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Autore: MusicAddicted    02/08/2010    6 recensioni
E se a Michele fosse data una seconda chance?
Genere: Romantico, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scusate l’enorme vergognoso ritardo, ma, oltre che per un’altra serie di motivi

Scusate l’enorme vergognoso ritardo, ma, oltre che per un’altra serie di motivi .. (ultimamente ho un po’ la testa altrove)… è anche perché questo capitolo è stato abbastanza problematico da scrivere.

Perché quando l’ho ideato (mesi e mesi fa ) non potevo certo immaginare che poi sarebbe successa quella tragedia!

Il punto è che.. in questo capitolo c’è anche una comparsa di Ermanno.

Per questo ero un po’ combattuta se scriverlo o meno, ma alla fine ho deciso di sì, primo, perché comunque è un personaggio che ho sempre adorato e di conseguenza tratterò nel migliore dei modi.

E secondo .. diciamo che vuole essere un po’ il mio omaggio per il grande Pietro..

 

 

Chiara: son contenta che ti abbia emozionato. Ehmm , pazienta ancora un po’, prometto che qualcosa fra quei due prima o poi succede eccome.. del resto, anche la prima serie ci ha fatto aspettare un bel po’..

 

Zebraviola: felice che ti sia piaciuta. Ehmm.. sì, il vecchietto è un’idea mia :P sono contenta che ti sia piaciuta anche la scena della redazione!

 

Nomad: awww.. quanto amo quella lettera e quando la citate! Sììì  quel libro ce l’ho da mesi, l’ho divorato e mi è piaciuto un sacco.. anche perché c’è qualcosina anche sulla nostra coppia del cuore!!

 

Ili: mi dispiace. Ho postato in ritardo, però, tranquilla, tanto la ff non scappa. Aww felice che ti sia piaciuto lo scherzo. Esulto per l’IC rispettato!

 

Dreaming Archer: felicissima che ti abbia divertito, sei sempre gentilissima.

 

Clappy: ma che bello ci sei anche tu! Grazie per tutto quello che mi dici, sei davvero troppo buona!

 

 

Detto questo.. si continua!

 

 

Capitolo VI : Ci vorrebbe un amico

 

“Ricapitoliamo. Che giorno è oggi? O meglio, che serata sarà stasera?” incita tutti Monica.

“L’inaugurazione del ristorante di Michele!” è il coro un po’ spentino che riceve in risposta dalla sua redazione.

“E a che ora ci troviamo tutti?” insiste lei.

Alle nove davanti al ristorante!” replica il suo pubblico con il precedente entusiasmo.

 

“Monica, dacci tregua! Stamattina sarà almeno la sesta volta che ce lo chiedi!” sbuffa Elio.

“Che poi non ho capito ancora perché ci tieni che tutti siamo presenti.. Guarda che io ho degli impegni, mi fai saltare un appuntamento con due ragazzi stasera, anzi.. forse potevano essere pure tre!” le fa presente Maya, depennando controvoglia quei nomi dalla sua agendina.

 

“Ve l’ho già detto, Michele mi ha chiesto di portare più gente possibile, infatti vi ho anche detto di far passa parola.. “ spiega Monica.

 

“Tranquilla, io invece sono contenta di uscire, così lascio i bimbi a casa e mi godo con mio marito un po’ di sana vita mondana!” esulta Rosa.

 

“Io invece non ho ancora capito cos’è tutta questa smania di fare un favore a Michele.. non vi odiavate mica voi due?” commenta Lea, con la sua classica fredda diffidenza.

“Eh.. ma infatti! Non lo sai il detto? Tieniti vicini gli amici e ancora di più i nemici! Del resto è la stessa ragione per cui ti ho nominata co-direttrice!” di difende abilmente la riccia, con un finto sorrisone di circostanza.

 

“Io non ci vedo niente di male, anzi! Ci rimediamo tutti una bella serata in compagnia, in un posto dove so per certo che mangeremo benissimo.. e per di più con la cena offerta. Cosa si può chiedere di più?” rasserena l’atmosfera Laura, con la sua festosità  forse dovuta anche alla sindrome del ‘tra due settimane mi sposo! ‘.

 

“Meno male che ci sei tu!” le bisbiglia a denti stretti Monica, senza farsi vedere dagli altri, prima che tutti tornino alle loro postazioni.

 

“Figurati!” le sorride la castana.

“Allora, hai deciso cosa metterti stasera?” le chiede subito dopo.

“Ma sì.. ci penso all’ultimo.. mi getto nell’armadio e tiro fuori quel che capita.. “ finge indifferenza Monica.

Peccato che ormai Laura la conosca troppo bene.

“Quando usciamo , passo da te e ti aiuto a scegliere?” deduce lei.

“Laura, sei un tesoro!” risponde la sua interlocutrice, regalandole un sorriso colmo di riconoscenza.

“Sai com’è.. è un gesto carino, da buona amica presentarsi in modo un po’ decente alla serata importante di un amico.. “ borbotta lei, prima di salire nel suo ufficio.

“Certo, Monica, certo.. “ pensa ad alta voce Laura, con un sorrisetto.

 

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Paolo non crede di aver mai visto Michele così teso.

“Quei bicchieri non sono allineati bene, quella tovaglia va tirata meglio, in quel menù c’è un angolino spiegazzato, qui avete sbagliato la disposizione delle posate.. ah , no , scusate è giusta.. “ blatera lui, percorrendo ogni angolo del ristorante e dando direttive al suo personale.

 

“Michele, per l’amor del cielo, calmati!” cerca di tranquillizzarlo lui.

“Ma come faccio a stare calmo? Tra un’ora si inizia e tutto dev’essere perfetto!

“Michele, forse non te ne sei reso ancora conto ma tutto è perfetto!” gli fa pazientemente notare Paolo, prima di assentarsi per rispondere a una telefonata.

 

“Papà ha ragione,sto posto è ‘na sciccheria!” commenta entusiasta Cristina.

“Bellina, lei!” le sorride lui, facendolo un affettuoso buffetto sulla guancia.

“Impeccabile anche dal punto di vista dell’igiene, cosa della quale mi compiaccio alquanto !” dice la sua Emanuele.

 

“L’ispezione ancora non son venuti a farmela, ma grazie!” gli risponde lui.

“A Michè, fidati, lui è molto più peggio dell’ufficio igiene!” lo informa Cristina.

“Cri! Non si dice ‘più peggio ‘ ! Quante volte devo dirtelo?” tuona Emanuele.

“Non sono mai abbastanza, evidentemente!” fa spallucce lei.

 

“Grazie ancora a voi e Paolo per essere passati prima a darmi una mano.. e grazie pure a voi due!” sorride Michele.

“Qualsiasi cosa è meglio che starsene sui libri di scuola!” ridacchia Cristina.

“Io l’ho dovuto fare per necessità.. l’alternativa era rimanere in casa ad aspettar mamma, con Nina e le sue manie con Filippo, nonna che sproloquia su quanto il nonno sia patetico , zia Stefania in piena crisi ormonale.. capisci anche tu quanto ambissi a una via di fuga!” si giustifica Emanuele.

 

Madò, Ema! Possibile che un po’ di donne tutte assieme ti terrorizzino tanto? Sei il solito mistogeno!” lo punzecchia Cristina.

“Misogino, Cristina, misogino!” la corregge pazientemente lui.

“E comunque non lo sono. Diciamo solo che sto bene dove sto!” aggiunge subito dopo.

 

“Certo che sei proprio un assillo con’ste parole!” alza gli occhi lei.

 

Per quanto ne sia divertito, Michele decide di interrompere quel siparietto tra i due, anche perché c’è un certo discorsetto che vorrebbe fare loro da un po’.

 

“E comunque, Cri, che ti dice sempre lo zio Michele?” incalza.

“E da quanto saresti lo zio Michele?” si acciglia lei.

“Lascia fare! Allora, che ti dico sempre?”

“Che dovrei passare più tempo sui libri?” azzarda lei.

“Semmai quello sono io!” precisa Emanuele.

 

“Senti, tu vedi di non fare troppo il saputello, perché non si finisce mai di imparare!” lo mette in guardia l’uomo.

“Certo, ma posso dire anche di essermi portato parecchio avanti. Dai, prova a chiedermi qualunque cosa, potrei stupirti!” ribatte Emanuele, con una certa spavalderia.

“Shakespeare?” propone Michele.

”Oh, per favore! Avrei voluto una sfida più stimolante. Romeo e Giulietta, Re Lear, l’Amleto, Macbeth, il Mercante di Venezia, La Tempesta, Sogno di un giardino di mezza estate? Scegli tu!” lo sfida il ragazzo.

 

“Ok. ‘Devo paragonarti a un giorno d’estate? /Tu sei più bello e più temperato./Tempestosi venti scuotono i cari boccioli di Maggio /E la durata dell’estate ha una scadenza troppo breve. ‘ “ gli cita Michele.

“Cos’è?” lo mette in difficoltà, con un atteggiamento di sfida.

Emanuele va in crisi perché non sa cosa rispondere.

 

“Sono i suoi sonetti. Non ci credo, dici di saper tutto e ti perdi in un bicchier d’acqua. O forse li giudichi un po’ troppo stimolanti?” lo punzecchia l’uomo.

Emanuele non può sopportare il pensiero di non conoscere qualcosa.

 

“Avete detto che qui manca più o meno un’ora, no? Bene, allora faccio in tempo a fare un salto in biblioteca!” annuncia, uscendo.

“Fidati, poi mi ringrazierai!” gli urla Michele da lontano.

 

Cristina guarda ammirata Michele.

“Cioè, hai visto? C’è rimasto da schifo. Ma com’hai fatto?”

Michele le fa a un sorrisetto, schiacciando l’occhio.

“E’ un segreto! Allora , dicevamo?”

“Veramente sei tu che me dovevi dì qualcosa” gli ricorda lei.

“Ah, sì, giusto. Cri, credo che tu dovresti cominciare a cercati un’attività sportiva.. riparare motorini ti fa onore, non c’è che dire, ma hai bisogno di più movimento, di più aria fresca e di vedere più gente.. le marmitte non t’invitano ad uscire.. “

“Hai ragione, sai? Magari mi iscrivo a pallavolo?”

“Kick-boxing” la corregge lui.

“Tu dici?” lo guarda confusa la ragazza.

“Da’ retta a me!”

 

Paolo rientra, giusto in tempo per vedere sua figlia andare via.

“Papà, visto che qui manca ancora un po’, io faccio un attimo un salto a vedere dove danno corsi di kick-boxing, tanto pure Ema è uscito per andare in biblioteca!” lo saluta, uscendo.

“Ma.. si può sapere che hai detto a quei ragazzi?” domanda perplesso Paolo al suo amico.

 

“Lascia stare! E ora, scusami, ma ho una cucina da controllare.. “ si assenta lui.

Non appena chiude la porta alle sue spalle, approfittando del fatto che è solo, solleva lo sguardo verso l’alto, un po’ preoccupato.

 

“Sia chiara una cosa: non ho affatto modificato gli eventi.. gli ho solo dato una leggera spintarella, ok?” esclama ad alta voce, quasi come a volersi giustificare.

 

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Monica è felice: quella serata sta riuscendo alla perfezione. Tutti i suoi amici si sono presentati puntuali, andando a incrementare una folla non indifferente di persone soddisfatte e contente che non fanno che ricoprire Michele di complimenti.

 

A un tratto, verso metà serata, mentre è intenta a chiacchierare al tavolo coi suoi amici,  vede una bionda alta e snella, dalle gambe chilometriche a stento coperte da un francobollo che deve aver spiegato per la gonna.

 

Inconsapevolmente guarda la sua immagine riflessa, all’interno del suo tailleur color porpora, che nonostante il sottogiacca nero dalla scollatura assai generosa, non le sembra all’altezza.

 

E quello che le piace ancor di meno, come già temeva , è quando vede avvicinarsi Michele a lei, con l’aria da piacione che sempre lo contraddistingue, mentre l’accompagna al suo tavolo, tenendola a braccetto.

Dopo averla accompagnata e intrattenuta con una serie di cose spiritose che Monica non è riuscita a decifrare, lo vede dirigersi verso di lei.

“Avevi ragione, cara la mia streghetta, l’effetto del tuo sortilegio direi che è finalmente svanito. Sai, l’ho incontrata stamattina..eh, diciamo che il buon vecchio Michele ha fatto di nuovo centro!” le sorride lui, andandosene.

 

 

“Ma, dico, l’hai sentito?” sbotta lei, verso Laura, mentre cerca di tagliare una bistecca, anche se sembra più che la stia trucidando!

“Beh, sì.. è segno che non ce l’ha più con te, no? L’hai detto anche tu che avete fatto pace.. “ commenta Laura, la sua vicina di posto.

“Sì.. va bene amica.. ma quello m’ha preso per un suo compagno di bevute! Ma ti sembrano cose da dire? Che me ne frega di cosa ha combinato lui con quella barbie-oca-sciacquetta-spilungona-anoressica dell’accidenti?” continua la sua sfuriata lei, per poi adocchiare sul tavolo il foglio con la valutazione per il ristorante.

 

 

“Ma adesso me la paga!” decide ad alta voce, impugnando la penna come se fosse un’arma mortale.

Sta già pensando a come sbizzarrirsi scrivendo cose che mandino su tutte le furie Michele, per lo più perché difficili da comprendere, tra le tante idee le balena nella mente quella di scrivere che il brodo di tartaruga è superfluo.

Fortunatamente, Laura intuisce le sue intenzioni e la blocca all’istante.

 

“Monica, no, non è una buona idea. Non puoi fargli questo alla sua serata. Dai, su, fallo in nome della vostra tregua!” la fa ragionare e sembra riuscirci, perché Monica abbandona sia la penna che quell’idea bellicosa.

 

“Ma si può sapere perché la cosa ti scoccia così tanto? Cos’è, sei gelosa?” coglie nel segno Laura.

“Ma che fesserie vai dicendo! E poi, mangia, che si fredda!” sussulta l’interpellata, fingendo indifferenza.

“Ma, Monica, è un gazpacho, è già freddo!” le fa notare l’altra, divertita.

“Tu mangia comunque!”

 

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La serata prosegue, ma più il tempo passa, più Michele ha come la sensazione di aver fatto la scelta sbagliata.

Infatti non fa che osservare il lontananza Monica, l’allegria con cui beve ma soprattutto mangia, piluccando felice un po’ di tutto e assaporandone appieno l’essenza.

Di contro, continua a guardare sconsolato il modo in cui la ragazza che ha di fronte stia giocando da più di venti minuti con una minuscola fogliolina di una tristissima insalata che continua a rigirare nel piatto.

“Michele, non credi che sia un po’ esagerato mangiarla tutta?” chiede preoccupata.

Jasmine, tu ed io dobbiamo fare un discorsetto..  le annuncia lui, esasperato.

 

Monica non sa bene cosa sia successo, sa solo che all’incirca dieci minuti dopo vede quella top model andarsene via un po’ indignata.

E subito dopo vede Michele raggiungerla al loro tavolo, dove passa buona parte della serata.

 

In cuor suo, Monica è contenta di aver seguito il consiglio di Laura.

 

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“Cosa?” esclama Monica, in un misto di incredulità e timore.

“Voglio fare una recensione al ristorante di Michele!” ripete convinta Maya.

“Di già? Voglio dire.. sono passati si e no cinque giorni da quando ha aperto!” le fa notare la direttrice.

“Appunto, bisogna battere il ferro finché è caldo!” insiste agguerrita la rossa, mordicchiando nervosamente la biro con cui sta prendendo appunti.

 

< Lo so io il ferro che vuoi battere tu! > pensa Monica, conoscendo bene le abitudini dell’amica.

 

“Ma.. non so se è il caso.. “  tentenna lei.

 

“Perché no? Credo che a Michele farà piacere avere un articolo del suo ristorante sul nostro giornale.. “ argomenta la più giovane.

 

< Certo, ma il punto è che so che non avrà solo quello! > pensa lei, innervosendosi.

 

“A meno che.. Monica, ti da fastidio se lo faccio?” domanda Maya, quasi come se le avesse letto quell’eventualità negli occhi.

 

E ancora una volta Monica è impegnata nella sua personale battaglia contro il suo orgoglio, da cui ne esce perdente.

 

“No, ma che, figurati! Anzi, a pensarci bene è una buona idea, sai?” mente lei spudoratamente.

 

“Perfetto! Perché, sai, pensavo di andarci stasera!” l’avvisa l’altra, uscendo dal suo ufficio e terminando così quella loro breve riunione.

 

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Monica non ha fatto che rodersi il fegato per tutto il giorno, pensando a cosa sarebbe successo quella sera e alla fine ha deciso che non vuole affatto che quella cosa accada.

Per questo vuole impedirlo, con ogni mezzo.

 

Nemmeno lei credeva che un giorno sarebbe arrivata a tanto.

 

Poco dopo le nove di sera, a buio pesto, spegne la sua auto nel mezzo di una strada sperduta che nemmeno lei sa dire come abbia trovato, apre il cofano, aspetta che il motore si freddi e si prepara a mettersi all’opera.

 

Una volta compiuta la prima parte della sua missione, estrae il cellulare, componendo quel numero che ormai le è diventato più che familiare.

“Pronto, Monica?” risponde Michele dall’altra parte.

“Michele! Meno male che t’ho trovato. E’ successo un casino.. mi sa che sei l’unico che può aiutarmi.. “ esclama, parlando tutta concitata.

“Calmati, mi spieghi cos’è successo?”

“La macchina mi ha piantata in asso, sono nel mezzo di niente, non c’è una stazione di servizio, una pompa di benzina.. un’anima umana, è un deserto e non so che fare!” spiega lei, al limite dell’isterismo.

“Oh, poverina, mi dispiace, non è una bella situazione. E poi una bella donna non va mai lasciata da sola.. “ commenta lui, suadente nell’ultima parte, cosa che la fa rabbrividire.

“Io ti aiuterei anche, ma non posso lasciare il ristorante. Sai, ho aperto da poco, potrebbe arrivarmi un’ispezione dell’ufficio igiene da un momento all’altro.. “ spiega lui.

“Fatti sostituire, no?” gli propone lei.

“Eh, ma non so se… “

“Michele, ti prego! Ho provato a chiamare gli altri, ma sono tutti irraggiungibili, sei l’unico che mi può aiutare.. “ insiste lei.

Michele non può resistere a quel tono supplichevole.

“ E va bene.. ora con calma, cerca di farmi capire dove sei, vengo a prenderti.. “ risponde lui, facendola sorridere compiaciuta.

 

< Missione compiuta!>

 

 

Prima di soccorrerla però, Michele ha un problema: a chi rivolgersi?

Nonostante la profonda amicizia che li lega, a Paolo non affiderebbe nemmeno un uovo al tegamino, figuriamoci il ristorante intero!

E di tutto il suo personale non ce n’è uno che sia in grado di parlare e capire del tutto l’italiano.

 

Proprio quand’è sul punto di disperarsi, a Michele viene in mente un suo vecchio amico, che proprio qualche giorno prima gli ha fatto un’improvvisata , proponendogli differenti tipi di cioccolatini che poi gli ha rifiutato.

Fortunatamente però ha ancora il suo biglietto da visita.

Compone il suo numero e attende pazientemente che risponda.

“Pronto?”

“Ermanno? Sono Michele, ti ricordi?”

, come no, cumpa , che hai cambiato idea sui cioccolatini?”

“Forse. Tu in cambio me lo faresti un piccolo favore?

“Dimmi tutto!”  lo esorta l’altro.

“Dovresti sostituirmi al ristorante. Far finta di essere.. che so, il mio socio!” gli suggerisce.

“Tranquillo, cumpà, arrivo subito, con me stai in una botte di ferro!” gli assicura Ermanno, riattaccando.

“Lo spero!” si augura Michele, un po’ preoccupato.

 

 

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La sostituzione procede più tranquilla del previsto, almeno la prima mezz’oretta. I camerieri si occupano dei tavoli, gli aiuto cuochi sono abbastanza rapidi nell’esecuzione dei piatti, quindi a Ermanno non resta che un’attività di semplice supervisione.

 

Le cose si complicano quando entra una ragazza affascinante , dall’appariscente chioma rosso acceso.

“Cerco il titolare del ristorante. E’ per lavoro!“ esclama lei.

 

Per Ermanno il collegamento è immediato.

 

< Maronna ru Carmine! Chista è quella dell’ufficio igiene!> deduce, facendosi avanti.

 

“Buonasera, Signorì, Michele non c’è, ma lo sostituisco io in tutto, può rivolgersi a me!” l’avvisa lui.

 

Dal canto suo, Maya non fa che squadrarlo da capo a piedi, ammirando quel fisico sportivo quelle spalle forti e quegli occhi grandi di un colore magnetico, risaltati ancora di più dal sorriso suadente che le sta facendo.

 

< Beh, direi che non mi è andata affatto male comunque! > pensa soddisfatta, pregustandosi la serata.

 

********************************** (Contemporaneamente)

 

Seduta accanto a Michele, sulla sua macchina che traina la sua al momento inutilizzabile, Monica è contenta.

Non ha avuto da ridire, nemmeno quando, guardando il motore, ha inveito su tutto l’universo femminile e sulla loro incapacità di gestire le quattro ruote.

Più che altro, continua a ricacciare le candele del motore che ha nascosto nella sua borsa, che continuano  spuntare prepotentemente.

 

Tuttavia, il tragitto verso casa prosegue tra chiacchiere e risate, finché, un po’ a malincuore, per entrambi, Michele arriva sotto casa della donna.

“Ecco fatto, Principessa, il suo prode Cavaliere è riuscito a ricondurla al castello, sfidando le intemperie più inaudite!” scherza lui, scendendo per aprile la porta.

Monica scende dalla macchina, sorridendogli e baciandogli una guancia in segno di ringraziamento.

 

“Ah, Monica .. “ la chiama lui, mentre lei apre il portone.

“Sì?” si volta lei.

“La prossima volta, se devi proprio nascondere le candele del motore, almeno scegli una borsa più grande!” le consiglia, con un sorrisetto divertito, risalendo in macchina e lasciandola confusa, ma pur sempre felice.

 

TBC

 

Spero vi sia piaciuta anche questa parte. Alla prossima..quando arriverà.

 

   
 
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