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Autore: KatNbdwife    19/08/2010    3 recensioni
Elise, Rick, un matrimonio quasi perfetto e un ricordo che torna a bussare.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. From me and you there’re worlds to part with aching looks and breaking hearts…

“Toglimi una curiosità”
Tom era sdraiato su letto, a petto nudo e dai pantaloni spuntava il bordo dei boxer neri. I rasta gli ricadevano mollemente sulle spalle, non aveva il cappellino e nemmeno la fascia ed Elise, per la prima volta, riusciva a vedergli bene gli occhi. Nei giorni precedenti, si erano amati di notte, al buio, per poi passare ore stretti l’una all’altra senza accendere la luce. Ora era giorno e i suoi occhi color nocciola matura brillavano.

“Dimmi, che vuoi sapere?”
“La Regina, com’è?”

Elise si lasciò andare ad una risata, gettando indietro la testa e facendo ondeggiare i capelli lucenti. Tom si incantava quando la vedeva ridere, anche se la conosceva solo da una settimana.

“La Regina è la Regina!”
“Ma dal vivo, com’è?”
“Beh, come la vedi in tv suppongo. Piccolina, anziana, lo sguardo un po’arcigno, ma è la Regina”
“L’hai mai vista da vicino?”
“Sì, stava a circa dieci centimetri da me. Mio padre, grazie alla sua partecipazione attiva in politica, è stato ricevuto a Buckingham Palace con la famiglia. E’ stato bellissimo ma ero in imbarazzo, non mi abituerò mai fino in fondo a tutto il lusso che mi circonda”
“Ora posso anche dirtelo: sono un fan sfegatato di tuo padre!”
“Ti piace leggere?”
“Oh sì, moltissimo. Non sembra, vero?”
“A dire il vero, no!” ridacchiò Elise “Ma sono felice di scoprirlo. Anche a me piace moltissimo leggere”

I due ragazzi erano sdraiati sul letto della stanza di Tom, la luce del sole entrava dalla grande finestra facendo brillare le superfici dei mobili. Tom teneva stretta la mano di Elise e le accarezzava il dorso con il pollice.

“E del tuo ragazzo, che mi dici?”
“Dobbiamo parlarne per forza?”
“Beh, non sei obbligata a farlo…”
“Mi sento in colpa nei suoi confronti, eppure non posso fare a meno di restare qui. So che sarà dura lasciarti”

Le parole erano rimaste in sospeso e aleggiavano pesantemente in quella stanza. Per tutta risposta, Tom si era sollevato su di un gomito e l’aveva baciata, ponendo così la parola “fine” a quella conversazione.

**

“Elise?”
La voce di Rick le giunse ovattata, come se arrivasse da lontano, da migliaia di chilometri.
“Elise?” il marito la richiamò, toccandole un braccio gentilmente.
“Sì, scusa” Elise scosse la testa e ritornò al presente “Che c’è?”
“Possiamo cambiare canale? Non capisco nulla e non so chi siano quei quattro”
“Sì certo, gira pure. Scusami, ero soprapensiero”
“Sei stanca? Sicura che vada tutto bene?”
“Tutto bene. Come hai detto tu, sono solamente molto stanca. Ma la luna di miele sarà rigenerante, vedrai”
“Beh, a questo proposito ho una sorpresa per te”

Rick si alzò dal letto, raggiunse l’armadio e, da un cassetto, tirò fuori una busta che porse ad Elise. La ragazza la aprì velocemente e si ritrovò fra le mani due biglietti aerei. Destinazione: Berlino.
Spalancò gli occhi, mentre il cuore le batteva furiosamente in petto.

“Cosa significa?” sentiva le guance rosse e cercava di contenere l’agitazione.
“Beh, so che detesti il mare, la spiaggia e il caos delle mete balneari e so anche che avevi accettato di trascorrere la luna di miele alle Maldive solo per farmi un piacere. Però mi sentivo in colpa all’idea di costringerti a trascorrere due settimane in un posto che detesti, così ho modificato il nostro viaggio. Mi ricordo che due anni fa, quando sei tornata dalla Germania, eri entusiasta. Ho parlato con tua madre, anche lei ha confermato la mia ipotesi e così, in gran segreto, mi ha accompagnato in agenzia viaggi ed abbiamo organizzato un tour tedesco stupendo. Potrai visitare tutto quello che non hai visto quando ci sei stata la prima volta e rivedere i luoghi che ti hanno incantata. Sei felice?”

Elise, tremando, abbracciò di slancio il marito, incapace di proferire parola. In verità, non era solo l’idea di rivedere Berlino che la eccitava e la terrorizzava allo stesso tempo. In lei si strava facendo spazio, prepotentemente, l’idea di scorgere fra la folla un volto a lei ben noto. Quando era tornata due anni prima, era effettivamente entusiasta, ma non solo per la bellezza della città o per il tempo trascorso in spensieratezza con le amiche. Ad eccitarla, erano i ricordi legati a Tom e a quella parentesi che lui le aveva fatto vivere, anche se pensare al suo volto l’aveva fatta piangere per molte notti.

“Lo prendo per un sì?” chiese Rick, scostandosi da lei e guardandola negli occhi.
“Non avresti dovuto, Rick. Insomma, io sono felicissima ma tu…”
“Non pensare a me, io sono felice lo stesso, basta che ci sei tu”

Il senso di colpa si tramutò in un pugnale affilato che le trafisse lo stomaco.

“Sei troppo buono con me, non credo di meritarmelo”
“Meriteresti molto di più”

Elise posò le labbra su quelle del marito e chiuse gli occhi, che pungevano a causa delle lacrime non versate.

5. Elise believe I never wanted this, I thought this time I'd keep all of my promises, I thought you were the girl I always dreamed about but I let the dream go and the promises broke and the make-believe ran out...

Il talk show era finito, i ragazzi si erano trattenuti nel backstage dello studio per qualche minuto in compagnia del conduttore per poi salutare e dirigersi ognuno verso la propria casa. Tom non aveva più spiaccicato parola dopo la fine della trasmissione e Bill rispettava il suo silenzio. Lo conosceva come le sue tasche e sapeva che, in certi momenti, era meglio stargli accanto senza dire una parola, facendogli solo avvertire la sua presenza che, in quel momento, valeva più di mille discorsi inutili.

I gemelli salutarono il bassista ed il batterista e varcarono la soglia di casa. Bill si fiondò immediatamente sul divano, prendendo possesso del telecomando, mentre Tom si chiuse in stanza, sedendosi sul letto con le mani appoggiate alle ginocchia e lo sguardo fisso sul pavimento. Dopo qualche minuto, mosso da una strana frenesia, si alzò e si diresse alla scrivania. Accese la lampada, cercò un foglio e prese una penna.

“Cara Elise,
sono passati due anni dall’ultima volta che ci siamo visti e solo oggi ho deciso di scriverti.”

No, quell’inizio faceva cagare. Doveva sforzarsi, trovare le parole giuste.

“Concentrati, cristo!”

“Elise,
è passato tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti ma non ho mai veramente smesso di pensare a te.”

No, peggio di prima. Poteva fare di meglio, doveva fare di meglio. Appallottolò l’ennesimo foglio e ricominciò da capo.

“Cara Elise,
è meschino da parte mia scriverti in questo momento, eppure c’è qualcosa che mi spinge a farlo. Non so di cosa si tratti e ho paura all’idea di scoprirlo ma quando ho saputo delle tue nozze, sono impazzito. Il tuo viso è tornato a fare capolino nella mia mente e i tuoi occhi mi danno il tormento.
Non so nemmeno il motivo per il quale ti sto scrivendo, ma”

No, non andava bene. Le parole non uscivano dalla sua testa. Sapeva cosa dire, ma non riusciva a farlo. Del resto, che diritto aveva di intromettersi nella sua vita proprio adesso? Non avrebbe avuto alcun senso rischiare di mandare a monte un matrimonio, senza essere certi che il sentimento sarebbe stato ricambiato. Si grattò la testa, spense la luce e rimase seduto al buio, perso nei ricordi.

“E’ come se ti conoscessi da sempre”
“Lo dici a tutte le tue conquiste?” mormorò Elise, la fronte ancora imperlata di sudore dopo l’amore.
“Quasi” sogghignò il rasta “Scherzi a parte, no. Non è una frase che uso con le conquiste abituali”
“Io sono diversa dalle altre?”
“Tu sei Elise” le sussurrò, a fior di labbra.
“Tutto questo è sbagliato, profondamente sbagliato. Ci faremo del male”
“Non mi piace pensare al futuro, voglio vivere giorno per giorno”
“A volte è necessario pensare al futuro, Tom. Quando tornerò in Inghilterra, ci sarà Rick ad aspettarmi”
“Ma adesso sei in Germania e con te ci sono io”

Poi il silenzio.


Tornando al presente gli venne un dubbio e, scorrendo la rubrica del cellulare, il dubbio divenne certezza.

**

La notte aveva coperto, con la sua oscurità, l’intera città. Rick dormiva beatamente sdraiato su un fianco, il respiro ritmato, i capelli sbarazzini sparpagliati sul cuscino, le mani vicine al viso. Elise represse l’impulso di accarezzarlo per timore di svegliarlo.
Si infilò la vestaglia ed uscì sul balcone. L’indomani sarebbe partita per Berlino e, guardando la luna, la pregò sommessamente di farglielo incontrare.

“Solo una volta” sussurrò all’astro lucente “Voglio solo vederlo, ancora una volta”

La vibrazione del cellulare, che si era scordata di spegnere per la notte, la riscosse da quella sommessa preghiera. Lentamente raggiunse la stanza. Il numero sul display non le diceva nulla e si allarmò: era strano che un numero a lei sconosciuto la chiamasse nel cuore della notte. Rispose a bassa voce, preoccupata.

“Pronto?”
“Elise?”

Le parve che il cuore le si fosse fermato per qualche istante, prima di cominciare a battere come un tamburo impazzito.

“Con chi parlo?” domandò, anche se sapeva benissimo chi fosse l’interlocutore misterioso.
“Sono Tom”
“Tom?”
“Ti ricordi di me?”
“Sì, cioè no…” mentì.
“Ci siamo conosciuti a Berlino due estati fa, pensavo di non avere più il tuo numero ma l’ho ritrovato per caso nella rubrica. Ho saputo del tuo matrimonio e volevo farti gli auguri” le parole gli uscirono tutte d’un fiato.
“Ah sì, Tom… ricordo” mormorò “Grazie”
“Come stai?”
“Bene e tu?”
“Bene”
“Bene…” ripetè “Grazie per la chiamata”
“Aspetta… non riagganciare. Ti ho mentito,non ti ho chiamato per farti gli auguri”
“Lo so”
“Come lo sai?”
“Lo so e basta. Ma ti prego, cancella il mio numero, scordati di me e lasciami stare” il cuore le batteva furiosamente, le mani sudavano e le parole le morivano in gola. Ora che lo sentiva di nuovo, aveva paura.
“Elise aspetta. Ho impiegato mesi a scordarmi di te e se potessi tornare indietro ti implorerei di non andartene. Non ho nessun diritto di sconvolgerti la vita ora che sei sposata, ma ho davvero ritrovato il tuo numero per caso e non sarei riuscito ad addormentarmi se prima non ti avessi detto queste cose”
“Domani sarò a Berlino” Elise si pentì subito di averlo detto.
“Berlino?”
“In luna di miele”
“Ah, capisco. Elise avevi ragione tu. Avrei dovuto chiederti di lasciarlo. Se dopo due anni sentire la tua voce mi fa ancora venire i brividi, significa che quello che provavo per te era sincero. Ti auguro…”
“Sei a Berlino adesso?” lo interruppe.
“Sì, perché?”
“Vediamoci domani. Mi faccio viva io appena posso, tieniti libero. Mettiamo fine a tutto questo prima che sia troppo tardi” poi chiuse la comunicazione senza salutarlo, si appoggiò al muro e si lasciò scivolare per terra, le mani nei capelli e il cuore a Berlino.

**

Splash, sei tornata! *_* Grazie cara! *_*
E grazie, ovviamente, anche ad Irina!
Non so più come esprimervi la mia gratitudine per la lettura e per i commenti!
Spero vi siano piaciuti anche questi due capitoli ^^ Vi informo, fin da subito, che la storia comprende 12 capitoli totali e che, probabilmente, li posterò tutti in coppia tranne l'ultimo.
Kate

   
 
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