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Autore: mammasaura    02/08/2010    1 recensioni
Edward e Bella a Port Angeles: il viaggio di ritorno risulterà più lungo del previsto...e segnerà un nuovo futuro.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Calmati Alice! - Esclamò Jasper bloccandosi impaurito di fronte al suo sguardo fisso nel vuoto.
Le sue visioni erano qualcosa di impossibile da ignorare, specialmente quando arrivavano al punto di immobilizzarla e poi scuoterla con intensi e profondi tremiti. Come stava accadendo in quel momento.
-...Oddio! -  si portò una mano sul viso a coprire gli occhi, come se cercasse di cancellare  immagini talmente orrende da non riuscire a sopportarne la vista.
Jasper si spaventò sul serio, e tutti gli altri con lui mentre le accorrevano intorno.
Carlisle la toccò lievemente cercando di distoglierla per un attimo e capire cosa le stava succedendo.
Con gli occhi sbarrati si girò verso di lui senza realmente vederlo e la voce, che iniziò a fatica ad uscire dalla sua bocca, rovesciò su tutti loro parole pesanti come macigni.
- ...Edward...Vuole ucciderla! Vuole uccidere Bella! - disse tutto d'un fiato.
- Ha capito chi siamo tutti noi, chi è lui...ha trovato un libro... -
- Non è possibile, siamo stati attenti, rispose Carlisle pensieroso.
Rosalie rise stridula: - Attenti dici? - Come quando quell'idiota ha spostato il furgone con una mano per impedirle di diventare parte della carrozzeria? -
- Smettila Rosalie, lei non ha raccontato a nessuno quell'episodio, l'avremmo saputo altrimenti - rispose di rimando Esme, sempre più in ansia.
- Già ma il suo silenzio non ha le ha impedito di fantasticare su di noi; strana com'è avrà elaborato una delle sue fantasie strampalate e per una volta ha quadrato il cerchio! Lo sapevo che Bella Swan avrebbe portato solo guai, vi avevo avvertito, ma nessuno di voi ha voluto ascoltarmi, tutti troppo emozionati nell'assistere al risveglio ormonale del piccolo Edward! - Terminò ironica sbattendo a pugno la mano sul bancone della cucina.
Carlisle intervenne cercando di sedare gli animi, voltandosi a guardare teso Alice persa nelle immagini mentali che si rincorrevano nella sua testa; la prese per le spalle: - Sei sicura della tua visione Alice? Ciò che hai detto è allarmante; non potrebbe essere frutto dello stress per questa situazione? -
Sempre più agitata, Alice si prese la testa con le mani e la scosse con violenza:
- Non mi sbaglio Carlisle, è talmente forte da produrre immagini nitidissime -; scioccato Carlisle ritrasse le braccia e le lasciò cadere lungo i fianchi mentre lei continuava:
- Si sente smascherato capisci? E' terrorizzato perché crede che Bella lo rifiuterà. Non può sopportarlo e quindi è deciso a non lasciarla più andare e a prendersi il suo sangue...-
- Sarebbe così grave dopotutto? - intervenne Emmet - in fin dei conti da quando l'ha incontrata vive una situazione infernale; ma ci pensate che ironia? Solo per più di un secolo, mai interessato al sesso ed eccolo che sbava dietro all'unica che non gliela sbatte in faccia! E come se non bastasse, oltre ad avere il cervello a tenuta stagna, lei attira più catastrofi di un parafulmine in cima ad un campanile. Una così poteva forse scegliersi uno spasimante normale? No di certo, vuole stupire con effetti speciali: scopiamoci un vampiro, sarà esaltante! - Terminò con un ghigno.
- Emmet non ti permetto di sminuire in modo così volgare ciò che c'è tra loro, rispetta tuo fratello e tutti noi! - lo rimproverò aspramente Esme.
Emmet concluse: - Vi chiedo scusa, ma seriamente penso che il suo tormento potrà finire solo se lei cesserà di vivere, io la trovo una buona causa e non lo condannerei se risolvesse il problema in questo modo. Sembra uno spettro ultimamente, non lo riconosco più e questa cosiddetta felicità io non riesco a vederla. Le ronza continuamente intorno, giorno e notte come un animale in calore, però non può avvicinarla altrimenti lei muore: quanto potrà resistere in questo limbo? Impazzirà prima o poi, se non l'ha già fatto e siccome è mio fratello non riesco più a far finta che questa cosa sia sotto controllo e che tutto sia normale; sta soffrendo come un cane e anche se è innamorato di lei si sta distruggendo sotto i nostri occhi. -
Carlisle gli poggiò una mano sulla spalla: - Gli vuoi bene come tutti noi, è normale voler vederlo sereno, ma credimi,  ucciderla non è la soluzione ai suoi problemi. Lei ha apportato un cambiamento definitivo nella sua esistenza e non possiamo ignorarlo. Tutto ormai ruota intorno a Bella e se lei morisse per lui sarebbe la disfatta definitiva, non si riprenderebbe più. Ormai è diventato un bisogno molto più che fisico e sento che se la perdesse sarebbe disposto a tutto pur di non continuare senza di lei - concluse tristemente.
- Ok, hai ragione...come sempre - riconobbe Emmet.
- Allora cerchiamo di impedire che l'ammazzi, prima che sia troppo tardi, poi penseremo a come calmarlo - intervenne Jasper.
si voltò: - Ali...? - il suo nome gli morì sulla bocca quando vide il suo tremito. Con un balzo le fu vicino: - Amore calmati, dicci cosa vedi, faremo tutto il possibile per evitare che succeda! -
- E' disperato, non ragiona, la sta braccando -! Disse con una crescente urgenza nella voce.
_ Dove sono? - domandò Emmet sbrigativo - riesci a localizzarli? -
_ A Port Angeles, sono vicini -.
- Sbrighiamoci allora! - esortò Jasper, - Non c'è un minuto da perdere!-
Carlisle odinò: - Ragazzi preparate le macchine, Rosalie vieni con me, dobbiamo caricare la pompa per le trasfusioni e prendere tutto lo 0 negativo che abbiamo!-
Esme si preparava a partire, meccanicamente, incredula di fronte a quell'inatteso sviluppo, conscia della sofferenza che poteva aver indotto Edward a tradire i suoi ideali e ad uccidere l'unica persona che in tanti anni lo aveva ridestato.
Si diressero tutti in garage; Jasper trascinava per mano Alice e la guidava per le scale visto che non era in grado neanche di camminare autonomamente, presa com'era dalla scioccante diretta a cui stava assistendo. Ogni tanto arricchiva quel quadro di particolari agghiaccianti, dei pensieri violenti di Edward, della paura che assalisse gli umani che quella sera avevano cercato di violentare Bella, della fatica tremenda per trattenersi e dei suoi propositi sempre più lucidi ed ormai fuori da ogni controllo.
-...Incredibile - continuava Alice, - non si rende minimamente conto di quanto la sua vita sia appesa ad un filo; non sembra reagire. Meno male! Per una volta la sua goffaggine ci viene in aiuto...ci darà più tempo.Sbrighiamoci! -
Salirono in macchina e partirono a tutta velocità verso Port Angeles, seguendo le indicazioni che Alice come un automa forniva, intervallate dalle continue visioni che si susseguivano nella sua testa. Sempre più concitata la sua voce fluiva rotta in più punti da sussulti di incredulità e paura:
- E' totalmente impazzito...! La vuole punire...sento la sua cattiveria nei suoi confronti! Vuole farle veramente male, vuole stuprarla e sgozzarla contemporaneamente...E'convinto di potersi prendere la sua anima...Oddio! - ripeteva sempre più disperata. Jasper le strinse forte la mano, continuando a concentrarsi su quale fosse il modo migliore per distogliere Edward dalla sua preda una volta arrivati a destinazione. Gli sguardi di tutti fissi sulla strada, come se in quel modo potessero annullare la distanza che li separava dalla tragedia che stava per consumarsi.Lei continuava:
- E' stravolto, sembra veramente un animale! Adesso ha deciso di lasciare la statale; ha deviato per i boschi, sta guidando come un pazzo. Se continua così si schianteranno contro un albero! Emmet più in fretta! non c'è tempo! Ora si sono fermati in uno spiazzo; l'ha tirata fuori dalla macchina e l'ha sbattuta per terra...Gira a destra, si così, adesso dritto per circa cinque chilometri! -
La tensione cresceva di secondo in secondo.
- Le gira intorno, la blocca...le poggia i denti sul collo, sta per morderla! Più in fretta! -
Si mise una mano sulla bocca, come a non potersi capacitare di ciò che vedeva.
- No! Ma che diavolo sta succedendo...? - Bella gli ha appena detto di non avere paura. Sembra calmissima...Non riesco a credere a quello che vedo... Oddio sono pazzi entrambi! Si sta scostando i capelli ...gli sta offrendo il collo...è persino tranquilla...sta dicendo che è il...destino...? Per un attimo si bloccò come colta da un'interferenza e cercò di mettere a fuoco qualcosa che le sfuggiva; frustrata ci rinunciò e tornò a concentrarsi sul presente. No!...NO... si coprì il viso con le mani mentre scuoteva la testa annientata. Che succede chiesero improvvisamente tutti. Alice era immobile, lo sguardo fisso senza più espressione. Alice! la scosse Esme, che succede? Dillo avanti!
La sua bocca si mosse e ne uscì un suono quasi indistinto. Cosa? Che hai detto?
- ...E' troppo tardi...l'ha morsa, la sta dissanguando...-
Un silenzio di tomba si sparse nell'abitacolo a quelle parole; continuò:
-...Lei è...morta...lo sento dalla sua disperazione, sento il dolore di Edward; ha cercato di fermarsi, di rimediare, non ci è riuscito...è distrutto...ma ora...è anche lui come morto...non riesco a visualizzarlo! Che è successo...non capisco...non li vedo più! -
- Eccoli! - disse Carlisle. - Ferma la macchina Emmet, li abbiamo trovati! -.
La scena raccapricciante che si presentò ai loro occhi era qualcosa che mai si sarebbero aspettati di vedere: due corpi aggrovigliati, abbracciati come in un sonno profondo ma senza sogni. Non ci sarebbe stato bisogno di trattenere la furia di Edward, perché lui, come Bella, era perfettamente immobile.
Sembrava di guardare una scultura data la fissità del loro atteggiamento.
Quell'abbraccio così immutabile sembrava voler respingere qualsiasi tentativo di intromissione ed incuteva una sorta di soggezione a tutti quanti, che stentavano ad avvicinarsi per il timore di turbare quell'intimità.
- Ma che cazzo significa? - disse Emmet riscuotendosi per primo, sbalorito come tutti a quella vista.
Anche Carlisle si riprese e disse: - Avanti, non perdiamo tempo, forse ci sono ancora speranze per Bella - mentre sempre più attonito registrava l'assenza di movimenti di suo figlio.
Si avvicinarono prima lentamente poi con urgenza e Carlisle si precipitò immediatamente su Bella dicendo a tutti di allontanarsi e di occuparsi di Edward.
Nonostante nella sua lunga vita avesse assistito a scene ben più cruente di quella, la vista di Bella quasi sgozzata ebbe il potere di farlo vacillare e tutto il peso della sua natura gli crollò sulle spalle come mai prima di allora.
Edward aveva di nuovo ucciso, e non un umano qualunque; proprio l'unica persona che sembrava gli avesse di nuovo donato il gusto per la vita. Quanto forte doveva essere il suo amore per arrivare a quel gesto estremo? Si domandò con stupore.
Come avrebbe fatto ad affrontare la vita senza di lei e sapendo che era morta per mano sua?
Mentre questi pensieri avevano preso a tormentarlo aveva iniziato professionalmente a valutare la situazione di Bella, ad auscultare il suo cuore, più per deformazione professionale che per una reale speranza di trovarla ancora in vita.
E solo il suo udito avrebbe potuto sentire ciò che sentiva lui, non un orecchio umano. Incredibilmente il suo cuore batteva ancora, molto debole, ma batteva ancora; un flebile battito rimbombò nello stetoscopio, seguito lentamente da un altro ed ancora più lentamente dal terzo. Gli intervalli si facevano impercettibilmente più lunghi, era ormai questione di un minuto e tutto sarebbe finito davvero. - E' viva! E' ancora viva! Presto ragazzi, prendete l'attrezzatura, le sacche di sangue, tutto quello che serve per fermare l'emorragia, ce la faremo, anche se non sono convinto di poter curare lo squarcio che ha sul collo a casa nostra! - Velocemente Emmet si fece vicino a lui con ciò che aveva chiesto, non troppo però per non vedere la scia di sangue che colava calda e viva dal suo collo. Gli altri non si avvicinarono, ma Carlisle non ci fece caso, preso com'era dal tentativo in extremis di salvare la vita di Bella.
Attaccò velocemente la macchina ed il sangue cominciò subito a fluire nel suo corpo, sgorgando immediatamente dalla sua ferita aperta. Cercò di arginare quel fiume, non senza sentire sofferenza, ed in un modo più o meno precario, vista la situazione, ci riuscì. Osservò attentamente e con trepidazione il viso della ragazza pronto a cogliere qualsiasi sfumatura, qualsiasi miglioramento, mentre costantemente rilevava il suo battito cardiaco. Pian piano, anche se debole, la sua frequenza sembrò iniziare a stabilizzarsi si sorprese a tirare quello che se fosse stato umano sarebbe stato definito un sospiro di sollievo. Ce l'aveva fatta, per il momento ma Bella necessitava di cure urgenti, di un intervento per ricostruire la lacerazione e di esami approfonditi per accertare eventuali danni cerebrali. Si permise un attimo di pausa e si voltò verso la sua famiglia più disteso di quanto avesse potuto sperare.

Fu un sollievo di breve durata.

  
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