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Autore: Wild Dragon    10/08/2010    2 recensioni
Il drago la fissò con i suoi occhi smeraldini, intelligenti e pieni di curiosità. Si avvicinò con passo malfermo e le annusò la mano. Lei non si mosse e rimase a fissarlo, convinta che non potesse essere vero. Il cucciolo la guardò negli occhi con sguardo carico d’aspettativa. Kairi allungò la mano e ne accarezzò la testa, ma appena ne toccò e squame, una scarica di energia bruciante le attraversò il braccio con un dolore accecante. Lei urlò. Si sentiva bruciare ovunque e aveva la vista annebbiata. - Che cosa succede qui? – domandò una voce di donna. Fecero il loro ingresso nel padiglione due donne. Una aveva la pelle scura e i capelli neri, l’altra aveva la pelle diafana, i capelli neri e brillanti occhi verdi. Era di una bellezza sconvolgente, di certo non umana. Con loro vi era un giovane dai capelli castani che portava una spada blu cobalto attaccata alla cintura. Kairi stava per venir meno. Tutto le sembrava avvolto dalla nebbia. L’ultima cosa che vide fu un occhio verde e profondo che la fissava preoccupato e ansioso. Poi più nulla...buio. - Beh, abbiamo trovato il Cavaliere prima di quanto potessimo mai sperare.
Genere: Azione, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arya, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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III

Due nomi

 

- Scegli. – le ripeté Eragon per l’ennesima volta.

- Non so che scegliere! – ripeté Kairi scrutando torva ciò che il Cavaliere le indicava. Ai loro piedi, stavano tre bastoni affusolati di lunghezza e spessore diverso. Il primo era il più sottile, il secondo più spesso ed il terzo era il più grosso di tutti, sia in spessore che in lunghezza.

- Non è difficile! – sbuffò esasperato Eragon.

- Ho combattuto poche volte con armi lunghe. – si giustificò lei. – Non so qual è la migliore per me.

- Se poi non ti ci trovi la cambi, è solo per vedere il tuo stile di combattimento.

- Ehm...ok. – fece Kairi prendendo il primo bastone. Passò le dita sulla sua corteccia prese a farlo roteare in aria. Era troppo leggero, non le dava sicurezza. Tuttavia, non disse nulla: voleva cominciare questa dannata prova.

Lei, Eragon ed Arya erano nel campo di allenamento dei Varden. Ovunque vi era gente che si allenava con armi di tutti i tipi. C’erano principianti ed esperti, per la maggior parte uomini, ma anche qualche rara donna.

Saphira aveva condotto il cucciolo di drago da qualche parte, su alcune rocce. Lo sapeva perché sentiva la consapevolezza del suo drago del luogo in cui si trovava. Senza perdere neanche un istante, Saphira già voleva farlo volare.

La lontananza da lui la metteva tremendamente a disagio, tuttavia riuscivano a mantenere una sorta di legame fra le loro menti anche a quella distanza.

- E ora? – domandò Kairi guardando il suo maestro.

- Ora... - disse Eragon prendendo a sua volta un bastone. – Fatti sotto. – intimò con un mezzo sorriso sulle labbra.

Sul volto di Kairi si dipinse un sorriso astuto e per nulla intimorito. Intanto, Arya li osservava dall’ombra di un albero. Si erano messi d’accordo: lui avrebbe testato la sua abilità con la spada e lei se era portata per la magia.

Kairi serrò la presa sul bastone ed osservò il suo avversario. Eragon era tranquillo, quasi disinvolto, ma lei sapeva benissimo che era in guardia e pronto a render nullo ogni suo tentativo di offesa.

La ragazza scattò con una velocità impressionante e puntò alla spalla di Eragon, ma all’ultimo momento deviò il colpo e condusse il bastone ai suoi stinchi. Era quasi riuscita a sfiorarli, quando fu deviata dal bastone del Cavaliere. Era sorpreso: non si aspettava tanta rapidità, ma ora di certo sarebbe stato più attento.

Senza perdere tempo, Kairi fece un balzo all’indietro, ma solo per riattaccare nuovamente, puntando alle costole. Di nuovo, la sua offesa fu stroncata poco prima di colpire il bersaglio. Fece una mezza piroetta e piantò il gomito nello stomaco del Cavaliere, mozzandogli il fiato.

No, questa proprio non se l’aspettava. Ghignò fra sé e sé la ragazza.

D’un tratto, sentì un colpo tremendo alla spalla che le rubò un gemito strozzato. Cadde a terra, ma si rialzò all’istante, lo sguardo fisso su Eragon ed una mano intenta a massaggiarle la spalla dolorante. – Razza di bastardo. – ringhiò. L’osso le doleva tremendamente.

- Queste cavolate non le potrai ripetere con un nemico provvisto di armatura. – le fece presente Eragon. Per lui li dolore era passato in un istante.

Irata, Kairi strinse ulteriormente la presa sul bastone, tanto da farsi sbiancare le nocche.  Si lanciò con impeto sul Cavaliere e colpì con tutte le forze che aveva. Eragon parò prontamente. Si sentì uno schianto secco e delle schegge fluttuarono un istante davanti ai loro visi. Kairi si ritrovò a stringere la metà del bastone che aveva prima.

L’impatto era stato talmente forte da farle vibrare il braccio.

Kairi guardò contrariata come si era ridotta la sua arma e notò con disapprovazione che una scheggia le si era conficcata nel palmo della mano. Senza tanti complimenti, la prese fra indice e pollice e la tirò via, avvertendo un fastidioso bruciore. - Lo sapevo che era troppo leggero. – sospirò.

Eragon la studiò per un lungo istante e lei ricambiò lo sguardo. Il suo bastone non si era rotto, ma aveva subito una grossa sbeccatura. – Incredibile. – disse passandosi una mano fra i capelli. – Non avevo mai visto una ragazza umana con una forza simile. I tuoi colpi erano rapidi e scattanti, ma violentissimi. – fece un mezzo sorriso. – Direi che con la giusta pratica diventerai una spadaccina formidabile.

- Bono a sapersi. – disse Kairi vagamente compiaciuta gettando via la sua arma ormai inutilizzabile. – E ora?

- Ti consiglio di provare col bastone più grosso. – le rispose Eragon. – Se riuscirai a mantenere una velocità simile... – fece un vago gesto con la mano accompagnato da un mezzo sorriso. – Beh, buon per te.

Kairi si strinse nelle spalle e raccolse il bastone più grosso. Ne saggiò la portata fendendo l’aria e roteandolo in aria. Il peso maggiore le infondeva più stabilità e sicurezza, ma non la rallentava affatto. Si portò la mano alla spalle colpita e riportò lo sguardo su Eragon. Adesso vedi, caro il mio maestro.

Roteò il bastone in aria un ultima volta prima di scattare e farlo calare con rapidità e violenza implacabili sulla testa del suo avversario.

Con tutta tranquillità, Eragon si scostò di un passo verso sinistra roteando il busto e contrattaccando in maniera tanto fulminea quanto imprevedibile. Per Kairi fu molto difficile essere abbastanza rapida da bloccare il colpo, ed il bastone del suo avversario le colpì comunque le nocche di una mano. La ragazza sentì dolore, il calore del sangue scorrerle sulle dita, ma vi badò appena. Balzò all’indietro per mettere un po’ di distanza dal suo nemico, ma subito rieccolo; in un attimo le era addosso e le sferrava un altro colpo tenendo il bastone con entrambe le mani.

Kairi ebbe appena un istante di incredulità. E’ velocissimo!

Riuscì nuovamente a parare, ed il colpo le riverberò per tutto il braccio, accompagnato da un violento schianto. Kairi digrignò i denti e tentò un contrattacco, ma Eragon lo evitò con una mezza piroetta. Decisa a non dargli un’altra opportunità di contrattaccare, la ragazza si piegò sulle ginocchia e condusse il suo bastone ai polpacci del Cavaliere. Di nuovo, fu troppo lenta.

Eragon spiccò un breve balzo ed evitò il colpo, ma Kairi non perse tempo, e con tutta la forza che aveva in corpo, lo colpì all’altezza del petto.

Eragon parò, e ci fu uno schianto ancora più potente dei precedenti. Di nuovo, Kairi sentì la forza dell’impatto rimbombarle nelle ossa. Di nuovo, velocissima ed implacabile, tentò l’offesa. Il colpo questa volta andò a segno, anche se non in tutta la sua potenziale distruttività, poiché Eragon aveva tentato di allontanarsi nuovamente, senza però riuscire a sfuggire completamente al bastone della ragazza. Balzò in alto e calò su di lei, inarrestabile. Kairi rotolò a terra ed evitò quell’offesa tremenda per n soffio. Quando Eragon riatterrò, lei era pronta. Dal basso, lo stava per colpire, quando all’improvviso, si bloccò.

Non sentiva più la terra sotto i piedi, il bastone fra le mani. Sentiva il vento carezzarle le ali, vedeva la magnificenza di un paesaggio ammirato da un’altezza vertiginosa, percepiva una gioia immensa, una selvaggia euforia ed un inarrestabile senso di libertà.

Si accorse appena quando Eragon la sbatté a terra con un colpo, percepì a malapena il dolore. Era come lontano, come se la riguardasse appena.

- Kairi...Kairi!

In un lampo, tutto tornò come prima. Mise a fuoco Eragon davanti a lei che le scrollava le spalle con aria preoccupata, e lentamente sentì montare un immenso dolore alle costole.

- Ah! – esclamò presa alla sprovvista. Gemette e si tastò lì dov’era stata colpita, procurandosi una fitta pazzesca. – Ah! – ripeté con una smorfia. – Cazzo. Credo di essermi rotta qualche costola.

- Colpa mia. – fece Eragon con un sorriso di scusa. – Mi spieghi che diamine ti è successo?

Kairi si passò una mano fra i capelli scarlatti ed impolverati, guardandolo confusa. – E’ stato così...strano. – mormorò. – Era come se mi staccassi dal mio corpo. Un attimo prima ero qui, l’attimo dopo... – si guardò le braccia, ricordando come le aveva sentite come ali. – Io beh...volavo.

Un lampo di comprensione balenò per lo sguardo di Eragon. – Capisco. – annuì.

- Le dispiacerebbe rendermi partecipe a questa comprensione?

Eragon annuì e le accostò una mano alle costole. Lei si ritrasse. – Non ti azzardare.

Lui la ignorò e la sfiorò con la punta delle dita lì dov’era stata colpita. – Waise heill! – mormorò.

- Cosa diamine... – la domanda le morì in gola, quando sentì le ossa muoversi dentro di lei, riassemblarsi e riparandosi, mentre il dolore scivolava via. – Wow. – fece con un filo di voce.

Eragon sorrise, si alzò e le porse la mano, aiutandola a rialzarsi.

- Cos’è successo? – domandò Kairi. – Prima, intendo.

- Lo spiegheremo io e Saphira a entrambi, appena lei ed il cucciolo ritornano.

Kairi sbuffò. – Comunque...ci tengo a precisare che se non mi fosse succedo quel che mi è successo, ci saresti finito te steso per terra.

Eragon scoppiò a ridere. – Ma figurati. Sei veloce, ma mai abbastanza per me.

- Non è vero, ti stavo dietro benissimo. – ribatté Kairi fingendosi crucciata.

- Scherzi, vero? Eri completamente in mia balia.

- Ah sì? Bene! – Rapidissima, Kairi gli mise una gamba davanti ai piedi e lo spinse in avanti, facendolo rotolare per terra. Tra le risate, Eragon le chiuse le gambe fra le proprie. – Troppo lenta! – roteando il bacino, la fece cadere accanto a lui.

- Neanche per sogno! – la ragazza si avventò su di lui e prese a sfregargli le nocche della mano sulla testa.

- Ma va’! – Eragon la spinse via ed i due risero assieme, cominciando a tirarsi pugni di terra.

Che bambini. Commentò bonaria una voce profonda alle loro spalle. Saphira li scrutava divertita agitando la coda a destra e a sinistra. Eragon scattò in piedi e le prese ad accarezzare il muso, guardandola con immenso amore. Un amore tanto grande, Kairi non lo aveva mai visto nello sguardo di nessuno.

All’improvviso, una macchia verde ed indistinta le sfrecciò addosso facendola scoppiare a ridere. Il cucciolo le si accoccolò al petto e lei prese ad a grattargli affettuosamente la schiena. Notò con un certo stupore che era cresciuto di qualche centimetro dalla quella mattina.

Ora che era vicino, si sentiva nuovamente completa, come se un pezzo di lei tornasse al suo posto, inserendosi in uno spazio riservato all’interno del suo cuore. Le sentiva forti e potenti pulsare in lei, le emozioni di quel cucciolo di drago. Sentiva la gioia ad averla vicina, la soddisfazione per la giornata trascorsa. Tutto ciò che lui provava era un’estensione di ciò che provava lei. Era una sensazione indescrivibile. Essere così in sintonia, così intimamente collegati.

- Kairi. – la chiamò Eragon.

Lei annuì e si alzò, sempre tenendo il cucciolo fra le braccia.

- Allora, quello che ti è successo oggi è una cosa buona, che però devi riuscire a controllare. Il tuo drago ha provato delle fortissime emozioni, tanto forti che sono arrivate a te, nitide come se fossi tu a provarle, nonostante la distanza. E’ un buon segno. Dimostra che il vostro legame è molto saldo.

E’ una cosa naturale, tra drago e Cavaliere, condividere le stesse emozioni, le stesse sensazioni. Intervenne Saphira scrutandola con i suoi occhi blu ed intensi. Ancora una volta, Kairi ammirò la bellezza e la maestosità di quella creatura. Anche se potete esercitarvi a tenervi fuori dalla mente del vostro compagno. Ma non vi conviene farlo. Oramai, soli sarete sempre incompleti. La vostra mente sarà completa solo se abbraccerà quella del vostro compagno, le vostre emozioni saranno al completo della loro forza solo quando le condividerete. E’ così, e la sintonia fra drago e Cavaliere è una delle cose più belle.

- Escludere l’uno dalla mente dell’altro non vi conviene, vi farà stare solo male. – riprese Eragon guardando negli occhi Saphira. – Dovete tentare di rimanere in contatto anche quando siete lontani, finché la distanza ve lo permette. Se siete troppo lontani, non potete sentirvi in alcun modo, e questo...questo è un dolore quasi fisico per entrambi.

Da come ne parla...deve averlo certamente provato. Pensò Kairi scrutando pensierosa drago e Cavaliere.

I due si stavano scambiando uno sguardo colmo di significato, di affetto e di sottointesi. Istintivamente, Kairi strinse il suo drago a sé. Sentì la stessa paura di lontananza nel cuore del cucciolo così come nel suo. Era vera ogni parola, ed entrambi sapevano che presto se ne sarebbero resi realmente conto.

- Tuttavia...dovete riuscire a rimanere costantemente in contatto senza però distrarvi da quello che state facendo. Una distrazione può costarvi la vita, tenetelo a mente. A volte, per avere maggior concentrazione in quello che state facendo, vi conviene isolare la mente, ma se vi abituate alla costante presenza del vostro compagno non ne avrete bisogno. Non vi preoccupate. C’è tempo. Dovete solo...farci l’abitudine. Il vostro legame si approfondisce giorno dopo giorno e ricordate che questo non cambia mai. Non finirete mai di conoscevi a vicenda.

Anche se campaste centinaia di anni.

- Ora non avete che una vaghissima idea di cosa voglia dire essere drago e Cavaliere, ma ve ne renderete conto molto presto. Di questi tempi, è inevitabile.

Kairi annuì e fece scorrere lo sguardo sull’orizzonte. Era vicino il tramonto: il sole si stava lentamente avvicinando all’occidente per compiere la sua discesa. Una lieve brezza sussurrava fra gli steli d’erba. Kairi chiuse gli occhi ed inspirò profondamente. Era pronta. Lo sentiva. Avrebbe combattuto, avrebbe ucciso, avrebbe sofferto, e anche se era suo dovere, ora era anche una sua scelta.

- Dovresti dargli un nome. – suggerì Eragon accennando al drago.

Ovvio. Si dette della scema per non averci già pensato.

Con cautela, tentò d allargare i confini della sua mente per sfiorare quella del cucciolo. Cosa ne dici, piccolo? Drago e Cavaliere. E combatteremo insieme, sempre, niente ci separerà.

Il cucciolo inarcò il collo ed emise una sorta di ruggito, che suonò piuttosto buffo. Kairi rise e gli accarezzò la testa. Sentiva la sua affermazione, sentiva il suo coraggio e la sua determinazione.

Bene, cucciolo, ma ora ti serve un nome.

Il drago lo guardò con occhi colmi d’aspettativa, smeraldi spalancati ed intelligenti che la scrutavano attenti.

La ragazza ci pensò per qualche istante appena. La risposta venne da sola, quasi automatica. Fu certa all’istante che fosse il nome giusto.

Come mio padre...Brigan.

Il cucciolo sbuffò una nuvoletta di fumo bigio dalle narici e le sfregò il muso contro un braccio. Emise un basso verso di compiacimento e dispiegò le ali. Balzò dalle sue braccia all’erba davanti ai suoi piedi e la ragazza lesse la risposta nei suoi occhi. Sì.

Kairi sorrise e si inginocchiò davanti a lui. Brigan.

Il cucciolo annuì.

Brigan.

Kairi.

  
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