Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: NiNieL82    08/08/2010    2 recensioni
POSTATO IL FINALE
“Non me ne frega niente di questo Orlando Bloom, non so se hai capito, Laura. Di pure al boss che questa me la paga. Non me lo sarei mai immaginato che avrebbe fatto una cosa simile!” esclamò Edith dirigendosi verso l’entrata del privè, dove avrebbe tenuto l’intervista.
“Ma miss Norton, Orlando Bloom e un attore di fama mondiale, il capo ha affidato a lei questa intervista proprio per questo motivo” rispose una terrorizzata Laura, segretaria personale di Edith, dall’altro capo del telefono.
[Dal primo capitolo].
“Sono lieta di conoscerla, mister Law.”
Jude sorrise e replicò:
“Ti prego, non mi far sentire più vecchio di quello che sono dandomi del lei. Chiamami Jude e tagliamo la testa al toro. Che ne dici?”
Edith sentì le gambe cederle. Certo, se lo avesse raccontato anche a Rachel sarebbe stramazzata al suolo per la sorpresa. Dare del tu a Jude Law mica è cosa di tutti i giorni.
Sorrise, un po' nervosa e disse:
“Ok, Jude!”
Gli occhi azzurri dell'attore ebbero come un lampo. Edith sentì una strana molla allo stomaco.
[Dal capitolo 22].
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ' I was born to love you.'
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Capitolo 12: De Paris a Londres.


La gita a Parigi stava giungendo al termine ed Edith e Orlando, vicini alla macchina si preparavano a partire.

Che ne dici se guido io?” chiese Orlando.

Edith stava aprendo la portiera. Guardò Orlando, l'orologio e la macchina nell'ordine, un po' allarmata. L'attore se ne rese conto e, con un sorriso, uno dei pochi con cui aveva gratificato la loro gita parigina, disse:

Tranquilla. So guidare se è questo quello che ti stai chiedendo...”

A dire il vero la paura di Edith era quella di non riuscire ad arrivare in tempo, ma, fidandosi del fatto che gli uomini, guidando, sono molto più spericolati delle donne e, almeno per quello che dicono le statistiche, hanno una giuda più sportiva, sorridendo consegnò le chiavi ad Orlando e sfidandolo disse:

Vediamo cosa sai fare Bloom!”

Orlando prese le chiavi al volo. Nonostante non si aspettasse il tiro e sorridendo rispose alla sfida, dicendo:

Sarà il viaggio migliore della tua vita Edith. Il migliore in assoluto....” e salirono in macchina senza aggiungere altro.



Brian?”

Edith. Che c'è?”

Brian ti prego dimmi che non sei stato tu?”

E se ti dicessi che non sono stato io mi crederesti?”

Edith era dentro una camera buia. Ma com'era possibile? Pochi minuti prima era in macchina con Orlando cantando “VIDEO KILL THE RADIO STAR”, ora si trovava lì a parlare con Brian. Stava sognando, era l'unica spiegazione logica. Ma che significava tutto questo? Che cosa stava chiedendo a Brian? Possibile che il suo subconscio le ponesse una domanda che non sapesse nemmeno di cosa trattasse?

D'istinto replicò:

Sei pronto a giurarlo Brian?”

L'uomo sorrise. Edith sentiva solo una voce che la circondava. Lei stava seduta in quello che, presumeva fosse il centro della stanza. Si guardava intorno cercando la fonte, il punto d'origine della voce, ma non lo vide.

Te lo giuro..”

Sentì una risata sommessa. Una risata femminile stavolta. E lei la conosceva bene. Era quella di sua sorella. Che il suo subconscio si chiedesse se Brian l'avesse di nuovo tradita con Emma? Con rabbia stavolta, voltò la testa e disse:

Emma. Che ci fai qui?”

A dirti quello che già sai. È stato lui. Anche se non lo vuoi ammettere nemmeno a te stessa...”

E tu come lo sai?”

Sto con lui!”

Emma sorrise di nuovo, maligna.

Cercando la provenienza delle voci, Edith si voltò più volte. Ma non capì da dove provenivano.

Me lo hai giurato Brian!”

Nessuno rispose.

ME LO HAI GIURATO!”

Brian sa dire le bugie Edith. Te l'ho sempre detto. Non era lui quello che dovevi perdonare...”

Stavolta la voce era quella di Paul.

Edith lo chiamò disperata. Fu inutile. Stava gridando quando...



Un fosso.

Dannazione! Un fosso così poteva distruggere qualche cosa la sotto...

E poi Rachel chi la sentiva.

La radio era spenta.

Un fosso.

Un fosso? In un autostrada non ci sono fossi. Com'era possibile?

Si era addormentata. Era crollata perché il viaggio di ritorno sembrava più lungo di quello di andata. E pensare che aveva sempre creduto il contrario.

Un altro fosso.

Orlando ma vuoi stare attento?”

Parlò con la voce impastata.

Shh! So che quello che sto facendo Norton... E poi siamo quasi arrivati...”

Edith sorrise nel sonno, soddisfatta. Erano quasi arrivati. Stava per riassopirsi quando...

Un altro fosso. Le sembrava strano che, nella strada per entrare a Londra ci fossero così tanti fossi.

Lentamente aprì gli occhi, in quello che sembrava uno sforzo immane e guardò la strada. Non erano alle porte di Londra. E tanto meno nella superstrada che di lì a poco li avrebbe portati nella capitale inglese.

Erano in una strada, sconosciuta, con poca illuminazione e, da quello che poteva vedere dai cartelli che veniva accarezzati dalla luce dei fari della macchina, ancora in territorio francese.

Orlando. Ti avverto. Se vuoi abusare di me sono esperta in autodifesa e ho un ottimo spray al peperoncino nella borsetta. Quindi, se ci tieni al tuo bel visino, fammi un enorme favore. Gira la macchina e portala sull'autostrada...”

Orlando sbuffò, divertito e, senza abbandonare il suo tono apatico, rispose:

Guarda che non ho bisogno di portare una donna in un vicolo oscuro per portarmela a letto. Ricorda che sono uno che sa corteggiare io!”

Edith sollevò il sopracciglio e, osservandolo per qualche secondo, poi, sbottò:

SENTI! IO SO CORTEGGIARE LE DONNE NON HO BISOGNO DI VICOLI SCURI PER FARCI SESSO! SONO CONTENTA PER TE, MA SI DA IL CASO CHE, IN QUESTO VICOLO SCURO CI SIAMO, PER QUALCHE OSCURO MOTIVO E, SE NON SVOLTI LA MACCHINA, GIURO SULLA COSA CHE HO PIÙ CARA AL MONDO CHE TE LE DO,PRIMA, POI CHIAMO NATO, ONU E POLIZIA FRANCESE E INGLESE, RICHIEDENDO IL MANDATO D'ARRESTO INTERNAZIONALE. QUINDI, SE NON VUOI CORRERE RISCHI INUTILI, SVOLTA STA DANNATISSIMA MACCHINA E RIMETTITI IN VIAGGIO. ORA!!”

Orlando guardò Edith per un attimo negli occhi e sempre asciutto nei toni, chiese:

Tu fai sempre così vero?”

Edith lo guardò senza capire e scuotendo la testa gli chiese:

In che senso, scusa?”

Gridi.” cominciò a spiegare Orlando. “Ottieni le cose tiranneggiando e pensando di essere sempre dalla parte della ragione, anche quando non lo sei. E quando lo sei, dalla parte della ragione intendo, riesci ad essere talmente dispotica da non rendi conto che passi dalla parte del torto, automaticamente. Come quella volta al 'Hard Rock'. Vada che fossi arrivato in ritardo, ma non c'era bisogno di comportarsi così..”

Boccheggiando per qualche attimo, Edith, guardò Orlando e sbottò di nuovo:

OH, POVERO BIMBO. TI HO FERITO VERO? NON ERI PRONTO AL FATTO CHE UNA POVERA MORTALE NON POTESSE CONOSCERE IL TUO BEL FACCINO. SAI CHE TI DICO? IO SARÒ ANCHE PREPOTENTE E ALLE VOLTE MALEDUCATA, MA SO CHE POSSO PERMETTERMELO. E CHE SE LO POSSO FARE, NON LO DEVO AL FATTO CHE HO RISO COME UN'IDIOTA DAVANTI AD UNA TELECAMERA!” e, incrociando le braccia al petto, disse, calma: “Non hai ancora portato la macchina in carreggiata. Stasera la devo riportare a Rachel, gliel'ho promesso...”

Ho chiamato John per dirgli della macchina e Rachel era con lui. Hanno detto che non ci sono problemi e che la possiamo riportare domani di mattina...” rispose Orlando che cominciava a spazientirsi, stringendo le mani, nervoso, sul volante.

Edith si voltò, lo guardò con sguardo truce e disse:

Puoi dirmi almeno dove stiamo andando?”

A riposare!” replicò secco Orlando.

E mi porti in Culonia a riposare? Sto posto se lo è dimenticato perfino Dio, talmente è isolato!” rispose Edith indicando la strada che, in effetti, appariva molto desolata.

Stavolta, Orlando, dopo aver accumulato rabbia e frustrazione per un giorno intero, esplose e sbottando, disse:

SENTI NORTON. IO CAPISCO CHE TU SIA UNA FRUSTRATA E ISTERICA TRENTENNE CHE HA DEDICATO LA SUA VITA AL SUCCESSO. MA STAI PARLANDO CON UN UOMO CHE MENTALMENTE È A TERRA. HO VOLUTO GUIDARE IO, PERCHÉ TU ERI TROPPO STANCA PER FARLO E, NEL MALAUGURATO CASO LO AVESSI FATTO, FORSE, A LONDRA CI RIPORTAVA LA POLIZIA MORTUARIA DENTRO BARE IN ZINCO. E DELLA MACCHINA DI RACHEL NON SAREBBE RIMASTO NEMMENO IL VOLANTE. ORA, IO, CHE GUIDO E CHE MI SENTO UNA PERSONA RESPONSABILE , TI CHIEDO L'IMMENSO FAVORE DI PERMETTERMI DI RIPOSARE E DI FARLO ANCHE TU, DATO CHE ABBIAMO IL BENESTARE DELLA RAGAZZA DEL MIO MIGLIORE AMICO, NONCHÉ TUA MIGLIORE AMICA, PER PORTARE QUESTA DANNATA MACCHINA A LONDRA DOMATTINA. QUINDI, ANCHE SE SO DI CHIEDERE TROPPO ALLA TUA INDELICATA PERSONA, PER UNA VOLTA POSSO CHIEDERTI DI TACERE E DI ESSERMI RICONOSCENTE INVECE DI DARMI ADDOSSO?”

IO NON TI STO DANDO ADDOSSO. SEI TU CHE FAI LA VITTIMA!” inveì Edith.

IO NON FACCIO LA VITTIMA. SEI TU CHE MI ROMPI LE PALLE..” ribatté Orlando esasperato.

IO NON ROMPO LE PALLE. IO STO SOLO NOTANDO IL FATTO CHE SIAMO IN MEZZO AL NULLA PER CERCARE UN POSTO PER DORMIRE E VISTO CHE QUELLA CHE SA PARLARE FRANCESE SONO IO E CHE, MENTRE DECIDEVI DOVE PORTARMI LEGGENDO CHISSÀ CHE COSA, DORMIVO, SCUSA SE MI PREOCCUPO!” rispose Edith.

Orlando si voltò un attimo e guardando Edith sconvolto dalla reazione, gridò:

MI HAI PRESO PER UN IDIOTA PER CASO? TI VORREI RICORDARE CHE 'BED & BREAKFAST' È INTERNAZIONALE E UGUALE IN TUTTO IL MONDO. SO LEGGERE UN CARTELLO CON SU SCRITTO CHE CE N'È UNO A MENO DI DUECENTO METRI. O PENSI DI ESSERE L'UNA PERSONA AL MONDO CAPACE DI LEGGERE?”

Edith socchiuse gli occhi e disse:

Non ho detto questo. Ho solo detto che potresti aver sbagliato a svoltare...”

E allora Edith Norton sappi che il mondo gira anche se tu ti assenti per riposare. E guarda caso... OH! Il povero cretino capisce anche l'utilizzo delle e frecce e...”

Orlando non finì la frase perché Edith gridò:

ATTENTO!” e prendendo lo sterzo in mano, girò improvvisamente, facendo finire la macchina di lato.

In un attimo saltarono fuori gli airbag e la macchina si spense, da sola, senza un motivo.

Orlando sollevò la testa intontito e appurando di non perdere sangue dalla fronte, sospirò e chiese:

Ma che cazzo ti è preso? Hai sterzato e.. Norton? Norton che diavolo fai? NORTON DOVE CAZZO VAI!”

Era inutile gridare. Correndo Edith aveva lasciato la macchina ed era scesa, dirigendosi verso l'oscurità. Orlando, allarmato, si liberò dalle cinture e dagli airbag e uscì fuori. Stava cercando di vedere dove fosse Edith, quando la vide arrivare, sorreggendo e coccolando qualcosa che teneva stretto tra le braccia.

La guardò confuso, senza capire e, quando Edith lo vide, s'illuminò e disse:

Non me lo sarei mai perdonato, Orlando, se l'avessi investito... Non è adorabile? È un gattino terrorizzato.”

Orlando sorrise e guardò il fagottino nero che teneva Edith, cercando di coccolarlo. Non ci riuscì, appena si avvicinò e cerco di allungare il dito per accarezzare il micio, quello soffiò e cercò di graffiarlo.

Non gli piaci!” disse soddisfatta Edith sollevandolo e guardandolo, aggiungendo poi, trionfante. “Un altra donna a cui non piaci. Sai.. Stavi quasi per investire una piccola gattina!”

Orlando socchiuse gli occhi e disse:

Andiamo in macchina e proviamo a mettere in moto. E niente stronzate improvvise che ci siamo giocati gli airbag.”

Edith seguì il consiglio dell'attore e salì in macchina.

Orlando la seguì e assieme ripresero i posti assegnati, con l'aggiunta della piccola gattina, aggiuntasi al duo, che, seduta nelle gambe della sua salvatrice, faceva le fusa felice.

Orlando girò la chiave nel quadro, ma, stranamente, la macchina sprofondò un po'. Provò di nuovo. Nulla, la macchina sembrava sprofondare ogni volta che le ruote giravano veloci e a vuoto.

Ci siamo impantanati!” esclamò alla fine Orlando arreso.

Cosa!?” cercò conferma Edith, sperando di non aver sentito bene.

Orlando la guardò e disse:

Il terreno è molle. C'è fango, la macchina c'è finita dentro e il risultato è che, anche se proviamo a farla partire, non ci riusciamo perché la macchina sprofonda sempre di più.”

Edith sollevò, per l'ennesima volta, un sopracciglio, indignata dalla risposta. E con tono aspro, disse, accarezzando la gattina:

So cosa vuol dire essersi impantanati. E so che siamo nella merda, scusandomi il francesismo, dato che ci servirà un carro attrezzi per rimuoverla. A meno che...” ci fu attimo di silenzio, poi, asciutta finì: “Scendi e spingi!”

Orlando la guardò con tanto d'occhi e disse:

Ma sei pazza? Con la mia schiena. Scendi tu a spingere!”

Mio Dio! Che gentleman. Faresti scendere una donna a spingere! Ma che dovevo aspettarmi da uno che arriva in ritardo ad un'intervista...” ribadì per l'ennesima volta Edith.

Orlando sbuffò infastidito e sciogliendo le cinture, aprì la portiera, prese le chiavi dal quadro e scese dalla macchina. Edith lo guardò esterrefatta, mentre si allontanava e solo quando anche lei fece lo stesso, seguendolo, gridò:

Che cosa vuoi fare Bloom?”

Vado a piedi. È l'unica cosa giusta da fare. E poi cercare aiuto, credo che sia la seconda...” rispose Orlando senza voltarsi.

Edith gli andò dietro e disse:

Ma hai detto che ci volevano duecento metri per arrivare al bed & breakfast!”

Bene. Almeno camminiamo e sbolliamo un po' di rabbia!” ribatté Orlando.

Edith lo guardò e bloccandosi disse:

Ma sei scemo. Mi porti in mezzo al Triangolo delle Bermuda, di notte e dici che dobbiamo camminare per sbollire la rabbia?”

Alla domanda di Edith, Orlando si voltò e con occhi assassini, disse, indicandola ripetutamente:

Se solo non ti avessi incontrata Edith Norton, io non sarei qui. Se solo non avessi deciso di fare una buona impressione su di te, piegarti e farti vedere che sbagliavi, forse, ora, non ci sarebbe quel dannatissimo articolo sul 'Sun' e io sarei ancora con Kate. Se solo non ti avessi seguito questa mattina, in una missione che sapevo persa in partenza, a quest'ora, non saremmo in mezzo al nulla cercando di raggiungere un bed & breakfast di cui non vedo nemmeno la sagoma... Quindi, cara Edith Norton, faresti davvero molto bene a stare zitta e non lamentarti. Non ti ho chiesto di proteggermi e non voglio che tu lo faccia. O devo ricordarti che hai comunque due anni meno di me?"

Tu sei l'unica che sa tenere a bada Orlando. .. devi proteggerlo Edith, promettilo...

Le parole di Kate arrivarono nella testa di Edith come una cannonata. Guardò Orlando e chiedendosi come la sua ex riuscisse a vedere tutte quelle cose meravigliose che lei non vedeva, nonostante si ostinasse a cercarle, Edith, essendo una persona che teneva la parola data, fece un profondo respiro e sorridendo, passando una guancia sulla testa del gattino, disse:

Invece di dirmi che cosa devo fare e come ti ho messo nei casini, cammina e smettila di lamentarti..”

Orlando sbarrò occhi e bocca e disperato, alzando le braccia al cielo, gridò:

Ma che ho fatto io di male, Dio!”

Edith sorrise e tirò avanti, dicendo poi, serena:
“Ti ho detto di smetterla. E poi non prendertela con Dio. Avevi ragione. Il bed&breakfast è a pochi metri da qui...” e indicando aggiunse: “Vedo le luci e una sagoma laggiù?” e senza aspettare una risposta, si allontanò verso il presunto bed&breakfast.

Orlando rimase qualche secondo da solo. Poi, scuotendo la testa, si riprese dalla sorpresa e pensò che, quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire prima del sorgere del sole.



Il bed&brakfast, che sventolava un'insegna inglese che diceva 'Cloe's house' era ciò di meno inglese che Edith e Orlando potessero trovare.

Di certo, però non si lamentarono.

I pavimenti non erano ricoperti di moquette o di legno. Al posto di questi materiali usati moltissimo in Inghilterra, c'erano grosse lastre di pietra che, Edith pensò, dovessero dare un'aria calda al luogo, come un ritrovo di montagna dopo che si torna da sciare. E in effetti, il pavimento di pietra, i muri in legno, la sala di ritrovo con un grossissimo camino che troneggiava occupando quasi una parete, riuscivano nell'intento. Aggiungendo poi le varie decorazioni di Natale, l'effetto era davvero stupefacente.

Fu Edith ad avvicinarsi a passo sicuro alla reception. Sorrise e in perfetto francese chiese:

Vorrei sapere se avete due singole per noi?” e indicò Orlando che sorrise e salutò dietro di lei.

La signora dai biondi ricci tinti che stava all'accoglienza, guardò i due e sorrise, aprendo le labbra, cariche di un rossetto cremisi su denti ingialliti dal fumo di mille sigarette fumate, di cui Edith vedeva i mozziconi nel posacenere, più quella che le si consumava tra le dita grassocce, sorrise e rispose:

Camere singole? Dovrei controllare, scusi!”

Edith aggrottò la fronte e guardò la donna allontanarsi. Si voltò e mormorò qualcosa ad un'altra donna dietro di lei, più anziana, chiamandola 'maman', mamma, indicando con un sorriso, il giornale che la vecchia stava leggendo e che ritraeva in copertina, una foto di Orlando che baciava appassionatamente Kate. Si voltò verso l'attore e disse:

Accidenti ti hanno riconosciuto!”

E allora?” chiese Orlando infastidito dall'affermazione della giornalista. “Mi devo anche punire per il fatto che sono famoso e la gente mi riconosce quando mi vede?”

Edith scosse la testa e rispose:

Non sto dicendo questo idiota. Sto solo dicendo che appena ha sentito che volevamo una stanza a testa, mi ha sorriso e si è allontanata dal banco dicendo che doveva andare a controllare se ne aveva. E invece si è avvicinata alla madre, l'ha chiamata e ha guardato la copertina del giornale, rivolgendo subito dopo uno sguardo a te...”

Orlando aggrottò la fronte e anche se non capiva i mormorii delle donne che aveva di fronte, si rese conto che indicavano il giornale e lo guardavano di tanto in tanto.

Imbarazzato, si voltò e cominciò a guardare, con troppo interesse, le decorazioni attaccate alla ringhiera di legno della scala che portava ai piani superiori e, quindi, alle camere.

Passarono pochi secondi prima che la donna si riavvicinasse e, sorridente, annunciò:

Mi spiace, abbiamo solo la suite nuziale. Molte persone tornano in paese a Natale e non tutti vanno a casa dei parenti, preferendo venire qua...”

Edith sbarrò gli occhi e gridò:

COSA!?”

La donna sorrise e spiegò più lentamente:

Ab-bia-mo mol-te per-so-ne e non pos-so dar...”

Ho capito... Intendevo che ero sorpresa del fatto che un bed&breakfast non avesse camere singole...”

Orlando, sentendo la voce alterata di Edith, so voltò e chiese:

Che succede?”

Hanno solo la suite nuziale....”

COSA!?”

Edith sollevò un sopracciglio e in inglese disse:

Appunto!” e tornando a parlare in francese, chiese: “C'è qualche altro bed&breakfast nelle vicinanze?”

La donna che sembrava divertita, scosse la testa dicendo:

No. Il prossimo è a più di venti chilometri da qui e non credo che diano camere dopo una certa ora...”

Chiedigli se c'è un altro bed&breakfast nelle vicinanze” chiese Orlando nervoso, sussurrando all'orecchio di Edith e aumentando la curiosità della padrona dell'ostello.

Edith se ne rese conto e, spostando Orlando infastidita con un gesto della spalla disse:

Gliel'ho già chiesto!” poi, voltandosi e guardando la donna che aveva davanti, con il suo tono autoritario che metteva in riga perfino i morti al cimitero, disse: “Senta. Ho la macchina ferma a duecento metri da qua. Vogliamo solo un posto dove passare la notte tranquilli e qualcuno che ci possa sistemare la macchina per tornare a casa prima della fine dell'anno. Quindi, ora le faccio due richieste e VOGLIO che vengano rispettate. La prima è che, visto che legge tutti quei giornaletti spazzatura e ha capito chi è il mio amico, PRETENDO che non esca nessuna indiscrezione sulla nostra permanenza nel vostro albergo. Se la mia richiesta non verrà accolta, accettata o rispettata, domani mattina stessa avrete i miei avvocati alle porte con una bella denuncia. Secondo... Visto che non posso utilizzare la macchina, le sarei grata davvero se chiamasse qualcuno per toglierla dal pantano in cui è caduta. Così', domattina, possiamo partire tranquilli e lei avrà una preoccupazione in meno..” e sorrise malvagia.

La donna si irrigidì e guardando Edith negli occhi, sorpresa dal tono aggressivo, rispose, in inglese quasi perfetto, stavolta:

Ok. Per la prima opzione posso aiutarvi. Per la seconda, mi spiace ma dovrete aspettare domattina. Qua siamo in un paesino, non stiamo mica a Londra dove, uno schiocca le dita a qualsiasi ora e ha tutto a portata di mano..”

Orlando con la bocca aperta esclamò indignato:

Parla in inglese e per tutto questo tempo ha parlato solo francese!”

Edith ignorò Orlando e pronta a mercanteggiare, disse:

Quando domattina?”

Stavolta fu il turno della donna di sorridere malvagia e dire:

Domattina verso le dieci..”

LE DIECI!?” dissero in coro Orlando ed Edith facendo girare un famiglia che stava davanti al camino e che, con uno sguardo malevolo, mostrò la propria disapprovazione lamentandosi in francese e ad alta voce.

Edith li ignorò e disse:

Sta scherzando? Noi con quella macchina dobbiamo arrivare a Londra entro il primo pomeriggio...”

La donna, che sembrava provare un macabro piacere, disse:

Mi spiace. Il meccanico abita nel paese vicino e non possiamo fare nulla per voi fino alle dieci di domani!”

NON HA UN NUMERO DANNAZIONE PER CONTATTARLO?” esclamò Edith nervosa.

La donna scosse la testa senza abbandonare il suo sorriso, contenta di potersi vendicare almeno così del fatto che non poteva chiamare i giornalisti per farsi un po' di pubblicità gratuita e guadagnarci pure qualche spicciolo in più, disse:

C'è stato un fortissimo temporale qualche giorno fa e ha fatto saltare tutti i collegamenti con gli altri paesi. Mi spiace... Non posso chiamare e non posso aiutarvi.”

Edith imprecò e portando una mano sulla fronte disse, rivolgendosi ad Orlando:

La prossima volta che ti viene una straordinaria idea, anche se so che per te è un evento da ricordare, sei pregato vivamente di non prendere iniziative senza aver consultato la persona che ti sta vicino..” e rivolgendosi alla donna, disse: “Possiamo avere le chiavi della suite nuziale?”

La donna le porse le chiavi e disse:

La stanza sta all'ultimo piano. C'è una targhetta dorata su cui non è inciso nulla sopra.”

Edith prese la chiave e impotente, sensazione a lei sconosciuta, disse:

Posso portare con me il gatto. L'ho trovato ora per strada e non me la sento di abbandonarlo...”

La donna guardò la gattina e stavolta fu la madre a rispondere:

Se lo vuole, lo può anche tenere. Lo hanno abbandonato in una cesta un paio di settimane fa con cinque gattini bianchi e neri. Essendo l'unico completamente nero, nessuno lo ha voluto in paese.. Sa. I gatti neri portano male. Quindi se vuole e mi giura che domani lo porta via, lo può tenere in camera con lei...”

Edith guardò il gattino dagli immensi occhioni azzurri e sorridendo, disse:

Domani lo porto via, stia tranquilla. Da noi il gatti neri portano fortuna..” e guardando Orlando aggiunse: “Andiamo. Sono stanca..” e anche se dentro aveva piccoli guizzi di rabbia che le facevano venir voglia di far del male a qualcuno, Edith sorrise tenendo il gattino in braccio e coccolandolo lo strinse al seno.



Come gli era stato indicato, arrivarono davanti alla camera dell'ultimo piano, contraddistinta dal fatto che era l'unica camera con la targhetta vuota.

Tutte le camere hanno un nome proprio per riconoscerle. Questa no. Chissà perché?” chiese Orlando guardando la targhetta vuota.

Edith sospirò e infilando la chiave nella toppa, disse:

Non so perché ma credo che, sapremo presto il perché” e aprendo la porta, con aria schifata, disse: “Ecco! Appunto!”

Orlando si affacciò e guardò la camera. Era un miscuglio di stili e colori. Dall'ottocento al rustico per gli stili. Dal bianco al rosa pallido per i colori.

Facendo una smorfia disgustata, Orlando, lentamente entrò. E vedendo la camera in tutta la sua completezza, disse:

Credo di non aver mai visto qualcosa di così... così... così...”

Orrendo?” chiese pratica Edith entrando e guardandosi intorno.

Con aria schifata, Edith, guardò il letto a baldacchino su cui stavano attaccate zanzariere bianche e rosa, mentre sul letto spiccavano cuscini di ogni colore e forma. Vicino c'era una cassettiera bianca, con i pomelli per aprire dorati.

Alle finestre c'erano tendine rosa con fiorellini gialli. E la carta da parati.. Beh! Quello era il vero tocco di classe. Bianca con fiorellini rossi.

Dev'essere che considerano tutto questo molto romantico...” disse Edith lasciando andare la zanzariera e guardando disgustata la camera.

La gattina miagolò, guardando la camera con aria poco convinta, muovendosi ancora più sinuosa di quanto non lo facesse normalmente un gatto. Poi, con uno scatto elegante, si mise sulla sedia bianca e si acciambellò, e sbadigliando poggiò la testa cominciando a dormire.

Edith soddisfatta, la guardò con la stessa aria di una madre che vede muovere i primi passi al proprio bambino e con voce sognante chiese ad Orlando:

Non la trovi elegantissima?”

Orlando che cercava ancora di capacitarsi del fatto che si fosse trovato in una stanza simile, non guardò né Edith, né il gatto, anzi, interessato ad uno strano e oblungo soprammobile, disse, con aria poco convinta:

Non mi intendo di gatti, mi sono sempre e solo piaciuti i cani. Pensa che ne ho due”

In quel momento, visti i continui battibecchi, Edith, guardò Orlando in tralice cercò di immaginarlo con due cani: gli vennero in mente, prima due Yorkshire isterici, poi, due chiuaua freddolosi avvolti in cappottini di lana finissima.

Evitando una battuta acida, disse:

Bene. C'è solo un letto..”

Sagace!” ribatté Orlando guardandola divertito.

Edith sollevò un sopracciglio e disse:

Lo so che c'è solo un letto, se solo mi lasciassi finire, avrei detto che dobbiamo trovare un modo per dormire...”

Sese!”intervenne Orlando tornando a guardare il soprammobile. “Comunque io non posso dormire per terra. Mi farebbe male la schiena...”

Edith lo guardò spalancando la bocca e indicando il letto disse:

Questo significa che mi faresti dormire per terra?”

Orlando si voltò a guardarla con l'oggetto oblungo in mano e serio rispose:

Io non ho detto questo!”

Edith sollevò gli occhi al cielo e disse:

E cosa volevi dire? Sia chiaro che nemmeno io dormo per terra...”

Orlando si voltò poggiò l'oggetto nella cassettiera e sorridente, disse:

Bene. Nemmeno io dormirò per terra. E non pensare che sfratterò il gatto per dormire nella sedia. Sei tu quella che mi ha cacciato in questo guaio. E donna o no, ho più diritti di te...”

Edith lo guardò trasecolata. Era impazzito. Completamente fuori. E puntando i pugni chiusi nei fianchi, stringendo gli occhi, disse:

Io dormo nel letto, Bloom.”

Anche io!” ribadì Orlando nella stessa posizione.

Edith si avvicinò a letto e prendendone uno particolarmente brutto, cominciò a lanciare i cuscini e arrabbiata disse:

BENE!”

BENE!” ripeté Orlando con lo stesso tono e facendo lo stesso.

E togliendo gli indumenti, rimanendo solo con la t-shirt lui, una magliettina di lycra lei, si misero a dormire, tergo contro tergo, tirandosi il piumone e scalciando per farsi male.

LA LUCE!” protestò Edith.

Ringrazia solo che mi da fastidio dormire con la luce accesa, altrimenti l'avrei lasciata così” rispose Orlando e allungandosi spense la luce.

Lottarono uno contro l'altro ancora un po', anche con la luce spenta. Smisero solo quando si resero conto che, i termosifoni avevano la stessa temperatura di una serra per far crescere i fiori e che, quindi, troppo movimento, avrebbe aumentato il senso di caldo.

Dopo pochi minuti, quando si sentiva solo il leggero ronfare del gatto, Edith, disse:

La chiamerò Posh!”

Orlando aggrottò le sopracciglia e chiese:

Chi?”

La gatta, idiota!” rispose acida Edith, aggiungendo: “La porto da me. Brian mi ha sempre promesso un gatto, ma non me lo ha mai regalato, quindi... Mi faccio il regalo di Natale da sola...”

Orlando sorrise. Poi pensò a Brian e sentì un vuoto al cuore. Un vuoto profondo che collegò alla fine della sua relazione con Kate. Certo, fino a che non tornava, non sapevano come avrebbe reagito alla storia che avevano piazzato. Nonostante questo, Edith, poteva ancora considerarlo il suo uomo. Lui con Kate non poteva fare lo stesso.

Edith?” disse timidamente Orlando.

Che c'è?” rispose seccata Edith.

Orlando prese coraggio e disse:

Oggi ho detto delle cose cattive su di te. Ma non le pensavo. È che sono nervoso. E quando sono nervoso faccio così. Non credevo che bastasse così poco per perdere Kate. E forse, è come dice lei. L'articolo è servito per aprire ad entrambi gli occhi e accorgerci che le cose non stavano andando bene per via della troppa lontananza... Comunque.. Tu ti sei fatta tutti questi chilometri in macchina per me. E io te ne sono grato. Davvero.”

So che alle volte Orlando è insopportabile. Che è troppo egocentrico per rendersi conto che intorno a lui gira un mondo meraviglioso. Che è malizioso allo sfinimento. Ma è un ragazzo d'oro se vuole. E sa dare il cuore a chi gli vuole bene e fa qualche cosa per lui di davvero importante. E credo che, visto quello che ha detto pochi minuti fa, pensi lo stesso di te, Edith. Non tutti sono disposti a salire su di una macchina, viaggiare ad alta velocità per due stati, lasciando una capitale per raggiungerne un'altra.

Di nuovo la voce di Kate riempì la testa di Edith.

Sospirò e rispose:

L'ho fatto perché mi sento un po' in colpa. Non so il motivo ma mi sento in colpa...”

Orlando sorrise e replicò:

Tu non hai colpa Edith, non prendertene se non ne hai!”

Edith sospirò. Stava pensando agli ultimi avvenimenti, quando sentì Orlando:

Edith?”

Uhm?”

Posh. È un nome idiota...”

Edith sbuffò fingendo di essere infastidita e disse, divertita:

Mi piace. E questo ti basti!”

Orlando sospirò e si mise a dormire.

Edith però non riuscì a prendere sonno. Pensava e i pensieri tornavano a quel sogno. Perché proprio in quel momento il suo subconscio le aveva propinato quel sogno. Perché? Perché si chiedeva se Brian le diceva la verità? Ma la verità su cosa?

Lentamente socchiuse gli occhi. E cadde di nuovo tra le braccia di Morfeo.

Sognò Orlando con in braccio due cani Yorkshire che abbaiavano isterici.

Falli tacere Orlando” diceva Edith infastidita.

Non è colpa mia Edith. È colpa di Brian. Anche se io è Kate ci siamo lasciati è colpa di Brian!” disse Orlando piangendo.

Edith corrugò la fronte.

Orlando ma che dici?”

Orlando sparì. Edith lo chiamò, ma al suo posto apparì Brian. E rideva. Rideva come un matto.

Edith sentì la paura crescere. Gridò forte nel sonno.

E pensando di aver gridato, grondante di sudore, si mise a sedere nel letto, col fiato corto. Orlando russava tranquillo, stanco dalla giornata. Posh stava ai piedi del letto. Edith si guardò attorno, portando una mano sulla fronte, per riprendersi. Poi guardò Orlando, si avvicinò a lui e stringendolo si assopì. Si sarebbe sicuramente svegliata all'alba e si sarebbe staccata per tornare al suo posto.

Sorridente si riaddormentò e sognò cose stupide. Che la tennero addormentata più del previsto.


   
 
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