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Autore: Helis Redien    01/08/2010    3 recensioni
La vita di Anelma è oscura e nel corso dei suoi anni cercherà di diventare Mangiamorte ma qualcosa l’ha fatta cambiare idea.
Grazie al supporto di Madama Rosmerta, riuscirà ad entrare tra gli insegnanti di Hogwarts ed è lì che conoscerà il professore di pozioni Severus Piton, come andrà a finire?
Quali nuovi misteri saranno svelati sulla vita della ragazza? Quali nuovi segreti verranno rivelati su Lord Voldemort e sui genitori di Anelma?
Per chi la segue e per chi la seguirà, vi informo che l'intera storia è in revisione, pertanto non sarà aggiornata. 18/02/2014
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Disclaimer: I personaggi della storia non sono di mia proprietà bensì di J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il Personaggio principale di Anelma Laidhopeinen, i luoghi non inventati dall’autrice della saga di Harry Potter sono di mia proprietà e occorre il mio esplicito permesso per pubblicare, tradurre o citare parti della mia creazione altrove. Le citazioni dai libri di Eelis Laidhopeinen sono mie e di nessun altro come ogni singola parola qui presente, citazioni non mie verranno accreditate al rispettivo autore alla fine del capitolo che le contiene. Per un altro utilizzo di queste mie citazioni serve il mio scritto ed esplicito permesso. Opera non scritta a scopo di lucro o altro.

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Prefazione : questo capitolo e tutto il suo contenuto sono tutta opera mia

“Hogwarts, la scuola in cui la magia domina in ogni solitario corridoio, in ogni piccola fessura, in ogni singola creatura. I fiori sembrano stregati di occulta bellezza, ogni singolo petalo sembra regnare su una storia ancora da narrare; ogni singolo raggio di sole sembra portare con se un nuovo e sconosciuto incanto. Il castello narra storie, piccoli e irrisolti indovinelli di cui un mago ignora un possibile, mai scoperto, mistero. La bellezza delle stelle notturne è accentuata se la si sa vedere dalla giusta torre e dal giusto accostamento dello spirito che le guarda, da ogni anima che cerca in loro la sua musa…”

Eelis Laidhopeinen in “La Magia e l’Incanto di Hogwarts”.

Anelma, dopo le lezioni pomeridiane, rilesse un piccolo paragrafo del libro di suo padre. Molte volte si chiedeva se lui avesse avuto la possibilità di vivere di persona certe emozioni o se avesse tentato di indovinare, ma lei sapeva che suo padre nei suoi scritti non narrava se prima non aveva provato le emozioni su se stesso. Anelma non aveva mai letto la fine di quel libro, aveva paura che dei brutti ma altrettanti bei ricordi le ritornassero alla mente ma sapeva in cuor suo che un giorno l’avrebbe finalmente completato, ora però no, non voleva, non si sentiva pronta per quelle nuove emozioni, si sarebbe basata sui pochi capitoli che aveva letto di cui ogni tanto leggeva i paragrafi che l’avevano colpita di più; senza mai superare la soglia ancora da scoprire. Sin da piccola era rimasta colpita da come suo padre dipingeva le stelle ed il cielo notturno: voleva provare quelle sensazioni e voleva capire se in qualche modo suo padre Eelis abbia potuto prendere ispirazione da loro. Seguendo i messaggi nel suo scritto, probabilmente la torre “giusta” era la torre di astronomia, non ne era sicura, poiché suo padre era un tipo un po’ criptico e lo erano anche i suoi scritti, da quel che sapeva poteva benissimo trattarsi di un’altra torre… chi lo capiva Eelis? Anelma sorrise tra se e se. Si ricordava che anche sua madre Kanerva lo riprendeva per il suo modo misterioso di definire qualsiasi cosa e lui le rispondeva “è per questo che ti sei innamorata di me, tesoro”. Senza ombra di dubbio la sua era una famiglia felice, raramente c’era un diverbio. Ricordava quando ridevano assieme, quanto si sentiva felice e spensierata. Ma era solo una bambina era normale essere spensierata, a volte si interrogava su come potesse essere stata al sua vita se Voldemort non li avesse uccisi; ma è inutile piangere su un futuro celato solo in un utopia: Eelis e Kanerva se n’erano andati e di certo non sarebbero tornati più da lei o dalla piccola Anelma. “È stata un’infanzia molto dura” pensò alzandosi dalla poltrona nella sua stanza, posando il libro sulla scrivania.

Voleva chiedere a Silente un cosa molto importante e sperava acconsentisse, quindi si diresse verso la presidenza. Chiuse la porta alle sue spalle e percorse il corridoio che portava al piano terra, si guardò intorno e notò che quel piano era pieno di fantasmi che chiacchieravano tra di loro e con i ragazzi, uno strano poltergeist che si divertiva a disturbare con scherzi di cattivo gusto e alunni che si divertivano, finché i professori non avrebbero iniziato a dare loro numerose pergamene di compiti. Salì le scale e proseguì verso la presidenza. Arrivata davanti l’enorme statua esclamò la parola d’ordine

-Felix Felicis!- e l’enorme gargoille di pietra le mostrò le scale che aveva percorso il giorno del colloquio.

Si avvicinò alla porta ma si bloccò; c’era una discussione in atto ma poteva chiaramente distinguere le voci di Severus e del preside.

-No, preside, non sono d’accordo con lei- stava dicendo Severus cercando di mantenere la calma.

-Severus, non cambio opinioni su persone e tantomeno sui docenti che sono in questa scuola, sono tutti meritevoli del proprio titolo. Il fatto che abbia scelto Anelma come tua assistente non è per una possibile poca fiducia che tu credi io abbia in te-

Ci fu un attimo di silenzio.

-Preside, con tutto rispetto, ma ho dei compiti da preparare per domani-disse sbrigativo Severus ad un tratto.

-Vai, Severus, ma ricordati le mie parole-

La porta dell’ufficio si aprì e ne uscì Severus Piton, non si accorse di lei ma appena chiuse la porta rivolse ad Anelma un’occhiata indescrivibile.

-Origliavi?- chiese insospettito e vagamente disgustato.

-No. Aspettavo per parlare con il preside- rispose indifferente. Ma gli aveva mentito: aveva sentito la fine della loro discussione e Piton lo sapeva quindi non parve bersi la risposta dell’assistente. Il professore di Pozioni sbuffò e si apprestò a percorrere le scale.

-Buongiorno Professore- disse Anelma. Perché non poteva avere un rapporto normale con un collega? Comunque bussò alla porta della presidenza e dal suo interno la voce del preside le diede il permesso di entrare.

-Buongiorno Anelma- la salutò il preside

-Buongiorno preside- sorrise la ragazza.

-Volevi chiedermi qualcosa?- chiese gioviale.

-Si professore, volevo porle due domande importanti. Prima di tutto volevo chiederle se le aule sono accessibili durante la notte-

-Si Anelma sono accessibili, l’importante è che non ti faccia scoprire. Questo dettaglio ovviamente è riservato agli alunni, ma ai docenti è permesso-

Anelma sorrise. Le piaceva il carattere di Albus, la metteva a suo agio.

-Grazie preside. Ora, la cosa più importante che volevo chiederle era se per caso mio padre abbia mai soggiornato qui in questa scuola-chiese tesa.

-Ti riferisci ad Eelis? Si, stava scrivendo un libro su Hogwarts e l’abbiamo ospitato per un intero anno scolastico. Purtroppo non sono mai riuscito a leggere il suo libro poiché l’unica versione esistente è in lingua Finlandese ed io, purtroppo, non lo parlo. Mi disse che stava lavorando alla trascrizione del libro in Inglese ma purtroppo non è riuscito a pubblicarlo.-concluse con un’aria triste.

-Si lo so preside. Morì in quel periodo ma se vuole le presto il libro tradotto, io non l’ho mai finito e la prego di non lasciarsi sfuggire nulla-

-Certo Anelma! Te ne sarei molto grato così saprò cosa scrisse su questa misteriosa Hogwarts- le sorrise Albus

-Può dirmi altro su mio padre?-

-Non lo conoscevo molto ma era una grande persona. Mi raccontava sempre di te e di tua madre-

-Mi ha voluto nel corpo docenti perché ero sua figlia?-

-No, Anelma, hai molto talento e non potevo rifiutare-

-Preside devo chiederle una cosa riguardo mio padre-chiese lentamente guardando il preside.

-Se posso risponderti-rispose Silente rispondendo al suo sguardo

-Perché è stato ucciso?-

-Anelma, c’è un momento per ogni risposta. Con il tempo ti dirò tutti i suoi segreti, lui mi ha chiesto di non nasconderti nulla-

-nascondere?-

-Si, Anelma. Ma stai tranquilla, ti dirò tutto-

-Grazie signor Preside. Ora vado, le porto immediatamente il libro-

-Grazie Anelma-le sorrise cordiale.

Mentre camminava per i lunghi corridoi continuava a pensare a ciò che il preside le aveva detto. Lui sapeva la verità, sapeva ciò che lei non riusciva a capire . Ma perché suo padre si era confidato con lui? Forse per lo stesso motivo di Anelma. Comunque decise di aspettare il giorno in cui il preside avrebbe ritenuto opportuno rilevarle i segreti di suo padre. Adesso voleva essere lei utile a Silente portandogli quel libro.

Ritornò dunque dal preside e gli porse il libro,

-Grazie Anelma, lo custodirò con cura- disse il preside con un sorriso.

-Ne sono sicura, so che è in buone mani preside-

Lui le sorrise.

-Arrivederci preside- disse avviandosi verso la porta. Quante cose avrebbe voluto chiedergli adesso che aveva scoperto che suo padre e Silente si erano conosciuti, ma voleva aspettare. Con il tempo Silente le avrebbe detto tutti i segreti.

-Anelma- la richiamò il preside –c’è qualcosa che desideri dirmi?-

-No signore-

-Allora arrivederci- le disse con il suo solito sorriso.

“c’è qualcosa che desideri dirmi?” ma come aveva fatto? Sperava ardentemente che non si fosse aggrappato all’occlumanzia ma non era da Silente.

Con questo pensiero si diresse verso il cortile con l’intenzione di esplorare un po’ il castello. Camminava tranquillamente e da lontano notò Piton che si stava dirigendo nei sotterranei molto probabilmente per preparare i compiti di cui parlava in presidenza. Anche se il suo modo di comportarsi con Anelma non era così molto ricco di rispetto, voleva cercare di salvare qualche cosa. Accelerando la camminata cercò di raggiungerlo ma lui entrò nel suo studio nel giusto instante in cui Anelma finì di percorrere la scalinata. Voleva fare qualcosa di utile per il professore anche se era quasi certa che lui non avrebbe accettato ma voleva tentare comunque. Si stava avvicinando alla porta quando questa si aprì all’improvviso.

-Cosa vuole signorina Laidhopeinen?- chiese indifferente il professore

-Mi chiedevo professore, se aveva bisogno di una mano- rispose stupita

-No, posso farcela benissimo da solo- dicendo così chiuse la porta lasciando la ragazza fuori.

Volevo solo essere gentile” pensò.

***

Durante la cena Anelma scambiò qualche parole con altri colleghi e parlarono un po’ del loro ruolo nella scuola. La ragazza notò il comportamento di Piton cui non aveva proferito parola, si era limitato solo a guardare gli altri docenti. Non aveva nemmeno tentato di litigare con lei e ciò le sembrava strano, che stesse cercando di cambiare? Non sperava in un cambiamento in un giorno, qualche cosa lo aveva fatto pensare o riflettere. Anche la corta conversazione avuta con lui quello stesso pomeriggio le era sembrata alquanto strana. Non le aveva risposto con odio o con il suo solito disprezzo ma per una volta, in quel poco tempo che era li ad Hogwarts, l’aveva trattata con indifferenza e ad Anelma andava più che bene.

La ragazza stava passeggiando per i corridoi con una meta precisa: la torre di astronomia. Voleva accertarsi che fosse quella la tanto sognata torre del padre. Aprì la porta e si ritrovò in stanza rotonda con le pareti ricoperte di cartelloni raffiguranti le costellazioni e i pianeti del sistema solare. Si soffermò a leggere un cartellone riguardante i pianeti

“I pianeti del sistema solare sono otto: in ordine di distanza dal Sole si tratta di Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno (conosciuti fin dall'antichità), Urano (scoperto nel 1781) e Nettuno (scoperto nel 1846)…

Distolse lo sguardo e ammirò il soffitto rimanendo a bocca aperta. Era stato applicato lo stesso incantesimo usato nella sala grande: il soffitto raffigurava il cielo notturno ed era come se non esistesse il tetto sopra la sua testa. Guardò quelle stelle che suo padre definiva “muse” e vide la Luna, dea della notte. Era senza ombra di dubbio il più bello spettacolo che avesse mai visto, capì subito che questa era la torre di cui parlava Eelis.

-Anelma, sapevo di trovarti qui- disse il preside alle sue spalle.

-Preside- esclamò sorpresa

-Sono arrivato a leggere della torre di astronomia, ho pensato che tu volessi vedere il paesaggio di cui tuo padre si era innamorato-

-Si preside è bellissimo-

-Voglio farti vedere una cosa che mostrai anche ad Eelis di cui rimase a bocca aperta-

A quel punto Albus Silente mosse la bacchetta e pareti, sedie, banchi e mobili scomparirono e tutta la stanza si trasformò in cielo. Lei rimase a bocca aperta, quel cielo blu intenso era bellissimo e lei…lei era circondata da stelle

-È spettacolare- sussurrò la ragazza.

-Anche lui lo disse-

-Ma siamo nello spazio?-

-No, Anelma, siamo nella torre di astronomia. Ho solo fatto un incantesimo ed ho proiettato tutto il cielo in questa stanza-

-Magnifico!- esclamò lei

-È un magnifico incantesimo, vero? Ho potenziato l’incantesimo proiettante così che assomigliasse allo spazio-

-Bellissimo!-

-Eelis aveva una gran bella mente- disse Silente

-Come?- Anelma spostò lo sguardo dal grande cielo al volto del preside

-Sai cosa mi diceva di te? Mi diceva che eri una bambina diversa da tutte le altre. Lui credeva che tu saresti stata un ottimo successore della famiglia Laidhopeinen-

-Si- disse distratta. Stava pensando al suo passato, suo padre non l’avrebbe mai definita così grande se avesse saputo cosa aveva tentato di fare.

-Diamine ma dove avevo la testa- sussurrò la ragazza stringendo i pugni, sconfitta

-Anelma, va tutto bene?- chiese Silente con tono greve

-Vorrei poter ricominciare tutto da capo-

-Cos’è successo?-

-Preside, con tutto il rispetto preferisco non ricordare ora. Gliene parlerò più avanti, ora se vuole scusarmi devo andare - disse tristemente tentando di trattenere le lacrime. Il preside mosse la bacchetta e tutta la stanza, eccetto il soffitto, tornarono normali.

-Come desideri Anelma, ti auguro una buonanotte-

-Anche a lei preside- rispose con un sorriso forzato per poi dirigersi verso la sua stanza.

Aveva bisogno di rilassarsi poiché la giornata era stata molto strana e piena di ricordi.

Aprì l’acqua della vasca e la fece riempire quasi fino all’orlo per poi aggiungere oli e Sali profumati. Lentamente si svestì e si immerse. Iniziò ad insaponarsi lasciandosi cullare dall’acqua, dopo poco si distese e poco a poco scivolò fino a coprire completamente il collo. Chiuse gli occhi, non voleva ricordare ancora cose passate, voleva pensare al suo presente, era decisa a creare un rapporto da docente a docente con il professor Piton. Di lui sapeva solo il nome e lui di lei aveva le stesse informazioni e non aveva nessun proposito a scoprirne altre, forse ancora lo infastidiva la scelta di Silente o forse era lei che non gli andava molto a genio. Anelma non gli aveva fatto nulla gli aveva solo risposto a tono, poteva essere accusata solo per quello.

-mah- sussurrò tra se e se.

Il bagno le aveva fatto molto bene, ora era rilassata e pronta a scrivere una nuova pagina di diario e, quindi, a trascrivere i suoi ricordi di quei due giorni passati ad Hogwarts.

02/09

“Caro Diario,

questi due giorni sono passati in fretta. Qui ad Hogwarts è tutto così diverso e stupendo, ho conosciuto molti dei miei colleghi: la professoressa McGranitt, il professor Vitius, la professoressa Sprite e tutti gli altri. Mi ha colpito molto il professor Severus Piton, il professore di cui faccio l’assistente, e che mi ha dato filo da torcere in questi giorni. Dovrò provare a conquistarlo in qualche modo, anche se Silente mi ha spiegato il perché del suo comportamento. Mi ha detto che Severus si sente sottovalutato e non riesce a capacitarsi del ruolo dato a me. Bha. non so che dire. Stamattina ho fatto un discorso con il preside in riva al lago, non avevo mai parlato con nessuno in questo modo. Mi ha detto che conosceva mio padre e che mi avrebbe detto i suoi segreti ma chissà cosa sta aspettando e cosa mi sta nascondendo. Comunque come primo giorno di lezione è andato bene. Dopo cena ho voluto andare alla torre di astronomia per provare le emozioni scritte nel libro di mio padre e devo dire che sono rimasta a bocca aperta, è veramente un luogo stupendo. Ad un tratto è arrivato Silente che ha reso ancora più speciale il momento trasformando tutte le pareti in cielo, pavimento compreso. Sembrava di volare nello spazio, è stato veramente emozionante. Domani ho la mattinata libera ma devo comunque riposare, oggi è stata una giornata dura. Buonanotte a domani”

***

La mattina seguente Anelma si svegliò di buonora e andò a fare colazione. Nella sala grande c’erano quasi tutti professori e pochi alunni, questo dovuto dal fatto che era ancora troppo presto. Si sedette al suo posto ma Piton non c’era, voleva fare una chiacchierata con lui e chiese alla Mc Granitt

-Professoressa, mi scusi, dov’è il professore Piton?-

-Lui ha già mangiato ed è tornato al suo studio, era molto pensieroso oggi-

-La ringrazio-

Così inizio a servirsi del cibo e quindi a mangiare.

Quando ebbe finito si diresse verso il suo studio, ma prima doveva fermarsi da Severus, era bene chiarire una volta per tutte. Bussò alla porta ed attese che qualcuno la aprisse.

-ah… sei tu- rispose il professore dopo aver aperto

-professore vorrei parlarle-

-non ho tempo ora- rispose seccato

-è una cosa importante-

Lui la guardò ed era intento a chiudere la porta quando Anelma lo fermò.

-adesso non le permetterò di scappare come ha già fatto. Che lei lo voglia o no le dirò tutto e lei mi ascolterà. Non so e nemmeno mi interessa da dove sia nato tutto quest’odio verso di me, ma bene o male dovremo continuare ad essere colleghi e quindi dovremo collaborare, magari ora no ma in un futuro sì. Ora mi dica, se non è troppo codardo per farlo, ha intenzione di continuare a trattarmi in questo modo?-

Lui la guardò fissa negli occhi, la parola “codardo” aveva scatenato in lui una grande rabbia.

Sì. Severus Piton le avrebbe risposto, ma le sue parole furono bloccate da qualcosa nello sguardo di Anelma, nei suoi occhi una strana luce e subito il professore sembrava apparire sconcertato.

-Non ho tempo di risponderti- disse meravigliato e chiuse la porta. Severus Piton rimase immobile davanti alla porta chiusa dandole le spalle.

-Com’è possibile?- sussurrò tra se e se guardandosi l’avambraccio sinistro scoperto.

È impossibile” pensò Severus. Come poteva avere quegli occhi? [2]





[2] : chissà cosa avrà visto.

c'è qualcosa che desideri dirmi? mi è sempre piaciuto quando Silente lo chiedeva ed ho voluto rimetterlo anche qui.

   
 
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