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Autore: Nusia    02/08/2010    12 recensioni
é una storia che parla di RObsten dopo la fine delle riprese della saga. Ho ipotizzato che si fossero lasciati e che non si vedessero da ormai 3 anni. Cosa li farà rincontrare? E soprattutto cosa succederà? leggete...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi eccomiiii, credevate che avrei postato eh? Beh vi sbagliate, eccomi qui… andrei un po’ di fretta perciò vi lascio al capitolo più HOT di tutti e anche quello tanto atteso aggiungere XD

Vorrei ringraziare la mia Mabel per avermi fatto pubblicità e soprattutto per volermi così bene perché gliene voglio anche io. È una scrittrice bravissima e vi consiglio di fare un salto da lei =D ok ora vi lascio con enorme bacio e un grazie mille a tutte e ci vediamo giovedì con le risposte alle recensioni.

p.s. voglio tanti bei commentini qui tesori.

Recensite!

31-Capitolo

Pov. Robert

Avevo appena finito di girare e potevo ufficialmente dire di aver terminato le riprese, o almeno quelle importanti. La prossima settimana avremmo dovuto rivedere solo poche cose e poi io e Kristen saremmo stati liberi. Uscito dagli abiti di scena corsi a recuperare le mie cose volando subito verso la macchina. Non vedevo l’ora di rivederla, ero ansioso di sapere il risultato delle analisi. Fermo ad un semaforo controllo il cellulare: niente, né messaggi, né chiamate e la cosa iniziava ad agitarmi. Erano passate due ore e lei doveva già aver ritirato tutto e allora perché non chiamava? Ah stupido io a farla vincere sempre! Sarei dovuto andare con lei e invece mi ero fatto ingannare dai suoi occhi imploranti. Giunto al hotel parcheggiai il più vicino possibile all’entrata e poi entrai in hall schizzando subito di sopra. Posai tutto nella mia camera e andai a bussare alla sua.

“un attimo” urlò Nikki.

“dai ti prego! Ti prego aiutaci!” sentì mormorare.

“ditemi perché” ma non era della mia manager quella voce?

“poi ti spieghiamo. Nikki va ad aprire” le ordinò Kellen e un attimo dopo la porta di aprì.

“ROB” urlò con troppa enfasi. La guardai stralunato e la salutai con la mano.

“vuoi qualcosa?” la fissai per bene, era troppo agitata.

“veramente vorrei Kristen”

“Oh! Ehm…lei non è ancora arrivata mi dispiace”

“tu sai niente? Insomma non mi ha chiamato e…”

“no, non mi ha ancora avvisato. Tranquillo dovrebbe essere di ritorno ormai” mi interruppe cercando di tranquillizzarmi. In quel momento uscì dalla stanza Steph.

“e tu ch ci fai qui?” le chiesi e lei alzò gli occhi al cielo. Kellen ci raggiunse sorridendo.

“niente, parlavo con questi due imbecilli” mi informò.

“Ehi” protestarono all’unisono le due comare. Feci per chiedere qualcosa ma Steph mi mise una mano intorno alla spalla e richiamò la mia attenzione.

“su vieni con me Rob che stasera hai un impegno di lavoro” e a quelle parole sentì dei gridolini alle mie spalle. Mi voltai verso Nikki.

“tutto bene?”

“benone perché? Buon lavoro noi finiamo di sistemare qui dentro” e detto questo chiuse la porta. Scossi la testa.

“ehi mi senti?”

“si, scusa. Che lavoro? E perché mi avverti solo ora?” la mia manager stava uscendo di testa appreso a quei due.

“beh geniaccio forse perché sei stato tutto il giorno al set? E poi mi hanno avvertito ora” si giustificò.

“ma è il mio compleanno” sbuffai.

“non è colpa mia e comunque non ti devi muovere dall‘albergo. Quel che devi fare ora è prendere l‘ascensore e salire all‘ultimo piano: suite numero 1024 e indossare lo smoking che è poggiato sulla sedia” mi spiegò veloce spingendomi verso l’ascensore.

“ehi! Ma che cavolo succede? E che lavoro è?” sbottai mettendo le mani sui fianchi, abitudine che avevo ereditato da Kristen tanto tempo fa. Steph tentennò per qualche secondo e poi riprese a parlare.

“vogliono proporti un film importante, stanno per arrivare quindi muovi quel bel culo che ti ritrovi e va nella suite” e così dicendo mi spinse nell’ascensore urlando il numero della stanza mentre le porte si chiudevano. Arrivato a destinazione seguì il percorso del corridoio fino a trovarmi di fronte alla porta numero 1024. Non ci stavo capendo nulla ma decisi comunque di girare la chiave nella serratura ed aprire e ciò che vedi mi fece diventare ancora più perplesso. Chi persona avrebbe organizzato un incontro di lavoro in una suite così romantica? Avanzai lentamente ammirando ogni particolare: la suite era completamente bianca, molto moderna, e le luci soffuse irradiavano un colore blu tenue.

Le tende bianche erano aperte e mostravano un panorama ad centro del quale risiedeva la Torre Eiffel. Su ogni tavolo, per terra e addirittura sul letto vi erano cosparsi petali di rose blu accompagnate da candele che seguivano un percorso preciso che conduceva fino al letto. Rimasi incantato ad ammirare tutto ciò poi afferrai lo smoking e lo indossai aspettando chiunque sarebbe venuto.

Pov. Kristen.

Arrivai in albergo alle 20 spaccate e corsi subito su per chiedere a Nikki se fosse tutto pronto. Stavo per voltare l’angolo quando sentì al voce di Robert:

“ehi! Ma che cavolo succede? E che lavoro è?” era nervoso, lo sentivo bene.

“vogliono proporti un film importante, stanno per arrivare quindi muovi quel bel culo che ti ritrovi e va nella suite” le ordinò Steph e un attimo dopo sentì l’ascensore partire. Camminai indifferente e la salutai come nulla fosse. Lei non sapeva ancora nulla della nostra storia, come del resto Nikki e Kellen, ma loro lo avevano intuito da soli.

“Ehi signorina, dove credi di andare?” mi fermò lei. Le sorrisi.

“in camera?” dissi come fosse la cosa più normale del mondo.

“cosa mi state nascondendo?”

“niente”

“va bene, mi spiegherai domani ora va a prepararti che Rob ti aspetta di sopra” e così dicendo sorrise e mi strizzò l’occhio. L’abbracciai di slancio e poi sentì qualcuno sollevarmi sulla spalla e trascinarmi in camera.

KELLEN” urlai per lo spavento e lui rise buttandomi sul letto.

“scricciolo muoviti che Rob è già di sopra” mi disse ed io sbuffai.

“se non mi avessi trascinato qui dentro starei già andando da lui”

“ma devi cambiarti” mi fece notare Nikki spuntando dal bagno con in mano un abito blu.

“che storia è mai questa?” domandai guardando il vestito e le scarpe che erano vicino all’armadio.

“io e Kellen vi abbiamo fatto una sorpresa quindi niente domande e indossa questo”

“ma…?”

“veloce che Rob ti aspetta su” mi interruppe la mia amica. Non sapevo cosa avessero combinato ma gliene ero profondamente grata. Con lacrime agli occhi indossai il meraviglioso abito e Nikki mi sistemò al meglio i capelli.

“sei un spettacolo” si complimentò Kellen.

“grazie ragazzi io…grazie” abbracciai entrambi e poi mi buttarono fuori dalla stanza ordinando di non pensare a nulla se non a Rob.

Esattamente 20 minuti dopo il mio arrivo in hotel mi trovai davanti alla porta della suite 1024. Ero in ansia ed emozionata. Non avevo la più pallida idea di come dire a Robert che non ero incinta ma ero sicura che una volta trovatami tra le sue braccia le parole sarebbero uscita da sole, così come tutto il resto. Feci due grossi respiri e poi bussai alla porta.

Improvvisamente non vedevo l’ora che si aprisse e urlare:

“NON SONO INCINTA ROBERT!” e lo avrei fatto per davvero se non sarebbe venuto ad aprirmi in smoking e con un sorriso abbagliante sul viso.

“Kristen” sussurrò lui sorpreso di vedermi li.

“c-ciao” fu tutto ciò che riuscì a dire osservandolo per bene.

“sei…sei bellissima”

“anche tu” lui sorrise imbarazzato passandosi una mano tra i capelli e poi mi prese la mano facendomi entrare. Pochi passi e fui costretta a fermarmi nuovamente tant’era lo stupore. Avevo detto di prenotare solo la suite, non di renderla assolutamente perfetta e romantica. Era tutto così…così meraviglioso: i colori, la luce, le candele e…noi. Noi eravamo perfetti perché eravamo insieme.

“niente cena di lavoro eh?” mi chiese ed io mi voltai verso di lui mordendomi il labbro. Negai col capo.

“niente film importante quindi”

“mi dispiace” mormorai.

“a me no. Siamo solo io e te?”

“solo io e te”

“e oggi e il mio compleanno, giusto?” chiese sorridendo e afferrando di nuovo la mia mano. Sorrisi non capendo dove volesse andare a parare.

“se ti chiami Robert Pattinson e sei nato il 13 maggio allora si. Non avrò sbagliato persona vero?” cercavo di essere il più seria possibile stando al gioco. Lui accarezzò il dorso della mano e vi depositò un bacio.

“no, sono io” e mi attirò a se baciandomi le labbra.

“me sono contenta. Allora… buon compleanno” farfugliai sulle sue labbra.

“mmmh” biascicò e poi insieme dischiudemmo le labbra. Fu un bacio dolce, senza passione né desidero, era solo un caldo benvenuto. Un bentornato a casa.

Quando ci fummo staccati mi ricordai che dovevo dirgli una cosa importante, dovevo fargli sapere che ero sua. Solo sua.

“Rob” mormorai prendendo le sue mani tra le mie. Volevo tenerlo un po’ sulle spine.

“dimmi”

“devo dirti una cosa” e così dicendo abbassai lo sguardo cercando di trattenere un sorriso.

“non roviniamo il momento, me lo dirai domani” mi pregò mettendo la mano sotto il mio mento.

“devo dirtela ora” dissi.

“allora dilla. È il risultato delle analisi non è così?”

Annuì e lui mi accarezzò la guancia baciandomi la fronte. Sapevo che le mie parole, la mia espressione gli avevano fatto intendere la cosa sbagliata e sapevo che di li a poco avrebbe cercato di rassicurarmi. Difatti:

“tranquilla andrà tutto bene. Ci sono io con te” e così dicendo mi abbracciò da dietro baciandomi il collo. Sospirai a quel contatto.

“Robert?”

“si?”

“prima avevi ragione. Oggi siamo solo io e te” speravo afferrasse al volo le mie parole, che leggesse tra le righe ma non capì e mi trovai a ridacchiare.

“beh, per essere precisi siamo io, te e questo bambino” e mi accarezzò la pancia. Posai la mia mano sulla sua e scossi la testa.

“no, siamo io e te. Solo io e te” mi voltai verso di lui che mi guardava confuso.

“era negativo” e sorrisi a 32 denti felice di sentire che fosse tutto vero. Reale. Lui non parlava, non sorrideva.

“non sono incinta” chiarì e lui sembrò riscuotersi. Sorrise con me e accarezzò tutta la lunghezza del mio braccio.

“vuoi dire che tu…tu…”

“sono solo tua. Tua e di nessun altro” lo interruppi. Successe tutto così velocemente che mi resi conto di essere tra le sue braccia e volteggiare per la suite solo quando le nostre labbra ci incontrarono.

“solo mia?” chiese fermandosi.

“solo tua ad una condizione però” dissi alzando il dito.

“sarebbe?”

“che tu sia solo mio”

“sempre” promise riprendendo a volteggiare. Ridevo come una pazza e lui con me. Sembrava di esser tornati bambini e forse ci sentivamo davvero così. I bambini non hanno problemi nella vita, sono spensierati, felici e allegri, proprio come noi in quel momento. All’improvviso non so come, ne da dove, partì una canzone. La mia canzone. Smesi di ridere ed in contemporanea ci guardammo negli occhi.

http://www.youtube.com/watch?v=pI3zaQA2VNY&feature=player_embedded

“te la ricordi?” mi chiese.

“come potrei averla dimentica?!” lui mi baciò le labbra, si allontanò per prendere due calici di champagne e poi iniziò a canticchiare la canzone che piano si diffondeva per la stanza.

“If you’re sitting comfortably then let me begin. I want to tell you a tale about the mess that I’m in. And it all starts with a girl. And shes breaking up my whole world”

E mentre la sua voce cantava per me, io mi persi nei ricordi…

 

 

“Rob, dove mi stai portando?” gli chiesi mentre mi trascinava fuori dalla macchina.

“è una sorpresa. Su vieni” mi incitò. Sospirai afferrando la sua mano e lasciandomi portare in un palazzo. Eravamo a Londra per la premiere di Twilight e quel pazzo di Rob mi aveva praticamente sequestrata dall’albergo dove alloggiavamo per farmi questa sorpresa. In effetti avevo proprio bisogno di sorridere un po’ e Robert in un modo o nell’altro ci riusciva sempre. Con Mike non andava per niente bene, litigavamo in continuazione e aveva quella strana gelosia su Robert che mi mandava in bestia. Più volte mi aveva detto di non frequentarlo al di fuori del set, ma per me era una cosa impossibile. C’era una strana forza attrattiva che mi legava a Rob ogni giorno di più e che mi faceva mettere in dubbio il mio amore per Mike. Provavo qualcosa per quel inglese che ora mi teneva la mano, un qualcosa che ancora non riuscivo ad identificare ma che sapevo c’era e la stessa cosa era per lui.

“ecco, siamo arrivati” mi annunciò sorridendo. Mi guardai intorno ancora più perplessa di prima.

“cosa ci facciamo in uno studio di registrazione?” chiesi e in quel momento comparve una ragazza bionda e un ragazzo.

“Kristen, questa è mia sorella Lizzie e lui il suo amico Lee McDougall” ci presentò. Ero quasi sicura che fossi arrossita quando aveva detto che la bionda fosse la sorella.

“p-piacere” dissi allungando la mano ma Lizzie mi attirò a se abbracciandomi.

“come sono felice di conoscerti Kristen. Ho tanto sentito parlare di te e…” stava per aggiungere altro ma il fratello si schiarì la voce e lei lasciò la frase in sospeso.

“direi di far presto. Non vorrei che ci diamo per dispersi” annuì a Robert e poi entrammo in un’altra stanza.

“che ci facciamo qui?” sussurrai aggrappandomi alla sua spalla.

“qualche mese fa ho scritto questa canzone per Lee e vorrei che tu l‘ascoltassi” mi spiegò veloce e poi la musica partì.

“come si intitola?” riuscì a chiedere prima che Lee iniziasse a cantare.

“Falling in love”

Ascoltai la canzone rapita, presa da quell’introduzione:

Se siete seduti comodi lasciatemi iniziare

Voglio raccontarvi una storia, un casino in cui mi sono cacciato

E tutto inizia da una ragazza che sta frantumando il mio mondo

Guardai Robert che mi sorrideva beato e tranquillo ed io scossi la testa iniziando a capire per chi fossero quelle parole.

Ha dei grandissimi occhi verdi, grandi come la luna

E sono capaci di portarti a letto senza lasciare la stanza

Ucciderei per essere il suo uomo,

Ma lei è troppo, anche solo per farci un pensiero..

Era per me. Lui aveva scritto una canzone per me.

“è la tua canzone Kristen. La tua.” mi sussurrò all’orecchio mentre dai miei occhi scendevano dolci lacrime.

“ti amo” gli dissi quando tornai con la mente al presente.

“ti amo anch‘io” e poi le nostre labbra si unirono ancora e poi un’altra volta e un’altra volta ancora. Le bocche si chiudevano birichine, le lingue si rincorrevano divertendosi in una danza che conoscevano bene. Le mani si intrecciarono tra loro e i respiri cominciarono a farsi più pesanti. Quei baci erano del tutto diversi dal quello dolce di prima, in loro c’era passione, amore, voglia di appartenersi. Il bentornato era stato dato, ora toccava riprendere confidenza con quel passato che tante volte avevamo sperato di possedere, di avere di nuovo tra le braccia. Robert mi prese in braccio e mi portò vicino al letto mentre io gli baciavo la mascella che tanto mi era mancata, e il collo, le spalle, le labbra, la fronte, le guance. Tutto di lui mi era mancato. Tutto. Si fermò davanti al letto riprendendo a baciarmi le labbra e mentre le mie mani si perdevano tra i suoi capelli, le sue esplorarono la mia schiena. Tutto di noi riprendeva confidenza con il corpo dell’altro che quasi andava a fuoco tant’era l’intensità del momento. Robert si tolse la giacca ed io gli sfilai la cravatta mentre i nostri occhi non si perdevano di vista un secondo. Un altro bacio e poi via la sua cinta. Lui mi tolse la collana e il bracciale ed io iniziai ad armeggiare con i bottoni della camicia. Non avevamo fretta, avevamo tutto il tempo del mondo. Quando anche la camicia finì per terra accarezzai i suoi pettorali che negli anni si erano fatti più visibili. Scesi ancora, fino a sfiorare la sua pancia. Mi morsi un labbro tentando di sbottonare il bottone dei sui pantaloni ma lui mi afferrò le mani e non me lo permise. Mi fece voltare e ora la mia schiena era schiacciata al suo petto mentre lui mi bacia il collo scostando i capelli. Mi lasciai sfuggire un gemito quando la sua mano arrivò fin sotto il mio seno.

“sei troppo coperta amore” soffiò nel mio orecchio prima di tirare giù la zip del mio vestito che cadde a terra lasciandomi solo in intimo e con le scarpe alte. Questa volta fui io a voltarmi, desideravo poter vedere il suo sguardo accarezzarmi il corpo ed ammirarmi. Il blu dei suoi occhi si era fatto più scuro e mentre una sua mano percorreva tutto il mio corpo io mi avvicinai e lo baciai. Mi strinse a se e mi adagiò dolcemente sul letto con lui sopra di me. Si sorresse con i gomiti per non pesarmi e poi prese a lasciare una scia di baci da dietro l’orecchio fino all’incavo dei seni. Sospirai beandomi di quel contatto e presi ad accarezzargli la schiena mentre, con gli stessi piedi, tolsi le scarpe. Lui fece lo stesso. Quando fui finalmente libera da quelle trappole mortali piegai le gambe permettendo a Robert di adagiarsi meglio tra esse. Ora potevo finalmente arrivare ai suoi pantaloni e così veloce li sfilai aiutata da lui. Ora eravamo solo in intimo e il mio basso ventre iniziava a bruciare desideroso di un contatto più profondo. Con uno scatto di reni ribaltai le posizioni e mi sedetti sulla sua erezione già fortemente visibile. La sentivo premere sotto di me e me ne compiacqui, felice di fargli ancora lo stesso effetto.

“sei bellissima” ansimò lui accarezzandomi le gambe. Mi abbassai per poterlo baciare e iniziai a muovermi sinuosa su di lui che soffocò un gemito sulle mie labbra. Non stavo un attimo ferma e lui stava perdendo sul serio il lume della ragione. Prima che potessi dire o fare altro mi ritrovai di nuovo con la schiena poggiata la materasso e lui su di me.

“sei sempre una piccola peste” mormorò ed io ridacchiai. Lui poggiò le labbra sul collo e riprese a torturarlo mentre una mano giocava col mio seno ancora coperto. Questa volta fui io a sospirare di piacere. Lo sentì sorridere sulla mia spalla e passare una mano dietro la mia schiena per sganciare il reggiseno. La inarcai per facilitargli il movimento e finalmente anche quel pezzo fu gettato a terra insieme agli altri. Robert riprese ad occuparsi di me e quando la sua bocca toccò il mio seno fremetti dal desiderio di averlo. Le mie mano strinsero prontamente i suoi capelli mentre lui scendeva a baciarmi l’ombelico e a lasciare una scia di baci infuocati sul bordo delle mie mutandine. Passò lento una mano nel linguine ed istintivamente inarcai la schiena. Quello era sempre stato un punto sensibile e lui lo sapeva bene. Fece di nuovo lo stesso percorso in senso inverso e me lo ritrovai di nuovo col viso a pochi centimetri dal mio. Il suo respiro mi colpiva il viso e io mi avvicinai per intrappolare di nuovo le sue labbra mentre lui sfiorò con la mano la mia femminilità procurandomi un altro gemito. Alzai il bacino strusciandomi sulla sua erezione. Ero allo stremo e da come tremò al contatto, anche lui lo era.

“R…ob t-ti voglio” biascicai sul suo collo.

“anch‘io” ribatté dolce al mio orecchio. Chiusi gli occhi quando mi morse il lobo e ridacchiò malizioso. Le miei mano camminarono lente sul suo busto fino a posarsi sul bordo dei sui boxer che con un colpo secco buttai giù liberando la sua erezione da quella inutile costrizione. Robert fece lo stesso con i miei slip praticamente inutilizzabili e in un attimo fummo nudi. Le nostre intimità erano a contatto ed entrambi tremammo di piacere. Rob si sistemò meglio tra le mie gambe e tornò a baciarmi. Ci sorridemmo e poi lui entrò in me nel modo più lento e dolce che esista. In un modo che solo lui era in grado di fare. Gemetti sentendolo di nuovo in me. Ora eravamo di nuovo un colpo solo, una sola anima con due cuori a darle la vita. Allacciai le gambe ai suoi fianchi e iniziammo a muoverci insieme. Prima piano, poi più veloce fin quando le spinte non diventarono frenetiche e il piacere iniziò a sconvolgerci i sensi. Ribaltai la posizione senza farlo uscire da me e diedi io il ritmo agevolata da lui che mi teneva per i fianchi. Ero allo stremo, tra poco saremmo esplosi entrambi così in un secondo mi ritrovai di nuovo sotto di lui. Era sempre stato così tra noi: una lotta passionale e dolce. I battiti del cuore accelerarono, il vuoto allo stomaco si fece sempre più grande e poi raggiungemmo l’apice insieme urlando i nostri nomi. Sfinito si accasciò su di me ed io gli baciai i capelli stringendomi a lui.

“Kristen?” mi chiamò con un filo di voce cercando di regolare il respiro.

“mmmh?”

“sposami” disse in un sussurro.

“certo” accettai sorridendo mentre il cuore che stava calmandosi riprese a battere forte.

“dico davvero”

“anch‘io” risposi e lui sorrise baciandomi le labbra.

“ti amo Kristen Stewart” confessò e poi insieme ci abbandonammo alle braccia di Morfeo ancora stretti l’uno nell’altro.

 

 

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Spero di non essere stata volgare ragazze perché il mio intento era quello di trasmettere tanto, tanto amore.

Ecco le immagini della suite e del vestito/scarpe di Bella.

http://i26.tinypic.com/faqu83.jpg

http://i32.tinypic.com/302vwok.gif

http://i32.tinypic.com/2vlr602.gif

 

Spoiler!

Pov.Kristen

Sembrava che amarci era facile come respirare o forse addirittura di più. Si, trovavo molta più fatica a respirare che amare Robert anche se qualcosa in comune ce l’avevano. Se non si respira, il nostro corpo non riceve mai ossigeno e noi abbiamo bisogno di quello per vivere. Ossigeno! Ecco Robert era il mio ossigeno e se lo avessi perso di nuovo sarebbe arrivata la mia fine.

“Buongiorno amore, finalmente sei sveglia eh?” mi prese in giro venendo a stamparmi un bacio sulle labbra. Guardai l’orologio: erano le 10, non era poi così tardi.“Io mi sveglio convinta di trovarti al mio fianco e tu non ci sei. Dove sei andato?” chiesi notando che avevo solo un paio di pantaloni da tuta. Non poteva andare in giro a torso nudo, già non passava inosservato con la felpa, figuriamoci in quel modo. Lui sorrise accomodandosi vicino a me e offrendomi un cornetto alla nutella. Sarei diventata obesa se continuava a farmi mangiare in quel modo!

“Scusa amore, ero da Steph che voleva parlarmi” alzai un sopracciglio squadrandolo da capo a piedi.

“e tu vai dalla tua manager con solo questo addosso?” dissi toccando l’elastico del pantaloni. Scrollò le spalle indifferente.

   
 
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