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Autore: NiNieL82    06/08/2010    2 recensioni
POSTATO IL FINALE
“Non me ne frega niente di questo Orlando Bloom, non so se hai capito, Laura. Di pure al boss che questa me la paga. Non me lo sarei mai immaginato che avrebbe fatto una cosa simile!” esclamò Edith dirigendosi verso l’entrata del privè, dove avrebbe tenuto l’intervista.
“Ma miss Norton, Orlando Bloom e un attore di fama mondiale, il capo ha affidato a lei questa intervista proprio per questo motivo” rispose una terrorizzata Laura, segretaria personale di Edith, dall’altro capo del telefono.
[Dal primo capitolo].
“Sono lieta di conoscerla, mister Law.”
Jude sorrise e replicò:
“Ti prego, non mi far sentire più vecchio di quello che sono dandomi del lei. Chiamami Jude e tagliamo la testa al toro. Che ne dici?”
Edith sentì le gambe cederle. Certo, se lo avesse raccontato anche a Rachel sarebbe stramazzata al suolo per la sorpresa. Dare del tu a Jude Law mica è cosa di tutti i giorni.
Sorrise, un po' nervosa e disse:
“Ok, Jude!”
Gli occhi azzurri dell'attore ebbero come un lampo. Edith sentì una strana molla allo stomaco.
[Dal capitolo 22].
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ' I was born to love you.'
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Capitolo 7: Al telefono...


Edith sospirò entrando nell'ufficio. Doveva preparare un intervista con Hillary Clinton, in Gran Bretagna per un incontro con Tony Blair. Per Edith era una buona opportunità. Era comunque una donna in vista in tutto il mondo, moglie di uno dei presidenti più amati degli Stati Uniti, nonostante fosse stato immischiato nel sexy gate che quasi gli era costato il posto e, a quanto dicevano le voci, anche il matrimonio, salvo, poi essere perdonato dalla stessa Hillary acclamata da tutti come una santa dopo il nobile gesto. Voci più che certe, e stavolta si parlava di politica e non di gossip, la davano come una dei possibili candidati dei democratici per le elezioni del 2008. Quindi un pezzo di storia che camminava a quanto pareva, dato che sarebbe stata, non solo una donna a prendere le redini di uno degli stati più potenti nel mondo, ma la prima nella storia degli USA.

Laura stava seduta alla poltrona della sua scrivania e, quando la vide arrivare, disse:

Signorina Norton. Ci sono dei messaggi per lei!”

Edith si voltò la guardò e chiese:

Li hai presi e li hai scritti?”

Laura annuì e porse un paio di biglietti ad Edith che disse:

Qualsiasi chiamata passamela in ufficio”

Laura annuì ed Edith sparì dietro la porta del suo ufficio.

Stava smistando i post-it quando lesse:

Non ho fatto altro che chiedermi quanto sono stato stupido. So che sei furibonda. Ma non posso lasciare le cose come stanno. E hai qualche cosa di mio. Che ne dici di firmare un armistizio con una bella cena per chiarirci?”

Era Orlando. Incredula rilesse due volte il messaggio. Ma chi si credeva di essere? Era raro che Edith Norton desse due volte un'opportunità a qualcuno. E lui la pretendeva, dopo aver fatto il maleducato con lei. MA CHI SI CREDEVA DI ESSERE? Il fatto che avesse recitato in qualche pellicola importante gli aveva fuso il cervello? Non esisteva! Non gli avrebbe permesso una cosa simile.

Lesse gli altri messaggi. Uno era del capo che le diceva che il giorno dopo dovevano riunirsi per la decisione degli articoli del numero dopo quello che stavano preparando e per chiarire alcuni aspetti sull'organizzazione per l'incontro con la Clinton. Uno di Paul che le annunciava che aveva trovato finalmente casa e l'aspettava per vederla. E uno di Brian dove diceva:

Hai il cellulare spento. Come mai? Torno domani. Vengo a casa tua. Ti amo! Brian”

Sospirò e buttò via tutti i post-it. Avrebbe richiamato Paul e Brian subito dopo, ora voleva solo cominciare a scrivere qualche traccia per l'intervista con la Clinton.

Accese il computer quando sentì il telefono squillare. Infastidita dal fatto che non si fosse nemmeno seduta e l'apparecchio avesse cominciato a trillare, prese la cornetta e, come sempre, acida disse:

Laura che diavolo succede? Spera davvero che sia importante...”

Scusi signorina Norton. Ma ha chiamato il signor Bloom e ha detto che doveva assolutamente parlarle”

Edith sbuffò. Se avesse rifiutato quella chiamata, Orlando avrebbe di nuovo chiamato e, vista l'importanza dell'intervista che stava preparando, non si poteva permettere distrazioni di alcun tipo. Aspettò qualche secondo e poi rispose: “Passamelo!” schiacciò un pulsante, sentì un lungo bip e poi rispose Orlando:

Pronto Edith?”

Che vuoi Bloom?” chiese seccata Edith.

Sei sempre la solita! Sai quanto mi costa scusarmi. Sono uno egocentrico, io!” esclamò divertito Orlando.

Senti. L'intervista te l'ho fatta. Io e te non ci dovremmo nemmeno sentire più. Se vuoi che ti ridia l'anello, lascia l'indirizzo alla mia segretaria e te lo farò recapitare per posta. E ora se....”disse Edith infastidita.

Non sto chiamando solo per l'anello” la bloccò Orlando. “Anche se lo vorrei indietro. Sarà un mesetto, ormai, che hai quel dannatissimo anello tu...”

E allora che diavolo vuoi da me Orlando? Credi che mi possa permettere di stare dietro ai capricci di una star. Io sono una che lavora. Non sto a pettinare le bambole, se proprio lo vuoi sapere!” rispose incollerita Edith.

Io voglio una seconda opportunità. Voglio dimostrarti che non sono un cretino come credi” disse Orlando serio.

Io non do seconde opportunità, Orlando, mi spiace. Hai avuto la tua occasione e l'hai sprecata, sono solo fatti tuoi che a me non interessano e se ora mi vuoi lasciar lavorare....” ribatté sarcastica Edith.

Quindi è un no questo?” chiese Orlando.

Secondo te?” replicò sempre più caustica Edith.

Orlando sospirò e disse:

Ok! Va bene! Allora buon lavoro! Ci sentiamo!”

Addio!” rispose Edith e riattaccò.

Scrisse qualche battuta pensando però che era tutto troppo strano. Uno non ti manda post-it e arriva a cercare il numero della redazione per mollare così. Sbuffando, quindi, prese la cornetta in mano e disse:

Laura.. Mi serve un favore... Devi assolutamente ricordare che, a partire da oggi, se il signor Bloom chiama, io non voglio che tu mi passi la chiamata. Mai. Dovesse chiamare anche venti volte in un giorno. Non passarmi la chiamata per nessuna ragione al mondo, ok?”

E se insiste?” chiese quasi spaventata dalla sua stessa domanda Laura.

Se insiste inventati che ho preso una qualsiasi malattia mortale o, se non vuoi essere troppo drastica, che sono partita, che mi sono sposata, che sono in maternità, fai tu. Ma non passarmelo per nessuna ragione al mondo, siamo intesi?” chiese minacciosa Edith.

Laura annuì con un mugolio sommesso ed Edith ripose il telefono.

Prese così a lavorare, molto più tranquilla di prima. Le lunghe dita da pianista correvano sulla tastiera del computer, scrivendo, cancellando, correggendo varie domande che avrebbe fatto alla ex first lady americana.

Stava appunto scrivendo quando il telefono squillò di nuovo.

Sbuffando prese il ricevitore e gridò:

CHE DIAVOLO C'È ORA LAURA!”

Intimidita, la ragazza pigolò:

C'è un fattorino con dei fiori per lei. Volevo sapere se li potevo portare dentro”

Edith cominciò a sbattere nervosa la penna sul plico di fogli che aveva vicino al monitor del computer e disse:

Firma quella dannata ricevuta e portami quei fiori. Ed impara ad usare quel dannato cervello da gallina che hai, una buona volta...” e chiuse il telefono sbattendo la cornetta.

Subito dopo entrò Laura con le lacrime agli occhi e le porse una bellissima fantasia di fiori.

Mandò via la segretaria con una mano, infastidita dalla sua presenza e li guardò stupita. Pensava fossero di Brian che con il servizio 'Inter flora' aveva cominciato a riempirla di fiori in vista del suo ritorno a Londra. Cercò il biglietto e, con sua somma sorpresa lesse:

NON SONO UNO CHE SI ARRENDE FACILMENTE. ACCETTA DI USCIRE A CENA CON ME. E GIURO CHE TI LASCERÒ IN PACE. ORLANDO!”

Accartocciando il cartoncino lo cestinò e prendendo il telefono chiamò Laura, dicendo:

Potresti venire e mettere questi fiori sulla tua scrivania?”

Ma io...” si stava per lamentare Laura vista la sua forte allergia a qualsiasi tipo di fiore, quando Edith, gridò:

È UN ORDINE!” e chiuse di nuovo il telefono con violenza.

Laura apparve nell'ufficio con gli occhi sempre più gonfi di lacrime e prendendo i fiori rifece il percorso fatto prima in silenzio, quando Edith la bloccò e disse:

Qualsiasi altro mazzo di fiori mi arrivi, sei autorizzata a leggere il bigliettino. Se sopra c'è scritto Orlando Bloom, tieni i fiori sulla scrivania e getta il cartoncino. E non disturbarmi per nessuna ragione al mondo.”

Laura, che già sentiva il naso prudere si voltò e disse:

Va bene, miss Norton” e ticchettando uscì fuori, maledicendo la sfortuna che aveva permesso a qualcuno di metterla a lavorare con quell'arpia, mise i fiori sul desco, sospirando.

L'avesse chiamata o mandato i fiori a lei, Orlando Bloom, di certo non si sarebbe trovato una porta sbattuta in faccia.

Quando si dice: piove sempre sul bagnato.




Sollevò la testa e si rese conto che erano le 13.

Data l'ora e il gorgoglio allo stomaco, decise di andare in uno di quei coffee-shop italiani dove vendevano quella roba fredda che i proprietari si ostinavamo a chiamare pasta. Mise il cappotto grigio abbinato al pantalone con la piega sul davanti, con sopra una camicia di seta da cui, a seconda dei movimenti, dai bottoni intenzionalmente lasciati aperti, si intravedeva il reggiseno. Spostò appena il ciuffo biondo che copriva l'occhio sinistro. Prese alcune cose da sopra la scrivania e si rese conto di avere ancora il cellulare spento. Mettendo la borsetta a tracolla lo accese e lesse gli ultimi messaggi. Alcuni era di avviso di chiamata. Altri erano di Paul, di Brian e di Rachel. Smisto quelli delle persone conosciute, prima, poi, lesse gli avvisi di chiamata. Uno era di Paul. Uno era di Brian. Poi c'erano tre avvisi di chiamata ricevute da un numero criptato. Aggrottò la fronte, chiedendosi chi fosse, mentre, uscendo dall'ufficio non si rese conto del fatto che, sulla scrivania di Laura,c'erano già tre mazzi di fiori diversi dal primo, ad occupare la visuale e ad otturare il naso della poveretta che, armata di antistaminico, combatteva l'avanzare dell'allergia e il numero spaventoso che aumentava ogni minuto di più, di starnuti.




Stava guardando degli appunti che aveva trovato su internet, mangiando piccole forchettate di pasta, quando sentì il cellulare squillare. Di nuovo il numero criptato. Aggrottando la fronte, scosse la testa e mise silenzioso, per non sentirlo squillare. Era occupata in quel momento.

Il cellulare, come previsto, smise di suonare. Senza curarsi di pensare chi fosse, Edith tornò a guardare i suoi appunti. Aveva appena finito di leggere una pagina, quando il cellulare squillò di nuovo.

Inarcando il sopracciglio, prendendo il cellulare in mano e leggendo, di nuovo, 'numero sconosciuto', uno strano sospetto cominciò a covare in petto ad Edith che, più per ripicca che per il fastidio di essere stata disturbata, riprese a leggere i suoi appunti.

Nel frattempo...




'Questa è la segreteria del numero 075 44557832. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico...'

Ma che cazzo! Quella stronza crede che mollo così. Mi mangio i coglioni piuttosto!” esclamò Orlando.

Bon-jour. Vedo che hai studiato lingue straniere.” disse John leggendo il suo giornale e bevendo il cappuccino di 'Caffè Nero'.

Non ti ci mettere anche tu!” rispose Orlando arrabbiato.

Senti. Se a me una donna piace..” stava teorizzando John, quando Orlando lo bloccò e disse:

A me Edith Norton non piace, sono felicemente fidanzato e...”

.. e non ho nessuna intenzione di lasciare Kate per una vipera simile...” lo interruppe John poggiando il giornale e guardandolo negli occhi disse sarcastico: “Non lo devi dire a me. Lo devi dire a te stesso!”

Orlando boccheggiò un attimo, cercando la risposta e quando la trovò, sbottò:

Mi vuoi spiegare cosa diavolo ti fa pensare che mi sia preso una sbandata per Edith Norton?”

Devo cominciare ad elencare?” chiese John guardandolo con una poco convincente aria beota.

Orlando sopirò e replicò:

Puoi pensare quello che vuoi. Ma io non sto facendo nulla di tanto strano!”

Nulla di tanto strano ma, comunque, stai mandando un mazzo di fiori a quella giornalista ogni ora. E pensando che hai cominciato dalle nove di questa mattina ed è appena l'una... A quanto siamo arrivati? Quattro mazzi di fiori? Senza contare quello che sta per arrivare? E quello che arriverà tra un'ora?” disse John bevendo un sorso del suo 'warm' cappuccino. “Anche se per te non c'è niente di strano, non credo che la nostra cara Kate sarebbe dello stesso avviso. E credo che anche lei penserebbe quello che penso io: Edith ti piace...”

Orlando sbuffò e non rispose alla provocazione. Sistemò gli occhiali a goccia, guardando High Street Kensington attraverso la vetrina con su scritto il nome del locale e prendendo il cellulare, chiamò un numero estratto dalle ultime chiamate.

E un telefono riprese a squillare.




Il telefono era quello di Laura che, disperata, sollevò gli occhi la cielo e prendendo la cornetta, rispose:

Brondo... Uffiggio di Edid Noddon!”

Laura, sono di nuovo io...” disse Orlando dall'altra parte ma Laura lo bloccò dicendo:

Misder Blu ieo ho già deddo, la zignorina non le vuole parlare. È inudile che gontinui a chiamale qua...”

Orlando sorrideva divertito. O almeno così sembrò a Laura che, per questo motivo, si sentì alquanto ferita da questo comportamento: ma chi si credevano di essere? Il solo fatto di essere quasi o abbastanza famosi li rendeva insopportabili alle volte.

Laura! Fallo almeno per la tua allergia!”

Laura sbuffò. E tirando su con il naso rispose:

Credo che non abbia aldro da dirle zignor Blu. La zignorina Noddon non la buole zentire... Mi sbiace” e soddisfatta chiuse il telefono.

Alle volte era davvero bello prendersi qualche piccola rivincita. E girando i suoi noodles, ci verso dentro dell'altra acqua calda e li continuò a mangiare.




Sono sedici pounds e ventisette centesimi” disse la cassiera.

Edith diede l'importo e lasciò una buona mancia alla ragazza che ringraziò con un sorriso dolce. Stava sistemando il portafoglio, quando nel display riapparve, lampeggiando la scritta 'Unknown number'.

Sfinita, stavolta Edith rispose. E seccata chiese:

Con chi parlo?”

Sapeva che era Orlando, ma voleva avere il gusto di mandarlo al diavolo per bene.

Credevo che avessi capito dopo tutti quei fiori e tutte le chiamate alla tua segretaria...”

Era come immaginava. Era Orlando.

Devo informarti di due cose. La prima: sono fidanzata con Brian Stephensons, uno che, non so se lo sai, ti può rovinare solo con uno sguardo. Secondo: quello che stai mettendo in atto, Bloom, ha un nome. Sai qual è?”

Illuminami!”

Stalking! E ti dico di più. C'è la denuncia per questo! Ora dimmi tu. Di quale morte vuoi morire?”

Orlando dall'altra parte rise, poi, fingendosi sorpreso, chiese:

Ma per caso non hai letto i bigliettini dei fiori che ti ho mandato?”

Secondo te, ho il tempo di leggere i bigliettini che mi mandi?” replicò Edith con una punta di fastidio.

Touchè!”

Bloom. Te lo ripeto per l'ultima volta. Smetti di rompermi le palle!”

Perchè ora hai anche quelle? Devo dire che ho sempre sospettato che avessi...”

BLOOM! NON STO SCHERZANDO!”

Orlando si zittì. Anche se la situazione era quasi paradossalmente comica, non si sentiva di continuare a prendere in giro Edith che, dall'altro lato, sembrava davvero fuori di se.

Ti ho chiesto solo una cena...” ribatté Orlando, stizzito.

E io ti ho detto che cosa ne penso. Non sono una che concede seconde opportunità, quindi... SMETTI DI CHIAMARE E DI ASSILLARMI” disse Edith davvero arrabbiata.

Orlando sentì la rabbia montare cieca. E quasi in tono di sfida, disse:

BENE!”

BENE LO DEVO DIRE IO!” rispose Edith arrabbiata.

EH, NO! BENE LO DICO IO MIA CARA.. SAPPI CHE NON MI INTERESSA PIÙ FARE LA PARTE DEL BRAVO RAGAZZO CON TE... TU RIESCI A TOGLIERE IL PEGGIO DELLA GENTE E NESSUNO C'ERA MAI RIUSCITO PRIMA CON ME...” replicò Orlando decisamente incollerito.

BENE!” ripeté Edith.

BENE!” ribatté Orlando.

E assieme chiusero il telefono.




Bravo! Te la sei giocata!” disse John dall'altro lato, guardando Orlando con un sopracciglio sollevato.

Orlando poggiò il cellulare sul tavolo e guardando torvo John, disse:

Non sto a farmi dire da te se sono o no bravo con le donne. Vorrei ricordarti che non ne frequenti una da quando è morta Rocio!”

Orlando si morse la lingua. Appena aveva nominato Rocio, John si era irrigidito, stringendo la mascella. Era suo amico e sapeva quanto era difficile per lui frequentare una donna che non fosse la donna che lo stava per rendere padre.

Ob! Devi ringraziare la tua buona stella e il fatto che ti sono amico. Perché, se fossi stato un altro, giuro, non ti avrei nemmeno permesso di parlare così! Ma sono un tuo amico, dicevo, e non ti spaccherò la faccia, per tua informazione. Ma solo questa volta. Perché, la prossima volta che ti sento nominare Rocio per ferirmi, giuro, ti spacco la faccia, anche se sei il mio migliore amico, anche se sei Orlando Bloom e con la tua faccia ci lavori...”

Orlando era imbarazzato. Sapeva di aver sbagliato e si sentiva davvero in colpa per questo. Talmente tanto che non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi!

John notò questo, ma si alzò dal tavolino che avevano occupato tanto a lungo e lanciando i soldi, disse:

Questi sono i soldi della mia colazione. E per quanto mi riguarda, giovedì esco con Rachel, l'amica di Edith, perché, a differenza tua, che ti senti il guru delle relazioni e, fidanzato con Kate ti metti a fare le poste per invitare a cena un'altra donna che non ti sopporta e che, per di più è fidanzata, io, a Rachel le ho chiesto il numero di telefono e ne sono uscito pulito. Cosa che non posso dire di te...” e mettendo gli occhiali da sole, guardando la porta aggiunse: “Fossi in te, se davvero ci tieni a quella ragazza e non è un capriccio, come invece credo, fai di tutto per farle capire che non è come pensa e che non sei una persona di merda. Anche se, ad essere onesto, perfino io che sono un tuo amico, sto avendo le mie difficoltà a crederlo...” e senza salutare uscì dal coffee-shop.

Orlando rimase qualche minuto fermo, fissando i soldi sul tavolo.

Fossi in te, se davvero ci tieni a quella ragazza e non è un capriccio, come invece credo, fai di tutto per farle capire che non è come pensa e che non sei una persona di merda. Anche se, ad essere onesto, perfino io che sono un tuo amico, sto avendo le mie difficoltà a crederlo...

Si alzò e prese i soldi e li mise in tasca. Pagò la colazione sua e di John e fermò un taxi.

Diede un indirizzo al tassista e guardò il panorama davanti a lui.

Anche se per te non c'è niente di strano, non credo che la nostra cara Kate sarebbe dello stesso avviso. E credo che anche lei penserebbe quello che penso io: Edith ti piace...

Era ridicolo e fuori discussione.

Edith! A lui non gli piaceva. A malapena la sopportava. Come potevano pensare solamente , tutti quanti che gli piacesse?

...comunque, stai mandando un mazzo di fiori a quella giornalista ogni ora...

Lo stava facendo perché aveva sbagliato. E lo aveva capito. E non era mica a tutti che lui chiedesse scusa. Però doveva ammettere di essere stato uno stronzo con Edith e, visto che voleva davvero fare una buona impressione, dato che ci riuscivano tutti tranne lui, voleva invitarla a cena. E se per farlo doveva fare questo... Lo avrebbe fatto. Perché, infondo, anche quello era un modo per piegare e mettere a tacere quella stronzetta saccente che era Edith Norton e prendersi una bella rivincita.

Fossi in te, se davvero ci tieni a quella ragazza e non è un capriccio, come invece credo, fai di tutto per farle capire che non è come pensa e che non sei una persona di merda. Anche se, ad essere onesto, perfino io che sono un tuo amico, sto avendo le mie difficoltà a crederlo...

Guardava la strada venire inghiottita dal finestrino al passaggio del taxi.

Volere Edith per capriccio. Era una pazzia. Lui non voleva Edith. Voleva piegarla. Voleva dimostrargli che anche lui era uno intelligente e non un cretino come si ostinava a pensare dal primo giorno che si erano incontrati.

Per capriccio...

Beh! Dire che non aveva mai pensato a come poteva essere una come Edith a letto era davvero una bugia. Ma qualsiasi uomo davanti ad una donna del genere, che aveva movenze feline e un carattere forte e inflessibile, si sarebbe chiesto come sarebbe stato fare sesso con lei. E le volte che Orlando lo aveva fatto era rimasto sempre un po' 'turbato'.

Poi ricordava Kate e tornava nei ranghi. Ma dire quella frase...

...fai di tutto per farle capire che non è come pensa e che non sei una persona di merda...

LO STAVA FACENDO! ACCIDENTI!

Che doveva fare di più? Mettersi una scopa nel culo e andarle a ramazzare la stanza? Ma non potevano essere così ridicoli! Era davvero assurdo non ammettere che Orlando stava facendo di tutto per far cambiare idea ad Edith.

Solo che non c'era riuscito. Ma non era uno che si arrendeva facilmente. E non avrebbe mollato nemmeno per tutto l'oro di questo mondo.




Rachel. Ti vuoi calmare! A parte che l'appuntamento è tra tre giorni. Mi vuoi spiegare che cosa ti turba tanto da farti vedere tutto così nero?”

Edith sorrideva con il suo cellulare in mano. Si era sollevata per indossare la giacca abbinata al pantalone grigio, che non aveva messo prima, per evitare di poggiarla da qualche parte e sporcarla e fare una figura misera davanti al capo, mentre parlava con Rachel che, spaventata, l'aveva chiamata, sfogando un'ansia incomprensibile per Edith riguardo il prossimo appuntamento con John, l'amico di Orlando molto simile a Robbie Williams.

Come si chiama?” sospirò frustata Rachel.

Edith scoppiò a ridere, di una risata piena, di quelle che si fanno di cuore. E cercando di essere seria, dato che Rachel replicava con disappunto alla sua reazione, disse:

Rach... Io ti voglio bene. Un mondo. Lo sai che per te e per la bambina farei di tutto e che, probabilmente le uniche persone per cui lo farei sarebbero mia madre e mio fratello... Ma non puoi venire a dirmi che non vuoi uscire con John solo perché si chiama John come il tuo ex marito. È assurdo!”

Rachel sospirò di nuovo. E di nuovo frustata e con voce lamentosa rispose:

Tu non credi nel destino! Ecco tutto! Se mi è andata male una volta con un John perché non dovrebbe andarmi di nuovo male, scusa?”

Perchè il mondo è vario? E perché non tutti al mondo ti lasciano come ti ha lasciata John? Per una ragazzina brava a fare pompini sotto la scrivania? Rachel... John Whitman mi sembra un ragazzo di quelli che piacciono alle mamme. Di quelli che vorrai quando Charlotte sarà in età da marito. Il fatto che sia andata male con tuo marito la prima volta -tra l'altro tutti ti abbiamo detto di non stare con lui dall'inizio, ma tu testarda non ci hai ascoltato!- non vuol dire che andrà ancora male. Dagli una possibilità. Non buttar via un'occasione per paura del destino avverso!”

Rachel rimase zitta e poi, con una vocina piccola piccola, chiese:

Dici di fregarmene, quindi?”

Edith annuì con un mormorio d'approvazione. Rachel sorrise incerta e disse:

Allora dice che posso fidarmi?”

Al cento per cento!” sorrise convinta Edith.

Rachel sospirò stavolta sognante. E carica di una nuova forza esclamò:

Vado alla Saatchi. Devo sistemare alcune cose per la mostra. Infondo tra meno di un mese la apro... E sono emozionatissima...”

Edith sorrise e rispose:

Vai. Ci sentiamo questa sera.” e chiudendo la chiamata guardò la scrivania.

C'era una foto sua e di Brian che stava vicino al computer. Lui la teneva stretta, poggiando il petto alla sua schiena. Erano in America quando avevano scattato quella foto, quando ad Edith le sembrava di essere felice con lui. Prima di Emma, insomma. La prese in mano e sospirò.

Proprio in quel momento, mentre fissava Brian, il cellulare prese a squillare.

Sbuffando, rispose, senza nemmeno guardare chi era e disse:

Edith Norton!”

Orlando Bloom!” scherzò Orlando dall'altra parte.

Edith sollevò gli occhi al cielo e disse:

Che diavolo vuoi? Non sono stata abbastanza chiara prima?”

Come l'acqua... Ma io sono testardo, oltre che malizioso ed egocentrico...” sorrise Orlando.

Bloom, è l'ultima volta che te lo dico... Non mi chiamare più!” disse Edith.

Non ti chiamerò più, stai pure tranquilla...” ribatté Orlando allegro.

Il respiro di Edith accelerò. Socchiuse gli occhi e sibilò:

Bloom, smettila di prendermi in giro. O, intervista o no, trovo il modo di rovinarti. Ho stroncato la carriera di molte persone, sai?”

Non ti sto prendendo in giro. Ti sto solo dicendo che ho capito che sei una donna speciale, diversa da tutte quelle che sono solito frequentare. E voglio davvero ottenere la tua stima. So di essermi comportata male. E sai cosa vuol dire per me ammetterlo. Credo che lo avrai capito com'è il mio carattere. Ma sono pronto a fare di tutto per cancellare la cattiva impressione che ti ho fatto al nostro primo incontro...”

Edith ascoltò Orlando e rimase confusa da quelle parole. Aveva capito abbastanza Orlando da intuire un po' il suo carattere per nulla dolce e accomodante se non gli serviva come tornaconto. E questo significava che, davvero, ci teneva ad ottenere la sua amicizia. Ma visto come si era comportato negli ultimi giorni, voleva, prima tenerlo sulla corda.

Bloom.. Devo andare ad una riunione. Non ho nessuna intenzione...”

Affacciati!” le consigliò Orlando.

Edith aggrottò la fronte e confusa chiese:

Perchè?”

Ti ho detto affacciati! Affacciati, no!” esclamò Orlando un po' spazientito.

Uno questo tono lo usi con tua sorella, se ne hai una. Secondo.. Sappi che nessuno mi tratta così...” rispose Edith.

Orlando sorrise e dolce chiese:

Signorina Edith Norton, posso chiederle l'immenso favore di affacciarsi alla sua finestra?”

Edith si avvicinò alla finestra a ghigliottina e sospirò. Era un po' preoccupata. Infondo quella mattina non aveva fatto altro che mandarle fiori su fiori, al punto che, Edith aveva scoperto la prima cosa di personale riguardante Laura, la sua segretaria. Era allergica ai fiori.

Si aspettava quindi qualche cosa di esagerato, ma si dovette ricredere. A testa in su, Orlando muoveva la mano, salutando e ridendo:

Se non accetti di uscire con me, salgo in redazione e mi metto in ginocchio!”

Edith sbarrò gli occhi. Poi, sorridendo, disse:

Finisco la riunione, vedo gli impegni per la prossima settimana e ti prometto, davvero che esco a cena con te... Basta però che a smetti con tutte queste pagliacciate.” implorò Edith.

Orlando portò la mano sotto il mento, facendo finta di pensarci. Poi sorridendo rispose:

Guarda che appena finisci inizio a chiamarti. E starò qua sotto. Non mi scappi Norton...”

Edith sorrise. Era la prima volta che Orlando la vedeva rivolgergli un sorriso. E rincuorato disse:

Allora lo prendo come un si!”

Vediamo Bloom!” rispose Edith e salutandolo disse: “Basta che mi lasci il tuo numero, così ti posso rintracciare, dato che mi hai chiamato sempre con lo sconosciuto. Ora però, devo scappare. Ho la riunione e sono in ritardo.”

L'attore non rispose al telefono. Annuì e salutò, chiudendo la comunicazione.

Edith lo salutò e rientrò dentro chiudendo la finestra.

Indossò la giacca e, con un sorriso soddisfatto uscì dall'ufficio.

Era lo stesso che aveva Orlando giù mentre si avvicinava ad un ristorante del centro per pranzare, facendo uno squillo ad Edith senza nascondere il numero.

Tutti e due credevano di aver piegato l'altro. Non sapevano che non era come credevano.




TI VA BENE IL PRIMO DICEMBRE ALLE SETTE. NON RIESCO A LIBERARMI PRIMA. SAI SONO UNA CHE LAVORA IO!”

Orlando rise. Sarebbe stata sarcastica anche sul punto di morte, quella Edith Norton. Rispose al messaggio e scrisse:

OK. PROPONGO L'IVY PER L'OCCASIONE. CI SENTIAMO ALLORA. E MI RACCOMANDO. NON PRENDERE IMPEGNI PER IL PRIMO. STAVOLTA NON TI AVVISO SE DEVO SALIRE IN REDAZIONE!”

Sorrise e mise da parte il cellulare. Edith non rispose.

Significava che andava bene.

Orlando fregò le mani entusiasta e chiamò un taxi. Quello si fermò.

Orlando salì e diede l'indirizzo di casa sua.

Aveva vinto. Si!

Avrebbe fatto capitolare la regina delle irriducibili giornaliste. A costo di giocare il tutto per tutto.




Quello che né Edith, né Orlando sapevano era che, accettando quell'invito avrebbero messo in gioco molto di più che una serata tra due che vogliono conoscersi meglio.

In gioco, con quell'invito, avrebbero messo le loro stesse vite. E solo il destino avrebbe saputo chi sarebbe stato il primo a perdere la testa.




   
 
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