La rabbia di un padre
Quanto è difficile lasciarsi il passato alle spalle?
Il sole stava per completare il suo cammino e i suoi
raggi stavano diventando man mano più scarlatti. All’aeroporto c’era un grande
movimento di valigie e ragazze, Asami era alla biglietteria a fere il check-in
di ogni bambina. Fortuna voleva che fossero ancora piccole e le fece essere
alunne del Conservatorio di Rouen, fece a tempo di record delle carte
d’identità e dei passaporti, aiutata anche dal Prof. Kappa e da Emily, e riuscì
a prenotare un’auto e diversi taxi per il trasporto delle piccole dall’albergo
all’aeroporto.
Era tutto pronto per la partenza, anche se la preoccupava lasciare le sue
quattro “figlie” da sole, ora che l’allarme François era più rosso che mai.
Prese i biglietti e i vari passaporti e raggiunse le altre davanti al
portellone d’ingresso del proprio volo, che parlavano fra loro e con le quattro
francesi, sorrise di quella scenetta tanto dolce: le piccole si erano subito
affezionate alle ragazze, soprattutto Geneviève che non si staccava mai da
Layla e le stava sempre attaccata alle gambe, Hedwige era stata tanta cara a prestare
alle piccole i suoi vestitini, anche se andavano un po’ lenti.
Asami:Bene ragazze, noi dobbiamo proprio andare. Prff… Layla,
non ti puoi vedere con quei vestiti! Ahahah!
La castana osservava la donna sottecchi, non era certo
colpa sua se aveva lasciato tutta la sua roba da suo padre: aveva addosso un
top nero di Cleo che le copriva a mala pena la pancia e che le andava largo sul
petto, dei pantaloncini neri di Eva che non erano dei pantaloncini poiché le
ricadevano lunghi, ai piedi aveva le infradito di Hilary e i capelli raccolti a
crocchia e tenuti a bada da alcune forcine rosa pallido di Hedwige.
Layla:Grazie per avermelo ricordato!
Cleo:Io dico che quel top ti sta un amore.
Asami:Comunque sia, queste sono le chiavi della
macchina Eva e questa la mia carta di credito, Lay. Usate la macchina per
andare in centro e comprare dei vestiti. Questo è rivolto solo a Layla e
Hedwige, Cleo. Chiaro?
Cleo:Antipatica di una donna!
Asami:Ora bambine, si parte! Salutate le ragazze.
Le piccole si avvicinarono alle francesi e le
abbracciarono, ringraziandole. Geneviève salutò per ultima Layla con un
fortissimo abbraccio e dando via alle lacrime.
Layla:Ehi, mi raccomando fa del tuo meglio e salutami
JD.
Geneviève:Ci rivedremo, vero?
La castana esitò un attimo per poi annuire
sommessamente. Cleo la guardò male e sospirò, alzando gli occhi in cielo.
Quando uscirono dall’aeroporto, le quattro raggiunsero l’utilitaria giallo
canarino che Asami aveva prenotato per il resto del soggiorno africano. Le
ragazze guardarono la vettura schifate.
Cleo:Giallo canarino?
Eva:Io non voglio guidare questo schifo!
Layla:Guido io! Anche perché tu sei lenta come
un’ottantenne!
Cleo:Non ci pensare proprio, non voglio finire in
carcere per colpa tua.
Hedwige:Ragazze, andiamo a comprare i vestiti? Io non
ho il cambio per domani!
Le tre sospirarono ed entrarono nell’auto, Eva al posto
di guida con accanto Cleo, e Layla e la piccolina rossa dietro. La corvina
accese il motore e partì alla volta della zona commerciale, il viaggio si
prospettava lunghissimo e da delirio. Cleo aveva preso possesso dello stereo di
cui era dotata la macchina per “inebriare” le orecchie delle sue compagnie con
della “sana” musica house, Layla stava perdendo la pazienza dopo aver perso la
testa a causa d’emicrania. Si alzò dal sedile posteriore e cambiò la stazione
radio, mettendone un’altra molto più orecchiabile. Decisamente più orecchiabile. I have a big gun Cleo:Ehi, brutta castana! Layla:Io non voglio
rovinarmi le orecchie al suono di “Tunz Tunz Tunz”, chiaro? Cleo:Ma questo è inquinamento acustico! E’ poi è
assatanata questa che canta! Eva:Inquinamento acustico? Ma dico, stai fuori? Questa è musica! Hedwige:Musica per le sataniche come te! Eva:Che cosa?? Layla:Basta! Siamo arrivate per fortuna! Eva parcheggiò l’auto in un parcheggio vicino a un
negozio e con le altre cominciò a camminare per il corso commerciale. C’erano
odori e colori forti mai sentiti in Francia e questo eccitò molto le ragazze,
esclusa Layla che si stava già pentendo di essersi lamentata dei vestiti delle
compagne e di essere finita in quel macello. Passarono a rassegna diversi
negozi, tra cui un’edicola, uscendone cariche di vestiti e buste varie.
Decisero di fare una sosta a un bar per riprendersi dalla fatica dello
shopping, il piccolo bar era poco distante dall’ultimo negozio di scarpe
passato per le mani di Cleo ed Eva: esso era rosso, sia all’interno sia
all’esterno, ed era illuminato da luci anch’esse rossastre e vi erano tavoli e
sedie alternati nei colori rosso e nero, ed il pavimento era in marmo nero
screziato di rosso, le mura erano grigio pietra. Le ragazze decisero di sedersi
all’esterno. Cleo:Ci voleva proprio! Layla:Già, non ne posso più! Eva:Qui fa un caldo… Dio, ma come fanno a resistere? Hedwige:Voglio subito una coca cola! ?:Posso ragazze? Un cameriere di bell’aspetto, capelli spettinati e
occhi scuri, pelle abbronzata oltre ogni limite e denti più bianchi del latte, si
era avvicinato al tavolo delle ragazze per prendere le ordinazioni. Sembrava
molto interessato a Cleo da come le lanciava dei lunghi sguardi. Eva:Io voglio un Campari rosso con il ghiaccio, grazie. Layla:Un succo alla mela verde e una coca cola per la
piccola. Cleo? Cleo:Un Martini rosato, grazie. Cameriere:Di niente, belle. Layla sussurrando:Forse voleva dire “bella”! Cleo:Ti ho sentita! Non m’importa di quel ragazzo, io
ho Yuri! Eva:Eccola che parte con i vaneggiamenti su Ivanov.
“Oggi è stato proprio dolce con me!” “Sai abbiamo appena festeggiato il secondo
mesiversario!”… Bla bla bla… Ti prego, risparmiaci! Cleo:Sei solo gelosa che il tuo Rick è un bestione
senza cervello! Hedwige:Beh, Cleo devi ammettere che a volte sei una
tassa quando si tratta di Yuyu… Eva:Ha ragione! Oltre a trucchi, vestiti, capelli,
moda, creme, bellezza e Yuri, c’è qualcos’altro che entra nel tuo cervello? Cleo:Antipatiche e gelose! Come ho letto su questa
rivista appena comprata, che ha un servizio sull’iridi degli occhi, “Le persone con gli
occhi αzzurri indicαno soggetti che vivono intensαmente, impegnαndosi α fondo
in ogni iniziαtivα. Hαnno un eccellente spirito orgαnizzαtivo e si
rendono molto disponibili con gli αltri.” Layla:Cleo, credi davvero a
quelle stronzate? Servono solo per ridurti in pappa il cervello! Eva:Che dice degli occhi
castani? Cleo: “Sono persone
intelligenti, molto disordinate e festaiole. Ottimi osservatori, sono costanti nello sforzo, sono dotati di un grande senso di libertà.” Layla:Intelligenti? Ahahah!
Eva:Ehi! Io sono
intelligente, ogni artista lo è! Hedwige:Festaiole e
costanti nello sfarzo! Sei tu! Ahahah! Cleo:Ti conviene sentire i
tuoi occhi, piccola Hed. “Sono persone che difficilmente si lasciano
condizionare dalle apparenze, dalle argomentazioni o dalle chiacchiere altrui.
Inoltre, come le persone con gli occhi azzurri vivono intensamente,
impegnandosi a fondo in ogni iniziativa.” Layla:Oh andiamo! Davvero
credete a quelle pantanate? Siete delle credulone! Cleo: “Le persone con gli
occhi verdi sono di solito soggetti nervosi e irαscibili mα dotαti di unα grαnde sensuαlità. Sono persone
molto sentimentαli mα cαrαtterizzαte dα un forte senso di libertà.” Layla:Ecco la puttanata del
secolo! Cleo:In effetti è vero, lei
non ha niente di sensuale, forse solo gli occhi ma nemmeno quelli visto che non
li puoi guardare per quanto sono spiritati! Layla:Ehi! Eva:E poi sentimentale?
Lei? Però sul fatto che è nervosa ed irascibile ci ha preso a mille! Hedwige:Pure sulla libertà! Cleo:Dovremo chiedere a Kai
se sei sensuale o no? Eva:Tentar non nuoce, anche
se ci ammazzerà! Layla:E farebbe bene! Cleo:Ma il mio Yuri mi
vendicherà! Dovete sapere che… Tutte:CLEO! In quel momento arrivò il
cameriere con l’ordinazione e si rivolse alla bionda. Cameriere:Tieni. La ragazza prese in mano il
bigliettino che le aveva dato il ragazzo e se lo rigirò tra le mani mentre il
ragazzo si allontanava. Lo porse a Layla, che lo aprì lentamente e sbuffò,
sorridendo. Cleo:Cos’è? Layla:Il suo numero. Cleo:Che seccatura! Eva:Beh, abbiamo altre
seccature, tipo quei quattro tizi dell’altro tavolo. Le ragazze guardarono con
la coda degli occhi il tavolo che era affianco al loro e notarono dei ragazzi
dalla carnagione chiara intenti a fissarle intensamente. A Layla cominciava a
pulsare una vena sulla fronte. Layla:Ma che rottura!
Comunque sia, abbiamo cose più importanti di cui parlare. Eva:Tipo? Layla:Dopo la fine del
campionato, che intenzioni avete? Cleo:Io ne ho parlato con
Yuri. Yuriiii? Devo parlarti! Cleo entrò come una furia nella stanza del
russo, che in quel momento si stava cambiando ed era a petto nudo. Layla:E…? Cleo:Vado con lui in Russia.
Non voglio lasciarlo! Un suono di cristallo si
sentì nel cuore di Layla. Sperava di aver sentito male, sperava di essere
diventata improvvisamente sorda come una campana e di non aver sentito
veramente quelle parole così aspre per lei. Eva:Lì fa freddo e la tua
pelle si screpolerà, lo sai? Cleo:Non m’importa, ci sono
le creme idratanti. Io voglio stare con lui! Layla:Tu… Eva? Che cosa
vuoi fare? Eva:Beh, vorrei stare con
Rick, forse anch’io lo seguirò. Altre parole ed altro
dolore al cuore. Hedwige:Io non sono ancora
sicura ma stare con Daichi mi piace e anche con gli altri giapponesi, sono
simpatici. Layla:Ma non pensate a
quello che lasciate? Eva:Io in Francia lascio
solo il Conservatorio, non ho nessuno lì e l’America mi piace. E poi voglio lasciarmi
alle spalle l’orrore che ho subito. Hedwige:Io non lascio
nessuno, quindi… Layla:E tu Cleo? Hai tua
madre. Cleo:Andrò a trovarla due
volte l’anno, ho già parlato con Yuri e mi accompagnerà lui. Layla:Ma ogni anno ci
andavamo insieme e poi… Cleo:Layla, che cosa c’è? La bionda osservava la sua
amica con uno sguardo più che eloquente; sapeva che Layla era in difficoltà ed
in contrasto con sé stessa, era più che sicura che non voleva lasciare quel
paese, non voleva lasciare la sua casa e la sua famiglia. E’ questo era un
male. Layla:Niente, niente… Io… Hedwige:Va tutto bene? Stai
tremando. Layla:Io… Io… Io non so… Eva:Tu, cosa? Lay, parla
cazzo! Layla:Io non so se riuscirò
a lasciare la mia famiglia per seguire Kai! Ecco, l’ho detto! Cleo:Lay, la tua famiglia è
il passato mentre Kai è il tuo futuro, non puoi… Layla:Non posso, che cosa?
Vivere una vita senza la mia famiglia? Vivere come se niente fosse successo? Io
non posso, non… Non ce la faccio! Eva:Kai ti ama, perché non
lo capisci? Layla:Anch’io lo amo! Hedwige:Non sembra da come
di comporti… Layla:Che cosa intendi
dire? Che io non riesco ad amare? Hedwige:Non ho detto
questo. E’ solo che… Cleo:Intendeva dire che a
volte sei algida e che non dimostri il tuo affetto nei migliori dei modi. Eva:Ma lei è sempre stata
così, da quando ne abbiamo memoria tutte, per colpa di quello che ha passato.
Forse è proprio per questo che Kai si è innamorato. Il russo dagli occhi
d’ametista è cotto a puntino ed è partito per l’Isola dell’Amore! Layla:Perché devi farci una
barzelletta? Dicono che lo scorrere del tempo permette di assimilare il
passato, che guarisce le ferite del cuore. Però esistono ferite che non
guariscono mai ed io ne ho il cuore colmo! Cleo:Basta! Basta! Mi sono
stufata di parlare di questo! Che faccia quello che vuole. Eva, paga! La corvina pagò le bibite
ed uscì insieme alle amiche dal bar per proseguire il loro giro di shopping.
Cleo sembrava un’invasata mentre saltava da una vetrina e l’altra seguita a
ruota da Hedwige, che cercava disperatamente un paio di ballerine rosa; Eva le
seguiva con più calma ed osservava minuziosamente ogni vetrina. Eva:Che diavolo è successo? Cleo:Yuri e gli altri
passano il turno, insieme ai giapponesi ed i Justice4 mentre i cinesi e gli americani
devono fare uno spareggio. Me lo ha detto il mio amore! Eva:Che seccatura! Povero
Rick. Hedwige:Che bello! Cleo:Lay, ti mandano i
saluti Kai e Boris! Layla:Digli “vaffanculo”! Il buio riempiva
completamente una stanza d’albergo. Un solo spiraglio entrava dalla finestra coperta da una spessa tenda e
colpiva degli occhi verde smeraldo, freddi e fissi su un punto indefinito.
n.d.a. E torno anche con questa fic. Scusate la
lu(uuuuuuuu)nga assenza (non so se sia per opera vostra ma da me sta grandinando con chicchi grandi quante biglie di vetro, non so se...), ma cause di forza maggiore mi hanno ostacolato
nella scrittura e nella pubblicazione di questo cap. che a me non
convince tanto, manca di qualcosa.... Ne sono più che certa! U.U
Beh, spero che Layla non risulti troppo paranoica e François
troppo apprensivo.... In caso contrario, dettagli! XD Mell - Red Fraction (opening Black Lagoon, manga sublime! *-*) Ringrazio caldamente chi continua a leggere e seguire questa fic e chi ha recensito lo scorso capitolo, ovvero _Giuly_ (bellissomo il nuovo nick ^^), Pinca (appena avrò un attimo di tempo e pazienza, sistemerò la foto di Nicholas! ^^') e LondonRiver16 (tranquilla, non importa se salti qualche cap., ti ringrazio! ^^). Un grazie ed un bacione dalla Lu! =*
I took it from my Lord
Sick with Justice
I just wanna feel you
I'm your angel
Only a ring away
You make me violate you
No matter who you are
You made a mess
For Christ sake
this rotten world
Shit out of luck
Go with my vision
Light up the fire
Right on the power
Weapon...
I have it all
Get down on your knees
Get a good head on your shoulders
If it's for your guys
Go to the end of the earth
Do what you think
Give it with dedication
I'll put out your misery
Cleo, ti pare il modo di entrare? Il
rosso si volse verso la bionda e gli sorrise sghembo, la ragazza roteò gli
occhi e gli diede le spalle.
Copriti, non posso parlare seriamente se sei mezzo nudo! Esordì la ragazza sorridente, Yuri la raggiunse e le cinse la vita con
le sue braccia toniche, stringendola verso il suo petto. Yuri, vestiti! Ordinò la bionda staccandosi da lui.
Sbuffando, Yuri si mise una T-shirt e seguì la ragazza, sedendosi anch’esso sul
letto accanto a lei. Cleo lo guardava dritto negli occhi e questo gli mise un
senso di disagio e preoccupazione. Che fine aveva fatto la ragazza esuberante
di cui era pazzo?
C’è qualcosa che non va? Quella pazza di Layla se ne è di nuovo andata? Chiese a brucia pelo il rosso.
No, no, anzi! Ti devo parlare e non so se sarà una buona conversazione.
Ti ascolto. Rispose il ragazzo stringendo
le mani della ragazza, che prese fiato.
Io… Io ti amo, questo si è capito, credo. Eh eh… Era in difficoltà, e Yuri l’aveva capito. Naturalmente non è tanto
importante se tu mi ami o meno, cioè mi è importante però a me interessa stare
bene insieme a te e spero che anche tu lo sia, l’amore può anche venire dopo,
siamo giovani, non abbiamo nemmeno vent’anni! rise isterica e questo non piacque al rosso.
Dove vuoi arrivare, Cleo?
Ebbene, io vorrei continuare a vederti, vorrei stare con te, toccarti,
baciarti… Anche solo sentire il tuo respiro oppure il battito del tuo cuore ma
questo è impossibile se viviamo in due stati diversi.
Yuri annuì affermativamente. Non c’aveva ancora pensato al suo possibile futuro
con lei oppure senza di lei. Stavano bene insieme, con lei era riuscito a
trovare un equilibrio a quell’orribile vita che aveva vissuto finora, era
riuscita a fargli aprire nuovamente il cuore alla vita ed all’amore. E per
questo la ringraziava, forse anche lui era riuscito ad amare, finalmente.
Resta con me, Cleo! le disse senza
pensarci, Yuri.
Davvero? Cioè, non ti stuferai delle mie crisi da isterica, dei miei
capricci, delle mie fisse passeggere… Non ti stuferai di me? chiese la bionda a fil di voce.
Perché mai mi dovrei stufare della persona che mi ha fatto rivivere una
vita mia?
Più dietro seguiva Layla, immersa in chissà quali pensieri contorti e
malinconici, ma un urlo di Cleo la destò. Si avvicinò con fretta alla bionda
che stringeva nelle mani in una morsa ferrea il cellulare viola brillante e ne
fissava lo schermo con gli occhi sbarrati.
Era furioso, arrabbiato, deluso. Gli sembrava d’impazzire!
Era una bugiarda, una traditrice. Aveva finto di provare un poco d’amore verso
il suo vero padre, ma forse, inconsciamente, sapeva che non poteva mai provare
un affetto del genere verso di lui.
Senza rendersene conto, aveva rinchiuso sua figlia nella torre più alta del suo
stesso castello, rendendola una fredda e crudele assassina. La voleva per sé,
voleva che fosse solo sua e di nessun altro, che fosse il suo unico punto di
appoggio per lei ma, evidentemente, non era riuscito a darle questa sicurezza,
non era riuscito ad amarla davvero.
Ma non aveva potuto farne a meno.
Quando aveva visto quella piccola bambina pallida come la luce lunare, sola e
triste su quel masso in quella fredda notte gli pareva di aver visto la
perfezione fatta a persona, la sua copia più perfetta ed aveva già immaginato
la sua opera completata. Lui, però, sapeva anche che quella creatura
all’apparenza così perfetta era incatenata al suo passato così doloroso e
solitario, incapace di amare veramente il suo prossimo con tutta sé stessa.
Sapeva anche, che prima o poi lei sarebbe di nuovo sfuggita da tutti quei
sentimenti per non perdere di nuovo le persone che amava, per non soffrire
nuovamente. Era solo questione di tempo.
Eppure, lo scorrere del tempo non gli era mai parso così lento. Prese un libro
e lo scaraventò a terra, gettando un urlo straziato carico di emozioni
contrastanti. Gioia e dolore, felicità e tristezza, amore ed odio.
Ora consigli musicali per le vostre sublimi orecchie. avviso che io non
sono un tipo alla "Tunz Tunz Tunz!", odio quel genere fino alle
viscere...