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Autore: Garrick    13/10/2005    0 recensioni
2127: una guerra che si trascina da 12 anni dilania l'universo conosciuto dall'uomo, ma la guerra stavolta è vista dall'altra parte.
Benvenuti nel PCSA
Addendum dopo oltre sei anni: l'autore si dissocia da questa roba.
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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DROP 04: Black Society

DROP 04: Black Society

 

Il Kodiak si stava avvicinando alla nave prigione, una Retributor spogliata dei cannoni principali, dentro i prigionieri stavano chiacchierando del più del meno, per ingannare il tempo.

La nave entrò senza problemi nell’hangar, guidata, come in ogni atterraggio non in combattimento, da diversi ufficiali di appontaggio. L’Hangar aveva un non so che di tetro, nonostante fosse tutto perfettamente funzionante.

“Fuori” Intimarono le guardie non’appena il portellone corazzato posteriore si era aperto. Akira si guardò meglio in torno, l’Hangar era spoglio, senza gli stendardi degli Squadroni che si usavano mettere sia nel PCSA che nella ESRF per indicare quali squadroni erano “di casa”dentro di essi. Solo alcuni VBU di classe Hunter erano dentro l’hangar. Vi erano però una grande quantità di esoscheletri da rivolta, probabilmente per reprimere eventuali rivolte dei prigionieri. L’Esoscheletro era una sorta di armatura alta due metri, equipaggiata con una vasta gamma di armi antiuomo, dai cannoni gattling ai lanciafiamme, spaventosamente efficaci negli angusti corridoi delle navi. Il gruppo venne condotto in un ascensore in fondo all’hangar.

“Dove siamo destinati?” Chiese Renè “All’Inferno, francesino, siete nel peggior blocco della nave, il meglio che vi meritate voi bastardi di Proxima” Rispose la guardia senza voltarsi.

“Fantastico” disse sarcasticamente uno dei prigionieri.

Le porte blindate dell’ascensore si aprirono, rivelando lo scompartimento di detenzione, che portava il numero 665, giusto un piano prima dell’inferno, anche se, ironicamente, l’inferno sarebbe potuto essere un paradiso a confronto.

Il gruppo fu buttato brutalmente nelle celle a colpi di calcio di fucile. “eccoci qui, finalmente” disse Renè rialzandosi. La sua cella non era esattamente in buono stato, anche per una prigione: il sistema di illuminazione era tutto guasto tranne una flebile lucina, la branda era un semplice materasso impolverato sul pavimento, mentre il cesso funzionava a malapena. Il resto delle celle non era in condizioni migliori. Dall’altro lato del corridoio gli altri “ospiti” guardavano con occhi pieni di cattiveria il gruppo proveniente dal PCSA.

Akira, dopo aver tolto un po’ di polvere dalla sua branda, si sistemo per dormire.”Fantastico, allora le voci che circolavano  erano vere…” Pensò prima di addormentarsi.

Le voci erano sulle carceri dell’ESRF, dove accadevano abusi molto pesanti sui prigionieri. Akira si addormentò con una scossa di paura.

“Sveglia, idiota di Proxima, è mattina! Ed è tempo che tu impari come vanno le cose qui” Akira venne svegliato da una voce rozza che sicuramente non era ne il suo comandante ne Edmund ne una Guardia. ”Devi essere iniziato alle regole della prigione”  “Deve essere l’ora d’aria” pensò Akira. Ora d’aria era un eufemismo su una nave spaziale, significava solo una passeggiatina fuori dalla cella per effettuare piccole operazioni di igiene personale o quant’altro, garantite ai prigionieri di guerra dal trattato di Giove del 2056. Le guardie, stranamente, non erano presenti. Il ragazzo delle forze armate di Proxima Centauri venne condotto in una stanza dall’aspetto malandato, molto impolverata e con diverse bruciature sui muri.

Akira venne fatto “accomodare” al centro della stanza. “Qui vigono delle regole ben precise” Disse un uomo nascosto nella penombra, il suo volto era impossibile da vedere interamente.”cioè che qui comando io, e che devo dare a tutti i nuovi arrivati una dimostrazione della mia forza!” Detto questo si fece avanti scrocchiando le nocche, mostrando tutta la sua stazza e la grossa cicatrice ad “X” che gli divideva il viso. Da un angolo della stanza sopragiunse una voce dall’accento francese famigliare “Akira, ricorda il tuo addestramento da Incursore!” Era Renè, che venne subito dopo preso a calci, che gli fecero sputare sangue.”L’incoraggiamento è finito”Urlò il colosso lanciatosi alla carica contro Akira. Akira riuscì a ricordarsi l’addestramento per il corpo a corpo che faceva parte del suo addestramento come Incursore del PCSA, con fatica usò una mossa da difesa che prevedeva che l’avversario fosse in corsa, una versione evoluta dello sgambetto che usava braccia e mani per aiutare l’avversario a cadere. L’istinto di sopravvivenza fece dare ad Akira una raffica di calci in faccia all’avversario. Il sangue iniziò ad uscire, ma Akira sentì un atroce dolore improvviso alla schiena: uno degli scagnozzi del colosso lo aveva colpito con un tubo di metallo contundente staccato dalla parete, e presto gli altri scagnozzi si unirono al massacro. Il sangue di Akira si mescolò a quello del nemico, e velocemente perse conoscenza. Renè ed Edmund, fatto arrivare poco dopo Akira, non vennero risparmiati e presto tutti e tre erano a terra feriti, con molte macchie di sangue sul pavimento. Reneè fu il primo a riprendersi dallo stordimento, e riuscì a barcollare abbastanza da farsi notare da una telecamera di sicurezza: meglio l’Infermeria del blocco di detenzione che la cella!

“Si sta svegliando” “cazzo se è malconcio!” “La bestia ha fatto di nuovo danni a quanto pare” “È pure fortunato! L’ultima volta abbiamo dovuto portare all’obitorio il poveraccio che ha affrontato quel criminale” Akira riuscì a rimettere a fuoco l’immagine, accorgendosi di essere nell’infermeria del blocco di detenzione.

All’improvviso si sentirono le porte dell’ascensore che si aprivano. Da esse uscirono due guardie armate con un prigioniero che del soldato o del criminale aveva poco o niente: basso, con gli occhiali ed un pizzetto marrone. Occhi e capelli castani, lineamenti europei. Uno degli infermieri disse alla guardia “ Oggi la bestia non è in vena, dagli un colpetto in modo che possiamo tenerlo qua, non abbiamo vogliamo morti” “Cavolo, questa è una di quelle giornate no?” Rispose stupita la guardia “Esatto” “Mi dispiace ragazzo, nulla di personale“ Sussurrò il soldato al prigioniero prima di stordirlo con il calcio del fucile.

 

Akira vide il nuovo prigioniero risvegliarsi sul lettino davanti al suo,  i dottori avevano deciso di tenerlo lì per un paio di giorni usando una prognosi inventata in modo da lasciare che la rabbia del gran capo del blocco 665 passasse. Ad Akira gli avevano dato cinque giorni di prognosi, aveva faccia e schiena distrutti. “Merda” imprecò.

Nel Blocco 665 la vita andava in funzione del volere del più pericoloso detenuto mai esistito nell’intero settore: Allen Scharnei. Aveva causato un sacco di incidenti, l’unico modo per evitare che evadesse era fare intervenire almeno tre soldati in esoscheletri da rivolta, armati con lanciafiamme.

 

Akira riuscì a rimettersi in piedi, e si avvicinò zoppicando ad Edmund, in condizioni molto più gravi delle sue “Edmund?” Chiese Akira “Oh, Akira, a quanto pare siamo ancora entrambi sullo stesso piano d’esistenza e nessuno dei due è nell’aldilà” “Già” rispose Akira “Ma per quanto saremo ancora vivi?” Chiese “Dipende se riusciamo a tornare alle nostre linee e potrebbe essere possibile” Squillò il nuovo arrivato, con un timbro di voce estremamente acuto “Sei qui o sei ancora all’altro mondo per il colpo che ti hanno dato? Non c’è la faremo mai!” Il nuovo arrivato si alzò, e si avvicinò ai due e quindi, sussurrando disse “Non se qui c’è un membro della quinta divisione guerriglia informatica distaccata presso la ormai distrutta nona flotta. Eh-eh, datemi un computer e vi guido questa nave verso le nostre linee e li faccio pure lanciare i segnali di resa..eh-eh” “ e logicamente ci fanno usare i computer a noi prigionieri del blocco 665” Replicò Akira scettico “Un modo c’è, ed ora te lo spiego, l’unica cosa che devi fare è spararmi tre-quattro colpi nel petto….” “Eh?” “….possibilmente ad un polmone, qui non sono attrezzati per quel genere di operazioni, quindi, mi porteranno nel blocco medico principale, lì un computer collegato in rete con la nave c’è di sicuro….”

“È così disperato che vale la pena tentare, ma non abbiamo una pistola qui…” Obiettò Akira “Oh, non c’è problema… basta che tu stendi la guardia e spari tre quattro colpi con il suo fucile d’assalto, ah non mi sono ancora presentato, io sono Francesco Breighnar” Concluse il membro della divisone guerriglia informatica.”Fare alla vecchia maniera non sarebbe meglio? Intendo stordire la guardia e poi tu ti infiltri…”Chiese Akira “Hai dimenticato gli scanner retinici*?” “Ah, già…ok, facciamo come dici tu allora” Rispose Akira sconsolato.”Bene allora mimeremo una rissa, quando la guardia verrà a dividerci tu lo stendi e mi spari due tre colpi, al braccio sinistro, mi raccomando, ho bisogno di quello destro per lavorare, ma assicurati che sia abbastanza grave da farmi spedire su, perciò mira bene!” Il folle piano si mise in atto. I due mimarono una rissa con un paio di pugni e calci, ed urla molto forti.

“Ma che diavolo?!SICUREZZA!!” Urlò il medico venuto a controllare. Una squadra di soldati armati di fucile si avvicinò ai due combattenti con l’intento di stordirli a colpi di calcio di fucile, quindi Akira vide il momento propizio e stese la squadra che si era raggruppata vicino a loro, con un calcio rotante.

Akira prese il fucile, quindi lo puntò al medico invece che a Francesco “cambio di programma, dottore, c’è di certo un computer in questo blocco che è collegato in rete con il resto della nave, perciò mostraci dove sta ed inoltre ora sei nostro ostaggio. Francesco, cambio di programma. Lega quei soldatini da strapazzo con qualcosa, io fortifico la zona, quindit u userai il computer della zona per dirottare la nave.” Akira notò che il blocco medico era collegato con una stanza blindata che dava sul corridoio delle celle, accanto all’uscita dell’ascensore. Dentro questa stanza vi erano i comandi delle porte delle celle ed il centro di monitoraggio in cui vi erano tutti gli schermi delle telecamere. Akira chiuse la porta blindata della stanza sperando per il meglio. Francesco aveva appena finito di legare i soldati storditi alle brande usate per i prigionieri più “turbolenti” estremamente simili alle brande usate per i condannati a morte per iniezione letale.”Che diavolo è successo?” Edmund si era appena ripreso. “Ci stiamo fabbricando una via di fuga” Disse Francesco al Computer mentre iniziava le operazioni di Hacking “O la và o la spacca gente” Disse allegramente.

 

Scanner Retinici: sono quegli scanner che ti analizzano la retina, in pratica una versione migliorata dello scanner ad impronte digitali solo che usa la retina.

 

Note dell’Autore: TADAIMA! Sono tornato ragazzi, ci è voluto un po’ di tempo ma dovrei essere tornato in carreggiata, yahoo!

Nel prossimo episodio di Aganai: The Other Side

“Datemi ancora cinque minuti”

“Fra cinque minuti saremo già morti!”

INIZIALIZZAZIONE CATAPULTA FTL, INSERIRE PASSWORD

“Ma quella è la…”

DROP 05: Into the Whirlwind

 

  
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