Introduzione
Avete
presente i film dell’orrore? Io non sono molto ferrata sull’argomento, non ho
mai guardato più di 10 secondi di quei film perché ho una paura matta, odio i
colpi di scena perché salto in aria 2 metri. Insomma non sono la persona più
adatta con cui guardarli. Ma non parlerò di una storia horror.. bensì di un
thriller. Premetto che questa storia non è stata affatto inventata da me,
giusto arricchita di qualche dettaglio, ma sognata dal mio ragazzo. Si svegliò
una mattina, un po’ scosso, dicendo di aver fatto un sogno. Mi raccontò tutto e
io lo ascoltavo in silenzio, perché non volevo perdermi nemmeno una parola.
Appena finì, io presi carta e penna e cercai di annotare le idee che mi aveva
appena detto perché si sa che i sogni si scordano immediatamente dopo averli
raccontati. Riuscimmo a ricordare tutti i passaggi quindi sono riuscita a
scrivere questa storia. Spero che vi piaccia. Io ci sono rimasta di stucco a
fine storia. Volevo donarvi queste stesse mie emozioni e magari qualche
brivido!
Quanti
siti internet ci sono? Quanti forum esistono? Tanti.. decisamente tanti, anzi
troppi. Ci sono forum su cartoni animati, social network, siti commerciali. Ma
c’era un forum che accumunava quattro persone: un forum di libri gialli. Erano
anni ormai che si conoscevano. Tray, un ragazzo comune, 22 anni, molto timido
ed introverso, fisico asciutto e capelli neri. Visto che è un universitario, ha
molto tempo libero da passare al pc fra un esame e l’altro. Morgan, un uomo di
colore di 31 anni, un bel fisico, altezza normale, molto sicuro di sé, sa
praticamente tutto. Dylan, 29 anni, fisico non molto allenato, passa le sue
giornate lavorando a computer e quando può s’interessa pure di questo forum che
lo appassiona tanto, non parla molto se non ce n’è effettivamente bisogno, è
calvo. Rachel, una donna sui 25 anni, un bel fisico da Barbie, non troppo
appariscente. È la ragazza di Stan non si sa per quale motivo visto che non
parlano quasi mai in pubblico, ha sempre un’espressione di chi sa tutto ma non
lo dice agli altri. E infine Alex, 19 anni, che è la ragazza di Tray, molto alta, quasi quanto lui. È totalmente il
suo opposto, aperta e estroversa con chi vuole, capelli castano chiari, occhi
verdi, semplice di aspetto. Stanno insieme già da un anno ormai, sono
inseparabili.
Una
sera, mentre tutti e quattro gli appassionati del forum erano in chat, Morgan
scrisse: “Cosa ne dite d’incontrarci?” Tutti gli altri rifletterono un attimo.
Dopo di che tempestivamente Dylan e Rachel dissero di si. Al che anche Tray
accettò, chiedendo di poter portare la sua ragazza. Gli altri non ebbero
obiezioni.
Stabilirono
che si sarebbero incontrati dove abitava Morgan, in un paesino sperduto del
Canada. Furono contenti d’incontrarsi, così da scambiarsi le varie impressioni
confrontando i volti reali con le foto. Sicuramente qualcuno di loro
aveva avuto esperienze di persone non esattamente uguali, per non dire
completamente diversi da come si descrivevano in chat. Dopo essere andati in un
bar a prendere un caffè, in questa tiepida giornata d’autunno, passeggiavano
tranquillamente in un parco lì vicino in mezzo al verde che stava lentamente
morendo in vista dell’inverno.
Chiacchierarono
tutti e quattro allegramente, prendendosi in giro sulle varie ipotesi bizzarre
di Tray su alcuni libri, in fondo lui era il più giovane del forum. Improvvisamente
si sentì un telefono squillare “Oh scusate, è il mio” disse Alex prendendo il
telefono dalla borsa ignorando tutti gli altri che continuavano a chiacchierare
fra loro. La loro attenzione venne catturata però sempre da Alex, qualche
istante dopo, quando la videro letteralmente pietrificata a guardare il
display. “Cosa c’è? È successo qualcosa?” chiese Tray preoccupato di avere
qualche brutta notizia. “Tray devi assolutamente vederlo... Spiegami cosa
significa perché mi ha inquietata parecchio”. Gli diede il telefono in mano. Era
un mms. C’era un video di pochi secondi. Era una bambina con i capelli biondi e
gli occhi castani chiari. Una pelle bianchissima e angelica. Aveva un vestitino semplice di stoffa
bianca pura con due gonne, una di stoffa normale l’altra situata
e cucita sopra di essa bianca
trasparente come un velo. Sopra
indossava una giacchetta a maniche lunghe leggerissima della stessa tinta del
vestito.
Ai piedi si potevano notare dei sandali
bianchissimi composti da delle linee che si incrociavano tra l’inizio dei piedi
e al centro del piede per poi essere legati dietro la caviglia. Sarebbe
stato normale, se non fosse che quella bambina aveva uno sguardo a dir poco
malefico da mettere paura e infine guardò di scatto con gli occhi tutti bianchi
sbarrati.
Fece
vedere questo video anche agli altri. Tutti rimasero in silenzio, non capivano
cosa significasse, se era uno scherzo o no. Morgan però si tirò avanti, come
suo solito. “Dev’essere senz’altro quel caso che è stato chiuso anni fa. Quello
successo in questo paesino. In pratica una coppia, i signori Cassidy avevano
una figlia di circa 8 anni, Grace . Alla polizia dissero che un giorno la
bambina uscì con le amiche per giocare e non tornò mai più a casa.
Interrogarono chiunque, setacciarono tutti i boschi, controllarono i laghi
ghiacciati, ma della bambina nemmeno l’ombra. Non si sa nemmeno se è viva o
morta. Ora dovrebbe avere all’incirca 12 anni”
Rachel
incrociò le braccia e fece un ghigno, doveva saperne sicuramente di più.
Non
passarono molti secondi quando Alex si bloccò di nuovo e chiuse gli occhi. Li
riaprì e non aveva lo stesso sguardo. Era uno sguardo fisso, con gli occhi
spalancati, completamente bianchi. Completamente immobile. Pronunciò delle
parole, sembrava un nastro registrato… “Aiuto! Aiutatemi..” Tray si spaventò di
quello che stava succedendo. Notò anche che quella non era la sua voce, ma
quella di una bambina e lo disse anche agli altri.
Una
volta ritornata alla normalità, portarono Alex in ospedale e un dottore le fece
una risonanza magnetica. Mentre era sul lettino per l’esame, Tray, Morgan,
Dylan e Rachel erano nel camerino adiacente insieme al dottore, dove c’erano i
monitor. Dopo aver chiesto al dottore cosa fosse successo, il dottore indicò il
monitor della risonanza. C’erano puntini bianchi ovunque dentro il suo corpo.
“Forse Alex è collegata con il suo corpo a quella bambina” ipotizzò Morgan
“quindi se aspettiamo ancora, magari potrà manifestarci altri indizi”. Rachel
guardò verso di lui e fece un ghigno
Mentre
Alex era sott’osservazione, erano tutti
in corridoio ad aspettare che la dimettessero. Seduti uno affianco all’altro,
erano molto silenziosi. Si poteva notare però che Morgan stava riflettendo.
Infatti dopo qualche minuto ruppe il silenzio “Quando Alex ha parlato con la
voce di quella bambina.. ho sentito un rumore. Avete presente una
registrazione? Se intorno a voi mentre registrano avviene un suono, per esempio
una macchina o un esplosione lontana,
quando riascoltate il tutto, ci sarà anche quel suono incluso nella registrazione
oltre la voce. Mentre Alex parlava, ho sentito un rumore di sottofondo, che ho
riconosciuto. In pratica sarebbe il rumore della metro di una particolare
stazione di questa città che è rivestita di lamiere. Non l’hanno mai completata
del tutto quindi è rimasta così. Ne sono sicuro” “Appena usciamo di qui ci
andiamo subito” disse Tray
Si
recarono tutti lì e rimasero a bocca aperta. Dappertutto, c’erano dappertutto
manifesti con il viso della bambina scomparsa.
“Di
sicuro ci sarà qualche indizio. Dividiamoci e cerchiamo” ordinò Tray
Tutti
si misero a perlustrare questa stazione, quando di colpo si senti la voce di
Dylan “Ho trovato qualcosa, correte”. Dylan aveva appena trovato un manifesto
con un indirizzo scritto a penna.
Arrivati
all’indirizzo trovarono una villetta, con un grande giardino. C’erano fiori e
piante di ogni genere e il tutto era ben curato. Si avvicinarono e stranamente
la porta non era chiusa a chiave. Dopo essersi guardati intorno, decisero di
entrare, ma dopo appena due passi, Alex perse i sensi cadendo a terra. “Alex!
Cos’hai? Ti senti male?” chiese Tray, senza alcuna risposta. “Portiamola fuori.
Se ci trovano qui dentro saranno guai” disse in fretta Morgan. Nel frattempo
Rachel aveva già chiamato un’ambulanza, che arrivò in brevissimo tempo. Solo
che appena i paramedici stavano per avvicinarsi ad Alex stesa a terra fuori da
quella casa, lei si svegliò magicamente. “Secondo me è stata quella casa a
farla svenire” disse Morgan “Proviamo a fare un tentativo?”
Fecero
alzare Alex e la fecero entrare, mantenendola a braccetto Tray e Morgan, ma
come disse Morgan, era proprio quella casa che la faceva svenire perché infatti
dopo qualche passo sentirono che ricadde a peso morto. Rachel incrociò le
braccia e guardò Tray
“Allora
noi entriamo, tu ci aspetti qui fuori. Fai il palo” le disse Tray “E ok, ma non
metteteci troppo. Questo posto mi mette i brividi”
Tray,
Morgan, Dylan e Rachel entrarono in casa. Si guardarono in giro, si divisero e ognuno
di loro guardò in stanze diverse per fare più in fretta, ma non trovarono
nessuna traccia di quella bambina. Non c’era nemmeno un giocattolo, nessuna
traccia, nessun indizio, niente che poteva aiutare a chiarire il mistero.
Rassegnati, decisero di uscire, ma Alex non c’era più, era sparita. “Dov’è
finita?” chiese Dylan. Morgan nel frattempo stava guardando intorno per
cercarla, quando le sue attenzioni furono catturate da “delle impronte”. Decisero
di seguirle, probabilmente erano sue. Qualche
passo più in là si aggiunsero delle impronte molto più piccole affianco a
queste. Dopo pochi metri arrivarono a una tenda da campeggio vecchia e
consumata buttata a terra, lì finivano le impronte. “Scaviamo sotto questa
tenda, magari troveremo qualcosa” propose Morgan. Tray, Morgan e Dylan
improvvisarono delle pale per scavare e dopo mezzo metro di terra trovarono uno
scheletro lungo più o meno un metro e trentacinque. “Dall’altezza sembrerebbe una
bambina, doveva avere intorno agli undici o i dodici anni” affermò Morgan.
Tutti notarono anche un particolare. Nella pancia di questo scheletro così
minuto, c’era un foglietto piegato in quattro. Tray lo prese con due dita facendo
attenzione a non toccare le ossa “Sicuramente chi l’ha uccisa, l’avrà
dissotterrata e messo questo foglio dopo che il corpo si è deteriorato.. che
schifo”. Aprì il foglietto e lo lesse.
“ ‘Speriamo che il destino sia diverso per una
nuova figlia’ firmato Lydia”
Stettero
tutti in silenzio qualche secondo, con i brividi. “Quindi questa era un’altra
figlia, una figlia precedente a quella scomparsa ora” dedusse Tray. Per fare un
po’ di chiarezza, decisero di andare dai genitori.
“Mio
marito è sparito appena ha scoperto che voi avete ricominciato ad indagare su
nostra figlia” e la signora non aggiunse altro. Nel frattempo tutti notavano le
foto di famiglia sui mobili del soggiorno, osservando attentamente i volti
senza dare troppo nell’occhio. Rachel un po’ distante dagli altri, rivolse lo
sguardo verso la donna e fece un ghigno, forse nessuno si accorse di lei questa
volta.
Con
ancora più domande nella testa, si ritirarono a casa di Morgan, nel suo studio.
Ipotizzavano varie idee, riflettevano a voce alta, ma tutte senza un
fondamento. A rompere questi pensieri ci pensò il cellulare di Tray. Squillò.
“È
un’ora che aspetto qua fuori. Dove siete finiti?” disse Alex con tono di
rimprovero. Com’è possibile? Loro erano usciti dalla porta principale e lei non
c’era, a parte le impronte. Tornarono di nuovo a quella casa e la trovarono lì
in piedi nello stesso punto dove l’avevano lasciata. “Ma come..come avete fatto
ad arrivare dall’altra parte della strada? Non vi ho visti uscire e non mi sono
mai mossa di qui”
Tornarono
di nuovo a casa di Morgan e le spiegarono tutto quello che era successo in sua
assenza. Le impronte, il corpo ritrovato, il foglietto, il padre sparito nel
nulla e la telefonata. Ma dopo pochi secondi, nemmeno il tempo di raccontare
tutto fino alla fine, Alex ebbe un altro attacco. Di nuovo quello sguardo
fisso, con gli occhi spalancati, completamente bianchi. La voce di un’altra
bambina uscì dalle sue labbra. “Grazie per avermi ritrovata. Avete qualcuno
vicino a voi che può aiutarvi a trovare mia sorella” guardando verso Rachel. “Si
sono io” esclamò la donna, ma in quel preciso istante le spararono all’improvviso dritta in fronte.
Erano
tutti terrorizzati e l’istinto li spinse a buttarsi a terra. Subito Morgan e
Dylan si volsero verso la finestra con i vetri rotti e videro che era il padre
della bambina.
Corsero
fuori per prenderlo mentre Tray e Alex, che aveva ripreso coscienza con lo
sparo, rimasero con Rachel, morta sul colpo. Morgan e Dylan corsero
all’impazzata e riuscirono anche a mettergli le mani addosso e catturarlo, ma
l’uomo si liberò colpendo con il manico del fucile lo
stomaco di Dylan, che cadde a terra. Morgan se lo fece scappare in quel lasso
di tempo.
“Ora
che avevamo un indizio, Rachel è morta.. fantastico..” replicò Tray ancora
sconvolto da tutto questo. “Cosa sappiamo di lei?” chiese Alex. “Dylan, te la
sentiresti di portarci nel suo appartamento?” gli chiese Morgan “Magari potremo
scoprire qualcos’altro d’importante”. Dylan annuì triste.
Li
portò a casa di Rachel, tirò fuori qualche suo documento, delle foto. “Rachel
era una medium da generazioni. Lei, sua madre, sua nonna, la sua bisnonna,
erano tutte medium” spiegò Dylan con una voce spenta. Tray sfogliando delle
foto, trovò una cosa che lo lasciò a bocca aperta. Mostrò la foto agli altri.
“Ma.. cosa..”. Era una foto di Rachel e di Grace sorridenti. C’era ancora più confusione. Cosa
ci faceva Rachel con Grace in quella foto? Si conoscevano? Perché non l’aveva
detto prima? Quando è stata scattata?
“Secondo
me Rachel ha trasferito i suoi poteri ad Alex” ipotizzò Morgan “Dovremmo
sedarla così magari avrà altre visioni e potrà dirci qualcosa di più sulla
bambina”. Alex non era proprio entusiasta all’idea, però andarono lo stesso in
ospedale. Siccome aveva paura dell’ago, l’infermiera le diede una pastiglia che
avrebbe fatto effetto entro un’ora al massimo. Mentre Alex era sul letto ad
aspettare, con tutte le apparecchiature intorno e i fili addosso, Morgan e Dylan
discutevano su quello che era successo dopo che Rachel era stata colpita. In
pratica Dylan accusava Morgan di essersi fatto scappare il padre di Grace e
Morgan si difese con “Sei tu che ti sei fatto colpire”. Dopo tutte queste
discussioni, Alex riuscì a concentrarsi e nel monitor apparve la visione di
quello che stava facendo in quel momento la bambina! “Non ci posso credere..
allora è proprio viva” disse sbalordito Tray fissando il monitor. Tutti e tre
erano con gli occhi fissi su quel monitor, cercando di trovare più indizi
possibili per capire dove si trovasse. Grace stava camminando in un posto pieno
di alberi, teneva per mano qualcuno che appena lei alzò lo sguardo capirono che
era il padre. Videro in che zona si trovavano e si recarono lì, lasciando Alex
attaccata al monitor.
Si
appostarono fuori quella casa. Ebbene si, era proprio in quella casa dove spararono
Rachel che vivevano padre e figlia. Rimasero appostati per parecchio, quando finalmente
arrivarono tutti e due. Padre e
figlia stavano per entrare ma il padre li scoprì e tirò fuori una
pistola. Sparò beccando Dylan. Subito prese la figlia in braccio e corse via. Corse
tantissimo ma il peso della bambina si faceva sentire. Morgan e Tray riuscirono
a raggiungerlo. Non c’era via di fuga, si ritrovò in un vicolo cieco. Mise la
bambina a terra e s’inginocchiò con le mani in alto. “Mi arrendo, ma non
portatemi via mia figlia!” supplicò l’uomo “Devo proteggerla o le farà del
male, come ha fatto con Lydia” “Di chi stai parlando?” chiese Tray stranito.
“Di mia moglie, è stata lei a uccidere nostra figlia, portandola al suicidio.
Aveva la stessa età di Grace quando successe la disgrazia, non potevo permettere
che facesse lo stesso con lei! Dovevo portarla via e salvarla a tutti i costi!”
“Capisco..”
disse Tray “ora che sappiamo tutto, la polizia ti aiuterà. Andiamo piccola”. Si
avvicino per prendere per mano la bambina ma Morgan lo colpì alle spalle facendogli
perdere i sensi.
Si
svegliò. Non sapeva quanto tempo era passato ma notava che era pomeriggio,
quasi sera. Tray si accorse che era stato legato. Era in una casa di campagna
dove vide altri uomini con un’espressione in trans e con gli occhi indemoniati.
Questi uomini portarono Grace al centro della stanza e iniziarono a dire parole
senza senso e a muoversi in modo inquietante. “Dove sono finito?”
Intanto
in ospedale Alex, era ancora
addormentata ma collegata ancora al monitor, che continuava ad emettere le immagini di quello che vedeva la bambina. Un’infermiera
passò per vedere come procedeva il tutto e s’incantò a fissare il monitor. Subito capì da quelle immagini che
stava succedendo qualcosa di strano. Capì poco dopo che era una sorta di
rito satanico. Prese il telefono che si trovava in camera e chiamò la polizia.
Gli
agenti si recarono sul posto immediatamente, catturando una buona parte di
questi uomini, compreso Morgan. Misero in salvo la bambina. La polizia volle
avvisare la madre del ritrovamento, ma la trovarono impiccata dentro il
soggiorno. “Lei sapeva tutto, ma non
disse mai niente” disse Morgan con un ghigno sul viso “Si è comportata solo
come ha sempre fatto, nascondendosi dalla verità”
“Addirittura
fu lui a uccidere Lydia?” chiese Alex.
Era
passato qualche giorno da tutto questo. Morgan era stato processato, il padre
anche e ora Alex e Tray erano nel corridoio di un tribunale minorile a parlare,
mentre aspettavano il verdetto di cosa ne sarebbe stato della vita di Grace.
Non avendo nessun parente oltre ai genitori in questione, sarebbe andata di
sicuro in adozione. “Si, è stato lui ad ucciderla. Ma mi hanno detto che non ha
messo lui quel biglietto e non mandò lui l’mms”
Finalmente
Grace venne accompagnata fuori dall’aula. Il suo visino sconvolto rimase molto
impresso alla coppia, che si guardarono negli occhi e presero un’importante
decisione. Alex e Tray adottarono Grace che andò a vivere con loro.
Era
la prima notte che Grace trascorreva in casa con loro, ma non riusciva a dormire.
Si avvicinò alla camera dei suoi nuovi genitori, dormivano tranquilli e felici.
Anche lei coglieva finalmente felicità nella sua vita, un sentimento che finora
non aveva mai provato. Si avvicinò alla finestra, era buio e c’era una
bellissima luna piena. Poggiò le mani sul davanzale. Con i suoi capelli color
oro e i suoi occhi così graziosi e lucenti s’incantò a guardare la luna.
Sentiva serenità, protezione, una famiglia. S’immobilizzò, guardò fissa in un
punto del cielo. Di colpo gli occhi le diventarono bianchi.
FINE