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Autore: AlbusSilenteXX    09/08/2010    3 recensioni
Ultima lezione di Pozioni del settimo anno... Piton, che vuol fare il perfido, assegna una pozione difficilissima.... ma qualcosa va storto!
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie mille per le recensioni!!! *.*

Ecco il nuovo capitolo, un bacione a tutti!!! ;*

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Finalmente, con uno sbuffo di vapore bianco, il treno si fermò.

‘’Era ora!’’ pensò Severus più nervoso che mai

‘’mocciose impertinenti…puah!’’

E dicendo questo, trascinò pesantemente il baule e la gabbia contenente la civetta infernale.

Lungo il corridoio incontrò anche gli amici di Potter.

‘’Ma perché Harry… ehm cioè Piton ha quell’aria da scannato? Sembra aver fatto una lotta!’’

Disse Ron quando questo non fu più a portata di orecchio.

‘’Non so, Ron… aveva anche qualcosa di rosso in faccia… ma mentre lo osservavo mi ha guardato malissimo e ho lasciato perdere!’’

‘’Rossetto… bleah!’’

Bofonchiò Piton. Si era guardato per un attimo nel vetro di un finestrino e aveva visto la faccia di Potter ricoperta di stampe di baci.

‘’Basta!’’ pensò ‘’è un incubo, voglio tornare nel mio corpo!’’

Quando scese dal treno, riconobbe subito gli zii di Potter. Conosceva molto bene Petunia Evans, e poteva ben dire che negli ultimi anni era diventata ancora più brutta!

Forse preferiva tornare nello scompartimento con tutte le mocciose assatanate…

‘’Ragazzo!’’ Tuonò il grasso marito di Petunia guardandolo come se avesse visto un vermicolo gigante.

‘’Cosa hai fatto la camicia?’’

Piton si guardò la camicia. Era tutta scomposta, per metà sbottonata. E aveva perso anche un paio di bottoni.

‘’E-ehm…’’ Non sapeva proprio come rispondere. Poi ebbe un idea. Quei tipi, in particolare Petunia, non gli stavano particolarmente simpatici. E poi, sarebbe stato Harry Potter solo per un giorno… perché non creare guai e far danni, in modo che avrebbero messo Potter in punizione per tutta l’estate?

‘’Alla mia camicia non so cosa sia successo… ma alla tua zio, direi che se non aggiungi qualche bottone di sicurezza, con tutta quella ciccia, rischi di esplodere peggio di una bomba atomica!’’

E Piton rise.

In un attimo, la faccia dello zio fu viola. Petunia si portò le mani alla bocca.

Ma prima che lo zio potesse ribattere, una civetta planò su di loro e lasciò una lettera sulla testa di Petunia, facendola urlare più che mai.

‘’Tunia, amore, stai tranquilla!’’ diceva lo zio per calmarla.

Intanto Piton prese la lettera che Petunia aveva lanciato a terra e la lesse.

 

Cari zii di Harry Potter,

mi scuso per la mia assenza alla stazione di King’s Cross, ma sono stato molto impegnato in missioni di assoluta segretezza nei pressi di Hogsmade. Al più presto, vi raggiungerò al numero 4 di Privet Drive.

Cordiali saluti,

Severus Piton,

Capo di massima sicurezza dei cittadini

 

Piton si rigirò la lettera tra le mani.

Che ci faceva Potter a Hogsmade col suo corpo? Che stesse combinando qualche guaio?

‘’Tu ragazzo!’’ sputò zio Vernon puntando un grassoccio dito contro di lui ‘’ e quel tuo maledetto piccione viaggiatore! Passerete il resto delle vacanze nel vecchio sgabuzzino! E dimenticati acqua e cibo!! Vediamo come farai lo sbruffone, senza quel pezzo di legno marcio tra le mani!

E il tizio della sicurezza che doveva venire qui da noi in stazione? Che incapaci che siete!’’

Piton gli spiegò il contenuto della lettera.

‘’Meglio così!’’ borbottò tutto nervoso zio Vernon.

Poi lo prese per la camicia e lo trascinò verso l’auto.

‘’Oh mio Dio!!’’ pensò Piton ‘’si mette male… ma per un giorno senza acqua sopravviverò… poi il resto della punizione la sconterà Potter… ahahah!!!’’

 

 

 

E fu così che arrivarono a casa Dursley.

Lo zio lo scortò in casa come se fosse un cane pericoloso e lo rinchiuse nello sgabuzzino.

Piton si sentì strano. Forse non era il caso di esagerare tanto… si ricordò di quando il padre lo metteva in punizione e lo rinchiudeva nel ripostiglio… e non gli rimaneva altro che ammazzare le mosche per tutto il giorno…

Suonò subito il campanello e zia Petunia corse ad aprire.

Piton spiò dalla guardiola del ripostiglio.

Fide Petunia trattenere forte il respiro.

‘’ Ma… ma lei è…?’’

Sembrava incapace di articolare.

‘’E ci credo’’ pensò Piton. Sai che spavento per avermi rivisto dopo tanti anni…

Ma quando Petunia fece entrare il nuovo arrivato, Piton capì che non si era mezza spaventata per averlo rivisto.

Quel tipo aveva ben poco a che fare con Severus Piton.

 

 

Harry Potter sorridente entrò in casa, togliendosi un riccio dalla fronte.

Petunia sembrava sconvolta.

‘’Vedo che apprezza molto il mio nuovo vestito di zecca, signora Vernon!’’ disse Harry compiaciuto.

Si guardò per l’ennesima volta nello specchio d’ingresso.

I capelli di Piton non c’erano più.

Harry li aveva tagliati corti, e per di più li aveva lavati.

E facendolo, aveva scoperto finalmente perché Piton ci tenesse così poco alla pulizia dei capelli.

Aveva dei capelli riccissimi, e appena Harry li aveva messi a contatto con l’acqua, erano schizzati in aria. Una volta asciugati, aveva notato con piacere centinaia di morbidi ricci contornagli la fronte. Poi era andato a Hogsmade, spendendo un casino di soldi.

Si era fatto due lampade, depilato il petto e le gambe, rifatto le sopracciglia, si era comprato il bellissimo vestito che indossava in quel momento, rosso e oro, con fantasia a stelline, che cambiavano colore ogni secondo, assumendo tutti i colori dell’arcobaleno.

Era chiaro che Petunia non aveva mai visto nulla del genere nella sua vita, e che di certo non lo apprezzava.

‘’Bene bene bene’’ disse Harry, entrando in salotto senza essere invitato ‘’Vernon, che piacere conoscerla! Severus Piton!’’

Si presentò Harry abbracciando lo zio.

Aveva le lacrime agli occhi, ma cercava in ogni modo di non ridere.

‘’Grazie!’’ disse, si tolse il mantello a stelline colorate e lo gettò tra le mani dello zio.

‘’Vostro nipote?’’

Zio Vernon sembrava una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.

 

Ma non fu lui ad esplodere, bensì il sottoscala.

Piton, evidentemente infuriato dal trattamento che il suo corpo aveva ricevuto, aveva fatto esplodere tutto.

La porta volò nel corridoio e lui arrivò dritto filato in salotto.

‘’Tu!’’ sputacchiò, puntandogli contro la sua stessa bacchetta, che emanava scintille ‘’come hai osato!!’’

‘’Oh no!’’ urlò zio Vernon ‘’ho dimenticato di togliergli la bacchetta!’’ e si gettò senza avvertimenti sul corpo di Harry.

Il vero Harry, nel corpo di Piton, provò una fitta allo stomaco.

‘’Minimo mi avrà rotto tre costole!’’ pensò.

 

‘’Ariaaa’’ pensava Piton, ansimante, dopo che lo zio gli si era catapultato addosso, era inciampato e l’aveva schiacciato con i suoi cento chili.

Quando capì che se non faceva qualcosa entro pochi secondi, sarebbe morto soffocato e schiacciato da quell’elefante, fece un incantesimo di rimpicciolimento.

‘’Finalmente!’’ borbottò steso in terra.

Zio Vernon, grande quanto un uccellino, urlava dal pavimento, correndo in tutte le direzioni.

Piton scoppiò a ridere alla vista dello zio rimpicciolito e ululante, la voce un piacevole cinguettio acuto.

Petunia scoppiò a piangere.

‘’Ma cosa succede qui?’’ chiese una voce, ed entrò nel salotto Dudley!

‘’Fermo Diddyyy!!’’ urlò Petunia disperata, ma fu troppo tardi.

Vernon, arrabbiatissimo, correva avanti e indietro, chiedendo di riportarlo nella sua forma naturale.

Poi vide un gigantesco Dudley entrare nella stanza.

Suo figlio doveva non averlo visto, perché quando lo calpestò, l’enorme suola della scarpa del figlio fu l’ultima cosa che vide.

  
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