del
parco (guasto - secondo il cartello che c'era appeso alla porta)
sbucarono Krum
e gli studenti di Hogwarts, che erano riusciti a guadagnare l'uscita.
Daphne
trovò addirittura il tempo di essere polemica "Che schifo di
uscita! Un
bagno! Il Ministro della magia di questo Paese è senza
cervello."
"Professoressa, siamo qui. E
guardi, abbiamo
recuperato i gioielli di Priscilla Corvonero." disse Steeval.
"State bene?" chiese la donna in
apprensione,
tastando i ragazzi in cerca di ferite. "Accidenti, dobbiamo portare
Krum
in ospedale." Oleander si avvicinò al giovane mago bulgaro,
che era stato
colpito dalla fattura di un Mangiamorte e aveva una vistosa piaga
sanguinante
sul braccio. "Non serve, io sto bene." disse in tono sbrigativo, ma
accettò di buon grado il mantello che Luna gli
offrì per fasciarsi
temporaneamente la ferita. "In ospedale ci andiamo eccome, Viktor,
tanto
più che anch'io ho una caviglia che mi fa un male cane." ed
il gruppo si avviò
sotto la pioggia che non aveva smesso di cadere.
Astoria era molto abbattuta: si era
aggrappata ad una
speranza folle e debolissima ed aveva trascinato sua sorella in mezzo
ad una
situazione pericolosa; teneva gli occhi fissi a terra, non osava
guardare Daphne,
che temeva fosse in collera con lei, ma quando restò troppo
indietro, la
maggiore delle sorelle Greengras rallentò il passo e la
prese per mano, senza
dire una parola: sapeva bene che per Astoria il non aver incontrato il
ragazzo
che amava era la punizione peggiore.
"Lo dirai a mamma e
papà?" chiese Astoria,
con voce timorosa.
"Dovrei farlo."
"Lo so."
"Ma d'altronde loro si erano
raccomandati con me
di fare in modo che non ti cacciassi più nei guai. Facciamo
che resta tra di
noi?"
"Come quando da bambine abbiamo
dato la colpa
agli elfi domestici di aver rotto il candeliere del salotto?"
Daphne sorrise ed Astoria le
strinse più forte la
mano.
Luna trotterellava di fianco ad
Oleander "Non ha
usato un incantesimo di scavo per uscire fuori dal sotterraneo."
"Molto acuta, signorina Lovegood."
"Un ingegno smisurato è
per il mago dono grato. -
cantilenò la ragazza - Si è trasformata, vero?
Quando rientriamo ad Hogwarts
posso chiamare mio padre quell'intervista?"
"Luna..."
"Sto tirando troppo la corda?"
"Saggia, oltre che intelligente."
Daphne aveva ripreso la sua verve
polemica "Il
quartiere magico di questa città si trova sottoterra e ha
l'uscita da un bagno
pubblico, l'ospedale dove si trova, in una discarica?"
Oleander si voltò e le
sorrise "Giudicherai tu
stessa."
Li guidò attraverso il
centro storico della città e,
quasi all'inizio di una delle vie che sbucano su Piazza Duomo, si
fermò davanti
al cancello di una piccola chiesa antica, dalla facciata di pietra
grigia, che
sembrava quasi ficcata a forza in mezzo agli alti palazzi moderni che
la
circondavano, cingendola d'assedio. In quella fredda giornata di
pioggia, pochi
turisti entravano ed uscivano dal portone principale.
"Eccoci qua. Santa Maria presso San
Satiro,
nonchè ospedale per le ferite magiche Santa Dorotea." [1]
"L'ospedale è in una
chiesa? Una chiesa
frequentata da babbani?" chiese Terry sgranando gli occhi. Anche Luna,
grande
amante delle bizzarrie, trovava la scelta assurda: in un luogo
così affollato
c'era il forte rischio di venir scoperti.
"A dire il vero questo è
solo l'ingresso per i
visitatori, il pronto soccorso ha un'entrata più discreta da
una viuzza sul
retro e l'ospedale si sviluppa sotto la chiesa, ma c'era qualcosa che
volevo
assolutamente farvi vedere. Ed entrando da qua, se siamo fortunati,
forse
riusciamo anche a saltare la coda."
"Le pare una cosa corretta?" chiese
Daphne.
"Signorina Greengrass, siamo in
Italia: cercare
di scavalcare una coda è una specie di tradizione da queste
parti."
Invece di entrare dal portone
principale, Oleander si
avvicinò ad una porta più piccola sulla sinistra,
chiusa e sulla quale era
affisso un cartello: "Porta sempre chiusa, utilizzare solo l'ingresso principale."
Un mendicante avvolto in vestiti
sporchi sedeva per
terra, con davanti una scatoletta di latta che conteneva poche
monetine. Alzò
gli occhi ed incrociò lo sguardo con Oleander, che gli
rivolse un cenno del
capo.
"Che schifo." borbottò
la maggiore delle
sorelle Greengrass, girandosi verso il muro.
"Oh, sarebbe lusingato se ti
sentisse parlare
così: quello è un mago obliviatore travestito che
controlla l'ingresso per
prevenire incidenti." Oleander aprì la porta secondaria:
nessun turista
faceva caso a loro, in quel momento erano tutti intenti a fotografare
la
facciata della Chiesa. Appena varcata la soglia, ai ragazzi
sembrò di passare
sotto una cascata di acqua gelida: un potente incantesimo di
disillusione
rendeva invisibile automaticamente chiunque passasse da quella porta;
le luci
tenui all'interno della chiesa aiutavano ulteriormente a celarli alla
vista dei
babbani, mentre la musica di un organo nascondeva le voci. Non che ce
ne fosse
bisogno in quel momento, perchè i ragazzi non proferivano
parola, rapiti dalla
bellezza di quel luogo: all'interno la chiesa sembrava più
grande di quanto non
apparisse da fuori, ma trasmetteva un forte senso di raccoglimento. Il
soffitto
a volta era ricoperto da eleganti stucchi dorati, tuttavia molto sobri
e non
esagerati, una cupola semisferica, anch'essa a cassettoni dorati, si
slanciava
verso il cielo e, oltre l'altare, l'abside pareva estendersi
all'infinito, in
un colonnato che si dilatava nello spazio e catturava l'attenzione di
tutti.
Fu solo quando si trovarono a
ridosso dell'altare che
gli studenti di Hogwarts iniziarono a guardarsi tra loro straniti, e ad
Astoria
girò anche la testa: lo spazio pareva restringersi,
deformarsi ed essere molto
più... corto!
"Ma-ma è una magia?"
bisbigliò la ragazza.
La maga dai capelli viola
annuì "Oh sì, una magia
antica e spettacolare, opera di Bramante, un grande stregone italiano:
questa è
la barriera magica da lui eretta che divide la chiesa dall'ospedale. I
babbani,
bontà loro, credono da sempre che si tratti di un semplice
gioco prospettico e
ne sono talmente convinti che percepiscono questa parete come un muro
solido." Oleander invece stese il braccio, che attraversò la
parete. Oltre
il muro c'era un salone che odorava di pozioni ed erbe medicinali, dove
trovavano posto un grande bancone di legno, delle panchine per i
visitatori in
attesa ed un camino, occupato in quel momento da un mago con la testa
tra le
braci, che stava comunicando con casa sua. A destra un ascensore e a
sinistra
un grosso scalone conducevano ai reparti situati ai piani inferiori.
Oleander si avvicinò
all'addetta dietro il bancone della
reception "Buongiorno, a che piano dobbiamo andare per una ferita da
fattura?"
La donna la guardò di
sbieco "Cerchiamo di fare i
furbi, vero? Dovete entrare dal pronto soccorso sul retro, dove un
medimago
esaminerà la ferita e solo dopo sarete chiamati in reparto."
"Lo so ma, vede, avremmo una certa
fretta."
"Come tutti."
"Il ragazzo sta soffrendo
parecchio." e
indicò il giocatore di Quidditch, che aveva la sua consueta
aria accigliata.
Adocchiato il ferito,
l'atteggiamento della maga
cambio completamente "E'... è Krum? *Quel* Viktor Krum?"
chiese,
arrossendo in modo imbarazzante per la sua età. Sentendo
pronunciare il suo
nome il ragazzo piegò il capo in segno di assenso. "Oh beh,
io immagino
che potremmo... per una volta... sì, mi faccia
controllare... ecco: quinto
piano sotterraneo, chiedete direttamente del dottor Sanguisugo,
è uno dei
migliori. Ma prima - porse una penna d'aquila ed un foglio di carta con
molta
nonchalance - non è che può chiedergli un
autografo? Non è per me, è per mio
figlio, che stravede per il Quidditch."
Mentre aspettava che Krum venisse
medicato e che
qualcuno le esaminasse la caviglia, Oleander ascoltava la radio della
receptionist, che stava trasmettendo l'ultimo successo musicale delle
Bacchette
Elettriche. La stazione interruppe le trasmissioni per una edizione
straordinaria del Gazzettino Fatato: nel settore C di Corso Celato un
gruppo di
quattro maghi aveva causato gravi devastazioni, prima di venir bloccato
da una
dozzina di Auror, accorsi in forza sul posto. Dalle prime informazioni,
pareva
che i malintenzionati fossero addirittura Mangiamorte.
Curati entrambi, il gruppetto
riprese il camino da
casa di Oleander e fece ritorno ad Hogwarts. "Professoressa - chiese
Daphne ansiosa - è proprio necessario raccontare tutto alla
preside?"
"Credimi Daphne, se potessi lo
eviterei, ma devo
dirglielo. La verità è che non avrei dovuto
portarvi con me, è stato sciocco e
pericoloso, ma dubito che la cosa uscirà mai dall'ufficio di
Minerva McGranitt,
se è questo che ti preoccupa."
Luna non si lamentò del
fatto che, in questo modo, la
loro avventura non sarebbe finita in prima pagina sul Cavillo: in quel
momento
era più preoccupata a raccontare a Krum di improbabili
fatture ed il ragazzo la
ascoltava serio ed attento.
"A mia mamma verrebbe un colpo se
sapesse che ho
fatto una cosa del genere. - disse Terry - Bocca cucita anche da questa
parte."
Prima di passare in presidenza,
Oleander andò nella
Torre di Grifondoro a chiamare Harry, Ron ed Hermione.
"Perchè dobbiamo venire
in presidenza con
te?" chiese Ron.
"Perchè ho qualcosa da
raccontare che vi
interesserà parecchio. E perchè forse, in
presenza di testimoni, Minerva non mi
taglierà la testa con un'ascia." concluse, con un sorriso
stentato.
L'ipotesi di andare a far compagnia a Nick-quasi-senza-testa le
sembrava
spiacevolmente concreta.
La preside, infatti, era
decisamente indignata e
furiosa per quel che aveva fatto Oleander: non appena sentì
che aveva portato
con sè degli studenti, due dei quali per giunta minorenni,
sulle tracce di un
truffatore a sua volta braccato da dei Mangiamorte, le fece una
ramanzina coi
fiocchi "Raramente ho assistito ad un comportamento tanto
irresponsabile.
Tu sei una professoressa, tuo compito è quello di proteggere
gli allievi di
questa scuola, non di esporli a pericoli indicibili o incoraggiare le
loro
ossessioni. Se vuoi giocare con la tua vita, sei liberissima di farlo,
ma non
coinvolgere mai più degli studenti." Oleander si fece
piccola piccola
sulla sedia, mentre anche qualche ritratto degli ex presidi la
biasimò
apertamente ed Harry le lanciò un'occhiata di fuoco "Hai
trascinato anche
Luna e Terry, due miei amici, per un capriccio di Astoria Greengrass?"
"So di aver sbagliato..."
iniziò la maga con
gli occhiali, subito interrotta dal ritratto di Phineas Nigellus Black
che
mormorò uno sprezzante "E ci mancherebbe altro."
"... ho sbagliato e mi dispiace. -
proseguì - Ma
quello di Astoria non è un capriccio, è amore. Tu
cosa faresti se Ginny
commettesse un errore, se fosse al posto di Draco? Smetteresti di
amarla? O
piuttosto non faresti di tutto per riaverla al tuo fianco, nonostante
tutto e
tutti?" Dovette interrompersi di nuovo, soverchiata dalle voci
indignate
di Harry e Ron che all'unisono difendevano l'integrità
morale della piccola
Weasley. Hermione alzò gli occhi al cielo e zittì
entrambi con un Silencio
"Perchè voi maschi siete così lenti di
comprendonio? Oleander non sta
dicendo che Ginny è una Mangiamorte, era solo un esempio per
farvi capire che
per la persona amata si farebbe qualsiasi cosa!" E solo quando ebbe un
cenno di assenso da parte di entrambi, sciolse l'incantesimo.
"Se ho portato Astoria con me
è perchè credevo
davvero che potesse davvero convincere Draco a lasciare Voldemort."
"E come?" chiese Harry, la cui voce
grondava
ironica incredulità.
"Mi sento di citare Silente: mai
sottovalutare la
forza dell'amore, Harry. Ad ogni modo non ha importanza, Draco non era
in quel
gruppo; in compenso c'era un'altra tua conoscenza - guardò
il ragazzo dritto
negli occhi - Peter Minus."
E così potè
finire il suo racconto, sino alla
distruzione dell'horcrux. "E c'ero solo io con Minus -
precisò subito,
prima che ad Harry venisse una sincope - nè Luna
nè gli altri hanno visto o
saputo nulla dell'horcrux e dubito fortemente che Dung fosse
consapevole di
star portando a spasso per l'Europa un frammento dell'anima di
Voldemort. Sarà
anche un disgraziato di prima categoria, ma non mi risulta che nutra
tendenze
suicide."
"Quindi ora resta solo Nagini."
disse Harry.
"E, beh, Voldemort vero e proprio."
Già,
piccolo particolare.
Hermione corrugò la
fronte. "Qualcosa non va,
signorina Granger?" chiese Minerva.
"No, no - minimizzò la
ragazza - una sciocchezza,
credo."
"Cioè?"
"Ecco, non mi tornano i conti.
Silente disse ad
Harry che Riddle aveva questa fissa con i Fondatori di Hogwarts, per
questo
nascose un horcrux in un oggetto appartenuto a ciascuno di loro, ma se
Nagini è
l'ultimo..."
"... manca l'oggetto di
Grifondoro."
concluse Harry per lei.
"E allora? - Ron si strinse nelle
spalle - Non
abbiamo mai avuto la certezza assoluta che ci fosse un horcrux per ogni
Fondatore.
Riddle non avrà trovato nulla che gli appartenesse, o non
è riuscito ad
uccidere una persona vicino ad un oggetto di Grifondoro."
"Sì, probabilmente hai
ragione tu. Lo dicevo che
era una sciocchezza." disse Hermione.
"Veramente c'è un'altra
domanda fondamentale che
nessuno di voi si è fatto." disse Black, guardandoli con
aria sorniona
dall'alto del suo ritratto. Poichè il gruppetto di maghi lo
guardava con aria
interrogativa, scosse la testa sconsolato "Davvero non ci arrivate?
Povero
me..."
"Oh, smettila con i tuoi giri di
parole, Phineas
- lo interruppe Dippet - se hai qualcosa da dire, dilla."
"E va bene - sospirò il
preside meno amato di
Hogwarts - La domanda da farsi è: perchè l'Oscuro
Signore voleva indietro
l'horcrux?"
I ragazzi parvero afflosciarsi
nelle sedie ed Hermione
lanciò uno sguardo preoccupato ad Harry "Se ha scoperto che
li stiamo
cercando, vorrà mettere al sicuro quelli che restano."
Il ragazzo saltò su come
una molla "Non ho avuto
altri sogni con Voldemort, lui non è più entrato
nella mia testa. E io ho
imparato ad occludere la mente."
"Non intendevo insinuare il
contrario."
"A me pare proprio di
sì."
"Ehm... - si intromise Ron -
Piton." Gli
altri si voltarono a guardarlo e lui sprofondò un altro po'
nella sedia: non
era abituato ad essere al centro dell'attenzione per una intuizione "In
fondo è logico: Piton ha curato la mano di Silente dalla
maledizione
dell'anello, quando si è riunito a Voldemort gli
avrà riferito che il preside
stava rintracciando gli horcrux."
Oleander aprì la bocca
per dire "Questo è assolutamente
impossibile." ma poi si rese
conto che così facendo si sarebbe scoperta. Restò
qualche secondo di troppo con
la bocca socchiusa, ma l'attenzione di tutti era rivolta verso Ron, la
cui
spiegazione sembrava soddisfacente. Solo Black prese a fissarla
insistentemente. "D'accordo, se non c'è altro io andrei a
stendermi - disse
infine - questa giornata mi ha distrutto."
I tre ragazzi uscirono dall'ufficio
e Oleander fece
per seguirli "Un momento. - la bloccò Minerva - Per il bene
della scuola e
delle ricerche di Harry farò in modo che la vicenda non
divenga di dominio
pubblico, ma sia tu che i ragazzi sarete puniti per questa follia. Tu
non
percepirai lo stipendio sino alla fine dell'anno e gli studenti
puliranno la
guferia senza l'ausilio della magia, punizione che ora vado a
comunicargli
personalmente."
L'altra maga si limitò a
chinare il capo "Più che
giusto."
Indugiò un attimo ancora
sulla comoda sedia, quando si
sentì puntati addosso un paio di occhi che la guardavo
incuriositi "Serve
qualcosa?" chiese al ritratto di Black.
"Nulla, nulla. - rispose l'ex
preside con calma -
Stavo solo pensando che non hai un'aria particolarmente soddisfatta.
Eppure non
è da tutti distruggere un horcrux."
"Non abbiamo trovato Draco."
rispose, forse
un po' troppo in fretta, distogliendo gli occhi dal dipinto. "E non ho rivisto Severus."
pensò
con una fitta di dolore. Egoisticamente ci aveva sperato, forse
più della
piccola Serpeverde.
"Mmh." Black continuò a
fissarla, come si
guarda un animale raro in un serraglio.
"Il quadro di Silente ancora non
è pronto?"
chiese, per cambiare argomento.
Armando Dippet scosse la testa "E'
una magia che
richiede molto tempo. Non credo che lo vedremo prima della fine
dell'anno."
"Gran
peccato. -
pensò Oleander - Una freddura di
Silente mi ci vorrebbe
proprio, ora."
Scese i gradini di pietra
dell'ufficio del preside e
con un po' di sorpresa notò che Harry la stava aspettando,
accoccolato in un
angolo contro la parete con l'aria di doverle chiedere qualcosa;
Oleander lo
raggiunse e si lasciò scivolare a terra vicino a lui, ma
qualcosa bloccava il
ragazzo, che fissava meditabondo le proprie scarpe. "E' per Minus? -
azzardò
la donna - Avresti voluto ucciderlo tu?"
Il ragazzo scosse la testa "No, non
è per Minus.
Anche se ritengo che abbia fatto la fine che meritava." E poi tacque di
nuovo.
"Allora è per Draco? Ti
chiedi come Astoria possa
amarlo?"
"No, non è nemmeno
questo."
"Accidenti, sono una frana come
veggente, ha
ragione Sibilla. - e Oleander si esibì in una imitazione ben
riuscita della
professoressa di Divinazione - Mi dispiace, ma tu non possiedi il Dono."
Harry rise brevemente e poi
finalmente riuscì a
sputare fuori la domanda "Cos'hai provato a distruggere l'horcrux?"
"E' stato orribile: avevo i crampi
allo stomaco
dalla paura e temevo che spuntasse fuori un babbano da un momento
all'altro e
mi vedesse. E l'esplosione? Vogliamo parlare dell'esplosione? Parola
mia, mai
visto un incantesimo difensivo di quella portata."
"Nient'altro?"
"Ti assicuro che è stato
più che sufficiente per
me." rispose Oleander, che non capiva dove il ragazzo volesse andare a
parare.
"Voglio dire, come hai capito che
quello era un
horcrux? Hai provato qualcosa, tipo una sensazione strana?"
"Intendi come una vibrazione
negativa? - la donna
scosse la testa - No, nulla del genere, ho solo fatto due
più due: dei
Mangiamorte che si disturbano per dei ninnoli, Minus che da un sacco
pieno di
gioielli prende solo quel bracciale... Un personaggio di un romanziere
babbano
a questo punto direbbe 'Elementare Watson, elementare'.
Perchè me lo chiedi? Tu
hai provato qualcosa di particolare con
"Oh,
nulla! A parte il fatto che mi aveva completamente soggiogato." - "No, semplice curiosità.
Una sciocchezza."
rispose il ragazzo alzandosi.
"Beh,
speriamo di non finire nella cacca di ippogrifo fino al collo, a furia
di
sciocchezze."
pensò la maga con
un sospiro.
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NOTE
[1] Vissuta nel medioevo, fu un
importante medico del
tempo, tanto da occupare la cattedra di medicina
all'Università di Bologna.
Quanto a San Satiro è
d'obbligo una visita, se siete
di Milano o dintorni. Dire che è un luogo magico
è semplicemente riduttivo.
AVVISO
La storia va in vacanza
(o meglio, ci vado
io) sino ai primi di settembre, ma poi gli aggiornamenti riprenderanno
regolari
perchè è già stata scritta tutta,
manca solo una levigata all'ultima parte
dell'epilogo. Per farmi perdonare la lunga assenza, posto questo capitolo doppio assieme. Grazie a tutti coloro che mi hanno seguito fin qui, a
presto!