E poi ha partecipato al "Give it a second chance" contest vincendo il premio "Best New Generation Story".
In fondo i giudizi che ha ricevuto.
Buona lettura!!!
AUTORE: Ili91
TITOLO: Un Natale al sapore di biscotti allo zenzero
PAIRING: Dominique/James
CIBO: Biscotti allo zenzero
BONUS: Azzurro
GENERE: Commedia, Romantico
PERSONAGGI: Dominique/James, Rose Weasley
RATING: Verde
NOTE AUTORE: La mia storia è ambientata nel giorno della vigilia di Natale; la scelta è ricaduta in quel periodo perché i biscotti allo zenzero sono decisamente natalizi. Per quanto riguarda gli effetti collaterali dovuti allo zenzero sono veri e provengono da Wikipedia (anche alcuni particolari della New Generation). Per rendere più realistica la descrizione della preparazione dei biscotti, ho provato personalmente a prepararli (anche se alla fine ho ridotto al minimo quella parte di scena) e mio padre mi ha fatto da cavia dato che non mi piace il miele. Il punto di vista è tutto di Dominique (tranne il pezzo finale).
Mi sono presa una licenza poetica per quanto riguarda Vincent Goyle. Ovviamente è il figlio di Gregory che ha chiamato così in ricordo dell’amico scomparso. Non si ha idea di che fine abbia fatto, magari è morto ad Azkaban come Mangiamorte, ma io ho fatto in modo che una lo sposasse e gli desse figlio maschio (Per la cronaca… i loro personaggi non mi piacciono, è solo un‘idea che mi è venuta).
La
piccola, accogliente cucina della Tana era impregnata
dell’odore
dello zenzero e del burro fuso.
Il tavolo in legno al centro
della stanza era ricoperto da alcune ciotole di varie misure e alcune
posate tappezzate di pezzi di pasta rappresa, pacchetti mezzi vuoti
di farina e zucchero di canna, e un barattolo di miele, lasciato
proprio sul bordo con il rischio di cadere.
In piedi davanti alla
tavola c’era Dominique, una dei tanti nipoti di Molly
Weasley, ma
l’unica ad aver acquisito la sua stessa passione per la
cucina.
Dominique stava mescolando con un cucchiaio di legno i vari
ingredienti dei biscotti allo zenzero, contenuti in una grossa
ciotola.
Il composto, ad ogni giro, assumeva un colore sempre più
scuro, tendente al marrone. Dominique sperava davvero che fosse
quello giusto. In genere quello che cucinava le veniva davvero bene,
ma, in fin dei conti, era la prima volta che si cimentava con quella
ricetta. Non aveva nemmeno mai visto nessun altro eseguirla prima
d’allora. Sua madre, Fleur Weasley, non era molto brava in
cucina,
se la cavava solo con qualche piatto francese, ma quella a cui si
stava dedicando lei era una ricetta natalizia e tutti i Natali della
sua vita Dominique li aveva sempre passati alla Tana, dove non
ricordava di averli mai assaggiati.
Quando la pasta per biscotti
divenne un composto omogeneo come richiedeva la ricetta, la tolse
dalla ciotola per depositarla sul tavolo e la stese con un
matterello.
- Con quale ricetta ci delizierai, oggi? -
Dominique
sorrise in direzione della nuova arrivata, sua cugina Rose Weasley,
primogenita dei suoi zii Ron e Hermione. Rose aveva sedici anni, uno
meno di lei. Esattamente come Dominique, Lily e Fred Jr. aveva
ereditato i capelli rossi di famiglia. Un cruccio per lei che
invidiava la chioma bionda e liscia di sua madre e dei suoi due
fratelli, Victoire e Louis.
- Dei dolcetti natalizi! - rispose,
mentre sceglieva tra le varie formine quelle da utilizzare per dare
la giusta forma ai suoi biscotti. Doveva optare per le classiche
forme circolari e rettangolari, oppure quelle a tematica natalizia
come abeti e stelle comete? Si mise ad osservarle indecisa. Alla
fine, a vincere la competizione furono le circolari.
- Uhm,
vediamo… - cominciò Rose avvicinandosi di
più ed
osservando il suo lavoro. - Hai utilizzato il miele e questa pasta
profuma di… zenzero?! -
Sentendo l’esclamazione scioccata,
Dominique appoggiò l’ultimo biscotto fatto sulla
teglia e
posò lo sguardo su Rose. - Sì, sono biscotti allo
zenzero. E’ un problema? Non ti piacciono, forse? -
- Se fosse
così, mi limiterei a non mangiarli. Ma… non ti
ricordi? -
-
Che cosa? -
- Il motivo per cui la nonna ha smesso di prepararli
per ogni Natale dodici anni fa - le rispose come se fosse ovvio.
-
Rose, come hai detto tu, sono trascorsi ben dodici anni. Come potrei
ricordarmi? Il genio di famiglia, fino a prova contraria, sei tu, mi
pare, mica io! -
Rose arrossì leggermente, compiaciuta del
complimento alla sua intelligenza. Era proprio identica a sua madre.
Se non fosse che nei cinque anni e mezzo scolastici trascorsi era
riuscita a prendere anche qualche punizione, Dominique non avrebbe
mai detto che avesse preso qualcosa dal carattere di suo zio Ron. -
Allora, sentiamo. Qual è il motivo? -
- Dodici anni fa ho
assaggiato per la prima volta i biscotti allo zenzero e ho avuto una
reazione allergica. Mi hanno causato un’eruzione cutanea ed
un
forte mal di stomaco. E mi è anche andata bene. Ad alcuni
soggetti allergici la polvere di zenzero può causare anche
gonfiore, blocco intestinale e influenzare la pressione del sangue,
la coagulazione e il ritmo cardiaco. - In quel fiume di parole, dette
a ritmo impressionante e senza nemmeno respirare, Dominique aveva
più
o meno capito quale fosse il problema. - Ne sei allergica? Oh,
scusami, Rose, non ne avevo idea. -
- Non preoccuparti, ma
tienili lontani da me e anche da papà. Non sarebbe contento
di
vederli. Si è molto spaventato, quando mi ha visto star
male.
-
Dominique non ebbe alcuna difficoltà ad immaginare il
viso rosso di rabbia e preoccupazione di zio Ron.
Rose rifletté
un attimo, poi aggiunse: - Perché non li dai a James? -
-
A James? - Era confusa. Perché proprio a lui?
- Sì.
So che li adora e che ogni Natale implora la nonna di prepararglieli.
Lo faresti felice. -
- Esatto. E questo sarebbe un buon motivo
per buttare via tutto. -
- Allora non era solo una mia
impressione - sbottò Rose a quel punto, incrociando le
braccia
al petto. - Lo stai davvero evitando. -
- Ma figurati - mentì.
- Guarda che non sono stata la sola ad accorgermene. Roxanne ha
saputo da James che anche lui n’è convinto. -
- L’ha
saputo da lui? - domandò Dominique scettica. Conoscendo sua
cugina Roxanne avrebbe detto che aveva origliato, magari utilizzando
la nuova versione delle orecchie oblunghe ideata dal padre, suo zio
George.
- No. Diciamo che per
caso
ha sentito James che ne parlava - confessò Rose, scuotendo
la
testa.
- Ah, ecco! - commentò lei ridendo.
-
Dominique, non cambiare argomento! - la rimproverò
l’altra.
- Perché lo stai evitando? -
- Non lo sto facendo. Te lo
giuro. -
Okay, questa era decisamente una bugia. Era vero che
negli ultimi tempi stava facendo il possibile per stare lontana da
James. Ormai lo vedeva solo rare volte a scuola e alle feste
comandate in cui si riuniva tutta la loro famiglia. Il motivo di
tutti i suoi sforzi era che James da due anni si ostinava a prenderla
in giro sull’amore che diceva di provare nei suoi confronti.
Nei
primi tempi non ci aveva fatto caso, convinta che del suo scherzo si
sarebbe presto stancato. Le sue previsioni però, non si
erano
avverate; anzi, le sue profferte amorose erano aumentate e sempre
più
insistentemente l’aveva implorata di dargli una
possibilità
e d’uscire con lui. Ma non poteva davvero fare sul serio,
giusto?
Lei era sua cugina.
Non
erano semplici compagni di scuola, erano parenti. Il suo doveva
essere tutto uno scherzo, si convinse di nuovo.
Prima che lui le
si dichiarasse la prima volta, loro erano amici, pensò con
tristezza. Si volevano bene ed andavano d’accordo. Non che
loro due
si assomigliassero, questo no. Avevano due caratteri piuttosto
differenti, anzi si poteva dire che si compensassero a vicenda.
Discutevano spesso, ma non in modo velenoso. Era quasi un
divertimento, a cui però, da parecchio tempo, lei aveva
rinunciato. Avrebbe tanto voluto che tutto tornasse com’era
prima,
ma forse non era più possibile.
- Ah, sì?
Provamelo. - La voce della cugina la distolse dai suoi pensieri.
-
E come? - chiese, confusa. Dove voleva arrivare la sua cuginetta?
-
Dagli quei biscotti e passa con lui il giorno di Natale. -
Oh,
no. Sarebbe stata disposta a fare qualunque altra cosa. - Mi stai
sfidando? -
- Puoi giurarci. -
Non aveva scelta, non poteva
tirarsi indietro. Sospirò e disse: - Accetto. - Le
sembrò
di firmare la sua condanna a morte.
Quando Rose lasciò
la stanza per andare ad aiutare gli altri cugini Weasley ad addobbare
la casa, Dominique rimase sola a finire di preparare i biscotti.
Mentre li appoggiava su un piatto dopo averli fatti raffreddare, si
chiese perché non li avesse lasciati bruciare. Niente
biscotti, niente sfida. No, decisamente Rose avrebbe trovato un altro
modo per incastrarla.
Con gesto distratto, prese uno dei dolcetti
che aveva preparato e lo assaggiò per constatarne il sapore.
Piegò le labbra in un lieve sorriso. Erano venuti bene.
Dopo
che l’ultimo biscotto raggiunse i suoi simili sul cumulo
piramidale
che si era formato sul piatto, lei lo sollevò e si
avviò
verso la porta.
La strada che compì fu breve; non appena
varcò la soglia si scontrò con James. Ma
tra tutti proprio lui?, pensò
infastidita. Beh,
tagliamo la testa al toro.
Nell’impatto qualche biscotto non era stato fortunato ed era
andato ad infrangersi sul pavimento.
- Guarda cos’hai fatto! -
lo apostrofò. Con una mano reggeva il piatto e con
l’altra
indicava il terreno.
- Ma se sei stata tu a venirmi contro. - Con
un sorriso arrogante e pieno di malizia aggiunse: - La prossima volta
che vuoi saltarmi addosso, fallo con le mani libere. -
Mentre
James tirava fuori da una tasca dei pantaloni la bacchetta con cui
fece Evanescere i biscotti in frantumi, Dominique replicò,
fissandolo con asprezza: - Se mai mi trovassi in una situazione
simile sarebbe perché una Maledizione Imperius mi spinge a
farlo. -
Ma James non la stava più guardando. I suoi occhi
marroni ora erano puntati sul piatto. O meglio, sul suo contenuto. -
Oh, Merlino! - mormorò stupito. - Il mio fiuto non mi stava
ingannando. Era profumo di zenzero quello che avevo sentito. -
Forza,
Dominique! E’ la tua occasione. Spostò
di più il piatto verso James in un chiaro invito.
-
Li hai preparati per me? - esclamò James, mentre i suoi
occhi
si illuminarono. - Oh, tesoro, anch’io ti amo. -
Lei sollevò
gli occhi al cielo. - Stupido. Lo vuoi o no? -
- Certo! -
Agguantò un biscotto e se lo infilò intero in
bocca. -
Ah… uhm… - mormorò incomprensibilmente
mentre masticava. -
E’… mh… molto buono. -
- Non parlare con la bocca piena,
incivile. -
- Stavo solo esprimendo la mia gioia sulla bontà
di quel biscotto. -
Dominique non riuscì a trattenersi
dall’abbozzare un sorriso. La rendeva felice sapere che il
cibo che
cucinava fosse apprezzato.
Lui allungò la mano per
prendere un altro biscotto, ma lei ritirò il piatto. - Tra
un’ora circa sarà pronto in tavola. Non
è un po’
tardi per rimpinzarti di dolci? -
James inarcò un
sopracciglio. - No - disse semplicemente. Svelto, riuscì a
rubarle il secondo biscotto. Era stato davvero veloce, del resto
c’era un motivo se da molti anni aveva il ruolo di cercatore
titolare nella squadra di Quidditch di Grifondoro.
- Fa come ti
pare. - Lo aggirò e si avviò verso il soggiorno.
Quella stanza ora era tutto addobbata con decorazioni natalizie.
In un angolo c’era un abete ai cui rami erano stati
agganciati
fiocchi rossi di tessuto e palline di vari colori e forme; intorno
gli era stato avvolto un filo perlato dorato ed alcune luci magiche
lo illuminavano. Sul soffitto erano appesi dei festoni e per tutto il
soggiorno volteggiavano statuette a forma d’angelo, rese
viventi
con un incantesimo, che suonavano a basso volume canzoni natalizie.
Candele decorate con l’agrifoglio erano appoggiate sopra ogni
mobile.
Dominique si avvicinò al tavolo apparecchiato per
il pranzo e vi appoggiò il piatto. James, per tutto il
tempo,
la seguì come un’ombra. Avrebbe tanto voluto
dirgli di
piantarla di starle alle costole, ma aveva assicurato Rose che non lo
avrebbe evitato. Non aveva alcuna intenzione di perdere la sfida.
Avrebbe dimostrato a quel genio di sua cugina che si sbagliava.
Tentando di evitare di dimostrare il suo disappunto, gli
domandò
con voce neutra: - Hai qualcosa da dirmi? -
- Posso starti vicino
solo per porti una domanda? - Era alle sue spalle e Dominique sentiva
il suo respiro sul collo, che le provocò dei brividi lungo
la
spina dorsale e il cuore le batté più forte nel
petto.
Come aveva detto Rose riguardo ai sintomi da allergia da zenzero? Si
sentiva strana, forse anche a lei era sconsigliato mangiare quel tipo
di biscotti. - Non si risponde ad una domanda con un’altra
domanda
- disse fredda.
Lui sbuffò. - Dom, ultimamente, a scuola
soprattutto, mi eviti. Non ne capisco il motivo. Solo perché
non ti vedo più solo come un’amica? -
Ma
cos’è? Una congiura? Prima Rose, e adesso lui! -
Questo…
questo
non mi sembra il posto adatto dove parlarne - balbettò,
mentre
indicava alcuni dei loro parenti sparsi per la stanza. Sul divano
erano seduti i suoi cugini Albus e Hugo che giocavano una partita
agli scacchi magici, mentre Lily e Rose, appoggiate ad un bracciolo,
facevano da spettatrici. Fred e Molly jr erano vicini al camino che
stavano finendo di decorare e discutevano come sempre. Decisamente
suo cugino trovava divertente prendersela con la figlia seria e
ambiziosa di suo zio Percy. In quel momento, fecero capolino anche i
coniugi Potter e suo padre Bill. Forse era vero che dovevano parlare,
ma quello non era il momento giusto. - Ora ho altre cose da fare,
scusami. - Senza dargli il tempo di replicare, fuggì via dal
soggiorno.
Per
riuscire a pranzare tutti insieme, erano stati uniti tre tavoli che
erano andati a formarne uno molto lungo. Dominique aveva fatto in
modo di andare a sedersi nel posto più lontano da James. Non
credeva che avrebbe parlato con lei di quello spinoso argomento
proprio a pranzo, davanti a tutti, ma la prudenza non era mai troppa.
Alla sua sinistra c’era sua sorella Victoire, ma lei era
troppo
presa da Teddy Lupin, da poco suo marito, per rivolgerle la sua
attenzione, mentre alla sua destra c’era Roxanne, che le
stava
raccontando dell’ultimo scherzo che aveva architettato a
scuola.
Sua cugina era riuscita a non farsi scoprire e la colpa era ricaduta
su Vincent Goyle, un Serpeverde che le stava antipatico. Il povero
ragazzo si era beccato una punizione di una settimana.
Spostò
un attimo lo sguardo e vide Rose vicino ad Albus. Aveva fatto apposta
a sedersi lontana da lei, per evitare che le facesse notare i molti
metri che la distanziavano da James. Rose, in quel momento,
incrociò
i suoi occhi; la sua espressione si tinse di consapevolezza e
dichiarava, senza ombra di dubbio, la certezza di non sbagliare.
Dominique la fulminò con lo sguardo. No,
non hai ragione tu, voleva
farle capire con gli occhi.
Riportò l’attenzione su
Roxanne, ma per tutta la durata del pranzo partecipò
passivamente alla conversazione.
I primi fiocchi di neve di
quell’inverno scendevano piano piano dal cielo. Nevicava da
pochi
minuti e Dominique osservava sorridendo da una finestra
l’avvenimento. Adorava guardare i fiocchi bianchi ricoprire
lentamente ogni cosa.
Quando ebbero terminato tutti di pranzare,
gli adulti erano rimasti seduti al tavolo a chiacchierare, mentre gli
altri avevano preso direzioni diverse. Lei aveva preferito rimanere
in soggiorno, appoggiata ad un davanzale, perché si era
accorta che nevicava.
- Dom? - la chiamò una voce
famigliare alle spalle. James era l’unico a chiamarla con
quel
diminutivo. Si girò. - Vieni - le disse.
Incuriosita, lo
seguì. Le suggerì di prendere il mantello. Vuole
uscire?
L’aria
fredda le colpì il viso. Svelta si coprì il capo
con il
cappuccio, per evitare di riempirsi i capelli di neve.
Incrociò
le braccia al petto in modo che le mani non le si congelassero.
-
Perché mi hai portata qui? -
James ignorò la
domanda. - Quanti siamo in casa? - le chiese invece.
- Quanti
siamo in casa?! - ripeté lei, confusa dalla domanda. -
Dunque…
esclusi noi… ventitre. -
- Perfetto. Non si accorgeranno mai
della nostra assenza. - Le prese un polso e cominciò a
trascinarla in direzione della rimessa.
- Dove vuoi andare? -
chiese, facendo resistenza, costringendolo a fermarsi.
- A
prendere la scopa. Andiamo a fare un giro. -
- Ma… ti pare il
caso? Dentro stanno festeggiando e andarcene in questo modo…
senza
un motivo… -
- Dobbiamo parlare e questa mi sembra una
motivazione più che accettabile. E poi… -
aggiunse, sempre
più serio. - E’ molto che non passiamo del tempo
insieme. -
Era vero. Doveva ammettere, almeno con se stessa, che lui le era
mancato. E molto anche. - Va bene, ma non posso andare in giro
così
- disse Dominique, indicando il vestito azzurro di cashmere che
indossava sotto il mantello di una tonalità più
scura.
Solo in quel momento si rese conto di aver involontariamente messo il
colore preferito di James.
Lui sorrise, osservandola
intensamente. - Vorrà dire che ti stringerai più
forte
a me. Dom, non possiamo rientrare ora, rischiamo che ci scoprano sul
serio. -
A convincerla non fu perché le possibilità
che li scoprissero aumentavano se fosse rientrata, ma lo sguardo che
lui le rivolse. Le sembrò di vedere un lampo di disperazione
e
speranza per un momento. Annuì. - D’accordo.
Andiamo. -
Andarono nella rimessa dove lui prese la sua Firebolt ultimo
modello. - Mi spieghi cosa ci fa a casa dei nonni la tua scopa? -
-
E’ qui perché sarebbe il mio regalo di Natale. La
prendo con
qualche ora d’anticipo, non si accorgeranno di nulla. -
Ora che
ci faceva caso, c’era un nastro dorato legato al manico.
Nastro che
lui prontamente tolse con delicatezza, per non sciuparlo. Al ritorno
era certa che l’avrebbe rimesso al suo posto.
James montò
sulla scopa. - Su, sali. -
Lei obbedì e gli strinse le
braccia intorno alla vita. Le piaceva volare, ma il Quidditch
preferiva guardarlo piuttosto che giocarlo.
James mise in moto la
scopa con uno scatto, facendole raggiungere la massima
velocità
in pochi secondi.
Arrivarono più in fretta di quanto
Dominique si fosse aspettata. Quando James cominciò a
scendere
per atterrare, lei si spinse più avanti. Oltre la sua spalla
vide un fiume e un ponte di pietra che lo attraversava.
Era
sicura di esserci già venuta lì. Mentre si
lambiccava
il cervello nel tentativo di ricordare, James atterrò. La
scopa frenò la sua corsa proprio di fianco al ponte.
Dominique lo vide portarsi al centro della costruzione in pietra.
I suoi occhi le chiedevano di farsi avanti. - Questo posto non ti
ricorda niente? -
Si avvicinò lentamente, mentre la nebbia
nella sua mente si dissolveva. Eccome se le ricordava qualcosa.
Tornò
indietro fino all’estate di due anni prima.
-
Tu mi piaci
-
le disse James ad un tratto.
-
Sì, anche tu mi piaci. Siamo amici, no? - replicò
lei,
confusa. Erano cugini e amici da
anni
perciò era ovvio che si volessero bene. Non capiva
perché
aveva dovuto portarla tanto lontana per dirglielo.
Lui
scosse la testa. - No, non hai capito. Io sono innamorato
di
te. E’ chiaro, ora? -
-
Eh?! - Era impazzito? Ah… doveva essere uno dei suoi stupidi
scherzi. La compagnia di Fred gli faceva male, erano peggiorati. -
Sì, è molto divertente, James. Ora possiamo
tornare a
casa? Le vacanze estive sono quasi finite e ho un compito di
Trasfigurazione da completare. -
Mentre
si voltava, colse con la coda dell’occhio
l’espressione sorpresa
di James. Lui la prese per un polso, fermandola, poi la
baciò.
Dominique rimase impietrita per un secondo, godendo per un istante la
passione di quel bacio, prima di riprendersi e premergli le mani sul
petto per scostarsi. Lui la lasciò andare. - Ti pare che
stia
scherzando? -
Non
sapeva che cosa replicare. Corse a prendere la sua scopa, abbandonata
sul prato, e fuggì via.
Non
si era voltata nemmeno una volta mentre se ne andava,
ricordò
Dominique. Si chiese se facendolo avrebbe visto l’espressione
ferita di James.
- E’ stato qui che… - Non riuscì a
continuare.
Lui annuì. - Dom, qual è il problema?
Dimmi cosa ho che non va. Perché in questi due anni non hai
voluto darmi uno straccio di possibilità? Non ti piaccio,
forse? -
- Non è questo il punto, James! Noi siamo cugini.
- L’aveva detto talmente tante volte, soprattutto a se
stessa, che
ormai era stampato a caratteri cubitali nel suo cervello.
- Non
ti credevo così moralista, Dom. -
- Ai nostri parenti
verrebbe un colpo se lo scoprissero. - Perché aveva la
sensazione di starsi arrampicando sui vetri? Le sembrava di
utilizzare solo inutili parole.
James si chinò leggermente
e premette le labbra sulle sue. Fu un contatto fugace, molto dolce.
- Due anni fa sei fuggita. Hai intenzione di rifarlo? -
Aveva
ragione, era fuggita. Ma da cosa esattamente? Da lui, o da quello che
aveva provato quando l’aveva baciata? Temeva di conoscere la
risposta. Sospirò. Era ora di smettere di scappare. - Non
sarà
facile. Lo sai, vero? -
Lui rise. - Finalmente ti ho convinta! -
Le mise un braccio intorno alle spalle e
l’avvicinò a sé.
All’altezza dello stomaco di James c’era qualcosa
che le premeva
contro. - Ma cos’hai lì? -
Lui scostò il mantello
e Dominique notò che indossava una felpa con la tasca sul
davanti. Dentro c’era qualcosa. James tirò fuori
un piccolo
sacchetto riempito di biscotti. I suoi
biscotti.
Doveva averli presi alla Tana. - Sei un pozzo senza fondo. -
-
Che c’è? Questi sono miei! Li hai preparati per
me. Non
potevo lasciarli a casa e rischiare che li mangiassero i miei ingordi
cugini. - Infilò una mano nel sacchetto e prese due
biscotti.
Uno lo mangiò lui e l’altro lo avvicinò
alla sua
bocca.
- Veramente li avevo preparati per tutti, ma… lasciamo
perdere. - Dominique aprì le labbra quel tanto che bastava a
mordere un pezzo del dolcetto. Il sapore di zenzero le
riempì
la bocca. Chiuse gli occhi per assaporarlo meglio. James ne
approfittò per far incontrare la bocca di lei con la sua.
Ricambiò il bacio questa volta e incrociò le
braccia intorno al collo di lui. Era molto tempo che non si sentiva
così felice.
Rose sollevò per un attimo lo
sguardo dal libro che stava leggendo, quando sentì un rumore
di passi entrare nel soggiorno.
- Scusate, ma qualcuno ha visto
mio fratello e Dominique? - chiese Albus, comparendo sulla soglia,
alle persone presenti nella stanza. Tutti negarono.
Lei trattenne
a stento un sorriso. Era parecchio tempo che si era accorta
dell’assenza dei due cugini scomparsi. Sperava davvero che
questa
volta Dominique avesse accettato i sentimenti che provava per James.
- Cercavate noi? - domandò quest‘ultimo,
comparendo alle
spalle di Albus con Dominique dietro di lui. Aveva gli occhi che le
brillavano.
- Ma… dov’eravate? -
- Fuori. Aveva
cominciato a nevicare e io adoro la neve - si giustificò sua
cugina.
- Io l’ho seguita perché volevo colpirla con le
palle di neve, peccato che non n’è ancora scesa
abbastanza.
-
Rose sollevò gli occhi al cielo. Beh, aveva sentito
scuse peggiori nella sua vita. Difficilmente il loro segreto sarebbe
durato a lungo. Perlomeno erano felici e innamorati. Sì, si
disse, era valsa la pena di proporre e perdere quella sfida.
Fine
Spazio Autrice: Spero che la storia vi sia piaciuta. Non avete idea del problema che è stato trovarle un titolo... ad un certo punto stavo per urlare: "Basta! La chiamerò "biscotti allo zenzero!"" ...Ed in effetti è proprio quello che stavo per fare, poi mi è venuta una folgorazione e le ho dato un titolo perlomeno decente. Mi raccomando... COMMENTATE!!!
TERZA CLASSIFICATA
Un Natale al sapore di Biscotti allo Zenzero, di Ili91
originalità della trama: 9/10
la caratterizzazione dei personaggi: 10/10
grammatica/ sintassi: 8/10
la scrittura 9/10
per un giudizio personale 9/10
bonus 2/2.
Totale: 47/ 52
Molto, molto, molto carina. Mi è piaciuto come hai sviluppato la storia; hai messo tanta attenzione nei particolari, cosa che io adoro. Mi sembrava di essere nella cucina della Tana ad impastare i biscotti.
Perfetta l’ambientazione natalizia: anche io trovo che stia benissimo con i biscotti allo zenzero.
Mi sono piaciuti anche i tuoi personaggi; tralasciando gli altri, mi concentro maggiormente su quelli che ti erano stati assegnati, James e Dominique.
Il tuo pensiero su di loro è molto simile a quello che ne ho io: James, sicuro e degno “Malandrino” e Dominique, più prudente e realista. Trovo che tu abbia reso bene i loro caratteri e la loro indole.
E poi… wow! Una Dominique dalla chioma rossa non l’avevo mai immaginata! Inoltre l’inserimento (anche se secondario) di Rose (personaggio che io amo follemente), non ha fatto altro che migliorare la situazione. Quindi… massimo punteggio per i personaggi.
Hai ottenuto quasi il massimo in tutte le categorie; peccato solo per la grammatica- sintassi: nella tua storia ci sono piccoli problemi di punteggiatura (spesso mancano le virgole, il che può sembrare una sciocchezza, ma in realtà una loro mancanza causa spesso un blocco nella lettura); in secondo luogo, talvolta manca la lettera maiuscola all’inizio dei dialoghi: puoi mantenere la minuscola solo quando blocchi la frase a metà, non sempre); ultima cosa, la prima persona del passato remoto di mentire è “mentii”, non “mentì”.
A parte queste imperfezioni, il testo risulta nel complesso fluida e piacevole e sebbene la scena di Dominque e James e della loro travagliata- segreta- instabile storia d’amore sia spesso utilizzata, tu hai saputo, a mio avviso, coglierne un aspetto del tutto originale.
Ventiduesima classificata:
Ili91 - Un Natale al sapore di biscotti allo zenzero -
Testo nascosto - clicca quiGrammatica e sintassi: 3.5/5
Stile: 8/10
Originalità: 12/15
Caratterizzazione dei personaggi: 13/15
Sviluppo della trama: 15/15
Gradimento personale: 7/10
Totale:59.5/70 punti.
Ho trovato pochi errori, te ne elenco qualcuno per farti un esempio: ‘quando avevano terminato tutti di mangiare’, in questo caso quando identifica la fine dell’azione, quindi avresti dovuto usare il passato remoto. ‘stanza era tutto addobbata’, ci sono due frasi abbastanza complicate da comprendere, ti faccio un esempio: ‘A convincerla non fu perché le possibilità che li scoprissero aumentavano se fosse rientrata, ma lo sguardo che lui le rivolse.’, questa frase è un po’ intricata, e non è l’unica, questo ti ha fatto perdere un paio di punti nello stile, fai molta attenzione alle preposizioni temporali, ti consiglio di pensare a quello che intendi esprimere, se la frase ti risulta poco fluida, ti conviene spezzarla, è un brutto vizio che ho anch’io, quindi capisco benissimo, ma fai molta attenzione.
Le tue descrizioni sono molto evocative, riesci a far quasi sentire il ‘profumo di biscotti’, i dialoghi sono buoni, non banali, né noiosi. La descrizione dei sentimenti è appropriata, ma spesso penalizzata dall’eccessiva lunghezza delle frasi.
La trama è lineare al punto giusto, quando spieghi gli effetti dell’allergia, mi hai ricordato molto un’enciclopedia medica, ma tu stessa hai ammesso di aver riportato i sintomi. Per il resto, mi è piaciuta molto la tua soluzione, anche se ammetto di non provare una grande simpatia per la coppia, mi è piaciuta la tua soluzione, sinceramente speravo di vedere un po’ più approfonditi anche gli altri personaggi, visto che un giudizio sull’IC dato solo su personaggi quasi completamente liberi, è abbastanza difficile da dare.
Il personaggio di James è caratterizzato molto bene, anche Rose mi è piaciuta, la coppia James/Dominique è una delle più sfruttate, da quello che so, ma sinceramente non sono una fan dell’amore tra cugini, quindi non l’approvo totalmente.
La tua storia comunque mi è piaciuta, hai saputo divertirmi, mi è piaciuto che James avesse portato con sé i biscotti, e mi è piaciuto il dialogo iniziale tra Rose e Dominique, ho trovato il loro momento da soli abbastanza romantico, anche se credo che il presupposto di partenza di Lily l’avrebbe portata a resistere di più a James.
Per quanto riguarda l’originalità, il contest dava buoni spunti per partire da un punto di vista originale, tu l’hai sfruttato benissimo, soprattutto nella parte del giro in scopa. La scommessa è sicuramente già sentita, ma non l’hai comunque gestita male.