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Autore: LaRagazzaDelleMargherite    06/08/2010    2 recensioni
Severus Piton, tutti i momenti di dolore dopo la perdita di Lily. Da viva. E da morta.
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quarto Capitolo: Un passo indietro.

Severus Piton, un uomo adulto con il naso aquilino, aveva l’aria di passeggiare tranquillamente per un’affollata contrada di Hogsmeade. Da poco tempo aveva notato che era molto più sicuro confondersi con la gente piuttosto che strisciare per vicoli scuri, in cui qualcuno, stando bene in guardia, avrebbe potuto riconoscerlo. E poi, non era nemmeno da molti giorni che alcuni volti di uomini e donne, noti come Mangiamorte, erano apparsi in stampe appiccicate su molte vetrine delle strade.
Dopotutto quella domenica estiva era abbastanza tranquilla, tanto che la gente se ne andava a spasso e a far compere.
Insolito.
Però, quell’uomo, qualcosa di strano lo aveva. Era completamente avvolto nel suo mantello nero, una cosa da pazzi sotto quel sole bruciante. Ma si sa, la gente guarda ma non vede.
Infatti in pochi minuti raggiunse la sua meta, una piccola e sudicia casetta in fondo alla via. Severus entrò e chiuse la porta a chiave. Sfinito dal caldo, si tolse il mantello e lo gettò sull’appendiabiti, poi si sedette su una sedia vecchia e malmessa. Si mise le mani sulla fronte e sospirò. Quel giorno aveva visto per la prima volta dopo nove mesi, la conferma delle voci che si erano sparse nel mondo magico. Era andato a Godric’s  Hollow, finalmente era riuscito ad avvicinarsi a quel paesino senza farsi scoprire dai suoi “colleghi”. Il Signore Oscuro lo voleva lontano da lì. Sapeva bene quali erano i sentimenti che lui provava per la giovane Evans, Potter per meglio dire, e non voleva che interferisse nei suoi piani. Non dopo aver riferito la profezia a lui e non dopo aver ascoltato le sue ipotesi sul bambino dei Potter che doveva nascere a breve. Severus Piton non doveva avvicinarsi a Godric’s Hollow e in qualche modo aiutarli a fuggire. Il Signore Oscuro si fidava di Piton, ma questa sua debolezza lo aveva reso più cauto e attento. Esilio da casa Potter per Severus.
Quel giorno però Bellatrix e la sua cerchia di amichetti avevano combinato qualche disastro con dei babbani e le guardie assegnate al paese si erano distratte e allontanate per poco.
In quei secondi, Severus si era infiltrato. Era stato quasi sorpreso nello scoprire che non c’erano incantesimi contro di lui, per impedirgli di entrare. Era quasi certo che il Signore Oscuro lo stesse marcando stretto. E invece ora si era trovato davanti a quella manchevolezza. Poco male comunque, le trappole si sarebbero sempre potute rivelare in seguito.
Percorse cautamente la piazza, lasciandosi alle spalle il cimitero. Nel centro di questa si trovava una colonna dedicata ai caduti in guerra. Null’altro. Stando allerta aveva vagato per il paese cercando e cercando. Non aveva potuto scorgere la casa, né gli abitanti al suo interno, protetti da un potente Incanto Fidelius. Verso sera, ormai sconfortato, si era avviato verso il fondo del paese, per tornare a casa. Fu quando la vecchia Bathilda Bath ruppe una finestra al piano di sopra, urlando al suo gatto che Severus la vide. Probabilmente Lily doveva aver oltrepassato la sottile linea dell’incantesimo, perché gli apparve in tutto il suo splendore di donna nella via ciottolata. Era cambiata, in meglio certo. Si era alzata, aveva i capelli più lunghi che gli incorniciavano il viso con un’onda morbida, le guancie erano paffute, gli occhi brillanti. Ma ciò che lui vide, ciò che gli procurò una sensazione di vuoto fu la sua pancia, enorme. Era vero allora. Lily Potter aspettava un bambino. Dall’uomo che aveva odiato da giovane. Lei gli aveva permesso di amarla e di entrare dentro di lei, creando qualcosa di duraturo, qualcosa che era stato permesso a James Potter perché era una persona buona, e qualcosa che non era stato permesso a lui anni prima perché era una persona cattiva, malvagia. Perché l’aveva distinta dagli altri per ciò che era.
Il sole tramonta comunque.
Lei non lo aveva visto. Era uscita dal cerchio magico a causa di una caduto. Pochi secondi dopo James Potter “uscì” e in fretta la riportò dentro.
Con le nocche bianche strette al cancello di casa Bath, Severus, un uomo già morto, non poteva morire di nuovo. Rimase lì, fermo, immobile, a fissare per quelle che sembrarono ore, la linea che separava il giardino della vecchia Bathilda dalla casa rossa lì a fianco, dove un vecchio signore era intento a tagliare l’erba con una strana macchina. Fu solo dopo molto tempo che sentì qualcuno materializzarsi infondo alla strada. Allora, in fretta, percorse il vialetto fino a girare l’angolo e si smaterializzò.

 

[A volte il dolore ci coglie di sorpresa...a volte pensiamo di poter riparare al danno...
e a volte il danno è qualcosa che
non riusciamo neanche a vedere.]

 
Seduto sulla sua piccola sedia, Severus fece una cosa che non faceva da molti anni, dal giorno in cui aveva trovato l’invito al matrimonio della sua amata con un altro uomo.
Pianse.
Lacrime amare.
Pianse.
Anche se ormai non serviva più a nulla.
Ma quel giorno era cambiato qualcosa dentro di lui. Quel giorno aveva preso una decisione che avrebbe messo in pericolo la sua stessa vita. Ma era necessario. Era doloroso da una parte ma serviva. Serviva assolutamente.
Senza preoccuparsi di asciugare le lacrime si diresse nella sua camera, prese della pergamena, una piuma e tornò alla sedia e al tavolino. Scrisse una lettera, breve e coincisa, riponendoci tutte le sue più grandi speranze. Poi trasfigurò un cuscino in una specie di uomo-sacco, gli mise il mantello addosso e lo pose sulla seggiola. Accese una candela, la mise sul tavolo e accese la radio. Sapeva di essere seguito.
Piano piano, senza rumore, uscì dalla porta sul retro, applicandosi un incantesimo di Disillusione che gli diede i brividi. Si allontanò di qualche isolato e raggiunse una radura isolata, dove richiamò un gufo a cui legò la lettera.
“Devi portarla al Professor Silente”, sussurrò.
Il gufo lo guardò con una sguardo saggio e partì. Sev lo seguì con gli occhi, poi tornò a casa.

   
 
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