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Autore: samskeyti    09/08/2010    10 recensioni
Soteriologico, verosimile e disperatissimo sogno nato dall'analisi del rapporto che lega Matthew e Dominic verso un solo destino: amarsi,
e farlo nel modo meno sereno e più silenzioso possibile, abnegando una vita normale in nome di un unico, risucchiante ed ineluttabile bisogno speciale.
Tra vergogna, sbagli e paura, l'infinita lotta di due uomini invincibili.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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•SPECIAL NEEDS•

When you can't get what you want
But you can get me!
So let's set up and see,
'Cause you are my medicine
When you're close to me.

[Gorillaz.]

 


Quinto Capitolo: Are you here with me?

 

(Estate 1996, post competizione).

Fu difficile credere alla voce della giuria, quando annunciò che il primo premio in palio alla competizione era stato aggiudicato proprio ai nostri cari Matt, Dom e Chris. Si alzarono dal posto in cui avevano atteso la fine dello show, accompagnati dallo scroscio degli applausi entusiasmanti del pubblico, e presero tutti i complimenti e le congratulazioni che si erano meritati. Il giudice principale disse che era stato colpito particolarmente da quel voluto ritorno ai grandi classici della musica rock dark; apprezzò anche il carattere timido, ma deciso con cui Matt aveva suonato, seguito in perfetta sintonia dagli altri due, dotati entrambi di talento strabiliante.
La gente nel pubblico era un continuo urlare confuso. Tutti, senza saperlo, si trovavano davanti ad un futuro colosso della musica e questo già si avvertiva nell'aria elettrizzata di quella tiepida serata di inizio estate.

L'after show si distribuì fra la conoscenza degli altri gruppi, con cui i nostri tre si scoprirono in grandiosa armonia, e il rilascio di qualche intervista per giornali locali o al massimo nazionali. Erano stati notati, ma lo seppero solo qualche tempo più tardi.
Mentre si stringevano le mani con un gruppo della loro scuola e progettavano altri live show, uno sciame di fanciullette strillanti li avvolse. Stapparono le bottiglie di birra e brindarono al successo, tanto i genitori e i tutori vari avevano concesso loro carta bianca per una nottata, come giusta ricompensa. Anche le fidanzate di Matt e Chris giunsero ben presto; si attaccarono ai loro musicisti, decise a non lasciarseli scappare per nulla al mondo. La ragazza di Matt gli sussurrò all'orecchio che quella notte poteva disporre di lei a suo piacimento; lui accolse la proposta con visibile interesse, ma le suggerì di rimandare per qualche ora, prima bisognava gloriarsi fino in fondo fra gruppi.

Chris un'oretta dopo, quando ormai la saletta del festeggiamento era bianca di fumo e il pavimento scivoloso di alcolici, agguantò i suoi complici per dire loro che aveva procurato un furgone.

«Ragazzi miei, ho un pullman molto hippie pieno di tutto il necessario!» disse, stringendo per mano la sua bella ragazza.

«Ma grande Chris! Prendo la mia e andiamo!» gli rispose Matt, andando in cerca della fidanzata.
Dom appoggiò il bicchiere di birra che stava finendo e sospirò, assaporando l'amarezza del alcool nella bocca.

«Tu Dom non porti nessuna?» chiese la compagna di Chris.

«Boh...se qualcuna vuole...» bofonchiò il biondo. Si guardò attorno tristemente, ma non cercava nessuna ragazza.

«Scherzi? Fanno a botte per conoscerti! Forza indicamene una e te la chiamo!» esclamò Chris, additando un gruppetto di ragazzine graziose.
Dom le trapassò; dietro di loro c'era Matt che stringeva a sé la sua prescelta. Gli venne la nausea di vivere. Provava dolore anche solo a respirare.

«Quella rossa, chiama lei» ma la sua voce sfociava senza filtri da un cuore mal ridotto. -Che mi prende? Perché questa sera, proprio questa, deve soffocarmi la gelosia? Essere possessivo mi ucciderà, devo guarire. Matt non è mio, è giusto che stia con chi vuole. Siamo solo amici, ora la smetto di comportarmi come un...come un coglione, perché è questo quello che sono.

«Siamo pronti?» domandò allegro il cantante, di ritorno.
Chris, la sua fidanzata, Dom e la rossa fecero segno di seguirli all'uscita. Le sei persone salirono a bordo di un camioncino a fiori; dentro casse per musica, mini-bar, brandine e fumo a volontà.
Subito i 4 fidanzati si lanciarono sui lettini, abbandonati a baci e carezze senza vergogna. Non degnarno neppure di uno sguardo il resto.
Dom e la rossa erano al culmine dell'imbarazzo. Avevano solo scambiato qualche parola. La fanciulla era cotta del biondo, ma lui era gelido. Bevve qualcosa di fresco, poi si accese mestamente una sigaretta. Lei lo imitò e cercò di fumare atteggiandosi in modo più provocante possibile. Solo quando capirono che gli altri quattro si stavano ormai denudando e preparando per passare al sodo, Dom non ne poté più di starsene impalato.

-Chiudi gli occhi. Afferrò la ragazza e la fece distendere su un divanetto. Anche loro si ritrovarono a fare quello che facevano gli altri e, reprimendo ogni pudore, si diedero alla pazza gioia.

Solo per un momento, Matt, sotto il corpo della sua ragazza, lanciò un'occhiata in direzione di Dom. La fortuna volle che i loro sguardi s'incontrassero. A Matt sembrò che dagli occhi di Dom colasse una lacrima.
-Cos'hai, amico mio? e, sempre mentalmente, Dom parve rispondergli: -Guarda, ce la sto facendo!

La mattina non tardò ad arrivare. Il sole invase quel posto piuttosto maleodorante, illuminando i sei corpi nudi e sudati. Le prime a svegliarsi furono le ragazze. Si rivestirono velocemente, lasciando i loro pathers dormire. Dovevano assolutamente andare a casa; i genitori le avrebbero di sicuro rimproverate, meglio non attardarsi ulteriormente. Erano pure amiche. Li lasciarono con qualche bacio, ma i ragazzi dormivano beatamente.
Dom fu il primo a dare segni di vita. Sbadigliò e si guardò attorno. La puzza e il caldo erano davvero disgustosi.
-Che schifo, manco i barboni si riducono così a 18 anni. Sì, aveva fatto sesso con una mezza sconosciuta, ma non aveva perso la sua razionalità e neppure la sua insofferenza.
Ad un tratto diventò pallidissimo. Si accorse di trovarsi non in una situazione sfavorevole, bensì...eccezionale. E questo perché a meno di due metri da lui stesso, ancora sul divano, c'era Matt. Matt nudo.
Dormiva sul fianco sinistro, e quindi le parti intime erano coperte. Ma non fu quello ad imbambolare Dom. Il colpevole della sua momentanea estasi era la vista di un corpo di perfetta grazia.

La giovinezza ne addolciva ogni singolo centimetro di pelle candida. I capelli arruffati sul cranio erano la cornice di un volto che trasmetteva solo pace e quiete. Se l'occhio di Dom scendeva, poteva gustare la morbidezza del petto, la magrezza della schiena, la lunghezza delle articolazioni. Sembrava di trovarsi accanto ad un'opera di Michelangelo. Un'opera di Michelangelo solo un po' più scarna delle altre.
Dettaglio sexy, per l'appunto. -Smetterla, devo smetterla di farmi del male.


«Buongiorno!» tuonò all'improvviso Chris, facendo sobbalzare Dom. Finì la contemplazione e sorrise al bassista.

«Copriti!» gli rispose, lanciandogli una felpa. Lui almeno si era rimesso le mutande.

«Matt è schiattato» commentò Chris, guardando ridente l'amico mummificato.
Dom non trovò divertente la battuta. Il suo Adone era solo addormentato. Nessuna ironia a proposito.

«Sveglialo, andiamo a fare colazione» disse poi Dom, cercando la sua maglietta.

Si recarono in un bar, proprio a due passi dal posto in cui avevano trascorso la notte, e ordinarono caffè e brioche, sperando che i camerieri potessero sorvolare sulle motivazioni delle condizioni in cui si trovavano. Infatti assomigliavano a profughi appena sbarcati in Inghilterra.

«Che stanchezza!» ammise Matt, massaggiandosi il collo dolorante.

«Puoi dirlo forte» approvò Chris, mentre richiamava alla memoria tutte le delizie che si era scambiato con la fidanzata. 

Dom annuì senza aggiungere altro. Sapeva che presto sarebbero partiti all'arrembaggio per sfotterlo sulla rossa.

«Allora, com'è andata?» chiese il bassista, rivolgendosi però in generale.

«Spaziale» rispose Matt, giocherellando con una bustina di zucchero.

«Bello» disse Dom, mentendo alla grande. Gli aveva fatto schifo. Aveva ancora il profumo dolciastro di quella sul suo corpo, non vedeva l'ora di farsi una doccia.

-Chissà se è stata solo una mia impressione o tu ieri hai pianto... pensò Matt, squadrando diffidente l'espressione facciale di Dom.
-Ti prego, non mi guardare così. Lo sai che mi denudi con un'occhiata! Lo rimproverò Dom, felice di vedere finalmente arrivare la colazione, prima gioia della giornata.
La conversazione morì lì.


Quel pomeriggio il sole scaldava davvero tanto. In casa era impossibile resistere. Magari, camminando all'aria aperta, il senso di soffocamento sarebbe passato. Dom uscì e, faccia fra l'arrabbiato e il bastonato, lasciò che i raggi solari gli colpissero le braccia scoperte dalla t-shirt verde chiaro. Voleva che la sbornia e lo schifo se ne andassero del tutto. Già dopo una doccia fredda e un paio di ore di sonno nel letto, la situazione era migliorata. Ora gli serviva solo sana fatica.
Chris invece era già a casa della fidanzata. Stavano scorrendo le foto che lei stessa aveva fatto e sviluppato. Lui ne era follemente innamorato.
Matthew per qualche motivo sconosciuto aveva un'implacabile voglia di suonare il pianoforte. Aveva letto una frase in latino da un vecchio libro, che sentiva adattarsi perfettamente alla sua condizione.
La frase antica diceva: "Post coitum omne animal triste est". Significa, letteralmente: ogni animale è triste dopo il coito. Ma, in pratica, vuol dire che dopo avere avuto un rapporto si è tristi.
E infatti proprio in questa condizione mentale si considerava; una profondissima tristezza gli appesantiva la carne.
La soluzione più logica gli sembrò quella di dedicarsi al pianoforte, l'inseparabile amico e confidente di ogni malessere. Era a casa da solo, quindi poteva concedersi anche le melodie più sonore, curvo e ripiegato per farsi spezzare e poi aggiustare l'anima dalle note.

Dom girovagò senza meta. Una cosa però lo pietrificò. Dopo un'ora di giri dell'oca, alzò lo sguardo e: eccosi davanti a casa di Matthew. Non lo aveva fatto apposta. Poteva giurarlo su suo padre. Lanciò una rapida occhiata al giardino. Mancava la macchina dei nonni, quindi erano usciti, e forse anche Paul e Matt non si trovavano lì. Stava per fare retromarcia e cancellare quell'episodio preoccupante, quando udì una musica delicatissima uscire da una finestra lasciata socchiusa. Era Matthew, nessun dubbio.
Come cambiò colore il mondo, sapendo che Matt era a pochi metri e stava suonando nessuno potrebbe dirlo al posto di Dom.
Corse verso il cancello, lo saltò e arrancò fino alla finestra rivelatrice.
Spiò l'interno della casa. In sala c'era il suo migliore amico e stava suonando con gli occhi chiusi. Le mani scorrevano abili sulla tastiera, i capelli coprivano il volto, e i muscoli delle braccia si sollevavano sotto la pelle.
Dom non voleva essere invadente. Magari Matt gradiva la solitudine in quel momento, perché doveva rovinare l'atmosfera? Però era così difficile e doloroso proibire all'orecchio di godere di quel suono armonioso. Desiderò essere un mobile, o lo stesso pianoforte, così da ascoltarlo in pace.
Il sole gli stava scaldando la schiena. Si sentì grondante sudore; o se ne andava o entrava. Decise di andarsene, Matt era troppo preso per interrompersi a causa di un amico ficcanaso.

Il volto di Matt si alzò di scatto e lo sguardo balzò in direzione di Dom. Nel vederlo appiccicato al vetro come un passerotto curioso, sorrise di un sorriso che amplificò moltissimo la bellezza del viso. Il biondo indietreggiò arrossito. Aveva fatto la figura del guardone. Con un cenno della testa, il pianista invitò il batterista a farsi avanti. Dom non indugiò. Aprì la finestra ed entrò di corsa. Era però tutto bagnato di sudore, quindi si tamponò vergognoso.

«Come...come ti sei accorto di me?» chiese con voce rotta l'intruso.
Matt alzò le spalle e poi rispose, scandendo le parole con eleganza inaudita:

«Oggi è una giornata ventosa. E io riconoscerei il tuo profumo a metri di distanza.»
Dom non poté che sentirsi sprofondare. Era un bene o un male? Era un complimento o una critica? Era un amico fedele o uno spione assillante?

«Posso andare in bagno?» domandò infine, per smorzare l'ansia.

«Con comodo, Dominic» replocò Matt, riprendendo a suonare come se niente fosse avvenuto.
Dom si diresse al bagno, si lavò la faccia, si sistemò alla meglio i capelli, ma desiderava cambiarsi la maglietta umida.

«Matt, posso mettermi una tua maglietta? La mia è bagnata, fuori fa caldino!»

«Certo» gli disse la voce proveniente dalla sala.
Dominic ne pescò una dal cesto del bucato. Si rinfrescò e la indossò. Candido e profumato, tornò nella sala.

«Grazie e scusa...passavo di qui...» farfugliò, gesticolando a casaccio.
Matt rise sottovoce e continuò ad esercitarsi, perfettamente ritto sullo sgabello in semilpelle e imbottito.

Dom prima si accostò alla coda del piano. Per paura di combinare qualche altro guaio però, avanzò verso il pianista affascinante più che mai. Stava eseguendo Chopin, il suo preferito.
«Siediti.»

Dom obbedì alla voce suadente e calmissima. Era raro trovare Matt in queste condizioni di tranquillità estrema. Prese posto affianco al suo migliore amico e cominciò a fissare i tasti, le mani, gli spartiti; tutto era meraviglioso. La sala era anche in penombra, quindi ogni cosa appariva più rotonda del normale, più confusa.
Ah, quanto tempo sarebbe rimasto lì ad ascoltarlo! Ore, giorni, anni. Si sarebbe fatto piccolo piccolo per non creare alcun disturbo e dopo si sarebbe reso invisibile, impalpabile, un tutt'uno col suo migliore amico.
Fantasticò per un lasso di minuti indeterminato; semplicemente errava ed errava con la mente vibrata nell'immaginazione più libera.

Ad un tratto Dom si rese conto che la melodia deviava da quella ben conosciuta del compositore.

«Matt, è un pezzo tuo?» sussurrò, preoccupandosi di non disturbare la musica.

«Te ne sei accorto...» bisbigliò Matt e gli regalò uno sguardo ricco di soddisfazione. Dom annuì felice. Quella composizione di note poteva essere solo di Matt. Le mancavano solo le parole.

«Metterai mai un testo?»

«Ci sto pensando.»

Dom era sempre più contento delle proprie intuizioni. Le loro spalle erano l'una contro l'altra, e i muscoli di Dom erano quasi più tesi di quelli di Matt che si muovevano per suonare.

«Di cosa parlerà?»
Matt si bloccò. Le mani si fermarono e i suoi occhi passarono dai tasti a quelli di Dom. Azzurro nel grigio-verde.

«Shhh» sussurrò il moro, appoggiando una mano sulle labbra chiuse del biondo. «Parlerà dell'amore.»
Dom tremò. Le dita di Matt profumavano ed erano incredibilmente leggere. -Amore verso chi? pensò d'istinto.
-Ma non dirò mai per chi è. Si disse mentalmente Matt, riprendendo a suonare.
Dom accettò quel segreto e tornò a guardare l'amico incantevole. Per un secondo desiderò che la vita fosse per sempre quella: lui, Matt, un pianoforte e un pomeriggio d'estate fuori.
La musica prese il sopravvento. Nessuno pensò più a null'altro che ad essa.



L'orologio sul muro batteva le dieci di sera. Solo ricordare che la notte prima stavano per fare tutte quelle porcherie, pareva surreale. La ragazza di Matt aveva chiamato un paio di volte, ma, non ricevendo risposta, aveva lasciato perdere.
Matt e Dom, dopo che Chris aveva fatto loro visita, mostrando le foto del concerto orgoglioso, si erano ritirati in giardino.
Si dondolavano su un'amaca attaccata a due alberi massicci. Si stava stretti, perché era un'amaca per due bambini al massimo, ma in quel poco posto era indescrivibilmente piacevole dondolarsi e guardare le stelle sopra, nel cielo scuro.
A Matt dolevano le dita. Le aveva sforzate finché avevano perso velocità. Dom carezzava fra le mani una margherita raccolta e ogni tanto dava un colpo per far continuare il movimento all'amaca.

«Grazie per avermi ascoltato tutte quelle ore» ammise Matt, considerando la resistenza di Dom. Chi altro gli aveva mai prestato tanta attenzione gratuitamente?

«Grazie a te per avermi concesso l'anteprima di quella che sarà la musica del nostro primo cd!» rispose il biondo, sinceramente di buon umore.
Il pensiero di un primo album fu un brivido lungo la schiena del cantante.

«Ehi Dom, tu dici che ci chiameranno per un'altra serata?» chiese, affondando lo sguardo fra le stelle.

«Sicuro. Non vedo l'ora. Tu?»

«Stesso! È stato bellissimo...forse...se abbiamo fortuna, possiamo intraprendere la carriera da musicisti e abbandonare i progetti universitari, no?» disse a Dom, fissando lo sguardo su di lui. Essendo a strettissima distanza, il biondo poté sentire il calore del naso di Matt che si scontrava con la sua guancia soffice.

«Li abbandoneremo solo se saremo certi di avere successo. Ora abbiamo solo, tu quasi 18 e io quasi 19 anni, è presto.»
La saggezza e la fermezza di Dom rassicurarono Matt.

«Lo faresti, se te lo chiedessi?» sussurrò il moro, come se fosse chissà quale proposta.

«Mmh...solo se mi dici il testo della canzone a cui stavi pensando prima!» lo ricattò Dom, voltandosi anch'esso per far confessare a Matt. I loro profili quasi combaciavano.

«Ma dài, era solo una delle mie tante "poesie"» sbuffò Matt, sorridendo buffamente.
Dom gli prese il mento in una mano e gli diede una leggera scossa alla testa, come per sgridarlo.

«Ci tengo.»
Matthew ridacchiò e poi tornò a guardare le stelle. -Forse al tuo posto dovrebbe esserci la mia ragazza...eppure io non ti sostituirei con nessuno, Dommie.

«Non so, sarà qualcosa del tipo: I know a guy. He's stupid and he's ugly, but he loves me, so I can't leave him, even if I would!»
Dom capì subito che era uno scherzo, uno scherzo cattivissimo, allora si alzò leggermente e addentò il naso di Matt.

«Che catze hai dett? Io staarei stupide e brutt?» farfugliò a bocca piena. Matt scoppiò a ridere e, quando Dom mollò la presa e tornò sdraiato, gli rispose:

«Scherzavo! Però te la sei presa per stupido e brutto, ma non per he loves me!» -Ora si arrabbia. e si fece un massaggio alla punta del naso azzannata.

«Ma sì, tu e le tue baggianate. E io che ero serio» si arrese alla fine Dom, tanto comunque andava era una partita persa con un avversario scorretto come Matt.

«Vuoi fare il serio?» chiese Matt, togliendogli la margherita dalle mani per levarle i petali. Dom se la fece sottrarre.

«Sì.»

«D'accordo, vediamo, parliamo di cose serie...sotto questo cielo stellato, mi viene da dirti che quando sto con te io mi sento speciale» ammise Matt, accartocciando i petali bianchi fra i polpastrelli.

«Speciale? In che senso?» Dom si girò per guardarlo. Il profilo imperfetto di Matthew non si mosse.

«Speciale...particolare, non comune. Unico. Capisci?» proseguì il moro, inghiottendo saliva in eccesso per l'emozione.

«Quanto hai ragione. Infatti tu per me sei speciale. Sei...come dire: un bisogno speciale.»
Le stelle non brillarono mai meglio. Un paio di comete tracciarono un sentiero presto scomparso nel cielo blu. Matt lo guardò negli occhi. La margherita cadde per terra, ritrovando le sue compagne.

«Dom, mi piace tremendamente questo termine. Bisogno speciale. Ecco la definizione.»
Dom arrossì lievemente, ma era coperto dall'oscurità che li attorniava. L'uno era il bisogno speciale dell'altro. Non c'era altro da aggiungere.

-Perché nella vita, per non cadere vittime della routine e della normalità, esistono questi bisogni speciali. E tu sei e sarai il mio. Si concluse nella mente di Matt.
-La cosa triste Matt, è che questi bisogni speciali sono destinati a rimanere taciuti. La gente li sciuperebbe, li sporcherebbe, come farebbe fango gettato in un lago limpido. Per questo li nasconderemo sempre, vero?


Un alito di vento smosse l'amaca. Faceva fresco, la temperatura si aggirava sui 20 gradi. Dom doveva andare a casa, i suoi erano già in pensiero.

«Matt, mi tocca andare» dice e fa per alzarsi. L'amico lo prense per una mano e scosse la testa.

«No, Dom! Voglio dormire in giardino...ma non voglio sentirmi solo!» -I soliti capricci.

«Devo avvisare casa mia» -La solita vittima. Quell'esitazione era già un sì.

«Ma hai 18 anni, che importa loro?»
Le capacità persuasive di Matt erano incredibili. Dom si distese un'altra volta e si accucciò per bene al suo fianco.

«D'accordo hai vinto. Lo immagineranno che sono da te.»

«Ehi Dom, una stella cometa!»

«Dove?» Troppo tardi, era svanita. Solo Matt l'aveva vista. Solo a lui spettava esprimere un desiderio.

«Esprimo un desiderio!»
Dom impostò il broncio. Anche lui voleva il suo desiderio.

«Fai pure» commentò invidioso.
Matt chiuse gli occhi e sussurrò qualcosa di incomprensibile. -Fatto!

«Non me lo dirai, vero?»

«No, altrimenti non si avvera»

«Lo sapevo. Dormiamo?»

«No, che noia! Facciamo...che facciamo?»

«Facciamo sesso, Matt?» domandò improvvisamente e incredibilmente serio Dom.
Matt si girò per guardarlo e appena incontrò i suoi occhi si sciolse in risate isteriche e robotiche. Dom lo seguì, perché il moro aveva la faccia di una suona sconcertata.

«Ahah, ma come ti escono certe cose osé!»

«Eh, vedi tu, io vorrei dormire, tu vuoi sempre stare nel letto con me ma non dormire, cosa ti posso proporre, cosa devo pensare?»

«Tecnicamente non è un letto» lo corresse Matt per sviare la conversazione.

«Sull'amaca insomma, cosa posso proporre? Lettura delle favole della buona notte di nonno castoro?»

«Dom castoro! Sì, buona idea!» Matt scoppiò a ridere all'immagine pervenutagli e tira una testata affettuosa a Dom.

«A 18 anni noi ci raccontiamo storie a letto?» domandò incredulo il biondo. -Dimmi di no.

«A meno che tu non fossi serio con la storia del sesso...» -Dimmi di no.

«Neanche un po'!» rise Dom, che manco sapeva da dove cominciare. Matt s'incupì. Bisognava accantonare quella emerita scemenza e inventarsi qualcosa di bello. Riattaccò stridulo:

«E se andassimo a fare il bagno?»
Dom trasalì.

«Il bagno? Ma dove?» -Non sarà mica nella vasca da bagno, eh?

«I vicini hanno giusto ieri riempito la piscina. Ti andrebbe di sguazzarci abusivamente?»
A Dom pareva, molto schiettamente, una follia. Col rischio di svegliare tutti e beccarsi una multa per invasione di proprietà privata? Talvolta pensava che Matt non fosse del tutto normale.

«No, ci beccano.»

«No, fidati. Stiamo in boxer, lascia qui i vestiti» proseguì Matt, saltando giù dall'amaca col rischio di far ribaltare Dom.

«Fa un freddo fottuto! Io mi congelo!» gemette il batterista, rabbrividendo solo all'idea dell'acqua.

«Smettila e seguimi, vedrai che ti divertirai!»

«Ma è necessario?»
Inutile opporsi, Matt era già davanti al cancello da scavalcare.

Era una ragazzata, però in cuor suo Dom si sentiva un vero criminale. Sono cose da dodicenni, non da quasi adulti!
Oltrepassarono la recinzione, piombarono nel giardino dei vicini e si assicurarono che questi dormissero. Le luci erano tutte spente, andavano a letto presto.

«Via libera! Io mi tuffo!» sussurrò Matt, ma Dom lo agguantò per una spalla.

«Se ti tuffi, fai un fracasso immenso. Calati piano almeno» suggerì quatto quatto.

Si domandò perché Matt fosse in grado di risvegliare contemporaneamente la sua parte migliore e quella peggiore.
Si immersero lentamente, sentendo le fitte di quel liquido limpido ma gelido contro la pelle tremante. Sembravano tanti spilli fra i nervi vibranti. L'acqua gli arrivava ai pettorali nel punto più alto, ma tutti e due saltellavano per non morire assiderati.

«Ah, Matt, mi sento surgelare!» supplicò Dom, sfregandosi le braccia per procurarsi un po' di calore.

«Io invece tra poco avrò un ghiacciolo fra le gambe e non da chi farmelo scongelare, Ahah!» sghignazzò il moro, riferendosi con ovvia evidenza ai suoi genitali.

«No guardare me!» disse prontamente il batterista, scorgendo una punta di pura follia nel luccichio delle perle chiare negli occhi di Matt.

«Ma va', cosa c'entri tu! Comunque ora non ti senti bello fresco? Io mi sto anche ambientando, ah, c'è quasi del tepore...»

«Matt, ho i capezzoli che mi stanno per esplodere» piagnuolò Dom, provando un dolore immenso.

«I cosa?» e seguirono risate sguaiate, col rischio crescente di svegliare i proprietari di quella ghiacciaia.

«Finiscila di dare di matto! Se sto un altro minuto qua ci lascio la pelle! Esco, tu fatti del male da solo» sbottò sfinito Dom e, scosso dai brividi come un posseduto, uscì dalla vasca, lasciandosi dietro qualche onda che carezzò Matt.


Il biondo tornò all'amaca. Si infilò i vestiti, poi, insoddisfatto, prelevò dallo stendibiancheria all'aperto un lenzuolo steso. Si infilò dentro e, fra il tessuto spesso dell'amaca e quello ben morbido del lenzuolo, ritrovò calore e passarono i brividi. I capelli fortunatamente erano asciutti.
Passati cinque minuti, vide arrivare Matt: sembrava un denutrito appena fuggito dall'Antartide.

«Che bella idea, eh?» lo beffeggiò, mentre il calduccio formatosi fra il lenzuolo e l'amaca era sempre più gradevole.
Matt si rivestì alla svelta, saltellando sul posto e balbettando qualche insulto a se stesso.

«Fammi entrare» disse, salendo sopra l'amaca.
Dom agì per pura compassione.

«Ahh...» commentò il moro, coprendosi fino agli occhi e ringraziando l'esistenza del lenzuolo scaldato al giusto punto dal corpo di Dom. «Sei una stufa!» ammise, sempre più piccolo per recuperare calore.
Il biondo sospirò come chi la sa lunga e si trova al fianco di un imbecille irrecuperabile a cui dover insegnare proprio le cose basilari della vita.

«Ora passa tutto.» Non riusciva anche imponendoselo a tenere il muso a Matt, nonostante gli avesse appena fatto provare l'ebrezza di un bagno gelido con la temperatura media di 20 gradi nell'aria.

«Ho sonno» biascicò il cantante, raggomitolandosi come suo solito.
A Dom sembrava di avere affianco un gattino abbandonato al gelo della notte.

«Ti canto la ninna-nanna?» sussurrò il biondo, mentre un braccio gli scivolava attorno alle spalle minuscole di Matt.

«Sì. Cantami "Lullaby" dei Cure» rispose il gattino infreddolito e starnutì subito dopo. Sapeva che era una richiesta assurda, Dom non sapeva cantare, e tanto meno i Cure.

«...And there is nothing I can do, when I realise with fright that the spiderman is having me for dinner tonight! And don't struggle like that or I will only love you more! (traduzione: e non c'è niente che io possa fare, quando capisco con orrore che l'uomo-ragno mi avrà per cena questa notte! E non combattere così o io ti amerò di più!)»

E a Dom non dispiaceva affatto l'idea di essere uno spiderman. Non sapeva che un giorno si sarebbe travestito da tale.
Matt sorrise. Certo, non era una ninna-nanna, ma almeno era una bella citazione. Lasciò che il braccio di Dom lo avvolgesse e lui stesso si strinse al petto dell'amico.
Insieme potevano ritrovare un po' di calore e sicurezza nel cuore della notte.

Era stato esaudito il desiderio di Matt, anche se non se n'era accorto: avere un amico con sé quando i mostri della mente bussano alle porte dell'anima e lo portano a compiere follie... infatti, stretto a e da quel corpo così rassicurante e incrollabile, Matt poté addormentarsi tranquillo sognando un passato, un presente e un futuro con Dom, o a suonare sui palchi di tutto il mondo o a laurearsi dietro banchi universitari, ma sempre con Dom e quel suo non so che di indispensabile, di vitale, di... di...speciale.

 

• Remember me whenever noses start to bleed.

Remember me, special needs. •

 

Nota d'autrice: Buon pomeriggius! Rieccomi qua :D Non sapete che mi è successo...una sera, scoraggiata, mi è vaccillata la fede BellDom! Mi sentivo morire...ma poi ho guardato la foto che ho messo in alto, ascoltato Resistance e mi sono detta: "È tutto vero, basta essere pazienti"... e finalmente ho ritrovato spirito per scrivere. Comunque non so come sia venuto questo xD Avevo voglia di zucchero... e così eccovene un po' anche per voi.

Ma attenzione! Dal prossimo capitolo le cose si complicheranno parecchio! In positivo e in negativo! È terribile, lo so, ma l'idillio non può durare per sempre...saranno cresciuti, con nuove esigenze e ormai dentro i Muse! Perciò sappiate che questo era l'ultimo capitolo dolce dolce, occorre tornare alla realtà!

Infine le solite cose: cerco di essere precisa, se facessi errori vi prego di dirmelo! Ringraziamenti. Le fedelissime e deliziose:

-MusicAddicted (Grazieee, anche io li amo! Spero che il seguito non ti abbia delusa!)

>-Patri_Lawliet ( Come triste? Ti ho rallegrato almeno un po' con questo? Caspita, mi citi addirittura Ungaretti! Patri, grazie infinite...tranquilla, finirà tra tantissimo! Se finirà! xD)

-DeathNotegintama (La smetti di dire gioiellino? Mi fai emozionare!  Poi muser ad hoc! Ci provo dai! Ma imparo sempre anche da te cara ;))

-Holmes, LetiziaHale, Valerika, Mars18, Excel88 = i miei 5 tesori posso ringraziarli altrove, HO SCRITTO PIÙ QUI CHE NEL CAPITOLO! OPS! =) Cheers ♥

  
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