Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: NiNieL82    10/08/2010    1 recensioni
POSTATO IL FINALE
“Non me ne frega niente di questo Orlando Bloom, non so se hai capito, Laura. Di pure al boss che questa me la paga. Non me lo sarei mai immaginato che avrebbe fatto una cosa simile!” esclamò Edith dirigendosi verso l’entrata del privè, dove avrebbe tenuto l’intervista.
“Ma miss Norton, Orlando Bloom e un attore di fama mondiale, il capo ha affidato a lei questa intervista proprio per questo motivo” rispose una terrorizzata Laura, segretaria personale di Edith, dall’altro capo del telefono.
[Dal primo capitolo].
“Sono lieta di conoscerla, mister Law.”
Jude sorrise e replicò:
“Ti prego, non mi far sentire più vecchio di quello che sono dandomi del lei. Chiamami Jude e tagliamo la testa al toro. Che ne dici?”
Edith sentì le gambe cederle. Certo, se lo avesse raccontato anche a Rachel sarebbe stramazzata al suolo per la sorpresa. Dare del tu a Jude Law mica è cosa di tutti i giorni.
Sorrise, un po' nervosa e disse:
“Ok, Jude!”
Gli occhi azzurri dell'attore ebbero come un lampo. Edith sentì una strana molla allo stomaco.
[Dal capitolo 22].
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ' I was born to love you.'
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Ringrazio ancora una volta Enris, che mi ha esposto le sue idee e mi ha fatto notare i mie -purtroppo troppi, sigh!- ORRORI di ortografia. Stavolta ho cercato di stare attenta... Spero di non deluderti...

Nuovi due capitoli... 15 e 16... Spero che siano di vostro gradimento.

Buona lettura. Niniel.


Capitolo 16: Mezze voci. Mezze verità.


Non fu certamente bello per Ralph Felton trovarsi un messaggio del suo avvocato sulla scrivania mentre lui, in vacanza in Italia, con la sua amante di vent'anni più giovane, si godeva le bellezze della città della torre pendente.

Anzi. La notizia gli rovinò non poco la giornata, costringendolo così a dover tornare prima del tempo a casa e sistemare tutte le cose riguardanti l'accusa che gli era stata mossa.

Infatti, di tutta la gente che lo aveva querelato, mai si sarebbe immaginato di leggere quei nomi: Edith Norton, Orlando Bloom, Brian Stephensons.

E visti gli accordi presi prima di Natale, la cosa sembrava davvero grottesca.

Ma di una cosa era certo. Ralph Felton non era uno che si faceva prendere in giro facilmente.

E a costo di rischiare molto di più di quello che poteva già rischiare con quella querela, avrebbe fatto perdere a Brian Stephensons un po' della sua tracotanza e avrebbe ottenuto la sua vendetta.



Ancora non lo so se posso venire Orlando!” rispose sorridente Edith al telefono.

Era stretta in un cappotto doppio petto grigio, lasciato aperto, da cui si poteva vedere un completo pantaloni un po' più scuro del cappotto, abbinato ad una camicia in seta nera dello stesso colore della borsa e delle scarpe decoltè vertiginosamente alte, dal tacco a spillo.

Ma ci tengo che ci sia anche tu al mio compleanno!” esclamò Orlando leggermente irritato dal possibile rifiuto di Edith.

Devo vedere cosa dice Brian. Lo sai che dopo quell'articolo mi ha perdonata ma ha sempre le sue riserve..”

Orlando sbuffò. Complice anche il racconto di Rachel e il comportamento del rampollo della famiglia Stephensons, Orlando aveva cominciato a provare un profonda antipatia per Brian che, nelle poche volte che si erano incontrati tutti dopo il ritorno dall'Italia , sembrava stesse davvero marcando il terreno.

Va bene!” disse con la stessa voce di un bambino ferito.

Edith sorrise e disse:

Devo andare ad un convegno adesso. Ci sentiamo. Giuro che appena so qualche cosa ti richiamo. Promesso!”

Orlando sorrise e salutò Edith un pochino più allegro di prima.

Edith, invece, imboccò il vicolo che da Strand, la portava al 'Savoy' storico hotel, tra i più importanti di Londra, se non il più importante con il 'Conrad'. Entrò nella hall ticchettando e l'uomo alla reception, quando la vide sorrise e ossequioso, chiese:

Desidera?”

Edith sfilò gli occhiali da sole e riponendoli nella borsetta, disse:

Sono qua per il convegno dei giornalisti...”

L'uomo sorrise e tese la mano, dicendo:

L'invito prego!”

Edith porse l'invito guardandosi attorno mentre l'uomo lo studiava attento. Poi quando sollevò la testa e porse il cartoncino ad Edith, disse:

Deve andare dritta per questo corridoio e raggiungere la sala conferenze. È la che si tiene il convegno. Le auguro buon lavoro!”

Edith prese il cartoncino, sorrise tirata e, prima di andarsene, disse:

Grazie. Anche a lei” e ticchettando raggiunse la sala convegni, mentre, prendendo il cellulare per togliere la suoneria lesse un messaggio di Brian che diceva:

AMORE HO APPENA SENTITO L'AVVOCATO E ABBIAMO PARLATO DELLA VIA LEGALE CHE SEGUIREMO. MI SEMBRA UN OTTIMO ITER QUELLO CHE CON CUI VUOLE PROCEDERE E HO DECISO DI APPOGGIARLO SU TUTTA LA LINEA. CHE NE DICI SE CI VEDIAMO STASERA A CENA E NE PARLIAMO? PORTO TUTTI GLI INCARTI PER SPIEGARTI MEGLIO!

Edith sorrise ticchettando tranquilla, senza guardare chi aveva attorno. E prima di prendere posto, rispose:

OK! PERÒ STASERA MI DEVI PROMETTERE CHE SAREMO SOLO IO E TE. E CHE LASCERAI IL LAVORO A CASA. TI DEVO ANCHE CHIEDERE UN FAVORE.. SPERO CHE TU POSSA ACCETTARE. TI AMO TANTO. EDITH.

Aspettò qualche secondo prima di riporre il cellulare. La risposta non tardò e lesse:

PRINCIPESSA SARÒ TUTTO PER TE. TI AMO ANCHE IO. CI VEDIAMO STASERA.

Edith sospirò raggiante guardandosi intorno. In un attimo tutte le perplessità che aveva provato prima di Natale sparirono, come cancellate.

E pensò, portando il cellulare alle labbra per coprire quello che le sembrava un sorriso beota, che se Brian le avesse chiesto di sposarla in quel momento, sicuramente, stavolta, la glaciale Edith Norton avrebbe accettato.

Perché, come diceva sempre Rachel Brown 'ogni donna, quando si innamora è disposta ad accettare tutti i compromessi del mondo, pur di stare con l'uomo che ama'.

Ed Edith sentiva di amare Brian come mai lo aveva amato.



Emma piangeva al telefono, cercando di chiamare Brian.

E come sempre per l'ennesima volta, lui non rispose.

Disperata lanciò il telefono sul letto, accovacciandosi, strinse le gambe al petto e cominciò a piangere come una matta.

Paul, che passava li vicino, la vide dalla porta semiaperta. Spingendo un po' l'uscio preoccupato chiese:

Che hai?”

Emma scansò la carezza del fratello, continuando a piangere e tra i singhiozzi, rispose:

Va via. Non voglio vedere nessuno!”

Paul la guardò preoccupato e con un tono che esprimeva il suo stato, replicò all'invito:

Non esiste proprio. Sei mia sorella mica una a caso nel mondo. Che ne dici se mi racconti tutto. Magari aiuterà anche te, non trovi?”

Emma sollevò lentamente la testa e con gli occhi gonfi rispose:

Ho sbagliato tutto Paul. Sono una stronza che cade sempre nello stesso errore...” e poggiandosi sulla spalla del fratello scoppiò in un pianto convulso.

Paul continuò ad accarezzare i capelli della sorella e dolcemente le chiese:

Che hai fatto di così sbagliato? Spero nulla che ti possa costare la galera...”

Emma rise tra le lacrime e un po' di lucidità la fece ragionare. Voleva bene a Paul, ma non poteva dirle di essere andata a New York con il loro cognato e averci fatto sesso e sniffato coca per tutto il tempo che erano stati la. Sospirò e asciugando le guance con il palmo della mano, disse:

Sono stata di nuovo con un uomo che aveva un'altra donna. Questo Natale ero a New York con lui. E ho fatto quello che ha voluto, come se fossi una marionetta nelle sue mani... Ora, non mi risponde nemmeno al telefono... Come sempre del resto...”

Paul aggrottò la fronte. Non ricordava esattamente dove Brian avesse passato le vacanze natalizie, ma sentiva che, in quella storia, c'era qualche cosa che puzzava di bruciato. E guardando Emma negli occhi, prendendole il mento tra due dita per farlo meglio, le chiese:

Emma. Sei sicura che quest'uomo non fosse quello che credo io?”

Gli occhi della sorella si spalancarono terrorizzati. E togliendo le dita di Paul da sotto il mento, forse un po' troppo in fretta e, con un tono di voce un po' troppo alto, rispose:

Ma no. Che dici. Non essere stupido. Non sono così cretina da mettermi di nuovo nei guai con mio cognato!”

Ma Emma, non sapeva che, inconsciamente, aveva dato prova del suo ennesimo tradimento, dicendo il luogo in cui si era recata durante le vacanze di Natale e, in parte, raccontando il dettaglio che stava con un uomo occupato. E, la sua reazione alla domanda del fratello, bastava come confessione.

Paul, però, fece finta di nulla. E abbracciandola forte, cercò di consolarla, mandando a memoria il fatto che, il più in fretta possibile, avrebbe dovuto contattare Edith e chiedere la destinazione delle vacanze di Brian qualche settimana prima.



Uscì dal convegno annoiata e intorpidita. Odiava quel tipo di riunioni per svariati motivi. Le considerava, innanzitutto, inutili e costose, troppe forse, visti i risultati che ne ricavavano tutti. E poi, la maggior parte delle volte, incontrava colleghi gelosi che non si trattenevano dal dimostrarle il loro disprezzo dandole più o meno apertamente dell'arrampicatrice sociale.

Stava pensando a questo, quando, sentì qualcuno chiamarla.

Edith Norton?”

Edith si voltò e la sua espressione si indurì subito. Davanti a lei c'era l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare.



Brian socchiudeva gli occhi portando indietro la testa. Chi lo avrebbe mai detto! Tre donne diverse in poche settimane. Migliaia di uomini avrebbero dato tutto per essere al suo posto.

Donne, macchine e vestiti bellissimi. Potere e denaro a palate. Vizi e stravizi di ogni tipo e genere. E sesso come e quando voleva. Bastava solo che schioccasse le dita e, come in quell'occasione, una donna avrebbe sollevato la gonna e abbassato gli slip.

Quando l'orgasmo lo travolse, lasciando lui e la bellissima donna bionda soddisfatti e appagati, lei ancora con il fiato corto, disse:

Che ne dici se stasera parliamo di questo affare a casa mia?”

Brian guardò la figlia di un noto petroliere americano sorridergli mentre si ricomponeva. Era bellissima e molto 'aperta a nuovi incontri'. E Brian, sia per il lato lavorativo, che per quello fisico, non poteva dire di no. Guardò la donna, che maliziosa lo scrutava e attirandola a se con forza, disse:

Dammi il tempo di disdire un altro noioso appuntamento che avevo fissato stasera e sono tutto tuo!”

La donna sorrise e Brian la guardò uscire, come se niente fosse dal suo ufficio, salutandolo con un impersonale:

Ci vediamo stasera a cena per parlare dei termini d'accordo tra la mia e la sua ditta, Mr Stephensons”

Benissimo Missis Hockley..” rispose beffardo Brian. E prendendo il cellulare scrisse:

AMORE MI SPIACE TANTISSIMO. STASERA NON CI POSSIAMO VEDERE. HO UNA RIUNIONE DI LAVORO NOIOSISSIMA DA SBRIGARE. TI AMO. E TI GIURO CHE NE AVREI FATTO A MENO, MA PROPRIO NON POTEVO, QUEI BASTARDI MI HANNO INCASTRATO! SCUSAMI PICCOLA...

E senza nemmeno aspettare risposta, poggiò il cellulare e sorridente unì le mani davanti alla bocca. Lo aspettava una serata davvero meravigliosa.



Davanti a lei stava Ralph Felton.

Edith lo guardò con disgusto dato che, pensava, fosse il principale responsabile della rottura tra Kate e Orlando e di quella situazione orribile in cui si trovavano lei, Brian e lo stesso Orlando che, per colpa di quell'articolo, stavano sfamando una squadra di avvocati che, come condor, volavano sopra le loro teste pronti a spolparli a dovere.

Non ho niente da dirle Mr Felton!” disse acida Edith e stava per andarsene quando Felton disse:

Forse ha ragione. Lei non ha dirmi nulla. Ma io ho da dire qualche cosa a lei!”

Edith si voltò e trattenendo la rabbia rispose:

Qualsiasi cosa abbia da dirmi lo faccia tramite avvocato. Perché è solo così che io e lei possiamo parlare...”

In quel momento il cellulare di Edith squillò, annunciando l'arrivo di un nuovo SMS. Voleva andarsene da lì e lasciare quell'uomo viscido alle sue spalle. Ma, a quanto pareva, Felton, non aveva intenzione di mollare. E sorridendo, sicuro, avvicinandosi a lei, continuò:

Lei ha tutte le ragioni di arrabbiarsi miss Norton. E lei e il signor Bloom siete quelli che hanno più diritto di tutti quelli immischiati in questa storia!”

Sentendo quella frase, Edith aggrottò le sopracciglia e chiese.

Che vuole dire?”

Felton, soddisfatto del fatto che Edith, ora, aveva abbandonato un po' della sua rabbia e sembrava disposta ad ascoltarlo, cercò di tirarla per le lunghe. Pensava, a ragione, che dire tutta la verità in quel momento non era la cosa più appropriata da fare. Quindi continuò:

Si è mai chiesta, signorina Norton, come mai fossi a conoscenza del fatto che lei e il signor Bloom vi dovevate incontrare proprio all'Ivy il primo di dicembre?”

In effetti, ancora oggi quella domanda la tormentava , ora che aveva davanti Felton, una parte di lei era più che sicura di ottenere la risposta.

Che cosa vuole dire?” chiese Edith incrociando le braccia e avvicinandosi.

Se solo mi permettesse di spiegarle davanti ad una tazza di tè...” aggiunse Felton.

Fu una mossa sbagliata, Edith si ritrasse e rispose:

Dovevo immaginarlo. Era solo una mossa per comprarmi... Ma non ci riuscirà Felton. Non con me...”

Si stava per allontanare, quando sentì una mano bloccarla per un braccio e farla voltare, contro la sua volontà.

Lo schiaffo che seguì fu il riflesso incondizionato di Edith che, guardando con rabbia Felton sibilò:

Mi lasci immediatamente!”

Non la lascio fino a che non mi permette di parlarle...” combatté Felton.

Seguì un secondo schiaffò, sempre ai danni di Felton, che reggendo la stessa guancia che era stata percossa per ben due volte e che stava cominciando ad assumere un pericoloso color porpora, guardò Edith sbalordito. Di tutta risposta, più sollevata, la giornalista, rispose:

Ora può parlare. E si ricordi. Sono pronta a dargliene un altro!”

Felton deglutì e, massaggiando ancora la guancia, ferito, chiese:

Chi sapeva del suo incontro con Orlando Bloom?”

Edith lo guardò torva, soppesando la risposta da dargli. Dirgli che Brian non lo sapeva sarebbe stato saggio? Certo, ora Brian era a conoscenza di tutto...

Lo sapeva solo la mia migliore amica e il migliore amico di Orlando”

E sono certo che lei è sicura della fedeltà dei suoi amici?” domandò ancora Felton.

Edith socchiuse gli occhi e ribatté:

Se sta cercando di buttare fango sui miei amici, sappia che..”

Non mi permetterei” la bloccò Felton, sorridendo. “So che non sono stati i suoi amici. Perché non sono stati loro la mia fonte, bensì una persona altrettanto vicino a lei. Una persona che ha finto di non sapere e che mi ha informato di quello che stava succedendo..”

Edith stava cercando di capire. Se Felton avesse potuto vedere il suo cervello avrebbe visto mille ingranaggi muoversi.

Era in difficoltà, ma non aveva nessuna intenzione di dimostrarsi debole di fronte a quell'uomo. Quindi, sorridendo sarcastica disse:

Sa come si dice dalle mie parti? Se mi confessi una sciarada ti assolvo con un indovinello!”

Felton si schiarì la voce e serio, rispose:

Ha ragione. Non sono stato chiaro. Ma cerchi di capire. Quello che sto per dirle, non è che sia una cosa semplice da spiegare!”

Edith lo guardò. C'era un'aria greve nel viso dell'uomo, quasi che sentisse davvero il peso di quello che stava per dirle, della confessione che le stava per dare.

Si sbrighi allora. Non ho tempo da perdere. Io non cerco chiacchiere inutili per mandare avanti la mia carriera. Io mi baso su fatti realmente accaduti...”

Felton sospirò di fronte alla durezza di Edith. Sembrava quasi cercasse le parole per dirgli quello che doveva e voleva dire.

Lei ha deciso con il signor Bloom di andare all'Ivy per messaggio. E lo ha deciso senza dire nulla al suo ragazzo. Bene. Brian Stephensons ha trovato il cellulare e ha letto il messaggio incriminato e, ricordando di essere mio amico, ha deciso di fargliela pagare facendomi assoldare un paparazzo che scattasse delle foto compromettenti affinché ci costruissi sopra un bell'articolo che vi mettesse entrambi nei guai... Mi chiese anche di far uscire il giornale dopo Natale per evitare liti nel periodo delle feste e per far si che lui fosse a New York, lontano da tutti e quindi insospettabile. E di mandarne una copia a Parigi alla casa della Bosworth. Sapeva che mi sarebbe stato facile trovarlo dato che ho alcuni agganci in Francia e so che mettono molte persone alle calcagna della Bosworth per rubarle qualche scatto...”

Edith sbarrò gli occhi. Il racconto era troppo minuzioso e particolareggiato per risultare falso.

Il fatto che sapesse che lei e Orlando avessero deciso per SMS come incontrarsi. Che Brian avesse passato le vacanze a New York. Del giornale spedito a Kate. Del lungo lasso di tempo dal loro incontro e dalla pubblicazione dell'articolo.

Tutto tornava. E tutto, paurosamente, coincideva.

Ma la certezza che Brian non le potesse fare una cosa simile, la portò, anche se un po' della sicurezza di Edith cominciò a vacillare di fronte a tanta esattezza, a dire:

Il mio compagno non si permetterebbe mai di fare una cosa simile. Mi lasci immediatamente e ringrazi che provo talmente tanto disgusto per la persona bieca e subdola che è che non uso anche queste dichiarazioni a suo sfavore...” si stava allontanando quando Felton aggiunse:

Norton. Conosco Brian per sapere che cosa può averle messo in testa e so che non è niente di buono. Ma sappia che se le chiederà tutte queste cose, senza dirle che sono stato io a dirgliele, lo metterà in difficoltà. Provi a chiederglielo se è così sicura di lui. E capirà che non sto mentendo... Ci pensi!”

La eco della voce di Felton si perse dietro le spalle di Edith.

La testa le ronzava e le girava forte.

Perché se credeva in Brian, il sospetto nei confronti del compagno non scemava, ma aumentava paurosamente?

Prese il cellulare che per la seconda volta annunciò l'arrivo di un nuovo SMS. Il primo era di Paul e diceva:

TI DEVO ASSOLUTAMENTE PARLARE. INCONTRIAMOCI A LIVERPOOL STREET PER BERE QUALCHE COSA E TI SPIEGO. DIMMI ORA E GIORNO. E FAI IL PIÙ IN FRETTA POSSIBILE. È DAVVERO IMPORTANTE

Le pareti dello stomaco di Edith si contrassero dolorosamente. Che cosa doveva dirle di tanto importante Paul?

Aspettò qualche secondo, fingendo di ignorare il messaggio, dandosi la possibilità di far credere di non avere il cellulare vicino. Lesse il secondo SMS e anche stavolta lo stomaco fece una dolorosa capriola. Era Brian. Lesse il messaggio con le lacrime agli occhi.

AMORE MI SPIACE TANTISSIMO. STASERA NON CI POSSIAMO VEDERE. HO UNA CENA DI LAVORO NOIOSISSIMA DA SBRIGARE. TI AMO. E TI GIURO CHE NE AVREI FATTO A MENO, MA PROPRIO NON POTEVO, QUEI BASTARDI MI HANNO INCASTRATO! SCUSAMI PICCOLA...”

Uscì su Strand e fermò un taxi. Salì e disse:

Mi porti a Chelsea Harbour...”

L'uomo annuì. Edith prese il cellulare e digitò un messaggio:

"QUESTO POMERIGGIO ALLE CINQUE AL PUB, QUELLO DI FRONTE ALLA STAZIONE. E FA CHE SIA DAVVERO IMPORTANTE!e guardando il cellulare andò a casa di Jen e Fred.

Aveva bisogno di qualcuno che non sparasse a zero su Brian come faceva Rachel. Di qualcuno che non fosse comunque sentimentalmente immischiato come Orlando. E che non fosse amico di Orlando come lo era John.

E Jen e Fred erano gli unici capaci di farlo senza farla sentire peggio di come già stava.



Paul quando vide la sorella allargò le braccia e la strinse forte.

Sei in ritardo!” disse preoccupato guardando la sorella.

Sono arrivata da Chelsea Harbour usando i mezzi pubblici... E sai che la District è quella che è!” sorrise Edith.

Paul la guardò. Non sapeva che giornata aveva passato Edith. Non voleva chiederlo, sapendo di poter incappare nell'ira funesta della sorella, però, l'istinto fraterno lo spinse a chiedere:

Tutto apposto?”

Edith annuì e vaga rispose:

Sono solo un po' stanca. Che ne dici se andiamo a bere quello che mi avevi promesso al bar?”

Paul annuì non smettendo un attimo di fissarsi. Entrarono nel pub, tipicamente inglese negli arredamenti e ordinarono due cocktail leggerissimi. Infondo erano solo le cinque del pomeriggio.

Paul si mise a sedere ed Edith disse:

Allora di cosa dovevi parlarmi?”

Paul si schiarì la gola e facendo ruotare piano il bicchiere tra le mani disse:

Riguarda nostra sorella Emma!”

Edith fece una smorfia infastidita e stava per ribattere, ma Paul la bloccò dicendo:

Stamattina ha pianto e le è venuta una crisi isterica. Stava cercando di chiamare ma, a quanto pare, la persona dall'altra parte non rispondeva...”

Edith aggrottò la fronte e si mise a sedere meglio. Sembrava quasi che qualche cosa nel fondo della sua testa cominciasse a lampeggiare.

Paul bevve un lungo sorso del suo cocktail alla frutta e disse:

Ho parlato con lei e mi a confidato che, anche stavolta sta con un uomo impegnato, che l'ha portata a New York per passare con lui le vacanze e poi non si è più fatto sentire. Io, naturalmente non ho chiesto oltre, però ci sono alcune cose che mi sembrano abbastanza strane, ragionandoci sopra”

Che cosa?” chiese Edith quasi arresa a sapere la verità.

Sono solo idee. Ma se ci penso, Emma ha deciso di partire i primi del mese. Brian ti ha detto che aveva cambiato impegni nello stesso periodo. Emma è tornata a Londra quando noi stavamo a Cortina... Brian si è ripresentato quando eravamo in vacanza.... Mi sembra tutto troppo strano e troppo innaturale non trovi?”

Edith non rispose subito. Guardò il contenuto del suo bicchiere nel quale, al contrario, si poteva riflettere.

Che cosa stava succedendo?

Quella era la punizione per essere stata perdonata da Brian?

Sollevò la testa e disse, lentamente:

Oggi è una giornata strana. Sembra quasi che tutti mi vogliano fare qualche sorpresa, bella o brutta, ma comunque una sorpresa... Prima Felton che mi dice che Brian c'entra in questo casino. Poi tu che mi dici di questa storia di Emma...”

Pensi che parlerai con Brian stasera?” chiese Paul.

Edith lo guardò e chiese:

Stasera Emma esce?”

Paul scosse la testa ed Edith poggiando la schiena alla spalliera della sedia, quasi con soddisfazione, disse:

Dovevo incontrarlo, ma, a quanto pare, ha detto che è stato incastrato dal lavoro. Desumo che sia vero, dato che la sua cognatina preferita è a casa stasera...”

Edith.. Dobbiamo vedere se quello che ha detto Emma è vero! Sono solo mezze voci queste, mezze verità” rispose Paul.

Edith sbuffò e aggiunse:

Dalle mezze voci e dalle mezze verità si arriva sempre al bandolo della matassa... Infondo i pettegolezzi, come le barzellette nascono sempre da un fondo di verità!” e sorridendo al fratello, nonostante l'aria contrita, continuò:“Domani gli parlerò. Se me lo permetterà...”

Paul al guardò poco convinto. Poi ricordando una cosa, si illuminò e disse:

E per il resto?”

In che senso?” chiese a sua volta Edith confusa.

Mi hai detto che ci sono anche delle belle sorprese. Quali sono?” rispose Paul allegro.

Edith sorrise giocherellando con un pezzo di un tovagliolo di carta che aveva spezzettato mentre aspettavano le ordinazioni e disse:

La bella sorpresa... Hai ragione. Oggi ho pranzato a casa di Fred e Jen. E mi hanno detto che ieri hanno fatto una scoperta sorprendente... Jen è incinta!”



Vanessa Hockley era sposata con un uomo più vecchio di lei, amico di famiglia, che la comprò con i suoi soldi e la convinse a sposarlo quando lei aveva appena compiuto vent'anni.

Per entrambi fu un ottimo affare. L'uomo prese più potere e Vanessa fece lo stesso, stupendo il marito dato che, fin da subito si dimostrò un ottima manager.

Una cosa che il signor Hockley non sapeva era che, molto spesso, per convincere i clienti più riottosi, Vanessa amava usare la sua arma segreta, la cosa che sapeva fare meglio: il sesso.

Con Brian però non usava il sesso come arma di convincimento.

Da quando si erano conosciuti tra di loro c'era stata subito una forte attrazione. All'inizio, fingendo un pudore che non aveva, Vanessa, finse di non accettare le avance del giovane. Poi cadde nella rete e, quella mattina fece sesso con lui.

Quella sera, nella sua casa di Londra, dopo aver siglato un preziosissimo contratto che avrebbe riempito le tasche di entrambi di svariati migliori, allungando le braccia sul meraviglioso tappetto persiano che aveva comprato assieme al suo amante, con il quale aveva arredato la casa, gridava di piacere, sorridendo felice.

Brian era padrone della situazione e accettava il carattere focoso di Vanessa che, dopo aver aspettato per molto tempo di poter far sesso con lui, ora si concedeva ovunque e senza posa.

Quando finirono, per l'ennesima volta, Brian sorrise e rispose:

Bene. Credo che nessuno mi ha fatto venire più voglia di lavorare con un cliente in futuro!”

Vanessa sorrise e guardò concupiscente Brian, che sorridendo, passando una mano sulla faccia, fingendo di implorare le disse:

Vanessa ti prego, lasciami un po' di riposo. Stiamo facendo sesso da quando ho messo piede in questa casa...”

Vanessa sorrise e mordendosi il labbro cominciò a mappare il petto di Brian di baci. Lui chiuse gli occhi e deglutì mentre la donna, suadente diceva:

Domani è l'ultimo giorno che sto a Londra...” e lentamente scendeva sempre più in basso. “Che ne dici se passiamo la giornata assieme?”

Brian alzò la testa e la guardò.

Vanessa usò un'argomentazione troppo convincente per dirgli di no.



Edith rientrò a casa.

Posh miagolò felice vedendola e si strusciò sulle sue gambe.

Lei sorrise e la prese in braccio. La baciò e controllò quanti messaggi ci fossero in segreteria. La voce metallica annunciò:

[CI SONO DUE NUOVI MESSAGGI]

Schiacciando un tasto ascoltò i messaggi.

[MESSAGGIO NUMERO UNO]

Ci fu il segnale acustico e poi si sentì la voce di Orlando:

Allora? Vieni o no al mio compleanno. Il mostro ti permette di venire o devo venire a salvarti con il mio cavallo bianco? Scherzo. Fammi sapere!”

Di nuovo il segnale acustico e poi:

[MESSAGGIO NUMERO DUE]

Amore scusami. Ho scoperto che domani devo stare fuori Londra sempre per colpa di quegli americani. Ci vediamo direttamente il tredici. Ti amo. Mi manchi già!”

Sbuffando, con Posh ancora in braccio, Edith si lasciò andare nel divano.

Perché ora che sentiva quel messaggio in segreteria pensava che ci fosse qualcosa sotto, invece del lavoro? Possibile che Felton e Paul le avessero piantato il seme della diffidenza e lei vedesse solo complotti?

Sospirò e prese il telefono.

Richiamò Orlando.

Attese qualche secondo prima che rispondesse. E quando lo fece...

Pronto?”

Ob! Sono Edith.”

Norton, quale onore. Allora?”

L'allegria di Orlando le fece ritornare in mente una frase di Felton:

'… ha deciso di fargliela pagare facendomi assoldare un paparazzo che scattasse delle foto compromettenti affinché ci costruissi sopra un bell'articolo che vi mettesse entrambi nei guai... '

Si trattenne con grande sforzo dal raccontare tutto ad Orlando e mogia rispose:

Brian vuole che esca con lui venerdì. Mi spiace...”

Non vieni allora?” cercò conferma Orlando, quasi si aspettasse di sentirsi dire che era uno scherzo e anche lei sarebbe andata alla festa.

No. Credo che sia molto meglio se io e Brian uscissimo un po' assieme, visto che per cola del lavoro non ci vediamo mai. E poi...” indugiò qualche secondo e aggiunse: “Ci sono delle cose che vorrei chiarire con lui...” rispose sempre più giù Edith.

Tutto apposto?” chiese Orlando più per circostanza che per interesse. A dire il vero, se la storia tra Brian ed Edith fosse finita, non gli sarebbe importato più di tanto... Anzi. Sarebbe stato più che lieto di sapere che la sua amica aveva deciso di lasciar perdere un pezzo di merda simile come Brian Stephensons.

Tranquillo. È tutto ok. Solo qualche piccola bega tra innamorati... Spero che anche tu ne possa riavere al più presto!”

La malinconia invase il cuore di Orlando per un secondo. E si stupì, rendendosi conto che gli mancavano i battibecchi con Edith.

Perché?

Imbarazzato disse:

Mi stanno chiamando al cellulare. Ti devo lasciare....”

O-ok!” ribatté Edith stupita e salutando Orlando guardò la cornetta, chiedendosi che cosa avesse detto di così sbagliato dato che, anche un cretino si sarebbe reso conto che Orlando aveva voluto chiudere la chiamata.

Chiuse la cornetta e compose il numero di cellulare di Brian.

Attese qualche secondo poi una voce fredda annunciò:

...siamo spiacenti... Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile. La preghiamo quindi di lasc...”

Spento.

Cupa si lasciò andare nel divano. Posh si accucciò vicino alla sua pancia e quasi subito prese a ronfare.

Girando, su FIVE, vide che davano 'Via Col Vento'. Lasciò il telecomando e lo guardò.

Si chiese se anche lei, come Rossella O'Hara avesse sbagliato e, amando Brian amasse un uomo come Ashley Wilkes, troppo codardo per ammettere di non volerla e avesse lasciato, da qualche parte, un Rhett Butler che aspettava soltanto un'occasione per sposarla 'tra un marito e l'altro.'



   
 
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