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Autore: LaCla    03/08/2010    2 recensioni
chiarezza sul passato oscuro di Alice, nuovi personaggi e dei caratteri diversi. una bella più combattiva, più diretta, che vivrà le storie passate dei componenti di casa Cullen, in particolare la storia di alice lascerà tutti di stucco per il modo in cui verrà rivelata!
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Altro personaggio, Angela | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Buon giorno!!! vi sono mancata? no vero xD
cmq x chi non mi conosce sono Claudia e..
vi auguro buona lettura e dico grazie a Cory90 x il betaggio ^^




Sono passati mesi ormai da quando sono stata trasformata. Al mio risveglio vidi immediatamente Edward e sorridere fu l’unica cosa che riuscii a fare.

Con i miei nuovi occhi lo vedevo ancora meglio! Potevo rendermi conto di non averlo mai visto davvero, ora non era più solo il mio angelo delle tenebre, ora che le tenebre erano state sconfitte sarebbe stato soltanto il mio angelo, il mio bellissimo angelo...
Mi persi a contemplare il suo viso perfetto, gli zigomi alti, i lineamenti marcati, la fronte spezzata a metà da una ciocca di capelli bronzei dai mille riflessi. La bocca, così perfetta, così invitante da farmi scordare per un secondo che la parte più bella non l’avevo ancora guadata: gli occhi… quei pozzi d’oro fuso, quelle fiaccole luminose che mi avevano guidato nei momenti più bui della mia vita, ora mi stavano guardando.
I suoi occhi curiosi, con le sopracciglia aggrottate per la perplessità, mi rapirono di nuovo e ricaddi in quegli abissi dorati.
Quando capii che lo stavo ancora fissando mi scossi dal mio stato contemplativo e distolsi lo sguardo dal suo viso, che in poco tempo, o almeno così mi era sembrato, era passato dal preoccupato, al perplesso ed infine al divertito.
Mi misi seduta a gambe incrociate sul letto e solo allora notai il mio abbigliamento!
I ricordi della mia vita umana erano pochi e sfocati, ma ero certa di non essermi addormentata vestita così!!!
Indossavo un vestitino corto, sulle tonalità del grigio con un taglio impero e  un nastro di raso nero legato subito sotto la fascia drappeggiata del seno; per finire del pizzo nero andava a decorare l’orlo della gonna.
Fin qui tutto bene; l’abitino era molto raffinato ed elegante, ma non fu soltanto la raffinatezza a farmi puntare il dito contro Alice!
Indossavo un paio di scarpe tacco dieci di raso nero, con un fiocco sulla punta.
E quindi adesso, qualcuno mi spiegherebbe cosa potevo farci con quelle trappole addosso mentre ero sdraiata immobile su un lettino?
Spostai il mio sguardo dalle scarpe alla pelle pallida, perlacea… per poi  rivolgerlo nuovamente, stavolta verso l’ambiente che mi circondava.
Vidi i granelli di polvere danzare nei fasci di luce e, mentre stavo per perdermi in quella danza, sentii una voce estranea provenire dall’esterno.
Era una voce profonda, di un uomo di mezza età.
“Siamo qui riuniti oggi per ricordare Isabella Swan…”
Ricordare me?
Ah già…
Tutti i ricordi mi riaffiorarono alla mente, il mio tentato suicidio, la mia decisione, la trasformazione, la fuga dall’obitorio…
Quello quindi era il mio funerale?
Era strano l’effetto che faceva assistere al proprio funerale… Non era cosa da tutti i giorni.
A mano a mano che prendevo coscienza della mia situazione i ricordi tornavano, come bambini richiamati dalla madre.
Mi voltai nuovamente verso Edward che, calmo, mi osservava dalla poltroncina bianca accanto al lettino.
«Finalmente ti sei svegliata, iniziavo a preoccuparmi sai?».
E dopo quelle parole mi regalò il suo sorriso migliore, quello che avevo visto solo poche volte, quello che significava che era davvero felice in quel momento.
L’amore che provavo per lui mi travolse e quasi senza rendermene conto gli volai in braccio stringendolo a me con forza, sicura di essere troppo debole per fargli del male, ma a quanto pare mi sbagliavo!
«B-Bella, mi stritoli così, sei la più forte ora sai?».
Mollai istantaneamente la presa e sorrisi imbarazzata.
«Scusami..».
Disse una voce melodiosa e affascinante come quella di Alice o Rosalie. Che strano, l’avevo pensata io quella parola e nella stanza non c’era nessuno tranne.. me?
Quella era la mia nuova voce?
Wow..
Provai subito i miei nuovi sensi, immobile e con gli occhi chiusi mi misi in ascolto e il pulsare di una cinquantina di cuori mi raggiunse. Li sentivo battere, li distinguevo uno per uno.
Sentivo i respiri, le parole del sacerdote e i singhiozzi di persone che non ricordavo bene.
Inspirai forte dal naso e una valanga di odori mi colpì.
C’erano tantissimi fiori, c’era odore di acqua salata, di pini e di umidità in lontananza.
Avvicinandomi invece sentivo profumo di pulito e una strana fragranza di lillà, miele e sole.
Aprii gli occhi e mi voltai verso il luogo dal quale proveniva quel profumo meraviglioso e mi sentii stupida per non aver pensato subito ad Edward!
Camminai lentamente nella stanza e poi iniziai a scattare con movimenti che da umana mi sarebbero apparsi ridicoli e insensati, date le mie scarse capacità di coordinazione.
Ma ora il mio corpo rispondeva rapido e preciso ai miei comandi, ero un predatore, un predatore letale e fortissimo!
Provai a saltellare, ma non ero ancora in grado di controllare e percepire bene la mia forza… fortunatamente la mia testa ora era granitica e il soffitto molto resistente! Avevo lasciato solo qualche crepa nell’intonaco..
Se avessi fatto più danni Esme mi avrebbe uccisa!
Solo allora mi ricordai del resto della famiglia.
«Dove sono tutti? ».
Edward alzò gli occhi al cielo, come farebbe un padre al quinto inspiegabile “perché” della figlia piccola e mi rispose schernendomi.
«Bella, sei morta, eri la mia ragazza, il funerale si sta svolgendo nel nostro giardino, secondo te dove sono? ».
Tentai di reprimere l’istinto di fargli una linguaccia per dimostrarmi superiore e optai per un buffetto sul naso, facendo schioccare l’indice sul pollice e poi sul suo naso.
Ma per la seconda volta non dosai la mia forza e gli feci fare una capriola all’indietro.
Se prima mi sentivo imbarazzata, ora lo ero ancora di più, ero mortificata!
Mi precipitai verso di lui implorando perdono ad una velocità inconcepibile per l’orecchio umano.
«Oddio Edward perdonami, non ho dosato la forza, scusami amore, ti prego scusa!! Oh che disastro, tutto bene? Ti ho fatto male? Sei ferito? Posso aiutarti? ».
Interruppe le mie suppliche con una risatina e si tirò in piedi facendo leva sul pavimento con le braccia.
«Bella… » Iniziò strofinandosi il naso  «Va bene che ora sei più resistente, ma non mi pare corretto che tu sia violenta con il tuo ragazzo! È violenza domestica questa sai? ».
Scoppiammo a ridere e le nostre risate si unirono in una melodia unica.
Dopotutto, se aveva ancora la forza di fare sarcasmo, non stava poi così male!
«Quanto durerà ancora la cerimonia?» Chiesi impaziente di riabbracciare tutti i Cullen.
Non so perché, ma non mi importava nulla delle persone che mi stavano piangendo in cortile, mi dispiaceva un po’ per Angela, ma c’era qualcosa dentro di me che mi diceva che lei la sapeva lunga sugli eventi che avevano scosso la cittadella di Forks.
«Nemmeno venti minuti e se ne andranno tutti, porta pazienza!».
Tsk, facile per lui, era immortale da più di 100 anni, si era abituato all’idea di avere tutto il tempo del mondo a disposizione, io dovevo ancora farci l’abitudine.
Mi avvicinai allora alla finestra lentamente e con circospezione, timorosa di farmi vedere dalle persone sotto di me.
«Ci sono i vetri oscurati, loro non ti vedono Bella.».
Presi coraggio allora e mi avvicinai ancora di più al vetro.
Vidi tutte quelle sagome vestite di nero con la testa chinata, molti con il torace scosso dai singhiozzi.
Vedevo alcuni dei miei compagni di classe, Charlie e Sue, i Cullen in un angolo con la testa alta, con Alice che sorrideva verso di me.
Poi, in un angolino isolato, stava Angela, dritta, con la testa alta e lo sguardo imperturbabile.
Non era commossa, non era triste… anzi, sembrava quasi che sulle sue labbra ci fosse il segno di un sorriso.
Quando la cerimonia volse al termine la vidi aprire la sua pochette nera e tirare fuori un foglietto bianco ed una penna. Scrisse rapida usando la borsetta come sostegno e dopodiché ripiegò il foglietto.
Lo lasciò cadere in terra e si allontanò richiudendo la borsa.
In pochi minuti il giardino fu deserto e i Cullen si fiondarono nella mia stanza.
Il primo ad entrare fu Emmett, l’orso giocherellone che di sicuro voleva divertirsi con la sua nuova sorellina.
Subito dopo entrarono Alice e Jasper, seguiti da Rosalie, Esme e Carlisle.
Era strano trovarsi tutta la famiglia davanti, di nuovo, dopo così tanto tempo. Sentii gli occhi pungere, come se delle lacrime volessero uscire, ma quando mi portai una mano sul volto lo trovai asciutto. Quindi non potevo piangere? C’erano moltissime cose che ancora non sapevo sulla mia natura, cose che non avevo mai chiesto ad Edward, cose che lui non aveva mai voluto dirmi forse.
Osservai di nuovo quei volti famigliari, uno ad uno, e non potei fare a meno di accorgermi di quanto fossero stati miopi i miei occhi quando ero umana.
Le loro pelli ceree, dai riflessi unici, sembravano fatte di madreperla. Solo una di loro mi lasciò senza fiato però…
La pelle di Jasper era segnata da centinaia di mezzelune che con la loro trama fitta formavano un disegno unico. Ma come mai era così? Cos’erano tutte quelle lunette?
«Jasper.. cosa è successo alla tua pelle?».
Mi accorsi forse troppo tardi di essere stata un tantino indelicata, ma lui non sembrò offeso dalla mia domanda bizzarra, anzi mi sorrise gentilmente e iniziò a spiegare l’origine di quella pelle damascata.
«Sai Bella, io non sono stato trasformato come i miei fratelli, non ero in fin di vita e tantomeno è stata una mia scelta. Sono stato trasformato da tre donne che stavano creando un esercito di neonati, com’era in voga nel Sud a quel tempo, nel 1863».
Ok, quella era una rivelazione shock!
Jasper quindi era il secondo più vecchio della famiglia? E risaliva alla guerra d’indipendenza americana per di più? E c’erano eserciti di neonati?
Stop, troppe informazioni in un colpo.
Jasper il secondo più vecchio… Cavoli, non me l’aspettavo…  pensavo fosse stato trasformato anche lui da Carlisle come tutti gli altri…
Ora però sorgevano i dubbi; Carlisle li aveva trasformati tutti?
Non ne ero più così certa!
Avevo sempre visto nel dottore un capofamiglia, un padre e, come tale, l’avevo identificato come il creatore dell’intera famiglia.
Ora che ci pensavo però, non sapevo nulla nemmeno degli altri, sapevo solo della trasformazione di Edward.
La curiosità si impossessò di me e molto probabilmente Jasper la percepì, perché con un sorriso mi fece cenno di uscire dalla stanza. Alice, come se le avessero riattaccato la spina, iniziò a saltellare dicendo che dovevamo metterci comodi comodi sul divano perché era tempo delle storie.



GRAZIE x avermi detto dei dialoghi!!
un bacio a tutte/i
   
 
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