A Vivvinasme,
per le sue splendide parole,
a Luca, perché esiste, e il personaggio di Naruto ruota un po' intorno a lui,
e infine a voi, che commentate sempre e leggete sempre, vi darei una medaglia al valore per aver resistito.
Non siamo nemmeno a metà, forse, e già mi commuovo.
Ecco, mi serve un fazzolettino...
Oggi ero giù, ma come al solito è su EFP che trovo consolazione.
Ancora GRAZIE.
Uaho, su questo sito mi capita di ringraziare moltissime persone ultimamente...
a Luca, perché esiste, e il personaggio di Naruto ruota un po' intorno a lui,
e infine a voi, che commentate sempre e leggete sempre, vi darei una medaglia al valore per aver resistito.
Non siamo nemmeno a metà, forse, e già mi commuovo.
Ecco, mi serve un fazzolettino...
Oggi ero giù, ma come al solito è su EFP che trovo consolazione.
Ancora GRAZIE.
Uaho, su questo sito mi capita di ringraziare moltissime persone ultimamente...
Capitolo 9, Rivelazioni e notti insonni, Revelations and sleepless night.
Spesso domande che non hanno risposta, devono rimanere tali.
Spesso i dubbi che non fanno dormire, devono essere dimenticati.
Spesso sono le risposte a fare male.
Spesso è la verità a far soffrire.
Se è dolorosa, la realtà, preferisco restarmene in questo castello di carte, a vivere di illusioni.
La musica è il mio mondo.
La mia distrazione, la mia via di fuga.
L'ho perduta questa via, ho abbandonato il mio mondo, ma intendo tornarci.
E farò qualsiasi cosa.
Vuoi venire anche tu?
Da quel lontano giorno di San Valentino, col gelo che avvolgeva tutto col suo freddo abbraccio, in cui Naruto e Sasuke si erano incontrati in discoteca la prima volta, era passato un po’ di tempo e ci trovavamo ormai nella prima settimana di marzo. Nell’aria c’era già quel dolce e leggero sapore della primavera che annunciava felice il suo arrivo.
Dall’ultimatum di Orochimaru era trascorsa ormai più di una settimana, e ancora la situazione non si era sbloccata.
Avevano ancora tempo, ma più i fogli del calendario scorrevano più sembrava non bastare. Eppure Suigetsu aspettava fiducioso, confidando nel recupero del biondo.
“Ancora” più di due mesi, o “solo” poco più di un paio di mesi.
La prospettiva da cui si guardano le cose fa sempre la differenza.
Sai aveva portato via le sue cose dall’appartamento, ma, lo stesso, aveva tempo per stare con Naruto e Suigetsu, anche perché la scuola d’arte aveva soltanto lezioni di mattina e a volte pomeridiane, quindi, la sera, gli piaceva godersela con i suoi amici di sempre.
Però si era reso conto che più stava con loro, più capiva che questi due anni li avevano profondamente segnati.
Suigetsu lo aveva messo al corrente, seppur senza farlo sapere al biondo, della situazione di Naruto, e lui desiderava aiutarlo, ma non sapeva proprio da dove cominciare.
Per lui i sentimenti erano già difficili da capire.
Lui che era riuscito a stento a dividere l’amore dall’amicizia, si interrogava ogni giorno su quale elemento abbia potuto bloccare il biondo in quel modo.
I libri che da sempre lo aiutavano a comprendere il comportamento delle altre persone, ora sembravano completamente inutili, e nemmeno i testi di psicologia che aveva trovato in biblioteca gli avevano suggerito qualcosa.
Intanto, il concerto dei Double-T era stato fissato per il quindici marzo, e il gruppo provava costantemente alla saletta, non appena era libera, e ogni volta che Naruto si ritrovava a passare di lì, chiudendo gli occhi, riscopriva l’energia di Juugo in Kankuro e si domandava ogni volta se la sua chitarra fosse ancora in grado di sprigionare una tale energia come quella di Temari. Oh meglio, se LUI ci sarebbe potuto riuscire ancora.
- Kankuro, hai sbagliato un passaggio, dovevi aspettare prima di partire. – lo rimproverò Temari, con voce seria, ma allo stesso tempo dolce, senza evitare però di alzare un pugno come a minacciare la testa del povero malcapitato batterista, ed avvertirlo che doveva riuscire a finire la canzone senza errori altrimenti sarebbe diventato parte della batteria, e sua sorella non aveva bisogno di alcuna bacchetta per suonargliele.
- Uffa, Tem, quel pezzo non mi riesce proprio! – si lamentò Kankuro, colpendo il piatto della batteria con una bacchetta, per enfatizzare la sua irritazione.
Erano nella saletta, come ogni giorno, a provare quella dannata canzone, e Naruto assisteva alle prove, mentre Suigetsu era con Sai a bere qualcosa.
Si sfiorò il piercing sul labbro che aveva indossato di nuovo, giocherellando distrattamente con la catenella che lo congiungeva all’orecchino, rimanendo seduto a terra a guardare i suoi amici provare.
- Tayuya, - la voce di Gaara si fece sentire, calma e pacata, senza un’intonazione particolare - prova a coprire la parte ritmica con la voce in quel pezzo, visto che a lui non riesce, aggiungiamo una frase alla canzone... qui...
Gaara mostrò allora lo spartito alle due vocal, che curiose gli si avvicinarono mentre lui, armato di matita e gomma, modificava di poco una parte.
- Potesti ripetere l’ultima frase del ritornello, - continuò guardando la rossa che annuiva, - sfumando la voce mentre la chitarra di Temari raggiunge questa nota e poi riprendere quando attacca di nuovo Kankuro, in questo punto.
Le sue idee arrivavano sempre all’improvviso, e, la maggior parte delle volte, risultavano essere delle trovate vincenti.
La nuova canzone doveva essere perfetta, e Gaara era un grande negli arrangiamenti.
“Coprire la parte ritmica con la voce?” pensò Naruto, appuntandosi mentalmente di provarci, anche se la sua parte ritmica era dentro la sua testa. Forse avrebbe dovuto semplicemente suonare con un altro batterista, ma sentendo Kankuro, con uno stile così simile a quello di Juugo, e con anche gli stessi difetti, si disse che non era possibile con uno come lui.
Gli stessi sbagli di Juugo, come le pause lunghe.
Juugo le sbagliava spesso dato che non era molto esperto, almeno all’inizio, e Sai era riuscito a comporre in modo da evitare pause troppo lunghe nella batteria, o fare attaccare Juugo dopo qualche nota, facendone una più riconoscibile delle altre come un segnale. Solo dopo molte prove era riuscito a non fare più nessun errore, come del resto anche lui, Suigetsu e Sai non erano un granché all’inizio. Soltanto dopo aver trovato la combinazione vincente dei loro pregi e difetti, erano riusciti a diventare il gruppo che erano.
Anche Kankuro sbagliava come Juugo, ma Gaara risolveva la questione in modo diverso. Far attaccare batteria e voce insieme, così se sbagliava uno veniva corretto dall’altro. Un elemento del gruppo aiuta l’altro, come dovrebbe essere in una band unita. In una famiglia, come nel loro caso. Cambiare quella parte, pensò, era una grande idea, accendeva il ritmo e quando entrava Gaara col suo basso, iniziava a sfumare la voce di Tayuya, roca e forte, ed entrava Temari, più pulita e acuta.
La risuonarono ancora, perfezionandola, e il biondo dovette ammetterlo. Erano semplicemente grandi.
- Che ne pensi? – a fine canzone, Kankuro posò le bacchette e lo guardò, senza alzarsi dal suo posto dietro la batteria, aspettando il responso del loro unico spettatore.
Sorrise, senza tenere troppo sulle spine il Sabaku, e non avrebbe potuto dire qualcosa di diverso, così affermò con convinzione: – Siete grandi.
Quando lo disse, gli altri, ricordando l’avvertimento di Orochimaru, seppero di essere davvero forti, e rimasero un po’ spiazzati, prima che Tayuya abbracciò Kankuro urlando e mandando al creatore l’udito di quasi tutti i presenti.
Quella sera stessa, gli ex Red Seduction, l’avevano consumata davanti a pizza e videogiochi, come facevano un tempo.
Spegnendo la console, data l’ora tarda, pressoché le due del mattino, Sai prese una birra e, accomodandosi sul divano, gettò uno sguardo al biondo.
Naruto era esausto. Appena uscito da una maratona di videogiochi durata per ben quattro ore, seduto ai piedi del piccolo divanetto, tra riviste e scatole vuote di pizza e qualche bottiglia di birra.
Erano nella sua camera, nella quale era stato portato il televisore, collocato, a suo rischio e pericolo, sul pavimento, in balia di due pazzi giocatori di playstation quali erano Suigetsu e Naruto.
- Naruto, ti capita mai di ripensare a Juugo? – sussurrò io moro dopo aver ponderato bene su come iniziare il discorso.
Quella domanda colse il biondo un po’ alla sprovvista e Suigetsu, che stava entrando nuovamente nella camera dal bagno, sentendola, ritornò sui suoi passi, lasciando i due da soli, senza che loro si accorgessero della sua presenza.
- Si, a volte. – rispose, con sincerità, l’Uzumaki.
- Sai, credo che lui vorrebbe vederci suonare ogni giorno pensando a lui. - continuò Sai, socchiudendo gli occhi come per cercare le parole giuste - Amava la musica. Anche io, - aggiunse - anche se non a tal punto da mettermi in gioco. Lui invece... lo faceva sempre.
Il biondo chiuse gli occhi, volgendo leggermente la testa all’indietro, e nel momento in cui lì aprì nuovamente, il soffitto era ciò che vedeva. – Eh, infatti si è ammazzato. Si si, amava la musica e anche la vita. – replicò amareggiato più che sarcastico, subito interrotto da una frase del moro.
- Non te ne ha mai parlato, vero? – mormorò, con il tono di chi ha appena confermato qualcosa che già si immaginava, e la frase aveva l’aria di essere più un affermazione che una domanda.
Affermazione che ebbe il potere di far voltare il biondo verso Sai, che ebbe la sua più completa attenzione.
- Di cosa? – chiese l’altro, sorpreso.
- Del perché l’avesse fatto. Di uccidersi con quei farmaci, intendo. – spiegò dunque il moro.
Naruto spalancò gli occhi, rialzandosi in piedi, ritrovandosi a fronteggiare l'amico, ancora seduto sul divano. – E tu... lo sapevi? – mormorò, per poi continuare, alzando la voce: - E non me l’ha mai detto!?
Sai scosse la testa. – L’ho saputo dopo. - spiegò - Il giorno prima dell’incidente. Volevo parlartene ma… sai… dormendo era un tantino difficile – concluse con un falso ghignetto ironico, e forse un po' triste.
Il biondo si avvicinò ancora e lo afferrò per le spalle, costringendolo ad alzarsi, senza mollare la presa.
– Dimmelo!
- No, se non te l’ha voluto dire lui, no. – il biondo strinse inconsapevolmente la presa sulle spalle dell’altro.
- Devo saperlo! Devo…
- Mi fai male, Naruto. - la voce atona e fredda di Sai fece scostare immendiatamente il ragazzo da lui.
Appena Naruto si rese conto della sua reazione esagerata, si diede dello stupido. Abbassando lo sguardo in segno d scuse, si mise seduto sul divano. – Scusa… ma io devo saperlo, Sai. Ne ho bisogno.
- E io non posso dirtelo, però posso dirti che non c’entriamo niente noi. Che era un problema suo. Quindi non devi pensare di aver contribuito alla sua depressione. Ne di tradirlo in qualche modo suonando di nuovo. – disse guardandolo negli occhi, così intensamente da far male.
Il biondo sgranò gli occhi e fissò l’altro con espressione perplessa sul viso. – Su-Suigetsu te l’ha detto. – sussurrò Naruto, sentendosi in qualche modo tradito ma allo stesso tempo sollevato.
- Non agitarti, se lo senti suonare insieme a te, succede anche a me quando suono. Suona con lui, Naruto. Ma d'altronde, mi ero innamorato di te per questo. Sei duro e sensibile, e sai mostrare i tuoi sentimenti, cosa che io non sono in grado di fare. Non nasconderli, ora.
Naruto non disse una parola, solo quando Suigetsu rientrò silenziosamente nella stanza si rialzò silenziosamente, sotto lo sguardo bruciante di Sai, diretto in bagno a schiarirsi le idee, e a riflettere sulle parole che l'altro gli aveva detto. Non capitava solo a lui, dunque. Anche gli altri erano stati segnati da quei dolorosi avvenimenti. Si sentì egoista, e in colpa, per non aver pensato a loro. Per non reagire come gli altri…
- Hai sentito tutto vero? – Sai lo guardava con un sorriso senza significato, ma che Suigetsu interpretò come ammonitore e divertito.
- Posso sapere perché Juugo è morto o non puoi dirlo nemmeno a me? – l’Hozuki era tremendamente serio, invece. Se ne era stato zitto e buono, ma se Sai sapeva qualcosa sul suo migliore amico, lui aveva il diritto di scoprirla, o no?
- Non lo immagini? – fece l’altro - L’amore non corrisposto fa questo e altro. Soprattutto se la persona di cui sei innamorato è del tuo stesso sesso, è eterosessuale convinto e ti confida le sue cotte, non trovi? – il sorriso di Sai, a detta di Suigetsu, stava risultando maligno.
- C-cosa stai cercando di dirmi, Sai? – l’Hozuki aveva un’intuizione ma sperava che non fosse quella giusta.
- Io? Assolutamente niente. Non sto incolpando nessuno… tanto meno te. In fondo le persone sono cieche, non c’è niente da fare. Ora è meglio che vada. – e così dicendo uscì, lasciando un Suigetsu alquanto tormentato.
Naruto entrò nuovamente all’interno della stanza poco più tardi e lui era ancora lì impalato.
- Suigetsu? – Naruto lo guardò stranito, tentato dal colpirlo per farlo tornare in se, visto che sembrava assente.
- Nh? Ah, Naruto… senti… io… vado nella mia stanza ora, allora a domani, ok? Ci- ci vediamo… - Suigetsu, ripresosi dalle sue tormentate riflessioni, velocemente, si diresse verso la porta, fermato dal richiamo dell’altro proprio mentre stava abbassando la maniglia.
- Suigetsu? – la debole voce dell’altro gli giunse alle orecchie ma lui non si voltò.
- Dimmi… - si limitò a rispondere.
- Domani voglio suonare con te e Sai, ce la metterò tutta! – il biondo sorrise, e, anche se non si era voltato, Suigetsu lo percepì benissimo.
- Ok, ti vedo combattivo, sei sulla buona strada, ora… però vado a dormire ok?
- Wow quanto entusiasmo… - brontolò l’altro mettendo il suo solito, tenero e infantile, broncio.
- Scusami Naruto, . disse, sinceramente dispiaciuto, ma il bisogno di stare solo era troppo - sono stanco, a domani. – e uscì, senza voltarsi né dire una sola altra misera parola.
- Ho detto qualcosa che non va? – chiese l’Uzumaki, alla porta, ormai chiusa.
Una volta che fu ricomparso nella propria camera, Suigetsu si mise una canotta e dei boxer puliti e si buttò sul letto ancora sfatto, premendosi una mano sul volto, e si girò su un fianco.
“Non può essere…” chiuse gli occhi per rendersi estraneo da tutto quello, ma gli risultò praticamente impossibile.
Provò a cambiare posizione e si sistemò steso sul dorso, questa volta con il volto rivolto verso l’alto, intento a fissare il soffitto. Deglutì, certo che quella notte non avrebbe chiuso occhio.
“Juugo non può… no, maledizione” non era capace di ignorare quei pensieri che erano spietatamente germogliati nella sua mente dopo che Sai gli aveva rivelato indirettamente la verità.
Si sentiva sprofondare e malediva l’altro per avergli svelato cose che non desiderava conoscere, e che in quel momento desiderava solo mettere in un angolino della sua mente, e farle ricoprire dallo spesso strato di polvere della dimenticanza.
Arreso all’impossibilità di dormire con quel concerto di dubbi in testa, si mise seduto, per riflettere meglio.
“Lui… innamorato… di me? Non ci credo… ma se fosse vero…”
Dopo qualche attimo passato ad ascoltare i sommessi rumori della stanza, il ticchettare lento delle lancette della sveglia, il rumore leggero e slontano del vento, si alzò nuovamente, aprendo la piccola finestra, attendendo che l’aria piacevolmente fredda trasportasse lontano le sue domande e gli liberasse la mente.
Ma anche questo tentativo fu inutile.
Ritornò vicino al comodino, e prese dal cassetto un vecchio pacchetto di sigarette e un accendino.
Ne estrasse una, e, portandosela alla bocca si affacciò alla finestra, socchiudendo gli occhi nel momento in cui gli pervenne un po’ di vento gelido in faccia.
Guardò distrattamente l’accendino, con un paio di manette incise sopra. Ne richiamò alla memoria la provenienza e si ricordò di averlo comprato ad una fiera due anni e mezzo prima, non era nemmeno vero argento…
Si accese la sigaretta inalando quel fumo velenoso, riconoscendone la sensazione graffiante sulla gola.
Tossì un po’, per poi tirare un’altra boccata.
“Tsk, patetico, adesso ricomincio pure a fumare, dopo un anno passato a smettere”, probabilmente se avesse potuto, e se avesse avuto abbastanza auto-ironia, si sarebbe preso in giro da solo.
“Se Juugo fosse stato veramente innamorato di me, e se si è ammazzato per questo, la colpa è solo mia, non mi sono accorto di niente!" pensava, sentendosi tremendamente vuoto "E da grande imbecille quale sono, gli raccontavo le mie avventure con la ragazza di turno. Dicendo quanto fossi innamorato di una che magari dopo essermi fatto mollavo il giorno dopo. Per non parlare di quello che gli ho detto prima che… ” sgranò gli occhi, rivivendo scene passate su cui aveva già rimuginato, anche se non vedendole da quell’ottica. Serrò il pugno che non sorreggeva la sigaretta, desiderando quasi di colpirsi da solo.
Tirò l’ennesima boccata, e restò in silenzio a guardare la luna, quasi interamente coperta da una nuvola.
- Accidenti… non posso credere di essere stato tanto stupido! – si accusò ancora una volta, poi, adocchiando il cellulare sul comodino, gli venne quasi da chiamare il suo muro personale, ma, tornando a guardare il cielo, con la luna che risplendeva ignorando le preoccupazioni degli inutili esseri che abitavano al di sotto della volta celeste, si disse che era tardi, e si colpì la fronte con una mano, per aver solo osato pensare di telefonarle ancora.
Però, si ripromise, aveva bisogno di sfogarsi, e perché no, prendere a testate il muro…
Itachi… Madre… Padre…
Vi penso costantemente, cercando le verità.
Cerco risposte, che mi diano finalmente pace.
I dubbi mi stanno divorando, basta, basta!
Per quanto dolorosa sia le verità, io devo sapere come stanno le cose, per poter dare finalmente uno scopo alla mia esistenza.
Il resto è nulla.
Mi aggrappo a questo sogno, e alla musica, per non crollare.
Cos’è per te la musica?
Prossimo capitolo: Sasuke e Kiba in fuga... e un caos generale, perchè se Orochimaru muove un dito, se ne accorgono tutti... XD
Scusate la brevità delle risposte alle recensioni. Ma causa problemi connessione e un dolore alla gamba tremendo, ho poco tempo.
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