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Autore: lady lina 77    01/08/2010    10 recensioni
Sono passati sei mesi dalla sconfitta di Manson e di maschera di ferro e per d'Artagnan e i suoi amici è un periodo di pace... Il guascone è tornato a Parigi e può pensare tranquillamente ai suoi amici, alla sua carriera come moschettiere e al suo rapporto con Constance. Ma sarà davvero così? Una vecchia nemica sta tornando nella sua vita, più vendicativa e pericolosa che mai. E attraverso le sue macchinazioni, i suoi piani folli e criminali, le sue azioni sconsiderate, porterà i moschettieri a vivere nuove avventure, nuovi pericoli, nuovi dolori e nuove battaglie. E stavolta la loro nemica si insinuerà non solo a Parigi, i suoi tentacoli invaderanno la Francia intera, anche senza l'aiuto del Cardinale...
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi quì, con il promesso epilogo...

Che dire, se non che mi spiace moltissimo che questa storia sia conclusa? Mi è piaciuto scriverla e conoscere tutti voi che mi avete sorretta e sostenuta con mail e recensioni sempre graditissime. Grazie di cuore a tutti!!!

Spero mi venga in mente qualcos'altro, un seguito o una nuova storia (le ferie di solito mi danno tanta ispirazione e siccome fra sei giorni parto...)... A dire il vero, una mezza idea c'è, vedrò di svilupparla al mare eheheh... Ma spero anche che nuove fanfiction verranno scritte da altri, così che potrò sbizzarrirmi anch'io nella lettura!

Ho letto con molta attenzione le vostre recensioni e avrei voluto rispondere sulla questione Milady... Ma ho scoperto che gli autori non possono inserire recensioni ç___ç, quindi vi rispondo quì! Io la vedo esattamente come Kiki75. Il gesto di d'Artagnan lo vedo come un atto di rispetto verso la sua storica nemica. Un riporre le armi con onore dalla parte di entrambi. Comunque, in quest'epilogo ho cercato di spiegare meglio la strana relazione fra d'Artagnan e Milady, che è stata il perno di questa storia! (e spero di aver risposto un pò ai dubbi di Tetide sul rapporto fra loro due!).

La conversazione è molto interessante comunque e questo mi da la conferma che ci serve un forum!!! Io non riesco, giuro che ci ho provato ma sono impedita! Se qualcuno ce la fa ad aprirne uno, mi faccia sapere, please!

Nel mentre, ho trovato questo STUPENDO sito francese (con tanto di forum), su questo amatissimo anime, vi metto il link: http://souslesigne.free.fr/

Grazie di nuovo a tutti per le recensioni...

E a presto!!! Perchè io su quest'anime ho intenzione di scrivere ancora!!!

E spero anche voi!!!

Nel frattempo, buone vacanze!!!







Epilogo – Un nuovo inizio



"Ed ora, brindiamo alla riuscita della missione!" - esclamò Porthos allegro, alzando il calice di vino in alto.

E in risposta, nella casa di Bonacieux il sarto, allegre risate e tintinnio di calici di vino riempirono l'aria di gioia e allegria.

I moschettieri erano tornati da un giorno a Parigi, dopo la brillante missione segreta in terra spagnola.

Il re e il Cardinale avevano ascoltato attentamente tutti i retroscena dell'ingegnoso e diabolico piano ordito da Milady e si erano congratulati coi loro inviati per l'esito positivo della missione.

Milady era morta, la corte spagnola non aveva saputo dell'invio di militari francesi in incognito nel loro territorio e i rapporti fra le due nazioni potevano considerarsi quindi salvi, tutti i collaboratori della perfida dama erano stati sconfitti e quindi ogni attentato sarebbe cessato a Parigi.

L'incubo era finito...

Richelieu, arrampicandosi sui vetri, era riuscito a convincere il re che non c'entrava nulla con Milady, ne ora ne tanto meno in passato, giurando e spergiurando che non conosceva quella donna. I moschettieri, ridacchiando, erano stati al gioco, pur sapendo bene la verità, consapevoli del fatto che era meglio per tutti che l'amicizia e l'alleanza ritrovate fra i due capi di Francia dopo l'affare 'Mashera di ferro', continuasse il più a lungo possibile.

I cinque eroi della missione avevano avuto come ricompensa una grossa somma extra di denaro nello stipendio e a d'Artagnan e Constance la regina Anna aveva donato una graziosa casetta nelle vicinanze del Louvre, dopo che aveva saputo del matrimonio dei due ragazzi.

E dopo il colloquio con re e Cardinale, si erano ritrovati tutti a casa di Bonaciuex per una grande cena cucinata da Marta e dalla madre del piccolo Jean.

Il sarto, ripresosi dall'attentato , non aveva fatto salti di gioia nel sapere del matrimonio della figlia e del guascone e ogni volta che d'Artagnan gli passava di fianco - e l'aveva notato anche Constance - al moschettiere pareva di sentire Bonacieux 'ringhiare'...

Tanto che il suo giovane genero aveva ben deciso di stare dalla parte opposta del tavolo durante la cena, a debita distanza da un suocero non molto felice di essere stato messo davanti al fatto compiuto.

Marta guardò il suo padrone che sbocconcellava il pane imbronciato. "Avanti Monsieur Bonacieux, mica è un funerale! In fondo, si sono sposati! E questo vuol dire che fra poco potrete fare il nonno e avere un bel nipotino per casa!" - gli disse allegra, servendogli una fumante fetta di arrosto nel piatto.

D'artagnan a quelle parole rischiò di strozzarsi con la carne mentre Constance divenne rosso acceso in viso.

Tutti gli occhi dei presenti si piantarono sulla giovane coppia...

"Constance, ma sei incinta???" - chiese Porthos col tatto di un pachiderma...

"NOOOOOOOOOOO!!!" - risposero contemporaneamente d'Artagnan e Constance, al colmo dell'imbarazzo.

La madre di Jean sorrise. "E, ma presto... Insomma, sappiamo bene tutti quanta passione ci sia all'inizio di un matrimonio! Io sono rimasta incinta dopo pochissimi mesi!".

"Ehm... Grazie dell'informazione Colìne... Ma ora, possiamo cambiare argomento?" - supplicò il guascone imbarazzatissimo.

Monsieur Bonacieux sospirò. "Ma sì, un nipotino mi farebbe felice! E d'Artagnan non è male come genero in fondo...".

Marta diede al sarto una grossa pacca sulla spalla. "Ecco, vedete che c'è solo da esserne contenti?! L'importante è che il pupo o la pupa assomiglino alla mia signorina Constance! Tutto il resto si può superare!".

D'artagnan si imbronciò. "Perchè, se assomigliasse a me che ci sarebbe di male?".

Marta alzò gli occhi al soffito. "Oh santo cielo, speriamo di no! Sarebbe una tragedia se prendesse dal padre...".

"Che vuoi dire?" - insistette d'Artagnan offeso.

Marta e gli altri scoppiarono a ridere e il guascone non ebbe altre risposte. La cameriera tornò in cucina, mentre la cena riprese a trascorrere serena.

Beh, tanto meglio...

Quel discorso era abbastanza imbarazzante e cambiare argomento non era poi male...

Il guascone riprese a mangiare. Era sereno e tranquillo, felice...

Eppure, gli ultimi istanti di Milady continuavano a scorrere davanti ai suoi occhi...

Era così strano pensare che davvero lei non ci fosse più!

Cominciava una nuova vita per lui...

Un matrimonio e una famiglia da costruire, una brillante carriera come moschettiere appena iniziata e... nuovi nemici futuri da sconfiggere... Già, nuovi... Ai vecchi aveva detto addio, li aveva battuti...

Ogni strada nuova che si comincia a percorrere fa sempre un pò paura, lasciare il vecchio per l'ignoto, anche se con le fattezze di una donna diabolica, spaventa tutti, compreso un moschettiere forte e coraggioso...

Era diventato un uomo, lontano anni luce dal ragazzino a caccia di elefanti che era giunto a Parigi due anni prima... E in fondo, lo doveva anche a Milady se era tanto migliorato...

Fissò fuori dalla finestra, bisognoso di un pò di solitudine di fronte a quei pensieri. Forse era meglio andare a dar da mangiare agli animali, non era male come scusante. E poi, Ronzinante era probabilmente affamato e Pepe sembrava triste e depressa, rannicchiata sul fieno della stalla da cui si rifiutava di uscire. "Vado a dare un'occhiata agli animali!" - disse d'un tratto, alzandosi dalla sedia.

Uscì fuori, nel freddo della sera invernale parigina. L'aria era pungente e minacciava neve.

D'artagnan entrò nella stalla, sedendosi fra Pepe e Ronzinane. Distrattamente prese a dare del fieno, con la mano, al cavallo, mentre con l'altra accarezzava la scimmietta messasi seduta sulle sue gambe.

Pepe sembrava triste...

"Ti manca la tua padrona è?!" - sussurrò d'Artagnan assorto.

Pepe sbuffò, rannicchiandosi ancora di più sulle sue gambe. E nella stalla calò il silenzio...

Anche la mente di d'Artagnan smise di pensare, godendosi quegli attimi di pace, perdendo la cognizione del tempo.

...

Finché...

"Ci stavamo preoccupando!". Constance e Athos entrarono nella stalla e lo raggiunsero.

"E perchè?" - chiese il guascone.

Sua moglie gli sorrise. "E' quasi mezz'ora che sei quì!".

"Cosa?!". D'artagnan sgranò gli occhi. Non se n'era accorto di essere lì da così tanto tempo.

"Tutto bene?" - gli chiese Athos sedendosi accanto a lui.

D'artagnan si mise sulla difensiva. "S... Sì, tutto bene. Perchè?".

Constance gli sorrise, inginocchiandosi davanti a lui. "Io non ti credo!" - disse semplicemente, in tono tranquillo – "E' per Milady che sei giù, vero? E' da quando è morta che diventi taciturno, di tanto in tanto...".

D'artagnan si sentì un verme. Sua moglie lo conosceva, bene anche, non poteva mentirgli... Era ingiusto, non lo meritava. Constance era dolce e gentile e anche in una situazione come quella, in cui OGNI moglie del mondo avrebbe urlato e sbraitato, era fiduciosa in lui e preoccupata. E poi negare non sarebbe nemmeno servito a troppo visto che Constance aveva capito perfettamente. In lui riaffiorò l'antico senso di colpa che l'aveva accompagnato anche durante l'ultimo viaggio alla ricerca di Milady, in Spagna. Non doveva, non poteva permettersi di pensare a Milady, di essere triste e turbato per la sua morte... Era un uomo sposato, un moschettiere che aveva sconfitto una nemica pericolosa e terribile e avrebbe dovuto esserne fiero... Eppure... Il suo animo era scosso... "Io... ecco...". Abbassò lo sguardo, non sapeva cosa dire... Era difficile, molto difficile. Troppo!

Athos gli mise una mano sulla spalla. "E' normale che ti senta così. Sei molto giovane e una persona come Milady... Lei era una donna bellissima ed intrigante, una donna assolutamente anti-convenzionale... Per un uomo sentirsi attratto da una donna così è fisiologico!". Athos si bloccò... Parlava di d'Artagnan e Milady... o di lui e Aramis? In quel momento si sentì un pò ridicolo...

D'artagnan scosse la testa. "Io NON sono innamorato di Milady!". Doveva metterlo in chiaro, soprattutto a Constance. Ne era forse stato attratto, probabilmente per i motivi illustrati dal suo amico. Ma 'amore' no! Lui amava Constance, lo sapeva e ne era certo. L'aveva amata fin dal primo istante e l'avrebbe amata per sempre. Se c'era una cosa di cui non dubitava, era proprio questa... "Vedete, non è propriamente... attrazione... E' che Milady..." - prese un profondo respiro – "Io devo ringraziarla...".

"Cosa???" - chiesero insieme Constance e Athos.

Il guascone si affrettò a spiegare, davanti alle faccie smarrite dei suoi due interlocutori. "Vedete, quando sono giunto a Parigi ero un ragazzino sbruffoncello di provincia, arrogante e pieno di me. Mi sono cacciato nei guai talmente tante volte per la mia avventatezza... Poi è arrivata Milady... E sono cresciuto... Ho affrontato avventure e pericoli che mi hanno fatto maturare, che mi hanno dato una giusta dimensione di chi io sia e di cosa valga in realtà, che mi hanno fatto capire cosa conti veramente nella vita. Amore e amicizia. Il mettere davanti al nostro bene personale il bene di chi ci sta accanto e amiamo. E poi, grazie a Milady, sono migliorato nell'uso della spada, sono entrato nel corpo dei moschettieri grazie a tutte le azioni compiute coi miei amici per cercare di fermarla. Mi sono fatto un nome e una buona reputazione a palazzo e presso De Treville. Milady era un'avversaria forte, terribile, spietata... Ma è stata un'avversaria che avrei voluto affrontare... per il resto della mia vita... Perchè grazie a lei sono migliorato, ho sempre superato, passo dopo passo, ogni limite che mi ero imposto di raggiungere. E ora, con chi mi batterò, al pari di lei?". Forse c'era dell'altro, forse in un angolo della sua mente aveva anche capito che in fondo in fondo, se quella donna avesse avuto persone diverse vicine, sarebbe stata un essere umano molto migliore. Persone che l'avessero amata e sorretta per quello che era e non persone corrose dalla brama di potere che l'avevano solo usata. Forse aveva visto anche della purezza nell'animo di Milady e una parte della sua mente l'aveva colta, insieme al desiderio di aiutarla. Ma aveva anche capito altro... Che lei NON voleva essere aiutata, che la prima a rendersi conto che era troppo tardi era proprio Milady. Per questo aveva deciso che lei avrebbe scelto la fine che voleva, per questo non l'aveva aiutata a salvarsi da quel precipizio. Glielo doveva! Salvarla per arrestarla, portarla a Parigi come una criminale qualsiasi, farla giustiziare in una piazza sarebbe stata una fine indecorosa per una donna come lei, che lui aveva sempre rispettato. Era morta come aveva desiderato, l'aveva pregato di non intervenire capendo al volo il tumulto del suo animo... Milady aveva saputo leggere nella sua mente come poche persone... E a d'Artagnan, per sempre, sarebbe rimasto quel dubbio... 'Io e lei, se non fossimo stati in un altro posto e in un altro tempo, cosa saremmo stati?'...

Era logorante domandarselo ma decise che quella domanda, quel pensiero, sarebbero rimasti per sempre dentro di lui. Non avrebbe dato voce a quella domanda! Milady era morta, non aveva senso parlarne... Amava il suo presente, amava la donna che aveva sposato e non voleva altra vita che non quella che stava vivendo, con le persone che gli erano vicine. Era ora di voltar pagina, di dimenticare e di guardare al futuro... Allungò le braccia e strinse a se Constance. Aveva bisogno di lei, di abbracciarla e di sentire quel calore, quella dolcezza che solo lei riusciva a dargli...

"Va tutto bene d'Artagnan..." - sussurrò Constance accarezzandogli i capelli...

Athos sorrise e si rialzò in piedi, deciso a lasciare da soli ed in intimità i due piccioncini. "Credo che tornerò dentro, in casa. E' tardi, fa freddo e fra poco nevicherà ed è ora di levare le tende o Marta ci prenderà tutti a randellate in testa! Accompagnerò a casa Aramis e poi mi butterò sul letto a farmi una bella dormita! E tu d'Artagnan non preoccuparti, di nemici terribili ne troverai a bizzeffe! Sei appena entrato nei moschettieri e hai tutta la vita per combattere contro gli attentatori della Francia. E non è detto che saranno meno forti di Milady...".

L'atmosfera si era improvvisamente distesa...

D'artagnan e Constance si voltarono presso di lui, mentre sul loro viso compariva un sorrisetto malizioso. "E certo, accompagnerai a casa Aramis perchè hai paura che non ricordi la strada e si perda in qualche vicolo malfamato!" - esclamò d'Artagnan con aria di presa in giro.

A quelle parole Athos divenne rossissimo in viso. "C... Cosa???".

Il guascone si mise in piedi, continuando a ridacchiare. "Donne anti-convenzionali, fuori dal comune... Sì sì, come no! Parlavi di me... o di te?".

"Di TE ovviamente!" - balbettò Athos.

D'artagnan prese Constance per mano, poi si avviò all'uscita della stalla. "Come no! Comunque, io e Constance sappiamo chi sei tu e chi è Aramis... E abbiamo notato taaaaanteeeeeeee cose... Ma tranquillo, noi sappiamo mantenere i segreti!!!" - concluse ridendo e strizzandogli l'occhio.

Athos non replicò. Rimase fermo qualche istante nella stalla, fissando i due ragazzi che uscivano. D'artagnan e Constance avevano capito tutto e non gli andava di raccontar loro frottole. E sapeva che poteva fidarsi di loro, che non avrebbero parlato di nulla... Lui e Aramis avevano deciso, per il momento, di tenere nascosta la loro relazione. Troppe cose da spiegare, troppi problemi nel loro lavoro e a corte... E Aramis non era ancora del tutto pronta a voltare pagina e a tornare, anche solo fuori dal lavoro, a vivere come una donna... E in fondo, a lui bastava quel dolce amore appena nato, bastava stare bene con quella donna. Di fare proclami, di fare la coppiettina che passeggia romanticamente mano nella mano sulla Senna, delle reazioni e del benestare del mondo che li circondava non gliene fregava nulla.

Uscì anch'esso fuori.

I suoi amici erano tutti sulla porta, pronti ad andare a casa.

"Ottima cena Marta!!!" - esclamò Porthos grattandosi la pancia piena.

"Oh grazie!" - rispose la cameriera soddisfatta.

"E allora, si va a casa?" - chiese d'Artagnan desideroso di andare nella sua nuova abitazione per starsene da solo con sua moglie. La prima notte in quella casa DOVEVA essere ricordata e aveva grandi programmi per le ore a venire... E gli sguardi languidi che Constance gli riservava, trasmettevano lo stesso desiderio.

"Beh, buona notte ragazzi!" - sospirò Bonacieux guardando sua figlia e il guascone.

"Già, buona notte!" - sbadigliò Jean in braccio a sua madre, strofinandosi gli occhi.

Aramis si parò davanti a tutti, sbarrando la strada. "Quanta fretta! Abbiamo concluso brillantemente una difficile missione, ci vuole il nostro motto! E' troppo che non lo usiamo!".

D'artagnan annuì. "Giusto!".

E quattro spade di quattro valenti moschettieri furono levate al cielo, al motto...

"TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI".





  
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