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Autore: DanP    13/08/2010    3 recensioni
La loro convivenza era iniziata con le peggiori premesse.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dunque....mi scuso sentitamente con tutte le adorabili personcine che hanno atteso questo sudatissimo nuovo capitolo!Che dedico alla mia fantastica Beta Momoka!Grazie del sostegno!<3

Enjoy yourself!

 

 

Incompetenze e pargoli irritanti.

 

 

Era certo che dovesse esistere una scelta, una soluzione alternativa a quella di vedersi costretto a fare da baby sitter ad un moccioso che aveva visto solo una volta, quasi per sbaglio.

Come ad aumentare la sua ansia si era presentato un ulteriore, quanto invalicabile, problema.

Quello rispondeva al nome di Ryuchi Asami.

 

Osservò il bimbo che camminava, accostato a lui, per le vie affollate di Tokyo.

Che ne avrebbe pensato quell'imperscrutabile uomo, della presenza, di certo sgradita, del pargoletto nella sua umile – che di umile aveva davvero poco- dimora?

 

Chiederselo non avrebbe portato ad una buona risposta, pensò, sospirando amaramente.

Ad un tratto ebbe una folgorazione.

 

-Nee Kyo-chan....- si chinò in direzione del piccolo che gli gettò un'occhiata di fuoco.

No, decisamente il nome che aveva scelto non rientrava nei suo gusti.

-Che ne pensi di una piccola deviazione, prima di andare a casa mia?-

cercò di sembrare il più naturale possibile, ma qualcosa nel suo sguardo doveva averlo tradito perchè Kyokazu prese a fissarlo con più insistenza.

 

-Non è che tu una casa tua non ce l'hai, vero?-chiese con voce incerta, le spalle dritte e una certa acredine, nella voce cristallina.

Preso in contropiede, Akihito sobbalzò.

 

Accidenti, quel bambino iniziava davvero a fargli perdere la pazienza e lui, date le esperienze passate, era pienamente cosciente di non possederne affatto.

Certo che aveva una casa!Sempre che quel maxi appartamento in condivisione con uno degli uomini più sfacciatamente ricchi e pervertiti – di questo ne era convinto- di Tokyo potesse considerarsi anche suo.

 

-E' solo un piccolo cambiamento di programma, nulla di cui preoccuparsi...-

i suoi patetici tentativi di riottenere la fiducia del pargolo risultavano vani persino alle sue orecchie, ma che diavolo!Non aveva certamente scelto lui di capitare in quella scomoda faccenda!

 

*******************************************************

 

Appena si trovò di fronte a Kou, Akihito seppe con certezza che qualunque cosa ne fosse uscita dalla bocca dell'amico di sempre, sarebbe stato frutto di un colossale malinteso.

Ma come dargli torto?

 

Se ne stava lì, sul ciglio della porta, con un espressione angosciata dipinta in volto, la mano afferrava quella piccola, minuscola, di un pargoletto che sembrava la sua versione in miniatura, se non fosse stato per l'espressione annoiata con la quale lo fissava.

Al posto dell'immancabile borsone, con la Reflex tirata a lucido, una sacca vecchia e piena di cianfrusaglie ciondolava sulla sua spalla.

 

Dopo alcuni attimi di silenzio Kou si ravvide e, battendogli una mano sulla spalla gli fece serio:

-Così, dopo aver giocato con i tuoi sentimenti e averti dato un figlio, ti ha mollato in mezzo alla strada, eh?-

 

Akihito non comprese subito a cosa si stesse riferendo, ma dopo aver causticamente gettato uno sguardo al piccino si chiese se non fosse il caso di confessare all'idiota che no, Asami non era assolutamente la bella donna matura delle sue strampalate fantasie...

Perchè generalmente avrebbe considerato quella situazione come un sogno, non un pericoloso, inconcepibile e crudele incubo in cui tutte le volte si invischiava, dopo aver incontrato quel tizio.

 

Scostò in malo modo Kou ed entrò, abbandonando le borse da qualche parte sul pavimento e gettandosi sul divano.

Non aveva la benchè minima voglia di tornare a casa, anche se era ben consapevole del fatto che l'uomo sarebbe rientrato ad un orario impossibile, o proprio per niente.

 

Dopo aver brevemente spiegato all'amico la sua precaria situazione, Kou si trovò a fissare con interesse il piccino, arruffandogli gentilmente i capelli- cosa che, notò Akihito, gli dava il medesimo piacere degli svariati epiteti con cui era solito appellarlo....- e lo squadrò con sospetto.

-Davvero non capisco....chi mai si affiderebbe a te per badare ad un bambino?-

 

Akihito alzò la testa, inspiegabilmente risentito.

-Che vorresti insinuare?Non ti sembro in grado di fargli da baby sitter?-

-Ahh, certo che no!-

in ogni caso Kou era del tutto ignaro del fatto che esistesse una persona su quella Terra in grado di rivaleggiare con la sua incompetenza riguardo gli infanti.

 

Certo, la parola incompetenza se accostata ad Asami aveva un effetto del tutto stonato, ma di certi lui non era il tipo d'uomo a cui lasciare in custodia un bimbo.

Preso il dovuto coraggio, abbandonò la casa dell'amico e si diresse con la stessa espressione di un condannato al patibolo, verso l'appartamento super lussuoso in centro.

 

 *******************************************************

 

Kiyokazu sembrava abbastanza tranquillo, mentre gli afferrava la manina morbida e si accostava a lui.

Non era molto pratico di bambini, però si sorprese alquanto del fatto che non si fosse espresso su nulla, fino a quel momento.

 

-Quanti anni hai tu?- chiese, tutto ad un tratto.

Rispose tutto d'un fiato, sorpreso di come riuscisse a sentirsi a disagio ascoltando quella tremula vocina al suo fianco.

 

-Mamma dice che fai il fotografo.- continuò piatto.

-Qualcosa del genere....- decise di rimanere sul vago.

-Mnh.- rispondeva a monosillabi e questo, in qualche modo, aveva il potere di irritarlo.

Decisamente, si disse, questo non era un bambino come gli altri.

Sarebbe stato piuttosto difficile trascorrere il resto della giornata con lui.

 

Quindi si ritrovò a pregare con tutto il suo cuore che Asami avesse avuto chissà quale impegno dell'ultimo minuto e non si presentasse a casa.

Perchè non avrebbe sopportato il dover badare al bimbo e al tempo stesso tenere lontano quello dall'arrecargli qualche trauma infantile...

 

Speranza che svanì nell'istante in cui una lussuosa limousine, dalla targa anonima si accostò a loro.

Kyokazu afferrò un lembo della maglia di Akihito, e in quel momento la portiera si aprì, rivelando la figura, pericolosamente accigliata, di Asami.

 

Si sporse verso di lui, probabilmente per trascinarlo all'interno dell'abitacolo, ma rimase immobile, fissando interdetto il bimbo.

Dopo alcuni istanti le sue labbra si spalancarono in un sorriso pericoloso.

-Non sapevo avessi questo genere di tendenze....potrei denunciarti sai?-

Akihito arrossì furiosamente, iniziando ad agitarsi senza apparente motivo.

Da quale angolo perverso della sua mente gli era sbucata quest'idea malsana?!

 

Non ci furono spiegazioni, ma seppe subito cosa l'uomo si aspettasse da lui.

Con un sospiro spinse Kiyo verso la portiera spalancata ed entrò anche lui.

Si chiese se Kiyokazu fosse abbastanza intelligente da arrivare a capire che c'era una nota stonata della presenza dell'uomo nella sua vita.

Eppure sembrava incredibilmente tranquillo, tra lui e Asami, che fissava impassibile il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino.

Non aveva modo di sapere che cosa ne pensasse....e questo lo terrorizzava.

Conoscendolo però, probabilmente, stava progettando un modo per fargliela pagare, e sarebbe accaduto quella stessa notte.....

Si aggrappò con forza alla maniglia.

Tutto ciò lo terrorizzava.

 

 

Lo so, non è davvero nulla di che...ma nel prossimo (su cui sto già lavorando!) potremo vedere la coppietta felice nel loro nido d'amore.....

Pubblico la storia con un certo ritardo ma è per festeggiare il compleanno del più sexy bastardo mai visto!Happy Birthday Asami-sama!<3<3<3

 

 

 

 

 

   
 
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