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Autore: barbara_f    31/07/2010    5 recensioni
“Questo semestre l’argomento delle lezioni sarà la rappresentazione dell’amore nella letteratura”. Qualcuno accanto a me fece una smorfia disgustata …
“L’amore … l’amore si può leggere giusto nei libri” disse a bassa voce ma sufficientemente alta da farsi sentire ad almeno due file di distanza …
“Cos’hai contro l’amore?” mi sentivo stranamente offesa dal suo tono disgustato, non seppi fare a meno di controbattere.
“Una ragazzina che parla d’amore, un classico …” si stava rivolgendo a me, quello sconosciuto di cui non avevo ancora visto il volto stava parlando con me… mi voltai verso la fonte di quelle offese.
Due occhi verdi, intensi, felini mi guardarono sprezzanti. Ricambiai lo sguardo.
“Signori, potete renderci partecipi?” il prof. Meson interruppe la nostra conversazione.
Il ragazzo con gli occhi verdi e, ora lo vedevo meglio, con i capelli castano ramati, si alzò e con tranquillità rispose
“Dicevo soltanto che l’amore è qualcosa che si può trovare giusto nei libri… la signorina” disse indicandomi, “non è d’accordo …”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
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 Ed4e [Contatta] Segnala violazione
 
 30/07/10, ore 09:27 - Capitolo 7: _Cap. 7 Racconti

ciaoooooo ahhhhh bellisssima ficcy......davvero mi ha proprio colpita.....eddy ha un passsato tormentato e da cui ha avuto molti dispiaceri......bella adesso è la sua luce......si stanno battendo entrambi x stare insieme x riuscire a far breccia nel cuore dell'altro......sn davvero colpita da qsta ficc davvero anke xkè in molti particolari riprende twilight anke se kn una chiave diversa xò mi piacciono molto le analogie ke hai messo.....spero di leggere presto i chappy nuovi......anke se domani parto.....xò torno la settimana prox....un bacio

grazie,sono proprio contenta che la storia ti piaccia. si, si stanno rincorrendo, si stanno conoscendo.

troverai dei nuovi capitoli al tuo ritorno. a presto, buone vacanze.

 

 marios [Contatta] Segnala violazione
 
 30/07/10, ore 02:54 - Capitolo 7: _Cap. 7 Racconti

bellissima storia ho letto tutto d'un fiato , spero posterai presto il seguito ... bravissima..

grazie, spero che i prossimi capitoli possano entusiasmarti... a presto con i prossimi commenti. B.

 vittoriaKf [Contatta] Segnala violazione
 
 29/07/10, ore 00:54 - Capitolo 7: _Cap. 7 Racconti

bellissimo come sempre,è finalmente le maschere stanno crollando lasciandio liberi i sentimenti .un bacio e presto.

troppo ancora ce ne vuole prima che edward abbandoni le sue difese... comunque ci sta provando..

A presto, un bacio B.

 

_Cap.8

Sogni

 

Emmett passò a prendermi in biblioteca, erano ormai quasi le otto di sera, Bella ed io eravamo ancora seduti a buttar giù appunti. Si accomodò accanto a noi scrutandoci con interesse. M’innervosii per l’insistenza di quello sguardo, sapevo che, se avesse notato la nuova complicità che si era creata con Bella, o i nostri occhi luminosi di desiderio, o le guance, ancora arrossate dall’imbarazzo per le brevi carezze che c’eravamo scambiati, mi avrebbe costretto a parlare.

Fui immediatamente consapevole che l’interrogatorio sarebbe arrivato.

“Allora Bella, ci vediamo presto” disse Emmett.  L’avevamo accompagnata davanti alla porta dello studentato.

“Si, a presto” rispose, poi mi lanciò uno sguardo: “noi invece ci vediamo domani Edward!” la sua voce aveva un tono autorevole.

“Si, a domani!” risposi imbarazzato dalla presenza di mio fratello. Salimmo in macchina, eravamo soli, Rose era tornata a casa prima.

“Allora Ed, tu e Bella Swan?” disse facendomi un largo sorriso.

“Cosa ti dice che tra noi ci sia qualcosa!” cercai di essere evasivo ma non ci cascò.

“Edward, non me la dai a bere! Io ho visto come vi guardavate, siete cotti l’uno dell’altra, renditene conto anche tu!”.

Emmett aveva ragione, Bella mi attraeva, non avevo più voglia di mentire con né con me stesso né con gli altri, perciò mi limitai ad ammettere le verità.

“Bella mi piace molto Emmett!” non lo guardai, mi aspettavo di essere preso in giro da un momento all’altro.

“EVVIVA! Finalmente l’hai ammesso! Era dal periodo in ospedale che l’avevo capito!” mio fratello sembrava veramente felice per me ma io avevo ancora molte perplessità. Come avrebbe reagito Bella quando le avessi raccontato del mio passato? Volevo conoscerla meglio, avevo bisogno di tempo, tempo per trovare le parole, tempo per non farle paura...

“Le hai raccontato di te?” Emmett mi aveva letto nel pensiero. Era sempre stata la persona con cui mi ero confidato più facilmente, a parte Carlisle, per lui le cose si dovevano risolvere parlando chiaramente e non nascondendo nulla... Era con la sincerità che aveva conquistato Rose, la mia altera cugina adottiva.

“Le ho raccontato di La Push!” Emmett sgranò gli occhi.

“...E come ha reagito...Edward, le hai detto proprio tutto?” mio fratello aveva assistito alla mia furia e aveva tentato di fermarmi. Si era reso conto, con timore, di tutto l’odio e la rabbia che covavo dentro. Ero come una polveriera, pronto a esplodere.

“Sì, tutto.” Dissi sommessamente. Mi odiavo ancora per quell’episodio.

“Mi ha risposto che non le importava, che lei mi conosceva!” Faticavo ancora ad accettare quella risposta. Come poteva essere così incosciente da non rendersi conto del pericolo, del dolore che avrei potuto causarle?

“Non le importa?! SI!! Quella ragazza è fantastica per te!” mi diede un buffetto sulla guancia, il sorriso era nuovamente tornato sul suo viso.

“Vedrai Ed, sarà bellissimo quando anche tu ti lascerai andare alla dolcezza dell’amore, alla gioia, alla passione! L’amore, ti riempirà talmente tanto che dimenticherai tutti i timori che hai adesso”. Avevo i miei dubbi. Mi sorrise nuovamente. Avevamo parcheggiato nel garage.

“Edward è cotto!!” disse sorridendo appena giunti a casa. Lo guardai torvo. Alice mi strizzò l’occhio “Ti piace Bella, vero?” abbassai la testa, incapace di rispondere. Non mi sentivo pronto a condividere i sentimenti che provavo con tutta la mia famiglia. In realtà non sapevo bene quali sentimenti provassi... ma attorno a me tutti sembravano in preda ad un eccessivo entusiasmo.

“Tesoro, è vero? Sono così felice!” Esme sprizzava gioia da tutti i pori, non aveva mai accettato che io m’isolassi e che chiudessi il cuore ai sentimenti. Aveva sempre sperato che un giorno trovassi una compagna adatta a me. Mi abbracciò e mi accarezzò il viso.

“Sei un po’ caldo tesoro, forse hai qualche linea di febbre!” non mi sentivo male. Il ricordo delle carezze di Bella mi acceleravano il battito cardiaco.

Mio padre mi sentì la fronte e insistette per controllare la fasciatura. In realtà sospettai che volesse parlarmi.

Lo seguii nello studio, mi sedetti sul lettino e gli chiesi di aiutarmi a togliermi la camicia. La spalla pulsava, protestando per la stretta prolungata della fasciatura, ma non faceva veramente male.

“Come stai Edward?” la voce di mio padre era serena

“Sto bene, la spalla mi fa meno male” dissi, eludendo il significato della sua domanda

“Non intendevo questo, lo sai. Scusami se ti ho trascinato via, ma ti vedevo un po’ in difficoltà”. Mio padre mi leggeva dentro come pochi. Non risposi.

“E' stata una giornata interessante per te, vero?” non sapevo cosa dire...

“interessante sì”, alzai gli occhi, optando per una quasi verità. Era stata una giornata molto più che interessante.

“Quella ragazza, Bella, ti piace molto, vero? E non ti piace da poco tempo per di più” no, ci si metteva anche lui.

“Papà, non so dare un nome preciso a ciò che sento, ma è così facile stare con lei, così bello parlarle...” Erano sensazioni completamente nuove. Non avevo confronti da eguagliare, né paragoni da fare.

“...e desideri starle vicino, sfiorarla, baciarla, desideri vederla sorridere” era una domanda imbarazzante ma volevo rispondere, volevo che mio padre mi aiutasse a chiarire gli ingarbugliati sentimenti che avevo dentro.

“Desidero avvicinarmi a lei più di quanto pensassi possibile, quando oggi mi ha sfiorato la guancia... mi sono sentito bruciare, il mio cuore batteva all’impazzata...” mio padre sorrise, mentre sistemava il nuovo bendaggio.

“Edward, figliolo...per usare una frase di Emmett, sei cotto!” rise ancora.

“Ti sei innamorato! Sono molto felice per te!” lo guardai, non potevo più fingere, nemmeno con me stesso, mi stavo innamorando di quella ragazza. Il sentimento che provavo era arrivato in modo puro, volevo davvero essere capace di toccarla. Si sentiva anche lei nello stesso modo? Anche lei provava gli stessi sentimenti e le stesse paure?

“E se lei non ricambiasse?” avevo paura di essere rifiutato, molta paura. Solo ora che stavo facendo luce dentro di me, ne diventavo consapevole.

“Ti ha accarezzato una guancia, hai detto” sì, l’avevo detto. Mi era sfuggito...

“Sono sicuro che Bella ti amerà Edward, l’importante è che tu le permetta di farlo. Tu non l’hai vista quando eri incosciente in ospedale ma, ti assicuro che era veramente disperata, ti è stata vicina sempre, non siamo riusciti a spostarla dal tuo capezzale!” Non ricordavo nulla. Bella aveva fatto tutto questo per me?

“Quando saprà la mia storia scapperà via, non vorrà stare con me!”

“Dalle fiducia figliolo, se si innamorerà di te capirà! Tu non hai colpa per il tuo passato, devi rendertene conto, tu non sei mai stato responsabile per ciò che è accaduto e poi...Edward, è così facile volerti bene”. Desiderai disperatamente che potesse essere così.

“Andrà tutto bene, figlio mio. Funzionerà per il meglio. Tu meriti la felicità, il destino te lo deve”. Uscii dalla stanza sotto gli sguardi interrogativi di Esme e Alice e mi avviai in camera mia.

“Ed!” Alice mi seguì su per le scale sorridendo,“Raccontami tutto! Cosa è successo oggi?”

“Alice” la richiamò Esme “lascia in pace tuo fratello, quando si sentirà pronto, vedrai, sarai la prima a sapere!” Sorrisi a mia madre e la ringraziai senza parole.

“Mamma, ho invitato Bella a cena sabato sera!” Alice aprì la bocca in un’espressione stupita. Non le diedi il tempo di parlare.

***********************************************************************

Camminavo nel buio, forse mi trovavo in un bosco, un bosco con lo stesso colore verde cupo degli occhi di Edward quando era inquieto. Non riuscivo a vedere la direzione verso la quale procedevo, tra le fronde non filtrava il sole. Il silenzio era assoluto, spezzato soltanto dal frullare d’ali di qualche uccello e dal vento che faceva muovere le foglie. Camminavo, incespicando sulle radici affioranti, sulle pietre, sugli intricati grovigli di foglie. Cercavo il sole, sapevo che alla fine avrei incontrato una radura nel fitto del bosco.

“Bella!” era una voce conosciuta ma, arrivò all’improvviso facendomi battere il cuore più velocemente. Mi voltai, spaventata, verso la fonte di quel richiamo, era Jacob. Sorrisi, era tornato, sapevo che la discussione che avevamo avuto non lo avrebbe tenuto lontano per molto.

“Bella” ripeté, “devi scappare, devi allontanarti da qui!” La sua voce era densa di preoccupazione ma, per quanto potessi vedere, non riuscivo a capire la ragione di tanta paura. “Corri Bella!”

“Perché Jacob!” continuavo a non capire il motivo di tanta tensione.

“Bella!” un’altra voce conosciuta, un altro batticuore, questa volta diverso, più intenso. Edward apparve dal nulla, la sua pelle era candida, quasi iridescente alla pallida luce, che ora sembrava filtrare tra le foglie. Sembrava morto, gli occhi erano rossi di sangue ma, stranamente, non mi faceva paura. Mi sentivo, inspiegabilmente attratta da lui. Feci un passo nella sua direzione.

“Bella Ti prego, corri via! Cullen è pericoloso!”

“Fidati di me” disse Edward. Feci un altro passo verso di lui.

Jacob iniziò a tremare convulsamente e al suo posto apparve un lupo dal pelo rossiccio che si avvicinò minaccioso verso di noi. Mi misi tra lui ed Edward, non volevo che il lupo gli facesse del male.

“Io sono questo, sono un vampiro, per questo non posso stare con te! Ti amo troppo per condannarti alla perdita della tua anima, per condannarti a una non vita”

“Non m’importa cosa sei! Te l’ho già detto. Io ti amo, voglio stare con te!” una lacrima scese sul mio viso. Edward l’asciugò, le dita fredde come il ghiaccio.

Jacob si lanciò verso il vampiro, puntando alla giugulare.

“No!!!!” urlai mettendomi a sedere sul letto. Era un sogno, un sogno molto strano. La luce sul comodino era accesa e io avevo ancora tra le mani il Dracula di Bram Stoker. Ero stata condizionata dalla lettura... però, che strana associazione avevo fatto...

Un leggero bussare alla mia porta mi fece svegliare del tutto.

“Chi è?” chiesi

“Angela” rispose la mia amica. La feci entrare. “cosa ti è successo?” mi chiese.

Perché?” non capivo la preoccupazione sul suo volto.

“Hai urlato nel sonno, ti ho sentito dalla mia stanza”. Arrossii, sapevo di parlare nel sonno, ma non di urlare.

“Hai chiamato Edward, gli hai chiesto di non andarsene”. A quel punto avvampai, chi altri mi aveva sentito? Maledette pareti sottili!

“Tutto bene?” mi chiese dolcemente carezzandomi i capelli.

“Angela, ho fatto un sogno stranissimo!” le dissi, poi iniziai il mio racconto.

“Non è che ti sei un po’ innamorata?” disse alla fine. Io annuii arrossendo.

“Il fatto che tu tentassi di proteggerlo, dimostra che hai la forza di guardare oltre, che sei disposta a superare gli ostacoli che potrebbero dividervi”.

“...e se lui non mi volesse? E’ sempre così lunatico... a volte faccio fatica a capirlo!” le raccontai ciò che era successo in biblioteca e, alla fine del racconto Angela mi abbracciò sorridendo.

“Non saprei dirti se ti ama ma, sicuramente gli piaci molto. Datti un po’ di tempo per conoscerlo, approfitta dell’invito per vedere più da vicino lui e la sua famiglia...solo così potrai capire!” Angela aveva ragione, dovevo darmi tempo e dargli il tempo di conoscermi meglio. Di una cosa ero ormai certa: c’ero troppo dentro, ero totalmente e incondizionatamente innamorata di lui.

***********************************************************************

Salii in camera evitando gli sguardi interrogatori di Alice. Volevo stare solo.

Mi sedetti sul letto e presi uno dei miei CD preferiti, le sonate per pianoforte, e lo inserii nel lettore poi, indossai le cuffie per isolarmi dal mondo intero.

La musica di Debussy cominciò a fluire lenta, dolce morbida nella mia mente mentre, le mie mani allenate, ripercorrevano la melodia come su una tastiera di un pianoforte invisibile. Quante volte avevo suonato quel pezzo fino ad impararlo a memoria? Quante volte, nei momenti di disperazione, avevo espresso i sentimenti solo attraverso la musica?

Le mie dita continuavano a muoversi nell’aria e, a malapena mi resi conto che Alice aveva fatto capolino dalla porta della mia stanza. Si era però allontanata subito, sapeva che quando ero completamente immerso nella musica, come ora, non era il caso di disturbarmi. Volevo veramente essere lasciato solo!

Mi ritrovai a percorrere un lungo corridoio bianco, a destra e sinistra porte chiuse mi impedivano di uscire. Mi sentivo intrappolato, una profonda angoscia mi attanagliava il petto. La musica di Chopin ora guidava i miei passi verso l’unica porta socchiusa.  Tirai un sospiro di sollievo, ero all’uscita? La spinsi lentamente e, titubante, entrai. Mi trovai in una enorme stanza, la luce della luna, che penetrava attraverso un’ampia vetrata, la illuminava fiocamente. Mi guardai attorno. Sulla zona adiacente alla parete finestrata, era posizionato un letto, e nel letto una figura addormentata. Il suo sonno era inquieto, agitato. Mi avvicinai, spinto dalla curiosità, alla figura dormiente. Un raggio di luna illuminava un volto noto, il volto di Bella. Continuava ad agitarsi, mi dispiaceva vederla così, avrei voluto che, almeno lei, riposasse serenamente. Mi avvicinai ancora di più, desideravo sfiorarla, desideravo toccare, quelle labbra rosee, con le dita. Lo feci, la sfiorai. Bella si mosse nel sonno. “Edward” mi chiamò con voce dolce, pur restando addormentata “non mi importa cosa hai fatto, io so chi sei” Mi resi conto che quelle parole mi avevano veramente colpito. L’accarezzai e lei sorrise nel sonno. Mi voltai verso la finestra e guardai fuori. La luna piena, già alta nel cielo, illuminava le cime degli alberi creando interessanti ghirigori. Mi ritrovai a pensare che, se Bella era fulgida come quell’astro, io ne rappresentavo il lato oscuro, quello che mai potrebbe essere illuminato dal sole. Ma ci avrei provato, se lei mi avesse voluto, ci avrei provato a farmi inondare dalla sua luce...

Iniziai a muovere le dita, e un pianoforte si materializzò sotto le mie mani. La musica che usciva era lenta, dolce, e determinata, come Bella. Quella sonata, che stavo componendo, era per lei.

Suonai per tanto tempo, fino a sentire stanche le dita, provai e riprovai per trovare gli accordi che meglio rappresentassero quella ragazza, che ormai aveva aperto uno squarcio irreparabile nella mia armatura.

La luce del mattino giocherellò con il mio viso, aprii gli occhi accorgendomi con stupore di non trovarmi nel mio letto. Ero seduto al pianoforte del salone, Alice mi guardava con preoccupazione.

“Cosa ti è successo Edward, hai suonato tutta la notte!” non era possibile, non potevo crederci.

“Ti è successo nuovamente, hai avuto un episodio di sonnambulismo... non si verificava da almeno otto o nove anni.” Mio padre assunse un tono professionale. Sonnambulismo, credevo di aver superato questa fase.

“Probabilmente sono tutte queste emozioni nuove che stai vivendo piccolo mio!” Esme e Carlisle erano accanto a me, mia madre mi accarezzava dolcemente i capelli.

“Stai bene?” chiese mio padre. Feci cenno di si, stavo benissimo, ero felice, avevo quasi composto quella che, ora lo sapevo, era una ninna nanna per Bella.

Continuai a suonare. Gli occhi erano chiusi e le mani sembravano volare sulla tastiera, le note procedevano così fluide, così armonizzate tra loro...

Mia madre e Alice avevano i lucciconi, mio padre mi sorrideva.

“Tesoro ma è bellissima!” disse Esme alla fine dell’esecuzione

“Quando l’hai composta?” continuò mio padre

“Stanotte, credo!”

“E’ una ninna nanna?” chiese Alice

“Si, una ninna nanna per placare i sonni inquieti di una ragazza!” Esme mi sorrise comprensiva.

“E’ per Bella?” chiese infine. Abbassai la testa e, con le guance arrossate per l’imbarazzo, annuii.

“Potresti suonarla sabato, per la cena!” propose mia sorella. Non ero sicuro di voler dar spettacolo di me, non sapevo come Bella avrebbe potuto reagire al fatto che avessi composto un pezzo per lei.

“Non lo so”, mi limitai a rispondere. Alice sembrò delusa.

“Secondo me Bella ne sarebbe felice!” continuò imperterrita

“Secondo me si imbarazzerebbe da morire, se noi tutti fossimo qui a sentire un brano che Edward ha composto per lei!” Jasper, sempre il più empatico e intuitivo di tutti noi, aveva capito perfettamente il carattere di Bella. Alice gli fece una smorfia, poi lo salutò con un bacio.

“Buongiorno amore, dormito bene?”

“Come avremmo potuto, con Edward che strimpellava come un invasato?”

Emmett e Rose scesero per la colazione ridacchiando.

“Scusatemi, non vi ho fatto dormire! Ma, credetemi, non mi sono reso conto di nulla!” Mi sentivo veramente in colpa nei confronti della mia famiglia, per averli tenuti svegli.

“Non preoccuparti Edward, Emmett scherza, lo sai che le stanze sono disposte in modo da essere isolate dai suoni provenienti dal salone!” mio padre parlava sul serio. La casa era stata progettata in modo che ogni stanza potesse essere indipendente dalle altre anche acusticamente. In pratica, ogni camera era un piccolo padiglione a se, collegato da un sistema connettivo comune. Il salone era nel punto più distante rispetto alle stanze. Mio padre pensava che, se avessimo voluto organizzare una festa, avremmo potuto farlo senza arrecare disturbo a che non volesse parteciparvi. Pensava a me.

“Il tuo pezzo è veramente forte fratello!” Emmett mi sorrise

“Bella ne sarà felice, vedrai!” disse Rosalie, arrossii ancora. Emmett rise fragorosamente. Rose gli diede una gomitata e lui dissimulò un’altra risata con un colpo di tosse.

“Ok, ok, la smetto!” disse ancora sorridendo.

“Ed sei pronto? Guarda che dobbiamo andare al campus. Non vorrai far aspettare Bella?!” un altro sorriso. Ormai ero l’oggetto del divertimento dei miei fratelli. Ero pronto a rivederla? Ero pronto a farmi illuminare e riscaldare dal mio sole personale? Non lo sapevo con certezza. Ci avrei provato.

Mi vestii abbastanza velocemente e mi passai le mani tra i capelli perennemente ribelli. Oggi sarei andato allo studentato, volevo passare a prenderla, volevo vedere la sua faccia sorpresa quando mi avrebbe visto nell’atrio...

I minuti passarono in un lampo, la mia emozione cresceva ogni secondo di più  Bella scese le scale lentamente, facendo attenzione a dove metteva i piedi. Era goffa, tenera e bellissima, nei suoi jeans scuri e nel maglioncino blu che metteva in risalto il suo incarnato.

“Buongiorno” le dissi, lei trasalì, non si era accorta che gli stavo davanti.

“Edward” balbettò poi mi sorrise, i suoi occhi si illuminarono e la sua pelle si tinse di un leggero cremisi.

“Sono passato a prenderti così andiamo a lezione e poi subito in biblioteca! Se... non hai già qualche altro impegno”. Il viso di Jacob Black si affacciò nella mia mente.

“no, nessun impegno.” disse in un soffio quasi impercettibile

Ci avviammo verso l’uscita e io la osservai finalmente da vicino. La linea del suo profilo era perfetta, morbida. Il viso, a forma di cuore, con il mento leggermente appuntito, le labbra piene e un po’ sproporzionate.

“Quel colore ti dona molto, mette in risalto la tua pelle!” Bella si girò, guardandomi con espressione sorpresa e lusingata al contempo. Poi mi sorrise con le guance arrossate di imbarazzo.

“Sei bellissima!”le dissi, con un filo di voce,  prima di riuscire a pensare.

 http://www.youtube.com/watch?v=ZOqUFqF_ZwM&feature=related

   
 
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