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Autore: Dueperdue    15/08/2010    0 recensioni
La luna risplende di una luce talmente intensa da accecarmi, ma io continuo la mia strada imperterrito. Questa sera sono di nuovo a caccia, finalmente, dopo ben due settimane di astinenza, stavo diventando matto (ma può anche darsi che io, matto, lo sia già, chissà).
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La luna risplende di una luce talmente intensa da accecarmi, ma io continuo la mia strada imperterrito. Questa sera sono di nuovo a caccia, finalmente, dopo ben due settimane di astinenza, stavo diventando matto (ma può anche darsi che io, matto, lo sia già, chissà). Mi nascondo dietro una macchina. Eccola li, la mia prossima vittima, sta uscendo in questo momento di casa. Si perché, come ogni sera, esce fuori per strada a fumare una sigaretta e intanto si fa un giretto. Ama andare per quelle stradine piccole e strette dove non passa nessuno. Sarà che non vuole essere visto da nessun conoscente a fumare, visto che, da quanto ho capito, è un secreto. Segreti. E chi non ne ha? Sono una di quelle poche cose che mi accomuna a loro. Si, insomma, sai di chi parlo. Loro, la massa, tutto il resto delle persone, il gruppo. Tutto quello di cui non faccio parte io, ecco, la società. E’ bello sapere di avere qualcosa in comune, ogni tanto. Mi fa sentire un po’ più… umano, si. Non che ne abbia particolarmente bisogno eh, non credere che io sia così emotivo, mi offenderei. Sono dietro di lui. Un singolo, rapido, movimento e la mia siringa contenente un cocktail speciale lo stende, trapassandoli la prima vena disponibile sul collo. Lo trascino fino al mio furgone, lo carico nel portabagagli e parto. Amo questa sensazione. La sensazione di quando la fai franca, di quando sai di averli fregati tutti. Ma sarà meglio non cantare vittoria troppo presto. Non credo nella sorte, nella (s)fortuna, nel destino, però sono entità che comunque non voglio sfidare, nell’improbabile caso che esistano veramente. Quello di cui sono certo è che quest’uomo di certo pesa. No, ma dico proprio fisicamente, pesa un sacco, ha preso tanta massa grassa nella sua (breve) vita. Ha una quarantina d’anni, se mi ricordo bene, una moglie e due figli che picchia giorno e notte. Il motivo non chiedermelo, perché non lo so. Era venuto da me perché aveva il sospetto che la moglie avesse iniziato a parlare con un qualche tipo di legale, e quindi voleva proteggersi nel caso in cui lo porti (finalmente, aggiungo) in tribunale. E’ incredibile che si preoccupasse più del fatto che venga scoperto che fumi e non del fatto che la moglie un giorno l’avrebbe denunciato. Meglio tardi che mai, forse. Si, forse perché ho la netta sensazione di dover togliere questo piacere a quella donna, visto che ora è un mio affare. Ah, se ti è passato per la testa un qualche pensiero che ti abbia fatto credere che io, in fondo, sia buono e voglia in realtà aiutare questa famiglia, ti sbagli. No, te lo dico per non deludere le tue aspettative. E’ solo un caso che lui sia un poco di buono. E’ solo un caso se, eliminandolo, fa ben due favori: aiuta me a praticare il mio hobby e non pesa più sulla testa della sua stessa famiglia. Tutti, alla fine, ne guadagniamo qualcosa. Si, tutti, perché, alla fine, grazie a me lui non fumerà mai più (aveva voglia di smettere). Ora sarà meglio che inizi. E’ sistemato su un tavolo rotondo, in un grosso container vuoto, perfetto per quello che voglio fare. E’ attaccato con kili di pellicola trasparente, di sicuro non si sposterà. Apro la borsa con i miei strumenti e prendo il mio coltello di recente acquisto. Ben 12 cm di lama affilata pronta a tagliare la carne. L’uomo si sveglia e mi guarda, calmo. E’ la prima volta che vedo qualcuno così calmo in una situazione così da panico. Prima che possa proferire una qualunque parola, il mio coltello è già sopra di lui, in attesa. La lama quasi immobile potrebbe far invidia al miglior chirurgo. Ed eccolo. Un singolo movimento ed è tutto finito. Il sangue affiora in quantità immense. Lascio lì il coltello e mi appresto ad appoggiare la guancia su una delle pareti del container. Mi sembra quasi di sentire il calore dei raggi di quella luna, la fuori. Che meravigliosa serata.
  
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