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Autore: Sten__Merry    15/08/2010    2 recensioni
Una lite tra Bones e Booth, un nuovo caso che li avvicinerà di nuovo o li dividerà definitivamente.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Seeley Booth, Temperance Brennan, Zack Addy
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi, sono resuscitata!
Ora posto l'ottavo capitolo però vi dico subito che non sono neppure riuscita ad iniziare il nono quandi non so quando riuscirò a postare il prossimo.

fatemi sapere che ne pensate!

CAPITOLO 8

A Washington ci sono due ristoranti dal nome pressoché identico, il Plume e il Plumes. Quest’ultimo è un lussuoso ristorante minimalista dal soffitto bianco e totalmente laccato di bianco e nero, il menù copre un ampia gamma di cucine includendo elementi della cucina francese fino ad arrivare alla cucina marocchina, il tutto servito da impeccabili camerieri dal papillon rosso in piatti straordinariamente elaborati.
L’altro ristorante, il Plume, è quasi una tavola calda. Ha tavoli in legno e panche al posto delle sedie. I camerieri vestono casual e i piatti sono molto semplici. In compenso è un posto intimo, dove chiunque può sentirsi a proprio agio e non pesa troppo sul portafoglio. Era proprio in questa piccola tavola calda che io e Booth avevamo appuntamento. Guardai l’orologio. La lancetta corta aveva abbondantemente superato il numero nove e quella più lunga si trovava in prossimità del numero sei. Quasi le nove e trenta. Imprecai spingendo la porta badando a non bagnarmi con l’acqua che scivolava inesorabile dal mio ombrello scuro.
Vidi subito Booth seduto ad un tavolo di fronte alla vetrina. Mi avvicinai a passo veloce
“Scusami per il ritardo. Fuori il tempo mi è avverso” sorridendo, scosse la testa con l’angolo sinistro delle labbra leggermente alzato e alzò gli occhi al cielo
“Bones, sei una pessima bugiarda” mi strinsi nelle spalle. Beccata!
“maledetti agenti del FBI” scherzai “non ve la si può mai fare” radrizzò la schiena, si schiarì la voce e socchiudendo gli occhi esclamò
“non si scherza con noi, baby” scoppiai a ridere e gli lanciai un tovagliolino di carta rossa. In quell’istante arrivò la cameriera
“cosa vi posso portare?” non potei fare a meno di notare la macchia di rossetto rosso su incisivo.
Io scelsi un vegeburger con contorno di insalata e carote, una porzione di patatine fritte e dell’apple pie per terminare, lui un hamburger con patatine fritte, anelli di cipolle e una fetta di torta alle noci.
“allora” iniziai “sei riuscito a scoprire qualcosa in più?”
scosse la testa leggermente
“poiché non han lasciato nessuna traccia biologica ci stiamo muovendo a tentoni, abbiamo messo gli occhi addosso a coloro che sono stati arrestati per crimini correlati e stiamo facendo una ricerca su internet per vedere chi cura siti sull’argomento” roteò un istante gli occhi “insomma” concluse “siamo ad un punto morto, per ora. Ci vorrebbe un miracolo. Voi del Jeffersonian invece? Scoperto qualcosa?” mentre la cameriera posava i piatti al tavolo con un cordiale sorriso mi strinsi nelle spalle
“Hodgins ha confermato il mio sospetto sul pesce palla e mi ha informato che le erbe usate sono erbe acquistabili in qualsiasi erboristeria. Di fatto mi ha assicurato che è impossibile risalire al negozio o al paese in cui son state comprate”
“Non ci rimane che sperare nel fato” schioccai la lingua
“tu forse!” sorridendo “io e il mio team siamo troppo bravi per affidarci al destino” storse la lingua
“complimenti per la modestia, Bones”
“conosco le mie capacità”.
Diede un morso al suo Hamburger facendosi cadere sulla cravatta nera una striscia di ketchup
“scommetto che Parker ti chiede di indossare la bavaglia quando esci con lui” scherzai “mangi come un bambino.” sorrise del Suo sorriso. Quel sorriso lieve, accennato solo da un lato della bocca, senza mostrare i denti e socchiudendo gli occhi. Un sorriso che mi era mancato da morire per mesi.
“che hai da fissarmi?” chiese incuriosito
“pensavo al tuo sorriso” accennai, correggendomi poi subito dopo, quasi senza prendere fiato cercando di impedirgli di pensare “ la tua struttura ossea...” mi bloccò
“lo so, lo so. Lo hai già detto ho un’ ottima struttura ossea e antropologicamente blah blah blah” sbuffai
“quando capirai l’importanza dell’antropologia, Booth?”
“quando tu capirai che non tutto può essere vissuto con razionalità” annuii e tornai ad addentare la mia cena.
Non sapeva quanto si sbagliava. Se c’era una lezione che avevo imparato negli ultimi mesi era che non ero più l’essere razionale che ero quando avevamo iniziato a lavorare insieme.
Booth e io non ci parlavamo più e irrazionalmente non avevo interrotto i rapporti di lavoro, Zack aveva favorito uno spietato serial killer e io continuavo a volerlo a lavorare con me. No, la Temperance di pochi anni prima non l’avrebbe mai fatto.
Forse io avevo capito che non tutto è razionale e forse lui aveva capito qualcosa del mio mondo.
Gli ultimi anni erano stati anni di scambio, un gioco di dare e riceve continuamente, una sorta di danza intellettuale.
“Bones, ma che hai ultimamente? Ti distrai con una facilità incredibile!” mi massaggiai il braccio destro con il palmo della mano sinistra
“forse non avevi del tutto torto prima, quando dicevi che sono una pessima bugiarda” borbottai. Sguardo interrogativo, ripresi fiato e continuai “non ero in ritardo per via del tempo, sono stata da Zack” spalancò la bocca e poi la richiuse come se le parole gli fossero rimaste incastrate tra le corde vocali.
Lui non capiva che quello di Zack era stato un errore di valutazione, che Zack non voleva far del male. Lui non sapeva che le mani di Zack non erano macchiate di sangue.
“oh, non fare quella faccia, Booth!” sbottai “non puoi generalizzare in questo modo! E’ Zack, accidenti, non un criminale qualunque” fece roteare gli occhi lentamente, per un paio di secondo
“rimane un criminale!” esclamò, la vena sul collo pareva premere per uscire curiosa di vedere il mondo
“perché ti scaldi tanto?” chiesi appoggiando la forchette che avevo in mano nel piatto quasi lanciandola “Angela è andata a trovarlo. Hodgins è andato a trovarlo. Addirittura la Dottoressa Soroyan è andata a fargli visita e Sweets lavora con lui. Per loro non ti sei scaldato, che diavolo ti prende?” abbassò la voce, arrossendo leggermente sulle gote
“Mi preoccupo per te”
“ci risiamo?” chiesi “mi pare di averti già detto di saper badare a me stessa” poi scrollai le spalle, facendo un respiro profondo e recuperando la calma aggiunsi “Davvero Booth, non c’è nulla di cui preoccuparsi”
“quando sei arrivata eri turbata quasi quanto lo eri il giorno in cui abbiamo individuato il ruolo di Zack nel caso Gormogon. Non posso crederti se mi dici che non c’è nulla di cui preoccuparsi” sorrisi lievemente
“in realtà ho una buona notizia di cui ti volevo parlare”
   
 
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