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Autore: DazedAndConfused    31/07/2010    3 recensioni
Una vecchia cassetta può far riaffiorare maree d'immagini...
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Lady Lampadina

Fandom: La Compagnia dei Celestini

PG: Lucifero, Celeste

Avvertimenti: Fluff (almeno credo XD anche perché è parecchio melensa u.u)

Conteggio parole: 290

Note (parte I): Doooh, sto scrivendo troppe cose fluffose xDDD Ma con Lucifero e Celeste credo di potermelo concedere, dato che sono tenerissimi *w*

La canzone è tratta dal libro di Stefano Benni, il cui titolo è proprio “Lady Lampadina”: nel libro Lucifero è un fan accanito dei Mamma Mettimi Giù, la band che canta questa canzone, e il suo cognome è Diotallevi :D

Disclaimer: Lucifero e Celeste appartengono a quel drittone di Stefano Benni e a coloro che ne hanno acquistato i diritti per farne un cartone u___ù

 

Ora vi lascio alla lettura, sperando in qualche recensione ;)

Bacioni,

 

Dazed;

 

 

Lady Lampadina

 

Lei mi chiese chi ero, e com’ero arrivato lì

sorrideva & aveva morbidi gesti da gatto

mi sfiorò con la mano e cancellò il dolore…

 

Aveva ritrovato per caso quella vecchia cassetta, tra i fumetti e le cartacce dei cioccolatini al caffè di cui andava ghiotto, e ora se la stava gustando buttato a pancia insù sul letto, le palpebre chiuse.

Incredibile come riuscisse ancora a ricordarsi il testo, così, senza nemmeno accorgersene, cominciò a cantare, mentre l’immagine di due occhi nocciola andava delineandosi nella sua mente.

 

Mi disse: scorda tutto, anche i sogni migliori

 

Certe volte si soffermava a pensare a come avrebbe potuto dimenticarsi tutto, la Pallastrada, i gemelli, Memorino, quella canaglia di Tenaglia, ma quell’incertezza cessava nell’esatto istante in cui incrociava quelle iridi del colore delle castagne in Autunno.

Assurdo come un qualcosa di così semplice riuscisse a resettargli il cervello in un battibaleno. (-Come se ci volesse molto per farlo, eh?- *incursione di Memorino*)

Arricciò il naso e si ripromise mentalmente di dare all’amico un pugno sulla spalla, non appena lo avesse visto.

Certe volte (sempre ndA) detestava dal profondo del cuore quel sarcasmo pungente di cui Madre Natura aveva dotato il suo compagno di stanza, specie in situazioni così delicate come quella che stava vivendo in quel momento.

 

c’è un motel qua vicino, tra la città e il deserto

tra una spiaggia di neon & un mare di luna…

 

Un fruscio, uno spostamento d’aria imprevisto che lo fece rabbrividire, e all’improvviso spalancò gli occhi, ritrovandosi davanti quegli stessi dolci laghi che aveva appena sognato.

-C-Celeste…-

Le morbide labbra della ragazza gli tapparono la bocca: per la prima volta, Diotallevi era stato zittito.

 

-E non tornerai più a casa, ragazzo, mai più.- mormorò lei, uscendo dalla stanza.

 

 

 

Note (parte II): Chiedo scusa per la mega figuraccia che ho fatto: avevo pubblicato la bozza di questo racconto, che era sì e no composta da due frasi della farina del mio sacco >//////<

Spero che possiate perdonarmi l’enorme svista T____T

   
 
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