Capitolo
15: la tecnica di scioglimento
Jiraya tornò a Konoha due giorni dopo l’inizio della sua ricerca e portò
con se dei rotoli di carta che sarebbero potuti tornare utili.
Rientrò nel suo monolocale a notte fonda e non un filo di luce entrava
dalla finestra a causa dell’assenza della luna e quando accese la luce trovò
una sorpresa, che lo fece spaventare talmente tanto da far cadere i rotoli.
Il rumore provocato dalla caduta degli oggetti fece spaventare anche
la sorpresa, la quale era appisolata sul divano che c’era nella sala.
“Naruto, che ci fai qui?” chiese l’uomo
riprendendosi dallo spavento.
Il ragazzo si strofinò gli occhi “Ti aspettavo! C-che
ore sono?” chiese il ragazzino. Jiraya gli rispose,
ma esso si era nuovamente riaddormentato.
“Figlio degenere, nemmeno mi ascolta”
disse seccato, per poi dirigersi verso l’armadio per prendere una
coperta e coprire il figlio, dopo di chè si apprestò
a nascondere i documenti trovati.
Non voleva che Naruto li trovasse e leggesse
doveva prima discutere con Tsunade di una faccenda
importante.
Il mattino seguente fu Naruto a svegliarsi
per primo e trovò il padre per terra.
“Belle signorine venite dal vostro caro…”
non potè terminare né il sogno che la frase che Naruto gli diede un pugno in testa.
“Tsè il solito pervertito!” disse con una
vena pulsante sulla testa
Jiraya si svegliò e si grattò
la testa e non sembrava di ottimo umore. Era stato svegliato proprio sul più
bello.
“Che ci fai li per terra?” chiese il ragazzo curioso.
“Un moccioso occupa il divano e
devo pur arrangiarmi!” disse l’uomo tirandosi su e spolverandosi i pantaloni.
“Non hai un letto?” chiese Naruto. Era la
prima volta che entrava nell’abitazione del padre.
Jiraya lo guardò e disse ”dove
lo metto? Se a malapena ci entro io in questa casa?”
“Un buon motivo per tornare a vivere con me e la mamma, no? Oppure potremo far saltare in
aria questo posto e la mamma ti
accoglierebbe a braccia aperte!” disse furbone il ragazzo.
Jiraya scoppiò a ridere “Sei
proprio buffo. Se speri che tua madre mi faccia rimettere piede in casa sua,
per una tale sciocchezza...bhe non accadrà!”
“Dai, la mamma sarà tremenda quando si arrabbia, ma non è cattiva!”
“Come no! è una vecchia zitella antipatica e scontrosa. L’unica cosa
buona che si ritrova e quel davanzale che ha!” disse l’uomo, quando
improvvisamente dal naso gli cadde un rivolo dal naso.
“Sarà, ma secondo non ti piace solo quel davanzale!” disse Naruto sornione poi aggiunse “lo sai che mi hai dato un
arma con cui potrei minacciarti?”
“cioè?” chiese l’uomo sgranando gli occhi.
“Se dicessi a mamma che l’hai chiamata vecchia zitella antipatica
ecc., ti ucciderebbe!”
Jiraya sbiancò “Non avrai
intenzione di dirglielo!”
“Chissà!” disse Naruto guardandolo di
sottecchi.
“Cosa vuoi in cambio del tuo silenzio?” chiese Jiraya
sospettoso.
Naruto sorrise trentadue denti
“Che mi dici cosa hai scoperto sul
sigillo che ha Sai e soprattutto perché hai nascosto quei rotoli di carta
nell’armadio, con tanta fretta e facendo attenzione che io non ti vedessi!”
Jiraya sussultò. Era convinto
che il ragazzo dormisse e invece l’aveva fregato come se fosse stato un
pivello.
“Non sono riuscito a scoprire molto sul sigillo di Sai. Si può
sciogliere, ma solo con una tecnica inversa che richiede un chakra
almeno dieci volte maggiore di quello che l’ha impresso, oppure usando il chakra di Danzo stesso, ma dubito che voglia collaborare.”
Naruto fece una faccia sorpresa
“Non so quanto sia potente Danzo, ma avere un chakra
dieci volte più potente del suo…bhe è piuttosto
complicato!”
“piuttosto? Io credo sia impossibile, nemmeno l’uomo più potente al
modo avrebbe la potenza necessaria. Danzo è potente, anche se non è il
migliore, ma non credo che ci sia qualcuno così tanto più potente di lui!”
Naruto sorrise “Non mi preoccuperei
di quello. Per quanto riguarda i rotoli invece?” chiese. Jiraya
sperava che se ne fosse dimenticato.
“Sono solo rotoli di carta vuoti, che ho portato con me per prendere
appunti sulla tecnica di scioglimento!”
Naruto lo guardò poco convinto
“Non sei bravo a raccontare bugie. Avanti fammi vedere!” disse recandosi verso
l’armadio.
Jiraya lo precedette e colpì
l’anta dell’armadio che Naruto aveva aperto per
richiuderla “Non c’è niente che ti deve interessare li dentro, chiaro?” disse
con voce grossa, tanto che sorprese Naruto.
“Non provare ad avvicinarti più a questo armadio o è la volta buona che
vedi di cosa sono capace se mi arrabbio sul serio e non sai di cosa sono
capace!”
Naruto sgranò gli occhi. Suo
padre non gli aveva mai parlato in quel modo e questo aumento la sua curiosità
per quanto riguardava i rotoli, ma allo stesso tempo temeva che il padre
potesse davvero attuare la sua minaccia. Sbuffò e sconfitto decise di lasciare perdere.
“Va bene, se ci sono novità fammi sapere!” disse semplicemente il
ragazzo andandosene, offeso per come Jiraya si era
rivolto a lui. Lo aveva preso alla sprovvista.
Jiraya quando vide la porta del
suo appartamento chiudersi, sospirò e si lasciò andare sul divano sconsolato.
Jiraya verso metà mattinata si
recò da Tsunade assicurandosi che nessuno fosse presente nei pressi della
stanza in grado di avvertire anche una minima parte del discorso che avrebbe intrapreso.
“Allora come è andata!” chiese Tsunade seria.
“Non bene come speravo, ma sono ancora tutto intero. Introdursi in
quel villaggio, per quanto ormai sia solo una massa di macerie, è impossibile.
Se non avessi portato con me questa maglia di Naruto,
probabilmente gli spiriti guardiani del luogo mi avrebbero fatto fuori e addio
rotolo per sciogliere le tecniche di sigillo!”
Tsunade lo guardava non sorpresa
del fatto. “Sapevamo che intrufolarsi nel vecchio villaggio del vortice era un
pericolo, solo gli Uzumaki possono accedervi
tranquillamente. Mi chiedo solo come ti sia venuta una tale idea. Infondo Sai
non è niente per te, perché vuoi aiutarlo!”
Jiraya si fece serio “Non lo
faccio per Sai, ma per incastrare Danzo.
Quel tipo non mi piace. Sappiamo che ha sempre cercato di prendersi la
carica di Hokage e che è contro le leggi di tutti gli
hokage che si sono susseguite e inoltre io credo che…” fece una pausa “…Hiruzen-sensei, una volta mi ha parlato della storia degli Uchiha e mi è venuta una pulce nell’orecchio!”
Tsunade disse “Cioè?”
“Sai che gli Uchiha erano un clan famoso
come i Senju e che per anni sono stati acerrimi
nemici!”
Tsunade annui “i due clan,
stanchi delle numerose perdite che subirono a causa delle loro battaglie,
fecero una tregua. Venne creato il villaggio di Konoha
e come capo villaggio fu scelto un appartenente al clan Senju.
Gli Uchiha non si opposero a questa decisione, ma
successivamente essendo anche gli altri hokage appartenenti
a quel clan, gli Uchiha, da forti e temuti che erano,
andarono in contro a un forte declino. Essere eletti come la polizia di Konoha, per loro non era abbastanza, non era un compito
all’altezza dei loro poteri e si rivolsero un po’ contro!”
“Esatto, il sensei mi disse che gli Uchiha
cominciarono ad avere odio verso Konoha per la fine
che avevano fatto e per far si che il clan si acquietasse, voleva fare un nuovo
accordo, dare loro maggiore importanza, ma il consiglio, Danzo soprattutto, si
oppose alla decisione del terzo. Li riteneva pericolosi e da eliminare per il
bene del villaggio. Poi poco tempo dopo c’è stato lo sterminio del clan Uchiha, per via di Itachi. Credo
che tu sia al corrente che Itachi era una spia che
riferiva le intenzioni degli Uchiha al consiglio
degli anziani. Secondo me hanno saputo qualcosa a loro scomodo è hanno ordinato
a Itachi di eliminare tutti e ho il presentimento che
ci sia Danzo dietro a questa storia! Non riesco
a capacitarmi che un ragazzino, dalle doti straordinarie di Itachi, fosse così stupido da compiere un tale gesto!”
Tsunade lo guardò preoccupata “è
un accusa molto grave Jiraya. Anche se, dato la sete
di potere di quell’uomo, la cosa non mi sorprende, non possiamo fare niente se
non abbiamo l’assoluta certezza e prove contro di lui!”
Jiraya annuì “Lo so, per questo
spero che aiutando Sai, il ragazzo possa dirci qualcosa in proposito!”
“è solo un servo di Danzo, non saprà niente di quella faccenda!”
“Può darsi, ma qualcosa potrà sempre tornare utile!”
“In poche parole vuoi usare quel ragazzo!” disse Tsunade.
“Detto così è brutto! Voglio solo che collabori con noi, sperando che
accetti, e non credo che si tirerà indietro dopo il brutto scherzo che Danzo
gli ha tirato!”
Tsunade sospirò “Ok, ma rimane
il problema che non sappiamo come sciogliere il sigillo!”
Jiraya sospirò “La tecnica
dovrebbe essere scritta qui dentro, da quel poco che ci ho capito!”
Tsunade aprì i rotoli e li
lesse, poi sollevando lo sguardo verso l’uomo confusa e disse “Quel poco che ci
hai capito? Da quando sai leggere questo tipo di lingua? È incomprensibile!”
“Si, ma ti ricordo che la moglie del mio allievo, apparteneva al
villaggio del vortice. Mentre aspettava il figlio la sorprendevo spesso a leggere
libri in questa lingua e…bhe mi sono incuriosito e mi
sono fatto insegnare giusto un po’ la base!”
“Ok, ma ciò non toglie che non sei in grado di leggerli come si deve, nè esiste nessuno al mondo che sa leggerlo. Non esistono
superstiti del villaggio del vortice!” disse Tsunade.
“E qui che ti sbagli mia cara. un superstite c’è…anche
se non è un abitante di quel villaggio!”
Tsunade capì a chi si stava
riferendo “Prima di tutto non ha mai parlato né sentito quella lingua, secondo
lo sai a cosa dovremo andare incontro?”
Jiraya sospirò “Dovremo
spiegargli le sue origini, il problema e che non sappiamo molto sulla madre.
Inoltre sarà pronto per sapere tutto? E noi?”
Tsunade sospirò “Prima o poi dovremo dirglielo, ma…forse dovremo chiedere a lui se lo vuole sapere o meno!”
La sera arrivò presto e Naruto vide
rientrare non solo la madre, ma anche il padre, il quale aveva con se i rotoli.
“Papà? Che ci fai qui?”
“Anch’io sono contento di vederti figliolo!” disse Jiraya
con ironia “Dovremo parlarti di una cosa…se vuoi!”
Naruto li guardò preoccupato
“Ho fatto qualcosa di male? Perché mi dovete parlare entrambi?”
Tsunade sorrise, anche se era un
sorriso nervoso “Non hai fatto nulla!”
Jiraya intervenne “Naruto, tu sei sicuro di voler aiutare Sai?”
Naruto alzò il sopracciglio “Che
razza di domanda, certo che lo voglio! Anche lui è una vittima di quel
vecchiaccio!”
Jiraya sospirò “Naruto qui dentro c’è come si fa a sciogliere qualsiasi
tipo di sigillo, ma…”
“Fantastico, così potremo aiutare Sai. Ma perchè
allora questa mattina eri tanto misterioso!”
“perché questi rotoli non possono essere letti da chiunque. Sono scritti in una
lingua diversa dalla nostra ed è anche ormai scomparsa! Solo un clan al mondo
conosce questa lingua…il tuo. Il clan Uzumaki, di cui tu sei l’unico superstite.”
Naruto a quella rivelazione
sussultò.
Tsunade si sedette vicino a lui
“Naruto, non ti sei mai chiesto perché tu avessi un cognome
diverso da quello di tuo padre o dal
mio?”
Naruto annuì “Quando ero piccolo si, ma una volta che ho
scoperto di essere stato adottato, ho capito che il mio cognome deriva da uno
dei miei veri genitori. Sinceramente mi
sono spesso domandato chi fossero, com’erano, cosa facevano, ma non ho mai
avuto il coraggio di chiederlo. Avevo paura o che voi non avreste voluto
parlarne o che non sapevate niente di loro e quindi ho lasciato perdere!”
Jiraya iniziò “Uzumaki era il cognome di tua madre, una kunoichi del paese del vortice dai lunghi capelli rossi. Si
è trasferita a Konoha dopo che il suo villaggio era
stato raso al suolo e il suo…tuo clan sterminato. Gli
Uzumaki, per quel poco che ne so al riguardo, erano
famosi per la loro abilità nelle tecniche di sigillo e per il loro chakra speciale che consentiva loro di avere il controllo
sulle bestie dalle code. Diciamo che era la loro abilità innata!”
“il mio essere un’appartenente a quel clan, come può aiutarmi a
comprendere un lingua che non conosco?”
“Gli Uzumaki avevano anche questa capacità.
Parlavano una lingua sconosciuta a tutto il mondo, che solo loro potevano
capire e leggere senza che venisse loro insegnata. Probabilmente veniva usata
in campo nemico, quando qualche spia avrebbe potuto sentire i loro discorsi,
inoltre credo servisse per le tecniche di sigillo. Se normalmente, per compiere
una tecnica si fanno dei sigilli con le mani, loro usavano quella lingua.”
Naruto era invaso da mille
pensieri “Mio padre invece?” chiese in un sussurrò.
Tsunade e Jiraya si guardarono indecisi sul da farsi, ma ormai
l’argomento era stato tirato in ballo
“Tuo padre è…yondaime!” disse Tsunade in un sussurrò, che però arrivò alle orecchie del
ragazzo.
Naruto sgranò gli occhi e
strinse i pugni “Non è vero!”
“naruto so cosa stai pensando e...” cominciò
la donna
“Non è vero!” disse il ragazzo urlando e alzandosi in piedi “Perché un
padre dovrebbe sigillare un demone all’interno del figlio? Perché?”
“Non eravamo presenti quel giorno e non sappiamo come si siano svolti
i fatti. So solo che Minato ha usato il sigillo del diavolo per imprigionare il
Kyuubi dentro di te, per salvare il villaggio.
Conoscevo bene Minato. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere se avesse
potuto scegliere!”
Naruto si calmò anche se era piuttosto
sconvolto, ma oramai aveva accettato da tempo il suo essere un jinchuuriki, per quanti sacrifici comportasse.
“Se non avessi dovuto leggere quei documenti, ammesso che ne sia in
grado, mi avreste mai raccontato dei miei genitori?” chiese il ragazzo tristemente.
“Un giorno forse, ma non ti abbiamo potuto dare molte informazioni, io
non conoscevo molto tuo padre e tua madre l’ho vista poche volte!” disse Tsunade.
“Per me è già abbastanza!” disse Naruto
accennando un sorriso triste.
Jiraya intervenne “Veramente io
di tuo padre potrei dirtene quante ne vuoi. Era un mio allievo e lo conoscevo
bene! Ma ne riparleremo un’altra volta con calma!”
Naruto annuì e alzandosi si
avvicinò a un rotolo lo aprì e cominciò a dargli un’occhiata.
Tutto era pronto.
Sai era stato portato in una stanza segreta sotto gli uffici del
palazzo dell’hokage.
Era un luogo enorme e vuoto, con in mezzo solamente le colonne
portanti incaricate di reggere il peso dell’intero palazzo.
Sembrava un posto abbandonato, ma non era raro che qualcuno entrasse
in quel luogo. Veniva usato anche per ricattare i prigionieri in cambio di
informazioni o per compiere qualche rituale come quello che Jiraya
si stava preparando a compiere sul ragazzo moro.
Erano presenti anche Naruto, Tsunade e Sakura.
Tsunade era li per visionare la
situazione, Naruto perchè
era già a conoscenza del fatto che sarebbe tornato utile e Sakura aveva voluto
accompagnare i due ragazzi e assicurarsi che tutto andasse per il meglio.
Sai si posizionò al centro della stanza all’interno di un cerchio
tracciato sul pavimento con sangue di animale. Per far si che la tecnica
funzionasse, il ragazzo non avrebbe dovuto muoversi da lì.
Jiraya fece segno a tutti di
allontanarsi e cominciò a comporre con le mani sigilli che Naruto
gli aveva detto di comporre la sera prima. Si ricordava ogni passo da compiere
per far si che l’annullamento del sigillo avvenisse, ma non aveva la certezza
che potesse funzionare, dopo tutto gli mancava un elemento importante…il
chakra adeguato.
Decisero di provare comunque, sperando che i rotoli sbagliassero,
anche se l’uomo non ci sperava troppo.
L’uomo finiti i sigilli, poggiò la mano all’interno di un cerchiò più
piccolo e la tecnica ebbe inizio. Dal punto in cui aveva appoggiato la mano,
cominciarono a espandersi delle scritte strane, la stessa lingua che era
scritta sui rotoli e che solo Naruto poteva
comprendere. Si espansero molto velocemente fino a giungere al ragazzo e
ricoprirlo interamente. Improvvisamente dal cerchiò rosso più grande si alzò
verso il soffitto una colonna di chakra che rendeva
difficile la visione all’interno. Le scritte che prima si muovevano con
velocità estrema disegnando varie forme sul pavimento, cominciarono a rallentare,
fino a fermarsi.
Fu in quel momento che Jiraya capì che la
tecnica non sarebbe arrivata alla conclusione, nonostante avesse aumentato la
quantità di chakra.
Le scritte cominciarono ad abbandonare il corpo del ragazzo e
lentamente a farsi sempre più indietro.
Tsunade si morse il labbro.
Nonostante il fallimento della tecnica non riportasse conseguenze, era nervosa.
Naruto non ci pensò due volte e
con tutta fretta diede il rotolo che teneva in mano a Sakura e corse verso il
padre.
Compose gli stessi sigilli che aveva compiuto poco prima Jiraya.
“Papà togliti!” disse il ragazzo.
“Cosa hai intenzione di fare?” chiese l’uomo cercando di mantenere la
concentrazione “Il tuo chakra non basterà comunque!”
Naruto decise a quel punto di
spingere via l’uomo lasciando tutti di sorpresa e in fretta e furia, appoggiò
il suo palmo della mano a terra.
Le scritte, nel momento in cui la mano di Jiraya
aveva perso il contatto con la tecnica, cominciarono a ritirarsi molto
velocemente, tanto che Naruto riuscì a impedire che
la tecnica venisse annullata del tutto solo per un pelo.
Si concentrò a fondo chiudendo gli occhi e quando li riaprì essi non
erano più azzurri, ma rosso sangue con una pupilla nera assottigliata.
Il ragazzo cominciò ad urlare e il suo corpo venne circondato da un chakra maligno di colore rosso, che fece cambiare colore
anche a quello che avvolgeva Sai.
Tutti riconobbero quel chakra come quello
della volpe.
“Naruto fermati, è pericoloso!” disse Jiraya avvicinandosi, ma il chakra
del ragazzo, prendendo vita gli impedì di avvicinarsi buttandolo nuovamente a
terra.
Le scritte cominciarono nuovamente a fluire verso Sai, il quale,
spaventato da quel chakra maligno, venne alzato in
aria.
Passò solo un minuto, che per i presenti sembravano molto di più, dopo
di chè la tecnica finì.
Sai rimise i piedi a terra e il chakra rosso
si estinse, lasciando solo un Naruto privo di fiato.
“C-ce l’hai fatta?” chiese Sakura al
ragazzo.
Naruto era troppo impegnato a immettere
aria nei polmoni per risponderle. Aprì solo un occhio che rivolse a Sai, il
quale,sorridendo, mostrò ai presenti la lingua.
Il sigillo era scomparso.
“Yatta! Sei stato grande Naruto!”
disse Sakura correndo ad abbracciare il compagno.
Jiraya e Tsunade
si guardarono sorpresi, ma preoccupati allo stesso momento.
Non gli andava a genio che il ragazzo avesse ricorso a quel potere,
anche se dovevano ammetterlo, il chakra di Kyuubi o di qualsiasi demone con la cosa, era l’unica cosa
in grado di annullare il sigillo di Danzo.