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Autore: SaraShawol1994    16/08/2010    3 recensioni
nuova scuola, nuovi amici, nuovi amori....
confusioni, baci inaspettati, malinconia e tristezza
meglio una semplice amicizia o l'amore?
la mia nuova vita inizia da qui!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3: Alex

Erano le 2.00 del mattino e fuori non era ancora comparsa la luce del sole. Ero nel mio letto ma non riuscivo a dormire. La mia mente era immersa nei pensieri. Riflettevo sulla mia nuova città, la mia nuova classe e i miei nuovi amici... ma sopratutto continuavo a pensare al mio principe azzuro (ok, ammmetto che da quando l'ho visto sono divenatata pazza).

Decisi di fare qualcosa, non potevo di certo stare nel letto con tutti quei pensieri assurdi che mi frullavano in zucca, così mi alzai, mi legai i capelli in due codini (come mio solito) e mi misi a fare un po' di ginnastica.

Mi sollevai sulle braccia e rimasi in equilibrio per circa 5 minuti, pensando di far andare un po' di sangue al cervello per riprendere il senno, poi però persi l'equilibrio e ovviamente caddi come una pera cotta.

La porta si aprì all'improvviso.

"Laura cosa succede???" era appena entrata in camera, la mia dolce e cara nonnina, l'unica persona che si fosse mai presa cura di me e della mia sorellina, Emma. I miei genitori erano morti in un incendio mentre io ed Emma ci salvammo per miracolo.

In quel momento mia nonna indossava una camicia da notte buffissima. Lei, non essendo di alta statura, aveva messo uno dei miei pigiami (quello rosa con le paperelle che mettevo a 11 anni) e aveva i capelli riempiti di bigodi... come faceva ad averne così tanti??

"Non è successo niente stai tranquilla..." dissi ridendo.

"C'è qualcosa che non va? Problemi alla nuova scuola??"

"No no, tranquilla ti ho detto..."

"Lo sai bene che non puoi nascondere nulla alla tua nonnina, se a quest'ora non stai dormendo vuol dire che c'è qualcosa che ti turba... dai spara!!!" mia nonna era molto diversa da quelle vecchiette rompiscatole... lei riusciva a capirmi e mi consolava sempre.

"Vedi..." ero un po' titubante, con lei scherzavo sempre sull'argomento Ragazzi, insieme a mia sorella, ma non le avevo mai parlato di una cotta del genere "...oggi... a scuola ho fatto molte amicizie..." ma non feci in tempo a terminare la frase che mia nonna sembrava aver capito.

"...lascia finire me... immagino che abbia trovato un rivale con cui misurare le tue varie abilità... non è così??"

"Bhè... si chiama Alex, sono riuscita a fare amicizia con lui, dopo che l'ho battuto in una partita di calcio... però non è quello... "

"uhm..." si mise ad osservarmi, mi stava analizzato dalla testa ai piedi, poi se ne uscì con la frase "...ti sei innamorata??"

Arrossii di colpo, la nonna era davvero brava, quasi una veggente o un'investigatrice professionista, per lei ero come un libro aperto e riusciva a cogliere ogni mio sguardo e capiva quasi sempre il mio stato d'animo basandosi sulla mia espressione e sui miei movimenti.

"Bene bene, la mia piccola Laura sta crescendo... voglio sapere tutto!!" ma che brava la mia nonnina, si comportava come un'adolescente pettegola.

"Si chiama Nate... ha due anni più di me, è un tipo affascinante, ha un'aria misteriosa e uno stupendo sorriso..."

Continuammo a chiaccherare per quasi un'ora. Le spiegai per filo e per segno quella bizzarra giornata, senza saltare neanche un piccolo particolare, soprattutto riguardo a Nate. Non avevamo avuto l'opportunità di parlarne prima perchè lei era andata a cena dalla nostra nuova vicina di casa, mentre io ero rimasta a casa perchè ero stanca morta.

 

Entrai in classe. Era ancora deserta... dopotutto mancavano ancora 45 minuti all'inizio delle lezioni ed era normale che non ci fosse ancora anima viva. Posai la borsa sulla mio banco e mi accorsi che c'era lo zaino di uno studente appoggiato alla sedia vicino alla mia, probabilmente Alex era già arrivato.

Decisi di andare a fare un giro in biblioteca, alcuni studenti entravano prima la mattina, per studiare o semplicemente passare un po' di tempo a rilassarsi in quel luogo tranquillo.

Aprii la porta e trovai un paio di ragazzi seduti ad un tavolo che leggevano intensamente, sembravano quasi delle statue, gli unici movimenti che facevano erano quelli degli occhi e quello della mano che cambiava la pagina.

Mi guardai intorno e iniziai a cercare qualcosa da leggere per poter passare il tempo.

Notai una montagna di libri ammucchiati in un punto, sembrava quasi un muro, anzi sembrava di più una torre.

Mi avvicinai un po' per capire chi stava giocando con il materiale scolastico.

Era un ragazzo, però essendo chinato non lo avevo riconosciuto subito. Aveva però, un'aria molto familiare.

Quando si tirò su, riconobbi subito i suoi occhi rossi. Era Alex che si stava divertendo come un bambino delle elementari a fare le costruzioni.

"Laura... mi hai quasi fatto prendere un colpo!!" disse con la solita voce dura e un po' malinconica, salutare non farebbe male però...

"Ciao, cosa stai facendo??" chiesi incuriosita.

"mmm... non lo so nemmeno io, mi stavo annoiando così mi sono messo a leggere..." leggere?? Secondo me stava giocando?? Per lui quello era leggere??

"Oh... certo, da quanto sei qui?"

"Uhm... qualche ora..." perchè continuava a rispondermi così? Cercavo solo di fare un po' di conversazione per far passare il tempo, ma con lui era assolutamente impossibile.

"Capisco... eri qui da qualche ora? Non ti annoi?" ma non rispose.

Stavo per andarmene quando Alex mi afferrò il braccio sinistro "Perfavore... rimani qui..." la sua voce era malinconica e aveva un'espressione triste.

"Alex c'è qualcosa che non va?"

"No, voglio solo che tu rimanga qui..." avrei dovuto sforzarmi di capire cos'avesse oppure semplicemente fargli compagnia?? Continuai a fargli l'interrogatorio finchè lui non si decise a parlarmi.

"Sei strana lo sai?" quella era la cosa più carina che poteva dirmi...

"Scusa perchè dici così? Sono solo preoccupata per te..." gli dissi un po' seccata, lui non rispose.

"Vuoi dirmi che hai?"

"Sei forse l'unica persona, oltre a Glenda ad aver voluto fare amicizia con me... gli altri mi stanno intorno solo perchè pensano che io sia un bullo... oppure mi stanno tutti alla larga.".

Mi sedetti alla sua destra. "Allora? Non sono una veggente... devi spiegarti meglio, così posso capire..."

Sbuffo. "Vedi... mia madre morì quando ero piccolo e rimasi da solo con mio padre. Mio padre però è sempre in viaggio per lavoro e non si è mai preso cura di me." mi sorrise "...l'ultima volta che l'ho visto è stato il giorno del mio dodicesimo compleanno, ma non era li per me... era venuto in città per recuperare alcuni documenti... che bel padre eh? Da allora non l'ho più sentito. Se non lo chiamo io, lui non si preoccupa... quindi ho deciso di lasciarlo perdere..."

Gli presi la mano. "Lui non ha mai cercato di capirmi, mi sgridava solo... forse è per quello che vado così male a scuola... non riesco a relazionarmi con gli studenti... mi sento... molto solo..."

Era incredibile... in quei pochi minuti in cui avevamo parlato, ero riuscita a farlo aprire completamente e a far sfogare tutta la sua frustrazione.

"Io e Glenda vorremmo essere tue amiche... ti andrebbe di provare? Non hai nulla da perdere no?" e gli sorrisi.

Lui annuì. "Grazie Laura... tu sei diversa dagli altri..." quelle parole mi riempirono di felicità, quasi mi veniva da piangere. Avrei voluto abbracciarlo per incoraggiarlo, ma non mi sembrava il caso. Ci mettemmo a giocare con i libri ed intanto continuavamo a chiaccherare come se fossimo sempre stati amici.

 

Le lezioni stavano cominciando e io ed Alex eravamo ancora in biblioteca a stistemare i libri che aveva tirato fuori.

"Vai in classe o rischi una punizione..." mi disse Alex.

"No ti aiuto così ci mettiamo la metà del tempo!!" e gli sorrisi.

Appena ebbimo finito mi afferrò per un braccio "Muoviamoci o la professoressa Anna ti sgriderà già il tuo primo giorno di scuola!" incredibile si preoccupava per me??

Aprimmo la porta dell'aula. Eravamo 5 minuti in ritardo e quando entrammo avevano già cominciato la lezione.

"Alex incredibile oggi sei venuto in classe senza farti richiamare..." la professoressa Anna sembrava dolce, ma in quel momento metteva i brividi.

Dopo la ramanzina ad Alex ovviamente toccò a me "Laura, mi avevano detto che tu non eri mai arrivata in ritardo... vuoi spiegarmi..." ma venne interrotta "E' colpa mia, ci scusi!" disse Alex cercando di difendermi, sembrava davvero dispiaciuto.

Tutti lo guardavano con aria sorpresa ma io non ne capivo il motivo.

"Va bene per questa volta chiuderò un occhio su tutti e due... andate a sedervi.".

 

Le lezioni erano finite. Quel giorno non avevamo il rientro quindi uscimmo abbastanza presto da scuola e decisi di invitare Glenda e Alex a pranzo da me, per passare il pomeriggio insieme.

"Davvero??? Si vengo vengo" Glenda era davvero entusiasta, si era addirittura messa a saltare dalla gioia.

Alex invece mi fece solo un cenno con la testa. Il suo vocabolario nel cervello era davvero ricco, si limitò a dire "Ok" dopo circa 5 minuti che gli avevo fatto la domanda... e poi, che razza di risposta è ok? Era dinuovo imbronciato e teneva le mani in tasca.

Vai a capirli i maschi...

Uscimmo da scuola. Mentre chiaccheravo con Glenda notai che Alex era rimasto indietro.

"Alex che hai?" ma non mi rispondeva, guardava in un punto fisso, così mi girai e vidi che un altro ragazzo lo guardava con la stessa intensità. Era Nate... si stavano fulminando con lo sguardo, erano tutti e due seri, con le mani in tasca e un'aria di sfida... dava l'impressione che se ti fossi messo in mezzo ai loro occhi ci avresti lasciato le penne.

Ripeto, vai a capirli i maschi...

La scuola era in silenzio, sembrava di essere ad un funerale, però gli sguardi dei due ragazzi continuavano ad osservarsi attentamente.

Salutai Nate per rompere il ghiaccio ed in cambio ricevetti un suo stupendo sorriso. Ero dinuovo rimasta imbambolata. Ma quanto era bello!!!! Mi sentivo al settimo cielo.

Come mi girai verso di Alex, lui si era già allontanato ed era fuori dal cancello. Probabilmente era una mia impressione, ma mi sembrava che tra di loro... non ci fosse una grande intesa.

Uscimmo anche io e Glenda dalla scuola e chiamai con il cellulare mia sorella, per avvertirla che avremmo avuto ospiti e ci dirigemmo verso casa mia.

   
 
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