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Autore: Kasumi90    02/08/2010    2 recensioni
Un incontro fra amici di msn, ma un messaggio sul cellulare cambierà i loro programmi. Chi è quella? Una bambina? Siete sicuri?
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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White Eyes

Introduzione

Avete presente i film dell’orrore? Io non sono molto ferrata sull’argomento, non ho mai guardato più di 10 secondi di quei film perché ho una paura matta, odio i colpi di scena perché salto in aria 2 metri. Insomma non sono la persona più adatta con cui guardarli. Ma non parlerò di una storia horror.. bensì di un thriller. Premetto che questa storia non è stata affatto inventata da me, giusto arricchita di qualche dettaglio, ma sognata dal mio ragazzo. Si svegliò una mattina, un po’ scosso, dicendo di aver fatto un sogno. Mi raccontò tutto e io lo ascoltavo in silenzio, perché non volevo perdermi nemmeno una parola. Appena finì, io presi carta e penna e cercai di annotare le idee che mi aveva appena detto perché si sa che i sogni si scordano immediatamente dopo averli raccontati. Riuscimmo a ricordare tutti i passaggi quindi sono riuscita a scrivere questa storia. Spero che vi piaccia. Io ci sono rimasta di stucco a fine storia. Volevo donarvi queste stesse mie emozioni e magari qualche brivido!

 

 

 

 

Quanti siti internet ci sono? Quanti forum esistono? Tanti.. decisamente tanti, anzi troppi. Ci sono forum su cartoni animati, social network, siti commerciali. Ma c’era un forum che accumunava quattro persone: un forum di libri gialli. Erano anni ormai che si conoscevano. Tray, un ragazzo comune, 22 anni, molto timido ed introverso, fisico asciutto e capelli neri. Visto che è un universitario, ha molto tempo libero da passare al pc fra un esame e l’altro. Morgan, un uomo di colore di 31 anni, un bel fisico, altezza normale, molto sicuro di sé, sa praticamente tutto. Dylan, 29 anni, fisico non molto allenato, passa le sue giornate lavorando a computer e quando può s’interessa pure di questo forum che lo appassiona tanto, non parla molto se non ce n’è effettivamente bisogno, è calvo. Rachel, una donna sui 25 anni, un bel fisico da Barbie, non troppo appariscente. È la ragazza di Stan non si sa per quale motivo visto che non parlano quasi mai in pubblico, ha sempre un’espressione di chi sa tutto ma non lo dice agli altri. E infine Alex, 19 anni, che è la ragazza di Tray,  molto alta, quasi quanto lui. È totalmente il suo opposto, aperta e estroversa con chi vuole, capelli castano chiari, occhi verdi, semplice di aspetto. Stanno insieme già da un anno ormai, sono inseparabili.

 

Una sera, mentre tutti e quattro gli appassionati del forum erano in chat, Morgan scrisse: “Cosa ne dite d’incontrarci?” Tutti gli altri rifletterono un attimo. Dopo di che tempestivamente Dylan e Rachel dissero di si. Al che anche Tray accettò, chiedendo di poter portare la sua ragazza. Gli altri non ebbero obiezioni.

Stabilirono che si sarebbero incontrati dove abitava Morgan, in un paesino sperduto del Canada.  Furono contenti d’incontrarsi, così da scambiarsi le varie impressioni confrontando i volti reali con le foto. Sicuramente qualcuno di loro aveva avuto esperienze di persone non esattamente uguali, per non dire completamente diversi da come si descrivevano in chat. Dopo essere andati in un bar a prendere un caffè, in questa tiepida giornata d’autunno, passeggiavano tranquillamente in un parco lì vicino in mezzo al verde che stava lentamente morendo in vista dell’inverno.

Chiacchierarono tutti e quattro allegramente, prendendosi in giro sulle varie ipotesi bizzarre di Tray su alcuni libri, in fondo lui era il più giovane del forum. Improvvisamente si sentì un telefono squillare “Oh scusate, è il mio” disse Alex prendendo il telefono dalla borsa ignorando tutti gli altri che continuavano a chiacchierare fra loro. La loro attenzione venne catturata però sempre da Alex, qualche istante dopo, quando la videro letteralmente pietrificata a guardare il display. “Cosa c’è? È successo qualcosa?” chiese Tray preoccupato di avere qualche brutta notizia. “Tray devi assolutamente vederlo... Spiegami cosa significa perché mi ha inquietata parecchio”. Gli diede il telefono in mano. Era un mms. C’era un video di pochi secondi. Era una bambina con i capelli biondi e gli occhi castani chiari. Una pelle bianchissima e angelica. Aveva un vestitino semplice di stoffa bianca pura con due gonne,  una di stoffa normale l’altra situata e cucita sopra di essa bianca trasparente come un velo. Sopra indossava una giacchetta a maniche lunghe leggerissima della stessa tinta del vestito. Ai piedi si potevano notare dei sandali bianchissimi composti da delle linee che si incrociavano tra l’inizio dei piedi e al centro del piede per poi essere legati dietro la caviglia. Sarebbe stato normale, se non fosse che quella bambina aveva uno sguardo a dir poco malefico da mettere paura e infine guardò di scatto con gli occhi tutti bianchi sbarrati.

Fece vedere questo video anche agli altri. Tutti rimasero in silenzio, non capivano cosa significasse, se era uno scherzo o no. Morgan però si tirò avanti, come suo solito. “Dev’essere senz’altro quel caso che è stato chiuso anni fa. Quello successo in questo paesino. In pratica una coppia, i signori Cassidy avevano una figlia di circa 8 anni, Grace . Alla polizia dissero che un giorno la bambina uscì con le amiche per giocare e non tornò mai più a casa. Interrogarono chiunque, setacciarono tutti i boschi, controllarono i laghi ghiacciati, ma della bambina nemmeno l’ombra. Non si sa nemmeno se è viva o morta. Ora dovrebbe avere all’incirca 12 anni”

Rachel incrociò le braccia e fece un ghigno, doveva saperne sicuramente di più.

Non passarono molti secondi quando Alex si bloccò di nuovo e chiuse gli occhi. Li riaprì e non aveva lo stesso sguardo. Era uno sguardo fisso, con gli occhi spalancati, completamente bianchi. Completamente immobile. Pronunciò delle parole, sembrava un nastro registrato… “Aiuto! Aiutatemi..” Tray si spaventò di quello che stava succedendo. Notò anche che quella non era la sua voce, ma quella di una bambina e lo disse anche agli altri.

 

 

Una volta ritornata alla normalità, portarono Alex in ospedale e un dottore le fece una risonanza magnetica. Mentre era sul lettino per l’esame, Tray, Morgan, Dylan e Rachel erano nel camerino adiacente insieme al dottore, dove c’erano i monitor. Dopo aver chiesto al dottore cosa fosse successo, il dottore indicò il monitor della risonanza. C’erano puntini bianchi ovunque dentro il suo corpo. “Forse Alex è collegata con il suo corpo a quella bambina” ipotizzò Morgan “quindi se aspettiamo ancora, magari potrà manifestarci altri indizi”. Rachel guardò verso di lui e fece un ghigno

 

 

Mentre Alex  era sott’osservazione, erano tutti in corridoio ad aspettare che la dimettessero. Seduti uno affianco all’altro, erano molto silenziosi. Si poteva notare però che Morgan stava riflettendo. Infatti dopo qualche minuto ruppe il silenzio “Quando Alex ha parlato con la voce di quella bambina.. ho sentito un rumore. Avete presente una registrazione? Se intorno a voi mentre registrano avviene un suono, per esempio una macchina o un esplosione  lontana, quando riascoltate il tutto, ci sarà anche quel suono incluso nella registrazione oltre la voce. Mentre Alex parlava, ho sentito un rumore di sottofondo, che ho riconosciuto. In pratica sarebbe il rumore della metro di una particolare stazione di questa città che è rivestita di lamiere. Non l’hanno mai completata del tutto quindi è rimasta così. Ne sono sicuro” “Appena usciamo di qui ci andiamo subito” disse Tray

 

Si recarono tutti lì e rimasero a bocca aperta. Dappertutto, c’erano dappertutto manifesti con il viso della bambina scomparsa.

“Di sicuro ci sarà qualche indizio. Dividiamoci e cerchiamo” ordinò Tray

Tutti si misero a perlustrare questa stazione, quando di colpo si senti la voce di Dylan “Ho trovato qualcosa, correte”. Dylan aveva appena trovato un manifesto con un indirizzo scritto a penna.

 

 

Arrivati all’indirizzo trovarono una villetta, con un grande giardino. C’erano fiori e piante di ogni genere e il tutto era ben curato. Si avvicinarono e stranamente la porta non era chiusa a chiave. Dopo essersi guardati intorno, decisero di entrare, ma dopo appena due passi, Alex perse i sensi cadendo a terra. “Alex! Cos’hai? Ti senti male?” chiese Tray, senza alcuna risposta. “Portiamola fuori. Se ci trovano qui dentro saranno guai” disse in fretta Morgan. Nel frattempo Rachel aveva già chiamato un’ambulanza, che arrivò in brevissimo tempo. Solo che appena i paramedici stavano per avvicinarsi ad Alex stesa a terra fuori da quella casa, lei si svegliò magicamente. “Secondo me è stata quella casa a farla svenire” disse Morgan “Proviamo a fare un tentativo?”

Fecero alzare Alex e la fecero entrare, mantenendola a braccetto Tray e Morgan, ma come disse Morgan, era proprio quella casa che la faceva svenire perché infatti dopo qualche passo sentirono che ricadde a peso morto. Rachel incrociò le braccia e guardò Tray

“Allora noi entriamo, tu ci aspetti qui fuori. Fai il palo” le disse Tray “E ok, ma non metteteci troppo. Questo posto mi mette i brividi”

Tray, Morgan, Dylan e Rachel entrarono in casa. Si guardarono in giro, si divisero e ognuno di loro guardò in stanze diverse per fare più in fretta, ma non trovarono nessuna traccia di quella bambina. Non c’era nemmeno un giocattolo, nessuna traccia, nessun indizio, niente che poteva aiutare a chiarire il mistero. Rassegnati, decisero di uscire, ma Alex non c’era più, era sparita. “Dov’è finita?” chiese Dylan. Morgan nel frattempo stava guardando intorno per cercarla, quando le sue attenzioni furono catturate da “delle impronte”. Decisero di seguirle, probabilmente erano sue. Qualche passo più in là si aggiunsero delle impronte molto più piccole affianco a queste. Dopo pochi metri arrivarono a una tenda da campeggio vecchia e consumata buttata a terra, lì finivano le impronte. “Scaviamo sotto questa tenda, magari troveremo qualcosa” propose Morgan. Tray, Morgan e Dylan improvvisarono delle pale per scavare e dopo mezzo metro di terra trovarono uno scheletro lungo più o meno un metro e trentacinque. “Dall’altezza sembrerebbe una bambina, doveva avere intorno agli undici o i dodici anni” affermò Morgan. Tutti notarono anche un particolare. Nella pancia di questo scheletro così minuto, c’era un foglietto piegato in quattro. Tray lo prese con due dita facendo attenzione a non toccare le ossa “Sicuramente chi l’ha uccisa, l’avrà dissotterrata e messo questo foglio dopo che il corpo si è deteriorato.. che schifo”. Aprì il foglietto e lo lesse.

‘Speriamo che il destino sia diverso per una nuova figlia’ firmato Lydia”

Stettero tutti in silenzio qualche secondo, con i brividi. “Quindi questa era un’altra figlia, una figlia precedente a quella scomparsa ora” dedusse Tray. Per fare un po’ di chiarezza, decisero di andare dai genitori.

“Mio marito è sparito appena ha scoperto che voi avete ricominciato ad indagare su nostra figlia” e la signora non aggiunse altro. Nel frattempo tutti notavano le foto di famiglia sui mobili del soggiorno, osservando attentamente i volti senza dare troppo nell’occhio. Rachel un po’ distante dagli altri, rivolse lo sguardo verso la donna e fece un ghigno, forse nessuno si accorse di lei questa volta.

 

 

Con ancora più domande nella testa, si ritirarono a casa di Morgan, nel suo studio. Ipotizzavano varie idee, riflettevano a voce alta, ma tutte senza un fondamento. A rompere questi pensieri ci pensò il cellulare di Tray. Squillò.

“È un’ora che aspetto qua fuori. Dove siete finiti?” disse Alex con tono di rimprovero. Com’è possibile? Loro erano usciti dalla porta principale e lei non c’era, a parte le impronte. Tornarono di nuovo a quella casa e la trovarono lì in piedi nello stesso punto dove l’avevano lasciata. “Ma come..come avete fatto ad arrivare dall’altra parte della strada? Non vi ho visti uscire e non mi sono mai mossa di qui”

 

 

Tornarono di nuovo a casa di Morgan e le spiegarono tutto quello che era successo in sua assenza. Le impronte, il corpo ritrovato, il foglietto, il padre sparito nel nulla e la telefonata. Ma dopo pochi secondi, nemmeno il tempo di raccontare tutto fino alla fine, Alex ebbe un altro attacco. Di nuovo quello sguardo fisso, con gli occhi spalancati, completamente bianchi. La voce di un’altra bambina uscì dalle sue labbra. “Grazie per avermi ritrovata. Avete qualcuno vicino a voi che può aiutarvi a trovare mia sorella” guardando verso Rachel. “Si sono io” esclamò la donna, ma in quel preciso istante le spararono  all’improvviso dritta in fronte.

Erano tutti terrorizzati e l’istinto li spinse a buttarsi a terra. Subito Morgan e Dylan si volsero verso la finestra con i vetri rotti e videro che era il padre della bambina.

Corsero fuori per prenderlo mentre Tray e Alex, che aveva ripreso coscienza con lo sparo, rimasero con Rachel, morta sul colpo. Morgan e Dylan corsero all’impazzata e riuscirono anche a mettergli le mani addosso e catturarlo, ma l’uomo si liberò colpendo con il manico del fucile lo stomaco di Dylan, che cadde a terra. Morgan se lo fece scappare in quel lasso di tempo.

 

 

“Ora che avevamo un indizio, Rachel è morta.. fantastico..” replicò Tray ancora sconvolto da tutto questo. “Cosa sappiamo di lei?” chiese Alex. “Dylan, te la sentiresti di portarci nel suo appartamento?” gli chiese Morgan “Magari potremo scoprire qualcos’altro d’importante”. Dylan annuì triste.

Li portò a casa di Rachel, tirò fuori qualche suo documento, delle foto. “Rachel era una medium da generazioni. Lei, sua madre, sua nonna, la sua bisnonna, erano tutte medium” spiegò Dylan con una voce spenta. Tray sfogliando delle foto, trovò una cosa che lo lasciò a bocca aperta. Mostrò la foto agli altri. “Ma.. cosa..”. Era una foto di Rachel e di Grace  sorridenti. C’era ancora più confusione. Cosa ci faceva Rachel con Grace in quella foto? Si conoscevano? Perché non l’aveva detto prima? Quando è stata scattata?

 

 

“Secondo me Rachel ha trasferito i suoi poteri ad Alex” ipotizzò Morgan “Dovremmo sedarla così magari avrà altre visioni e potrà dirci qualcosa di più sulla bambina”. Alex non era proprio entusiasta all’idea, però andarono lo stesso in ospedale. Siccome aveva paura dell’ago, l’infermiera le diede una pastiglia che avrebbe fatto effetto entro un’ora al massimo. Mentre Alex era sul letto ad aspettare, con tutte le apparecchiature intorno e i fili addosso, Morgan e Dylan discutevano su quello che era successo dopo che Rachel era stata colpita. In pratica Dylan accusava Morgan di essersi fatto scappare il padre di Grace e Morgan si difese con “Sei tu che ti sei fatto colpire”. Dopo tutte queste discussioni, Alex riuscì a concentrarsi e nel monitor apparve la visione di quello che stava facendo in quel momento la bambina! “Non ci posso credere.. allora è proprio viva” disse sbalordito Tray fissando il monitor. Tutti e tre erano con gli occhi fissi su quel monitor, cercando di trovare più indizi possibili per capire dove si trovasse. Grace stava camminando in un posto pieno di alberi, teneva per mano qualcuno che appena lei alzò lo sguardo capirono che era il padre. Videro in che zona si trovavano e si recarono lì, lasciando Alex attaccata al monitor.

 

 

Si appostarono fuori quella casa. Ebbene si, era proprio in quella casa dove spararono Rachel che vivevano padre e figlia. Rimasero appostati per parecchio, quando finalmente arrivarono tutti e due. Padre e figlia stavano per entrare ma il padre li scoprì e tirò fuori una pistola. Sparò beccando Dylan. Subito prese la figlia in braccio e corse via. Corse tantissimo ma il peso della bambina si faceva sentire. Morgan e Tray riuscirono a raggiungerlo. Non c’era via di fuga, si ritrovò in un vicolo cieco. Mise la bambina a terra e s’inginocchiò con le mani in alto. “Mi arrendo, ma non portatemi via mia figlia!” supplicò l’uomo “Devo proteggerla o le farà del male, come ha fatto con Lydia” “Di chi stai parlando?” chiese Tray stranito. “Di mia moglie, è stata lei a uccidere nostra figlia, portandola al suicidio. Aveva la stessa età di Grace quando successe la disgrazia, non potevo permettere che facesse lo stesso con lei! Dovevo portarla via e salvarla a tutti i costi!”

“Capisco..” disse Tray “ora che sappiamo tutto, la polizia ti aiuterà. Andiamo piccola”. Si avvicino per prendere per mano la bambina ma Morgan lo colpì alle spalle facendogli perdere i sensi.

 

Si svegliò. Non sapeva quanto tempo era passato ma notava che era pomeriggio, quasi sera. Tray si accorse che era stato legato. Era in una casa di campagna dove vide altri uomini con un’espressione in trans e con gli occhi indemoniati. Questi uomini portarono Grace al centro della stanza e iniziarono a dire parole senza senso e a muoversi in modo inquietante. “Dove sono finito?”

 

Intanto in ospedale Alex, era ancora addormentata ma collegata ancora al monitor, che continuava ad emettere le immagini di quello che vedeva la bambina. Un’infermiera passò per vedere come procedeva il tutto e s’incantò a fissare il monitor. Subito capì da quelle immagini che stava succedendo qualcosa di strano. Capì poco dopo che era una sorta di rito satanico. Prese il telefono che si trovava in camera e chiamò la polizia.

Gli agenti si recarono sul posto immediatamente, catturando una buona parte di questi uomini, compreso Morgan. Misero in salvo la bambina. La polizia volle avvisare la madre del ritrovamento, ma la trovarono impiccata dentro il soggiorno.  “Lei sapeva tutto, ma non disse mai niente” disse Morgan con un ghigno sul viso “Si è comportata solo come ha sempre fatto, nascondendosi dalla verità”

 

 

“Addirittura fu lui a uccidere Lydia?” chiese Alex.

Era passato qualche giorno da tutto questo. Morgan era stato processato, il padre anche e ora Alex e Tray erano nel corridoio di un tribunale minorile a parlare, mentre aspettavano il verdetto di cosa ne sarebbe stato della vita di Grace. Non avendo nessun parente oltre ai genitori in questione, sarebbe andata di sicuro in adozione. “Si, è stato lui ad ucciderla. Ma mi hanno detto che non ha messo lui quel biglietto e non mandò lui l’mms”

Finalmente Grace venne accompagnata fuori dall’aula. Il suo visino sconvolto rimase molto impresso alla coppia, che si guardarono negli occhi e presero un’importante decisione. Alex e Tray adottarono Grace che andò a vivere con loro.

 

Era la prima notte che Grace trascorreva in casa con loro, ma non riusciva a dormire. Si avvicinò alla camera dei suoi nuovi genitori, dormivano tranquilli e felici. Anche lei coglieva finalmente felicità nella sua vita, un sentimento che finora non aveva mai provato. Si avvicinò alla finestra, era buio e c’era una bellissima luna piena. Poggiò le mani sul davanzale. Con i suoi capelli color oro e i suoi occhi così graziosi e lucenti s’incantò a guardare la luna. Sentiva serenità, protezione, una famiglia. S’immobilizzò, guardò fissa in un punto del cielo. Di colpo gli occhi le diventarono bianchi.

 

 

FINE

   
 
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