Adrienne arrivò di corsa
all’ ospedale, chiedendo dove fosse ricoverato John Kiffmeyer: non ebbe
risposta. Certo, non era sicura che John fosse ricoverato. Si diede della
stupida e andò avanti, girando in tutto l’ ospedale, finchè non lo trovò. Era
su una sedia in una sala d’ attesa, e si tamponava un labbro gonfio. I capelli
biondi erano più scompigliati del solito e il giubbotto di pelle pareva
andargli largo sui fianchi, come se questi fossero improvvisamente dimagriti.
Era bello, bello, selvaggio e indifeso. Adrienne, seppur amando suo marito, lo
aveva sempre trovato un uomo affascinante, interessante, oltre che un’ ottima
persona, sveglia e sempre con la battuta pronta. Ma non quel giorno. Quel
giorno Mike era spento, sofferente, colpevole e disperato. Appena vide
Adrienne, raddrizzò la schiena con uno scatto, salutandola con un cenno della
mano. Adie quasi lo ignorò,passando al sodo.
-cosa è successo, Mike?
Hai scoperto qualcosa? John sa qualcosa?-
-è uno stronzo, solo uno
stronzo- disse Mike scuotendo il capo –ma non credo che sia stato lui. Non sa
niente.-
-pista sbagliata,
quindi.. ora concentriamoci su sua moglie, credo che sia l’ unica persona che
ci rimane come possibile rapitore. Ma tu che ci facevi qui, scusa?- sbottò all’
improvviso la donna.
-ero venuto a trovare Gerard
Way. Ha tentato il suicidio, sai?-
-il suicidio? Gerard? Non
lo sapevo. Oh, Mike , è terribile.. e perché mai avrebbe dovuto fare una cosa
del genere?!-
-non ho idea.- rispose l’
altro. Non aveva voglia di raccontarle tutto, della telefonata dopo l’ uscita
dell’ articolo e di tutti i sensi di colpa che lo angosciavano.
…
Billie stava facendo le
valigie. Eleonora era sulla spiaggia, ma sarebbe tornata per farle anche lei.
Andavano via. Affrontavano la situazione di petto. Billie avrebbe dato il
motivo della sua fuga ed Eleonora si sarebbe preparata.
Ma Billie era tormentato.
Lui aveva preso una decisione, ma Eleonora lo preoccupava. Coma avrebbe fatto a
lasciarla sola, con un bambino anche suo a carico? Non poteva, assolutamente. E
tutto andava a rotoli. Il suo progetto, la sua decisione. Ma come avrebbe
fatto? Si sarebbe sentito morire. Doveva tenerla con sé anche se, ormai l’
aveva capito, non la amava quanto si sarebbe meritato. Non la amava davvero.
Non avrebbe abbandonato ciò che gli era più caro per lei. Non era amore. Non
come quell’ altra persona, almeno. Quella che gli era stata vicina nei momenti
più difficili, quella che gli aveva donato i suoi più bei gioielli, quella con
cui aveva condiviso tutto, quella persona per cui lui stesso aveva rinunciato
alla sua fetta di pane quotidiano per dargliela, sapendo che ne aveva più
bisogno. Era quella la persona della sua vita, la prima da cui sarebbe andato,
al suo ritorno.
…
Clarissa e Livia erano al
parco con Jacob. Quel ragazzino era una gioia, una caramella effervescente,
metteva un’ allegria incredibile. Lui, al contrario di Joey, adorava suo padre,
lo stimava, lo credeva il suo mito. Era molto agitato da quando aveva saputo
che era sparito, ma confidava nel fatto che il suo papà fosse partito per
salvare delle persone in un Paese e che sarebbe tornato presto, non appena gli
sventurati non fossero stati tratti in salvo. Clarissa, invece, era preoccupata
per sua sorella: non si faceva viva da tempo, ormai, e Diane non le era
piaciuta per nulla. Era sempre stata sincera ed era una pessima attrice. Si era
lasciata sfuggire che quella di Eleonora si trattava di una fuga d’ amore e
Clarissa ne era sempre più convinta, ormai. Anche Livia era della stessa
opinione, ormai, anche se, prima, aveva pensato che le fughe di Billie Joe e di
Eleonora fossero collegate da una specie di filo, come se il rapitore avesse
voluto sequestrarli insieme. Si era ricreduta non appena Diane aveva
accennato a una fuga amorosa. Non poteva
collegarsi, e pareva chiaro che Eleonora non fosse a conoscenza della scomparsa
di Armstrong, date le sua risposte all’ ultima telefonata di Clarissa. Dopo,
era stata irrintracciabile.
Clarissa non aveva ancora
informato i genitori della sparizione della sorella maggiore. Si sarebbero
preoccupati eccessivamente e troppe tensioni sarebbero state fatali per suo
padre, sofferente di cuore. L’ avrebbe trovata lei, le avrebbe fatto un bel
discorsetto e tutto si sarebbe aggiustato. Peccato che la faccenda si stesse
complicando sempre di più, e lei e Livia non potevano pesare eccessivamente
sulla già provata famiglia del cantante dei Green Day. Doveva trovare una
soluzione, subito. Ma come??
…
Adrienne portò Mike a
casa, lo mise sul divano e gli preparò una tisana rilassante. John aveva deciso
di non sporgere denuncia, ma Mike era distrutto lo stesso. Si sentiva in colpa,
sporco, reo di qualcosa che non voleva fare, ma che era stato costretto a
compiere dalla pura collera, dalla rabbia, da un ‘ impulso irrefrenabile di
protezione. Dalla gelosia.
Adrienne uscì di casa
senza che Mike la sentisse nemmeno: era una donna fantastica, pronta e generosa
verso tutti. Mike l’ aveva sempre ritenuta una protettrice perfetta per Billie,
una specie di angelo custode che vegliava su di lui in ogni momento, ma mai una
moglie. Mai la persona che amava Billie più di chiunque altro al mondo, non la
persona legata a Billie per sempre da un anello, una persona che Billie avrebbe
dovuto amare incondizionatamente. Non era lei quella persona, e mai lo sarebbe
stata. Era LUI, quella persona, solo lui.
La conferma di tutto
venne subito dopo.
…
Suonò il campanello in casa,
e l’ abitante da poco rientrato a casa si diresse sbuffando alla porta. Chi poteva
essere, accidenti? Dopo una giornata così impegnativa! Che rompiscatole! Si alzò
con calma, come se il corpo fosse pesante come un macigno, come se nemmeno gli
appartenesse. Era stanco, l’ abitante, era appena rientrato a casa dopo aver
tentato di aiutare un amico. Aveva tanto sperato di esserci riuscito, ma non ne
era più tanto convinto. Sarebbe dovuto tornare da lui, al più presto, per
sentire come stava. Alzarsi era una fatica, e la morbida felpa che avvolgeva la
persona sembrava dura sulla pelle d’ oca. I suoi occhi erano spenti, vuoti,
stanchi delle troppe preoccupazioni. Non c’ era luce in quella persona, non
più. Dopo la scomparsa del suo lui, della sua metà, tutto si era spento attorno
a lei. La casa, i figli, gli amici; tutto era in stand-by, e solo una persona avrebbe
potuto premere il tasto di accensione di nuovo, come quasi 16 anni fa. Andò ad
aprire la porta.
Due occhi, due sfere, la
fecero sfrecciare nel passato, in quello che non era ancora cambiato, in quello
che non aveva dolore, nella culla dell’ oblio, nelle dolci braccia dell’
incondizionato, nei meandri di quello che non poteva essere chiamato amore, perché
era sbagliato, fuori posto. Ma bello, terribilmente bello, quasi come far
chiudere quegli occhi che cercavano di catturare l’ istante e farlo rimanere
tale per sempre, in modo che la spenta persona alla porta ritornasse a vivere
pienamente, in modo che potesse riprovare quel piacere che solo quegli occhi
potevano fargli provare. Non ci fu nulla da aggiungere: il pulsante di
accensione fu premuto. E poi di nuovo al lavoro, di nuovo in piena attività, i
muscoli della persona si contrassero e rilassarono ritmicamente, amando colui
che credevano non poter rivedere mai più. Lo amò, quella sera, amò la persona
che aveva pensato incessantemente tutti i giorni e tutte le notti, a tutte le
ore e in ogni secondo, come se ogni secondo rivelasse all’ abitante della casa
un piccolo frammento del suo amore perduto, come se gli istanti si schiudessero
in una reazione a catena, completando il puzzle che ricostruisse la figura
della persona più importante che conoscesse, della persona che rinchiudeva
dentro di sé l’ algoritmo essenziale della sua esistenza. Lo amò fino allo
sfinimento, il suo ospite, finché non vide chiudersi i suoi occhi dal piacere, finché
non li vide soddisfatti, finché non sentì fremere ogni cellula del suo corpo
perfetto, finché non sentì la sua voce pronunciare, finalmente, in un groviglio
di lenzuola:
-sono tornato, Mike.-
Ebbene, stavolta ci siamo!! Allora, vi è piaciuto questo finale di
capitolo?! Un po’ languido, forse?? O avreste preferito qualcosa di più forte?!
Beh, per quello voglio farvi aspettare ancora un po’. Intanto, stuzzicate la
vostra fervida fantasia finchè non vedete la bavetta uscirvi dai lati della
bocca.. Bene, come al solito non abbandono le sane abitudini, ovvero la
parentesi sclero..
Seriamente, spero che vi stiate divertendo con questa ff e spero di avere
il tempo di aggiornare anche l’ altra, anche se questo è un periodo infernale
per me. Ringrazio ancora tutti coloro che seguono la storia e soprattutto
Drunky Bunny, di cui aspetto la recensione (come la aspetto da tutti). Un bacio
e alla prossima!!