Disclaimer: I personaggi di Merlin non mi appartengono, benché meno lo sceneggiato. Da questa storia non ci ricavo assolutamente nulla ù_ù
Crashing
Mirror
Merlin
entrò furtivamente nella stanza di Arthur, che stava
tranquillamente dormendo nel
suo caldo e comodo letto a baldacchino. Più volte, durante
lo svolgimento delle
faccende che gli aveva commissionato il principe, si era ritrovato a
pensare che –
mentre il ragazzo era fuori per gli allenamenti giornalieri –
non sarebbe stato
male provare l’ebbrezza di farsi un pisolino su quelle comode
coltri, molto più
invitanti del cumulo di paglia e stoffa che era il suo letto. Nulla di
paragonabile al terreno roccioso della sua casa ad Ealdor; a confronto
il letto
della stanza di Gaius era il giaciglio degno di un re, ma una volta
visto dove
dormivano effettivamente re e principi…
Merlin
scosse la testa come per riprendersi da quei futili pensieri: erano un
paio di
giorni che non dormiva decentemente per colpa dei lavori arretrati da
sbrigare
e Arthur sembrava impegnarsi al massimo per sporcare e sporcarsi il
triplo del
solito, costringendolo a lavorare fino a notte fonda perché
tutto fosse pronto
e pulito la mattina successiva. Certo, nel momento in cui Gaius si
addormentava
era la sua magia a lavorare, ma per mantenere gli incantesimi di
pulizia era
costretto comunque a rimanere sveglio… Non era del tutto
sicuro lasciare
oggetti inanimati sotto incantesimo incustoditi. L’immagine
di scope e tinozze
in rivolta gli attraversarono per un secondo la mente prima che
tornasse a
concentrarsi sul suo compito.
Arthur
gli aveva espressamente raccomandato di far accomodare Lady Catrina e
il suo
servitore nella stanza esattamente sotto la sua, in modo che in
qualunque
momento fossero entrambi pronti ad offrire i loro servigi alla dama.
L’erede al
trono di Camelot non era parso molto entusiasta della cosa, ragion per
cui
Merlin non poté
che
imputare ad Uther la scelta di quella sistemazione.
Il
mago scacciò – nuovamente – quegli
inutili pensieri e si mise alla ricerca
dell’unico oggetto che con discrezione gli avrebbe potuto
rivelare se
effettivamente Lady Catrina era quella che diceva di essere.
Sapeva
di averlo scorto da qualche parte durante tutte le ore che aveva
passato in
quella stanza con l’intento di rassettarla (intento che non
sempre coincideva
con la perfetta riuscita delle sue azioni), doveva solo riuscire a
distinguerne
la sagoma nell’oscurità. Avvistò
finalmente lo specchio che stava cercando al di sopra di grosso
mobile di legno scuro finemente intarsiato accanto al letto di Arthur.
Il
ragazzo si avvicinò silenziosamente al baldacchino sul quale
stava dormendo il
borioso principe di Camelot. Cercando di non far muovere neanche un
filo
d’aria, il ragazzo afferrò lo specchio e
lanciò un veloce sguardo ad Arthur che
pareva non aver udito nulla. Spostandosi verso la finestra Merlin
storse
lievemente il naso non capendo come diavolo facesse l’Asino a
non prendersi un
malanno dormendo in quelle condizioni. Per quanto il solstizio
d’estate fosse
già passato da una luna abbondante e la temperatura lo
permetteva, quello era
pur sempre un freddo castello mal riscaldato. Se Arthur si fosse
ammalato,
ovviamente poi sarebbe toccato a lui curarlo ed assisterlo nei giorni
di
malattia. Quando si feriva, sembrava abbastanza in grado di sopportare
il
dolore, almeno per prestar fede a quel codice cavalleresco che tanto
andava
sbandierando in giro, ma al minimo malessere (che il più
delle volte erano i
postumi di un qualche avvelenamento o ferita magica) a Merlin pareva di
dover
assistere ad un malato di vaiolo.
Cercando
di essere il più silenzioso possibile, Merlin
aprì cautamente la finestra che
però scattò, facendo muovere scompostamente nel
letto il giovane principe, vagamente
disturbato, emettendo un vago lamento incomprensibile. Il ragazzo
– giovane e
forte, puledro in tutto, sia nell’energia che per la cronica
incapacità di
stare fermo un secondo mentre dormiva – si rigirò
nel letto, assumendo una
ridicola posizione: faccia schiacciata contro il cuscino, bocca aperta,
braccio
sinistro penzolante giù dal materasso e quello destro
schiacciato dal suo
stesso peso. L’oscurità e i pantaloni neri che
indossava Arthur non gli
permettevano di distinguerne l’esatta posizione, ma anche le
gambe erano
rimaste probabilmente intrecciate da quel cambio improvviso di
posizione. Merlin
sapeva che era rischioso avvicinarsi sempre così tanto ad
Arthur ogni volta che
compiva un incantesimo, ma il più delle volte era costretto:
o per salvargli la
vita o, come in quel caso, per il semplice fatto che la sua camera era
nella
posizione giusta per i suoi scopi.
Costatando
che l’Asino era ancora immerso nel mondo dei sogni (anche se
non poté fare a
meno di pensare che, una volta accertatosi quanto doveva appurare,
avrebbe
fatto scivolare silenziosamente – magari con
l’aiuto della magia – una coperta
o un lenzuolo su Arthur) Merlin concentrò la sua attenzione
sullo specchio e
aprì la mano, in modo che la sua energia magica fluisse
meglio verso l’oggetto.
“Scéawere, folge min bebod”
sussurrò il
ragazzo vedendo le sue pupille – per un istante - mutare nel
color dell’oro.
Non si era mai accorto di questa particolarità della sua
magia. A Ealdor gli
specchi erano un lusso e anche Gaius non ne possedeva, erano
considerati un
vezzo femminile. L’uomo talvolta ne faceva uso quando doveva
fare qualche
ricerca scientifica a Merlin ancora incomprensibili, ma erano sempre
uno
strumento di lavoro e mai di vanità, come invece era per
Morgana… o Arthur, per
l’appunto.
Lo
specchiò levitò di qualche centimetro e, con la
mente, Merlin guidò l’oggetto
al di fuori della finestra, calandolo lentamente verso il basso, in
modo che
raggiungesse le finestre della stanza di Lady Catrina.
Con
la magia mosse l’oggetto in modo che gli permettesse di
vedere quello che stava
accadendo nella stanza. Il trovarsi improvvisamente davanti la figura
di
un’orrenda e grigia troll rugosa, con naso aquilino, una
bocca simile a quella
di un cinghiale e orrendi capelli bianco-grigiastri incrostati di
sporco gli
provocò ribrezzo. Ma a spaventarlo, più che
l’orripilante visione, fu la voce
di Arthur che lo colse all’improvviso.
“Merlin!”
Il
ragazzo si girò di scatto, annullando così la
magia che aveva fatto levitare lo
specchio fino a quel momento. Nell’istante in cui i suoi
occhi incontrarono
quelli Arthur, sentì l’oggetto cadere al suolo,
rompendosi così in mille pezzi.
Lanciò un veloce sguardo fuori dalla finestra ma non gli era
possibile vedere
nulla.
“Non
ho dubbi Merlin che tu abbia un’ottima spiegazione per
questo” disse il ragazzo
che, nonostante il sonno, pareva non aver perso la sua aria boriosa e
altezzosa.
“Sì…
No… Ehm…” balbetto il mago non avendo
idea di cosa dire.
“Allora
mi sbaglio” fece l’altro avvicinandosi alla
finestra e spostandolo con poca
grazia, in modo che potesse sporgersi dalla finestra e vedere
cos’era successo.
Merlin lo sentì sbuffare nel vedere lo specchio infranto ai
piedi del castello.
“Dimmi
che non stavi spiando Lady Catrina…” gli
intimò Arthur rotando gli occhi, certo
che Merlin non potesse negare l’evidenza. Come
al solito – si ritrovò a pensare lo
stregone – aveva finito col fare la
figura dell’idiota…
“Non
è come sembra!” si giustificò Merlin. Lui
non stava spiando l’ospite per le ragioni che stava
supponendo Arthur!
“Sì
Merlin! E’ proprio come sembra” gli rispose il
biondo girandosi e chiudendo la
finestra stizzito. Merlin si ritrovò a pensare che avrebbe
dovuto chiedere a
Gaius se aveva un unguento al dittamo che avrebbe potuto usare con
Arthur,
affinché le cicatrici delle ferite che si procurava non
fossero troppo
visibili. Lo aveva colpito particolarmente una lunga e spessa che
faceva mostra
di sé sulle scapole del principe. Per quanto onorevole,
magari Arthur avrebbe
preferito sbarazzarsene… Il mago scosse la testa, non era
quello il momento per
divagare!
“Hai
vissuto nella bambagia, non sei in grado di socializzare”
iniziò a dire Arthur
avvicinandosi lentamente a lui, che si ritrovò ad
indietreggiare per timore
delle reazioni dell’altro “e Catrina è
– devo ammettere – una donna attraente…
Io
capisco perfettamente” concluse lui spalancando lievemente
gli occhi e
spostando la testa di lato, com’era solito fare quando
sottolineava l’ovvio.
“Eh…”
balbettò Merlin.
“E
se ti scopro a farlo un’altra volta, ti darò in
pasto ai cani” fece Arthur
guardando il mago con un’espressione che Merlin non seppe
esattamente
identificare, a metà tra il divertita e
d’avvertimento.
“Sì,
chiarissimo… Me ne vado!” rispose il moro quasi
ridendo sotto lo sgardo scettico dell'altro.
“Ah
Merlin!” lo richiamò Arthur prima che il mago
uscisse dalle sue stanze “Vai a
pulire i frammenti dello specchio. Qualcuno potrebbe domandarsi come
mai, nel
cuore della notte, ne sia volato
uno
fuori dalle finestre…”
Merlin
annuì ed uscì dalla stanza correndo chiudendo il
pesante portone mentre si
appoggiava al muro respirando rumorosamente.
Lady
Catrina era un troll. Un orrido, viscido, flatulente troll.
Lo
specchio non mentiva, lui sapeva cosa aveva visto, ed era stato
più che
sufficiente. Se solo lo specchio non fosse…
Lo
specchio.
A
cosa si riferiva Arthur dicendogli ‘se
lo
fai un’altra volta ti darò in pasto ai
cani’…?!
Forse
in quel momento l’essenza troll di Lady Catrina non era il
suo unico problema.
Note
dell’autrice:
Ed
eccomi di nuovo qua. Non siamo arrivati né allo slash,
né alla confessione che
Merlin è un mago, ma essendo l’inizio me la prendo
con calma =)
Poi,
le slasher leggono tra le righe, quindi qualche piccolo imput
c’è X3
L’idea
della storia è nata dal fatto che mi sono chiesta come
diavolo avrebbe fatto
capire Arthur che Merlin stava spiando Lady Catrina. Ok, lo specchio
era rotto,
ma secondo lui come avrebbe potuto Merlin vedere la
‘dama’ in questione?
Facendolo fluttuare?! Per
l’appunto…
E’
molto rumore per nulla, me ne rendo conto XD
Volevo
ringraziare tantissimo elyxyz, GiulyB
(eh sì,
alla fine sono arrivata anche qui X3), Oryenh,
Aleinad,
lynch,
Egle,
Faust_Lee_Gahan
(a
quel mi sei mancata sono io che mi
sono commossa!), _ichigo_85
e mindyxx
per
l’amorevole e calorosa accoglienza e i loro bellissimi
commenti a Zauberspruch, la mia prima fan fiction su questo
fandom =)
Grazie
mille <3 Mi avete commossa <3
Fonti,
note e cenni
storici:
-
Il riferimento a scope e tinozze che si ribellano è made in Disney ^^
-
Il vaiolo si diffuse vastamente in Europa verso la fine del VI e
secondo le
leggende più o meno è quello il periodo in cui
visse Uther Pendragon. Alcuni
dicono anche V secolo, ma diciamo che nel complesso il vaiolo
è una malattia
sufficientemente medioevale.
-
L’incantesimo per far muovere lo specchio l’ho
trovato qui.
-
La cicatrice di Arthur me la sono inventata, ma volevo far divagare i
pensieri
i Merlin. Non so quali siano le prorietà del dittamo, ma
siccome lo dice Piton…