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Autore: Mary00    18/08/2010    1 recensioni
Il mio nome è Alessandra. Vivevo con mio nonno, fino a che non è morto d'infarto, sono stata costretta a trasferirmi in un college, che non è per niente normale: Spiriti, angeli neri bianchi e grigi, gemelli innamorati, professori matti, compagni di classe anormali, stanze nascoste e molto, molto altro. "Il Green College è un collegio che accetta solo studenti d'un certo calibro, non accettiamo feccia o barboni. Vedi di non comportarti come tale se vuoi rimanere qui ancora al lungo!"
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Green college

 

 

 

 

 

Capitolo 4

Lunch and... Dessert

 

 

 

 

 

Alle 14:25 in punto io e Marina eravamo sedute ai posti della mattina, e stavamo per incominciare a mangiare, chiaccherando sulla mattinata appena trascorsa e sulla sparizione del preside, come facevano tutti gli altri studenti nell'enorme sala da pranzo.

<< E secondo te dov'è, Sandra?? Il preside intendo. >> Mi chiese Marina riempendo il suo piatto di lasagne e facendo cadere un po' di sugo sulla tovaglia ricamata senza accorgersene.

<< Mha, non saprei. Forse è uscito e si è dimenticato d'avvertire i docenti e i bidelli. Non so proprio, invece secondo te? >> Le risposi con scarso interesse mettendo un po' di pasta col pesto nel mio piatto fino a metà di esso.

<< Secondo me è sparito con un'amante segreta, sì!! Una fuga amorosa!! Ahhh... Com'è romantico!! Sì, dev'essere decisamente così!! >> Mi rispose Marina sporcando la manica di una compagna di fianco a lei agitando la forchetta, che non si accorse del danno.

<< Certo che ne hai di fantasia eh Ina? >> Non appena terminai la frase i due gemelli apparvero sulla soglia dell'entrata alla sala da pranzo, come la mattina si guardarono attorno e alla fine si sedettero nuovamente davanti a noi.

<< Buongiorno Marina, buongiorno Alessandra. >> Dissero all'unisono prendendo posto sulla panca di legno.

<< Ehilà gemellini!!! >> Esclamò Marina felice di vederli. I due la fulminarono con un'occhiata gelida, facendole sparire l'accogliente sorriso appena nato sul suo volto, sostituendolo con un'espressione mista tra la delusione e la tristezza.

<< Ehm, buongiorno... >> Risposi io accennando appena un sorriso, temendo che vedendo lo stesso entusiasmo in me mi avrebbero riservato il medesimo trattamento. I due mi lanciarono solo uno sguardo neutro e poi presero un po' di pasta fredda per uno.

<< Ho notato che stamane all'ora d'educazione fisica non ti sei sentita molto in forma, o sbaglio, Alessandra? Non prenderlo come una fonte di pettegolezzo, è per puro interesse personale che ti porgo questa domanda, puoi anche ignorarla. >> Mi disse Valerio alzando lo sguardo dal suo piatto e fissandomi negli occhi con la stessa intensità della mattina.

<< Bhe, forse il mio corpo non era molto abituato ad un allenamento duro come quello, non ho sopportato lo sforzo e ho perso i sensi, tutto qui. >> Gli sorrisi solarmente.

<< Bene. Grazie per la risposta. >> Distolse lo sguardo da me e lo riconcentrò sul suo piatto, ancora intoccato.

Continuai ad osservarlo per un po', ma appena Emanuele si accorse dello sguardo che stavo rivolgendo al suo gemello mi fulminò con uno sguardo molto peggiore di quello riservato a Marina: Dentro ci si leggevano ostilità, possessività, rabbia e... Persino una specie di affetto protettivo nei confronti del gemello, o almeno mi parve di leggerci questo. Poi distolse lo sguardo e fissò il gemello di sfuggita, dopodiché continuò a mangiare, svuotando il piatto in poche forchettate.

Io conclusi il mio pranzo con un'insalatina leggera, poi attesi in silenzio che Marina terminasse di mangiare quasi anche il piatto e alla fine ci alzammo entrambe. Eravamo sull'entrata della sala quando sentimmo delle grida da dentro, ci girammo ed assistemmo ad uno spettacolo tremendo:

Alcuni studenti del tavolo di fianco al nostro avevano incominciato a lanciarsi il dessert, ed uno di loro per sbaglio, aveva centrato in pieno uno dei gemelli, capii che era Valerio dopo. Emanuele notando il dolce sul viso del fratello si infuriò a dir poco! Si alzò dalla panca di legno e lentamente si diresse con un'espressione di puro odio verso il tavolo dove era seduto lo sfortunato ragazzo che per puro errore aveva colpito Valerio, intanto nella sala era calato un silenzio criptico e tutti gli sguardi degli studenti passavano dal volto di Valerio, che con un fazzoletto cercava di pulirsi la faccia dal dolce, ad Emanuele, che furente si dirigeva verso lo studente del tavolo affianco. Appena arrivato davanti ad esso Emanuele, prendendolo per il colletto della divisa scolastica sollevò lo studente a mezzo metro da terra (eh sì era abbastanza alto), e gli tirò un violentò pugno dritto in faccia. Si sentì un raccapricciante "crack" proveniente dal viso dello studente e subito dopo incominciò ad uscirgli un mare di sangue dal viso ricoprendogli la divisa, ed Emanuele probabilmente avrebbe continuato, se non fosse stato per Valerio, che nel frattempo si era alzato dalla panca, avendo finito di pulirsi il volto e gli si era avvicinato, poggiandogli una mano sulla spalla e fissandolo dritto negli occhi gli aveva sussurrato di smetterla, Emanuele si era calmato all'istante e poi aveva guardato in direzione dello studente colpito, che intanto stava tentando di tamponarsi il naso con numerosi fazzoletti, aiutato da alcuni suoi amici sempre di quel tavolo, si era chinato verso di lui, lo aveva fissato negli occhi, dove lesse solo dolore, e poi era corso verso di noi, sorpassandoci e continuando a correre, risalendo verso i dormitori piangendo silenziosamente. Valerio si era poi chinato anch'esso e aveva sussurrato delle profonde scuse al ragazzo col naso rotto, correndo poi anche lui verso il dormitorio, con un'espressione distrutta sul volto. Io e Marina non c'avevamo pensato due volte ed eravamo corse dietro ai due, finendo nel dormitorio maschile.

<< Ina? Sai almeno qual'è la loro camera?? >> Le chiesi io fissando le varie porte nel corridoio simile al nostro tranne che per il colore.

<< Sì, è la settima da destra, vieni! >> Marina però, non si diresse verso la settima, anzi, entrò nell'ultima porta del corridoio, che era praticamente un ripostiglio per le scope, simile a quello in cui mi ero nascosta qualche ora prima e dove avevo visto sparire il preside.

<< Entra e fà silenzio. >> Mi sussurrò Marina infilandosi in un cunicolo dietro un armadio già spostato nel ripostiglio.

Gattonammo in silenzio sino a che non arrivammo in una specie di piccolo spazio da dove poi v'era uno spiraglio di luce, osservammo da lì dentro la camera dei gemelli, dov'erano entrambi. Emanuele era seduto su un letto a piangere disperatamente, mentre Valerio sembrava entrato da poco, e lo fissava da vicino al letto, con un'espressione compassionevole dipinta in volto. Emanuele alzò lo sguardo arrossato dalle lacrime e fissò il gemello, poi i due si abbracciarono e dalla porta entrò un'altra persona, però io e Marina ne sentimmo solo la voce per un po':

<< Emanuele... Accidenti, ma non potevi proprio trattenerti?? >> Quella voce mi risultava familiare.

<< Mi... Dispia-ce... >> Disse Emanuele tra i singhiozzi.

La persona entrata da poco si fece vedere:

Giovanni. Come aveva detto Marina, probabilmente era in camera coi gemelli.

<< Va bene, va bene dai. >> Giovanni sorrise e si sedette sul letto davanti a quello dei gemelli, sorridendo ai due, abbracciati, che si consolavano a vicenda. Poi io e Marina assistemmo ad un'altra verità svelata, i due gemelli si scambiarono un leggero bacio, a fior di labbra, però se lo scambiarono, e Marina dovette tapparsi la bocca per soffocare un verso di sorpresa che stava per uscirle spontaneo. Poi le labbra dei gemelli s'unirono di nuovo e stavolta per un po' più tempo, si baciarono appassionatamente, e la cosa più sorprendente era che Giovanni continuava a sorridere a quella vista! Sentii che la mia mano aveva toccato qualcosa di morbido, e tastai il posto dov'ero seduta, arrivando alla conclusione che io e Marina eravamo finite nell'armadio dei gemelli, o di Giovanni. Quel pensiero mi fece arrossire, forse Giovanni avrebbe sentito il mio profumo... O se l'avessero sentito i gemelli?! Dopo un po' smisi di pensarci e mi concentrai sul bacio dei gemelli. Smisero dopo poco perché a quanto mi sembrò Emanuele aveva poco fiato, e si appoggiò al petto del fratello sdraiandosi sopra di lui, passarono pochi minuti e si era addormentato. 

<< Giovanni? >> Lo chiamò Valerio a bassa voce per non svegliare Emanuele. 

<< Dimmi. >> Gli rispose Giovanni alzando la testa da un libro che nel frattempo aveva preso dal comodino.

<< Tu sei sempre stato... Gentile con noi. Posso chiederti perché? >> 

Giovanni rimase un po' in silenzio, meditando sulla risposta.

<< Bhe, intanto perché voi due mi siete simpatici, poi perché penso che stiate davvero bene insieme e poi perché NON sono un razzista come la maggior parte degli studenti qui. Vi sosterrò sempre e comunque, qualora aveste bisogno del mio supporto ve lo donerò in ogni momento. >> Sorrideva sinceramente e si capiva che quelle cose le pensava davvero.

<< Grazie Giovanni, grazie di tutto. >> Per la prima (e forse ultima) volta vidi Valerio sorridere e poi si addormentò col gemello tra le braccia.

Potei constatare che stavano davvero bene insieme, come aveva detto Giovanni, e decisi che sarei diventata una loro sostenitrice assieme a Giovanni, anche perché la pensavamo allo stesso modo.

Improvvisamente qualcuno bussò alla porta ed entrò, Giovanni si girò di scatto, un'altra voce familiare si rivolse a lui:

<< Giovanni? Per favore svegliali, la vicepreside vuole vederli, adesso. >>

<< Ma per favore professore, li lasci riposare ancora per  un po', si sono appena addormentati e siamo in piena pausa pomeridiana, o no? >>

<< Non spetta a lei decidere, e poi ciò che il signorino Emanuele ha fatto merita una punizione, e non sarà molto clemente, rompere il naso ad un compagno SOLO perché per puro errore aveva lanciato un dolce al fratello non è un comportamento da tredicenne. >>

<< Lei ne parla come se fosse una cosa normale lanciarsi i dolci... >> Gli rispose Giovanni fissando i due gemelli abbracciati e addormentati beatamente. 

<< E va bene, vi dò dieci minuti e poi li voglio nello studio della vicepreside. Arrivederci. >>

Giovanni non gli rispose e si alzò guardando il paesaggio dalla finestra. 

Io e Marina tornammo lentamente e senza far rumore al nostro dormitorio e appena tornate in camera cominciammo a discutere su tutto ciò che era stato visto negli ultimi venticinque minuti. Poi visto che erano le 15:30 ci infilammo lei il costume da bagno per la lezione di nuoto ed io il completo da tennista per andare a fare tennis, e poi attendemmo le 16:00 per scendere lei nella piscina ed io nel bosco...

 

 

 

***

 

 

 

Salve " a tutti 

Allora vi piace la storia?? Sì o no? Recensite più numerosiii >___< 

Grazie comunque a tutti/e quelli/e che l'hanno fatto fin'ora, thank you very much ;D

Nana_TheBest: Ooooh!! Un forum sulla mia storia?? *O* che onore, certo che puoi -^^- sìsì ma poi mi passi il link eh?? Vabbé, grazie per la recensione =)

Ci vediamo al prossimo capitolo.

Lasciate un commentino please ;)

Mary00

  
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