01. è il tuo destino!
Era incredibile quello che
era successo poco fa. Harry, furibondo si diresse verso la finestra e venne
investito dalla violenza dell’oceano. Le goccioline gli schizzavano la faccia,
appannandogli gli occhiali. Rimase in quella posizione, affacciato alla
finestra per un tempo interminabile ripensando a tutta quella faccenda. Però,
doveva proprio ammettere che il trucco delle lettere portate dai gufi e che
intasavano la casa dei Dursley aveva dato il suo contributo a rendere quella
faccenda impossibile più realistica. E… se fosse vero tutto ciò? E se fossi
realmente un mago? Pensò Harry con espressione assorta ripensando a tutti quei
fatti inspiegabili che erano successi durante la sua breve vita e di cui ne
aveva pagato le conseguenze grazie alle punizioni degli zii. Si riscosse prima
di cominciare a credere in quella storia, perché stavolta non avrebbe retto e
sarebbe crollato. Già era difficile di suo la vita a gomito a gomito con gli
zii e Dudley e quegli scherzi erano veramente di troppo e doveva fermare tutta
quella faccenda. Stavolta li avrebbe smascherati, decise. Con determinazione si
diresse a passi felpati verso la porta e scese lentamente sulle scale e si
accucciò in una posizione che gli permettesse di vedere e sentire tutto ciò che
accadeva giù, ma che gli consentiva anche di non essere visto. Aguzzò la vista
e l’udito, notando che il gigante era ancora li e che si rifiutava di
andarsene.
“… Ho detto mille volte che
non me ne vado senza il ragazzo! Silente ci resterebbe molto male e io non
posso deluderlo” stava dicendo con fermezza, guardando i Dursley in una maniera
tale che anche un drago ne resterebbe impaurito e quindi i poveri zii erano
accucciati in un angolino, formando uno squadrone massiccio con il loro corpo e
farfugliando parole sconnesse. Hagrid all’improvviso estrasse un ombrello e
Dudley si lasciò scappare una risata stridula. Il gigante gli scoccò
un’occhiata infastidita, ma per il resto lo ignorò e si limitò a puntarlo tra
le ceneri grigie del camino. All’improvviso nacque una scintilla di vita e un
allegro fuocherello scoppiettò da li a un minuto, rallegrando l’atmosfera tesa
presente nella stanza.
Wow pensò Harry,
quell’ombrello doveva essere un lancia fiamme.
“Senta signore” esclamò
all’improvviso lo zio, alzandosi e puntando un ditone verso il gigante e calcando
con sdegno sulla parola “signore”.
“Lei non ha assolutamente
diritto di stare qui, se ne vada altrimenti chiamo la polizia e la faccio
arrestare” completò, ma la sua voce dapprima possente diventava dopo ogni
parola un suono così fievole che all’ultima parola Harry dovette tendere
l’orecchio per capire cosa avesse detto. All’inizio non capì il suo
comportamento, ma dopo che ebbe lanciato uno sguardo ad Hagrid, sollevando un
poco la testa, notò che il gigante stava puntando quello strano ombrellino contro
l’uomo con gli occhi che lanciavano saette:”L’ho detto prima e lo ripeto, non
me ne andrò senza Harry”.
A quel punto gli zii si
lanciarono un’occhiata e zia Petunia disse:”A questo punto diamogli il ragazzo,
sempre meglio lui che noi”
“Giusto cara sono d’accordo,
però devo sottolineare il fatto che non spenderò un centesimo per mandarlo a
questa scuola di pagliacci con un vecchio bacucco a capo” ribattè soddisfatto
della soluzione appena trovata.
Hagrid in quel momento,
sembrò diventare ancora più grande se possibile, ed occupò tutto lo spazio
disponibile e, come un vulcano in eruzione, sibilò:”Mai insultare Albus Silente
davanti a me. Poi dovete spiegarmi, dov’è finito l’affetto che vi lega a vostro
nipote?”
I tre Dursley si guardarono
spaventati e non sapendo che rispondere, farfugliarono frasi del tipo:”Beh,
ecco n…noi siamo di la e s..se lo prenda pure” e subito dopo si defilarono,
trascinando dietro di loro un Dudley che diceva addio a quella bontà ricoperta
di glassa, abbandonata in un angolino sul tavolo smunto. Il gigante rimase
attonito per qualche secondo e borbottò:”Che conigli questi babbani” ed imboccò
la via verso le scale.
Improvvisamente, Harry capì
che si stava dirigendo verso di lui e d’un lampo si defilò nella stanza in cui
era stato poco prima, richiudendo velocemente la porta dietro di lui e si affacciò
alla finestra, fingendo di non essere minimamente toccato dalla faccenda.
Qualche istante dopo udì un delicato bussare alla porta e questo lo sorprese:
dalla stazza di quell’uomo si era immaginato un suono più violento e sicuro.
Disse avanti e si trovò davanti un Hagrid con la faccia di un cerbiatto
sperduto. Cominciò a capire un po’ il suo carattere e si accorse che era come i
dolcetti che rubava agli zii quando loro uscivano: duro fuori ma con una
morbida crema delicata all’interno.
“Harry…” esordì insicuro
torturandosi le mani:”Per favore devi credermi, è tutto vero e devi venire per
forza con me. Devi comprare quelle cose da maghi e poi ti devo portare alla
stazione e…”
“Pensavo che a quella scuola
si ci arrivasse a groppa di qualche drago, non è un po’ banale l’idea del
treno?” esclamò all’improvviso deridendolo e interrompendolo.
Un po’ in difficoltà, Hagrid
ignorò la sua battuta sarcastica e continuò, come se si fosse preparato un
discorso, per non perdere il segno:” E… e oltre ti devo spiegare come arrivare
al treno e devi andare a Hogwarts. È un posto bellissimo li, accipicchia e sarà
come una seconda casa li e… e poi il
preside è bravissimo e gli insegnanti non sono da meno a parte il professor
Piton che in realtà mi sta un po’ sulla pancia, ma comunque dicevo…” continuò
per un bel po’ a elencarmi i pregi di quel posto, parlandogli della piovra che
viveva in un lago nel cortile della scuola, dei permessi di uscita a Hogsmeade
e descrivendo tutte le meraviglie di quel castello stregato in cui il soffitto
assumeva i colori del cielo, le scale decidevano da sole dove portarti e in
cui personaggi nei dipinti parlavano!
Ascoltò tutta quella storia
fingendo disinteresse, ma lentamente, qualcosa simile a una sensazione sopita
da tanto tempo si agitò dentro di me, come un animale appena risvegliato dal
letargo e cominciò ad entusiasmarsi a quella descrizione tanto appassionante e,
a tratti si emozionava anche lui quando coglieva una scintilla d’emozione negli
occhi di Hagrid o nella sua voce e si fece trasportare in quella dimensione
parallela e tanto bizzarra. Appena ebbe finito, si accorse di pendere
letteralmente dalle sua labbra, non perché le sue doti oratorie fossero
eccezionali ma per ciò che aveva detto. Gli dava un dieci e lode per la fantasia,
wow, gli sembrava di aver visto coi propri occhi quelle bizzarrie, pensò Harry,
ma in quel momento non gli era parso tanto sbagliato, anzi, tutto il resto, il
mondo “reale” quello monotono e uguale di tutti i giorni, gli era parso
l’universo sbagliato.
Si schiarì la voce e
disse:”Bella storia complimenti e ottima fantasia soprattutto. Quanto l’hanno
pagata i Dursley per inscenare tutta questa cosa?? Spero che ne sia valsa la
pena, perché io non gli darò più l’opportunità di farmi vedere fragile ai loro
occhi e quindi di farmi prendere in giro”
Il gigante lo guardò
sconfortato e ribattè:”Ma come fai a non credere a tutto ciò?? Te l’ho già
detto è il tuo destino e ce l’hai nel sangue. Anche i tuoi genitori erano dei
maghi e sono andati ad Hogwarts”
“Non immischiare anche i miei
genitori in questa faccenda, lasciali fuori perché sono stati già usati in
questi stupidi scherzi” replicò stizzito:”Ti ho già detto quel che ho deciso,
non verrò con te, sia chiaro” terminò, testardo.
A quel punto, Hagrid si arrabbiò
e disse:”Porca miseria, sei più cocciuto di Fuffy! Adesso basta fare i capricci”
e a quel punto lo sollevò di peso ed ignorando le sue proteste, lo trascinò al
piano di sotto e aprendo la porta della catapecchia si ritrovarono di fronte ad
un enorme moto nera Per un attimo Harry si chiese come avesse fatto a
trasportare quell’aggeggio su quell’isola, ma poi si ritrovò improvvisamente
coi piedi per terra, barcollante.
Tremava dal freddo e la
pioggia non aiutava affatto. Si passò le mani sulle braccia, cercando di
trasmettersi un po’ di calore sfregandosele e a quel punto disse, con voce esitante
:”Che intenzioni hai?”
Il gigante lo guardò con
espressione scocciata e con ovvietà rispose:”Ma ad Hogwarts ovviamente”
Il ragazzo si rifiutò
categoricamente e scappò in casa, seguito da Hagrid che tentava di
riacciuffarlo, e si andò a nascondere dietro un armadio, al piano di sopra. Nel
frattempo il gigante lo cercava dappertutto, chiamando il suo nome, ma non
avendo ottenuto risposta, si passò una mano attraverso la sua chioma selvaggia
color ruggine e avvicinandosi al camino buttò una manciata di polvere verde e
si inginocchiò, infilando la testa fra la cenere.
“Professor Silente!”
bisbigliò Hagrid, con le ginocchia dolenti e la schiena ricurva per la
posizione alquanto scomoda.
Aspettò qualche secondo e
finalmente ottenne una risposta:”Hagrid! Che succede?” esclamò una voce ad un
paio di centinaia di kilometri di distanza, in uno studio riccamente decorato.
“Professore, ho qualche
problema con il ragazzo. Si rifiuta di venire con me, non so più che fare. Ho
provato a convincerlo con la lettera che lei ha scritto, descrivendogli
Hogwarts e alla fine l’ho portato via di peso, ma mi è scappato e ora non so
dove è finito” spiegò con voce affranta
Ci fu qualche istante di
silenzio, interrotto solo dal boato dell’oceano e dalle onde che si
infrangevano sugli scogli e finalmente la tanto agognata risposta venne:”Ascolta
Hagrid, hai fatto bene il tuo compito non ti devi abbattere, però l’ultima
parte te la dovevi veramente risparmiare. Se non vuole non possiamo
costringerlo contro il suo volere. Sarebbe una violenza e non si fiderebbe mai
di noi. Ora torna ad Hogwarts e al tuo ritorno penseremo ad una soluzione”
terminò con una nota risoluta e affranta nella voce millenaria, che sembrava
venata da una saggezza infinita.
“Si signore, sto tornando”
disse Hagrid, abbandonando finalmente quella posizione scomoda e, dopo essersi
pulito le mani sporche di fuliggine sui pantaloni, alzò la voce, che si diffuse
come un boato in tutta la casa e disse:”Harry ti convinceremo. È il tuo destino”
terminò con le stesse parole che aveva pronunciato poco prima e il ragazzo,
sentendo quelle parole, avvertì uno strano brivido propagarsi in tutto il suo
corpo. Il suo destino…
eccomi qui!! Forse vi ho fatto aspettare un pò troppo, ma ho avuto un pò di problemi e vi chiedo umilmente scusa... Comunque ringrazio chi ha dato fiducia la storia perchè è diversa da tutte le altre e spero proprio di non deludervi, sviluppandola in modo sbagliato.....
Vivian Hope= ciaooo!!!! :-) bene allora ne aspetto di più lunghe la prossima volta se ti andrà di recensire ancora ( ti preeego). Grazie tantissimo della fiducia e spero che ti piaccia anche questo cap! alla prossima allora!...
dodo= ceeerto!! :-) la continuerò anche se ci sarà solo una persona che la seguirà ( spero proprio di no)... Per i tempi ora mi regolerò, perchè ho anche un altra storia che sto scrivendo e purtroppo non mi posso dedicare totalmente a questa, ma non sorpasserò mai una settimana come tempo d'attesa, lo giuro!! Si anche a me mentre lo scrivevo me ne ha fatto e anche tanta... ringrazio anche a te per la fiducia ed eccoti acconteta con questo, spero che ti piaccia pure, se non ti secca dimmi se ti piace :-)... a presto dodo!!
symbolique= Ehi... In effetti hai ragione a pieno :-)... Mi è venuta questa idea riguardando il primo film... Grazie e per fortuna così al tuo ritorno la troverai pronta... Spero che passi buone vacanze, un bacio :-*