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Autore: Furiarossa    15/08/2010    0 recensioni
Una storia fantastica in un mondo celato ai nostri occhi...
Una ragazza, un drago ... non i soliti eroi ...
Benvenuti nell'era dei dragonieri che non sono solo sorpresi, ma che per fortuna, hanno un cervello. Benvenuti nel magico regno di Horn Blu Island ... ma prima fate un salto in Calabria!
Nota: avevo undici anni quando ho scritto questa fanfiction. Pietà per alcune reazioni infantili dei protagonisti!
Genere: Comico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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NOTE SULLA STORIA DEI DRAGHI
(tratto dal primo volume dalla raccolta dei Libri d'Oro, Sacra Biblioteca)
Pianeta Gaia o Terra
Galassia Via Lattea, Sistema Solare.
Riferimenti storici a partire dall'Anno I del calendario dell'isola di Horn Blu.
I Due Eventi: nascita della vita e della dragoneria sul pianeta.
Horn Blu, è questo il nome dell'isola più grande e bella di Gaia, altro nome del nostro pianeta Terra, come pure la più misteriosa.
Nessuno degli uomini comuni, di coloro i quali vengono chiamati dai draghi uomini di continente, sa di preciso dove essa si trovi o come ci si possa arrivare, e non sarà certamente qui che i curiosi lo scopriranno. Ma tutti coloro che hanno intenzione di visitarla possono farlo con la mente, ripercorrendo le avventure dei pochi uomini prodi che hanno osato rimanere su quell'isola dannata e benedetta, quell'isola vissuta nei secoli da creature mitiche e leggendari eroi che hanno sfidato i limiti dello spazio e del possibile, assicurandosi un posto dei miti d'ogni luogo, quell'isola dove nulla è ciò che sembra.
La storia stessa di questo luogo è enormemente lunga e non ha una precisa data d'inizio come d'altronde non lo ha l'inizio della vita sul nostro pianeta … ebbe genesi dunque milioni e milioni d'anni fa, quando tutte le terre emerse erano riunite in un unico blocco, la grande Pangea, ed Horn Blu era l'unico ammasso di rocce e terreno ad essere staccato da quel tutto che un giorno avrebbe dato origine ai grandi continenti.
Bisogna innanzitutto, per capire meglio, parlare della conformazione fisica dell'isola. Al tempo, questo ammasso di terra isolato dal resto della Pangea, era come tutte le altre terre un ammasso di calde rocce e possedeva un vulcano altissimo, quello che oggi gli abitanti del luogo chiamano "il Grande Horn", o il Grande Corno, visto per l'appunto che la struttura possiede versanti terribilmente ripidi e che nell'insieme lo fanno sembrare proprio un corno. Il resto dell'isola, grande più o meno come due volte l'Italia, era disseminato di piccole colline di origine vulcanica e curiosi crateri dovuti alla caduta accidentale di un certo numero di meteoriti.
Come in tutto il resto del pianeta, la terra inizio a raffreddarsi, ma l'isola non appariva in alcun modo diversa dal resto della Pangea, perché a distinguerla da essa non era ancora sopraggiunto il carattere più importante: la vita.
Poi il miracolo accadde sulla vetta del grande Horn.
Si racconta che un certo tipo di esseri, civili e sviluppati come nessun'altro a migliaia di anni luce di distanza in tutte le direzioni della nostra galassia, scesero dal cielo con le loro Atalantridi, quelle che oggi si definirebbero navicelle spaziali. Da ciò che di loro si sa, attraverso la memoria ancestrale estratta dai luoghi e i ricordi di Coloro che Furono, questa specie era molto simile a quella dei sauri terrestri per caratteri morfologici, ma molto più grande per taglia e con dita prensili che permettevano loro di destreggiarsi meravigliosamente bene nel mondo della tecnologia.
Essi atterrarono sulla vetta più alta di Gaia, un monte enorme, ben più alto dell'Everest, a cui diedero il nome di Horn.
Infatti, il Grande Horn, fu uno dei primissimi vulcani a spegnersi, perlomeno nel suo cratere principale, mentre la lava continuava a fuoriuscire dalle aperture più basse del camino.
Quelle strane creature, si dice, si chiamassero "dragonixius", forme di vita avanzatissime che avevano approfittato del passaggio di una grande cometa per accodarvisi ed essere trascinati dalla sua gravità. Quest'ultima li aveva infine condotti su un pianeta arido e molto giovane, in continua evoluzione.
Immediatamente, da saggi seminatori dell'universo quali erano, compresero che la posizione di quel pianeta rispetto al Sole gli dava un vantaggio ben maggiore rispetto a quello degli altri corpi celesti della galassia e che lì poteva stabilirsi la vita. Il più grande dei miracoli.
Così i dragonixius compirono il loro lavoro: portarono il brodo primordiale, sorta di liquido nella quale centinaia di esseri unicellulari proliferavano, dalla quale si sarebbero più tardi sviluppati tutti i viventi, e lo posero all'interno di una fonte sul picco Horn, pronta a svilupparsi al calore dell'allora vulcanico pianeta, e fu lasciato a se stesso.
Poi un composto di simile aspetto ma ignota composizione venne collocato in un'altra fonte, sorvegliato tre giorni e tre notti, benedetto dalle parole dei visitatori alieni con parole di potere che pronunciate sull'acqua di quella fonte le avrebbero conferito il Dono ed altre proprietà straordinarie, infine anch'essa abbandonata al suo destino.
E dunque questo fu l'inizio della storia sul nostro pianeta, con le due Fonti della Vita, che tuttavia seguirono uno sviluppo totalmente diversa l'una dell'altra e vennero conosciute con i nomi che, molto più tardi, le diedero i grandi draghi terrestri: fonte Human e fonte Draco, dalle maggiori creature che in seguito vi si originarono.
In effetti la prima fonte, la Human,ebbe lo sviluppo che tutti conoscono: prima alghe unicellulari e batteri, a seguire le piante superiori acquatiche, i primi pesci, le piante terrestri, gli anfibi, i rettili, gli uccelli e i mammiferi,ed in quest'ultima classificazione l'uomo, homo sapiens sapiens, che diede il nome alla fonte che lo originò.
La fonte Draco invece ebbe uno sviluppo ben diverso e sconosciuto da i più.
Ed è sulla fonte Draco, ricordiamo, che venne pronunciato il Giuramento del Ricordo, che appunto tutte le creature nate da essa ricordano, perchè se così non fosse non potrei raccontare tale storia perchè questa sarebbe sconosciuta agli abitanti della terra, o Gaia come un tempo veniva chiamato il nostro bel pianeta.
Lo sviluppo vero e proprio della mitica fonte Draco è in realtà molto più recente di quanto si immagini, solo qualche decennio prima della comparsa dell'Homo Erectus, ed ebbe un'evoluzione velocissima che, per ironia della sorte, coincise con la nascita del puro male sul nostro pianeta, pertanto è da qui che inizierò a parlarvi delle avventure horniane, dalla genesi del malvagio.
Ci tengo però prima di tutto a precisare cosa è il male, poiché la mente umana è famosa per la confusione che vi regna, ed essendo questo libro destinato ad umani non vorrei mai che, nelle avventure che in seguito narrerò, il male venga confuso con ben diversi concetti che, spesso, nelle nostre menti delicate vengono associati al maligno.
Innanzitutto l'oscurità e il male non vanno confusi e sono concetti ben separati, seppure i malvagi, per natura, vengano favoriti dalle tenebre notturne per il compimento della loro subdola azione.
In realtà il male è il caos, si manifesta in forma di svantaggio per quasi tutte le parti agenti ed è quell'azione che distrugge una parte di "ciò che è"per trasformarla in una parte di "ciò che non è"o di "ciò che non serve",il male è la paura, lo sterminio, il dolore insensato, perfino la noia e l'altrettanto terribile inutilità, la tristezza, il gelo interiore, l'abbandono, la solitudine e tutto ciò che era la chimera nera, il demone.
L'orrenda belva nacque nelle profondità dell'Horners, una regione sotterranea vasta come metà del Portogallo che si trova esattamente alla base del mastodontico monte Horn Blu,e vi ebbe origine in un anno remoto che venne detto "Mefist's Year", l'Anno di Mefisto.
Ed in queste antiche profondità ebbe vita la morte.
Tutto a quei tempi era in armonia ed il mondo animale viveva in perfetto equilibro con quello vegetale, l'isola di Horn era un tripudio di vita, coperta di foreste vergini, di grandi fiumi, laghi, paludi e vi abitavano le bestie più grandi del mondo e le più sagge fra le creature, i druidi.
Ma a poco a poco l'equilibrio iniziò a sbilanciarsi pericolosamente, qualcosa non era andato, qualcuno si era trasformato ed in breve un gruppo di creature arrivò a violare la Prima Legge, legge che dettava uccidere per mangiare o non essere mangiati, e provarono incredibilmente gusto nel farlo, ma il Consiglio dei boschi perdonò loro l'orrendo crimine e commise un errore fatale.
Quel gruppo di creature malvagie che aveva violato la Prima Legge continuò impunita a commettere uno scempio dopo l'altro, ad ammazzare ogni creatura senza lo scopo di nutrirsi, per divertimento, perchè si sentivano superiori e perchè l'abbassamento altrui li faceva sentire innalzati. Erano drogati di sangue.
La macabra filosofia di vita di queste creature venne presto abbracciata da molti altri cultori e in qualche anno di orrendi massacri furono un esercito quasi inarrestabile.
Ma il gran Consiglio dei Boschi, l'unico che aveva ancora potere su quella massa di esseri brutali, decise dopo tanti anni di agire e li confinò all'interno della regione sotterranea di Horners, ma avendo ancora una volta commesso un tremendo errore di valutazione.
Infatti è laggiù, nella regione sotterranea, che covava l'odio più profondo di un popolo reso inoffensivo, la rabbia più tremenda, il rancore verso i boschi, i boschi del Consiglio, i sentimenti più aberranti che diedero una mente ed un corpo all'entità maligna, misero al mondo la chimera.
Questa era una bestia oscura, dalle molteplici capacità, di grande taglia, che appariva più volentieri sotto forma di un enorme felino dai lineamenti bastardi, metà di leone e metà di pantera, capace di incutere timore a chiunque mai la fronteggiasse. Era letale sia davanti, grazie agli artigli simili a pugnali neri,sia dietro,grazie ai suoi zoccoli caprini duri come il puro diamante, rendendola una creatura invincibile persino dagli enormi Tirannosaurus Rex che dalle formidabili tigri dai denti a sciabola,che erano in quell'epoca remota i signori della terra. Avrete notato forse un'imprecisione dal punto di vista storico nel collocare insieme al T-Rex una tigre dai denti a sciabola, ma in realtà non ve ne sono: nell'isola di Horn vivono tutt'oggi queste straordinarie creature ed a quei tempi erano ancora più numerose, immaginate quindi quanto forte potesse essere l'esercito disposto a combattere la chimera. Ebbene nessuno riuscì a batterla e la belva avrebbe agito indisturbata fino a molti anni dopo.
Quando tutti i maligni che giacevano nella regione sotterranea di Horners morirono, la chimera decise finalmente di uscire nella luce accecante del sole e scoprì che non gli faceva alcun effetto, ma il buio, nella quale era cresciuta, la rafforzava. Ecco perchè ancora oggi il male è associato alle tenebre.
Fu così che ogni notte a partire dall'uscita alla luce della chimera morirono sessantasei creature,e questo massacro durò per sei mesi,poi la chimera quietò la sua brama di uccidere e si quietò, si ritirò dunque nella sua tana nascosta. Poi, dopo sei mesi, ricomparve e stavolta uccise le sue vittime ininterrottamente, spostandosi da un luogo all'altro, continuando il suo sterminio per sei mesi, sei giorni e sei ore, poi di nuovo scomparve, andando a nascondersi in un qualche buco oscuro presso i Monti Rob, una catena montuosa impervia a Nord dell'isola.
I misteriosi Druidi, capi supremi del Consiglio dei Boschi, decisero di fare qualcosa per opporsi a questo indescrivibile massacro provocato da una o più spietate creature di cui nemmeno sapevano l'esistenza e convocarono dunque le creature da ogni luogo del mondo, si recarono poi presso la fonte Draco, un luogo sacro, per sperare di avere un'idea che potesse mettere fine all'infinito tributo di vittime che continuavano a pagare, a quella richiesta di sangue innocente.
E c'era tra loro anche un vecchio rettile gigantesco, una sorta di drago, ma mortale, dalla vita limitata, che nonostante l'età avanzatissima si recò lassù con sforzo immane, disperato, poiché quella bestia detta chimera aveva sterminato la sua intera specie e lo aveva lasciato solo al mondo, troppo vecchio e troppo triste.
La fatica compiuta per scalare quel monte troppo alto, il monte Horn, era tale che il suo consumato organismo non l'avrebbe retta, ed arrivato in cima ebbe appena la forza di trascinarsi sulla fonte Draco, poi vi cadde dentro … i suoi ultimi ansiti rochi riecheggiarono ovunque, i suoi polmoni si contrassero e dilatarono allo spasimo, cercando aria … ma il cuore era troppo stanco.
La testa pesante dell'animale cadde nell'acqua, gli occhi sbarrati, e non si mosse più. Le creature intorno si affrettarono a portare via il corpo inerte e gigantesco, e nel farlo scoprirono che c'era qualcosa sotto il corpo del rettile, immerso nell'acqua.
Un uovo.
I druidi capirono: un segno, non un uovo.
Ed in quella sferetta bianca e lucida furono concentrate le speranze di tutti gli animali e, cosa più importante, il liquido della sacra fonte Draco fluì al suo interno dandogli nuova energia e conferendogli una caratteristica straordinaria. La perfezione.
All'alba del mese seguente il guscio si ruppe,e non fu uno scaglioso rettile bruno ad uscirne,ma una creatura di straordinaria bellezza.
Non somigliava per nulla al suo sfortunato genitore, no, lui nonostante l'esigua taglia emanava rispetto e dignità: aveva le sottili squame candide come la neve e dure come l'acciaio, due robuste corna nere e lucide sovrastavano la bella testa dai lineamenti leggiadri, fini e aristocratici. Possedeva un magnifico paio di forti ali trasparenti, che in quel momento brillavano attraversate da luminosi raggi dell'astro diurno, il corpo slanciato riluceva d'argento puro sotto il sole nascente, e la sua energia vitale gli donava un alone di luce bianca che gli splendeva intorno come un mantello di ghiaccio: era nato il primo vero drago. Scelse da solo il suo leggendario quanto regale nome: Zeus,che nell'antica lingua universale significa "colui che è re di tutto".
Ed essendo nato per salvare la terra, in quel tempo Gaia, era l'anima stessa della terra, soffrendo e gioendo per ogni cosa che su essa accadeva, svelandone i più profondi segreti e traendo energia dalla sua materia.
La sua crescita era impressionante:due mesi gli bastarono per raggiungere la taglia di una chimera nera, e fu allora che gli animali decisero, speranzosi, di inviarlo verso l'Horn Blu, l'isola che un tempo era considerata una terra consacrata al bene, ora sotto il controllo delle tremende chimere. Tremende, non tremenda, perchè in quegli anni la demoniaca bestia si era moltiplicata.
Ciò che vide quando arrivò fu uno scenario sconcertante per il giovane drago: una vasta distesa arida e deserta, bruciata, intrisa di sangue e tempestata di cadaveri ammucchiati in cataste informi. Ciò accrebbe ancora di più in lui il sentimento di odio bruciante nei confronti delle malvagie chimere. Quando finalmente arrivò al roccioso covo delle creature maligne centinaia di quelle belve ottuse e malvagie gli si avventarono contro per ucciderlo ma il drago tenne testa a tutte loro e le ammazzò una ad una con i suoi potenti artigli, infine mise in fuga gli ultimi rimasti che dovettero rifugiarsi solitari sulle cime dei monti Rob, da allora ribattezzati in tutta l'isola "Monti Del Sangue Nero".
Negli anni che vennero,i territori dell'l'Horn blu riacquistarono la loro straordinaria bellezza e il primo drago bianco regnò come un sovrano giusto e buono per millenni di millenni, finché non nacque il primo vero uomo,un animale strano, incline al male ma nonostante tutto con un'intelligenza ben fuori dal comune. Gli altri draghi, i sette figli del re, videro e ammisero che quel piccolo mammifero fosse molto bravo e furbo, affezionato più di ogni altro al suo re e superiore a tanti animali per capacità di pensiero, così, quando il dragone bianco salutò tutti e si ritirò dall'incarico reale per vivere altrove e riposarsi, affidarono l'impero a un uomo di nome Zeo che però amava troppo il suo vecchio sovrano per separarsene; così comando che il primo drago bianco venisse a vivere insieme a lui. Zeus, dragone leale e rispettoso, rimase a corte, sicuro del fatto che la sua esistenza sarebbe stata allietata dalla presenza di un vero amico, un essere puro che mai gli avrebbe voltato le spalle. E ben presto l'amicizia che li legava divenne così forte che l'uomo acquistò persino la leggendaria longevità del drago: erano nati i primi dragonieri, il cavaliere uomo Zeo e il dragone bianco Zeus. Avrebbero dato vita, entrambi, al più grande e onorevole ordine esistente, quello della Dragoneria.
Lui e l'uomo combatterono insieme tante battaglie, e vissero tante avventure, poi scomparvero per andare chissà dove e chissà quanto lontano...
Così, in tanti anni, furono i figli del dragone bianco a regnare giustamente e saggiamente, continuando così per molto, molto, moltissimo tempo.
Tutto questo tempo bastò per far nascere le altre decine di centinaia di razze di draghi, una per ogni regione del mondo, tutte con qualità, forme e dimensioni diverse per riuscire ad adattarsi a seconda dell'ambiente di vita. La vita prosperò felice per tutti sulla terra e gli anni di quel regno furono gli anni più belli e fertili di tutta la storia del nostro amato pianeta
Ma la malvagità, dopo tanti e tanti anni, tornò a ruggire sottoforma di uno strano e perfido drago nero di nome Ermes che continuò l'opera della prima chimera nera, uccidendo quasi tutti i draghi buoni rimasti. Riuscì in breve tempo a convincere gli uomini che tutti i draghi, in fondo, erano malvagi come lui e non aspettavano altro che vedere le persone distratte e saltargli addosso per ucciderli, mettendo discordia fra i nobili rettili e il genere umano, segnandone per sempre la loro separazione. Ci fu dunque un tempo del nostro mondo, seppur molto, molto remoto, in cui delle meravigliose ed enormi creature alate solcavano maestose i cieli, si levavano in volo indisturbate, tracciando in cielo archi lucenti, e si posavano sulla terra leggiadre, nonostante la maestosa mole. E quando tutte insieme si muovevano, in branchi di cento o più, le loro scaglie d'acciaio scintillavano di mille perlacei e riflettenti colori, dando l'impressione che un enorme arcobaleno metallico ed iridescente si fosse staccato dal cielo per ondeggiare flessuoso sulla terra.
Draghi, o dragoni, venivano esse chiamate.
In compagnia dei loro cavalieri umani, i leggendari dragonieri, regolavano le leggi e l'equilibrio delle società, reggevano la giustizia dell'impero e amministravano i loro infiniti tesori con grande saggezza. Ci fu infatti un'era in cui la razza umana era ancora saggia e conscia delle proprie azioni, tempi lontanissimi in cui il cuore dell'uomo era puro in modo eguale a quello del drago. Poi tutto cambiò.
I draghi, all'inizio della loro antica storia, erano delle creature rare, che divennero leggendarie, che amavano mettersi in mostra, esporsi al pericolo, segnare decisivamente la storia dei popoli sul nostro pianeta e compiere imprese eccezionali. La loro forza era enorme, la loro sapienza infinita, ma una cosa li danneggiava più di ogni altra: con il passare del tempo ed a causa della loro esuberanza divennero creature battagliere, sempre più dedite alla lotta per la supremazia.
In parte la colpa fu dei cavalieri umani che li accompagnavano, che con la loro sete di sangue e vendetta fecero in modo di accrescere ancora la loro ferocia e li ridussero quasi tutti a bestie rabbiose che si combattevano fra loro per il dominio dei territori del pianeta. Ma la saggezza di un drago è grande,molto più di quella degli uomini,e così in brevissimo tempo queste straordinarie creature ammisero e corressero i loro sbagli che per la prima volta li avevano portati sull'orlo dell'estinzione. Insegnarono cos'era la vera vita alla strana razza umana, che, dopo il periodo detto "della grande ferocia", erano divenuti esseri meschini, ridotti ad uccidersi fra loro.
Oggi i draghi sono creature pacifiche, gioviali e intelligenti. Vivono tuttavia nascosti rispetto al resto del mondo, in Horn Blu Island o su picchi irraggiungibili, adorano i piccoli villaggi di amici e il loro unico volere è che la pace prosperi e le terre siano fertili. La loro mitica forza, prima dell'assalto delle forze maligne, era al servizio del pubblico benessere, dell'agricoltura e dell'edilizia, grazie a loro la vita prosperava.
La comunità dei Dragonieri Uniti viveva in modo semplice, una vita di natura e di libertà: i draghi e i loro cavalieri umani, nascosti nelle piccole cittadelle agricole di un'isola celata al mondo, conducevano un'esistenza votata semplicemente al benessere e dedicavano gran parte della loro vita allo studio delle scienze che potevano migliorare il modo di vivere nel mondo.
Ma il tempo della pace era finito: ora avevano bisogno di aiuto, di un disperato aiuto, per proteggere la corona del pianeta, l'isola della vita:Horn Blu Island. Le forze del male, dopo secoli di sonno profondo, si erano risvegliate, ora più potenti e pericolose che mai. Il regno era caduto nel caos più profondo, gli ultimi uomini dell'isola, che conservavano il sapere tramandato loro dai dragoni, stavano scomparendo uno ad uno, eliminati dalla setta malvagia Ermes Om'ta, la vendetta di Ermes.
............

Ora però, quando Ermes morì, lasciò dietro di se una grande quantità di seguaci accaniti, i perfidi Ermeti, che mirano a completare l'oscuro progetto di conquista, non solo del mondo ma dell'universo, che il loro predecessore, il potente dragone oscuro, aveva lasciato incompiuto. Oltre ciò una terribile notizia aveva iniziato a girare per tutta l'isola: il male era ritornato, e stavolta il suo nome era Chaos Ermio, meglio conosciuto con il nome con cui amava essere chiamato: "maestro" Ermes Junior. La nuova belva, ancora sconosciuta alle forze del bene, aspira a ciò che Ermes oscuro e la chimera originaria aspirarono molto tempo prima e complottando nell'ombra ha già iniziato a scombussolare le sorti del regno. Allora quattro potenti draghi partirono per raggiungere i quattro angoli estremi del regno, dove il caos generato dai malvagi Ermeti si è impossessato delle terre. I quattro draghi bianchi erano i supremi guardiani: Akel, Rondonyk, Efron e Laya, i primi figli del re Zeus. Ma nonostante i loro sforzi e il loro coraggio non fecero mai ritorno al feudo imperiale, la loro casa nativa.
Fine documento. Inizio avventura.
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Perciò i nobili dragoni e il loro re, sopravvissuti nascosti dal mondo grazie alla barriera dell'isola di Horn Blu, hanno ora bisogno della venuta di qualcuno, di un essere umano e di un drago, finalmente in grado di aiutarli ad eliminare per sempre le forze del male, risorte ora più potenti che mai.
Ma un pericolo inaspettato stava per presentarsi, un nemico ancora più temibile di Ermes, il potente drago oscuro, un pericolo il cui nome non sarebbe stato pronunciato che sole due volte. Non era un drago né un uomo, non era chimera né bestia delle foreste, la sua mente non era in grado di amare, ad ogni passo spargeva male. Per fortuna, quando la grande guerra di mannari, elfi e dragonieri iniziò, il suo sviluppo era ancora all'inizio...
  
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