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Autore: Furiarossa    18/08/2010    0 recensioni
-Ventunesimo secolo- Ogni Era ha i suoi eroi. “Tutt’intorno a noi accadono le cose straordinarie … … Noi abbiamo la chiave per vederle”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il cammino delle leggende'
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-Ventunesimo secolo-
Ogni Era ha i suoi eroi.

"Tutt'intorno a noi accadono le cose straordinarie …
… Noi abbiamo la chiave per vederle"

Il mio nome è Tamago Otharn e ho diciassette anni solari.
Sono un Osservatore: i miei occhi scrutano aldilà delle barriere spaziali e posso vedere cose che nessun'altro può vedere.
Sono giovane, ma nonostante ciò sono il miglior Osservatore dell'Alleanza.
Io non mi limito a osservare: posso sentire i pensieri, dedurre le reazioni future, comprendere le emozioni di qualunque creatura. Beh, non proprio qualunque: ci sono alcuni essere capaci di tenere per se i propri pensieri, ma ci sono casi in cui anche loro mi sono chiari come libri aperti, ad esempio quando si arrabbiano o quando hanno paura. In loro cresce una specie di fiamma e sulla punta della fiamma sono scritti i loro pensieri.
Fino ad oggi ho osservato le vite delle creature della Tredicesima Galassia e ho trascritto le loro usanze sul Grande Libro. Questo è il lavoro di noi Osservatori: conoscere e tramandare.
Ma il mio Maestro oggi mi ha consigliato di guardare verso la Via Lattea, su quel pianeta che i suoi abitanti chiamano Terra oppure Gaia. Ha detto di aver notato che laggiù stanno accadendo cose molto interessanti ed insolite e vuole che io le documenti perché sono il più grande Osservatore degli ultimi seimila anni.
Vuole che io legga anche i loro pensieri e scriva la loro storia.
Gli ho chiesto come fosse possibile scrivere la storia di tutti i terrestri e lui ha sorriso, dicendomi che dovevo badare solo a quelli che mi sembravano più forti e più dotati, poiché da lì a poco sarebbero stati coinvolti in un grande conflitto.
Io ho accettato l'incarico.
Perdonatemi se ciò che scriverò sarà a volte diverso da quello che siete abituati a leggere, cari signori delle Dodici Galassie, ma ho tentato di attenermi il più possibile allo stile terrestre per rispettare la tradizione dei romanzi di avventura di quel pianeta. Tuttavia mi scuso in anticipo anche per eventuali digressioni indesiderate o eventuali passaggi descrittivi saltati; gli umani non gradirebbero se io descrivessi la loro anatomia nel dettaglio solo per diletto di un centinaio di specie aliene, sono irascibili e permalosi, perciò se volete saperne di più su di loro, prima di leggere questa storia consultate un testo specifico sulla loro specie.
I terrestri sono molto interessanti … mi divertirò a scrivere la loro storia …


Prologo

Nella notte s'ode un fruscio basso, una striscia, rossa come di sangue, saetta dietro le caviglie di una giovane donna.
Lei si gira, gli occhi azzurri socchiusi come se non volesse vedere davvero chi la insegue, ma non c'è nessuno.
La strada è desolata e grigia, racchiusa fra due filari scuri di edifici con le finestre squadrate, tutto è buio.
Eppure le era sembrato di vedere qualcuno, o qualcosa, che si muoveva e di sentire il fiato freddo del fato accarezzargli con dita di ghiaccio l'incavo del collo …
In silenzio continua a camminare, più rilassata, sotto il braccio destro la cartella di cartoncino azzurro con i progetti della sua azienda, il vecchio cappotto grigio, con il colletto di pelo, che svolazza sulle sue gambe lunghe.
Non ode il grido stridulo e sofferente che proviene dal lontano vicolo laterale, non vede i bagliori d'argento liquido né gli schizzi scarlatti del sangue.
La giovane donna non saprà, probabilmente mai, che qualcuno l'ha salvata. E che qualcuno l'ha salvata senza un motivo che lo riguardava direttamente, ma solo perché sapeva che ciò era giusto e perché era nato per essere un eroe. Un essere che non poteva far altro che compiere ciò per cui era nato.
Quello stesso qualcuno adesso ha una missione in più da compiere … il suo grosso corpo ammantato di nero esce dal vicolo laterale in cui si era compiuto lo scontro. Nessuno lo nota, neppure quando lui passa in mezzo a un gruppo di ragazzi. Eppure è grosso, enorme, una montagna di solida tenebra. Silente, il suo passo è leggero, come aria che sfiora l'asfalto caldo.
Sarebbe partito l'indomani mattina verso l'India.
Ciò che aveva visto quella notte era stato un messaggio chiaro: l'Equilibrio era stato compromesso e lui doveva fare quello che poteva per ripristinarlo.
D'improvviso, distratto e assorto nei suoi pensieri, incrocia la donna con il cappotto grigio.
Lei lo saluta sollevando la piccola mano. Lui non la conosce,l'ha già vista solo una volta, ma ugualmente china il capo in segno di rispetto. La donna strizza gli occhi per distinguere qualche tratto del volto dell'uomo che ha incrociato per strada, ma non ci riesce. Ne intravede solo gli occhi per un istante, come un miraggio, in un pallido bagliore verde come di aghi di pino, ma non è neppure più sicura di aver visto veramente quelle iridi. Non lo riconosce. Eppure lui ha qualcosa di familiare, come se lei lo avesse già visto da qualche parte, di recente …
Poi ognuno continua per la sua strada: da un lato passa, rapida e visibile, la Normalità, dall'altro striscia via lo Straordinario…
Una scena cha capita spesso, sotto gli occhi di tutti. E che nessuno sa interpretare per come in realtà andrebbe interpretata.
∞†††††††††††††∞
Tempo di rivoluzione

Chiamate eroi coloro che guidano il popolo verso la libertà del corpo e dello spirito ed oltre la schiavitù e la distruzione.
Chiamate eroi coloro che si battono, a costo della vita, giorno dopo giorno senza riposo, contro forze ignote e oppressive, contro le energie contrarie all'Equilibrio.
Ma gli eroi non esistono più per noi.
Il popolo non ha alcun motivo di credere ciecamente all'esistenza di quelle salde mani dei guerrieri protettori che lo circondano benevole nella loro cappa di buio fatta per scaldare e curare.
Forse. O forse no.
Rapidi, letali, silenziosi, si muovono nel buio come alla luce del giorno, remoti come dei, scaltri come demoni …
Loro sono in mezzo a noi. Non li vediamo, o se li vediamo non li riconosciamo, anche se spesso le loro fattezze sono diverse e ci suggeriscono quella che è la realtà.
Farsi vedere è una tecnica come un'altra per confondersi: se vedete un uomo che chiama licantropo un vecchio amico dall'aspetto strano è davvero difficile che pensiate che quest'ultimo sia veramente un licantropo. Questo è il modo in cui si confondono.
Più difficile vederli quando agiscono. Sono veloci. Sono astuti. E lasciano poco al caso.
Possono inseguire instancabilmente la preda per giorni, per mesi, per anni, attraversando la città sotto gli occhi di tutti, ma non si comporteranno come degli ammazzademoni laddove la gente comune si affolla. Loro possono vedere cose che noi non vediamo, possono accedere a luoghi di cui non conosciamo l'esistenza, possono sapere tutto di noi mortali.
Perché loro vivono da secoli. O da pochi giorni come da sempre.
Guardatevi intorno con attenzione, in ogni istante.
Attendete.
Li vedrete giungere, prima o poi, e li riconoscerete.
Saprete che loro sono gli Immortali …
  
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