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Autore: Ale Kanou    14/10/2005    2 recensioni
“Da cosa sei scappata?” le chiese lui. Sanae per un attimo non rispose poi, guardando diritto davanti a sé aggiunse a bassa voce “Dai fantasmi del passato…”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 29: Insieme


Karl e Genzo stavano bevendo una bibita ghiacciata cercando di trovare un po’ di refrigerio a quel caldo torrido, sotto il tetto di paglia del bar adiacente alla piscina del villaggio turistico; dopo poco si unirono a loro altri ragazzi dell’Amburgo.

Alcune ragazze dopo averli riconosciuti, si erano avvicinate e avevano cominciato a conversare con loro civettando e atteggiandosi con fare da dive.

Sanae passando davanti al bar, si girò solo per un attimo verso i giocatori, salutandoli con un cenno della mano e dirigendosi verso il suo lettino situato dalla parte opposta della piscina.

Dopo aver dato loro le spalle, sospirò sconsolata e allo stesso tempo divertita: stando con Karl, ormai si era abituata ad assistere a quelle scene con le innumerevoli ammiratrici del ragazzo.

Abbandonò la borsa mare sul tavolino e dopo essersi tolta gli occhiali da sole, si stese sul lettino guardando e sistemandosi il bikini giallo che Karol e Kristine le avevano regalato prima di partire per quella vacanza con la squadra tedesca: ricordava ancora la sua faccia dopo aver visto quei due ridottissimi “pezzi” di stoffa, mentre le amiche sghignazzando le dicevano che Schneider sarebbe caduto ai suoi piedi, dopo averla vista con quel costume indosso.

Alla fine dopo averci pensato per giorni, quel pomeriggio lo aveva recuperato dalla valigia e lo aveva indossato rimanendo a guardarsi per un tempo infinito allo specchio della camera, per niente convinta del risultato.

Genzo vide Karl alzare improvvisamente la testa che fino a quel momento si era sorretto stancamente con il braccio e con gli occhi sgranati, seguire con lo sguardo qualcosa.

Girandosi nella stessa direzione capì subito cosa, o meglio chi, avesse attirato l’attenzione del suo capitano: Sanae stava passando davanti al bar ed era bella da togliere il fiato.

Indossava un bikini giallo che evidenziava le sue splendide gambe e metteva in risalto due glutei sodi ed un seno piccolo ma ben tornito; si muoveva con passo leggero e involontariamente molto sensuale.

Il portiere vedendo la faccia di Karl si mise a sghignazzare.

Sanae dopo aver recuperato la crema solare, cominciò a spalmarsi lentamente tutto il corpo, senza accorgersi degli sguardi di alcuni ragazzi seduti accanto a lei.

Un cameriere arrivò con un carrello su cui si trovavano varie bevande: tre dei ragazzi alzandosi dai lettini, presero dei cocktail a base di frutta e si avvicinarono al lettino dove Sanae stava distesa, offrendole uno dei bicchieri.

Lei alzandosi a sedere li guardò con un sorriso, ringraziandoli e accettando il gentile omaggio e rimanendo con loro a chiacchierare per qualche minuto.

Karl osservò ammaliato Sanae sfilare davanti a lui: era splendida con indosso quel costume che lui non ricordava di avere mai visto. La vide sedersi sul lettino e lentamente spalmarsi la crema su tutto il corpo: sentì un fremito attraversarlo.

Stava rispondendo distrattamente alla domanda di uno dei suoi compagni di squadra, senza togliere lo sguardo dalla parte opposta della piscina, quando notò con disappunto che un gruppo di ragazzi vicino a Sanae, dopo averla osservata con sguardi avidi per tutto il tempo, si erano avvicinati per offrirle da bere.

Sentì subito una morsa di gelosia stringergli lo stomaco quando la vide sorridere e parlare a quei tre, e senza pensarci un attimo si alzò per dirigersi verso di loro.

Sanae dopo aver bevuto un sorso del cocktail, si sdraiò nuovamente sul lettino, chiudendo gli occhi per assaporare appieno il caldo abbraccio del sole.

Improvvisamente sentì delle labbra sfiorarle delicatamente la schiena e girandosi, si ritrovò Karl seduto sul tavolino accanto.

“Ciao…” le disse lui con un sorriso, protendendosi ancora verso di lei per baciarla.

Rispondendo al suo sorriso, lei si mise a sedere “Ciao…che ci fai qui?”

Lui si alzò dal tavolino e si sedette dietro di lei sul lettino, abbracciandola da dietro e sfiorandole il collo con le labbra “Mi mancavi…”

Sorridendo lei si strinse in quell’abbraccio, mentre Karl la attirò ancor più a sé, non prima di essersi girato verso il gruppo di ragazzi a lato e averli fulminati con un’occhiata che non lasciava adito a dubbi.



Genzo li raggiunse a pomeriggio inoltrato: lui e Sanae andarono a farsi un bagno e per un po’ rimasero seduti sul bordo della piscina a parlare, mentre Karl prendeva il sole sdraiato sul lettino.

Il capitano tedesco osservò i due ragazzi giapponesi conversare e ridere e, involontariamente, provò un po’ di gelosia nei confronti del portiere.

Ormai la storia tra lui e Sanae durava da parecchi mesi ma questo non gli impediva di provare sempre un po’ di invidia per il rapporto speciale che legava quei due: una grande amicizia da cui lui in un certo qual modo sarebbe in parte sempre stato escluso.

Sanae guardava divertita il portiere che cercava in ogni modo di evadere le sue domande riguardo la ragazza con cui lo aveva visto la sera prima “…e allora che fine hai fatto ieri sera dopo la festa?”

Genzo sghignazzando rispose “Dove vuoi che sia andato…a letto no?!”

Di fronte alla risposta allusiva dell’amico lei scoppiò a ridere subito seguita da lui.

“Sei irrecuperabile Genzo! Ed io poi dovrei starmene tranquilla quando tu e l’altro rubacuori siete in giro per il mondo!”

“Ah…per questo tesoro puoi dormire sonni tranquilli!” e facendo un cenno della testa rivolto verso il suo capitano proseguì “Ormai quello ha perso completamente la testa per te! E’ completamente partito…te l’assicuro io, che mi devo sorbire le sue lamentele tutte le volte che non ti vede o non ti sente! Non l’ho mai visto così…è perdutamente innamorato di te Sanae…credimi…”

Con un sorriso raggiante, lei gli buttò le braccia al collo e lo baciò affettuosamente sulla guancia “Ecco perché ti adoro Genzo Wakabayashi…perché mi dici queste cose!”

“Guarda che se Mister Gelosia ti vede baciarmi, per me è finita!” disse lui sornione.

Lei guardandolo un po’ sorpresa rispose “Ma figurati…Karl non è geloso di te!”

“Ah no?…Stai a vedere…” e così dicendo la attirò a sé, stringendole di proposito le braccia attorno alla vita: sapeva benissimo che Karl li stava osservando in quel momento.

Karl vide Sanae baciare l’amico e subito dopo lui abbracciarla in modo…un po’ troppo serrato. Inarcando un sopracciglio si alzò dal lettino e si diresse verso il bordo della vasca.

Vedendo l’amico avvicinarsi, Genzo si rivolse con fare sornione a Sanae “Che ti dicevo?” Poi quando il biondo capitano fu di fronte a loro, continuando ad abbracciare Sanae e con fare disinvolto, gli chiese “Hey ciao Karl…posso fare qualcosa per te?”

Schneider con aria mezza divertita gli rispose “Magari smetterla di abbracciare a quel modo la mia fidanzata…Wakabayashi!”

Genzo e Sanae scoppiarono di nuovo a ridere; Sanae dopo essersi alzata, si avvicinò a Karl e cingendogli il collo con le braccia, si alzò in punta di piedi e lo baciò, non prima di avergli sussurrato “Sciocco…”

Lui le cinse la vita rispondendo al bacio, ma lei subito si staccò dicendo “Beh io adesso vado…”

Guardandola incuriosito il capitano tedesco le chiese “E dove?”

“Oh…io e Stefan abbiamo una lezione di windsurf alle cinque…” e dopo avergli strizzato l’occhio si diresse verso la spiaggia dove Wächter la stava aspettando.

Lui rimase a guardarla allontanarsi mentre Genzo sghignazzando gli disse “Ah sai…ho saputo che il maestro di windsurf è un bellissimo ragazzo italiano!”



Quella sera tutta la squadra si riunì per la cena nel ristorante centrale del villaggio.

All’improvviso Karl si sentì tirare la manica della maglia e girandosi si trovò davanti due bambini di poco più di cinque anni che lo fissavano con occhi spalancati e che con aria titubante gli chiesero “Lei è il signor Schneider…vero?”

Lui sorridendo disse di sì e uno dei due continuò “Ecco…vede Signor Schneider…il mio amico non crede che lei sia davvero il Signor Schneider…e invece io so che è davvero lei…”

Con aria divertita Karl osservò il bambino avvampare mentre gli parlava e guardando l’altro bimbo gli disse “Cosa devo fare per convincerti che io sono davvero Karl Heinz Schneider?”

Il piccolo molto più intraprendente dell’amico, gli disse senza vergogna “Voglio vedere il tuo Fire Shot!”

Sghignazzando Karl si alzò e dopo aver detto a Sanae “Torno subito…” li seguì nel giardino esterno.

Dopo aver recuperato un pallone i due bambini cominciarono a giocare lanciandosi contro di lui che divertito e senza alcuna fatica, sottrasse loro la sfera.

Cominciò a palleggiare sotto gli occhi estasiati dei due che lo guardavano con la bocca spalancata; in un attimo con l’agilità di un felino si girò e calciò la palla con potenza contro un palo di legno posto a molti metri di distanza, centrandolo in pieno e facendolo vibrare sonoramente.

“CAVOLI!!!” esclamarono i due bimbi riprendendosi dallo stupore e dopo aver recuperato il pallone, gli chiesero supplichevoli di giocare ancora un po’ con loro.

Sanae dopo mezz’ora, non vedendo rientrare Karl, si alzò dal tavolo e si diresse a sua volta in giardino per cercarlo: lo vide da lontano che giocava con due bimbi.

Rimase a guardarlo, rapita dalla scena: lui stava ridendo mentre le due piccole pesti si erano avvinghiate a lui nel tentativo di bloccarlo e rubargli la palla. Sbilanciato dal peso dei due che si erano aggrappati al suo braccio, cadde a sedere trascinandoli con sé sull’erba e continuando a ridere con loro.

Sanae osservò la scena con un sorriso dolcissimo dipinto sul volto: mentre guardava Karl giocare spensieratamente con quei due bambini, si ritrovò a pensare per un attimo al capitano tedesco padre e a quel pensiero sentì il suo cuore stringersi in una piacevole morsa.

Karl si accorse di Sanae che li stava guardando ai bordi del giardino e dopo essersi liberato delle due pesti, si avvicinò a lei sorridendo.

“Non riesci proprio a stare senza un pallone…” gli disse lei con finta aria di rimprovero.

Lui ridendo e cingendole la vita la baciò, ma fu subito interrotto dai due bimbi che nel frattempo si erano avvicinati a loro.

“Lei è tua moglie?” chiese uno dei due.

“No…” rispose Karl un po’ spiazzato dalla domanda inaspettata “Lei è la mia fidanzata.”

“E quando vi sposate?” continuò il bambino imperterrito guardandoli innocentemente e non capendo il motivo del loro imbarazzo.

Sanae e Karl si guardarono per un attimo, arrossendo leggermente…la spontaneità dei bambini sapeva essere molto imbarazzante a volte.

Nessuno dei due fece a tempo a rispondere però perché una signora, richiamando i due bambini, li invitò a tornare al ristorante.

Mentre i tre si allontanavano Sanae e Karl sentirono uno dei due piccoli rivolgersi alla donna e dirle “Sai mamma quello è Karl Heinz Schneider e ha giocato con noi…e quella è la sua fidanzata che lui sposerà presto…”

Scoppiarono tutti e due a ridere, entrambi imbarazzati e stranamente turbati da quelle parole appena udite.

“Gli altri ci aspettano dentro…” disse Sanae rivolta a Karl girandosi in direzione dell’ingresso del ristorante, ma fu subito bloccata, trattenuta da lui.

Il capitano tedesco la attirò a sé e senza darle il tempo di ribattere, la baciò appassionatamente nell’oscurità della notte.

Lei trattenne a fatica un gemito mentre lui scendeva a sfiorarle con le labbra il collo per poi risalire e sussurrarle all’orecchio “Ti voglio Sanae…”

Affondando le dita nei suoi capelli si strinse a lui, premendo il suo corpo contro quello del capitano tedesco e accendendo ancor di più il suo desiderio; non riuscendo più a trattenersi Karl, prendendola per la mano, si incamminò dalla parte opposta del ristorante, diretto verso la loro camera.

Quella sera mentre facevano l’amore, gli tornarono per un attimo in mente le parole del bimbo “…quella è la sua fidanzata che lui sposerà presto…” e a quel pensiero Karl sentì il suo cuore accelerare i battiti.
  
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