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Autore: LaTuM    02/08/2010    9 recensioni
“Non ho dubbi Merlin che tu abbia un’ottima spiegazione per questo”
“Sì… No… Ehm…”
“Allora mi sbaglio”
“Non è come sembra!”

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Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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Crashing Mirror

Disclaimer: I personaggi di Merlin non mi appartengono, benché meno lo sceneggiato. Da questa storia non ci ricavo assolutamente nulla ù_ù

Crashing Mirror

 

 

Merlin entrò furtivamente nella stanza di Arthur, che stava tranquillamente dormendo nel suo caldo e comodo letto a baldacchino. Più volte, durante lo svolgimento delle faccende che gli aveva commissionato il principe, si era ritrovato a pensare che – mentre il ragazzo era fuori per gli allenamenti giornalieri – non sarebbe stato male provare l’ebbrezza di farsi un pisolino su quelle comode coltri, molto più invitanti del cumulo di paglia e stoffa che era il suo letto. Nulla di paragonabile al terreno roccioso della sua casa ad Ealdor; a confronto il letto della stanza di Gaius era il giaciglio degno di un re, ma una volta visto dove dormivano effettivamente re e principi…

Merlin scosse la testa come per riprendersi da quei futili pensieri: erano un paio di giorni che non dormiva decentemente per colpa dei lavori arretrati da sbrigare e Arthur sembrava impegnarsi al massimo per sporcare e sporcarsi il triplo del solito, costringendolo a lavorare fino a notte fonda perché tutto fosse pronto e pulito la mattina successiva. Certo, nel momento in cui Gaius si addormentava era la sua magia a lavorare, ma per mantenere gli incantesimi di pulizia era costretto comunque a rimanere sveglio… Non era del tutto sicuro lasciare oggetti inanimati sotto incantesimo incustoditi. L’immagine di scope e tinozze in rivolta gli attraversarono per un secondo la mente prima che tornasse a concentrarsi sul suo compito.

Arthur gli aveva espressamente raccomandato di far accomodare Lady Catrina e il suo servitore nella stanza esattamente sotto la sua, in modo che in qualunque momento fossero entrambi pronti ad offrire i loro servigi alla dama. L’erede al trono di Camelot non era parso molto entusiasta della cosa, ragion per cui Merlin non poté che imputare ad Uther la scelta di quella sistemazione.

Il mago scacciò – nuovamente – quegli inutili pensieri e si mise alla ricerca dell’unico oggetto che con discrezione gli avrebbe potuto rivelare se effettivamente Lady Catrina era quella che diceva di essere.

Sapeva di averlo scorto da qualche parte durante tutte le ore che aveva passato in quella stanza con l’intento di rassettarla (intento che non sempre coincideva con la perfetta riuscita delle sue azioni), doveva solo riuscire a distinguerne la sagoma nell’oscurità. Avvistò finalmente lo specchio che stava cercando al di sopra di grosso mobile di legno scuro finemente intarsiato accanto al letto di Arthur. Il ragazzo si avvicinò silenziosamente al baldacchino sul quale stava dormendo il borioso principe di Camelot. Cercando di non far muovere neanche un filo d’aria, il ragazzo afferrò lo specchio e lanciò un veloce sguardo ad Arthur che pareva non aver udito nulla. Spostandosi verso la finestra Merlin storse lievemente il naso non capendo come diavolo facesse l’Asino a non prendersi un malanno dormendo in quelle condizioni. Per quanto il solstizio d’estate fosse già passato da una luna abbondante e la temperatura lo permetteva, quello era pur sempre un freddo castello mal riscaldato. Se Arthur si fosse ammalato, ovviamente poi sarebbe toccato a lui curarlo ed assisterlo nei giorni di malattia. Quando si feriva, sembrava abbastanza in grado di sopportare il dolore, almeno per prestar fede a quel codice cavalleresco che tanto andava sbandierando in giro, ma al minimo malessere (che il più delle volte erano i postumi di un qualche avvelenamento o ferita magica) a Merlin pareva di dover assistere ad un malato di vaiolo.

Cercando di essere il più silenzioso possibile, Merlin aprì cautamente la finestra che però scattò, facendo muovere scompostamente nel letto il giovane principe, vagamente disturbato, emettendo un vago lamento incomprensibile. Il ragazzo – giovane e forte, puledro in tutto, sia nell’energia che per la cronica incapacità di stare fermo un secondo mentre dormiva – si rigirò nel letto, assumendo una ridicola posizione: faccia schiacciata contro il cuscino, bocca aperta, braccio sinistro penzolante giù dal materasso e quello destro schiacciato dal suo stesso peso. L’oscurità e i pantaloni neri che indossava Arthur non gli permettevano di distinguerne l’esatta posizione, ma anche le gambe erano rimaste probabilmente intrecciate da quel cambio improvviso di posizione. Merlin sapeva che era rischioso avvicinarsi sempre così tanto ad Arthur ogni volta che compiva un incantesimo, ma il più delle volte era costretto: o per salvargli la vita o, come in quel caso, per il semplice fatto che la sua camera era nella posizione giusta per i suoi scopi.

Costatando che l’Asino era ancora immerso nel mondo dei sogni (anche se non poté fare a meno di pensare che, una volta accertatosi quanto doveva appurare, avrebbe fatto scivolare silenziosamente – magari con l’aiuto della magia – una coperta o un lenzuolo su Arthur) Merlin concentrò la sua attenzione sullo specchio e aprì la mano, in modo che la sua energia magica fluisse meglio verso l’oggetto.

Scéawere, folge min bebod” sussurrò il ragazzo vedendo le sue pupille – per un istante - mutare nel color dell’oro. Non si era mai accorto di questa particolarità della sua magia. A Ealdor gli specchi erano un lusso e anche Gaius non ne possedeva, erano considerati un vezzo femminile. L’uomo talvolta ne faceva uso quando doveva fare qualche ricerca scientifica a Merlin ancora incomprensibili, ma erano sempre uno strumento di lavoro e mai di vanità, come invece era per Morgana… o Arthur, per l’appunto.

Lo specchiò levitò di qualche centimetro e, con la mente, Merlin guidò l’oggetto al di fuori della finestra, calandolo lentamente verso il basso, in modo che raggiungesse le finestre della stanza di Lady Catrina.

Con la magia mosse l’oggetto in modo che gli permettesse di vedere quello che stava accadendo nella stanza. Il trovarsi improvvisamente davanti la figura di un’orrenda e grigia troll rugosa, con naso aquilino, una bocca simile a quella di un cinghiale e orrendi capelli bianco-grigiastri incrostati di sporco gli provocò ribrezzo. Ma a spaventarlo, più che l’orripilante visione, fu la voce di Arthur che lo colse all’improvviso.

“Merlin!”

Il ragazzo si girò di scatto, annullando così la magia che aveva fatto levitare lo specchio fino a quel momento. Nell’istante in cui i suoi occhi incontrarono quelli Arthur, sentì l’oggetto cadere al suolo, rompendosi così in mille pezzi. Lanciò un veloce sguardo fuori dalla finestra ma non gli era possibile vedere nulla.

“Non ho dubbi Merlin che tu abbia un’ottima spiegazione per questo” disse il ragazzo che, nonostante il sonno, pareva non aver perso la sua aria boriosa e altezzosa.

“Sì… No… Ehm…” balbetto il mago non avendo idea di cosa dire.

“Allora mi sbaglio” fece l’altro avvicinandosi alla finestra e spostandolo con poca grazia, in modo che potesse sporgersi dalla finestra e vedere cos’era successo. Merlin lo sentì sbuffare nel vedere lo specchio infranto ai piedi del castello.

“Dimmi che non stavi spiando Lady Catrina…” gli intimò Arthur rotando gli occhi, certo che Merlin non potesse negare l’evidenza. Come al solito – si ritrovò a pensare lo stregone – aveva finito col fare la figura dell’idiota

“Non è come sembra!” si giustificò Merlin. Lui non stava spiando l’ospite per le ragioni che stava supponendo Arthur!

“Sì Merlin! E’ proprio come sembra” gli rispose il biondo girandosi e chiudendo la finestra stizzito. Merlin si ritrovò a pensare che avrebbe dovuto chiedere a Gaius se aveva un unguento al dittamo che avrebbe potuto usare con Arthur, affinché le cicatrici delle ferite che si procurava non fossero troppo visibili. Lo aveva colpito particolarmente una lunga e spessa che faceva mostra di sé sulle scapole del principe. Per quanto onorevole, magari Arthur avrebbe preferito sbarazzarsene… Il mago scosse la testa, non era quello il momento per divagare!

“Hai vissuto nella bambagia, non sei in grado di socializzare” iniziò a dire Arthur avvicinandosi lentamente a lui, che si ritrovò ad indietreggiare per timore delle reazioni dell’altro “e Catrina è – devo ammettere – una donna attraente… Io capisco perfettamente” concluse lui spalancando lievemente gli occhi e spostando la testa di lato, com’era solito fare quando sottolineava l’ovvio.

“Eh…” balbettò Merlin.

“E se ti scopro a farlo un’altra volta, ti darò in pasto ai cani” fece Arthur guardando il mago con un’espressione che Merlin non seppe esattamente identificare, a metà tra il divertita e d’avvertimento.

“Sì, chiarissimo… Me ne vado!” rispose il moro quasi ridendo sotto lo sgardo scettico dell'altro.

“Ah Merlin!” lo richiamò Arthur prima che il mago uscisse dalle sue stanze “Vai a pulire i frammenti dello specchio. Qualcuno potrebbe domandarsi come mai, nel cuore della notte, ne sia volato uno fuori dalle finestre…”

Merlin annuì ed uscì dalla stanza correndo chiudendo il pesante portone mentre si appoggiava al muro respirando rumorosamente.

Lady Catrina era un troll. Un orrido, viscido, flatulente troll.

Lo specchio non mentiva, lui sapeva cosa aveva visto, ed era stato più che sufficiente. Se solo lo specchio non fosse…

 

Lo specchio.

 

A cosa si riferiva Arthur dicendogli ‘se lo fai un’altra volta ti darò in pasto ai cani’…?!

 

Forse in quel momento l’essenza troll di Lady Catrina non era il suo unico problema.

 

Note dell’autrice:

Ed eccomi di nuovo qua. Non siamo arrivati né allo slash, né alla confessione che Merlin è un mago, ma essendo l’inizio me la prendo con calma =)

Poi, le slasher leggono tra le righe, quindi qualche piccolo imput c’è X3

L’idea della storia è nata dal fatto che mi sono chiesta come diavolo avrebbe fatto capire Arthur che Merlin stava spiando Lady Catrina. Ok, lo specchio era rotto, ma secondo lui come avrebbe potuto Merlin vedere la ‘dama’ in questione? Facendolo fluttuare?! Per l’appunto…

E’ molto rumore per nulla, me ne rendo conto XD

 

Volevo ringraziare tantissimo elyxyz, GiulyB (eh sì, alla fine sono arrivata anche qui X3), Oryenh, Aleinad, lynch, Egle, Faust_Lee_Gahan (a quel mi sei mancata sono io che mi sono commossa!), _ichigo_85 e mindyxx per l’amorevole e calorosa accoglienza e i loro bellissimi commenti a Zauberspruch, la mia prima fan fiction su questo fandom =)

Grazie mille <3 Mi avete commossa <3

 

Fonti, note e cenni storici:

- Il riferimento a scope e tinozze che si ribellano è made in Disney ^^
- Il vaiolo si diffuse vastamente in Europa verso la fine del VI e secondo le leggende più o meno è quello il periodo in cui visse Uther Pendragon. Alcuni dicono anche V secolo, ma diciamo che nel complesso il vaiolo è una malattia sufficientemente medioevale.
- L’incantesimo per far muovere lo specchio l’ho trovato qui.
- La cicatrice di Arthur me la sono inventata, ma volevo far divagare i pensieri i Merlin. Non so quali siano le prorietà del dittamo, ma siccome lo dice Piton…

   
 
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