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Autore: Yoney    31/07/2010    1 recensioni
Questa fanfiction nasce da un mio sogno, dal mio desiderio di vivere nel magico mondo della Takahashi. Decisi, quindi, di scrivere questa fanfiction... Per i primi due capitoli temo che Inuyasha non centrerà moltissimo, tranne che per l'amore della protagonista nei suoi confronti. Inoltre Temo che Inuyasha e Kagome come personaggi veri e propri verranno solo dal terzo capitolo in poi. Ah! Loro non saranno proprio la coppia principale... La storia parla di Etsumi Akizuki, una ragazza dell'epoca moderna, Innamorata della vita e della felicità. Un giorno uno strano incontro nei bagni scolastici la porteranno a cambiare radicalmente la sua vita ed a rivivere le stesse orme della sua eroina e del suo eroe... In compagnia di essi! Spero di avervi incuriosito. Un bacio
Genere: Generale, Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Ingiro con la moto -

“Ma quant’è bello andare ingiro
Con le ali sotto i piedi.
Se hai una vespa special che
Ti toglie i problemi!”
[Lunapop- 50 special]

La mia è una casetta abbastanza normale, tranquilla, armoniosa, con qualche urla di zombi ucciso alla play dalla camera di mio fratello, ma comunque pacifica.
Ho anche un giardino, in cui dimora un grande albero, è molto bello e arriva fino alla finestra di camera mia. Tanto che, a volte, dobbiamo tagliare i rami.
Da piccola mi ci arrampicavo spesso, ed amavo restare lì a pensare, costruendo, intanto, casette per gli uccelli.
Le casette ci sono ancora, ed ogni mattina, questa compresa, i piccoli pennuti si riuniscono e cantano a squarciagola.
Io mi sveglio, con i capelli arruffati, e faccio un grande sbadiglio
-Argh! Avevo dimenticato quanto baccano facessero!-
Ayato è seduto sulla finestra, si volta e mi guarda
-Scusa?-
Io sorrido -no, niente.-
Gli si avvicino e mi appoggio alla finestra con i gomiti
-Senti, cosa vuoi fare oggi?-
Lui ci pensa un attimo
-Non lo so, cosa fate di solito qui?-
Mmm, cosa facciamo?
-Mmm, andiamo al cinema, al karaoke, al bowling, passeggiamo, andiamo al parco, facciamo shopping, oppure giriamo con… Hei! Idea!-
Scatto ed inizio a rivoltare sotto sopra l’armadio.
Ma dov’erano?!
Trovati i vestiti che mi servivano li poso sul letto
-Dai Ayato! Andiamo a fare colazione!-
Gli afferro la mano e me lo trascino di sotto -Forzaaaaaa!-
-Hei, ti vuoi calmare?!-
Lo ignoro e, spingendolo, ruzzoliamo in cucina
-Hei ragazzi! Che entusiasmo!-
Ayato si siede, senza fare complimenti.
-E’ colpa sua e delle sue strane idee!-
Io lo guardo, ghiacciante
-Hei! Macché strane idee! Sei tu che sei lento…-
-Ma cosa dici! Sei tu che…-
Sorrido, prendendo le mie bacchette -Ok, ok…-
Finisco in fretta di mangiare, poi inizio a sparecchiare la mia roba.
-Ayato, tu finisci pure tranquillo. Io finisco di cambiarmi e scendo, tu aspettami fuori.-
Lui annuisce e riprende a mangiare, guardando, intanto, con grande curiosità lo “strano modo” di cucinare di mia madre.
Io salgo le scale sorridendo, erano secoli che non indossavo quei vestiti.
Se non lo stupivo così…

Dopo essermi vestita scesi le scale e trovai Ayato sui gradini della porta.
-Ayato, scusami tanto. Forse ci ho messo troppo…-
Sorrisi. Lui si alzò, sbuffando.
-Forse? Ci hai messo un’eternità! E poi…- Si blocca.
-Hem… Wow…-
Io sorrido -Cosa?-
Lui arrossisce, imbarazzato -Ah, hem, niente. Stai bene…-
-Grazie! Ah, tieni.-
Gli porgo un cappello, per coprire le sue lunghe orecchie e dei vestiti normali
-Cambiati!-
Lui alza le spalle ed inizia a togliersi il kimono. Io arrossisco
-No! Cioè… Intendevo di là! Insomma! Naooo, gli dai una mano?-
E mio fratello, misterioso come al solito, arriva, lo afferra e lo porta in bagno.
Spero non voglia fargli qualcosa di strano…
Lo aspetto, dopo un po’ mamma si affaccia alla finestra
-Tesoro che carina! Vedo che hai ritirato fuori la tua vecchia tuta da motociclista. Non la usavi da un sacco… vuoi portare Ayato a fare un giro in moto?-
Ayato torna e la sente  -Moto? Cos’è?-
Io gli faccio segno di seguirmi
-Vieni, ti faccio vedere.- mi volto verso mamma -Mamma, noi torneremo questo pomeriggio, gli faccio fare un giro per la città.-
Lei sorride, sorniona -Si, ma state attenti!-
Facci finta di non sentirla e trascino Ayato nel garage. Mi guardo intorno e, adocchiato un grosso telo bianco, lo afferro e lo sposto.
Ayato è stupitissimo. -Wow… Questa sarebbe una… com’era?-
Io rido -Moto. Noi la usiamo come mezzo di trasporto.-
Io ci salgo sopra e gli faccio cenno di sedersi dietro di me. Lui è un po’ titubante
-Ayato fidati. Dai sali!-
Lui, un po’ più convinto, fa un salto e monta in moto.
Io mi metto gli occhiali apposta e gli porgo il casco.
-Tieni, mettitelo in testa.-
Lui ci traffica un po’, alla fine mi volto e gli do una mano, poi mi fermo e lo guardo negli occhi, sorridendo.
Lo vedo sorridere, un po’ imbarazzato per quella situazione. Mi guarda negli occhi, ed ogni tanto, come tutti i santi uomini, il suo sguardo fugge ad osservare il mio corpo, evidenziato dal tessuto attillato.
Io sorrido e mi volto, mettendo le mani sul manubrio.
Accendo la moto e lentamente la faccio uscire dal garage, intimando Ayato di reggersi.
Usciamo dal giardino ed arriviamo sulla strada principale
-Senti Ayato, ora parto veloce. Tu non spaventarti…-
Lui sbuffa -Tzè, figurati se mi spavento…-
Io rido -Intendo dire di reggerti.-
-E dove?-
Io sorrido -Devi reggerti a me. Sai, non fraintendermi, ma devi mettere le mani intorno alla mia vita.-
Guardo nello specchietto, è arrossito visibilmente e lo vedo ancora dare un’occhiata ai miei abiti che scoprono la vita, proprio lì dove dovrebbe reggersi.
Io sorrido e mi specchio in una vetrata di una casa all’angolo, adoro questa tuta!
La tua è composta da dei pantaloncini attillati, neri, lucidi e lunghi fino al ginocchio; un corpetto stretto, turchese e lucido, con dei lacci neri incrociati, sia davanti che dietro.
Ai piedi ho degli anfibi neri con dei lacci turchesi davanti e degli scaldamuscoli al braccio, a righe nere e turchesi.
Infine mi sono legata i capelli in una coda.
-Ayato ti muovi?! Sennò non parto…-
Lui arrossisce ancora di più, ma mi cinge la vita con le braccia, un po’ titubante.
Io sorrido, mi piace molto il suo tocco, è così morbido. Ha delle braccia così forti, ma comunque delicate. Ahhhh, è così adorabile!
Gli afferro le braccia e lei stringo ancora un po’ intorno alla mia vita, facendolo imbarazzare ancora di più.
-Evitiamo di cadere.-
E, ridendo del suo imbarazzo, parto velocissima.

Lo porto in giro per mezza città, gli faccio vedere i quartieri, lo porto a mangiare al Mc Donald e lo faccio passeggiare.
Lui cerca di comportarsi il più normalmente possibile, ma non può fare a meno di saltare, spaventarsi, stupirsi e mettersi ad annusare ogni santa cosa “strana” che vede.
Ed io ogni volta rido, anche se un po’ imbarazzata, osservando le reazioni delle persone.
Mentre lui scopre le varie cose io le osservo, ammirandole, notando quanto mi sono mancate. Alcune cose sono cambiate. Hanno aperto una nuova piazza e una nuova strada, hanno inaugurato ben due nuove gelaterie, una pizzeria, e cinque creperie.
Hanno aperto un nuovo e grandissimo parco giochi in periferia ed un nuovo parco, in cui ci stiamo dirigendo.
Hanno attaccato nuovi manifesti, e noto che gli idol sono cambiati abbastanza in un mese.
Abbiamo incontrato anche dei manifesti della polizia con la mia faccia.
Ho chiamato mamma per chiederle spiegazioni e lei mi ha detto che si, in effetti, aveva davvero sbaragliato la polizia dappertutto, ma di stare tranquilla, perché l’aveva subito chiamata per avvertirla del mio ritorno e che questa sera sarebbe venuta a casa nostra per un interrogatorio.
Io sono un po’ nervosa, perché non so bene cosa dirò alla polizia stasera, ma voglio godermi la giornata.
Scendo dalla moto e Ayato salta giù, agilmente, metto la catena ed entriamo nel parco.
Iniziamo a passeggiare
-Wow, questo parco è davvero bello.-
-Non ci eri mai stata? Non eri “l’esperta della città”?-
Io rido -Si, ma questo parco l’hanno inaugurato dopo che sono venuta di là.-
Lui sorride e non dice niente.
Io lo guardo, non posso fare a meno di ammirare come sta bene con jeans e camicia, sorrido, imbarazzandomi un po’ del mio pensiero.
Lui mi guarda -Che c’hai da fissare?-
Uff, sempre il solito tonto
Sbuffo -Non ti stavo fissando! Te lo sarai immaginato… Stavo solo guardando da quella parte, e, guarda caso, tu eri in mezzo!-
Lui incrocia le braccia, cocciuto e testardo come un bambino
-Invece mi stavi fissando!-
Una vena inizia a pulsare sulla mia testa, diamine quanto è irritante!
-Ti ho detto che non è vero! E poi senti chi parla, chi è che prima non faceva altro che fissarmi? Soprattutto il sedere ed il seno?!-
Lui arrossisce violentemente -Ma cosa dici! E poi è colpa tua, che ti vesti così!-
Inizio ad urlargli in faccia -Cosa?! Ora sarebbe colpa mia?! E come mi vestirei, sentiamo?!-
Lui fa lo stesso -Con vestiti che ti stanno troppo bene!-
Ci blocchiamo entrambi, senza credere a quello che è uscito dalla sua bocca.
Ha detto che mi stanno troppo bene?
Oddio oddio oddio, l’ha detto davvero! Ok, è decisamente adorabile…
Diventa, se possibile, ancora più rosso
-Ecco… Insomma io! Mmm…-
Decido di evitargli quella tortura e lo tolgo dall’imbarazzo
-Guarda Ayato! Un chiosco ambulante di __! Mmm, che buoni! Ne vado subito a comprare due!-
Gli indico la panchina
-Tu aspetta lì. E non ti muovere, capito?!-
Lui annuisce e si siede, visibilmente imbarazzato.
Io torno poco dopo con due __ ripieni di marmellata alla fragola e ne porgo uno ad Ayato.
-Tieni, assaggia. Ti piacerà!-
Lui lo prende un po’ titubante -Hem… ok.-
Gli dà un mozzico -Hei, ma è buono!-
Io sorrido e mi siedo accanto a lui -Visto? Perché non ti fidi mai di me?-
Lui mi guarda -Ma io mi fido molto di te…-
Io sorrido e poggio la testa sulla sua spalla, facendolo arrossire.
Ah… Quest’uomo eternamente imbarazzato!




 

Angolo dell’autrice:
Miei cari! Lo so, lo so. Ci ho messo una vita. Mi dispiace! È solo che non avevo per niente ispirazione, e poi sono stata molto impegnata con il saggio di danza, e la connessione, e l’altra fanfiction, e Miì che rompe per l’altra altra fanfic (bella lei^^), e feste e… Spagna!
Uff, però ce l’ho fatta. Visto?
Ed è anche bello lungo.
La vacanza in Spagna è stata davvero davvero molto molto molto bella. Ho conosciuto persone davvero fantastiche, che mi mancheranno moltissimo.
Ieri, in aereoporto, piangevano tutti e si abbracciavano. Io sentivo il cuore che mi scoppiava per la tristezza, ma non riuscivo a piangere.
Però ho pianto quando l’ho visto allontanarsi, lì sono scoppiata in lacrime e sono letteralmente caduta addosso a Giorgia, singhiozzando. Per tutti ho pianto nel letto, stanotte, mentre ero sola.
Ok, basta tristezza. Tra poco ripartirò ed anche questa esperienza sarà riposta con cura in un angolino del mio cuore. Un giorno sono sicura che la ritirerò fuori, le darò una spolverata e l’ammirerò.
Vabbene, vabbene, vi lascio miei cari.
Un enorme bacione.
Vostra Ellena

   
 
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