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Autore: _KyRa_    14/08/2010    9 recensioni
“Ma cosa possiamo fare, Tom? Non c'è nulla da fare... Ormai è così. Il destino ha voluto così.” ribattè sconsolata.
“Oh, cazzo, Greis! Al diavolo queste stronzate sul destino! Se ti dico che voglio per lo meno provarci è perchè lo penso sul serio! E non sarà un destino fottuto a mettermi il bastone fra le ruote!” si infervorò il ragazzo.
“Il destino non si può cambiare.” sussurrò tristemente Greis, mentre una lacrima minacciava di solcarle il viso.
“Sì invece! Il destino ce lo costruiamo noi, Greis! Lui ci deve solo mettere lo zampino finale, ma siamo solo noi gli artefici di tutto ciò che ci accade!”
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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This is what he wants





Quando buttò il suo sguardo fuori dal finestrino, il sole stava già calando. Il cielo si era imbrunito, lasciando spazio solo a poche nuvole rosa, sparse qua e là, che gli conferivano un'aria più elegante e tranquilla.

Il suo cuore batteva regolare in petto, ma il respiro accelerato tradiva quella stabilità. Quel silenzio insopportabile le perforava le orecchie da minuti interminabili ormai e la sua pazienza era giunta ad un limite.

Per quanto ancora hai intenzione di non parlarmi?” domandò con tono irritato, voltando appena il capo verso sinistra, giusto per lanciare un'occhiata indagatrice al suo ragazzo concentrato nella guida. Notò quest'ultimo stringere le mani sul volante, fino a che la sua pelle non si tinse di un colore biancastro, decisamente in contrasto con il suo colore naturale, più abbronzato. “Alla fine non è colpa mia.” aggiunse la ragazza, voltandosi di nuovo verso il finestrino alla sua destra.

Non me ne hai mai parlato.” sussurrò freddamente e a denti stretti il ragazzo, senza staccare gli occhi dalla strada davanti a sé.

Tom, l'ho scoperto una settimana fa.”

Ed una settimana fa avrei dovuto essere stato il primo a saperlo.”

Non seppe come controbattere. Ancora una volta, il chitarrista era stato categorico con lei e quel suo tono così duro non ammetteva certo repliche.

Mi dispiace.” mormorò Greis, torturandosi le mani in grembo. Quella situazione era un qualcosa di assurdo. Ancora non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva dovuto udire con le proprie orecchie e della realtà che si era venuta a creare brutalmente contro di lei.

Non ci possiamo arrendere così, Greis.” esortò nuovamente il chitarrista, mentre una vena prese a pulsargli fortemente nella tempia. La mora si voltò esterrefatta verso di lui, chiedendosi se fosse realmente serio.

Ma cosa possiamo fare, Tom? Non c'è nulla da fare... Ormai è così. Il destino ha voluto così.” ribattè sconsolata.

Oh, cazzo, Greis! Al diavolo queste stronzate sul destino! Se ti dico che voglio per lo meno provarci è perchè lo penso sul serio! E non sarà un destino fottuto a mettermi il bastone fra le ruote!” si infervorò il ragazzo.

Il destino non si può cambiare.” sussurrò tristemente Greis, mentre una lacrima minacciava di solcarle il viso.

Sì invece! Il destino ce lo costruiamo noi, Greis! Lui ci deve solo mettere lo zampino finale, ma siamo solo noi gli artefici di tutto ciò che ci accade!”

Io non ho di certo voluto che mi accadesse questo, Tom.”

Tanto meno io. Ma non riesco a capire come tu possa arrenderti così facilmente, senza nemmeno tentare.”

Perchè tentare è inutile.”

Niente è inutile, Greis! Cristo!”

L'auto inchiodò all'entrata di un giardino pubblico, completamente vuoto e buio – illuminato solamente dalla luce fioca dei lampioni –, e Tom scese dalla macchina, per poi sbattere la portiera con violenza. Greis lo osservò qualche attimo, ancora rintanata in macchina, mentre camminava lontano, a grandi passi, e con le mani rifugiate nelle tasche dei suoi jeans oversize.

Sospirò pesantemente e decise di scendere dalla Cadillac, per seguire le orme del suo fidanzato. Dovette fare una piccola corsa, fino a che non lo raggiunse e non gli afferrò una mano, alle sue spalle. In nemmeno una frazione di secondo, Tom si voltò di scatto, prendendola fra le braccia e stringendola a sé più che poteva, come se fosse stata l'ultima volta che avrebbe potuto farlo.

Greis chiuse gli occhi, lasciandosi cullare da quella presa forte e protettiva, carezzandogli la schiena ampia con le mani curate. Sentiva il respiro affannoso e crucciato del chitarrista sul suo collo, mentre questo non accennava a sciogliere quell'abbraccio pieno d'amore e disperazione.

Voglio svegliarmi da questo incubo.” sussurrò all'orecchio della ragazza, carezzandole appena quel lembo di pelle col fiato. Greis si strinse di più a lui, nascondendo il viso nella sua enorme felpa nera e beandosi del suo profumo.

Anch'io.” rispose la mora, con una nota amara nella voce.

Greis ricordati... Ricordati sempre che ti amo. Sempre...”

Anch'io, Tom. Sempre.”


*


Avevano imboccato di nuovo la strada con la macchina ed il silenzio era divenuto nuovamente il protagonista di ogni discorso lasciato a metà. Il vuoto che provava Tom nello stomaco lo stava lentamente dilaniando, fino al midollo e la rabbia verso l'ingiustizia era l'unico sentimento in grado di percepire in quel momento.

Si voltò qualche secondo ad osservare Greis, la ragazza che in poco tempo gli aveva rapito il cuore, con uno sguardo magnetico, un sorriso intriso di infinita dolcezza ed una voce tenera e delicata. Tutto ciò di cui aveva bisogno era lei e non era disposto ad accettare tutto quello che di lì a non si sapeva quanto sarebbe accaduto.

Lei dava la colpa al destino... Diceva che al suo volere non ci si poteva ribellare, ma lui non poteva sottomettersi. Voleva fare qualcosa e sarebbe riuscito nel suo intento: per lo meno avrebbe potuto dire che ci aveva provato.

Tom!” l'urlo della ragazza gli perforò violentemente le orecchie, facendolo sobbalzare. Spostò lo sguardo nuovamente sulla strada e notò le luci accecanti di un camion che si avvicinavano sempre di più, a gran velocità, nella loro direzione. Aveva perso il controllo e le enormi ruote scivolavano sull'asfalto, disegnando curve imprecise.

Il cuore di Tom prese a battere all'impazzata e, con una manovra brusca del volante, fece di tutto per schivare quel pericolo, ma l'impatto con il camion fu più veloce di lui.

Perse il controllo della Cadillac, che prese a deviare in direzione di un guardrail. L'auto si cappottò, fino a cadere oltre quello. Tom sentiva la testa dolorante, così come qualsiasi altro muscolo, per le continue botte che percepiva sul corpo, fino a che la macchina non atterrò in una radura, sulle ruote.

Quando aprì gli occhi, si ritrovò con la fronte poggiata al volante. Il dolore alle tempie minacciava di perforargli il cranio ed il suo cuore di fuoriuscire dal petto. Sollevò cautamente la testa, mentre vedeva tutto attorno a lui vorticare ed una coltre di fumo attorniare la macchina. Il suo respiro accelerato era tutto ciò in grado di udire all'interno dell'auto distrutta e, quando voltò il capo per assicurarsi di come stesse Greis, gli si gelò il sangue.

La ragazza giaceva con la schiena e la testa sul sedile. Gli occhi erano chiusi ed il suo viso dai lineamenti delicati era incorniciato da rivoli di sangue che lentamente andavano a morire sul suo collo. Tom si sentì pervaso da orrende vertigini, che gli fecero percepire un fastidioso groppone allo stomaco.

Greis?” la chiamò, ma questa non si mosse. Allungò una mano tremante verso di lei, fino a poggiarla sulla sua spalla. “Greis?” ripetè il suo nome con voce spezzata dal magone che era andato a formarglisi in gola, mentre la paura più grande prese ad impossessarsi di lui. “Greis, piccola, ti prego...” balbettò, mentre le lacrime salate presero a solcargli il viso e la sua mano era andata ad accarezzare il volto insanguinato della sua ragazza inerme.

Abbassò il capo piangendo e sentendo un dolore lancinante trafiggergli senza ritegno il petto. Strinse gli occhi, mentre le lacrime colavano senza fermarsi sul suo sedile e la sua mano non si staccava dal corpo immobile di Greis. Sollevò di nuovo il viso su di lei e, dopo essersi slacciato la cintura, le posò due dita timorose sulla gola.

Un freddo pungente lo investì in pochi attimi, nel constatare che la sua piccolina non c'era più.

Cominciò a piangere con tutte le forze che gli erano rimaste in corpo, domandandosi perchè... Perchè tutto quello.

Le slacciò la cintura e, senza smettere di singhiozzare, la prese fra le braccia, adagiandosela sul corpo e stringendola a sé. Posò la testa della ragazza sul suo collo, mentre lui poggiava la schiena sulla portiera, e con la mano le carezzò il volto, senza preoccuparsi del sangue che stava andando a ricoprirlo. Chiuse gli occhi e tenne Greis fra le sue braccia, con fare protettivo, come se temesse che qualcuno sarebbe arrivato a portargliela via.

Era morta.

Non riusciva a capacitarsi di tutto ciò o semplicemente non voleva farlo. Temeva che da un momento all'altro la sua figura si sarebbe dissolta fra le sue braccia, lasciandogli un freddo vuoto addosso. Voleva stare così con lei, non voleva separarsene, non voleva dirle addio.

Greis aveva ragione: il destino non si può comandare. Quando vuole ti porta via ciò che hai di più caro. Strappa via i tuoi sogni, la tua serenità. Sconvolge la tua vita senza che tu possa fare nulla per evitarlo.

Il destino di Greis era segnato... Quello era ciò che lui voleva, e non gli aveva neanche dato il tempo di fare qualsiasi cosa per contrastarlo.

Aveva solamente accelerato i tempi di quel Cancro incurabile che lentamente si stava diffondendo dentro di lei.

Bastardo...”

Forse era così che doveva finire.








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Note finali.

Come avrete notato, oggi non sono proprio di buon umore. Mi sono svegliata con una strana sensazione di tristezza. Sarà che sta piovendo e la pioggia a volte – spesso – mi trasmette malinconia. Così ho preso a scrivere ed è inutile dire che questa One Shot mi è venuta fuori di getto, senza pensare troppo. Mi piacerebbe conoscere comunque il vostro parere. Mentre scrivevo le lacrime scendevano senza un motivo... Quindi prendetela per quello che è... Uno sfogo momentaneo, forse privo di senso. Ma gli sfoghi, d'altronde, hanno sempre un senso?

  
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