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Autore: hellomelancholy    10/08/2010    1 recensioni
Hayley Williams è la cantante di una band. Hayley è la Dea rosso fuoco dei Paramore. La sua vita e scandita da spettacoli, viaggi, città e persone nuove, ma qualcosa non cambia mai; i ragazzi della band sono i suoi migliori amici, la sua famiglia e più di tutti le stanno vicino. Ma cosa succede quando all'interno della band, tra due persone comincia a crearsi un forte legame? Cosa succede quando, i sentimenti rischiano di rovinare ciò che si è faticosamente costruito? Hayley non lo sa. L'unica cosa che vuole fare è scoprirlo, continuando ad alimentare le fiamme che la circondano.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hayley Williams, Jeremy Davis, Josh Farro, Taylor York, Zac Farro
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Neve che cadeva sopra una casetta, una pista da pattinaggio di ghiaccio con un bambino incollato sopra, alberi e un pupazzo di neve, dentro a una pallina di vetro. Comprai quel piccolo souvenir in Germania, appena arrivammo nella città in cui avremmo svolto il nostro prossimo spettacolo. Non riuscivo a ricordare il nome di quella città, nonostante me l'avessero ripetuto svariate volte. Forse per la pronuncia difficile, forse perché visitavo così tante città che le lettere andavano a confondersi tra di loro, creando nuovi nomi. Avevo fantasia da vendere. Vidi la vetrina del negozio di manufatti già da quando ero sul bus e non potei fare altro che avvicinarmi e rimanere a guardare meravigliata. I ragazzi mi seguirono un po' intontiti dal lunghissimo viaggio in aereo e il trasferimento in bus. Era qualcosa di distruttivo dover stare seduti sulla poltroncina dell'aereo per ore e ore, alzarsi e sedersi subito dopo su quella del bus. Non che non fossero comode, ma dopo un po' il tuo sedere cominciava a prendere la forma di un cuscino imbottito e le gambe urlavano di volersi muovere, volevano sgranchirsi. Devastante. Saltellai di qua e di la ed entrai nel negozio di manufatti. Rimasi subito incantata dalle palline di vetro, quelle da agitare, contenenti una vera e propria vita al loro interno. Rimasi un po' di tempo, lì davanti a osservarle tutte. Ce n'erano di una gran varietà, tutte con personaggi diversi al loro interno, persino piccole riproduzioni di qualche monumento tedesco, ma alla fine comprai quella con la casetta, il bambino che pattinava sul ghiaccio e gli alberi. Continuai ad agitarla fino a che non salimmo nelle nostre stanze d'albergo e la posai sul comodino, affianco al letto.

Sarà la sua prossima fissazione per i prossimi tre mesi” disse Jeremy, mentre si avviava per il corridoio con la borsa in spalla verso la sua stanza. La verità era che quella piccola pallina da agitare per far scendere la neve, mi ricordava quando ero bambina. Quando andavo alla pista di pattinaggio e cercavo di stare in piedi sui pattini. Ma ero goffa e non mi riusciva poi così bene. Tuttavia era divertente, anche cadere e scivolare sul freddo e duro ghiaccio. Guardai il mio nuovo giocattolo per qualche secondo.

Sembri proprio una bambina davanti a un negozio di caramelle, Hayley” disse Josh, che era in piedi davanti alla porta della mia stanza, ma quando sollevai gli occhi si voltò e andò via. Corsi verso la porta, volendolo rincorrere lungo il corridoio per poterlo prendere per un braccio e trascinarlo nella mia stanza, ma rimasi dov'ero, sentendo altre parole provenienti dalla stanza dall'altro capo del corridoio.

Non so come fai a vestire così tanta innocenza” disse. Sentii la porta chiudersi e nessun altra parola provenire dall'interno della stanza. Sospirai e cominciai a sistemare la mia roba, con la consapevolezza che qualche giorno dopo avremmo di nuovo smontato le tende in fretta e furia. Almeno per un po' avrei potuto far finta che quella era la mia casa. L'unico dettaglio simile a casa mia era il letto semplice, con la testiera in legno e i muri bianchi. Ma la mia camera aveva tutto un altro odore. Per non pensare ai ricordi che ancora a volte mi sommergevano e a quelli che molto probabilmente erano i miei problemi, indirizzai la mia mente verso qualcosa di diverso. Sperai che in quei giorni in Germania, una città a parere di molti così bella, avremmo avuto qualche giorno di libertà per poter girare liberamente, andare nei negozi e quant'altro. In ogni nuova città che visitavo, mi piaceva guardare i posti più importanti e famosi e fare compere, perché dopotutto avevo sempre bisogno di indumenti nuovi e accessori. Ogni città che visitavo diveniva un pallino rosso sulla cartina che mi portavo dietro e un nuovo nome sul mio diario, quello in cui incollavo una particolare foto del tour con una piccola frase sotto. Dopo aver sistemato le cose per la camera, guardai l'orologio sul mio comodino. Almeno per quella sera non avevamo niente da fare. Non sino alle nove, quando saremmo andati a cena da qualche parte. Avevo decisamente paura di rimanere da sola in quella stanza, mentre tutti gli altri riposavano e la mia mente veniva affollata da pensieri non esattamente felici. Non volevo piangermi addosso. Allora, improvvisamente decisi che non potevo stare ferma a far nulla per le prossime tre ore. Mi infilai una giacca, una col cappello e prima di lanciarmi fuori dalla porta, nel corridoio, guardai il mio riflesso allo specchio della camera. Capelli rossi sbiaditi, fin troppo forse, avevano bisogno di essere ricolorati. Li nascosi sotto il cappello della giacca. Fuori da quella porta, purtroppo nessuno doveva riconoscermi, se ero da sola. Occhi verdi luminosi e spalancati pronti a vedere il mondo. Labbra che si inclinavano in un sorriso. Quella ero io. Hayley Nichole Williams non si piangeva addosso. Hayley non aveva tempo di sentirsi dispiaciuta o triste. Acchiappai la mia pallina di vetro, quella con dentro la neve, l'infilai in tasca e mi lanciai fuori dalla stanza, avviandomi lungo il corridoio. Ero perfettamente coperta, nessuno poteva riconoscermi, non se tenevo lo sguardo fisso sul pavimento, ovunque andassi. Controllai distrattamente che le porte dei ragazzi fossero chiuse e che nessuno fosse in giro, poi mi diressi verso l'uscita di quel posto. Evitai anche di passare davanti alla reception facendomi notare troppo, altrimenti qualcuno avrebbe potuto fermarmi, dicendomi che non potevo uscire da sola. Motivi di sicurezza. “Beh, al diavolo i motivi di sicurezza!” esclamai nella mia mente, come se qualcuno mi stesse davvero rimproverando. Uscii nella fredda atmosfera tedesca. La strada era essenzialmente vuota e cominciai a incamminarmi a testa bassa lungo il marciapiede grigio. Camminai a lungo, cominciando a pensare a cosa avremmo fatto io e i ragazzi dopo quel tour. Ogni giorno era un passo verso la fine. Quando avremmo finito probabilmente avremmo scritto nuove canzoni, nuovi suoni, avremmo inventato nuove emozioni. La mia mente cominciava già a frullare parole apparentemente senza significato insieme mentre un rumore di sottofondo le accompagnava e quasi riuscivo a vedere davanti ai miei occhi le dita di Josh che si spostavano e pizzicavano le corde. Pensai distrattamente che se mai avessi voluto creare dall'inizio un'emozione o una sensazione sarebbe stata quella di desiderare dei nuovi occhi. Occhi nuovi di zecca, per vedere il mondo con altre prospettive. Scossi la testa per mandare via il pensiero di Josh, sorprendendomi di quanto non riuscissi a pensare a me stessa neanche quando ero da sola, di quanto non riuscissi a essere minimamente egoista e guardai la città da sotto il mio cappuccio nero. Chissà come sarebbe stato vedere quella città dal nome impossibile con nuovi occhi. Forse i marciapiedi mi sarebbero sembrati più colorati e gli edifici meno maestosi e pungenti. Io in confronti mi sentivo quasi una bambolina di porcellana. Avrei voluto al più presto i miei occhi nuovi di zecca. Ma continuai a camminare fino a che non arrivai a un piccolo parco colmo di alberi. Le persone che mi passavano affianco non mi degnarono minimamente di uno sguardo quando mi lasciai cadere su una panchina a caso e tirai fuori la mia pallina colma di neve, cominciando ad agitarla. La neve roteava e cadeva intorno alla casetta, proprio come stava succedendo in quel momento intorno a me. La neve cominciò a cadere in piccoli fiocchi candidi e fragili, ma io non mi mossi di li. Rimasi del tempo a contemplare la neve cadere e ricoprirmi un poco.

Che ci fai qui, tutta sola?” chiese una voce profonda, accanto a me. Jeremy.

Guardo la neve” dissi, secca. Jeremy per me era come un fratello, il mio migliore amico da una marea di tempo, ma un po' mi infastidì la sua presenza in quel momento di intima solitudine con la mia mente vuota e la neve candida.

Cosa ti turba?” chiese, ignorando il mio tono non esattamente cordiale, in quel momento.

I sentimenti. I sentimenti mi turbano” dissi, senza pensarci troppi, osservando un fiocco di neve caduto sul palmo della mia mano che piano piano si scioglieva.

Josh non vorrebbe vederti così” iniziò “E in verità neanche io e nessun altro dei ragazzi

Cosa ti ha spinto a citare per primo il nome di Josh?” mi voltai a guardarlo. Sapevo già qual era la risposta, ma attesi. Volevo che le mie risposte venissero fuori dagli altri, non da me.

Il fatto che, Josh tenga a te più di qualsiasi altra cosa al mondo” disse “Sei vita, per lui

Menti” dissi, recuperando il tono di poco prima. Non ero sicura sul fatto che mentisse o meno, sapevo di essere importante per Josh, ma i miei sentimenti per lui e le sue uscite su come nascondere il nostro rapporto facevano andare il mio cervello in conflitto, come se i miei neuroni salissero sull'autoscontro.

Come potrebbe Jeremy mentire ad Hayley?” disse una voce alle mie spalle “Ti giuro sul mio Dio, che tutto ciò che ha detto è vero” Anche senza voltarmi, sapevo di chi era quella voce, frizzante e calda che rompeva l'aria fredda di quella sera. Jeremy si alzò e si avviò lungo la strada di ritorno verso l'albergo, mentre io rimasi sola con Josh. Quella sera, era una sera perfetta per farmi tormentare ancora dal suo profumo o dalle sue labbra anche se non ero del tutto in vena. Per quanto mi riguardava ero sul filo di un rasoio. Potevo cadere da una parte o dall'altra, avrei trovato due realtà diverse e uguali allo stesso tempo. Josh sarebbe stato nella mia vita in entrambe le realtà, con il cuore troppo vicino o troppo lontano dal mio, chi lo sapeva?

  
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