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Autore: daddadda    12/08/2010    2 recensioni
Per prima cosa misi la torta in frigorifero e poi versai i pasticcini appena comprati in un vassoio di vetro trasparente. Lo portai in salotto e lo poggiai sul tavolino, Reita assaggiò un pasticcino e rimase affascinato. R: wow! Sono speciali, buonissimi. Dove li hai comprati? K: li ho presi alla Tawashimo Iiwotaki… mi piaceva molto il loro aspetto e ho pensato di prenderne qualcuno. R: hai fatto davvero bene. Assaggiane uno! Ne prese uno e me lo mise in bocca. Quelle dita che toccarono le mie labbra erano come lame bollenti, sentivo che mi bruciavano la pelle… chiusi gli occhi e assaporai quel pezzo di cioccolata. Mi mandava in estasi, o forse era Reita?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Cinema Bizarre, The GazettE
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Allora... che dire? beh... io in questa ff ci ho messo davvero tanto di me stessa, ma questo ve lo dirò al momento giusto XD
*non sa più che dire* beh, vi lascio alla lettura ^^ grazie di cuore a chi mi segue e un abbraccio grande a chi recensisce, senza di voi non so come farei ad andare avanti con questa storiella ** *adesso smettila però! ndlettrici* *oh si scusate ndme* *se ne va XD*

Quelle sensazioni, cosa diavolo mi stava accadendo?

Dopo che avevo portato a Reita i dolcetti che avevo comprato ci eravamo messi a parlare, finendo in un discorso sulla televisione Giapponese… Gli avevo detto che non ci capivo niente di Giapponese così lui insistette per illustrarmi un po’ la grammatica della sua lingua. Avevo acceso la TV e ci eravamo messi sul divano a discutere in un inglese un po’ titubante ma era divertente. Ero andato a prendere una lavagnetta magnetica dove potevamo scrivere e sbizzarirci, ma l’avevo presa principalmente per capire come scrivere i segni Kanji, sono i più difficili tra tutti gli altri.

Io cercavo di scrivere il meglio possibile ma lui continuava a fare segno di no con la testa e a ridere, così dopo un po’ decise di farmi una dimostrazione e di disegnarli lui i segni… io non ero per niente d’accordo, volevo riuscire a capire da solo… Ci avrei scommesso che prima o poi sarei riuscito a scrivere qualcosa in giapponese.

Lui cercò di prendermi di mano la lavagnetta ma io la nascosi dietro la schiena e nel tentativo di prenderla mi cadde addosso schiacciandomi tra il suo corpo e la pelle del divano.

La sua mano mi percorreva il fianco destro mentre il mio cuore cominciava a battere all’impazzata. Mi girava la testa e mi sentivo bollente.

Cercai di riprendere il controllo ma non desideravo altro che quella mano e quel corpo… e quelle labbra. E… lui.

Non sapevo che fare, ero nel panico ma ci pensò lui…

Fece scivolare la sua mano dietro la mia schiena e mi strappò di mano la lavagna magnetica staccandosi da me improvvisamente. Sentii che mi stavo calmando, quel calore… quel corpo mi aveva abbandonato… ma quel poco tempo insieme, i nostri respiri insieme… meraviglioso.

Si mise a ridere e scrisse qualcosa sulla tavoletta.

R: che c’è scritto? Vediamo se hai imparato…

Lessi… non sapevo minimamente che ci fosse scritto su quella lavagna magnetica.

Ai… e poi? Non avrei mai indovinato… mi arresi.

Si avvicinò a me e mi sussurrò qualcosa in giapponese nell’orecchio.

R: Aishite iru kiro…

K: cosa? Oddio non ho mai sentito questa parola…

Il suo soffio sulla mia pelle… oddio. Volevo sapere assolutamente cosa significava quello che mi aveva appena detto. Si, ero curioso.

Girarono delle chiavi nella serratura, gli altri erano arrivati. Reita si staccò da me di colpo e si ricompose.

Entrarono in casa.

Y: ehy kiro! Non dirmi che non hai fatto nien...

Vidi shin immobile davanti alla porta d’entrata con gli occhi luccicanti e risi fra me e me.

R: konnichiwa

S: oddio kiro, che ci fa lui nel nostro divano?

Strify corse verso di me con lo sguardo allucinato e gli occhi sbarrati.

K: ehm, ci sta seduto?

Reita rise mentre gli altri erano troppo imbambolati per farlo.

S: intendo dire, come mai un bassista così famoso sta a casa nostra? Lui, oddio…

K: beh, ecco… oggi casualmente ci siamo incontrati in giro un paio di volte e così abbiamo deciso di venire a casa, là fuori si gela. Perché, non vi va bene? Lui era qui perché faceva visita ad Aoi che abita con la sorella qua a fianco. E poi se Reita non mi avesse aperto il portone qua fuori sarei ancora là a congelarmi.

Sh: wow

Shin sospirò e si passò la mano destra nei capelli. Era evidentemente accaldato.

Y: beh, già che ci siamo… noi adesso facciamo qualcosa da mangiare. Reita, vuoi unirti a noi?

Io lo guardai pregandolo con gli occhi di restare ma lui scosse la testa.

R: arigatou, ma non posso rimanere. Sono stato fuori già per fin troppo tempo. Ci sentiamo in giro e grazie ancora a tutti, piacere di avervi conosciuti.

Ero un po’ triste, ero stato così bene con lui quella mattinata…

Sentii la porta di casa chiudersi alle sue spalle e sospirai. Ci saremmo di sicuro rivisti presto.

Mi preparai al terzo grado dei miei amici che arrivò molto presto da dei cinema bizarre sconvolti.

Spiegai loro tutta la storia e dopo un po’ decidemmo di mangiare dato che erano ormai le due e alla fine del pranzo mangiammo la torta fredda al cioccolato che avevo comprato, era buonissima.

Mi rintanai in camera mia dicendo che mi sentivo poco bene, e in effetti era vero. Mi girava la testa e non riuscivo nemmeno a stare in piedi perché sentivo i crampi alla pancia, cavoli… ci mancava anche questa, il gelo di Tokyo non mi aveva fatto molto bene.

E che cavolo mi aveva detto Reita? Dovevo scoprirlo al più presto.

Cercai di non pensarci e mi misi a guardare un programma musicale nella mini-televisione che c’era nella mia stanza. Mandarono una canzone dei GazettE, vidi Reita nel video e sorrisi diventando tutto rosso. Che diavolo mi stava accadendo? Lo conoscevo da solo un giorno dopotutto…

Cassis, la mia preferita… che canzone meravigliosa, è grazie a questa canzone che ho conosciuto questo gruppo giapponese. Ah, quando sono arrivato qua speravo di poterli incontrare ma non pensavo che sarebbe successo veramente. Poi Reita da vicino è ancora più perfetto, quella sua fascetta che non si toglie mai gli da un tocco di… di… originalità? No, lui è tutto originale… non è per niente monotono, trova sempre qualcosa di strano da mettere.

Mi sedetti sul letto per vedere meglio il video, da distesi era difficile e mi girava la testa.

Sentii la testa bollire, sembrava che all’improvviso dentro la stanza ci fosse troppo caldo. Mi alzai per aprire la finestra ma mi dovetti risedere sul letto perché il mal di testa era aumentato. Forse era la musica troppo alta che mi faceva quest’effetto.

Presi il telecomando per abbassare il volume ma rimasi scioccato dalle parole che disse Ruki, non ne avevo mai fatto caso, ho ascoltato milioni di volte questa canzone.

“ashita anata no kimochi ga hanarete mo
kitto kawarazu aishite iru

ashita anata ni boku ga mienakute mo
kitto kawarazu aishite iru.”

Aishite iru… Reita mi ha detto la stessa identica cosa.

Presi subito il computer e dopo aver aspettato un’eternità che si accendesse ho cercato la traduzione del testo di Cassis dal giapponese al tedesco.

Aishite iru… Ich liebe dich. O Mio Dio.

Mi sentii mancare l’aria e riuscii a stare in piedi per miracolo. Aprii la finestra per prendere un po’ d’aria fresca che mi calmasse, feci respiri profondi… Non ci credevo. E perché mi aveva detto quello? Ci conoscevamo da neanche un giorno. Magari lo ha detto solo per scherzare.

Basta paranoie, il fatto è che me lo ha detto così… così… oddio.

Dopo un po’ mi sedetti sul letto ancora frastornato e non molto lucido e mi presi la testa in mano, constatando che avevo la febbre alta. Decisi di stendermi e dormire un po’.

Oddio.

  
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